06 DIC 2009
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 17:05 Durata: 1 ora 53 min
A cura di Enrica Izzo e Pantheon
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 6 dicembre 2009 , condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (direttore Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa
puntata ha una durata di 1 ora e 53 minuti.

La rubrica e' disponibile anche in versione audio.

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  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore Radio Radicale

    L’attualità politica non radicale: la manifestazione no B-Day di sabato e il dibattito interno al Pd e al Pdl; la deposizione di Gaspare Spatuzza nell’ambito del processo d'appello al senatore Pdl Marcello Dell’Utri. La direzione di Radicali Italiani, la prima successiva al Congresso di novembre
    17:05 Durata: 2 min 28 sec
  • La nuova configurazione della sinistra italiana. L’alternativa può essere proposta e promessa se non è solo un obiettivo politico, ma se è obiettivo politico di una realtà socio-politica che di per sé ha una sua caratteristica, è una ‘alterità’ rispetto al potere o al regime costituito

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Ho azzardato da tempo una interpretazione di quello che ci aspetta e aspetta la politica italiana, la previsione, per la galassia radicale, di un inverno particolarmente duro, importante, forse il più importante degli ultimi decenni. Mi pare anche che questa cosa del ‘sessantennio’ gira un po’ e non è più solo fatto nostro. E’ interessante, mi pare che alla trasmissione di Lucia Annunziata Bersani abbia detto: ‘E’ la fine di un’epoca’. Io dico, ‘probabilmente sì’, ma dobbiamo stare attenti perché spesso ‘le fini’ finiscono molto male per tutti, responsabili e vittime. L’esempio di Hitler. Bersani, nella mia analisi, può rappresentare la sinistra nel regime, e non una forza politica di alternativa ad un’epoca o a un regime. La nuova configurazione della sinistra italiana. Il dibattito al Brancaccio sulla Federazione della Sinistra: Diliberto e Ferrero ci hanno spiegato come siano comunisti, come lo ribadiscono, lo ritengono oggettivamente necessario - non solo come loro scelta ideologica - però ci sono anche altre sinistre, evidentemente. I Verdi: Il congresso dei Verdi era stato chiaro. C’era la maggioranza annunciata, e la dirigenza ufficiale, che voleva Sinistra e Libertà. Boato e Bonelli che non la volevano. Il congresso è stato vinto da coloro che non la volevano, perché vogliono di più - in sintonia con la situazione europea - che la nuova grande battaglia ecologista non sia automaticamente nel chiuso di una delle due coalizioni esistenti. Poi bisogna vedere la situazione italiana, perché mi sembra che Bonelli e i Verdi ieri fossero alla manifestazione contro Berlusconi (o almeno, nelle intenzioni, contro Berlusconi). Però dai contatti avuti, sono d’accordo con la nostra prospettiva e proposta, ma hanno una difficoltà: loro hanno uno statuto, una prassi e forse anche una convinzione, contraria ad accordi nazionali, per valorizzare lo specifico del territorio. Qualche tempo fa, il ‘no’ di Riccardo Nencini - dello Psi - a Sinistra e Libertà: Ora c’è stato detto che Nencini avrebbe comunicato che, siccome Vendola avrebbe accettato che S&L sarà una coalizione, un cartello elettorale e non un soggetto politico strutturale, lui ha fatto votare l’accordo con Vendola. Ma sono quasi sicuro che la precisazione che faccio è nominalistica. In fondo in comune c’è qualcosa. Ci vuole l’alternativa e non l’alternanza - e questo lo dicono i partiti comunisti, lo dicono anche molti Verdi , allora iniziamo col dire che una caratteristica che può consentire di parlare di alternativa è che ci sia una ‘alterità’ di chi la propone. L’evocazione dell’elemento antropologico in politica da parte di Marco Pannella: L’alternativa può essere proposta e promessa se non è solo un obiettivo politico, ma se è obiettivo politico di una realtà socio-politica che di per sé ha una sua caratteristica, è una ‘alterità’ rispetto al potere o al regime costituito. Credo che noi abbiamo una storia - tutti ci riconoscono quella di 60 anni - ma io tendo a dire che sia una storia che inizia negli anni ’20, quando inizia il regime partitocratico ventennale fascista Il problema è “essere sinistra del regime o essere forza politica radicale – al di là di noi – che ha una sua alterità”. L’alterità secondo Pier Paolo Pasolini.
    17:07 Durata: 18 min 3 sec
  • Leonardo Sciascia, l'atteggiamento della Federazione della Sinistra nei confronti dei Radicali, il rapporto tra Pasolini, Radicali e Pci

