29 NOV 2009
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 22:03 Durata: 1 ora 50 min
A cura di Enrica Izzo e Pantheon
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 29 novembre 2009 , condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 50 minuti.

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rubrica e' disponibile anche in versione audio.

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  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    Marco Pannella è in collegamento dalla Sicilia, ospite nel pomeriggio di un convegno a Racalmuto sulla figura di un Leonardo Sciascia.
    22:03 Durata: 1 min 5 sec
  • Il dibattito "Inquisizione ieri e oggi" organizzato dalla Fondazione Sciascia a Racalmuto: Io ho trovato queste ore di convegno assolutamente di un interesse laico, della gente, assolutamente straordinario"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il dibattito "Inquisizione ieri e oggi" organizzato dalla Fondazione Sciascia a Racalmuto: Io ho trovato queste ore di convegno assolutamente di un interesse laico, della gente, assolutamente straordinario. Quello che è accaduto è che si è parlato a lungo di mezzo millennio fa. Se ne è parlato in modo tale che una caratteristica sciasciana, quella di parlare di fatti ma anche attraverso concetti, come una sorta di thirller, è emersa. E qui credo che una scuola di ragazzi di 8 anni e una platea di 80enni come me, tutta si sarebbe appassionata alle relazioni. Parlare di mezzo millennio fa poneva dei problemi di fondo della società, della cultura, della politica, estremamente attuali. Credo che se vi fosse una storiografia più attenta alla nostra storia, quella contemporanea - perché il panorama degli storici contemporanei lo vedo un po' una desolazione - credo che i problemi della Inquisizione, le date, i nomi e le realtà spagnole, romane, napoletano e siciliane, sono state intessute in modo tale da farmi pensare che - essendo incombente anche la presenza araba - solo un’assemblea sciasciana, prodotta e ispirata da Sciascia, poteva avere questa caratteristica di estrema godibilità, di estrema comprensibilità e raccontata da studiosi rigorosi, originali. Vorrei raccomandare a tutti i nostri ascoltatori di andare su radioradicale.it a ripescare queste ore. È un momento di alta cultura
    22:04 Durata: 6 min 13 sec
  • La proposta radicale di riforma della giustizia tende ad una grande amnistia innanzitutto perché i magistrati - che ci sono - capaci ed onesti non siano sepolti da 11 milioni di processi. Ma lo vuol capire per esempio Berlusconi che la grande amnistia non può non riguardare anche lui? E allora è un problema di giustizia. Mentre questo tentativo suo, dei magistrati, questa storia della guerra civile. Ma dov'è?

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    I temi della giustizia. Ieri c’è stato un fatto abbastanza straordinario: il ministro della Giustizia è venuto ed è stato il primo a intervenire. Ha fatto un intervento senza leggere né sbirciare appunti, parlando mezz’ora con pertinenza rispetto al luogo e all'occasione nella quale cui si trovava. Era facile intuire che in realtà la lettura di Sciascia fa parte anche della storia reale di questo nostro ministro. Ha parlato con agio, ha avuto alcuni accenni giustificazionisti sul presente, e ho potuto solo oggi iniziare a rispondergli. Ma la risposta è una sola: dinnanzi alla frana riconosciuta a più riprese da Alfano, che a gennaio aveva utilizzato accenti così diversi dai suoi predecessori, parlando del debito che l'umanità italiana aveva da parte dello Stato e indicava con termini di partecipazione i 10 milioni di processi, il fatto che continuava ad aumentare questo gap con l'amministrazione della giustizia e delle carceri come elemento del patto statale, mi sembra che egli troppo presto abbia dovuto abbandonare quella sincerità che traspariva, quella presenza individuale che traspariva allora. Ma si rende conto, Berlusconi - e avrei voluto potere parlargli con franchezza ed ampiezza - che per esempio la nostra proposta, ormai trentennale, della grande amnistia per mettere davvero una pietra su un presente di sconvolgente barbarie rispetto anche alla barbarie fascista intende mettere fine a un disastro umano, a una tortura generalizzata? Le carceri dell’Inquisizione; l’evoluzione