Orgoglio industriale. La scommessa italiana contro la crisi globale - presentazione del libro di Antonio Calabrò (Edizioni Mondadori)

Tale
Mi scuso invece non tutti voi per il leggero ritardo con cui iniziamo il dibattito ma
Il
Anche l'attività parlamentare alla Camera una sua complessità e quindi non è stato facile per l'onorevole letta e l'onorevole
Tabacci liberarsi li ringrazio anzi di essere ed è qui con noi
Roberto a anticipato
In maniera assolutamente esaustiva del nel nostro dibattito
Quindi il la mia idea e di partire dalla considerazione di Roberto cedendo la parola venuti Coletta approfitto ancora un secondo però per ringraziare Roberto Arditti e il tempo per l'ospitalità in questa
Splendida sede e approfitto anche per salutare e ringraziare il presidente dalla fondazione Formiche Alberto Brandani perché
Formiche non è soltanto una rivista che cerca di
Fare un po'di testimonianza al due mila quattro ad oggi e da qualche tempo anche una fondazione grazie anche l'impegno signor Bertocco Hannane stiamo sciando fare cosa molto belle quindi approfitto anche di questo occasione per ringraziarlo
Chiudo il mio momento bespoke e passo la parola invece ed Enrico letta e prego
Grazie grazie Paolo io sono ovviamente molto contento di essere di essere qui accanto
Ha un grande amico come Antonio Calabrò a da dire due parole di commento di un libro che sta avendo grande successo pendenti diciamo noi siamo qui a commentare un libro che già viaggio abbia già bene
Innesti il fatto che stia avendo successo il fatto che se ne parli il fatto che sia oggetto di discussione è secondo me la dimostrazione del fatto che è stato azzeccato nei tempi e soprattutto nel tipo di
Prodotto e di proposta
Perché io non so sinceramente se
Antonio quando ha cominciato a concepire questo libro aveva delle informazioni riservate sul fatto che stava crollando tutto
Se ce l'aveva immagino che abbia fatto anche grandi guadagni e grandi capacità di
Quando allora già cominciato vale peso si dice sempre poi vedremo se è così comunque
Il il la riflessione è questa Dridi libri sulla crisi ne sono usciti tanti in questo periodo la la riflessione di Antonione riflessione secondo me utile importante interessante
Perché oltre
A raccontarci l'Italia industriale dentro la crisi affronta il nodo che secondo me è la questione chiave dell'Italia rispetto alla crisi cioè detto in sintesi
L'Italia uscirà dalla crisi come ancora una grande potenza industriale manifatturiera questa il punto di domanda
Perché la crisi interviene modificando e cambiando molta parte dei profili dei sistemi produttivi arrivato anche Maurizio Lupi niente
Lo salutiamo e la crisi interviene su ogni Paese modificando intervenendo sul sulla sul sistema produttivo del Paese e e alla fine l'Italia è
Un Paese che entra dentro la crisi da sesta settima ottava potenza industriale
Del mondo
Come molto ma molto interessante Antonio ci fa si fa capire non ne siamo consapevoli c'è questa ricerca Ipsos
Che è contenuta dentro il libro che è un uno schiaffo i loghi vari luoghi comuni molto interessante dalla quale viene fuori che la gran parte la maggior parte dei giovani italiani non assolutamente idea che siamo una potenza industriale che siamo una delle principali
Potenze industriali c'è un
Sostanziale ignoranza sia su questa caratteristica sia sul
Sulle modalità con le quali invece siamo
La la una delle principali potenze industriali col la caratteristica che ci rende il secondo la seconda grande industrie manifatturiere manifatturiera europea
E questa ricerca credo che sia uno degli aspetti più sicuramente originali interessante del libro
è la motivazione per la quale serve il libro Creta perché
In un momento come questo invece il libro in libreria in discussione in discussione nel sui giornali nei luoghi
Nei quali si parla e si discute ci consente di
DD dividerci e di affrontare un nodo è il nodo è
Crediamo che il futuro dell'Italia sarà ancora di industria manifatturiera
Questa è la domanda che sta sotto al libro
E il racconto Biondi un lungo viaggio che Antonio fa dal nord est alle Marche a Torino ma insomma tutti gli aspetti che
Leggendolo molto gustoso perché sono narrazioni sono riflessioni valutazioni dentro tutto questo però ci aiuta
Affrontare questa domanda e ognuno dalla sua risposta naturalmente Antonio credo subliminale mente la risposta che ci darà una risposta molto chiara e molto netta cioè
Se l'Italia non sarà una potenza industriale dopo la crisi l'Italia non sarà
Ed è un po'forse la forza un po'
In sintesi ma è un po'la sintesi che anch'io mi sento di fare del messaggio che esce da questo libro
Se dopo la crisi l'Italia
Si troverà a non essere più quella potenza industriale manifatturiera che era l'Italia semplicemente non sarà perché è una caratteristica al contrario di quello che la ricercatrice talmente con sostanziata con il nostro modo di essere
Che non possiamo pensarci diversamente da questo anche nel periodo in cui all'inizio degli anni due mila sì ragionava del fatto che tanto
Era arrivata la Cina e la Cina faceva da industria manifatturiera del mondo e quindi noi potevamo dedicarci ai servizi questa era una delle tesi che il periodo della bollente della bolla
Detti internet due mila due mila uno c'era tutta la tesi per cui è finita l'industria adesso ci si sposta sui servizi perché tanto
La indusse manifattura del mondo la fa la Cina
E poi sono passati otto anni e si è capito che non è è stato così anzi forse la cifra in controtendenza rispetto alla retorica del declino
A cui anche questo libro di fare il ferimento rispetto ai dati economici del nostro Paese cioè la cifra di quella
Due mila e sette in cui l'export italiano riprende alla grande è una cifra legata a una ripresa
Ovviamente dell'export italiano e tedesco perché fanno sempre in parallelo legato alla capacità di ripresa del della nostra industria manifatturiera che in gran silenzio
Nei primi anni due mila senza proclami e senza
E si è ristrutturata
Ha modificato il suo modo deve essere ha innovato al suo interno
Ed è riuscita a individuare i mercati tanto da essere oggi insomma lo sappiamo uno dei leader nei Paesi dell'Europa dell'Est essere presente da tante altre parti cura però la crisi mette secondo me
Questa pone questa domanda in modo molto netto e molto forte e la risposta non è scontata la risposta del libro e chiara e noi siamo qui a commentarlo io condivido l'impostazione di Antonio e condivido quindi la sua risposta una risposta che
Diciamo possiamo trovare
In varie parti del
Del del del dei vari capitoli ma a me ha colpito molto il fatto che
Lui sia tornato varie volte almeno un paio di volte su
Su quello che dice il filosofo ed Gare morente
Che dice secondo me delle cose sulla crisi di interessantissima cioè sposta
Il focus della crisi da
Un focus meramente economico finanziario come in alcuni sbagliando
Hanno immaginato di poter
Ridurre la questione della crisi semplicemente a questione di tassi d'interesse di
Questione dell'effetto leva a un tema DTT carattere molto più etico allegato
A bene affatto per l'appunto che che che
Insomma si è scambiato quello che era creazione di valore
Non è diventato più tale e quello che era invece
Aspetti di un'economia che non si tocca con mano immaginando che questo potesse i penso che questa riflessione su su l'economia è il il tipo di deriva che aveva preso
Qualcuno racconta di una
Di o di una statistica che che dice che in un determinato giorno a Wall Street si è arrivati al massimo di un novantotto per cento di azioni scambiate che erano azioni fatte tutte di
Carta su carta denaro su denaro a fronte di un due per cento in quella stessa giornata di azioni che erano azioni di titoli
Di qualcosa che alla fine si toccava concretamente che si toccava con mano in cui siamo dei bulloni in cui c'erano e ovviamente il novantotto e il due insomma son son cifre forti che ci danno l'idea di dire
