23 AGO 2009
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella. Ospite in studio Sandro Gozi, Deputato del Partito Democratico

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 17:00 Durata: 1 ora 56 min
A cura di Enrica Izzo e Pantheon
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Ospite della puntata: Sandro Gozi, Deputato del Partito Democratico.

Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella. Ospite in studio Sandro Gozi, Deputato del Partito Democratico" di domenica 23 agosto 2009 condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Sandro Gozi (deputato, Partito Democratico), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento,
Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 56 minuti.

La rubrica e' disponibile anche in versione audio.

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  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    Presente in studio Sandro Gozi, deputato del Partito Democratico e uno dei responsabili della campagna di Ignazio Marino. La candidatura di Ignazio Marino alla segreteria del Partito Democratico: la questione dell’oscuramento mediatico di Marino e il caso delle feste di partito
    17:00 Durata: 3 min 35 sec
  • Pannella: Io ero d’accordo con Ignazio quando diceva che il problema per lui era di andare alla fase finale per rivolgersi all’elettorato italiano e non a quello di partito, poi però a mio avviso ci sono stati un paio di episodi che hanno occupato il posto della campagna. Gozi: Noi vorremmo che questo processo verso le primarie non sia plebiscitario e soprattutto uno scontro tra due gruppi di potere, quello solido bersaniano che vuole fare del Pd un partito socialista e popolare; dall’altra c’è un misto tra nuovo-polarismo, nuovismo, che è l’area di Franceschini e di Veltroni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sandro Gozi

    deputato (PD)

    Il programma di Ignazio Marino; la presenza dell’aspetto della riforma uninominale della legge elettorale. Pannella: Ignazio non ne ha mai parlato. Mentre questo sarebbe davvero un elemento di singolarità che fa appello all’opinione pubblica. Io ero d’accordo con Ignazio quando diceva che il problema per lui era di andare alla fase finale per rivolgersi all’elettorato italiano e non a quello di partito, poi però a mio avviso ci sono stati un paio di episodi che hanno occupato il posto della campagna. Vorrei approfondire le sue posizioni, in politica estera per esempio. Anche Ignazio non parla mai di noi; siccome credo di conoscerlo, so che lui ci vuole - anche politicamente - bene, ma questa è una sorta di autocensura di cui forse bisognerebbe individuare le ragioni. Gozi: La prima questione: perché il Partito Democratico si distingue dagli altri partiti europei invitando membri del governo? Io la trovo una cosa originale; credo che il PD dovrebbe dare molto più spazio nelle sue feste innanzitutto ai membri dello stesso Partito Democratico. Perché molti di noi non trovano spazio in questi festival. Come anche mi sembra originale che non si tenti di sviluppare un dibattito con i vari alleati o le varie opposizioni di centro-sinistra. Detto questo, la battuta sui ‘festini’ mi pareva infelice e le reazioni del governo ‘eccessive’. Non ne farei un caso politico fondamentale. E’ chiaro che il PD deve chiarirsi tante cose, e la prima è il suo rapporto con gli alleati, anche se non credo sia il primo punto. Pannella: Tu credi che molti dei democratici che ci ascoltano, quando sentono ‘alleati’, pensino ad altro che Tonino Di Pietro? Chi è che si accorge che ci sono anche i radicali? Gozi: A mio parere il rapporto Pd-radicali va migliorato. Io sono rimasto un po’ deluso del rapporto avviato nei due gruppi, alla Camera e al Senato. A me pare che alla Camera operiamo come due entità molto distinte, mentre credo che il lavoro alla Camera dovesse essere un lavoro quasi preliminare, propedeutico a creare il vero Pd. E non ho problemi a dire che nel vero Pd i radicali debbano avere piena cittadinanza. Alla Camera però vari esponenti del Pd hanno mostrato una certa insofferenza nei confronti della delegazione radicale e a sua volta quest’ultima mi pare si sia spesso comportata come un soggetto politico separato. Pannella: I nostri deputati concupirebbero molte più assemblee degli eletti, ma dicono che sono un po’ poche le assemblee del gruppo. Quando ci sono queste assemblee, non si trovano affatto isolati ma anzi trovano molta sintonia tra i ‘peones’ come loro; certo poi con Antonello Soro e altri magari il rapporto è un tantino più ruvido. Ma loro sostengono che quando c’è una assemblea del gruppo, loro stanno benissimo. Però si chiedono come questo Pd, democratico, che critica i nominati, poi non riunisce i membri del gruppo. Gozi: Le decisioni del Pd sono prese altrove, in decisioni informali, in caminetti costruiti non so su quali criteri, e tanti di noi del PD - come la delegazione radicale - hanno appreso le decisioni dai giornali. C’è un problema strutturale. Siamo stati in tanti a sentire l’esigenza di riunirsi e dibattere di più, soprattutto per un soggetto politico che ancora non è soggetto e forse non è nemmeno ancora politico. L’importanza, per questo, della prossima convention (o congresso, come è chiamato comunemente) del Pd. Noi vorremmo che questo processo verso le primarie non sia plebiscitario e soprattutto uno scontro tra due gruppi di potere, quello solido bersaniano (in cui entrano anche Bindi, Letta), un gruppo di potere forte e consolidato che vuole fare del Pd un partito socialista e popolare; dall’altra c’è un misto tra nuovo-polarismo, nuovismo, che è l’area di Franceschini e dell’area di Veltroni. Un terzo candidato doveva evitare che il congresso si riducesse a uno scontro tra questi due gruppi e doveva porre alcuni temi che secondo me sono qualificanti per farlo, questo partito. Il tema delle alleanze è importantissimo, perché altrimenti il Pd - da solo - tra 50 anni potrà tornare al governo. Il Pd deve stabilire quali sono le sue priorità politiche, e parlare un linguaggio un po’ più semplice
    17:03 Durata: 14 min 19 sec
  • Pannella: Noi siamo contro il finanziamento pubblico dei partiti, dei sindacati, delle chiese, proprio per difenderne le nature, le storie, lo specifico, senza rischiare di farne una nuova edizione dei partiti nati negli anni 20 e 30. Gozi: Io ritengo che eliminare radicalmente il principio del finanziamento pubblico oggi non sia opportuno. Ma una cosa che noi proponiamo è proprio quella di dare attuazione all’articolo 49

