13 SET 2009
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 17:07 Durata: 1 ora 43 min
A cura di Enrica Izzo e Pantheon
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 13 settembre 2009 condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 43 minuti.

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  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    L’ipotesi, ventilata da Marco Pannella, che ci sia accordo su Tony Blair presidente dell'UE. L’iniziativa radicale per la verità sulla guerra in Iraq e il ruolo dell’ex Primo ministro britannico
    17:07 Durata: 2 min 50 sec
  • La guerra in Iraq nel 2003 e la ricostruzione radicale della sua vigilia: Quell’entrata in guerra fatta proprio allora perché Saddam se ne stava andando, e quindi avremmo avuto l’alternativa alla guerra e l’esilio del dittatore. I sondaggi indicano la crescita di consensi individuali a Berlusconi, pur sotto attacco. Evidentemente, per l’opinione pubblica, gli attaccanti non sono credibili o stimabili. Quando gli attaccanti sono i radicali, e sono credibili e stimabili, si risolve il problema - ormai è cosa di regime - censurando alla base quello che loro dicono

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La conversione al cattolicesimo di Tony Blair? Quella se la merita e Ratzinger se la merita. Ma noi abbiamo iniziato la nostra campagna quando lui era ancora premier e leader europeo. Anche lui ho scoperto che ha un contratto del tipo di quelli di Gerhard Schroeder. Pannella indica poi una foto di Blair e Gheddafi che si stringono la mano, e poi cita un articolo del Giornale dal titolo ‘L’ultima degli inglesi: forze speciali addestrano le truppe di Gheddafi’. A questo punto c’è uno scandalo in Gran Bretagna, perché si dice: questi, per anni, hanno notoriamente rifornito di armi l’ala violenta e terroristica degli irlandesi; ci sono stati tanti morti britannici. E ora scopriamo che gli inglesi sono addirittura quelli che addestrano le truppe di Gheddafi. Questa è una notizia di attualità, però nessuno la inquadra. Poi oggi viene affermato che all’inizio del 2004, cioè durante la guerra, Blair è autore principale della de-criminalizzazione a livello internazionale del regime di Gheddafi. Ma la notizia già c’era nell’ottobre 2003, esattamente 5 mesi dopo quell’entrata in guerra fatta proprio allora perché Saddam se ne stava andando, e allora avremmo avuto l’alternativa alla guerra e l’esilio del dittatore. Abbiamo poi fornito - e tutti possono trovarli online - la cronologia fatta dal principale collaboratore, David Manning, consigliere diplomatico di Blair, che aveva il privilegio di assistere alle riunioni ultrariservate tra Blair e Bush. E ogni volta David Manning sottolinea, nel fare la verbalizzazione dell’incontro, che ormai - anche mentre dicono di cercare la pace - Bush diceva: ‘Questo è un criminale, quindi bisogna farlo fuori in qualche modo. Quindi se non lo ammazzano prima, bisognerà farlo fuori perché è un delinquente. Altro che dargli l’esilio o i soldi! La sinistra italiana, soprattutto il Pd, naturalmente Massimo D’Alema, su tutto questo non hanno raccolto nemmeno una riga, tranne un paio di articoli in prima pagina di Furio Colombo, poi passati a pagina non-so-quale. Il futuro del Fatto. Sarei divertito di vedere se Antonio Padellaro e Marco Travaglio, come io farei da giornalista, sbatteranno questa cosa in prima pagina per tre giorni, facendo una piccola inchiesta. Ma dubito profondamente che possa accadere, perché i capaci-davvero-di-tutto mostrano di essere capaci davvero per il momento. Grazie a Berlusconi, ma anche da Crespi e altri, abbiamo sondaggi che indicano un top che cresce di consensi