L'Italia e la crisi. Occupazione, diritti, welfare: le nuove sfide dell'uguaglianza. Intervento di Guglielmo Epifani

Care compagne e cari compagni
Gentili ospiti
Sono trascorsi vent'anni
Dalla conferenza il programma di Chianciano
In quella circostanza molti di voi ricorderanno
La CGIL si interrogava sull'avvio della fase neoliberista
E sui primi passi
Della globalizzazione
Nonché sui limiti di sostenibilità del modello di sviluppo che andavano emergendo sempre più chiaramente anche a loro
Quelli erano gli anni
Segnati dalla fine della fase economica che chiamiamo fordista
E dell'avvento delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione
Lì a Chianciano vent'anni fa
Decidemmo quella svolta che ci portò all'idea del sindacato dei diritti
Una CGIL che puntava la libertà nel lavoro e non dal lavoro
E capace di misurarsi in modo innovativo con le profonde trasformazioni
Del mondo del lavoro
Bruno Trentin indicava come base fondamentale di quel programma generale
Che trova origine nelle idee di Di Vittorio
L'assunzione di una nuova capacità progettuale del sindacato
Volta collegare
L'occupazione la qualità della prestazione e a saldare
L'occupazione il potere
E il governo delle conoscenze
Diceva Trentin si tratta di piantare la radice di un patto di solidarietà
La ridefinizione di nuovi diritti universali di cittadinanza come diritti al lavoro
All'informazione alla formazione permanente alle pari opportunità alla sicurezza la salute e alla tutela dell'ambiente
La svolta culturale operata dalla CGIL consisteva nel mettere al centro la persona
Come titolare di diritti e di doveri
Nel configurare così una nuova idea di cittadinanza
Intesa come processo aperto e universalistico di inclusione sociale
E di piena valorizzazione dell'autonomia di scelta nel lavoro e nella società
E nel proprio Progetto di vita
Significava per il sindacato allargare il proprio campo di azione
Per investire tutti i diversi aspetti della condizione sociale
Vedendo quindi il lavoro non come modo isolato
Ma in tutti i suoi intrecci
Con l'organizzazione della società
In questo modo la cittadinanza
Diventava terreno di una nuova strategia sindacale
Eguaglianza dei diritti autonomia della persona
Costruzione di una rete concreta di solidarietà
Pieno riconoscimento del pluralismo e delle
Diversità
L'eguaglianza come uguale diritto a un'autonoma progettazione della propria identità personale
Questa è la scelta
Che ha accompagnato la CGIL negli anni Novanta
Mentre cambiava impietosamente il Paese stretto tra la fine della Prima Repubblica
E la drammaticità della condizione economica e finanziaria e che ci ha portato anno dopo anno trasformazione dopo trasformazione ai giorni nostri
In una società
Dove la modernità ha significato contrapporre i consumatori e produttori i giovani agli anziani
L'individuo agli interessi generali
In un quadro dove l'economia globale trasformato il suo volto e l'equilibrio capitale e lavoro si alterava spesso
A favore della rendita
Generando così quelle profonde disuguaglianze all'origine della crisi economica finanziaria che stiamo attraversando
Lo sviluppo globale negli ultimi vent'anni
Si è fondato su una crescita insostenibile
Perché fondata su una crescente disuguaglianza sociale e sulla insostenibilità ecologico
Per questo
Oggi
Ogni riflessione programmatica non può che ripartire dalla crisi di questo modello di sviluppo
Dalla crisi economica finanziaria che ha generato dalle sue cause e dai suoi effetti
Primo fra tutti il mutamento irreversibile dei rapporti economici e politici mondiali
Con l'emergere di nuovi grandi protagonisti
La Cina l'India il Brasile il Sudafrica e gli altri
La crisi deflagrata con la degenerazione dei mercati finanziari ha coinvolto è sconvolto l'economia reale su scala universale
Mostrando però la sua vera origine
Che risiede nello squilibrio tra la velocità e l'ampiezza dei mercati e lo spazio più ristretto degli Stati nazionali
Con un crescente problema di esercizio e talvolta di vero e proprio fondamento
Della democrazia
L'aumento delle disuguaglianze economiche e sociali tra i Paesi
E dentro il Paese
Costituisce il punto da cui ripartire
La scelta di sostenere senza limiti i maggiori profitti resi possibili ed hanno rivoluzione tecnologica di carattere epocale
Ha portato a ridimensionare il Guelfa e la rappresentanza sociale e affondare una vera e propria ideologia
Le disuguaglianze in queste tipologie andavano assunte come un fattore positivo di crescita anzi di dinamismo economico
Producendo per questa via una forbice
Nella distribuzione del reddito
Dettata da un lato dalla sistematica riduzione del valore aggiunto in tutti i Paesi sviluppati e in particolare dell'Italia della quota dei redditi da lavoro a fronte di un amento di quella dei redditi da capitale
E dall'altro
Dall'allargamento all'interno della quota di reddito nazionale andata al lavoro dello stesso ventaglio delle disuguaglianze lunga tutta la scala distributiva delle retribuzioni
Su questa base
Per compensare la caduta dei redditi e delle protezioni sociali negli Stati Uniti d'America negli altri Paesi anglosassone
L'indebitamento privato è diventato la leve lo stimolo per i consumi a partire
Dall'acquisto della casa
Il modello di globalizzazione di questi anni si è fondato su un ulteriore fattore di squilibrio
Quello delle bilance commerciali e di un sempre maggiore indebitamento delle economie dei Paesi avanzati verso le economie
Dei Paesi emergenti
All'eccesso di risparmio in Cina ha corrisposto un eccesso di consumo indebitamento negli Stati Uniti e le norme di liquidità
Che si è riversata su questo Paese affatto allentare la vigilanza sui rischi e creato le premesse
Della crisi finanziaria
Mentre determinava tensioni sul fronte dei cambi il rapporto tra le monete
La rottura definitiva di questo modello
Pone il mondo e di fronte al rischio di un lungo periodo di recessione stagnazione
E rende incerto e lungo il cammino verso il recupero dei livelli di crescita precedenti a questa crisi
La strutturalità
I tratti inediti di questa crisi
Rendono chiaro per noi
Che tutto non potrà ripartire come prima
Sono cambiate cambieranno sempre più alcuni parametri fondamentali
La stessa inflazione sarà un elemento che accompagnerà il processo di ripresa
Per l'immensa liquidità immessa sui mercati
Per il cambiamento della sua natura dal nazionale al sovranazionale
Il ruolo della Cina
Di moderazione dell'infrazione a livello globale
Attraverso il basso livello
Dei prezzi prodotti sarà gradualmente rido
Per questi
Si pone l'individuazione di un nuovo ordine mondiale
L'esigenza di nuove istituzioni sovranazionali
Di governo
Regolazione di controllo capaci di ridefinire il rapporto tra la democrazia e il mercato
Nei Paesi a maggior reddito come il nostro
Il cambiamento richiede in un'ottica di sostenibilità soprattutto ambientale delle reti sociali un altro modello di sviluppo e di consumo
La politica industriale dovrà indirizzare i sistemi produttivi le produzioni nello sviluppo delle nuove tecnologie verso l'ambiente
Come volano per la nuova crescita economica e occupazionale
Obiettivi che richiedono una capacità di ricerca di innovazione e di formazione permanente
E la consapevolezza che i cambiamenti climatici influenza normali tutti gli aspetti della nostra vita
La politica
La sua responsabilità la sua credibilità
Come forza primaria di orientamento regolazioni pone controllo dei mercati va affermata sia a livello sovranazionale sia nei singoli PAI
E torno
Nel nuovo scenario la necessità
Esistenziale
Di un percorso di vera globalizzazione dell'azione del sindacato
Il cambio di paradigma
Che attraversa la discussione tra economisti e uomini politici e di Governo segna la vera divisione
Tra chi vuole conservare e chi vuole innovare tra la cultura della conservazione e la vera cultura del cambiamento
Se ci troviamo meno
Di fronte a un passaggio di fase oggi non suona quindi come una domanda di rito che puntualmente ci faccia
Al sindacato oggi compete non solo di adeguare la propria strategia
Ai cambiamenti
Ma di leggere nel profondo il significato la portata e le implicazioni di questa crisi economica
E di compiere uno sforzo di immaginazione e di progetto per disegnare la prospettiva il nuovo grande orizzonte verso cui dirigere il mutamento
Lo choc finanziario
Quello che ha dato inizio alla più grande crisi economica della modernità porta infatti con sé la crisi di un sistema economico
Di un modello di sviluppo e di consumi di una filosofia che ha dominato il mondo negli ultimi trent'anni
Dimenticando le persone ridimensionando la politica restringendo gli spazi reale
Di democrazia
E di partecipazione
La fine delle grandi narrazioni
Quelle che ha un teorico della società postmoderna ha descritto come grandi narrazioni in legittimanti il senso della storia e il fine delle azioni umane come l'emancipazione collettiva
Ha comportato una duplice restrizione degli spazi della politica
Chi ha perso terreno rispetto al ruolo dell'economia e autorevolezza nella determinazione degli orizzonti di sviluppo e di progresso sociale
Ciò che ha
Sostituito il modello politico ideologico del Novecento oggi è in affanno
E può consentirci secondo me lo deve di rimettere in discussione il rapporto implicito
Nel modello neoliberista
Più consumi meno partecipazione
Più mercato meno democrazia rimettendo al centro il valore
Della persone i suoi diritti i suoi bisogni e l'aspirazione alla realizzazione dice
Sì amo in altre parole
Chiamati a disegnare un orizzonte nel quale l'economia e lo sviluppo osservano le persone
E non viceversa