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    Il convegno di Racalmuto: Ho trovato lì alcune sorprese non inattese. E soprattutto c’è una tesi di laurea interessantissima di cinque anni fa su Leonardo Sciascia e i radicali. Interessantissimo non solo il tema, ma anche la lettura di questa studentessa del materiale che andava trovando. Il 12 dicembre, a Siracusa, una giornata dedicata a Sciascia, con la partecipazione di Pannella. Adesso bisogna guardare bene cosa sta accadendo. Un’altra caratteristica: i giornali dell’area abbondano. ‘Il Fatto’ è un fatto che vede con simpatia quest’area come punto di riferimento. Se non fosse per Furio Colombo, direi che è esclusiva l’attenzione per quell’area, mentre diamo atto a Furio Colombo che è sempre attento - non solo nel suo privato - alla specificità dell’area radicale. L’atteggiamento della nascente Federazione della Sinistra nei confronti dei radicali: Anche loro si stanno rivelando non biodegradabili. Solo che c’è un problema, loro è come ‘comunisti’ che sono non biodegradabili. Siamo uniti nella non biodegradabilità, ma bisogna vedere quale non biodegradabilità continuerà a rivelarsi tale. Il caso di Pasolini, che - secondo Bordin - da ‘non radicale’ seppe aprirsi ai radicali. Pannella: Tenderei a dire che lo divenne in buona parte. Questo mentre per i comunisti, continua Bordin, Pasolini fu preso per lo più come un compagno di strada. Pannella: Questo è il proprio del relativismo e degli ismi che ci rimproverano. Al Brancaccio sono venute fuori ‘la forma partito’, il ‘perché della federazione’, anche in modo ingenuo, perché sono neofiti di tutto questo. Il richiamo che mi è venuto fuori è questo. A un certo punto Sciascia dice: ‘Altro è fare il candidato indipendente in un partito di quelli consueti, altro è farlo in un partito di indipendenti’. Il rapporto di Pasolini con il Pci. La figura di Aldo Braibanti
    17:25 Durata: 13 min 12 sec
  • Bersani dice ‘è la fine dell’epoca di Berlusconi’, quindi di 15 anni. Noi diciamo che è ‘l’ultimo di loro’, e quindi ‘epoca’ e ‘regime’ in questo caso coincidono ma sono cose diverse. È il Bersani che, coerentemente con la sua storia, guida una sinistra che combatte l’epoca, il pre-potere, ‘il regime’ potrebbe dire lui - di Berlusconi, salvando i 45 anni prima di questi 15

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pierluigi Bersani, intervenendo alla trasmissione Rai di Lucia Annunziata, ha detto: Io non ci credo ai complotti...Credo che siamo al tramonto di un ciclo. Cosa c’entra con la fine del regime prevista dai radicali? Lui dice ‘è la fine dell’epoca di Berlusconi’, quindi di 15 anni. Noi diciamo che è ‘l’ultimo di loro’, e quindi ‘epoca’ e ‘regime’ in questo caso coincidono ma sono cose diverse. È il Bersani che, coerentemente con la sua storia, guida una sinistra che combatte l’epoca, il pre-potere, ‘il regime’ potrebbe dire lui - di Berlusconi, salvando i 45 anni prima di questi 15. E quindi la sua è una sinistra profondamente interna a questo regime che inizia negli anni Cinquanta
    17:39 Durata: 2 min 55 sec
  • La questione giustizia in Italia: dal concorso esterno in associazione mafiosa al 41bis