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sandro Gozi

    deputato (PD)

    Pannella: Per esempio sul finanziamento pubblico dei partiti cosa c’è nel programma di Marino? Gozi: Buona parte dei finanziamenti secondo noi dovrebbe essere data a livello regionale e locale, e non essere concentrata a livello nazionale. Pannella: Finanziamenti pubblici. Gozi: Finanziamenti pubblici. E questo riguarda anche i rimborsi elettorali che oggi sono distribuiti a livello centrale. Pannella: Quindi ponete un problema di distribuzione, non di ‘partiti di Stato’ che hanno la funzione pubblica di para-Stato. Altro sarebbe i servizi, questo lo abbiamo sempre detto, che questi vanno dati in modo pubblico e limpido. Ma il principio del finanziamento pubblico ai partiti è poco americano, anglosassone. Noi siamo contro il finanziamento pubblico dei partiti, dei sindacati, delle chiese, proprio per difenderne le nature, le storie, lo specifico, senza rischiare di farne una nuova edizione dei partiti nati negli anni 20 e 30. Gozi: Io ritengo che eliminare radicalmente il principio del finanziamento pubblico oggi non sia opportuno. Ritengo che la questione vada collocata in una revisione dei costi della politica, ma anche dei costi dell’amministrazione e di tutti gli eccessi che paghiamo. Sicuramente ci sono degli eccessi che te definiresti ‘partitocratici’.... Pannella: No, questi sono eccessi truffaldini e da codice penale, non so no partitocratici. Gozi: Secondo noi oggi non è il momento di eliminare il finanziamento pubblico. Cosa intende Pannella quando dice che ‘altra cosa sono i servizi’? Pannella: Lo stesso fatto che Radio Radicale sia stata riconosciuta dallo Stato come un ente privato che assicura un servizio pubblico e credo con abbastanza generale soddisfazione, tranne per i vertici di partito. Altro sono i servizi da assicurare all’attività democratica dei partiti. Attività democratica dei partiti che non essendo stata prevista per l’opposizione dei partiti all’articolo 49 della Costituzione, tutt’ora non c’è, perché non c’è e non è quindi nemmeno un bene che possa essere difeso in sede giudiziaria o altro. Se i partiti non sono tenuti a rispondere della loro democraticità, e in più sono iper-finanziati. Gozi: Ma una cosa che noi proponiamo è proprio quella di dare attuazione all’articolo 49. Io non capisco perché in Italia non ci debba essere un regolamento minimo sui rapporti con lobbies e gruppi di interesse, come avvenuto per il parlamento europeo. “Non siamo d’accordo sull’abolizione radicale del finanziamento pubblico ai partiti
    17:17 Durata: 9 min 10 sec
  • Le riforme istituzionali. Gozi: La parola che in italiano non ha tradizione, l’accountability, il rendere conto, questa in Italia è stato totalmente cancellata dalla legge elettorale che utilizziamo. Pannella: Ma questa legge è il combinato disposto del monopartitismo imperfetto italiano, non possiamo continuare a dire che è colpa di Berlusconi, non scherziamo. Oggi l’Italia è un’anti-democrazia, un anti-Stato di diritto, e questo dobbiamo tenerlo presente. Ci vuole quindi nettezza di proposte, perché la gente possa capire