Allora penso e e qui sta un po'la riflessione mi sento di fare che il nostro Paese
Affronta questo momento dovendo dare una risposta molto forte su questo terreno risposte che dobbiamo dare rispetto alla crisi son tante altre
E Antonione affronta anche alcune Antonio cita la questione dei conti pubblici
Colpisce leggere quello che dice con legge quello che che dice è datato febbraio marzo aprile credo se non mi sbaglio e vedere quelle cifre
Di aprile oggi sono cifre purtroppo superate in peggio
Perché lui dice si potrebbe addirittura arrivare al dramma di superare il rapporto centodieci per cento tra debito e PIL e magari fossimo al centodieci per cento questo lo dico perché alcune frasi tranquillizzanti di queste ore le trovo totalmente fuori luogo non siamo tornati di colpo al novantatré
L'Italia è tornata al novantatré
è tornata al novantatré sui grandi temi della finanza pubblica
E
Certo
Tutti gli altri hanno fatto passi indietro tutti gli altri
E certo concerto come dice Marco Fortis noi abbiamo il debito privato che è inferiore rispetto a quello degli altri Paesi e questo è sicuramente un elemento
Che ci tranquillizza ma
Quello che a me colpisce di tutte le riflessioni sulla finanza pubblica italiana e che noi abbiamo
In dodici mesi
Cancellato quindici leggi finanziarie
Di sacrifici quindici seggi finanziere attorno alle quali si è
Giocata la storia politica del nostro Paese anno per anno
Che le abbia fatte il centro sinistra l'abbia fatta il centrodestra sono state
Quindici leggi finanziarie sulle quali si è tentato un risanamento che come il gioco dell'oca siamo capitati in una casella che ci riporta
Al punto di partenza perché il rapporto deficit PIL lo fa ha un rapporto simile a quello novantatré novantaquattro e il rapporto debito PIL
Quello del novantatré
Novantaquattro
Quindi
La fatica che abbiamo fatto in questi quindici anni viene spazzata via che tipo di riflessioni questo ci porta a fare molto inquietante anche in previsione futura perché tutti sappiamo che se c'è una cosa
Io l'ho sperimentato dal versante il Governo che oggi non mobilità più gli italiani e la parola risanamento la parola risanamento è stato
Un elemento di mobilitazione nel periodo novanta sei novantasette l'ingresso nell'Euro ha mobilitato la parola Risanamento non è una parola che
Non sarà in grado di mobilitare più alcunché e nessuno ma oggi non siamo tornati al novantatré io vorrei che questo
Fosse un tema che
è più compreso ed è più al centro della consapevolezza è un tema che è uscito dalle prime pagine dei giornali sta dentro le pagine dei giornali specializzati quasi come se fosse un argomento
Quindici anni spazzati via in un amen
Penso che sia un punto di preoccupazione
Antonio la mette a riferimento di che cosa del dire che in una crisi come questa per cercare di dare rilancia l'economia c'è bisogno di politiche
Politiche attive fa riferimento ad alcune di queste in particolare centra l'attenzione
Sul triennio oggi il
Che è uno degli elementi sicuramente che oggi fanno più discutere ma mi sento di dire che attorno a questo tema forse nel nostro Paese c'è bisogno di una discussione più forte
Più articolata
Perché in silenzio noi rischiamo di perderla l'industria manifatturiera l'ultima cosa che voglio dire
Ecco perché il libro svolge una funzione meritoria
Noi rischiamo in silenzio
Di perdere questa industria manifatturiera perché lo dico
Brutalmente in sintesi come la penso
Noi siamo diversi dalla Francia
Abbiamo la stessa taglia della Francia ma la Francia
A quaranta grandi multinazionali e il suo sistema produttivo è basato su quelle quaranta grandi multinazionali che sono nomi che fanno parte della nostra vita quotidiana Rono L'Oréal Danone
Bene queste quaranta grandi multinazionali il Governo francese sono tutte in difficoltà ma il Governo francese interviene a gamba tesa protezionismo aiuti di Stato perché perché esistano ancora fra sei mesi
Quando la crisi sarà finita e possa ripartire quell'economia basata su quei quaranta grandi nomi
L'Italia non è così vitale di multinazionali sino a cinque e se
Agiamo per difendere le cinque non è che abbiamo risolto i problemi del Paese perché poi il nostro di Stam produttiva basato per un verso su quattro milioni
Di partite IVA di piccoli imprenditori per un altro verso le quattro mila seicento medie impresa di cui parla Antonio ora il tema di fondo secondo me eh
Che cosa fanno questi quattro milioni e in particolare questi quattro mila e seicento
E perché non è che si può intervenire a difesa di ognuno di quelli nel loro singolo settore come fanno i francesi con le quaranta multinazionale però non si può nemmeno lasciarli così con una pacca sulle spalle
Dicendo fate cosa vi pare perché
La tentazione che io sento in giro e quella della chiusura della chiusura tanti che
Te la raccontano così o sessanta anni e ho trentacinque anni di lavoro dietro le spalle ho messo da parte non ordini davanti a me magari lo Stato non mi paga per quelle cose che ho fatto per i lavori che ho fatto il primo che non mi paga
è lo Stato non ho un figlio a cui passare l'impresa perché fra dieci anni del mio figlio ma già detto che non non gliene frega niente di fare
Il mio stesso lavoro curano la profilo al quale fare il passaggio generazionale
Quanti di queste persone sono tentati di dire ma perché dopo tardi a tutto per stare aperto in una fase
In cui la incertezze totale tanto vale chiudere mettere in sicurezza me stesso la mia famiglia i miei stessi collaboratori e dipendenti
Forse sono più saggio a fare così ma se questo ragionamento di quei quattro mila e sei lo fanno due mila e di quei quattro milioni lo fanno un milione e mezzo Italia cambia
Improvvisamente e in silenzio perché queste cose non si fanno mai con convegni o proclami pubblici si fanno silenziosamente ma l'Italia cambia
Il suo modo di essere senza che nemmeno ci accorgiamo e perde il profilo della spina dorsale che industriale e se questo accade
Passiamo dalla centralità dell'impresa dello spirito imprenditoriale del lavoro alla centralità della rendita perché questo è
E se così fosse l'Italia non sarebbe più l'Italia costanti unitaria che abbiamo conosciuto non sarebbe più l'Italia che
Il Paese che è in grado invece di ottenere quei grandi risultati che Antonio ci racconta ecco perché
Il ruolo fondamentale del libro è quello di porre l'attenzione dell'opinione pubblica italiana attorno a questo tema attorno a questa domanda la quale la mia risposta
Comprende totalmente in sintonia con la risposta di Antonio cioè noi dobbiamo lavorare perché a quell'imprenditore a quei quattro mila e sei quei quattro milioni
Non diamo semplicemente la pacca sulla spalla hanno diciamo concretamente sto cercando di intervenire per aiutarti sto cercando di intervenire per
Risolvete il problema dei crediti e nei confronti della pubblica amministrazione ti sto riformando gli ammortizzatori sociali in modo che anche tu piccolo imprenditore possa aver ammortizzatori sociali che altrimenti non avresti
Sto lavorando perché il credito
Torni ad essere il modo col quale le imprese possono essere finanziate
Tanti singoli temi che nel libro sono affrontate che potremmo
Affrontare ma che sono secondo me il cuore della vicenda
Quindi penso che sia meritorio questo stimolo che Antonio uscita è un
è uno stimolo che ci obbliga a discutere a guardare le cose per come stanno soprattutto che ci obbliga a non avere l'alibi di dire ma non lo sapevamo che c'era questo problema
Il problema c'è
Il rischio c'è
C'è come dice il libro anche la grande opportunità
Al ne parla more ne parlano tanti che vengono citati
E e la possibilità di di ottenere risultati in un momento come questo e però c'è bisogno che ci sia un impegno collettivo
Un impegno del sistema pegno delle istituzioni della politica un impegno del mondo dei media un impegno del mondo associativo