In cui il lavoro non sia
Il fine dell'uomo ma l'uomo il fine del lavoro un lavoro liberato
Democratizzare spazio di libertà
Affermazione di sé
E realizzazione
Io a programmare
E costruire uno sviluppo centrato sulla qualità e sulla sostenibilità
Questa idea forza
Ed è un fatto significativo e anche al centro dell'enciclica di Benedetto sedicesimo
E di tanta parte dell'azione della chiesa
Verso i diritti dei più diseredati
E dei lavoratori migranti
Tutto questo però
Richiede
Un ripensamento della funzione della politica
Non più residuale in campo economico solida autorevole
Capace come si diceva di pensieri lunghi di delineare prospettive
E di perseguirlo
Del resto
Le esperienze internazionali ci consegnano esattamente questo esempio
Quello di una politica che recupera terreno
Assumendo un ruolo strategico nella determinazione delle linee di sviluppo e delle prospettive economiche e addirittura anche
Degli assenti industriale
Il cambio di leadership degli Stati Uniti d'America
è
In questo senso il segnale più rilevante
Il programma di Obama così come il comportamento adottato nel gestire la crisi economica generale e le singole specifiche crisi di alcune grandi industrie
Testimoniano la volontà non solo di rafforzare il ruolo dello Stato
Ne ha regolazione dell'economia ma anche di inaugurare una stagione di programmazione costruzione e di indirizzo dello sviluppo economico
La strategia complessiva da lui delineata
E centrata su un ruolo più forte dello Stato
Attraverso il potenziamento dei servizi di welfare e un sistema di istruzione
E opta con chiarezza per un preciso modello di sviluppo fondato sulla valorizzazione della ricerca dell'innovazione della qualità sull'economia verde e la sostenibilità ambientale
Pure in assenza
Di una simile slancio anche altri Governi europei
Hanno dimostrato
Di dover
Riprendere il governo dell'economia con scelte importanti sulla gestione della crisi economica i delle aziende del loro Paese
L'Italia invece presenta un quadro ben più modesto
In cui il Governo non è stato in grado di medici e sentire la crisi economica con Previti menti all'altezza
Della sua dimensione Danny neghi stare in campo uno con un pensiero politico strategico sullo sviluppo produttivo del Paese e sul suo futuro
Servirebbe oggi all'Italia come serve al mondo una nuova vitalità del pensiero
Capace di ripensare il ruolo dello Stato e della politica in grado di proporre un nuovo impianto democratico capace di pervadere tutti gli ambiti del sociale
Il tema della nostra democrazia e per questo oggi centrale
La democrazia non deve solo essere difesa
Dagli attacchi a cui esposta a partire
Dalla difesa della libertà
E del pluralismo dell'informazione
Ma ripensate ricostruita nelle sue forme nelle sue modalità di funzionamento con un generale il programma di democratizzazione
Che investa l'intera vita sociale
Un nuovo progetto democratico deve ridefinire gli spazi della politica
Per incidere nell'economia globale i tempi della decisione i soggetti della rappresentanza i fini di un programma realistico di trasformazione sociale
Su tutti questi aspetti
La democrazia oggi è in sofferenza e rischia di essere spiazzate travolta dall'ondata dell'antipolitica
Occorre quindi ridare attualità il forzato al progetto della nostra democrazia
Questo richiama l'esigenza
Come abbiamo tante volte detto nel passato
Di una governance globale
Mondiale
Esercitata da nuove istituzioni che permetta una maggiore applicazione dei principi della democrazia sia nella sua declinazione sostanziale sia
In cui la procedura
Fino ad arrivare al mercato
Alle istituzioni che lo regolano
Ai processi economici
Alle relazioni fra gli Stati e fra i popoli alla distribuzione delle risorse e della ricchezza tra i Paesi
Il livello nazionale oggi
Non può più rappresentare il contenitore unico privilegiato
Degli assetti democratici
Il mondo globalizzato che ha reso manifeste le interdipendenze INEA create delle nuovi
Richiede che i nessi e le relazioni vengano regolate e tutte democratizzare
Questo non toglie
Che l'ambito nazionale rappresenti tuttora un livello importante e strategico di azione
La crisi impone paese per paese
L'esigenza di una democrazia politica più solide sostanziale
L'allargamento degli spazi di partecipazione
E la dislocazione del potere che si compia attraverso l'arresto e l'inversione di rotta rispetto alla verticalizzazione della delega e alla personalizzazione della politica e che al contrario
Valorizzi il ruolo e l'impegno dei cittadini consegnando loro
Un potere effettivo nel contribuire
Alle decisioni che regolano
La propria esistenza
Si tratta a livello nazionale
Di ricostruire il fondamentale ruolo di mediazione politica e sociale dei corpi intermedi senza i quali viene meno
Quella loro preziosa funzione
E di immaginare forme spazi e percorsi nuovi
Di inclusione delle persone nel dibattito pubblico
A livello territoriale
Come abbiamo recentemente ha ripetuto
è necessario valorizzare pratiche ed esperienze democratiche già presenti come quello della contrattazione territoriale svolta dai soggetti sociali in particolare dal sindacato nelle realtà locale
Il sindacato in questo scenario è un attore importante a condizione
Che si sappia praticare coerentemente il principio della partecipazione e della verifica democratica in tutte le sue scelte arrivé indicative e contrattuale
E che si sappia sempre di più radicarsi
Ne cambiamenti del lavoro in nell'articolazione del territorio
Il rappresentare quindi la complessità delle figure sociali e dei diversi contesti territoriali
Il sindacalismo confederale
è un anello indispensabile
Del rapporto tra società e politica
E deve confermare e rafforzare la sua autonomia la sua capacità di Progetto il suo essere soggetto può ittico che entra in un rapporto dialettico di confronto e di negoziazione con le istituzioni democrazie
Sta qui
Il valore della confederali tale
Con le capacità del sindacato di elaborare un progetto sociale autonomo ampio generale
Capace di dare forza i diritti e di fornire una identità alle persone a cui si rivolge
Questo comporta da parte del sindacato la capacità di mettere al centro della sua azione della sua strategia la condizione concreta di lavoro e la cittadinanza
Intesa come molteplicità delle relazioni sociali
In cui la persona inserita
Guardando alle forme plurali e mobili dell'identità dei soggetti
Nella quale lavoro rappresenta anche oggi la componente fondamentale anche se non più l'unica componente
Ma è evidente
Che esse non non si supera l'attuale fragilità della democrazia
Se non si ricostruisce un sistema politico rappresentativo e autorevole
Se non si rovescia la tendenza prevalente in questi anni e che ha prodotto un sistema di potere verticistico i oligarchie
Dobbiamo operare in tutti i campi
Per una democratizzazione delle istituzioni
Per lo sviluppo della partecipazione sociale per il bilanciamento dei poteri per una responsabilizzazione reale
Di tutti i soggetti della rappresentanza sociale
Le due più recenti novità costituzionali che ci riguardano
Quelle sul federalismo e la sussidiarietà possono essere attivate in questa direzione intendendo le
Come allargamento degli spazi democratici
Come lo sviluppo delle forme di autogoverno
In un quadro di solidarietà nazionale e di riforma delle pubbliche amministrazioni
Occorre cioè declinare
Il tema delle riforme istituzionali in una logica del tutto diversa da quella fin qui prevalente
Nel senso cioè
Di uno sviluppo della democrazia partecipativa e di un rafforzamento delle rappresentanze
Per dar vita a un'organizzazione dello Stato più vicina realmente i cittadini alle loro domande più controllabile
E più aperta alla partecipazione popolare
La riforma dell'amministrazione non può essere
Il risultato di decreti dall'altro atti di imperio
Come tende a fare in modo maldestro
Il Ministro Brunetta
Ma di una nuova impostazione strategica che metta davvero
L'Amministrazione al servizio della comunità
In un rapporto di integrazione e collaborazione secondo il principio di sussidiarietà con la rete delle organizzazioni sociali
E con la stessa impostazione va affrontato tutto il problema della democrazia economica individuando le sedi gli strumenti di una partecipazione dei lavoratori alle decisioni che li riguarda
Appare cioè il rimandabile
Il completamento della democrazia politica con i suoi complementi storici la democrazia sociale
E quella economica
Nel suo processo di riacquisizione di spazi di agibilità la democrazia deve scavalcare i cancelli delle fabbriche
Permeare l'ambito del lavoro e della produzione
Informare di sé i pro rapporti economici e ciò significa
Ripensare il governo dell'economia
Con un nuovo ruolo della politica nella determinazione delle regole
E nel definire la direzione dello sviluppo
Ma significa anche intervenire a livello di democrazia industriale
Con una rideterminazione dei diritti e dei poteri dentro l'impresa e nei rapporti
Tra impresa e territorio
A partire dal confronto su cosa
Eccome produrre sull'organizzazione del lavoro sulle strategie occupazionali e finanziario
In modo da innescare meccanismi di partecipazione in sinergia dentro la dimensione dell'impresa i cui lavoratori siano parte centrale
E di trasparenza e responsabilità nei confronti delle comunità verso cui l'impresa si rivolge
Care compagne e compagni anche l'Europa oggi
E a un video fondamentale
Insieme alla difficoltà di contrastare la crisi finanziaria ed economica globale si aggiunge il risultato del voto europeo
Che salvo qualche eccezione ha visto la sconfitta delle forze progressiste socialdemocratica in Europa