individuali a Berlusconi, che è sotto attacco. Evidentemente, per l’opinione pubblica, gli attaccanti non sono credibili o stimabili. Quando gli attaccanti sono i radicali, e sono credibili e stimabili, si risolve il problema - ormai è cosa di regime - censurando alla base quello che loro dicono, tanto più è importante quello che documentano. Sulla vicenda ‘Iraq Libero’ e la campagna per la verità sulla guerra in Iraq non c’è un cenno di dibattito. Io sono uno dei pochi americani che si rifiuta di accettare questa cosa, malgrado Biden avesse dichiarato qualche cosa (e anche Obama). Se hanno il sospetto legittimo che uno dei presidenti USA abbia mancato alla legge, questo deve essere punito severamente perché ha un’aggravante in più. Il fatto che questo per il momento non accada minimamente, e non accade nemmeno in Inghilterra dove la Camera dei Lord ha stabilito di farlo, ma per ottenere il via libera di Gordon Brown ha dovuto assicurare la segretezza dell’inchiesta continua ad alimentare una politica criminale” L’imposizione di Gheddafi ,all’Africa e alla politica mondiale. E ora lo stesso accade in Europa. Se pensiamo che la sinistra Europea ci farà rischiare, se anche questo contributo di verità viene soffocato, ad avere come massimo esponente della Comunità Europea, presidente per anni dell’Europa a 27, proprio Tony Blair. Per me sarebbe un de profundis per l’Europa di Spinelli, l’Europa nostra. Il leader radicale ricostruisce gli ultimi giorni immediatamente precedenti alla guerra in Iraq. Tutto questo mentre il Parlamento italiano aveva votato la nostra tesi e la risposta dell’attuale Ministro degli esteri, ministro anche allora, era: ‘Peccato che abbiamo già potuto constatare che la cosa non è praticabile’. Tanto è vero che è invece provato che la Lega Araba era in maggioranza favorevole
    17:10 Durata: 26 min 56 sec
  • Quale il ruolo di Tony Blair oggi? Noi diciamo che tutt’ora l’imposizione e la forza di Gheddafi vedono come gran promotore questo rappresentante della sinistra, di D’Alema, di Schulz, e di questo non c’è un’oncia di interrogativo in questo dibattito, nemmeno nella corsa a segretario del Pd

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Quale il ruolo di Tony Blair oggi? Noi diciamo che tutt’ora l’imposizione e la forza di Gheddafi vedono come gran promotore questo rappresentante della sinistra, di D’Alema, di Schulz, e di questo non c’è un’oncia di interrogativo in questo dibattito, nemmeno nella corsa a segretario del Pd. Il Pd non si appassiona alla politica estera per essere libero di farla fare a quelli che la fanno da sempre, come D’Alema. Da quando il Pd è divenuto quello nuovo di Veltroni, l’unica cosa per cui siamo stati considerati è per il tentativo loro di eliminarci. I radicali non sono nominati, nemmeno da Ignazio Marino: Tutt’al più ci si nomina per far passare la cosa di Sinistra e Libertà che ormai è interna alle dinamiche del Pd. Fino a qualche tempo fa la maggior parte del territorio era nelle mani del centro-sinistra. Adesso inizia a essere l’opposto e l’anno prossimo sarà proprio l’opposto. Tanto che Verdini, rispondendo a Fini, secondo cui un partito non può essere solo un organigramma - dice: 'Tra pochi giorni parleremo di organici di migliaia di persone'. Calcolano che la maggioranza assoluta delle regioni passi nelle loro mani. E sono legate al beneplacito di questa forza anti-europea, anti-italiana ed anti-democratica che è la Lega, nella quale l'incoscienza del poveretto capace-davvero-di-tutto ancora non vede che ieri Bossi ha detto: ‘Noi sappiamo che le popolazioni padane saranno indipendenti’. E lui non vede, non sente
    17:37 Durata: 6 min 28 sec