E io penso che dobbiamo ringraziare Antonio per aver posto una questione così per averla raccontata e argomentata in modo così lucido e pieno di dati
E pieno di fatti
Modale che ognuno di noi nelle sue singole responsabilità sia chiamato a darsi la risposta e ad agire di conseguenza grazie
Grazie ad piccole per le sue considerazioni debbo dire che
In realtà anche nei primi anni Novanta prima citare il passo indietro abbiamo fatto
Il tessuto industriale che Antonio raccontato nel suo libro ha svolto un ruolo di ammortizzatore se vogliamo quasi di
Sostituzioni ad uno Stato che ho vissuto anche dei momenti di
Sbandamento tra virgolette
Alla fine quella
Platea industriale anche un certo punto scommesso sul cambiamento politico è stato poi il periodo del passaggio dalla cosiddetta prima
Dalla Prima Seconda Repubblica a distanza di oltre quindici anni l'impressione che sia e che quel tessuto produttivo abbia tenuto in alcuni casi si è rafforzato in altri no
Macché sostanzialmente suscita ad andare avanti laddove c'è riuscito per merito proprio a mamma sostenuto dal sistema Paese
E nel frattempo anche quella speranza politica in qualche modo si è animata oggi sembra
Invece aver lasciato il campo di una sorta di rassegnazione rispetto appunto al
All'impegno delle istituzioni e quindi su questo volevo anche chiedere
A Bruno Tabacci una uno su Pignone partendo dal dal libero e continuando anche nelle considerazioni che faceva Enrico letta
Ovviamente
Questo
Questo lavoro di Antonio Calabrò e
Fatto bene cosa molto importante
è un contributo significativo e l'Italia vista in positivo
Approfondita sul versante del
Attività economico prevalentemente industriale manifatturiere ma è un pezzo dell'Italia perché è chiaro che in ogni capitolo si passano in rassegna le cose di eccellenza le cose che funzionano
Dalla qualità del made in Italy al designer
Ai nomi anche importanti che hanno reso la nostra economia apprezzata
C'è
Un approfondimento del cosiddetto
Quanto capitalismo per la forza dell'impresa media
Che è un elemento di traino dell'economia
Italiana
Ovviamente questo libro andrebbe intrecciato
Per avere una figura complessiva
Con le tante riflessione sulle tante caste
Che accompagnano l'attività del nostro Paese perché se no non ci spiegheremo come mai fondamentali sono così negativi se cioè le cose sono davvero e tutto è così
Qui leggo di industriale
Che amano il loro lavoro che non portano i capitali all'estero che tutto quello che hanno lo investono
Leggo di banchieri dediti allo attività
Del merito di credito
Che non
Inducono i conflitti di interesse
Leggo di un Paese
Che parzialmente raffigurato nella sua realtà perché se no non ci renderemmo conto che il DPEF
Che è stato licenziato oggi dal Governo dice che il PIL frena al cinque virgola due ed è peggio della media europea
è vero che il PIL non è il Vangelo ma nuovo per tentare di rappresentare la realtà e d'altro canto Antonio fa la storia del PD
E dice molto correttamente che non è vero che
è sempre andata con me in questi ultimi anni anzi diciamo che c'è un lungo periodo nel quale Pili italiano era un PIL cinese e cresceva
Più di tutti gli altri in Europa almeno fino al mille novecentottanta
E poi dall'ottanta a novantadue è cresciuto la metà dal cinque virgola due al due virgola sei ne era pur sempre il secondo Pili in Europa dopo la Germania
E dal novantatré
Al due mila sette invece cresciuto all'uno virgola tre
Adesso il due mila otto
Al netto delle vicende internazionali ci mettono stabilmente sul negativo
E anche il confronto con gli altri Paesi europei con i quali diamo dei vincoli perché teniamo in tasca la stessa moneta
Ci dicono che quando le cose non ROPPA vanno bene noi andiamo meno bene degli altri quando le cose vanno male non devo peggio degli altri questo è il fatto
E questo ha delle conseguenze sulla struttura la finanza pubblica perché è chiaro che rispetto hai dati che tu esaminati solo pochi
Mesi fa come ha detto l'amico c'è
Un peggioramento oggettivo
Una tendenza alla crescita del deficit che arriva al cinque virgola tre quindi ben oltre quel tre per cento considerato virtuoso un calo delle entrate
Tra l'altro
Da mettere in recessione
Con
La scandaloso dimensione delle
Delle denunce dei redditi del due mila sette che lasciano intendere che c'è uno iato preoccupante tra il Paese
Che consuma e il Paese che denuncia i redditi insomma cose che tra di loro non combaciano
Non so la media regolare dell'Italia e il due mila sette mille cinquecentottanta euro al mese ovviamente le medie hanno un significato appunto di natura statistica ma è per capire
La media della spesa familiare secondo l'Istat ovviamente questi dovrebbe indagare se uno o due
Il lavoratore che produce reddito in quella famiglia e due mila cinquecentoquaranta euro al mese quindi è chiaro che c'è qualcosa che non quadra e allora si spiega come
Anche quel cittadino che CIAL villone in Sardegna
E che è stato scovato dichiarava cinque mila euro all'anno di reddito
Allora
Queste cose non non reggono più per cui a maggio abbiamo battuto il record del debito pubblico al pure il debito pubblico un pezzo del debito aggregato nelle nelle pagine dei dica la voce della la dimostrazione che
Noi dovremmo fare
In maniera più compiuto un discorso sul debito aggregato considerando la somma tra il debito pubblico il debito delle famiglie
Eventualmente avranno qualche elemento di riequilibrio solo che questa ragione dovranno dovremmo farcela dare dagli altri non basta che la famiglia monopoli perché interne di principio
Un elemento di un Savona
Teorizza darcelo però è chiaro che
Dovremmo cambiare non solo i parametri di Maastricht ma anche gli accordi che stanno alla base
Della moneta che abbiamo in tasca
Questo evidentemente richiederebbe di affrontare una serie di nodi strutturali che qui vengono riconosciuti
Ma che abile avrebbero
Sulle pagine finali è indicato che cosa bisognerebbe fare intere ma che qualcuno dice che non è il caso di affrontarli
In una fase declinante ovvie difficoltà o di crisi come questo bisogna aspettare che che sorga il sole ora questo è
è un elemento che induce invece
Ad una problema ci
Palma provati città molto spinta
E che
C'è la riflessione sul
Sulla spesa pubblica sui tagli lineari tutte cose che non
Non hanno dato distrutti i risultati sperati mi verrebbe da da riflettere su su un aspetto
Se il bilancio pubblico fosse gestito come l'azienda di Squinzi forse le cose potrebbero quadra
Ma io mi domando ma quando Squinzi piuttosto che un altro suo tanti nomi qui citati
Sono di fronte ad esempio una previsione di una riduzione della domanda dei beni che loro producono come Lori articolo nel loro bilancio parlo dei tagli lineari o fanno dei tagli mirati
E dissi e qui la teorizzazione sul bilancio pubblico che bisogna fare i tagli mine i tagli i tagli lineari per poter contenere la spesa pubblica che può regolarmente non funzionano
Se parte se passiamo da da Squinzi
Quindi una contabilità industriale all'economia domestica
Non so casacca lavoro se Calabrò a
Una previsione di ridurre
I suoi
Le sue entrate
Ovviamente non glielo auguro ma
Dato alle condizioni di crisi potrebbe essere indotto a fare questo e dovesse essere messo in Consiglio di scegliere tra
Ad esempio fare uno più viaggi all'estero
O pagare le rette per lo scolo del figlio cosa fa fa un viaggio lineare fa un taglio lineare fa un taglio mirato
Il taglio lineare presupporrebbe che è un po'va all'estero un po'manda spogli il figlio il taglio mirato dice che lui non va all'estero fino a quando non ritmo ha ricostruito la sua capacità di reddito
Allora questi sono
I punti di sostanza perché
Fanno ritenere che questo libro si potrà leggere compiutamente quando
Le pagine non scritte che ci aiutano a completare quelle che magari vengono scritte talvolta in maniera malevola
E che purtroppo raffigurano