E il prevalere insieme alle spinte xenofobe e razziste di alcuni Paesi la destra
In gran parte responsabile
Delle politiche neoliberiste che hanno originato
E prodotto la crisi
Oggi l'Unione europea
Se vogliamo guardarci realmente
In faccia si trova più vicino al ritorno a vecchie concezioni nazionalistiche
Con conseguente marginalità sullo scacchiere mondiale
I più lontani
Dal compimento del percorso
Che la può portare a diventare un grande autorevolezza oggetto di politica economica di politica internazionale
Con una solida identità sociale
I comportamenti dell'Unione europea dei suoi Stati membri in questa fase acuta della crisi hanno fatto emergere più i rischi che le opportunità
Il rischio di avvitamento in una depressione economica profonda è presente
I grandi Paesi industrializzati hanno scommesso su una ripresa delle proprie economie attraverso misure prevalentemente di carattere nazionale volta rilancio
Dei modelli precostituiti in precedenza
La Germania come l'Italia
Tutte appronta puntare su una ripresa dell'export la Francia e Regno Unito
Pronta a utilizzare stabilizzatori automatici e riavvio della domanda interna
Ma come ha dimostrato il sostanziale fallimento della strategia di Lisbona e indispensabile un coordinamento europeo di politica economica e fiscale
Capace di rilanciare la competitività europea
Sul piano dell'innovazione della ricerca e al contempo
La domanda aggregata utilizzando così le enormi potenzialità di un mercato interno che può contare su più di quattrocento milioni di cittadini
Il ruolo nell'Unione europea prima ancora per dare spazio ed Europa nei nuovi equilibri geopolitici
Mondiali
è fondamentale per uscire dalla crisi
Per riprendere la crescita e lo sviluppo economico senza aspettare per forza la ripartenza della locomotiva degli USA e quello
Che farà
La Cina
Lungo questa direzione
Si potrà arrivare a definire
Un nuovo ruolo dell'Europa a livello mondiale
In cui potrebbero a quel punto allora sì
Avere peso e ruolo alcuni indiscutibili punti di forza la moneta unica e il modello sociale europeo
In caso contrario
L'Europa è destinata a contare sempre meno nel mondo che uscirà da questa crisi
Ho già detto prima che le scelte di politica economica compiute dal nostro Governo nell'ultimo anno sono state diciamo così troppo al di sotto dell'ampiezza e profondità della crisi
Sia dal punto di vista del sostegno alla domanda e quindi era editti che per quanto riguarda la politica industriale il sostegno all'occupazione all'estensione allargamento degli ammortizzatori sociali
E la politica che abbiamo chiesto di cambiare assieme con le proposte varate all'Assemblea di novembre e sostenute dalla mobilitazione
Prima con lo sciopero generale del dodici dicembre
Poi con le grandi iniziative di categoria di febbraio e marzo e poi
Con la grande manifestazione a Roma del quattro aprile
Propaganda a parte
Il Paese avrà a fine anno
Come anche il Governo alla fine è stato costretto ad ammettere nella giornata di oggi una forte contrazione del reddito prodotto e l'autunno si presenta realmente molto pesante
Perché il giorno dopo giorno il quadro peggiore
Nelle filiere dei distretti
Nell'indotto nelle piccole e media impresa della grande impresa
Tra gli artigiani e nelle crisi industriale
La lunghezza
Del calo dalla domanda interna e internazionale e quella che mette a rischio le imprese e l'occupazione
E di fronte a questo
Non c'è niente da fare
Il Governo ha fatto e fa poco ettari
E lascia scoperti Investimenti a sostegno dello sviluppo e del reddito di lavoro e di pensione
Così
Ed è forse il rischio più forte che avvertiamo
Il Paese si ritrova più diviso anche territorialmente
E cresce la possibilità che quando usciremo dalla crisi ci ritroveremo con un sistema Paese più debole senza un progetto e con l'aumento delle sue disuguaglianze
Interni
Infatti
Quel dieci per cento delle famiglie che detiene il quarantacinque per cento delle nostre ricchezze
Ovviamente non risente della recessione
Mentre una parte rilevante delle famiglie
Non ce la fa coprire le rate del mutuo e le spese del proprio mezzo
Così pure la forbice
Nei confronti delle nuove generazioni
Proiettato in un futuro privo di incertezza alle sue origini nella crescita di una disuguaglianza che dal reddito spazio al welfare fino
Alla stabilità del lavoro
In una dinamica nella quale
Anche il valore del sapere della competenza della conoscenza non riesce a rappresentare quella spinta alle scelte individuali e collettive delle nuove generazioni
Sta qui
Per noi e per il Paese il dovere
Di una nuova sfida per l'eguaglianza
L'invecchiamento della società
L'immigrazione
Il lavoro precario l'insicurezza le nuove povertà
Richiedono un'idea alta una pienezza di diritti e l'uguaglianza sostanziale delle persone contro le discriminazioni i privilegi corporativismi
Il richiedono una nuova architettura delle politiche del welfare
Se la crisi che stiamo vivendo
E anche il frutto di una crescente diversificazione tra le quote di reddito destinate al lavoro e quelle destinate alle altre forme di reddito
E si è in uscita dalla crisi chiederà come richiede un maggiore equilibrio tra la componente internazionale della domanda e quella interna
Una politica economica realmente nuova non può non porsi l'obiettivo di una nuova politica dei redditi che risponda alla questione salariale mai risolto
E a riporti equilibrio diverso nella distribuzione tra i diversi redditi prodotti nel nostro Paese
L'accordo del ventitré luglio del novantatré
Ha consentito una buona difesa del potere d'acquisto dell'occupazione e delle retribuzioni
Ma non ha consentito un'adeguata e significativa redistribuzione della produttività
E del fisco
I rapporti dell'IRES quelli della Banca d'Italia
Hanno poi confermato
Le nostre letture
La distanza tra l'inflazione programmata che era assunta e l'inflazione reale
L'assenza di controllo del price-cap
Il modo con il quale è avvenuto il cambiamento della conversione della lira nelle
I ritardi nei nuovi rinnovi contrattuali
La mancata restituzione del drenaggio fiscale
La scarsa redistribuzione della produttività e le distorsioni del sistema fiscale sono le principali cause della faticosa rincorsa del potere d'acquisto
Delle retribuzioni dal novantatré a oggi
In quindici anni
In termini di potere d'acquisto lettere di riduzioni lorde contrattuali sono rimaste
Sostanzialmente ferme
E lei
E quelle lorde di fatto sono cresciute mediamente di zero virgola quattro punto ogni anno oltre di infrazioni
Tuttavia
Le retribuzione netta e sono cresciute tre punti e mezzo in meno delle retribuzioni lorde
Lo Stato ha beneficiato quindi di cento dodici miliardi di euro tra maggiore pressione fiscale e non restituzione del drenaggio fiscale
A essere
Onesti il fisco
Ha mangiato i pochi guadagni di produttività che eravamo riusciti attraverso la contrattazione ha strappato
L'aggiornamento del sistema di relazioni industriali era quindi necessario
E per questo
Ci siamo mossi con una piattaforma unitaria e condivisa con la CISL e con lui
Ma per realizzare
L'accordo separato del ventidue gennaio è stato un grave errore
La scelta
La scelta
La scelta del Governo
Di dividere il sindacato
Rende esplicita un disegno teso
Non solo a dividere
Ma anche a isolare la CGIL
La crisi imporrebbe
Invece
Come sosteniamo da mesi
La ricerca del massimo di unità tra le forze sociali
Realizzare nella crisi un accordo separato come quello del ventidue gennaio
Significa nei fatti non avere regole contrattuali
Valide per tutti
Trasferire problemi e difficoltà i tavoli di categoria ridurre per tutti gli spazi e gli obiettivi della contrattazione collettiva
E devo dire che è evidente che quell'impianto pure sperimentale
Per la sua struttura se preso alla lettera
Non realizza
La crescita del potere d'acquisto per tutti
E soprattutto
Non offre una prospettiva in cui chiamare gli governi
A rispondere
Di una diversa politica fiscale e redistributivo
E proprio nel pieno della crisi
Che occorrerebbe
Una nuova politica dei redditi
Una politica che in un contorno ha una portata europea
Contribuisca da un lato a uscire dalla crisi nella stessa misura in cui contrasti la povertà e le disuguaglianze
Una nuova politica dei redditi su tre direttrici fondamentali
La contrattazione
Per difendere il reddito reale da lavoro e da pensione aumentare ridistribuire la produttività i salari devono crescere non solo in linea con l'inflazione reale
Ma con la produttività
Per l'equilibrio della crescita economica tra la domanda esterne quella interno
E per riequilibrare la perdita accumulata in tanti anni dalle retribuzioni mette a fattori dei maggiori profitti dell'impresa
O più semplicemente a favore della rende
Fisco
Per un'equa redistribuzione e per spostare sui lavoratori dipendenti
E i pensionati riduzioni fiscali
Trovando risorse nella lotta all'evasione Innella tassazione di altre forme di RAI
Welfare
Per uscire dalla povertà e per sostenere il reddito degli individui e delle famiglie a partire da quelle in difficoltà
In quel fatto che sostenga redditi netti attraverso i servizi necessari a far vivere la cittadinanza di allo stesso tempo
Un work serve che consiste in politiche di welfare attive finalizzate a una piena e buona occupazione
E in tutto questo facendo giocare un ruolo fondamentale
Alla contrattazione sociale e territoriale
Una nuova politica dei redditi per superare le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza una nuova politica dei redditi per uscire dalla crisi qui e rilanciare l'economia
Nel due mila otto
Si è registrato un aumento tendenziale delle entrate complessive