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    Il concorso esterno in associazione mafiosa: Io credo che Maurizio Turco abbia fatto benissimo a presentare quell’articolo di tre righe (per inserire nel Codice Penale il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, ndr). Noi non siamo un paese di common law, e allora almeno che questo reato sia scritto lì! Ha fatto molto, molto bene. La vicenda dei ‘pentiti’, il regime carcerario del 41bis e il libro di Maurizio Turco e Sergio D’Elia. Lo scatenamento della stampa internazionale sul processo di Perugia per l’omicidio di Meredith Kercher: Adesso ho letto un revenant, Giuseppe Micheletta, che dopo aver scritto il libro si era perso in America, che ci ha segnalato che sono venuti a Perugia non solo i giornalisti ma anche un paio di massimi scienziati del diritto moderno. C’è un interesse di difesa di questa ragazza, Amanda, fondata non su contestazioni nazional-popolari per la bella ragazza acqua e sapone, ma su contestazioni molto tecniche sul processo. Figurarsi se questi studiassero i nostri processi ordinari, visto che quello di Perugia è parso un processo come tanti per i nostri standard. Le esigenze per le quali è nato il 41bis. Però Falcone che convince Buscetta era più di cultura americana. E diceva che bisognava conoscere la mafia per combatterla. L’inizio del pentimento del boss Buscetta e i dialoghi con Falcone: il problema dell’obbligatorietà dell’azione penale. Quando una cosa dura e s’aggrava per 50 anni, non può continuare in eterno. Dobbiamo stare attenti a salvare dal disastro sociale, istituzionale, culturale e morale la realtà italiana, salvando almeno noi, senza avere un involontario processo di Stoccolma. Se noi possiamo fornire le prove di noi, in un tribunale, e poi la storia è anche un tribunale. E’ indubbio che in Italia il 41bis è un simbolo di impotenza, prepotenza e stupidità che crea cose mostruose. La mostruosità, con il 41 bis, confonde le vittime della mostruosità e i responsabili della mostruosità nella mostruosità stessa. Un terzo delle famiglie italiane sono coinvolte in questa giustizia che non diventa tale. La splendida interrogazione di Rita Bernardini sul Cie di Ponte Galeria e il patrimonio di conoscenza che i radicali rappresentano e continuano a produrre per questa società. La peste italiana ed europea: Temo che, a parte Fini, la linea di consapevolezza è piatta, se non peggio, nel modo di non potere e volere vedere le origini della situazione odierna. E quindi da questo punto di vista ecco la differenza tra essere quelli che vogliono la fine di Berlusconi, essendo antropologicamente ‘non altri’, e i radicali. La manifestazione del Brancaccio
    17:42 Durata: 20 min 50 sec
  • Il Satyagraha radicale: E' ricerca del vero con la ‘v’ minuscola, ed essendo al plurale ‘verità’, intendiamo anche questa parola con la ‘v’ minuscola. Noi vogliamo sapere il ‘vero’ sullo scatenamento della guerra, visto che nessuna forza politica italiana chiede conto al governo di allora, così come in Inghilterra si chiede conto sull’operato del governo Blair. Secondo punto del Satyagraha è che in qualche modo la comunità internazionale accerti la verità sulle trattative a Pechino tra Dalai Lama e governo cinese