Lì l'immagine di un Paese molto complesse c'è qui Ippolito tira appena avuto
Però è uscito con un libro di successo sulla dimensione del sommerso
Parliamo ormai di cose che sono
Che sono così rilevanti da incidere sul procedere dell'economia possiamo voi tollerare delle contraddizioni così rilevante fanno bene i vari Squinzi della situazione a vedere
Una dimensione così rilevante
Del sommerso oppure è una contraddizione che non siamo in grado di tollerare
E quindi credo che libro fa sicuramente bene l'orgoglio industriale delle tante cose fatte cui cui sono anche storicizzate per cui c'è il passaggio
Dall'epoca dei Pirelli piuttosto che
Della fabbrica dell'auto a quella più recente in cui magari l'industria componentistiche Italia dall'alto è riuscito a camminare con le sue gambe anche di fronte al fatto che la FIAT del due mila tre incrociava una fase di grande difficoltà e sotto sotto cioè
Un'attenzione verso la esigenza di una modifica profonda dal modello di sviluppo che è la sfida di fronte alla quale noi siamo
E rispetto al quale ad esempio gli americani dovranno fare forse ancora più di noi dei salti mortali perché
L'immagine che qui
Viene dato Di Vittorio e quella di una città che era al servizio dall'alto ma di un'auto lunga lunga lunga che consumava tanto tanto tanto
E adesso devono passare ad un'auto più piccola magari ad una Cinquecento elettrica
E quindi magari gli americani hanno anche i propri dimagrire perché nella cinquecento magari in un centro ma mentre l'avvento di lunga lunga potevano entrarci come hanno anche un problema al quindi di
Dieta alimentare rito rimodulazione del
Do la parola del mutamento del modello di sviluppo delle ragioni della verità se
La crisi
Che particolari subprime ha determinato una certa
Bollo che poi
Ha determinato l'esplosione
Dell'equilibrio finanziario perché per una quindicina d'anni hanno vissuto tranquillamente al di sopra dei loro possibilità e magari il loro debito è sottopagato per i cinesi
è chiaro che questo meccanismo non può continuare non poteva continuare all'infinito e noi siamo all'interno di questo contesto perché non è che siamo fuori
Dentro la realtà globalizzata non c'è dubbio che
Non possiamo chiedere di scendere dal treno in questo senso ed ho finito mi ha davvero colpito il fatto di questo richiamo l'internazionalizzazione che sembra
Ha scritto
Insomma il
In un'epoca nella quale
Forse abbiamo un coperto gli occhi pure io ricordo che solo quattro cinque anni fa
Il dibattito politico italiano errato e qui c'è anche qualche professore insigne che forse qualche scivolone sul punto va fatto era tutto dominato dal problema dei dazi nei confronti della Cina
Per cui c'era
La pretesa della difesa
Del ruolo manifatturiero italiano che parlo dovuto a quel punto difendersi con i dazi per evitare che chi produceva dei beni magari di minore qualità
Ma accosti infinitamente più bassi potesse farci concorrenza e quindi darsi come se un Paese così esposto al commercio internazionale
Una volta che mette i dati
Non dovesse mettere in conto che gli altri dovrebbero state magari
Di un punto in più e quindi avrebbero messo in crisi la nostra capacità di commerciale
Ora
Queste cose qui le ho sentite
Così come ho sentito quelli che
Dicevo che era stato un disastro essere entrati nell'euro e che bisognava uscire perché l'Europol siano sopravvalutato e quindi nel rapporto col dollaro rendano più difficile esportare
Se noi non avessimo avuto l'euro in tasca l'avremmo fatto
Saremmo finiti come
Come Jugoslavia
Certamente non avremmo fatto molta strada avremmo trovato il modo
Di indicare i nostri contrasti come
Di natura tecnica non solo tra nord e sud saranno inviti inventati che c'è
Una cultura padana che è diverso da quella calabrese
E che merita un regolamento di conti molto più esplicito ecco tutte cose
Sulle quali bisogna il perché
Si determinasse una convergenza condivisa
Cioè
Se questo è il patrimonio degli italiani lo devono acquisire come tale
Vuol dire che
Non si può fare un'acquisizione col beneficio di inventario lo apprendono tutto con tutte le sfaccettature
Cercando poi di operare
Per correggere le cose che devono essere corrette e per conservare sviluppare quelle che invece devono essere conservate come queste indicate qui la parte buona ecco io credo che invece
E questo l'aspetto che manca di più noi siamo molto lontani da questa non solo memoria condivisa
Ma anche dal da questa analisi condiviso del presente e questo ci porta via nettizzare molte cose sulle quali invece sarebbe opportuno avere questa
Di questo coinvolgimento diciamo molto puntuale che potrebbe forse mettere in condizione di tanti Squinzi di farsi accompagnare dentro un processo che certo di renderebbe
Ancora più protagonisti
Ringrazio Bruno Tabacci nel suo intervento ne diffuse ogni riferimento era puramente casuale come si è potuto comprendere
More ringrazio davvero e debbo dire il suo intervento contiene numerosissimi spunti io parti dei però dalla
Conclusione dell'intervento di Bruno Tabacci per dare la parola Maurizio Lupi chiedendo benché
Anche
Citando l'ultimo capitolo del libro di Antonio Calabrò
è possibile riconoscere un'agenda Paese
Nella quale si riconoscono di Colette Bruno Tabacci presumo insomma non voglio forse il suo pensiero Maurizio Lupi
E però su questa con perché non si esce accadute questa convergenza in un un'azione politica condivisa
Ce l'ho promesso ruppe che vicepresidente alla Camera e persona nota per essere moderate sempre attento alla ricerca di posizione di intese però temi comunque nel
E parte dalla maggioranza e quindi da questo punto di vista anche una rappresenta una responsabilità prego
Beh non voglio sottrarmi assolutamente alla
Rispondere alla domanda
Anche perché credo che la risposta sia nelle pagine del libro ma sia in particolare nel filone almeno
Come sempre quando uno legge il libero toccato rispetto alla sua sensibilità la sua storia alle esperienze che fa eccetera credo che sia quello che più mi ha colpito che il filo sottile che unisce tutti capito
E de per questo che non sono ringrazio per avermi invitato previa a questa presentazione del libro ma perché questa mi ha dato l'occasione di leggerlo ovviamente non perché non non perché
Non si dovesse leggere ma dandosi delle priorità poi alla fine questo diventa una grande opportunità
E perché dico che c'è una cosa che sembra non centri con la discussione che stiamo facendo ma invece mi ha colpito nel nel libro che forse esattamente il punto di partenza per rispondere alla domanda che mi hai fatto
E perché sin dalle prime pagine qui stiamo parlando di appunto di un libro che affronta l'economia la crisi le impresa eccetera eppure riporta la questione che sta al fondo dell'economia dell'impresa e della crisi
Che a me piace sempre definire la questione fu profondamente culturale
Tant'è vero che a me ha colpito e dicevo ma cosa c'entra dirà che scrive molto bene quello conosco quindi le voglio dire ci siamo conosciuti addirittura Milano quando io faccio l'Assessore
All'urbanistica Sole ventiquattro Ore eccetera però dico cosa c'entra l'inizio del libro con la citazione della frase di procura di Proust
Ne dice va beh qui non si tratta di fare un viaggio
Un viaggio in uomini nuovi perché io racconterò e parlerò di luoghi conosciuti
Forse troppo poco conosciuti o un male conosciuti ma si tratta di avere occhi nuovi per vedere
Già questo dice
Perdonatemi se sposto l'asse della questione ma sembra sulla me sull'apparente perché poi ritorniamo alla questione da già questo dice forse
La grande questione che la la grande opportunità come lui cita Mana che la crisi ci pone eccita
Ripartire dall'assenza c'è a ripartire dal fondo ripartire dalla fonda le fondamenta
L'errore che noi continuiamo a fare ed è il motivo per cui a proposito ci dividiamo o non capiamo che sia possibile nel dividersi cioè nell'avere risposte diverse comunque partire da un percorso comune che partiamo sempre dalla fine