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sandro Gozi

    deputato (PD)

    Pannella tocca poi i temi delle istituzioni europee e della loro riforma, partendo dall’esempio degli Stati Uniti, non un super-Stato, ma un governo con quattro compiti: difesa, diplomazia, indirizzo di tipo giurisdizionale in via eccezionale, e politica economica. Per il resto tocca agli Stati. Su questo qual è il programma vostro? Gozi: Il nostro programma è di superare intanto il bicameralismo perfetto, di creare un Senato che sia camera delle Regioni, in cui i senatori sono eletti dalle varie regioni. Il rapporto fiduciario tra parlamento ed esecutivo sarebbe quindi dato alla nuova Camera, mentre la seconda camera deve occuparsi dei rapporti tra Stato e Regioni, o anche questioni fondamentali come le riforme istituzionali. L’idea della riduzione del numero dei parlamentari italiani. Pannella: Se c’è l’uninominale, il numero di parlamentari è importante. Averne uno ogni 100mila o uno ogni 200mila è una differenza importante. La demagogia del ridurre i parlamentari.... Gozi: Sull’uninominale, noi riteniamo sia fondamentale riavvicinare eletti ed elettori, e questo si può fare solo con il maggioritario uninominale. La parola che in italiano non ha tradizione, l’accountability, il rendere conto, questa in Italia è stato totalmente cancellata dalla legge elettorale che utilizziamo. Pannella: Ma questa legge è il combinato disposto del monopartitismo imperfetto italiano, non possiamo continuare a dire che è colpa di Berlusconi, non scherziamo. Le colpe della sinistra, secondo Gozi, sul conflitto di interessi. Pannella: Oggi l’Italia è un’anti-democrazia, un anti-Stato di diritto, e questo dobbiamo tenerlo presente. Ci vuole quindi nettezza di proposte, perché la gente possa capire. L’Italia è un Paese nel quale, per complicità della sinistra e della destra da 50 anni, noi abbiamo un welfare ristretto e questo è un peccato d’origine dello Stato italiano, per cui adesso potremmo avere presto 500.000 disoccupati senza alcuna protezione sociale, perché l’ideologia comune della sinistra e della destra è sempre stata quella di avere come ammortizzatore sociale semplicemente la tutela dell’operaio della grande industria. Questo è il risultato di un paese cresciuto sul suo debito pubblico, ed è stata una politica identica di destra e sinistra. Allora, vogliamo andare a una rottura? Gozi: L’analisi storica è condivisibile. Pannella: Condivisibile o condivisa? Gozi: Condivisibile. In concreto ci sono dei contratti a tempo determinato, pagati meno dei contratti a tempo indeterminato. L’Italia è l’unico paese che ha teorizzato una flessibilità sinonimo di precarietà. Oggi cosa dobbiamo fare? La proposta è semplice: aumentiamo i salari per i contratti flessibili; l’impresa ha già la flessibilità degli orari, perché il precario dovrebbe prendere anche un salario più basso di chi ha il contratto a tempo indeterminato? Per noi il congresso è questo, anzitutto parlare dei problemi della gente, perché finora il Pd ha guardato al suo ombelico. Pannella: Ma uno sta in un partito per quello che è o per quello che deve essere? Gozi: Nel caso del Pd sta nel partito per quello che era stato promesso due anni fa agli italiani come progetto. e non è mai stato realizzato. Era stato promesso un partito che si occupava della questione flessibilità, di quella ambientale, ad esempio basta guardare il discorso del Lingotto di Veltroni. Quegli spunti non sono stati sviluppati. Il Pd non ha dato risposte concrete, perché Veltroni ha tentato di gestire equilibri impossibili tra capi-bastone, anziché utilizzare il suo mandato per sviluppare azioni concrete rispetto a quelle idee che aveva annunciato. Noi non contestiamo il progetto, crediamo sia quello giusto per il Partito e per l’Italia, ma riteniamo che sia stato interpretato in maniera sbagliata. Pannella: Perché allora non mi risulta che avete fatto scandalo su questo, ovvero sul fatto che anche a livello ragionale si stanno ponendo degli sbarramenti elettorali? Gozi: Noi vogliamo parlare finalmente dei problemi della gente e non solo di regole. I radicali certamente si sono occupati dei problemi della gente, però ritengo che oggi, in una emergenza sociale e democratica come quella che vive il paese, cominciare a rivolgersi agli italiani partendo dalla questione delle regole istituzionali e della questione delle alleanze, sia partire dal verso sbagliato
    17:27 Durata: 18 min 36 sec
  • Pannella: Lo facciamo questo scontro sulla riforma elettorale? Ne parlate? Perché per il momento Ignazio non ne ha parlato; se lui vuole che lo aggrediscano, non che lo tacciano e lo oscurino, è su questo che va domani a Palermo o dove che sia, perché questa è una cosa che l’opinione pubblica capisce. Se lo dico, lo dico non in modo polemico, ma da collaboratore