dei nomi femminili e del ruolo delle donne nello stesso periodo. I rapporti tra il riformismo borbonico e l’inquisizione spagnola. Nella nostra proposta radicale di riforma della giustizia, che tende ad una grande amnistia innanzitutto perché i magistrati - che ci sono - capaci ed onesti non siano sepolti da 11 milioni di processi per cui fra un anno saranno 11,5 milioni, dinnanzi allo scandalo immenso delle prescrizioni che sono un’amnistia di massa, ci si confronta con una situazione folle. E ne viene fuori la tortura diffusa. Oggi non c’è l’Inquisizione rispetto a 100.000-200.000 persone, ma abbiamo un popolo che - secondo una relazione a Strasburgo - è per un terzo coinvolto, torturato, da questa disfunzione della giustizia che si aggrava quotidianamente. Ma lo vuol capire per esempio Berlusconi che la grande amnistia non può non riguardare anche lui? E allora è un problema di giustizia. Mentre questo tentativo suo, dei magistrati, questa storia della guerra civile. Ma dov'è? Siamo a un livello di imbecillità, siamo a un livello di bassissimo impero, suicida e assassino, in una situazione nella quale oggi, sull’opposizione, scopriamo una verità: che i 'buoni a niente' sono anch'essi 'capaci di tutto' e che il 'capace di tutto' è 'davvero buono a niente'. Travaglio la prenderà bene? Intanto aspettiamo che mi replichi. Perché mi dispiace avere questo sospetto per Travaglio, ma rispetto al branco di AnnoZero c’è una regola assoluta: evitare che noi si appaia nei momenti di grande contraddizione. Loro sanno che noi abbiamo avuto, in modo determinante per le elezioni, la fiducia di una maggioranza di elettori di centro-destra rispetto al centro-sinistra. Sanno che la nostra radicalità trova fiducia, speranza e ascolto negli elettori, più ancora negli elettori di centro-destra (e si spiega perché è la grande maggioranza del paese) che tra i compagni di sinistra. E come mai non ci valorizzano? Perché di questo, che sia il fratello siamese di Santoro - Vespa - e in mezzo Ballarò, è tutto lo stesso. Sentono che noi siamo divenuti gente comune. Gente comune e la gente delle strade che reagisce su Welby come ha reagito. Ed è la gente comune del divorzio, è la gente comune dell’aborto
    22:10 Durata: 14 min 25 sec
  • "In America per anni ci sono state centinaia di libri sulle menzogne di Bush, ma quello che noi sosteniamo - ascoltino bene magari Nichi Vendola e Fausto Bertinotti - è che c’è stata una cosa più precisa: hanno fatto scoppiare la guerra quando ormai era acquisito l'esilio di Saddam e la pace. Questo è il crimine del quale devono rispondere Noi da tre anni lo diciamo"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La polemica sulle inchieste che riguardano Berlusconi e Dell'Utri. Palle! C’è da dire che palle!, come tutto il popolo italiano - sono sicuro - lo dice. Perché non hanno contrasti e devono per forza contrastarsi su questo, con questa roba di vecchi pentiti... non me ne fotte nulla. Quello che è vero è che l’Europa e l’America oggi si trovano a dover fare i conti - e noi siamo pronti da tempo - su quello che ha fatto dell’Occidente invece che un’arma di attrazione di massa, un’arma di allontanamento di massa, può essere riconquistato non solo arrivando a processare un generale in Afghanistan che ha commesso un grave errore, ma soprattutto se come si sta facendo in Gran Bretagna, si procedesse al satyagraha, la forza della verità. In questo momento in Regno Unito si sta indagando su responsabilità governative di Blair. In America per anni ci sono state centinaia di libri sulle menzogne di Bush, ma quello che noi sosteniamo - ascoltino bene magari Nichi Vendola e Fausto Bertinotti - è che c’è stata una cosa più precisa: hanno fatto scoppiare la guerra quando ormai era acquisito l'esilio di Saddam e la pace. Questo è il crimine del quale devono rispondere Noi da tre anni lo diciamo. Le critiche ai pacifisti del ‘39 della vigilia della guerra in Iraq. L’iniziativa Iraq Libero approvata dal Parlamento italiano e i distinguo del comunista Diliberto. E non è un caso che Berlusconi, nel momento in cui ha bisogno di aiuto interno e internazionale, gioca la grande carta di riserva, quella di dare al suo 'nemico', al suo complice e alleato, Massimo D'Alema, il posto di massima autorità in Europa. Questo non si può dire ad AnnoZero, né a Ballarò, né a RedTv. La politica dei radicali è stata complicata dal fatto che, al di là delle chiacchiere, l’opposizione era solidale con Berlusconi. In una situazione in cui la grande stampa innanzitutto, e anche la piccola - che oggi sta cambiando un po' -, assunse una posizione di neutralità tra la campagna per la democrazia e la pace e quella che invece portava, con la menzogna, alla guerra