E che guardiamo la realtà compresa quella imprenditoriale con quella
Quella del nostro Paese sempre dal fondo
E non da da ciò che rende possibile quel fondo o lo rende impossibile da ciò che ha reso possibile le positività è un racconto di eccellenze oppure
Conoscendo ormai
L'amico Tabacci in questa sua ultima fase che di pessimismo assoluto di critica positiva invece perché conosco anche lui da tanto tempo
Che invece
Oppure ha ridotto a ha denunciato patologie o negatività
E la risposta a quella domanda
Guardiamo la quella posizione guardiamo la con occhi nuovi c'è
Nella conclusione poi quando lui
Appunto hai fatto bene a citare l'ultimo capitolo che poi chi ci va bene hai fatto tutto questo viaggio hai detto che c'è
Uno una positività nel nostro Paese così come hai detto
Ridoli dobbiamo farci prendere rango come detto bene Bruno l'angoscia del PIL smettiamola di piangerci addosso oppure
De hai denunciato il si denunciano anche
Problemi strutturali che riguardano l'economia del nostro Paese ma allora da dove ripartiamo
E dunque lo voglio leggere perché questa altrettanto mi ha colpito per storie diverse da cui veniamo ma
Proprio che ci accomunano
La crisi è profonda e strutturale chiede anche un pensiero nuovo sui rapporti tra l'economia e la società tra il produrre e creare ricchezza un nuovo sistema di valori
Io mi sono sempre domandato quale il motivo per cui il nostro Paese uscendo da una sconfitta totale dopo la guerra
Non avendo materie prime
è riuscita avevamo perso la guerra non avevamo materie prime eppure siamo riusciti a diventare
La quinta sesta potenza mondiale qual è la ragione per cui questo è accaduto
Per cui come
Siti negli anni Cinquanta e Sessanta addirittura abbiamo avuto il
Il PIL con crescita cinque per cento qual è la ragione solo strutturale
Ho innanzitutto c'è una ragione esattamente
Di posizione culturale di nuovo sistema di valori solidi un sistema di valori di chi usciva sconfitto dalla guerra e che pensava che la prima grande risorsa non era nel governo delle istituzioni nella legge ma era in sé
Viene la propria ricchezza nell'idea che l'imprenditore era colui che intraprendeva cioè che lanciava una sfida nei confronti della realtà
E rispetto a quella realtà
Giocava la sua creatività la sua capacità alla sua ricchezza la sua positività quell'idea di bene comune che nel fare impresa
Che nel fare quella sfida quel passaggio lo fai innanzitutto certo perché credi in te
Certo perché vuole realizzare costruire qualcosa certo che perché vuoi fare profitto ma perché comunque
Hai la coscienza di dare un contributo alla costruzione del bene comune di un pezzo del tuo paese
E per fare quello
Occorre voglia desiderio capacità intelligenza fatica
Non piangerci addosso
Perdonatemi ma è recente non è libero non è stato scritto è stato scritto prima della recente incisiva di Benedetto sedicesimo
Però anche qui forse una riflessione comune venendo da storie diverse ma proprio per questo c'è qualcosa che ci accomuna
Le incipit dica che parlando dei problemi economici parlando della crisi mondiale riporta due grandi parole carità e verità che cosa c'entra
Ritorna il tema dell'etica che cosa c'entra
Ma se uno Rispoli parte da qui
Forse
Iniziamo a pensare a poi si deve tirare le conseguenze alla la nuova posizione che il per questo la crisi può essere una grande opportunità ma è una grande opportunità se noi ricostruiamo innanzitutto riguardando non l'astrazione
Ma la storia del nostro Paese e per questo importante
Come si fa nel libro sarebbe
Una puro trattato teoretico filosofico eccetera ma questo dicevo che questo il file conduttore ma poi ci sono storie ci sono racconti ci sono ci sono analisi analisi puntuale critica e forza e debolezza del nostro Paese
Rispetto agli altri Paesi
Però è importante ripartire dal dal
Dalla base dal fondamento
Io mi sono sempre domandato per questo perché è un periodo in cui lo discutiamo tra di noi ci facciamo confronti eccetera
Sapete che è uno dei temi fondamentali appunto è l'ottimismo dobbiamo essere ottimisti o dobbiamo essere così misti
Essere ottimisti vuol dire raccomanda era nascondere la realtà o è una posizione cioè si può avere questo atteggiamento di positività nei confronti ad alta pure essendo coscienti della crisi che stiamo attraversando
Questo è uno dei temi le critiche al Presidente del Consiglio non si non si nasconde la realtà eccetera ecco in questo libro io ritrovo una posizione che danno ragione esattamente la di che cosa vuol dire essere ottimisti cioè di che cosa vuol dire partire dalla positività e dalla realtà per
Intraprendere per individuare la risposta alla crisi che abbiamo attraversato e questo mi è sembrata la prima
La prima cosa che mi ha colpito diciamo la molto ma molto molto semplicemente
E permettetemi c'è un altro pezzo molto bello e lì non voglio fare citazioni da un'altra parte però ad un certo punto quando si dice allora da dove ripartiamo da lì partiamo da questa posizione da questo nuovi valori eccetera
E c'è una cosa semplice semplicissima fare e fare bene
Guardate che la cosa più semplice del mondo
Ma per fare il fare bene
Per fare bene il proprio mestiere di imprenditore per fare bene e su questo ha ragione
Bruno ognuno di noi il proprio mestiere di politico di rappresentante delle istituzioni di rappresentante di una parte
C'è bisogno di qualcos'altro di qualcosa d'altro c'è bisogno di una passione c'è bisogno di un valore c'è bisogno c'è bisogno di ognuno lo dica come lo vuole venendo dalle sue storie ma c'è bisogno esattamente come Benedetto sedicesimo dice di
Verità
E carità
Perché solo avendo la coscienza del che ognuno di noi da un proprio contributo alla causa alla causa del bene comune che allora uno dice allora io posso dare il mio contributo non è solo per me e anche per altri d'altra parte tutte queste storie
Cosa c'è che caratterizza la piccola e media impresa
Pensate che il rapporto tra lavoratore e imprenditore non è mai conflittuale
In particolare nella piccola perché io ogni imprenditore conosce il proprio lavoratore esatte quella
Quella per lui lavoratore la sua risorsa più preziosa che ha
Tendenzialmente abbiamo un tasso di fedeltà e questo è dimostrato da tantissime ricerche nelle piccole e medie imprese altissimo nella
Nelle nelle nelle nostre nelle nostre nelle nostre aziende qualcuno questo la della sempre cacciato una debolezza
Io credo invece che possa essere una grande forza laddove però e qui è il passaggio che poi
Viene fatto il secondo me è il famoso nuovo modello dell'impresa della della nuova impresa è evidente che accetti la sfida che oggi ti viene posta dalla
Dal dalla situazione la sfida sul che sull'innovazione sulla ricerca e anche qui
Tu citi perdonate io ritorno su questo aspetto perché forse il contributo migliore che posso dare reagendo al
A libro che ho letto quando dice guardate che l'innovazione
è una posizione culturale
Il credere nella riso nella persona manovra investire sul capitale umano di si dice così prima si diceva in maniera molto più semplice è una posizione culturale il fare fare bene è una posizione culturale
E questa è ovviamente la prima cosa che volevo dire per cui
Si può ripartire si può avere si può collaborare si può con contribuire ognuno con i la propria storia con le proprie idee anche differenziandosi
Per dare una risposta comune alla situazione che stiamo
Che stiamo vivendo certamente sì
Certamente sia condizione che si riparta nel rispetto reciproco che occorre avendo la coscienza che enti tutti abbiamo il medesimo compito che quello di servire il bene comune
Questa nuova etica che viene citata anche nel tuo libro ma che ormai di cui si discute o è non è non può essere
Appunto il volersi bene eccetera ma è esattamente una posizione nuova che noi andiamo a recuperare
E anche