  • Ancora sulla candidatura di Barroso e Blair ai vertici dell'UE. Poi nessuno mi ha smentito, ma credo questa fosse un'operazione tattica perché lui fosse confermato. Io conosco persone alle quali Barroso ha detto: il ministro degli Esteri migliore che io possa immaginare è D’Alema; sicuramente ad altri avrà fatto altri nomi. Pensate che bellezza: manca Berlusconi

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La candidatura di Barroso alla Presidenza della Commissione. Se il trattato di Lisbona fosse approvato, ci sarebbero tre eletti europei. Uno è un nominato-eletto dai 27, ed è già fatto prima ancora che Lisbona sia operativa, ma Barroso l’ha preteso e tutti si sono inchinati, anche Guy Verhofstadt si è inchinato per un calcolo. Sicché abbiamo questo capace quasi di niente, che è Barroso. Poi abbiamo il problema di un ministro degli esteri strano, che sarebbe anche vice presidente della Commissione di Barroso. E poi ci deve essere il Presidente; quest'ultimo dovrebbe essere Tony Blair perché Barroso è riconosciuto di destra, e quindi il Presidente deve essere di sinistra. Poi nessuno mi ha smentito, ma credo questa fosse un'operazione tattica perché lui fosse confermato. Io conosco persone alle quali Barroso ha detto: il ministro degli Esteri migliore che io possa immaginare è D’Alema; sicuramente ad altri avrà fatto altri nomi. Pensate che bellezza: manca Berlusconi. Perché da 30 anni, dove c’è D’Alema c’è anche Berlusconi, nella sostanza. L’Europa è una bella Europa, conquistata dalla peste italiana. Contro tutto questo c’è il nostro Partito Radicale, che nel nome è un manifesto: ‘Nonviolent Radical Party, Transnational and Transparty’
    17:43 Durata: 4 min 27 sec
  • L'idea, espressa anche da Sacconi, di manovre delle élite finanziarie. La mia visione non è mai stata questa: i ‘poteri economici’, etc. Il mio punto di riferimento è sempre stato invece l’alleanza - qualcuno direbbe interclassista - statalista fra le famiglie industriali parassitarie (non padrone) grazie alla partitocrazia. Repubblica? Io non ho mai detto che questi sono i rappresentanti del potere economico al quale la sinistra è subalterna. Semmai ho sempre detto che loro sono stati subalterni, corrotti e corruttori del potere partitocratico. Oggi un poveraccio come Luca di Montezemolo, tutti quanti lo citano. E che dovrei dire che quello rappresenterà il potere economico e capitalista? Ma va

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La realtà italiana in movimento. L'assise di Gubbio: Sicurissimamente interessante, grazie a Radio Radicale, di una ricchezza che non ho conosciuto in precedenti riunioni, scuole, di questo tipo. Nel senso che a Radio Radicale abbiamo sentito una marea di interventi, nei quali è facile vedere la maturazione di una cultura e di una iniziativa politica impressionante. Perché è capace, a mio avviso, di organizzare i 90.000, come 90.000 squadristi o non so che cosa, ma è capace di organizzarli. Dal discorso di Sacconi, interessantissimo, che sa di antico, di un antico che è bene non sottovalutare mai. E la differenza per esempio del discorso di Alfano, che dice no alle nostre cose ma è stato interessante. Interessante anche quello che non ha detto, cioè sulle nostre cose non ha detto nulla. Mentre lo scorso 27 gennaio alla Camera ha detto cose impressionanti. Quindi si tratterà di seguire un po’ questo giovane emerso, più che emergente. Poi abbiamo sentito, oltre a Fini, abbiamo avuto la conferma della parte più vuota - quella che non ci ha mai interessato perché non valeva nulla - la conferma del Presidente Schifani, che davvero ci dimostra come si debba salvare la memoria della Democrazia Cristiana. Le reazioni