    22:25 Durata: 8 min 44 sec
  • Qui non dobbiamo discutere adesso su come fare - tra verdi, socialisti e radicali - ad avere un eletto o due, ma discutere come presentarci, come farci credere, con le mani nude di bottino, e dire: ‘Voi fate questo? Noi andremo alla battaglia delle regionali assieme’. Non abbiamo l'ambizione della terza forza, ma dell’alternativa, cioè di essere la prima forza

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Oggi ho letto che il compagno Angelo Bonelli ha protestato contro un annuncio di Tremonti che ha detto avrebbe ridotto gli assessori locali. Ma vogliamo smetterla? Angelo, il problema non è quello di garantirci maggiori possibilità di avere un mezzo piede di un mezzo assessore in un posto o nell’altro; il nostro problema è di scendere in campo come quelli che prendono atto del tentativo sostanzialmente anti-democratico di Tremonti in questo caso - volto a evitare che coloro che mendicano uno, due, tre assessori li abbiano più e se li possano spartire tra Pd e Pdl. Qui non dobbiamo discutere adesso su come fare - tra verdi, socialisti e radicali - ad avere un eletto o due, ma discutere come presentarci, come farci credere, con le mani nude di bottino, e dire: ‘Voi fate questo? Noi andremo alla battaglia delle regionali assieme’. Non abbiamo l'ambizione della terza forza, ma dell’alternativa, cioè di essere la prima forza. E per questo le mani libere di bottino e di altro sono essenziali, perché è la condizione della gente comune, dell’operaio comune, del disoccupato comune, del precario comune, in fondo della realtà sociale italiana. La costruzione di una coalizione con verdi e socialisti: Io penso che la nostra proposta, di alzare la storia, le responsabilità, le idee e le bandiere - dei verdi oggi, dei socialisti oggi, dei radicali oggi - andare magari a non avere eletti, ma andare dicendo questo: 'Guardate cosa cambia se Pd e Pdl hanno due assessori in più o meno? E' quello che volete? Io credo che se abbiamo avuto quell’esito elettorale alla campagna delle europee, e invece Sinistra e Libertà oggi ha la leadership di Paolo Cento, mi pare difficile che quella di S&L sia una proposta politica avvertita; poi bisogna vedere se colui che vuole quello che si può o può quello che si vuole - Massimo D'Alema - ha stabilito che anche in Puglia Nichi non possa pensare di fare quello che Riccardo Nencini ha fatto in Toscana. Il rapporto con il Pd: La nostra ambizione è quella di una grande alleanza, che non può non portare a proposte terze rispetto alle proposte loro e nostre. O grandi alleanze o grandi lotte di opposizione; perché è bene che realizzino che in alcune cose si sono rivelati ‘capaci di tutto’. Quando ad esempio con noi, ad accordo fatto, misero la condizione che il nome di Luca Coscioni scomparisse. Poi, nel 2008, quando potevamo tentare di ripetere la vittoria del 2006, il primo imperativo è stato: ‘No, accordo con Di Pietro e imposizione della non presentazione per le liste radicali’. E hanno continuato. Oggi la scelta delle opposizioni da parte del Governo è questa: co-gestione internazionale, co-gestione con D’Alema offerta da Berlusconi, poi co-gestione con l’Udc. Su questo dobbiamo esigere che il dibattito si apra. Se lo riconoscono, non sono più quelli, sono già altro. Non si prospetta uno scontro con l’Italia dei Valori? No, non credo perché non ne hanno nessun interesse. A noi non possono rimproverare di essere tra i ladri che vogliono proteggersi dalla giustizia. Ed è per questa nostra posizione che il tandem dei siamesi - Vespa-Santoro - e Travaglio (me ne dispiace perché secondo me ha capacità diverse) si comporta così. La posizione radicale su Cosentino: Non credo ci attaccheranno su questo e su altre posizioni che si verranno formando; vediamo se ci attaccano sulla proposta di grande amnistia contro l’amnistia strisciante di classe già in atto. L’atteggiamento dei giornali rispetto al tema dell’amnistia.