Fiscali
Dovuto principalmente all'incremento lenta e le entrate da lavoro dipendente
Per effetto dei rinnovi contrattuali
Ed è la mancata restituzione del drenaggio fiscale
Il gettito dell'IVA sugli scambi interni
C'è un quarto di tutte le entrate
Ha registrato una flessione pari al due mila e sette di meno due virgola sette per cento
Che al netto delle compensazioni peggiore arrivando
Quasi almeno cinque per cento
La diminuzione del gettito dell'IVA è un dato significativo è allarmante
E a cui va prestata un'attenzione particolare
Perché la comparazione
Tra la dinamica dei consumi che pure flette ma poco
E l'IVA che riflette invece
Tanto
Ha evidenziato e non può che essere così una ripresa dell'evasione fiscale che noi calcoliamo in almeno
Meno cinque miliardi
Di euro
Gli ultimi dati dell'Agenzia delle entrate di questi giorni relativamente al gettito tributario dei primi tre mesi del due mila e nove disaggregati per tributo indicano
Che nel periodo gennaio-marzo le entrate tributarie complessive hanno avuto una flessione tendenziale del meno quattro virgola sei per cento
Caratterizzato
Da una diminuzione delle imposte dirette del tre per cento
E del sei per cento di quelle indire
Anche nel due mila e nove
La maggiore preoccupazione deriva da una diminuzione particolarmente consistente dell'IVA meno dieci per
Cento
Noi vogliamo parlare di questi dati
Perché la CGIL da tempo ha lanciato l'allarme
Sul calo delle entrate
Che rischia nel due mila nove di assumere
Una dimensione socialmente poco sostenibile
Dall'analisi di questi dati emergono almeno due riflessioni
La prima
è ormai evidente innegabile
O tutto al più
Un tema del quale non parlare
Tanto evidente la sua fondamento
Che vi è in corso una corposa ripresa dell'evasione fiscale
Che non può più spiegarsi con il momento negativo dell'economia e in che incide sempre più pesantemente sul gettito tributario
Il tasso di evasione aumentato e continuerà ad aumentare
Se non saranno prese le giuste contromisure
Con la diretta conseguenza che lo Stato continua a perdere entrate anche nel due mila e nove e nel due mila e dieci
Proprio nella fase in cui
Avremmo bisogno di risorse aggiuntive da mettere a disposizione degli effetti sulla kermesse
Ad oggi
Si stima che siano almeno cento miliardi
Le mancate risorse dello Stato causate dall'evasione fiscale
Il secondo la Corte dei conti a questo bisognerebbe aggiungere almeno altri sessanta miliardi dovuti alla corruzione e all'economia criminale
La seconda riflessione consiste in realtà in una serie di domande
Per quanto tempo
Sarà possibile sopportare una situazione
In cui tra quei milioni di persone e invadono in proporzione più del sessanta per cento di quello che ogni hanno
Pagano regolarmente lavoratori dipendenti e pensionati
Per quanto tempo
Sarà possibile far finta che il reddito tassato di più per colpa dell'inflazione non debba ritornare nelle buste paga dei lavoratori come peraltro
Prevede la legge
E a riguardo
Vale la pena ancora una volta di sottolineare che tra il due mila e due il due mila e otto la perdita è stata di mille centottantadue euro l'anno e che solo nel due mila otto
Proprio il fiscal drag che ha sottratto i lavoratori
Trecentosessanta euro per anni
E ai pensionati circa duecento Euro
Per un totale
Di tre virgola sei
Miliardi dire
Questa come si capisce
è una battaglia civile ancor prima che economica perché non c'è
Da noi come negli altri Paesi
Vera democrazia
Se non c'è una vera democrazia e partecipazione fiscale
Per porre rimedio
A un sistema iniquo per lavoratori dipendenti e pensionati
E che vede al contempo una persistenza significativa di fenomeni di evasione di economia sommersa senza paragoni
Nessun altro Paese
Serve una redistribuzione incentrata
Sullo spostamento decisi dei pesi dal lavoro e dalle pensioni verso la ricchezza
I consumi non essenziali la rendita finanziaria il patrimonio anche ipotizzando
Una rivalutazione degli estimi catastale
Sulla base di queste considerazioni
L'obiettivo deve essere quello di diminuire le tasse i lavoratori dipendenti
E ai pensionati realizzando una maggiore equità sociale attraverso
Una maggiore equità fiscale
Il resto
Resto convinto
Che il sindacato dovrà
Svolge su questi temi di nuovo un ruolo di rilievo
Soprattutto
Se sapremo e saremo capaci
Di rilanciare un'azione comune che trovi le sue radici nella piattaforma fiscale unitaria
Nel novembre del due mila e sette
Eppure in presenza
Delle divisioni delle polemiche tra di noi io e noi faremo di tutto per lavorare unitariamente
Attorno a questi obiettivi
Il nuovo ciclo demografico
Con l'innalzamento delle aspettative di vita
Cambia in profondità
La composizione della Società italiana ed europea
E imporrebbe di affrontare in modo del tutto nuovo il problema dell'età matura
Superando un approccio quello che fino a oggi
Ha registrato l'attenzione di tutti solo di tipo finanziario assistenziale
Mentre nel passato
Quello delle generazioni che abbiamo le spalle si trattava soltanto di garantire
Una sufficiente protezione sociale per gli anni del pensionamento
Oggi
Noi siamo in presenza di un immenso potenziale di risorse umane
Che restano inutilizzate tenute margine con costi e ingiustizie sociali non sopporta
Per questo
Continuiamo a porre come fondamentale prima ancora dell'equilibrio dei conti della previdenza il tema dell'invecchiamento attivo delle persone
Che riguarda sia la fase del lavoro organizzato sia l'impegno sociale dopo il pensionamento
Quello che serve al dunque
Non è
Al fondo un innalzamento forzoso è rigido dell'età pensionabile
Come oggi si propone per le lavoratrici del pubblico impiego
Che
E che può essere risolto per tutti tornando al criterio flessibile del pensionamento di vecchiaia così come era indicato
Nella riforma Dini
Ma serve una politica che punti a promuovere l'occupazione nell'età matura
Contrastando i fenomeni di discriminazione per ragioni di età
E serve soprattutto una maggiore flessibilità degli strumenti che tenga conto delle diverse condizioni personali delle diverse tipologie di lavoro
Delle diverse aspettative di vita
In questo senso va la proposta di una Carta dei diritti per le persone anziane
Per tutelarle nel lavoro per sostenere
Le diverse forme di impegno civile e sociale dopo il lavoro
E altrettanto importante può essere
L'introduzione del pensionamento parziale
Che consente un'uscita graduale del lavoro
Con l'effetto positivo di alzare il tasso di attività qui di attenuare l'effetto di una totale cessazione del lavoro per persone che hanno
Energia
Motivazione per un il loro impegno lavorativo che sia compatibile con la loro condizione personale
Quello che ci vuole in sostanza differenziare di più le soluzioni
Perché sono profondamente diverse le condizioni reali delle persone a partire
Dalla questione che noi non abbiamo dimenticato
E sulla quale chiediamo al Governo di a vere almeno
Il coraggio di assumere
Una posizione una risposta come quella dei lavori usuranti sulla cui normativa
Stiamo ancora aspettando
Le soluzioni che erano state indicate
Il pensionamento
Non deve essere
Un passaggio all'inattività
A meno che uno o un anno l'OSCE
Ma una nuova occasione di vita di impegno di attività
E per questo occorre riconoscere e sostenere le forme di attività nel volontariato
Nell'associazionismo
Nella Rete democratica con l'istituzione di un servizio civile degli anziani
Non con l'istituzione di un servizio civile degli anziani che rischierebbe
Di creare un mercato del lavoro di riserva
Ma con misure di agevolazioni
Che favoriscono lo sviluppo di libera iniziativa associative
A partire dalla formazione
Per le persone nella terza età
Io occorrerebbe
Nel cogliere queste differenze
Tener conto non dopo ma prima
Della permanente condizione di svantaggio
Delle donne
Sulle quali si scarica tutto il peso del lavoro di cura o
Nella conduzione familiare
Del lavoro
Ma in generale
E da riordinare il rapporto tra equilibrio del sistema
La sua equità
Interna
E la sua proiezione nel tempo
Quando abbiamo sollevato
Con il precedente Governo insieme con CISL e UIL
Il tema dei coefficienti di trasformazione
Di un loro uso più intelligente
Avevamo chiaro
Il problema che si prospetta per il futuro a livelli di pensione troppo bassi per i giovani di oggi
A causa
Anche della loro condizione di precarietà
Oggi
Nella crisi
Proprio dopo questa crisi
Possiamo aggiungere che altri problemi sorgerebbero
Sì
I nuovi coefficienti
Dovessero essere applicati
Anche alla quota di montante contributivo maturato
Prima dell'entrata in vigore dei coefficienti serissimo perché questa crisi
Con un PIL che in due anni scende del sei per cento
E fa scendere del sei per cento il montante contributivo persona per persona ci dice
Che esse non si fa un uso intelligente dell'applicazione dei coefficienti noi potremmo a vere
Tra una persona che va col contributivo oggi e una persona che va anche un punto rimandata col contributivo due anni fa una di fare pensando non motivata e non giustificabile
Nel valore nella quantità
Della propria prestazione previdenziale
Insieme
è tempo di rendere più intelligenti proprio coefficienti
Riconoscendo l'esistenza di forti disuguaglianze sociali
Nelle aspettative di vita in relazione alle mansioni che si svolgono durante l'attività logorati e tutto questo lo riconosciamo può richiedere
Un sostegno fiscale
Queste diseguaglianza infatti determinano e determineranno svantaggi molto alti
Nella speranza di vita per persone che arrivano alla pensione da carriere di lavoro subordinato con basso reddito e con bassa posizione sociale