profonde, immediate, gravi al discorso di Fini: Quindi sono stati due giorni, di e da Radio Radicale, di grande interesse politico. Bordin cita la critica alle élite nel discorso di Maurizio Sacconi e una certa continuità con alcuni accenti tipici del craxismo: La critica alle élite senza rappresentanza elettorale ma con potenza finanziaria. Parliamo del gruppo Repubblica e dei gruppi finanziari. Craxi faceva questo discorso. Ti cito solo un caso, nel quale vi siete trovati appaiati: il Caso D’Urso [...] Il bersaglio polemico principale era La Repubblica di Scalfari [...] Volevo chiederti: il discorso di Sacconi non è assolutamente estraneo all’ascoltatore ultraventennale di Radio Radicale, perché sono cose che ha sentito anche da te. Pannella: Sono stato alleato con Craxi quando con Pierre Carniti lo abbiamo convinto a quella rivoluzionante scelta che era il referendum sulla scala mobile. Chi aveva fatto l'unificazione del punto di contingenza? Agnelli con Lama. Io credo di aver ripetuto la critica contro il corporativismo italiano, dovuto a partitocrazia e sindacatocrazia, e anche agli industriali e agli squali di Ernesto Rossi. Ma abbiamo sempre sottolineato che la forza di costoro era determinata dalla totale convergenza di analisi con il potere sindacale, partitico ed altro, che era il potere ufficiale di questa Repubblica “Io ho sempre rimproverato a Repubblica e a De Benedetti… Intanto sono l'unico ad aver fatto condannare De Benedetti in sede penale. Pago questo. Poi ho sempre detto che Eugenio Scalfari non ha nulla di laico e di liberale, che è passato dall'appoggio a Berlinguer a De Mita, e gli riconosco solo una volta di avere sottoscritto la richiesta di abrogazione del Concordato. E la ricordo con una eccezione. Io non ho mai ritenuto che Scalfari fosse un venduto ai poteri economici. Io ho sempre ritenuto, come affermava il più profetico e scientifico dei socialisti italiani dagli anni ’10 fino agli anni ’50: Gaetano Salvemini”. “La mia visione non è mai stata questa: i ‘poteri economici’, etc. Il mio punto di riferimento è sempre stato invece l’alleanza – qualcuno direbbe interclassista – statalista fra le famiglie industriali parassitarie (non padrone) grazie alla partitocrazia” e gli altri. “Quando ho fatto critiche a Repubblica – e ho detto a più riprese che quello che doveva in teoria essere un radicale, aveva spinto Arrigo Benedetti a uscire sdegnato dal suo Espresso dicendo: ‘Con Scalfari non è possibile che io resti’, ‘è perfino razzista contro Israele’ - io non ho mai detto che questi sono i rappresentanti del potere economico al quale la sinistra è subalterna. Semmai ho sempre detto che loro sono stati subalterni, corrotti e corruttori del potere partitocratico, mentre Sacconi dice una cosa diversa. Le forze oscure della reazione in agguato diventano ‘le forze oscure del capitalismo’… cosa che mi ha sempre fatto ridere e mi ha ripugnato”. “Oggi un poveraccio come Luca di Montezemolo, tutti quanti lo citano. Buttiglione ha detto: ‘Ecco, Fini e Montezemolo’. Sono i segreti di Pulcinella. E che dovrei dire che quello rappresenterà il potere economico e capitalista? Ma va… (Tanto per continuare a farmi amici con franchezza!)”. L’approccio differente da Maurizio Sacconi: “Solo uno con la faccia di tola di Sacconi può venire a parlarci del capitalismo in agguato. Fa parte di una tradizione socialista-fascista che conosciamo. E io non ho mai usato il termine ‘fascista’ come insulto, ma come elemento di condanna ragionevole e ragionata”. Bordin ricorda una vecchia polemica tra due ministri del governo Spadolini: Andreatta e Rino Formica, con il primo che parlò di ‘nazional-socialismo’ e Formica che se la prese molto male.