    22:33 Durata: 14 min 29 sec
  • L'iniziativa nonviolenta dei radicali

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’iniziativa nonviolenta di Maria Antonietta Farina Coscioni e l’atto simbolico serio di Livia Turco ed altre colleghe del Pd. Il precedente con il sostegno all’iniziativa nonviolenta di Sergio Stanzani. L’atteggiamento di Fazio e Sacconi, il papo-socialista autoritario, il papo-socialista che interviene sulle cliniche nel caso Englaro, adesso che le autopsie hanno detto quello che hanno detto Tra l’altro gli mando le foto e le autopsie a Quagliariello quello de ‘Assassini! Assassini!’ che magari era lui ad assassinare un po’ la libertà. Il caso di Dorina Bianchi
    22:48 Durata: 3 min 38 sec
  • Non è possibile che lo Stato continui ad essere - in flagranza evidente - responsabile di fronte a tutto il popolo di quel tipo di tortura che l’Inquisizione ha rivolto a centinaia di migliaia di persone. L’amnistia serve a far ripartire la giustizia e la situazione delle carceri. Ma certo Rita Bernardini, Maurizio Turco, Valter Vecellio, Maria Antonietta Farina Coscioni, oggi hanno iniziato loro il più ambizioso Satyagraha radicale che riguarda la verità sulla guerra. La verità che a Londra sta facendosi finalmente strada, la verità sulla Ru486 etc.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Lo ripeto: io ritengo che sia essenziale una grande amnistia che contenga solo delle clausole di relativa salvaguardia delle parti civili. Sarebbe impossibile, senza divenire berlusconiani - ovvero fare cose ad personam, contro Berlusconi - , non comprendere tutti i casi. Non è possibile che lo Stato continui ad essere - in flagranza evidente - responsabile di fronte a tutto il popolo di quel tipo di tortura che l’Inquisizione ha rivolto a centinaia di migliaia di persone. L’amnistia serve a far ripartire la giustizia e la situazione delle carceri. E dopo l’amnistia? Poi riforma dei codici, separazione delle carriere, riforma del Csm, il sistema americano, l'elezione dei pubblici ministeri: Quando noi avessimo il 51 per cento dei consensi, queste cose noi le faremmo in 24 ore. Nel senso che noi siamo convinti che sia più facile farle tutte insieme piuttosto che farne - riformisticamente - prima una, poi l’altra, poi l’altra. Ma oggi il problema è un altro, è di garantire che si crei una situazione di azzeramento della passività precedente, immensa. Allora noi possiamo non farne un fatto ideologico: cambiamo la giustizia così e poi vediamo le cose più chiaramente indecenti. Se facciamo queste riforme, anche gli avvocati smetteranno di scendere in campo per rafforzare le misure corporativo-fasciste. La posizione controcorrente dei giovani avvocati: Appunto, il potere forense - che non è quello dei giovani avvocati - si renda conto che occorre essere riformatori. Non si può pretendere di essere riformatori-liberali contro la magistratura per potere essere meglio contro-riformatori per quel che riguarda le prerogative forensi. “Se la finalità è azzerare l'handicap criminale dello Stato, allora non faccio ideologia: le altre cose che sono strutturali, se sono d'accordo bene, altrimenti la battaglia la continueremo. Ma non in una situazione nella quale la giustizia terrà dentro milioni di persone per i processi pendenti. Se questi accettano il problema della grande amnistia, poi voglio vedere se si mettono a difendere un sistema elettorale del Csm. Io penso che riusciremmo a far passare anche queste cose, ma non voglio dargli alibi. La battaglia va fatta, e lo dico ad Angelo Bonelli: è necessaria quest’alleanza, ma è necessario che venga vissuta con entusiasmo, con slancio, nel senso che rappresentiamo davvero un'antropologia di governo diversa della politica e delle situazioni. La situazione carceraria italiana e l’iniziativa nonviolenta di Rita Bernardini. Occorre muoversi, vedremo se sarà lo sciopero delle mense o altro. Ma certo Rita Bernardini, Maurizio Turco, Valter Vecellio, Maria Antonietta Farina Coscioni, oggi hanno iniziato loro il più ambizioso Satyagraha radicale che riguarda la verità sulla guerra. La verità che a Londra sta facendosi finalmente strada, la verità sulla Ru486, etc. L'aborto farmacologico e l'ospedalizzazione coatta: E' cosa che non regge, è cosa indecorosa: e rispetto a questo mi auguro: ma dove sono i liberali? Siccome c'è Fini, l'ottimo Benedetto Della Vedova riesce a manifestarsi. Ma se ci si manifestasse, anche indipendentemente dalle posizioni di Fini, con continuità con le posizioni radicali e liberali, non