La citata la citata il ricco e ha fatto bene perché anche a me ha colpito non la ricerca dell'Ipsos e i giovani come reagiscono esattamente dicono che il primo punto è esattamente su queste
Perché la percezione che l'industria fabbrica ha un accesso da me mi ha colpito questa dalla fabbrica un accesso negativo se poi parli invece distrutti industria Marin lui era eccoli forse un po'cambia poi quando parli della Ferrari allora dicevamo non è una fabbrica quella è
è una cosa in cui è la cosa più bella
Ecco
Questo mi sembra mi sembra molto importante molto interessante ed è il punto su cui noi inizia possiamo iniziare non solo a dialogare ma sentirsi una responsabilità comune
Perché
è il profondo rispetto del compito che ognuno di noi AA nella differenza dei
Delle delle responsabilità e dei ruoli
La seconda osservazione volevo citare perché c'è una la seconda osservazione che che fa cioè che tutte queste storie che sono raccontate
Non chiedono evidente dalla
Dalle interviste dalla dagli imprenditori che che parlano ma tra l'altro in maniera molto omogenea no da Mila hanno piuttosto che in Emilia-Romagna piuttosto che nelle nelle diverse parti del Paese che tu ai voluto raccontare incontrato non chiedono privilegi
Questo mi ha colpito
C'è
Questo orgoglio industriale e l'orgoglio di chi non chiede privilegi ma chi le condizioni per per potersi esprimere per poter lavorare per poter vincere la sfida e la competitività
Ho ritrovato questo questo dato in una ricerca fatta dalla Fondazione per la sussidiarietà l'ultima ricerca su un campione di tre mila e cinquecento piccole e medie imprese
E il cinquantaquattro per cento di questo campione a conferma
Del di tutte le parti di quello che tu dice che vuol dire che racconti questo libro appunto dice che cosa chiedi un sistema meno burocratico
Non solo da un punto di vista delle leggi dal punto di vista fiscale e che sia premiata l'eccellenza e l'opportunità e il merito
Che io possa essere considerato come
Qualcuno che dando il proprio contributo alla costruzione del bene comune quindi non sia considerato come l'impresa non sia considerata come un aspetto negativo le il nemico ma sia preso in considerazione la risorsa una risorsa fondamentale per questo Paese
E questo mi sembra
Un altro un altro aspetto non non indifferente perché per a proposito di
Di confronto e di lavoro insieme forse su questo ma altro passo avanti il parlato al passaggio si potrebbe fare
Comune si potrebbe fare prima ancora delle risorse
Ci ci sono non ci sono il problema forse non è innanzitutto delle risorse da buttare nel nel nostro da mettere da immettere nel sistema ma forse esattamente dalla coscienza ed di fare leggi o di fare
Io di legiferare perché queste
Queste opportunità possono essere espresse
Questa eccellenza possono diventare eccellenze vere perché la competitività possa nelle con nel sistema globale possa essere premiata evincere
Un'ultima osservazione
Io mi sono ed è lo ho trovato anche questa nelle diverse citazioni
E su questo ci può si può vedere anche un'analisi critica non nei confronti ma nella sub nella coscienza anche da parte nostra vi che il Governo di noi che governiamo che abbiamo anche un consenso ma questa è una critica importante
Riformismo c'è possibilità di cambiamento e ricerca del consenso
Sono obiettivi incompatibili
Perché questo è l'altro problema
Che è celato nelle pagine del libro ma è evidente perché tutto e tutto nell'esemplificazione tutto lì cioè quando tu chiedi tu chiedi alle istituzioni alla politica di intervenire quando chiedi bene la politica deve cercare il consenso
Ma la politica innanzitutto noni innanzitutto il compito di cercare il consenso perché la politica nasce per servire il bene comune
E per creare condizioni perché
La le persone c'è un passaggio in cui tu dici questo la il protagonista torna e deve tornare ad essere la persona l'impresa eccetera possa esprimersi
Allora oggi la possibilità di fare riforme e la possibilità di acquisire consenso sono in ballo obiettivi totalmente incompatibili
Basta pensare alle discussioni recenti sulle penso la riforma pensionistica eccetera per cui chiunque governa lo diceva prima Errico quando avrà raccontato della sua esperienza
Il tema del
Cioè ci sono delle parole per cui o degli obiettivi che se tu risanamento
Se tu dici risaniamo tagliamo eccetera ovviamente per
Sei sicuro che il consenso non lo tieni ma è un impegno da percorrere è una strada da dal da perseguire
La politica quale strada deve perseguire e la crisi è anche un'opportunità per ritrovarci più forte se
Noi capiamo che la sfida è anche a riformare
Cioè a creare le condizioni per cui questo Paese
Nell'analisi delle sue dei sei punti di debolezza che conosciamo tutti perché su questo potremmo fare un convegno dove tutti diciamo la stessa cosa nell'analisi questa possa finalmente avere una risposta strutturale
Ecco io credo che ce ne sarebbero tantissime altre di cose che
Che mi hanno colpito ma credo che
Questa è
Almeno dal mio punto di vista il Garante quel grande contributo che ho ricevuto dal libro di Antonio Calabrò
E cioè l'idea
Che la posizione culturale di fondo non è astratte non centra sul non è che non c'entra nulla con la risposta poi concreta ma è il punto di partenza
Ma altrettanto quello orgoglio industriale
Orgoglio industriale
E l'idea che i riparti dalla paga dalla dal le impresa che cos'è appunto la ma perché l'impresa ma anche perché tu credi nel prodotto credi in quello che fai credi in quello che
Che sta e realizzando e ai orgoglio di quello che sei perché quello è il tuo orgoglio
E poi
Declini questo orgoglio nelle sfide che il mercato Picone quindi da questo punto di vista non ho visto assolutamente veramente concludo nessun
Anche perché questa è una grande discussione c'è un passaggio in cui tu fai questo lo storniamo lo statalismo ci sono stati dei passaggi nella nostra come io o dobbiamo abbandonare il liberismo ecco se è questa la lettura l'ottica è evidente che nel libro io lo condivido totalmente
Non c'è assolutamente dicotomia tra le due posizioni
Anzi c'è sintonia totale
Bene io volevo leggervi e concludo a proposito del fare fare bene perché ho ritrovato un un pezzo bellissimo di pentiti
Che de parlando del lavoro spedire un grande autore francese e che diceva
Un tempo gli operai non erano servi lavoravano coltivavano un onore assoluto come si addice a un onore la gamba di una sedia doveva essere ben fatta
Era naturale era inteso per un primato non occorreva che fosse ben fatta per il salario in modo proporzionale assoluta al salario non doveva essere ben fatta per il padrone né per gli intenditori né per i clienti del padrone doveva essere ben fatta di persone
Nella sua stessa natura e ogni parte della sedia doveva essere ben fatta
Secondo lo stesso principio delle cattedrali e qui cito libero
Di di Errico altrettanto un altro libro molto bello che esattamente riprende quello ecco il fare fare bene che tu i richiami e che secondo me perdonami è quella cosa che più mi ha colpito di tutto di tutto libero credo sia esattamente questo stimolo di questo ti ringrazio
Grazie a a Maurizio Lupi che consegna naturalmente il testimone Piero Melograni parlando di culture anche un po'di prospettiva
Storica e qui
Testimone microfono a Piero Melograni a cui cedo volentieri la parola ricordando sia sposata al la concitazione il ruolo prezioso di Piero Melograni dalla fondazione Formiche come Presidente del Comitato scientifico recante grazie Paolo
E
Devo dire che questo libro è molto utile per confortare tutti coloro che si disperano a causa dell'attuale crisi italiana e mondiale
Premetto di non essere come a qualcuno è noto né un economista e neppure uno storico dell'economia
Però mi permetterò di rilevare che sotto vari punti di vista il il libro di Calabrò VAC controcorrente
Abbiamo un Presidente del Consiglio che sta lì
E che
Piuttosto ottimista circa la crisi