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sandro Gozi

    deputato (PD)

    Fra quanto c’è il ‘congresso’? Quando comincia questo scontro? Gozi: Si sta facendo di tutto per evitarlo. L’intervista di Marino al Riformista e la mancanza di un accenno sui temi istituzionali e di riforma appena dibattuti. Gozi: Ma se leggete la mozione, questi temi ci sono. Poi i radicali sanno cosa vuol dire essere oscurati. C’è una tendenza alla bi-polarizzazione, perché non si vuole dibattere di certi temi, ci sono dei nodi da affrontare che la dirigenza attuale del PD non vuole affrontare. Pannella: Ma ciò deve divenire percepibile anche dagli iscritti. Per esempio, la riga di programma sull’uninominale, [] allora io mi permetto di dire, visto che hai detto che noi di oscuramento siamo piuttosto conoscitori e, conoscendolo, da 55 anni ancora ci stiamo: mi pare che sarebbe il caso che uno scontro apparisse, perché a mio avviso la posizione di Ignazio è di tipo liberal-democratico. Ma chi se ne accorge che nel Pd c’è un confronto? Allora, sei sicuro che non scoppia un casino, e quindi gli iscritti e gli elettori si possano appassionare, se venisse fuori che voi siete per la riforma americana delle istituzioni, mentre gli altri sono per l’ennesima contro-riforma pasticciata? Lo facciamo questo scontro sulla riforma elettorale? Ne parlate? Perché per il momento Ignazio non ne ha parlato; se lui vuole che lo aggrediscano, non che lo tacciano e lo oscurino, è su questo che va domani a Palermo o dove che sia, perché questa è una cosa che l’opinione pubblica capisce. Se lo dico, lo dico non in modo polemico, ma da collaboratore. Davvero è un problema urgente. Se ancora passa un giorno senza che mettiate questo, che poi traina tutto il resto! Traina il discorso sulla corruzione, sui nominati. Se dice di volere la riforma americana, io sono convinto che questo può avere una eco profonda nell’elettorato italiano e crea un problema anche alla maggioranza di governo. È una piccola cosa, ma perché non avete riflettuto un pochino su quello che vi abbiamo chiesto? Alle elezioni europee, secondo l’Istituto Cattaneo, abbiamo avuto più voti dal centro-destra che dal centro-sinistra, pur avendo fatto una campagna radicalissima. C’è un bisogno di radicalità, Ignazio Marino deve comprenderlo. E anche nella chiesa è così: Martini e Verzè che fanno quel libro, poi Vito Mancuso. Noi, se avessimo avuto prospettive di avere degli eletti, avremmo fatto l’impossibile per avere candidati credenti, credenti cattolici e conciliari, perché così le cose diventano chiare. Io oggi vorrei allearmi con la Chiesa sull’immigrazione. L’intervista al Sindaco di Riace
    17:45 Durata: 12 min 17 sec
  • Laicità. Pannella: Marino lui dice di essere ‘contro l’eutanasia ma sono a favore del testamento biologico’. Io dico che è una differenza nominalistica. Io temo che su questo si sottovaluti che i credenti italiani sono molto più vicini alla radicalità iniziale di Ignazio Marino, che a questo maggiore realismo in cui rischia di impantanarsi Gozi: Se c’è qualcuno che ha fatto delle scelte molto chiare su questi temi, è Ignazio Marino. Che si tratti di testamento biologico, di unioni civili, di altri temi legati all’etica, della laicità come metodo...