Così come hanno fatto altri Paesi
Proprio per far fronte a questa situazione si può pensare una differenziazione del coefficiente in relazione al tipo di attività svolta durante
La vita lavorativa
Ma disuguaglianza crescente si affermano anche nel campo delle politiche sociali e socio sanitari
La definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali
E la condizione
Per colmare differenze territoriali nell'erogazione dei servizi
Tanto più di fronte alla recente approvazione della delega
Sul federalismo fiscale
Da questo punto di vista le priorità sono le stesse per noi riguardano l'infanzia
La non autosufficienza
Il contrasto alla povertà
Per questo chiediamo che il Governo definisca un piano per l'inclusione sociale e il contrasto alla povertà
Che faccia perno per una legge su una legge nazionale in grado di coniugare il sostegno economico con gli più efficaci programmi di inserimento sociale e lavorativo
è fondamentale
Un finanziamento adeguato per il fondo nazionale
Per la non autosufficienza al fine di colmare
La differenza
Tra l'attuale offerta di servizi e la crescente domanda di assistenza provenienza proveniente dalle persone in parte o in tutto non autosufficiente
Inoltre
è necessaria la definizione di un programma di potenziamento dei servizi per l'infanzia
Che aumenti progressivamente la copertura delle esigenze espresse dalle famiglie fino a raggiungere i parametri indicati a livello
Europeo
Naturalmente
Non c'è sfida più difficile oggi
Però dobbiamo sapere
Ma anche la più necessari
Di quella di battersi contro i pregiudizi contro i luoghi comuni contro l'intolleranza e contro la xenofobia
Comunque
Comunque la si valuti
L'approvazione da parte del Parlamento dell'ultimo disegno di legge il pacchetto sicurezza
Rappresenta
Una pesante incrinatura
Del profilo della nostra democrazia e della nostra civiltà giuridica
La propaganda ideologica
Xenofoba della lega
Per adesso
Diventa legge dello Stato e segna un profondo arretramento
Anche culturale
Del nostro Paese
Queste norme
Prima fra tutte l'istituzione del reato di clandestinità
Non avranno nessuna efficace
Rispetta i problemi reali di sicurezza dei cittadini
Mentre possono avere un impatto negativo
Sul funzionamento dei nostri apparati di sicurezza
Forze dell'ordine sistema giudiziario
E sul sistema carcerario
Nello stesso tempo presentano un diritto differenziato per i cittadini stranieri presenti sul territorio
Di dubbia legittimità costituzionale
Che limita fortemente l'esercizio di importanti i diritti fondamentali delle persone il diritto alla cura
All'istruzione al matrimonio la famiglia alla tutela dei figli
Norberto Bobbio in un suo scritto
Classificabile razzismo secondo quattro Stati
Il primo stadio quello del dileggio
Il secondo è quello della diffidenza
Il terzo è quello del razzismo istituzionale
Il quarto e quello della segregazione
Assumendo
La classificazione di Bobbio
è evidente che noi siamo nel terzo stadio
E soltanto con una forte iniziativa presa di coscienza civile
Si può immaginare come dobbiamo di impedire
Un'ulteriore involuzione
Verso il Quarto Stato e cercare di invertire la tendenza
Difendendo i principi di uguaglianza della nostra Costituzione
E i propri
Dire ogni diritto
Naturale
E cultura liberale
Rispetto a questa legge
La CGIL metterà in atto tutti gli strumenti tesi ha una sua correzione
E a impedire negli affetti più nefaste
Interpellando la Corte costituzionale e la Corte di giustizia europea
In secondo luogo promuovendo strumenti di tutela
Di tutti i soggetti coinvolti sia lavoratori cittadini immigrati sia categorie professionali che dalla legge sono chiamati in causa i medici gli infermieri gli insegnanti i dirigenti gli amministratori scolastica i funzionari dello stato civile
E tutti i pubblici ufficiali
Allo stesso modo
Tuteleremo gli anziani e le famiglie che saranno alle prese con l'assistente familiare immigrata irregolare
Nessuno può smentire il fatto che nel nostro Paese ci sono da settecento mila un milione
Di lavoratrici e lavoratori immigrati
Che lavorano irregolarmente
E che in gran parte
Hanno formalizzato tramite il loro datore di lavoro la richiesta di permesso di soggiorno
Con il decreto flussi del due mila e sette
I ministeri dell'interno e del lavoro conosco nomi e cognomi domicilio
E posto di lavoro di tutte
E di tutti per questi
Si impone
Un provvedimento di regolarizzazione
Così come abbiamo chiesto in una lettera nei giorni scorsi inviata Presidente del Governo
Nel Consiglio dei ministri e presidenti di Camera
E Senato
Se il Governo negherà questo provvedimento
Significa che ha scelto per il nostro Paese proprio l'immigrazione irregolare clandestina perché ricattabile
E funzionale all'economia sommersa ed illegale
Da sfruttare economicamente
E come leva politico sociale da usare contro la coesione diritti universali del lavoro nel welfare
Se invece
Come sembra
Do limiterà una parte soltanto delle persone interessate
Si apre
Un evidente problema di discriminazione secondo il tipo di lavoro che non ha precedenti
E non riesco a trovare un solo motivo
Per cui si può regolarizzare in futuro una badante una collaboratrice familiare
è un povero lavoratore edile o un povero bracciante in condizioni di schiavitù
Non possa avere lo stesso diritto però testo trattamento
Come si può parlare
L'immigrazione regolare qualificate
Se l'iter del decreto dei flussi dura più di un anno
è pensabile che un imprenditore l'azienda una famiglia possono aspettare questo tempo
E cosa offriamo noi
Agli immigrati regolari qualificati
Che parla un perfetto italiano che lavorano che pagano le tasse che rispettano le leggi
Offriamo un contesto di discriminazione nel lavoro e nel sociale
Noi gli consentiamo di votare
E non concediamo neanche la cittadinanza per i figli che nascono in Italia
Diritto di voto
Riforma della cittadinanza
Rappresenta un banco di prova
Ancora prima che per il Governo al Parlamento
Per l'immagine
E la cultura del nostro Paese
Nello stesso tempo
Queste persone rappresentano
Due emergenze per la nostra democrazia
Visto che i cittadini immigrati in molti Comuni del Centro-Nord rappresentano quasi un quarto della popolazione e quindi un quarto del corpo elettorale
E che sono circa mezzo milione
I bambini nati in Italia la famiglia immigrati
Su questi temi
Su queste proposte lo dico con grande orgoglio la CGIL ha impostato la sua campagna antirazzista stesso sangue
Stessi diritti
Ne ha aderito
Alla campagna unitaria
Con gli altri sindacati in tante associazioni laiche e religiose intitolate non averne paura con queste proposte
Crediamo
Che la ricorrenza dei venti anni
Dal barbaro assassinio di Gerry Maso potrebbe essere l'occasione di una grande unitaria Amman mobilitazione
Difesa di questi valori
Febbe memoria
Di una persona che si è battuto per i suoi diritti
E quelli di tanti lavoratori immigrati
Ho detto
E questa è la sfida più difficile
Perché non la possiamo perdere come Paese come cittadini
In tempi di ronde
Di tanti sentimenti sbagliati e razionali
Che vediamo
E non sono tutti esterni a nord
Il tema della sicurezza
è un tema generale nel nostro tempo
E sappiamo che è avvertito soprattutto nelle fasce popolari
Come un grande fattore di insicurezza e di preoccupazione
Cresce anche nel periodo della crisi il peso delle mafie della criminalità autonomica che soffoca impresa
E investimenti
Tutto questo
Ci consegna come nel passato il dovere di battersi per la sicurezza delle comunità ed delle persone
A partire da quelle più deboli anziani bambini e donne
Di pretendere una più alta capacità di prevenzione Investimenti risorse e non tali nella Pubblica sicurezza
Validità dei processi rapidità e certezza della pena e non lasciare in solitudine i tanti uomini delle forze dell'ordine magistrati che da Trapani a Milano compiono il loro dovere con coraggio
Ma proprio
Ma proprio perché questo nostro saldo convincimento
Avvertiamo con la stessa forza che nessuno possa confondere
L'esercizio della responsabilità individuale
Che è delle persone con il colore della pelle
O con la preminenza etnica di chicchessia
Non c'è maggiore disuguaglianza per noi insieme diritti di cittadinanza i percorsi formativi
Di quella che si realizza nel lavoro
Tra occupati e disoccupati lavoratori a tempo indeterminato e precari di diversa tipologia di lavoro e condizioni
D'altra parte
Se ci si pensa la crisi che stiamo vivendo accento anche questa disuguaglianza
Nel sud
La crisi non vuol dire tanto cassa integrazione e lo sappiamo
Ma vuol dire per oggi e per domani e per il futuro tassi reali di inoccupazione giovanile sempre più alti e drammatici e tanto lavoro nero
Nel resto del Paese come vediamo mobilità licenziamenti casse integrazioni
E dovunque prima di questo tanti rapporti a tempo determinato interinali apprendistato e collaborazioni che scompaia
L'ottimismo del Governo
Non corrisponde alla realtà
A quello che si vede esibiti
La grande compostezza
Con cui il mondo del lavoro
Sta affrontando questa crisi
Anche nelle situazioni di maggiore rassegnazione o pesantezza sociale è una manifestazione di grandissima maturità irresponsabilità
Ma che non può essere usata da nessuno per nascondere distorcere la realtà o non vedere i problemi
E che invece
Richiede risposte e altrettanta responsabilità da parte delle imprese e del Governo
E comporta malgrado la riduzione dell'occupazione
E la diversità delle condizioni personali la solidarietà che si esprime nel tenere assieme tutti nel provare a dare a tutti una risposta alla propria condizioni
Se c'è un tema un terreno
Sul quale lavorare per affrontare l'emergenza la crisi