    17:48 Durata: 17 min 5 sec
  • A Gubbio, Della Vedova e Capezzone a confronto: Benedetto esprime le sue opinioni, Daniele è invece tecnicamente molto bravo ad esprimere le posizioni che - avendole sottoposte - gli sono state approvate

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La scuola di Gubbio e gli interventi conclusivi di Benedetto Della Vedova e Daniele Capezzone. Ma troveranno mai un accordo questi due?, ironizza Bordin. Penso di no, replica Pannella, sia detto a tutto onore di Benedetto. Perché Benedetto esprime le sue opinioni, Daniele è invece tecnicamente molto bravo ad esprimere le posizioni che - avendole sottoposte - gli sono state approvate. Ho già fatto un esempio. Mi diceva sempre: ‘Ti sottopongo’. E io gli dicevo: ‘Ma che cazzo mi sottoponi?’. Adesso sicuramente ha trovato a chi sottoporsi. Che poi l’ottimo Benedetto abbia parlato di quella sfilza di sue presenze ininterrotte in oratorio, etc., era forse irrilevante fare tutto quell’elenco lì. Quella collana di meriti di stampo cattolico non impressiona nessuno. Poi un’altra cosa, vorrei dire affettuosamente: il fatto che lui accetti di essere qualificato come ‘ex radicale’ su tutti i giornali, può rivelarsi sicuramente più grave di quanto Benedetto non valuti
    18:05 Durata: 3 min 54 sec
  • Le ipotesi in circolo di un ipotetico governo tecnico: Spero che Fini, che probabilmente avrà attorno a sé consiglieri che gli vogliono insegnare il realismo politico, difenda la sua realtà politica, senza cadere in tentazioni come queste: questa roba Rutelli, Buttiglione

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le ipotesi in circolo di un ipotetico governo tecnico: Spero che Fini, che probabilmente avrà attorno a sé consiglieri che gli vogliono insegnare il realismo politico, difenda la sua realtà politica, senza cadere in tentazioni come queste: questa roba Rutelli, Buttiglione. Fini si accorge che è utile dirlo: ci sono due destre, quella di adesso e quella storica. E lui ricorda che quando entrammo in parlamento noi ci sedemmo all’estrema sinistra e io dissi: ‘Occupo questi spazi perché noi siamo di estrema sinistra, riformatori, liberali, e gli unici rappresentanti in questa aula anche degli ideali della destra storica. La linea del Corriere della Sera rispetto al Governo: il discorso sulla patria e quello sulla politica economica. Pannella: Io ho sempre avuto il sospetto che Giavazzi fosse troppo influenzato dalla Danimarca, e invece mi pare che lui l’azzecchi anche se parla di aree, perché il suo non è solo un discorso sull’Italia. Io ho già insistito a lungo su una cosa, che parte dalla sacrosanta idea che la natura non fa salti. Proprio perché non fa salti, la politica invece fa solo salti. La politica che poi resta, come evento. Io sono convinto che è probabile - più che possibile - che questo accada dopo che io me ne sono andato, ma credo che sia possibile che lo veda anche io. Cioè che ci sia la rivoluzione radicale, la rivoluzione liberale, come fatto politico maggioritario di questo paese. Ritengo che siamo vicini a quello che può far esplodere una situazione, ma controllandola, facendone fonte energetica. Perché, per esempio, tra qualche tempo - magari in una conversazione con Ichino e anche con Cazzola, approfondita - probabilmente verrà fuori la constatazione, con sorpresa, che ci trovano maturi politicamente sulla trincea di lotta sociale della quale loro sono oggi i massimi rappresentanti riformistici e forse riformatori
    18:09 Durata: 8 min 28 sec
  • Ritengo, da radicale, che il problema sociale, corrisponde nei momenti più veri ai momenti istituzionali. Quando dico che la giustizia, non le carceri, rappresenta in Italia una realtà infinitamente più ignobile e pericolosa della realtà fascista, (intendo dire che) certo la legge allora era repellente e totalitaria, ma c’era. Regime sfascista e chiesa triumphans