avrebbe per la gente - anche quella di centro-destra - maggiore ascolto? Non è forse vero che oggi, se ci fosse un’informazione decente, la gente, se volesse alternativa al monopartitismo, voterebbe radicale? Facciamoci aiutare da Leonardo Sciascia. A coloro che diceva che noi eravamo soli, lui rispondeva: 'Soli? No, semmai isolati. Ma isolati con una grande forza che è la qualità della causa e la comprensione della gente’. Sono soli loro! L'azione nonviolenta dei compagni costituisce i prodromi ai quali dobbiamo prepararci per passare in brevissimo tempo a quella rivolta governata dalla nonviolenza, dalla laicità e dal liberalismo, che noi riteniamo ormai necessaria e urgente contro il sessantennio partitocratico che ha seguito il ventennio fascista
    22:52 Durata: 16 min 21 sec
  • La riforma della circoscrizione di Ostia. Il libro-intervista di Stefano Rolando con Marco Pannella. Il nuovo ceto dirigente per il Paese.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La riforma per la circoscrizione di Ostia e la proposta di Marco Pannella a inizio degli anni Novanta. Si sono persi 20 anni, ma quel tempo non si riacchiappa. Se allora c'era la speranza della riforma, oggi mi pare che questo sia di troppo basso livello. Oggi occorre cambiare classe dirigente. E’ inutile pensare che questi suonatori del sessantennio partitocratico possano suonare decentemente una musica diversa. Il libro-intervista di Stefano Rolando: E’ adesso nelle librerie. Ma ho notato una cosa, che avevo previsto. Il primo e unico articolo intelligente - critico ma molto intelligente - è comparso su ‘Il Giornale’, il giorno prima di quella cosa da imbarazzo editoriale uscita sul Corriere della Sera. Quella colonnina che era più una notizia politica e la cosa è divertente perché la Bompiani è di casa, è degli stessi editori del Corriere, non di quelli del Giornale. Prendo atto di questa piccola stranezza; veniva dato per scontato, anche dalla casa editrice, un bel lancio di sostegno da parte della testata sorella o cugina. Il convegno su Mario Pannunzio organizzato dalla Fondazione Corriere della Sera: A me viene da ridere che dopo 50 anni di storia si discuta ancora se esistono gli eredi. A me viene da ridere; riguarda tanti altri, noi siamo qui, e comincio a pensare che non solo siamo il partito più antico, ma non escludo che saremo l'ultimo partito a scomparire rispetto a tutti quelli che esistono oggi. Da dove uscirebbe il nuovo ceto dirigente? Qui ci siamo noi isolati, ma tutt’altri che soli. Tanto è vero che il regime non può permettersi di farci giudicare dal popolo. E siccome ritengo che la politica per natura fa salti, a differenza della natura, io ritengo che l’alternativa al sessantennio partitocratico siamo in condizioni di raggruppare anche una quantità - oltre che una qualità - di classe dirigente sufficiente a governare. Il trattamento dei sondaggisti nei confronti dei radicali
    23:08 Durata: 10 min 32 sec
  • Il fronte transnazionale dell'attività radicale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il fronte transnazionale dell’attività radicale. La presenza di Rebiya Kadeer, leader uigura, al Consiglio generale del Partito radicale nonviolento. Rebiya Kadeer, sapendo che eravamo in diretta su Radio Radicale, si è chiaramente comportata ed ha avuto il linguaggio da dirigente del Partito radicale transnazionale. L'intervista sull'Unità a Rebiya Kadeer e quella sul Corriere della Sera: Purtroppo le miserie corrispondono anche al calo delle vendite
    23:18 Durata: 4 min 15 sec
  • Io mi rammarico un po’ che Fini sia stato indotto a intervenire molto, in modo quotidiano. Io dico che un po’ come Presidente della Camera poteva risparmiarcelo. Ma quello che dico per i Presidenti della Repubblica, vale anche per i presidenti della Camera: quelli che hanno preceduto Fini non hanno certo mancato la neutralità e la distanza della presidenza della Camera"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La vicenda Fini, quella di Tremonti, e il loro rapporto con il centro-destra. Io mi rammarico un po’ che Fini sia stato indotto a intervenire molto, in modo quotidiano. Io dico che un po’ come Presidente della Camera poteva risparmiarcelo. Ma quello che dico per i Presidenti della Repubblica, vale anche per i presidenti della Camera: quelli che hanno preceduto Fini non hanno certo mancato la neutralità e la distanza della presidenza della Camera. Ora non voglio dire che a Fini si possono fare le critiche del trogloditismo vetero-democristiano del Presidente