E la prospettiva è proprio questo il riordino la riforma degli ammortizzatori sociali
Problema che non riguarda solo la difesa dell'occupazione
Ma l'idea stessa del modello sociale e l'idea di modello produttivo
Che si vuole inseguire
Noi
Siamo convinti
Delle critiche che abbiamo mosso
A provvedimenti presi dal Governo
Ritenuti sbaglia
E la recente sentenza della Corte costituzionale sui lavoratori precari
Conferma la serietà la forza la fondatezza
Dei nostri rilievi come quello che per ultimo abbiamo mosso alla legge due del due mila e nove
Ed è il suo decreto applicativo
E in nome dei quali
Solleveremo una nuova richiesta di pronunciamento di legittimità costituzionale
Davanti alla Corte Suprema
Non è questa
La strada che preferiremmo in bocca
Noi vorremmo un confronto che portasse risposte ai problemi che solleviamo
Da quelli apparentemente più semplici il raddoppio sulla cassa integrazione ordinaria
L'intervento sui tetti il superamento delle barriere di accesso la disoccupazione e alla sua durata
A quelli più di sistema che può ritroviamo nella filosofia e negli strumenti del Libro bianco
Ma il Governo
Nella sua vocazione in realtà
Totalmente autoreferenziale
Non ci lascia altra strada
Anche perché il
In partenza
Ha fatto
Delle scelte diverse
A cominciare dalla decisione di fare scadere
La delega di riforma degli ammortizzatori sociali
Frutto di quella intesa sul welfare firmato oltre che da noi e le altre organizzazioni sindacali
Anche dalla Confindustria
Quello che è stato presentato
Con un rinvio
In realtà ha portato un'ipotesi di intervento radicalmente diverso fondato su un unico pilastro pubblico la disoccupazione
Affidando tutto il resto
Ha un ruolo della bilateralità che noi
Consideriamo improprio con caratteristiche differenti
Per settore di attività e area geografica
Un'idea corporativa del modello sociale che si contrappone com'è evidente
All'idea elementare ma assolutamente più moderna dell'universalità del diritto per tutti
La nostra proposta
Si muove invece incoerenza dell'accordo del ventitré luglio
Quello che ebbe
Cinque milioni di persone che votano tra lavoratori e pensionati
Che prevede la progressiva estensione unificazione dei due pilastri pubblici cassa integrazione ordinaria e straordinaria da un lato
Mobilità disoccupazione dall'altro
Con un ruolo della bilateralità di carattere integrativo e di controllo sul funzionamento
Degli strumenti
Solo queste
La nostra è una riforma capace di riunificare i diritti di tutto il lavoro
Senza distinzione
Le dimensioni di impresa o di tipologia di contratto di lavoro estendendo la copertura coloro che ancora oggi ne sono privi
La seconda disuguaglianza fondamentale riguarda naturalmente rapporti di lavoro
La parità dei diritti delle tutele delle condizioni
Non è solo imparziale impazzito di un Paese dove si contano a decine le varie forme e tipologie di occupazione
Ma il portato di un pensiero
Artatamente costruito di una logica di deregolamentazione dei mercati e della concorrenza
E anche la storia di una grande difficoltà
Sia legislativa sia contrattuale
A rimontare la situazione a modificare
A impedire l'uso la contrapposizione di una tipologia contrattuale contro una
La fissazione di barriere spesso generazionali o etnie
Io impedire l'uso di una contrapposizione dell'una contro l'altro
E ancor prima è la fotografia di una specializzazione produttiva
Di una competizione basata sulla riduzione di costi e di tutele della sottovalutazione anche nel campo dei servizi del ruolo della formazione dell'apprendimento permanente
Della crescita delle competenze della ricerca dell'innovazione
Ricomporlo
Unificare tutto questo
E ed è sempre stato un obiettivo la ricerca della CGIL
Dalle leggi di iniziativa popolare che raccolsero anche all'ora cinque milioni di firme al nostro ultimo congresso
Anche se dobbiamo ammettere che dei passi in avanti ci sono stati ma tutto sommato sono modeste
E che l'ampliamento delle protezioni diritti previsti nell'accordo del welfare con il cambio del Governo si sono sostanzialmente a zero
C'è bisogno perciò di sistemare riordinare
Di nuovo il quadro delle nostre proposte
E di mettere in fila secondo un ordine un criterio logico di connessione
Si deve partire innanzitutto da una più efficace lotta al sommerso e delle politiche di emersione proprio oggi che la crisi spinge in direzione opposta
Vanno riordinate ridotte al minimo indispensabile le tipologie di lavoro che non siano a tempo indeterminato
E riportate causali specifiche
E in tale contesto bisogna ridefinire il concetto di dipendenza economica affrontando il tema
Delle collaborazioni spuri
In caso di trasformazione di impresa
Vanno riordinate
E riviste le disposizioni legislative sui rami d'azienda
Infine
Va rivista la logica degli incentivi
Che vanno finalizzati a favorire la stabilizzazione dei rapporti di lavoro verso il tempo indeterminato
E a far costare di più il lavoro temporaneo
Che come vediamo
Si trasforma oggi in una insostenibile condizione personale in un costo sociale per la collettività
In quest'anno
E in questa scala di connessioni confermiamo la possibilità
Ferme restando
Le facoltà attribuite alla contrattazione collettiva
Di discutere delle forme di ingresso il periodo di prova in caso
Di assunzione a tempo indeterminato e questo
Come nostra proposta alternativa e autonoma a tutte le proposte che sono in campo nel Paese e nel Parlamento
Il rapporto tra diritti
Eguaglianza
Libertà
E personale
è il cardine del sottofondo culturale e politico del Libro bianco
Un'operazione di respiro
Non occasionale
Con la quale dobbiamo confrontarci
Con grande serietà Enrico
Ho detto in precedenza parlando delle politiche del lavoro ha i tratti corporativi che libro bianco propone
Per un documento della nostra Segreteria che conoscete abbiamo espresso una nostra compiuta rispettosa ma ferma
Critica quell'impianto
C'è un punto comune tra la riflessione che assumemmo proprio qui a Chianciano venti anni fa
E il punto di partenza del Libro bianco
La centralità della persona
Della sua libertà della salvaguardia della sua autonomia dei suoi diritti e della sfera
Della responsabilità individuale
Il secondo articolo della nostra Carta costituzionale
Dice che la Repubblica riconosce e garantisce
I diritti individuali dell'uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali
Dove si svolge la sua personalità
E richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale
La Repubblica in sostanza riconosce così sia la sfera inviolabile
Dei diritti che spettano a ogni singola persona
Individuo cittadini sia i diritti che derivano da relazioni e forme
Comunità
Proprio su questo equilibrio delicatissimo
Il libro bianco opera
Un'evidente forzatura di disegno
Finendo per alterare quell'equilibrio il rovesciare alla fine quelli
Rapporto
In un'accezione
Dove non conta più l'individuo il cittadino pure dentro un determinato ambito di lavoro
Di territorio di comunità familiare
Ma la natura e la definizione del contesto di relazione
In cui
L'individuo vive se si riflette bene
Su questo passaggio decisivo
Questa scelta portar rovesciamento del senso che devono avere
Temi fondamentali per la democrazia come l'universalità dei diritti e della cittadinanza
E a
E non c'è niente da fare che è così la strada ha un'idea
Chiusa del territorio
Ha una nozione non solidale del federalismo fiscale
E ha un'idea riduttiva del web
Nella sanità nella formazione nell'assistenza alle persone in condizioni di bisogno
Da qui ovviamente
Deriva un'altra idea dello Stato
Dei suoi diritti e i suoi doveri costituzionali verso i diritti dei cittadini
Diversa da quella contenuta nella Carta costituzionale
In quest'ottica lo Stato diventa una funzione di arbitro e di regolatore in tema di diritti
Con la riduzione degli spazi e la qualità
Dei servizi pubblici fondamentali
Finanziati fiscalmente in misura progressiva o con contributi a ripartizione
In favore di spazi crescenti di forme di servizi finanziati a capitalizzazione
Anche per loro lo voglio dire con forza la sussidiarietà
L'autoregolazione della domanda l'esistenza di spazi e servizi di natura integrativa e anche la funzione del privato
Costituiscono una Rete essenziale e indispensabile
Ma tutto questo
Non può rappresentare un modo per ridurre la capacità della funzione pubblica
Nell'attenuazione dei doveri
Verso i diritti delle persone
O se si vuole per contrapporre in maniera
Artificiale e per noi inaccettabile
Una presunta idea di libertà contro l'idea dell'universalità dei diritti
Contrapponendo così
Quello che invece va tenuto unito
Il rispetto della libertà
E il valore dell'uguaglianza
La crisi care compagne e compagni ha un effetto diretto anche sul sindacato su di noi
Mette in luce ritardi difficoltà problemi
Sollecita innovazioni
Una parte di questi ritardi risuona esalta gli ultimi venti anni quando una globalizzazione senza regole l'anarchia del mercato
Ho anche un'identità dell'Europa troppo fragili e senza basi costituzionali ha determinato delocalizzazioni produttive ha messo in concorrenza costi del lavoro assolutamente non confrontabili
E anche in condizioni di sicurezza libertà molto diverso
Agito come freno di salari di diritti nella parte del mondo più sviluppato indebolendo la rappresentanza del ruolo del sindacato
Ha fatto crescere Investimenti occupazione e reddito nei Paesi più poveri senza basi industriali
E con modelli sociali diverso
La critica questa per noi
Non va fatta in nome di una difesa corporativa e nazionalisti
Principi che io dico fortunatamente non ci appartengono e che non abbiamo fatto vivere fino a oggi come non dobbiamo farlo vivere in futuro