Ma forse è la sua funzione che lo obbliga acquisto e viceversa abbiamo un governatore della Banca d'Italia
Che ci fornisce di frequente dati allarmanti e magari per la stessa ragione per la quale il Presidente del Consiglio pesce ci fornisce delle notizie più confortanti
In ogni caso direi che per risolvere l'attuale crisi non serve a molto disperarsi direi anzi che non serve assolutamente a niente
La disperazione non è costruttiva e distruttiva
E
Per fortuna Calabrò affonda le sue ottimistiche speranze su basi che tutto sommato mi paiono solide e convincenti
Fin dalla primissima pagina ci avverte che il futuro dell'industria italiana si trova ancora una volta nella grande provincia del nord dove mezzo secolo fa
Tra il mille novecentocinquantanove e il mille novecentosessanta maturo il miracolo economico
E l'ha che si giocano di nuovo le carte più importante del nostro orgoglio industriale
E Calabrò ci offre come primo esempio di tale orgoglio lacca due hotel
Un albergo sul lago d'Orta
In provincia di Novara che sfrutta l'acqua del lago e il calore della terra grazie a un modernissimo impianto di macchine idrauliche sensazionali
Apparecchi termici valvole pannelli di distribuzione di caldo e freddo messi a punto da un'impresa della zona la Giacomini ISPA di San Maurizio dopati luglio
Io ho telefonato a questo albergo per documentarmi
Non gli ho chiesto quanto costa ma prima poi scenderò perché devo vedere questo albergo evidenziate mentre tutte queste caratteristiche Cestalto tu
Bene bene
Allora le centinaia di migliaia di piccole imprese manifatturiere che fanno da un motore al tessuto produttivo italiano sono viste da Calabrò come il cardine della ripresa
Come la carta migliore contro l'impoverimento e i timori del declino
Tra l'altro vorrei dire che corsie
Potenza industriale o non si è
E quindi dove dobbiamo assolutamente rimanere una grande potenza industriale io non conosco grandi potenze agricole
E diceva facevamo prima con Calabrò non esistono neanche grandi potenze finanziarie perché la Svizzera che sarebbe una grande potenza finanziario no
Conta nel mondo relativamente Zafira un certo punto b certe avuto i tempi ha un suo ruolo la lui ebbe anche durante la Seconda guerra mondiale di cui mi sto occupando adesso ma come mediatrice
E anche come rifugio di capitali certamente
Allora
Questo libro
Ci dice sempre Calabrò è soprattutto un viaggio di scoperta non in luoghi nuovi come è stato detto anche dall'UPI
Ma alla Marcel Proust con pochi nuovi per vedere ciò che pochi vedono chiaramente
Un viaggio dunque che si svolge attraverso il quarto capitalismo italiano quello delle società che ben salda in territori densi di competenze
Manifatturiere sono state capaci di specializzare
I loro prodotti
Loro prodotti e di conquistare posizioni di leadership sui mercati internazionali e soprattutto nelle nicchie che gli economisti definiscono a maggiore valore aggiunto quelle cioè più ricche e profittevoli
Il primo capitalismo fu quello del decollo tra la fine dell'Ottocento degli inizi del Novecento il secondo capitalismo fu quello successivo alla crisi del mille novecentoventinove
In epoca mussoliniana siamo quindi con l'intervento dello Stato e la creazione dell'IRI
Verrà poi un terzo capitalismo quello delle piccole imprese del miracolo economico oggi siamo al quarto capitalismo
Quindi un'epoca un era decisamente nuova e diversa da quelle precedenti
Nel mille nel mille nel due mila sei a Davos in Svizzera
Gibo mille capo della ricerca economica di Goldman Sachs aveva affermato che l'Italia era ormai condannata al declino
Per la scarsa competitività del suo sistema produttivo schiacciato dall'industria manifatturiera
Adesso a tre anni di distanza
L'economista Marco Fortis si prende una rivincita sottolineando come l'industria manifatturiera italiana
Continui a generare valore aggiunto mentre proprio la Goldman Sachs di UNIFIL mostra i sintomi di una grave decadenza
Naturalmente l'Italia deve continuare rimboccarsi le maniche per
Porre rimedio a tante sulle gravi disfunzioni anche in ricordo dell'ammonimento lanciato da un grande
Mai abbastanza rimpianto grande storico dell'economia che si chiamava Carlo Cipolla che era mio amico
La ricchezza degli italiani ammoniva Cipolla non è mai acquisita in via definitiva
Dato che l'Italia deve essere sempre competitiva e in grado di esportare i suoi prodotti quindi per essere concorrenziale continuamente
Non possedendo materie prime a sufficienza
Vorrei anche far notare che Calabrò pubblicato
Il e questo la domanda che ti faccio
Ha pubblicato il suo libro prima che ci fosse l'accordo carte alla FIAT e la Chrysler
Che sono
Grandi potenze industriali e che pertanto non ce lo ha potuto commentare in questo libro ce lo puoi commentano adesso grazie
Grazie Piero Melograni
Continua il passaggio del testimone dato al microfono
Sono ciottolato necroforo vicino di molto tempo per rispondo numerose critiche che sono emersi nel corso del dibattito quindi passo subito dopo prego Antonio di grazie per la per l'occasione che ci ha regalato oggi
Grazie grazie per Paolo e grazie perché chi ha organizzato in questo incontro Grazia Paola Severini
E voi che siete qui
Vi rassicuro non mi prendo lo ha fatto molto tempo c'è caldo abbiamo ascoltato degli ottimi discorsi il libro
Come tutti i debiti dovrebbe parlare da solo quindi potrei fermarmi qui e però due o tre cose molto velocemente molto velocemente provo a dirle Bruno
Tu dici
Il libero
Guarda un pezzo d'Italia scelto i libri non dicono il mondo tranne pochissimi l'odissea dice il mondo Dante dice il mondo forse Proust vice del mondo
Forse registro ostici del mondo non faccio un elenco molto lungo gli altri libri molto più modestamente dicono del
Mondo e hanno senso sono si mette da un punto di vista particolare da quel punto di vista dando per scontato il fatto che tutti quanti
Pochi purtroppo abbiamo letto ma comunque quelli che ragioniamo abbiamo letto dando per scontato che ci siano degli elementi acquisiti li ricordo questo peso in crisi poi pure tu abbiamo un tasso e di crescita abbastanza basso le statistiche
Dicono di noi che cresciamo poco male Ersap esattamente ma non gli altri do do per acquisito
Prova a dire però una cosa diversa e cioè
Che c'è
Una ricchezza in questo Paese in parte inespressa dalle statistiche e in parte misconosciuta dell'opinione pubblica e su questo perché
Valeva la pena secondo me concentrarsi e scrivere un libro poi libro è
Un punto di vista è un taglio anzi più punto di vista è più taglio è più provare aggiungere un elemento di conoscenza a cose
Che
Tutti quanti altrimenti prenderemo sottogamba allora qual è
Il punto di vista
Il primo elemento
Ero sinceramente stanco di sentire parlare del declino
Perché credo che ci sia
In questo hai perfettamente ragione Bruno un elemento di fragilità profonda del sistema Italia e che viene da molto lontano atto staremo qui a ripercorrere
E che scelte intelligenti sanno impedito di vedere ancora grato per esempio la scelta intelligente intere a far parte leggo per esempio scelta intelligente di continuare a tenere aperte le nostre frontiere
E però ci sono anche degli elementi che non sono declino
E
Soprattutto non sono la rassegnazione allo stile ma
Grand Hotel Italia o Italia dei servizi che ha occupato una parte Liberti o pubblico
Che si fermava su questi elementi mentre c'era un pezzo di Paese consistente robusto che per fortuna
Incurante dei raccontino giornalisti e incurante delle disattenzioni
Della
Politica e dalla parte
Come autorevole l'opinione pubblica
Facevo il suo mestiere
La cattura hotel che ti ha tanto colpito Piero
E messo in piedi è una fabbrica di ubbidienti rubinetti questi ero metalmeccanici stavano lì e non se li filava nessuno
Se vi chiedessi prima che tu esplicitato dov'è questo Paese
Io taglio non lo sa presto non sapevo neanche io sa penso alle parti del Verbano sul sul sulla coda orpelli perso lì