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Perché ritengo, da radicale, che il problema sociale, corrisponde nei momenti più veri ai momenti istituzionali. Quando dico che la giustizia, non le carceri, rappresenta in Italia una realtà infinitamente più ignobile e pericolosa della realtà fascista, (intendo dire che) certo la legge allora era repellente e totalitaria, ma c’era. Non parlo delle carceri se non come appendice di una realtà nella quale lo Stato nega se stesso e produce ingiustizia, anti-ingiustizia. Credo che noi abbiamo riflettuto sui fatti e per forza di cose siamo riusciti anche a riprendere piccole sorgenti d’acqua liberale, d’acqua dello Stato di diritto, riportandole alla luce. Allora penso che l’assieme della produzione, dell’incontro, del lavoro di gruppo attraverso i decenni, può costituire davvero l’alternativa allo sfascio per salvare anche gli sfascisti. E’ sfasciato tutto, sempre di più. Si sfasciano le istituzioni dello Stato, la moralità pubblica, si sfascia tutto. E si sfascia anche quello che può avere salvato la chiesa dalla metà dell’800 - Gioberti, Rosmini, e il cattolicesimo liberale - che lo ha salvato fino a darci Sturzo, De Gasperi nel dopo fascismo: cattolici liberali, non cattolici democratici. E la chiesa infatti rischia di creparne perché è chiesa-potere, chiesa-velleità. Una "chiesa triumphans" nel modo di ragionare: ‘ci siamo presi questa società, ci siamo presi questi soldi, questo intellettuale, Stefania, questi socialisti’. Per fortuna ancora Margherita Boniver ancora mi pare qualche volta voler puntualizzare. Io fino a 4 anni fa dicevo: ‘I socialisti hanno scelto, comprensibilmente, una parte di andare con Berlusconi e una parte da quest’altra parte’. Beh, oggi il carattere socialista si può riconoscere solo a Renato Brunetta. Francamente a Sacconi e al gruppetto di potere, no, e me ne dispiace
    18:17 Durata: 6 min 24 sec
  • L'attualità radicale e il "no" radicale alla manifestazione sull'informazione del 19 settembre: Il perché ‘no’ è semplice: noi abbiamo predicato per decenni che la sinistra italiana - Repubblica e tutta questa roba - non ha mai permesso una sola manifestazione di massa sui temi dell’informazione. Mai. Non l’hanno mai permessa sulla giustizia. L’hanno negata loro! Ed adesso gli stessi hanno l’autorità morale e intellettuale di dire: ‘Adesso l’Italia democratica, etc.’?

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’attualità radicale. Pannella: C’è il lavoro - Michele De Lucia lo riesce a dirigere - della parte sociale, e quindi del diritto. E su questo credo che nei prossimi giorni avremo, come abbiamo avuto gli annunci di un progetto nostro, con la prima firma al Senato di Ichino e alla Camera di Cazzola qualcosa del genere nei giorni prossimi. Poi c’è una cosa che anticipo: c’è questa grande manifestazione del 19, con centinaia di migliaia di firme, sull’informazione e via dicendo. Noi prenderemo posizione, spiegando perché no. E il perché ‘no’ è semplice: noi abbiamo predicato per decenni che la sinistra italiana - Repubblica e tutta questa roba - non ha mai permesso una sola manifestazione di massa sui temi dell’informazione. Mai. Non l’hanno mai permessa sulla giustizia. L’hanno negata loro! Ed adesso gli stessi hanno l’autorità morale e intellettuale di dire: ‘Adesso l’Italia democratica, etc.’? Io vorrei ricordare a Repubblica che una volta, l’ho scritto proprio ieri, la Corte di Cassazione, con grave scandalo, sentì la necessità di decretare un decalogo di comportamenti giornalistici. Ed era profetico, come era profetico quel libretto di Micheletta, nel quale c’era la tortura dei diffamati. Poi l’abitudine di mettere tra virgolette titoli che poi non si trovano nelle interviste, è Repubblica!, è Scalfari!, con un cinismo, ma anche una cecità. E adesso, no. Diciamo: fate bene a svegliarvi. Fatelo, speriamo che arrivate. Noi radicali, poiché lottiamo per quello che voi dite di voler ottenere, evidentemente non ci confondiamo con l’inganno che voi fate. Perché chi non conosce la storia d’Italia, Glucksmann, può anche firmarlo, ma non altri Altro appuntamento: “L’Associazione terrà il suo congresso online, per una durata di più di 20 giorni”. “Questa decisione è avvenuta anche con il congresso fondativo di Agorà Digitale, che rappresenta una crescita di iniziative militanti su questo piano”. La battaglia contro la designazione di Blair.