Ma una regolazione diversa di questo processo enorme di cambiamento si
Una maggiore adesione rispetto alle prescrizione dell'Organizzazione internazionale del lavoro
In tema di sicurezza del lavoro il sfruttamento dei bambini e del lavoro femminile l'incredibile sottovalutazione del fatto che gli ingressi nell'organizzazione del commercio mondiale di nuovi Paesi
Non potessero essere riconosciuti se non sulla base
Del principio per noi sacro
Della libertà della democrazia sindacale
In questi Paesi o ancora l'idea
Presente
Che l'Europa stessa soprattutto quella larga
Potesse essere regolata in tutto tranne
Che su una tendenziale omogeneità delle condizioni e natura del lavoro
Da costruire innanzitutto con una vera contrattazione europea
Tutto questo ci dice come lavoro la sua dignità la sua sicurezza il suo valore
Non siano stati assunti come fine ma soltanto come mezzo della crescita
Dell'economia mondiale
E in più ci dice questo che tutto questo processo alimentato un vero e proprio corpo ideologico chiuso
Che ha fatto del primato della finanza sull'economia reale del profitto a breve rispetto a quella lungo termine del rapporto individuale rispetto a quello di natura collettiva la propria scelta di fondo
Il sindacato poi a bisturi suo ritardi incertezza
Il peso che comunque c'è
Del nazionalismo l'attenzione agli interessi dei propri lavoratori senza pensare anche gli interessi dei lavoratori degli altri Paesi
Ora difese praticamente ovvia del proprio modello di sindacale
Arrivo alla conclusione
E lo dico qui in presenza del Segretario generale dell'accesso che saluto John Montis che se la CES non è un vero sindacato
Che se la cessa
Non è un vero sindacato europeo
La responsabilità non va cercata nell'accesso
Ma in chi la compone cioè noi tutti in tutti i sindacati nazionali e nelle scelte
Perché siamo in buona compagnia
Delle istituzioni dalla Commissione europea della politica europea della rappresentanza di impresa europea
E la stessa cosa vale ovviamente a maggior ragione della Confederazione sindacale mondiale che pure ha operato un importante processo
Di unità del sindacalismo mondiale
La crisi
Può oggi dare una mano
A queste difficoltà può rappresentare un'opportunità
Nel colloquio che abbiamo avuto era presente
Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti con Lula il Presidente del Brasile unitariamente in via Roma durante il G otto
In un colloquio che abbiamo avuto sia adombrata la prospettiva
Che la sostituzione del G otto coniugi quindici con il G venti possa essere accompagnata da una diversa
Modalità di confronto e di consultazione con le organizzazioni internazionali dei lavoratori
Perché le modalità che abbiamo oggi assolutamente non funzioni
E a Parigi prima delle elezioni europee in un documento solenne della Confederazione europea dei sindacati abbiamo insieme alla cessa agli altri sindacati europee costruiti obiettivi e politica per affrontare la crisi
E il problema dell'occupazione in Europa
C'è però
Un punto di fondo che segna lo spartiacque
Tra un sindacato che malgrado le proprie difficoltà
E la condizione pesante che la crisi rappresenta per l'occupazione per i giovani precari per i lavoratori e per i pensionati
Riesce a ricostruirsi a riprendere l'iniziativa proponendosi come soggetto autonomo e un ruolo sindacale invece sostanzialmente difensivo
Condizionabili dalle spinte particolari e corporativi e alla lunga quello sì avviato
A una fase lunga di declino e di ridimensionamento
Questo snodo si chiama contrattazione
Capacità di rappresentanza e di unificazione del mondo del lavoro
Esigenza di ricostruire partendo dal basso dai territori nei luoghi di lavoro quel filo di obiettivi di risposte concrete quelle funzioni di prossimità e di sostegno
In grado di ampliare di nuovo in una logica confederale di inclusioni di soggetti di persone lo spazio il significato
Della contrattazione collettiva
Una contrattazione che lega la condizione del lavoro la sua qualità la sua sicurezza
Ha un'idea di sviluppo e ha un'idea di società
Quello che l'ideologia liberista attaccato anche sul piano culturale dei modelli sociali è stato esattamente questo
L'esistenza
Nell'impresa nella società
Di un soggetto autonomo di rappresentanza
Alla quale ha contrapposto nella deriva estrema
La modalità del rapporto individuale
E in ogni caso di un'idea subalterno
E marginale del ruolo del lavoro
La crisi offre oggi a me pare
Almeno questa opportunità
Se saremo però capace all'altezza piccoli
Rimettere in discussione questa filosofia di fondo come è stata rimessa in discussione almeno fino a oggi
L'idea della superiorità a prescindere del mercato sul priva
Se il giornale della Confindustria il Sole ventiquattro Ore può oggi scrive
Guardando i sistemi di welfare mondiale teniamoci la nostra sanità
Se alcuni ministri del tutto insospettabili si spingono ad affermare che il nostro sistema di welfare addirittura il migliore d'Europa tutto questo significa
Che almeno una parte della propaganda negli ultimi decenni oggi
Non si presenta più sostenibile vorrei dire
Non si presenta più un scusate il gioco di parole molto presentato
Ripartire oggi con la contrattazione vuol dire fare i conti con i processi sociali della crisi alimenti
E per noi chiusura d'azienda cassa integrazione e con i problemi concreti che sono di fronte a noi
Noi ci siamo interrogati a lungo
Nelle scorse settimane su come intervenire
Con la contrattazione territoriale
Su Sviluppo sostegni al reddito Investimenti e sulla contrattazione sociale
Qui la difficoltà che avvertiamo è principalmente la rigidità delle politiche di bilancio degli enti locali comuni le Province le Regioni
Siccome
è stato chiesto in Parlamento come abbiamo sollecitato noi si potessero allentare
Finalmente
I vincoli interni dei singoli patti di stabilità soprattutto dei Comuni
Noi avremo non solo colpo la risposta
A quello che rende oggi difficile la contrattazione territoriale
Il sostegno
Più anticiclico che c'è di cui il Paese potrebbe disporre dentro la crisi più investimenti a breve
E anche più occupazione
L'altro problema grande se difficile dell'accordo separato sulle regole contrattuali
L'ho detto prima
Continua a pensare che in una crisi come questa avremmo dovuto evitare tutti questo è il
Che indebolisce il sindacato e comunque il potere contrattuale dei lavoratori
Le nostre critiche al modello sono proprio di questo ordine
In un periodo in cui dobbiamo riconquistare una capacità più alta più diffusa di contrattazione
Quel modello in realtà la frena la condizione
La centralizzazione
Come si vede già dei primi atti segnati da una logica di controllo burocratico e nel pubblico da un ritorno alla politica dal primato legislativo sulla fonte contrattuale
Stiamo però arrivando al dunque
Accordi separati
Contratto per contratto
Secondo una logica tutta conseguente all'accordo quadro
Che noi non abbiamo condiviso lascerebbe un segno di lacerazione pesante difficile da ricomporre
E problemi per le imprese che chi le rappresenta spesso
Sotto vari
Ci sono tre lezioni
Che si possono trarre
Da alcune vicende
Contrattuali delle ultime settimane
Quella del contratto nazionale del commercio
Quella dell'accordo aziendale della Fincantieri e quella della situazione contrattuale dei contratti pubblici
Nel caso del commercio un accordo separato
Che non aveva visto la firma del nostro sindacato di categoria
Dopo le modifiche intervenute e verificate è stato sospeso sottoscritto giustamente anche dalla fine nel secondo caso la Fincantieri
Un altro accordo separato
Senza
Il consenso della maggioranza delle RSU
E senza il voto dei lavoratori che però
In questi giorni può essere cambiato significativamente fino ad a vere in questo caso con il voto dei lavoratori anche il consenso della FIOM
Nel terzo caso
La nostra disponibilità a firmare le intese accettando anche una linea di moderazione salariale
In cambio della soluzione del problema dei precari
Questo tema
Chi ha avuto risposte diverse ai diversi tavoli di contrattazione del pubblico impiego ha portato poi
A conclusioni contrattuali differenziate
Tutto questo ci dice alcune cose
Che ci vuole rispetto e attenzione per le posizioni che si rappresenta non tutte prima di firmare un accordo separato
Che non si deve mai contrapporre un accordo al consenso al voto dei lavoratori
E che è soltanto il merito
E il rapporto con le piattaforme in una logica sempre di mediazione a stabilire se è un accordo si firma o non si firma
In questo quadro
Per evitare che cause versetti blocchino tutto io credo
Che abbiamo il dovere di affrontare con la CISL e con lui un obiettivo fondamentale
Stabilire regole condivise su criteri di misurazione della rappresentatività
Le forme della rappresentanza i criteri di democrazia e di validazione degli accordi
Bisogna
Uscire
Da un circolo vizioso in cui siamo tutti dentro
Che quando siamo d'accordo sui modelli e le regole contrattuali non riusciamo ad andare d'accordo sui criteri comuni di democrazia
Quando non sia d'accordo sui modelli come in questo caso bisogna ricomporre primo l'opinione comune sui contratti
E poi provare a fare
L'accordo sul resto eppure
E ne voglio dare atto
Un passo in avanti è una disponibilità sono stati avanzati da tutto su due punti
Criteri di misurazione reale
Sulla base degli iscritti e dei voti
Il ricorso al voto dei lavoratori in tutti gli accordi aziendale
In questo letto un'apertura importante che andrebbe ripresa
E portata avanti
La CGIL lo dico
Qui oggi a Raffaele Romania Angeletti noi siamo pronti ad aprire un confronto vero l'ho detto anche per ultimo al congresso della CISL