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sandro Gozi

    deputato (PD)

    Pannella: O Ignazio Marino si fa fiducia, e tocca le cose più scottanti. Va bene, lui dice di essere ‘contro l’eutanasia ma sono a favore del testamento biologico’. Io dico che è una differenza nominalistica. Come c’era l’aborto di classe e clandestino, adesso c’è l’episodio dell’infermiera che viene accusata di aver ammazzato e alcuni medici che dicono: ‘Ma questa è procedura normale’. Io temo che su questo si sottovaluti che i credenti italiani sono molto più vicini alla radicalità iniziale di Ignazio Marino, che a questo maggiore realismo in cui rischia di impantanarsi. Gozi: Se c’è qualcuno che ha fatto delle scelte molto chiare su questi temi, è Ignazio Marino. Che si tratti di testamento biologico, di unioni civili, di altri temi legati all’etica, della laicità come metodo.... Pannella: Io dico che se è così, allora c’è lo scontro. Tu per esempio hai parlato dell’uninominale, ma solo perché interrogato. Ignazio Marino ha una natura netta, si sta impantanando perché, ritenendo di non avere esperienza politica, ascolta la caricatura del realismo politico. Il realismo invece sarebbe per lui quello di parlare con radicalità ai parroci, agli altri, cioè fare scandalo. Gozi: Io non credo abbia paura di questo. Sul testamento biologico cosa è successo? Il Pd ha rinunciato ad avere una posizione netta che era quella di Ignazio Marino, che corrispondeva alla stragrande maggioranza delle opinioni degli italiani e dei cattolici. Quindi quella del PD era una posizione sbagliata come merito e come strategia. Ho deciso di sostenere Marino proprio per la nettezza delle sue decisioni. Pannella: Ma questa è diventata una cosa intima, non è una cosa politica, non è proclamata. In lui ha giocato una cosa: quella di essere troppo vicino ai radicali. Ora, un credente che non lascia ai radicali il monopolio della difesa è perdente, perché dalla sua c’è anche la sofferenza del mondo cattolico. Gozi: L’unico dei tre candidati che sta dicendo che la distinzione vera in Italia non è tra laici e cattolici ma è tra laici e clericali, chi è se non Ignazio Marino? Pannella: Ma questo va gridato! Gozi: E allora alzeremo la voce. Abbiamo talmente insistito sulla questione laicità che ci hanno accusato di avere una proposta politica monotematica. Tu facevi riferimento al progetto bersaniano di un partito cattolico-popolare. Ma io un Pd che sia una sorta di riedizione di un compromesso storico non lo voglio. Io vorrei un partito democratico che fosse molto più liberal-democratico
    17:57 Durata: 10 min 45 sec
  • Pannella: Bisogna che ci sia una connotazione di novità. Ignazio Marino ha una storia assolutamente diversa dalle altre, che deve rivendicare. Invece lui è stato infettato dal virus dello pseudo-realismo che non ha mai creato nulla. Gozi: No, io credo che il tuo giudizio su come Marino si sta muovendo sia eccessivo. E’ chiaro che Franceschini e Bersani evitano di dibattere su queste cose, perché i gruppi di potere che li sostengono sono divisi su tutto, per cui non possono sostenere un dibattito del genere. La trattenuta alla fonte e il salario minimo garantito.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sandro Gozi

    deputato (PD)