    18:24 Durata: 9 min 53 sec
  • Il dibattito sul testamento biologico

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il dibattito sul testamento biologico. Il ruolo di Giuliano Ferrara nel caso Englaro: Il caro Giuliano, per 5 mesi della sua vita, ha provato a ripetere tutte le cose radicali. Ha fatto lo sciopero della fame, poi questa cosa dell’acqua, tutte cose espressive del mondo radicale. Solo che in lui erano involontariamente false, e basta. Tanto è vero che non sono servite a nulla. Ma torno a dire che lui le ha fatte queste cose, ma quando in televisione Vespa ha parlato per due o tre sere di fame e sete, io ho avuto paura. Nel senso che lui era in malafede e sceglieva quelle parole, mentre tu puoi arrivare alla morte senza avere né fame né sete. Il caso del detenuto maghrebino che, a seguito di uno sciopero della fame e della sete, si è lasciato morire senza suscitare eccessiva opposizione: Ma non era una donna bianca, chiosa Pannella. Eugenia Roccella non ci crede ma recita una posizione politica, a fini politici
    18:34 Durata: 7 min 15 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    Gli appuntamenti di Marco Pannella nella settimana entrante e le prossime puntate della conversazione con Massimo Bordin: Io vorrei che mi dicesse di no, se crede, Marco Travaglio. Mi ha già detto di no fino a metà ottobre perché c’è Il Fatto. Poi mi ha detto che dopo può solo telefonicamente per le due ore. Non gli ho nemmeno risposto. Mi dispiace per Marco, lui crede di conoscerci ma non ci conosce. Le indagini pugliesi potrebbero avere ripercussioni sulle primarie del Pd? Spero di no, perché ci hanno veramente rotto i coglioni. Spero che trovino una cosa vera, grossa, politica, una responsabilità che riguardi la vita, la fame, l’occupazione, la non occupazione di 300 persone e che si chiedano un pochino di più dell’amianto e delle sue conseguenze a Taranto e dintorni. Vorrei pregare Carofiglio-– che scrive bei libri, con ottima fantasia - di inventarsi una cosa politica e di ispirare i suoi amici del Pd a farla. E il paese è: ‘Che palle! E’ un teatrino, perché non è un grande teatro, di Berlusconi e delle cose che su di lui confluiscono, emergono. Ci sono, ma dall’altra parte, campare rimproverando a Berlusconi questo, senza un vero scontro di classe, di lotta, una proposta di politica europea, internazionale. Il filone ambientalista nell’iniziativa radicale. Dopo il secondo referendum, che abbiamo vinto, abbiamo dato una sorta di delega - visto che facciamo molte cose - ai verdi italiani. Abbiamo dato, come noto, il simbolo e molto altro. Da come sento il loro dibattito, credo che sicurissimamente debba tornare ad essere tra i primi due-tre-quattro argomenti della nostra lotta propositiva
    18:41 Durata: 10 min 8 sec