Diamoci un tempo
Se si ritiene giusto magari la fine di settembre
Per verificare fino in fondo questa possibilità e proviamoci davvero
Per non essere additati come coloro che misurano sempre gli altri
E non pensano anche
A trovare dei criteri
Per misurare se stessi e per difendere
Ed è l'accordo
Per difendere dell'accordo la cosa che mi sta più a cuore l'idea di un sindacato confederale pluralistico
Che proprio per questo perché il fatto di tante storie culture posizioni programmi priorità proprio per questi
Nel rispetto delle posizioni di ognuno deve però essere sostenuto
Se si vuole dare
Un futuro al ruolo del sindacalismo confederale in Italia con regole
Democratiche condivisi
La crisi d'altra parte
Non è finito
Produrre in Italia sugli effetti più pesanti sull'occupazione secondo me proprio nell'autunno che si avvicina
Anche Confindustria
Ha confermato che molte aziende soprattutto piccole a settembre non riapriranno la produzione industriale
Si mantiene a meno venti rispetto all'anno scorso
Crescono
Le tensioni sociali per le chiusure annunciate per quello che sta avvenendo
Lo sciopero della Sardegna ancora prima quello dei chimici
Quello di Venezia di ieri il blocco
Dall'aeroporto di Alghero oggi all'opera dei lavoratori di Porto Torres o quelli di Termini Imerese nei giorni scorsi dicono
Quanta forza ci sia in questa protesta sociale
Continuano ad andare male in settori colpiti dal calo dalla domanda interna e internazionale
Quelli più protetti hanno un andamento più oscilla
Difficoltà forti continuano i distretti nell'edilizia nel commercio
A giugno la cassa integrazione guadagni ci indica cinquecento mila lavoratori coinvolti sarà portata per tutti alle zero
Delle relazioni dell'Istat che abbiamo per i primi tre mesi del due mila e nove ci dicono che su quattrocentoventi mila lavoratori che hanno perso il lavoro centocinquanta mila sono contratti a termine
Oltre cento mila le collaborazioni e centosessanta mila i lavoratori autonomi
Gli accordi sottoscritti regione per regione sulle casse integrazioni in deroga e il grave ritardo negli stanziamenti ancora non sufficienti sono stati recuperati almeno in parte con la firma del decreto ministeriale
Avvenuta il sette luglio
Si conferma anche da questi dati
Una tendenza della crisi da cui uscirà
Un Paese
Con una base produttiva più ridotto sia nella manifattura sia nell'indotto sia nei servizi e con effetti sui territori molto diversificata
Tra aree come la Sardegna le Marche che pagano le conseguenze più pesanti
E altre che riescono a mantenere un accettabile tenuta occupazionale
Questo
Esigere una precisa responsabilità da parte dell'impresa
Per evitare il licenziamento
Evitare le chiusure
E mantenere il più possibile intere
Le filiere industriali
E il sud
Che giorno dopo giorno e la prospettiva pagherà i prezzi più pesante
Come ho detto non solo per le chiusure minaccia
Ma per gli effetti che riguardano i tassi di disoccupazione giovani
Che si alzeranno ulteriormente nei prossimi anni
Se ci pensate
E proprio il carattere differenziato dei problemi
In un quadro che comunque a fine anno registrerà
Il calo del PIL il più forte calo del PIL di tutti gli ultimi sessant'anni
E quindi un grande impoverimento del Paese a dimostrare l'inadeguatezza dell'azione di politica economica e sociale del Governo
Poche o nulle le risorse
Come abbiamo detto dall'inizio provvedimenti sempre occasionale e di poco impatto
Tranne quelli negativi sul Mezzogiorno al quale
Con grande coerenza
Giorno dopo giorno ci sono sottratte risorse destinate agli investimenti di ogni tipo
La stessa Conferenza delle Regioni
Unanimemente
Ha aperto una polemica istituzionale senza precedenti verso le scelte del Governo
Che viene accusato non ha torto di centralizzare le risorse
E di decentrare le specie e a non dare nessun quadro di certezza sul quale costruire i Bilanci di medio termine
Per Comuni Province e regioni
Anche sul lato del sostegno ai consumi e redditi da lavoro e da pensione allo Stato
Non risulta nulla
La manifestazione di Perugia dell'ospite
E quella dell'asse di qualche settimana prima dei pensionati della CISL
Confermano l'insofferenza decrescente degli anziani
Senza che si veda risposta almeno su qualcuno dei punti della piattaforma unitaria dei pensionati
Sul terreno
Fiscale
Le uniche risposte riguardano l'impresa lavoro autonomo senza che si pensi di alleggerire il peso del fisco sul lavoro dipendente e da pensione
Anche lo scudo fiscale
Non sfugge a questa scelta perché finisce per coprire evasione reati finanziari commessi
Riduce il campo della progressività di imposta
E anche qui come è evidente parla dei grandi patrimoni finanziari senza mai occuparsene del destino delle condizioni di tutta la platea dei contribuenti onesti
Terminato il G otto con un esito modesto su molti punti
Come la clima
è un sostanziale rinvio delle decisioni di regolazione e di controllo dei mercati finanziari dopo le prime decisioni del G venti di Londra il Governo
Dovrebbe secondo noi
Provare a riflettere
Sul fatto
Che l'Italia resta l'unico Paese in Europa a non averne un progetto industriale
Ne è un progetto ambientale ne è un progetto infrastrutturale né di ricerca nell'innovazione in grado di orientare in misura selettiva finanziamenti e strumenti operativi
Per accelerare la ripresa
Ed evitare della cosa che più ci deve spaventare che il darwinismo Cecco del mercato faccia venire scomparire meno impresa e occupazione
Quelle imprese quelle professionalità fondamentali per preservare il futuro alle nuove generazioni
Anche il DPEF
Approvato oggi dal Consiglio dei Ministri si muove nello stesso disegno di conservazione
Convinti di questo
Continueremo a insistere
E a mobilitarci
Per quello che richiamino né riteniamo giusto e necessario
Per il futuro del Paese la condizione dei giovani dei lavoratori e dei pensionati
Aziende settori in crisi e politica industriale
Crisi e Mezzogiorno
Meno fisco sul lavoro e risposte le richieste dei pensionati
Salvaguardia dei precari del più colpiti della crisi
Sono
I nostri obiettivi dell'autunno
Temi
Che insieme con i problemi non risolti della ricostruzione delle zone terremotate dovrebbero vedere unito tutto il sindacato confederale
Con i quali proveremo a lavorare ma che non possono
Vedere fermo il nostro
Sindacato
Lo dico con rispetto
Qui non c'è
Un problema di nostalgia della piazza
La piazza le strade sono luoghi uno strumento di partecipazione di democrazia
E come si vede in tante parti del mondo penso alle strade insanguinate di terra
Anche l'espressione di lotta per la libertà e per la vita delle persone
Ultimamente
Qualche commentatore autorevole ha provato ad argomentare
Parlando dell'uguaglianza
Che si tratterebbe di una parola da mettere in disparte molto datata
In realtà devo dirvi che non capisco perché
Bisognerebbe mettere all'indice un valore così profondo
O perché non si possa per il futuro e per il presente
Rinnovare
Un'idea moderna e contemporanea dell'uguaglianza
Un'idea che non si contrappone alle responsabilità individuali alla capacità il talento delle persone
E che vuole rappresentare non solo un valore morale
Ma l'obiettivo civile politico sociale
Istituzionale a partire
Dalle eguaglianza nei saperi
E dal diritto alla formazione permanente per tutti
Quando
Quando si vogliono regolarizzare ne abbiamo parlato prima
Dei migranti
Solo in ragione del lavoro che svolgono viene da pensare che questa parola antica e sempre da preferire ad altre magari più moderne ma assolutamente molto più ingiusto
Quando si legge
Che l'indice di Gini che l'indice che misura disuguaglianza
Era
Per l'età
Nel mille novecentosettantanove
Pari al trentatré virgola tre per cento
E che oggi è esattamente lo stesso livello
Se si pensa che il venti per cento della popolazione più povera allora
Settantanove
Aveva il sette quattro per cento del reddito complessivo
E oggi il sette virgola tre
E che il venti per cento delle popolazioni più ricca allora aveva al quaranta virgola sette
E oggi esattamente al quaranta virgola sette non si può non concludere che di oggi parliamo e non di ieri
Quando si riflette
Sui dati della disparità di genere
E cioè che le donne occupate al sud
Sono trentuno succede
E al nord cinquantasette succede
Che dopo venti mesi dalla nascita di un figlio
Il venti per cento delle madri non risulta più occupata
E che nei contratti a termine l'Italia una delle più alte percentuali di donne
Non si può non convenire con quello che ha scritto Chiara Saraceno
La questione di chi si fa carico del lavoro di riproduzione e in effetti
Il nodo più duro del concetto di uguaglianza definito a partire dal modo in cui il maschile siete qui
Se poi
Se poi
Si pensa al futuro ai prossimi anni
A quando cioè realmente non a parole il Paese
L'Europa il mondo usciranno da questa crisi
E potremmo accorgerci che il debito contratto anche quello ambientale
Oggi lo pagheranno le nuove generazioni e più poveri
Se dovesse riprendere inflazione quella parola servirà molto a correggere iniquità
E a rendere
Più giusto il futuro di molti soprattutto di coloro che pagano i prezzi più alti di questa crisi senza vere responsabilità
Già Paul fiduciosi
Nel contrapporre
La disuguaglianza implicita nei meccanismi di mercato
All'eguaglianza fondamento della democrazia
Propone un'immagine che ha una sua grande forza che contiene una grande verità e vorrei
Che segnasse il senso di questa nostra Assemblea
Dice Fitoussi
Linea il mercato
A un euro
Corrisponde un voto
Cui nella democrazia
A un voto corrispondono un uomo e una donna