    Il fallimento delle ideologie, inclusi il socialismo e il neocapitalismo, secondo Gozi: Un conto è il liberalismo che in Italia non c’è mai stato, un conto è il neo-capitalismo che ha portato alla finanziarizzazione del capitalismo, a questa bolla speculativa e a questa crisi globale. Non confondiamo, io non metto in discussone il liberalismo economico. Ripartiamo dall’affrontare la questione del debito pubblico, della flessibilità, del welfare che va rivisto completamente. Pannella: Ma tu lo dici qua, a Radio Radicale. Bisogna che ci sia una connotazione di novità. Ignazio Marino ha una storia assolutamente diversa dalle altre, che deve rivendicare. Invece lui è stato infettato dal virus dello pseudo-realismo che non ha mai creato nulla. Attenzione, stiamo arrivando alla fine della campagna! Gozi: No, io credo che il tuo giudizio su come Marino si sta muovendo sia eccessivo. E’ chiaro che Franceschini e Bersani evitano di dibattere su queste cose, perché i gruppi di potere che li sostengono sono divisi su tutto, per cui non possono sostenere un dibattito del genere. Quali sono i gruppi di potere dietro Franceschini? Gozi: Non mi riferivo a gruppi di potere economici. Franceschini ha una serie di pezzi di correnti dei due vecchi partiti. E qual è la connotazione sociale della candidatura di Franceschini? Gozi: Mi pare che lui guardi molto a due mondi piuttosto diversi: da una parte all’elettorato tradizionale del centro-sinistra, dipendenti pubblici, dai 30 ai 50 anni, e dall’altra tenti di rilanciarsi guardando a tutto quello che sono il ricambio generazionale e le nuove generazioni, anche a livello visivo. Franceschini - lui mi passerà la battuta - è un popolare che veste Serracchiani. Pannella: Ti suggerirei di ascoltare l’intervento che ha fatto il Presidente della Fiat ieri a Cortina e vedere gli applausi che sono venuti fuori. Quello forse più imprevisto c’è stato quando lui ha posto il problema della trattenuta alla fonte. Massimo sa quanto sia una mia idea fissa, tanto che abbiamo anche provato a farci un referendum, bocciato poi dalla Corte Costituzionale. Montezemolo ieri l’ha posta in questo modo: l’operaio e il dipendente italiano riscuote il 50 per cento di quello che gli viene attribuito come salario e non se ne accorge. E, ha detto lui, che questo è il problema di fondo. Questa è una delle questioni; Ignazio rifletta su quale trattenuta alla fonte c’è negli Stati Uniti. Gozi: Marino è l’unico che parte dalla centralità della persona umana, da cui si parte per rivedere il problema del lavoro ed altre proposte molto concrete su flessibilità, sistema istituzionale, etc.. Noi partiamo da questo per fare proposte specifiche. Come si riduce il costo del lavoro, contemporaneamente alzando i salari? Gozi: Quello che le imprese cercano quando si parla di contratti flessibili è la flessibilità dell’orario, e questa flessibilità le imprese sono disposte a pagarle di più. La proposta di un salario minimo garantito: Se ci fosse un salario minimo in Italia, non avremmo delle divergenze di salario tra gli stessi lavori che svolgono gli italiani e quelli che svolgono gli immigrati. Si eliminerebbero all’origine quelle forme di razzismo, ma dobbiamo porci - noi di centro-sinistra - dalla parte di coloro che, al di là di quanto dice il rapporto di Banca d’Italia, sono in concorrenza con gli immigrati. Perché ci sono dei lavoratori che sono in concorrenza con gli immigrati. Dobbiamo creare delle condizioni per cui non si generi razzismo ma si creino le condizioni di una sana convenienza. Lo stato del servizio pubblico d’informazione. Ci sono vari esempi di carenza di democraticità: quando tu vai a un concorso e sai già, prima che il concorso sia bandito, chi lo vince, questo è un problema democratico. Quando un primario è nominato dal segretario di partito, è un problema democratico
    18:08 Durata: 16 min 2 sec
  • Il conflitto di interessi. Gozi: Una legge non deve tenere conto solo della tv. Io ritengo che ci debba essere - ma questa è un’opinione personale - una distinzione molto netta tra chi in qualche modo controlla l’informazione e chi fa politica. La politica estera, Pannella: Perché di fronte al fatto che tutti quelli del PD sgomitano con Berlusconi per stare nella tende di Gheddafi, a questo punto Marino non dice: ‘Io non tollero che oggi il migliore di noi, D’Alema, sia in concorrenza con Berlusconi per l’alleanza con Ghieddafi'?. Questo l'indomani andrebbe su tutti i giornali

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sandro Gozi

    deputato (PD)