Questi mentre si discuteva ad altro hanno pensato che fare metalmeccanici non funzionava perché cinesi erano più bravi a fare il semplice rubinetti sono e si appella copie triste
A che servono rubinetti speciali a convogliare a pressioni particolari temperature particolari erano applicato lì dove c'è un lato
Green economy
Lo hanno fatto
Con l'intuizione dell'imprenditore senza sapere che si chiama la green economy se gliel'avessi chiesto due anni fa ha detto se facendo la green economy varrebbe ne pensa l'avrebbe guardato con uno scemo allegri né con quali industriale
E piglia un rubinetto ci mette dentro un pezzo intelligenza quello che fa è un rubinetto con intelligenza la green economy è un rubinetto con intelligenza e l'attenzione alla sostenibilità
Piatto piatto banale banale in queste cose noi italiani sono sembrati brevissimi d'altra parte era l'ha letta se ti ricorderai che negli anni Cinquanta parlava del nord come di uno straordinario granaio meccanico che la FIAT ma non soltanto la FIAT
Allora non mi piaceva il declino quindici ho scritto un libro contro nomi che c'è ma neanche un'altra cosa
E c'era mi piaceva l'idea che
La cultura il dibattito generale mettiamola così la cultura no per fortuna andava molto meglio di così il dibattito generale guardasse
All'idea
Del mercato come unico strumento di riferimento e non mi piaceva
Dal punto di vista di chi cresciuto a sinistra
Ha considerato da molto tempo il mercato come uno degli strumenti delle libertà affatto
I leggere non soltanto la ricchezza delle nazioni ma e libero in cui si mette mette la maggior parte della sua attenzione generale e cioè latteria dei sentimenti morali
Allora abbiamo fatto anni dibattito come si limiterà il sottoscritto neanche tutto il libro sulla ricchezza delle nazioni ma una parte alcuni capitoli della ricchezza reazioni compreso nostra citatissimo esempio
Dell'interesse del macellaio e del
Panettiere
E non adesso invece mai considerato è quello scrivevate riempimenti morali
E che
Tutta la teoria economica sul mercato
Dalla società di rivedere sino e carenze dentro c'è un elemento di valori
Di politica se vogliamo dirla in modo
Diverso
Di responsabilità sociale
Di capacità di farsi carico
Di un Progetto collettivo che metta insieme il rampanti sbarrata cita degli anni Cinquanta perché per l'abolizione cinquanta su un pezzo di valori ma sono a competere appalti sono straordinario Commenda milanese intanto fa soldi
E non penso a un progetto collettivo ma sta dentro un progetto collettivo
Siccome è stata dentro un progetto collettivo il Paese a quel progetto collettivo un certo punto lui stesso
Si sente partecipe di un grande movimento gli anni cinquanta sono molto difficile molto complicati noi oggi lo rifiutiamo dentro gli anni Cinquanta cioè
Il partire da Palermo potrò del Sole valigia di cartone arrivare a Torino
Andare in FIAT ottenere lavoro in FIAT non avere una casa tra le poche riforme senza per questo Paese mette in piedi il piano Fanfani per la casa che però veder Lucio soltanto in parte
E c'è un altro elemento sul quale vale la pena riflettere che
Assenza di cinquanta che torna alloggi si ricollega alle cose che diceva Enrico
Il Paese camminata sono molte imprese si sono fatte da sola
C'è una società civile dinamica e propulsiva
E però c'è anche costante purtroppo nerastre Italia una
Discrasia un elemento di
Un mancato appuntamento tra la modifica del lei modifiche nel Paese è le riforme che la politica deve mettere in piedi
Noi attraversiamo la straordinaria la formazione degli anni Cinquanta con un Paese che cambia radicalmente pelle anima sentimenti connotazioni
E ha bisogno di avere delle situazioni che reggano tu puoi andare a Torino a lavorare ma concludere l'arte era una casa
Non c'è dignità della loro se dormi sulle panchine dalla stazione i documentaria i cinquanta e Torino documentano in pieno
Ma questa politica di riforme il Paese non la sa fare bare primo centrosinistra che tramonta rapidamente nell'arco di uno
Hanno un
Hanno
Il secondo governo Moro
Accantona radicalmente le riforme comincia a
Intessere un lunghissimo vivacchia mento senza affrontare i suoi temi del Paese lo scorso appuntamento con la voglia di dalla propria moglie ottanta lo perdiamo la capo gli anni Novanta perdiamo l'occasione dell'euro li perdiamo un sacco
Perdendo occasioni rimaniamo vicario
Ora
Io non credo che questa sia l'ultima spiaggia assolutamente no questa è una crisi abbastanza pesante abbastanza profonda in cui
Vale la pena porsi tutti voi che fate
La politica i giornalisti che fanno questi osservatori
Quelli come me che hanno fatto lungo giornalisti adesso fanno il mestiere dirigenti l'impresa sul
Ma che si fa per salvare questa sostanza reale del Paese che la sua capacità di fare fare bene cioè la sua industria manifatturiera ragione Enrico
Se noi usciamo da questa crisi con un Paese che perde parte dal suo tessuto industriale noi perdiamo una parte dell'anima del Paese
Ora porta a qualcuno sembra eccessivo parlare di anima quando si parla di fabbrica che però ammetto di avere copiato una delle cose più belle
Io sono uscita italiani cinquanta era quella rivista di Finmeccanica che si chiama civiltà delle macchine in cui si parlava di un'anima meccanica nel Paese cioè insieme di valori di competenze di intelligenza e di cultura
D'altra parte ci viste le macchine diretta da un ingegnere che era poeta si mischia
Di colture e di senso di appartenenza civile ecco questo libro prova essere un riferimento a tutte queste
Cose
L'ultima
Osservazione che voglio fare
A proposito delle di mancati appuntamenti e la politica non c'è novizio contraddizione ovviamente metterà la ricerca del consenso riformismo io so bene che la politica
Mestiere duro pesante ambiguo complesso oscuro cattivo
Non c'è bisogno di tre scelte per saperlo basta guardare le cronache dei giornali non quelle di oggi ma le cronache costanti dei giornali come diceva Churchill sembri scusate la citazione un po'volgare la politica e sangue merda
Era vero è pero dentro
C'è un elemento di idealità
Per far sì che la politica che mestiere nobile alto e possa rivendicare primato a cui credo moltissimo la società civile che cammina pensare a politiche mi sembrò struttura solenne scemenza eccome leggero tanto un pezzo di aver scritto e dimenticando la teoria i sentimenti morali
La ricerca del consenso è fondamentale
Per fare che
Certo anche per avere il gusto del potere ci mancherebbe altro il potere un gusto straordinario dai non era del potere diciamo
E oltre a questo gusto ci vuole una cosa in più
Perché non sia un atto solitario ci vuole la capacità di costruire un dato progettuale cioè i sapere che questo Paese che stiamo governando
Uscirà diverso sesto governando penso migliore sesto l'opposizione penso che questo non va bene ma lo migliore Rocco andrò andrò governare ma con comprese migliore
E il riformismo esattamente questa cosa sono anche che
Lei i libri maggiore lucidità
C'è scritto che
C'è una solitudine del riformismo invece da Federico Caffè con molta lucidità
E nel tempo il riformismo costringe spesso essere soli e però è una responsabilità vera della politica fare sì che questa solitudine del Riformista diventi venga rotta sia dentro movimento generale di trasformazione del Paese che faccia
Che abbia la capacità di valorizzare le cose che
Ci sono come
L'orgoglio indossare le capacità del del fare degli imprenditori dei loro dipendenti dolori ingegneri dei loro tecnici per queste che ce la fa perché perché l'universo che
Addensa in sei tutti questi elementi con produttività e socialità con conflitto e con coralità
O dimensione di contrasto ecco l'idea e con l'idea di
I comunità
è un libro ottimista un libro pessimista non lo so
Non faccio questo invece l'ho fatto per
Molti anni è la mia vita il cronista insomma sì questi editori un cronista grazie