del Senato, ma dico che Fini è apparso un po’ come troppo il coevo Casini ed altra roba. Non mi pare ci abbia guadagnato, perché la sua crescita interiore, la sua posizione, non aveva che da crescere se continuava a manifestarsi - come in passato - soprattutto su un livello che poteva apparire culturale. Comunque non ci siamo più visti e non ci vediamo; resta il fatto che Fini diventa un punto di riferimento importante. Ma se la gente pensa che Fini prima o poi si troverà a che fare con Rutelli, Volontè e Casini, allora la pena di perdere Gasparri e dintorni per trovare Volontè non sarebbe un bell’affare. Rutelli e i rapporti con il Vaticano: E’ noto che il Vaticano si interessa alle grandi forze, e semmai alle piccole forze che sono pericolosamente critiche, come le minoranze protestanti e noi radicali. Quindi mi pare evidente che adesso Francesco non abbia interesse a millantare appoggi espliciti; lui già ha avuto un buon successo quando Tabacci si è schierato con lui; questo per me è un elemento favorevole alla ricerca di una nuova identità. Poi Giuliano Ferrara, ogni volta che può marcare la differenza, dice ‘quello li è laico’, fa un po’ la difesa del suo spazio. Tra l’altro a me pare che il Foglio continua ad essere molto leggibile e interessante; non vedo giornali dello stesso interesse del Foglio. Il Corriere della Sera Nel momento in cui per esempio, nei confronti delle posizioni radicali, che sono laiche libertarie liberali federaliste e via dicendo, dobbiamo pensare che passando da un direttore all’altro, nel Corriere della Sera vi è una posizione chiaramente non simpatica nei confronti di noi radicali, anche nei piccoli dettagli, tutto questo bisognerebbe anche capire perché
    23:23 Durata: 13 min 39 sec
  • La situazione internazionale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    La nomina di Tajani a Commissario all’Industria. Io sono contento della conferma di Tajani che si è rivelato un buon Commissario. Però ho letto sui giornali internazionali che si parla di una grossa vittoria britannica e francese nell’economia generale. Per cui questo successo nostro non lo vedo. La sconfitta di Berlusconi e D'Alema. L'inchiesta su Blair non è detto sia negativa anche per Brown: Mi pare che anche Cameron, che doveva avere una strada assolutamente spianata, inizia ad avere qualche problema anche lui. E gli ultimi rilevamenti in Gran Bretagna iniziano a vedere una rimonta del Labour. Quello che accade a Londra è importante per Blair, ma è importante anche per quello che dovrebbe succedere in America. Le difficoltà di Barack Obama: Se lui porta a termine la riforma sanitaria, possiamo dire che c’è un salto enorme nella politica dei diritti umani, perché quella riforma riguarda 30-40 milioni di statunitensi. Dopo sarà più libero
    23:36 Durata: 7 min 33 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    Gli appuntamenti della prossima settimana. La direzione di Radicali Italiani- L’attività di Emma Bonino: Dimostra che un lavoro continua a essere svolto, che non si volta pagina su uno degli aspetti più importante della politica che abbiamo avuto attraverso Emma, attraverso Valeria Manieri. L’iscrizione dei membri del ‘Club per l’Economia di mercato’ a Radicali Italiani: La loro non è una scelta esclusiva, essendo il club aperto ad operare con tutte le forze politiche e sindacali. Ma il loro è stato un atto di generosità. Sono certo che Mario Staderini starà molto attento a questo. È un qualcosa cui va dato valore; spero sia consentito a De Nicola, Gallo, di dare il contributo che sanno dare alla politica nazionale e alla nostra politica. Mi auguro che sia possibile tenere presente che noi siamo alla vigilia di un appuntamento politico di straordinaria gravità e importanza oggettiva, volta a inserire nella realtà italiana un metodo e un coraggioso rigore, per esigere per subito quello che non è più sostenibile in termini di legalità. A mio avviso la situazione è tale che delle piccole Norimberga possono già immaginarsi. Quando abbiamo la situazione nelle carceri che abbiamo, con i morti suicidi e la posizione tremenda degli operatori di giustizia e di polizia penitenziaria, quando abbiamo la situazione di milioni di italiani che vivono con angoscia milioni e milioni di processi - e sappiamo che cosa significa per la gente semplice, che non ha grandi avvocati - ed è una proposta politica di grande valore sociale e istituzionale, a livello delle grandi battaglie di libertà e liberazione del nostro paese
    23:44 Durata: 9 min 47 sec