    Il tema del conflitto di interessi. Gozi: Una legge non deve tenere conto solo della tv. Io ritengo che ci debba essere - ma questa è un’opinione personale - una distinzione molto netta tra chi in qualche modo controlla l’informazione e chi fa politica. La persona deve scegliere se vuole continuare a gestire l’informazione o scendere a fare politica. Questo è il Paese dei conflitti di interessi. Le soluzioni sono varie. Pannella: Se non c’è la volontà politica e la lotta, non è un problema di come lo farei. Essendo la situazione italiana così, una riforma che costringesse alle dimissioni dell’attuale Presidente del Consiglio, non andrebbe. Il leader radicale torna a parlare dei rapporti Italia-Libia e della risposta data stamattina da Marino nel filo diretto con RadioRadicale: ‘Ma io sono uno di quelli che con i senatori radicali ha ottenuto che Gheddafi non parlasse in Senato’. Certo, ma allora perché di fronte al fatto che tutti quelli del PD sgomitano con Berlusconi per stare nella tende di Gheddafi, a questo punto se lui dice: ‘Io non tollero che oggi il migliore di noi, D’Alema, sia in concorrenza con Berlusconi per l’alleanza con Ghieddafi, allora questo va su tutti i giornali l’indomani’. La notizia è se Ignazio a questo punto dice: ‘Io voglio andare al congresso per dire che l’accordo con la Libia va fatto fuori. Mentre la tesi di D’Alema è che la Libia sia strategica. Ma questo è un ragionamento da ‘ragion di Stato’, non da ‘senso dello Stato’. Queste cose Marino le avrà dette mentre parlate tra di voi. Ma le cose dette, in una campagna elettorale, sono quelle che fanno notizia. Sarebbe un servizio che rendete al Partito, perché aiutereste anche Bersani e Franceschini ad avere un livello di scontro più profondo, alto e di massimo respiro. Altrimenti di cosa si sta discutendo? Ci vogliono notizie! Le esposizioni programmatiche fanno russare la gente. Gozi: Anche sulla questione europea il Pd si è spento, pur essendo nato come partito europeista, è rimasto muto di fronte alla distruzione dell’Europa. Il problema era sempre lo stesso: altrimenti che guardare al problema della gente, i dirigenti pensavano ad altro. Pannella: Oggi c’è un solo uomo politico europeo federalista, essendo uomo di governo, ed è Guy Verhofstadt, diventato leader del Partito Liberale. Allora perché non scegliere di andare lì con i propri parlamentari? Sarà una notizia... Dire che oggi, se uno è federalista, o sta con Cohn-Bendit, con Giscard D’Estaing o con il gruppo Liberale. Pensa se dicesse che ritiene che i parlamentari del Pd devono essere liberi di scegliere dove andare. Gozi: Sulla questione europea, io ritengo che l’alleanza fatta con i socialisti è assolutamente insufficiente, non è un punto di arrivo ma semmai un punto di partenza. Pannella: Ma che notizia è questa? La notizia può essere che, per la prima volta dentro al Pd, Marino chieda libertà per gli eletti di andare nel gruppo più federalista. Gozi: Ma dal punto di vista del merito, io non credo che il problema oggi al Parlamento europeo sia il posizionamento con i Socialisti o i Liberal-Democratici, ma rompere l’accordo consociativo che continua ad esserci tra Socialisti e Popolari europei. Pannella: Bisogna sistemarsi dove oggi è più chiaramente coerente con un obiettivo, quello del rilancio degli Stati Uniti d’Europa, ovvero stare nel gruppo di Verhofstadt, visti anche i due libri che ha scritto
    18:24 Durata: 20 min 30 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    Sandro Gozi

    deputato (PD)

    Quali saranno le prossime tappe della campagna di Ignazio Marino? Gozi: Marino sta facendo un tour per tentare di coprire il massimo dei territori, per avere il massimo contatto con la gente, anche perché questo regolamento è abbastanza complesso; proprio per avere un rapporto con gli iscritti sta girando l’Italia. Se non prendiamo il 5 per cento del voto degli iscritti, non possiamo presentarci. La scelta dei candidati della mozione Marino nelle regioni. Noi contiamo sull’appoggio dei radicali per le primarie del 25 ottobre. Le scelte da fare, secondo Pannella, per una politica europea federalista e per una politica estera alternativa nei confronti di Gheddafi. L’atteggiamento dei grandi quotidiani verso la candidatura di Marino. Gozi: Fare notizia non è sempre facile e non dipende sempre dall’abilità del politico. Pannella: No, non è sempre facile. E non è sempre facile nemmeno censurare. Dico che il lavoro di organizzazione andava fatto anche diversamente, visto che sono 55 anni che sono clandestino e via dicendo, però, guardacaso, riusciamo a vivere, non a sopravvivere
    18:45 Durata: 10 min 58 sec