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Lo stato del governo Berlusconi. Noi dobbiamo badare che non caschi male. E come si fa? Si fa difendendo proposte, inserendo la contraddizione di proposte di governo attuabili. Ieri per esempio Roberto Cicciomessere ha detto una cosa che poteva apparire paradossale: al punto in cui siamo, di ladri che rimproverano agli altri di esserlo, tanto vale reintrodurre l’art. 68 sull’immunità parlamentare. La battaglia radicale, iniziata nel 1976, sull’immunità parlamentare. Quando io dico che l’amnistia deve essere amnistia generale, e quindi anche per molti colpevoli, serve se vogliamo ridare un po’ di giustizia allo Stato, alle istituzioni e al popolo, e quindi considerando (in questa amnistia) anche corruzione e concussione. Noi, nella nostra alterità, possiamo dirlo perché credo che nei nostri confronti, in 60 anni, non ci sia nemmeno un’oncia di sospetto di corruzione e concussione da parte nostra. E quindi l’amnistia risolverebbe anche i problemi di Berlusconi, Dell’Utri, etc. Altro esempio di proposte di governo è quello che nasce dall’inchiesta parlamentare inglese sulla verità sulla guerra in Iraq: Questo ha degli agganci con la nostra iniziativa. Al Brancaccio hanno detto di essere pacifisti, di essere contro la guerra. E l’ha detto proprio Diliberto, di cui ricordiamo le motivazioni con le quali scelse di votare contro la nostra proposta Iraq Libero l’unica realmente alternativa alla guerra. Allora disse: ‘Non voteremo, perché sarebbe come se il Parlamento iracheno - che esiste - votasse una mozione per chiedere l’esilio di Berlusconi. Noi siamo contro Berlusconi, ma io non lo accetterei mai’. Di queste cosettine anche a Vendola vorrei una volta parlare. Se si parla di Satyagraha, è ricerca del vero con la ‘v’ minuscola, ed essendo al plurale ‘verità’, intendiamo anche questa parola con la ‘v’ minuscola. Noi vogliamo sapere il ‘vero’ sullo scatenamento della guerra, visto che nessuna forza politica italiana chiede conto al governo di allora, così come in Inghilterra si chiede conto sull’operato del governo Blair. Secondo punto del Satyagraha è che in qualche modo la comunità internazionale accerti la verità sulle trattative a Pechino tra Dalai Lama e governo cinese. E’ vero che loro chiedono l’indipendenza, o è vero piuttosto che loro propongono il modello alto-atesino?. E infine la giustizia: dobbiamo precisare la richiesta, l’obiettivo, e quindi dovremo trovare l’obiettivo che troviamo ragionevole, patente, per cui il potere sia costretto in qualche misura a contraddirsi. Perché c’è un principio: è indubbio che è flagranza di violazione delle leggi umane e internazionali; i richiami li abbiamo da 30 anni e la cosa si aggrava. E quanti milioni di tragedie familiari sono passate? E allora sicuramente dobbiamo dire che in dottrina va affermato almeno questo, che lo Stato - così come non può e non deve essere Caino e mettere a morte -, non può e non deve imporre a un Paese intero sofferenze immani. La vicenda di Stefano Cucchi. I dati resi pubblici da Rita Bernardini sul Cie di Ponte Galeria
    18:02 Durata: 17 min 3 sec
  • Si prepara, e lo dico a tutti i nostri ascoltatori, l’invero più duro e drammatico, e quindi la posta è più speranza per tutti. L'evoluzione della nonviolenza radicale.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Si prepara, e lo dico a tutti i nostri ascoltatori, l’invero più duro e drammatico, e quindi la posta è più speranza per tutti. L’evoluzione della nonviolenza radicale. L’evoluzione dell’uso del corpo per i kamikaze islamici: In un mondo nel quale la morte è abituale, in un mondo nel quale se ti nascono 5 figli è normale che solo due sopravvivano, in un mondo in cui la morte fa dunque parte del panorama interiore di ognuno di noi, si crea questa propensione antropologica. C’è qualcosa che attraversa le generazione, e allora comincia ad esserci una cosa che si chiama dna, genoma. Dico semplicemente che io che so nulla di questo, posso lecitamente riscontrare nella specie umana che il darwinismo non si è fermato e che la scienza rende ‘spiegato’ quello che era miracoloso e sconosciuto prima. L’incidenza materiale, fisica, di quello che accade in 3-4 generazioni ad una fetta della specie umana, finisce per inscriversi nella vita di questa porzione di umanità
    18:19 Durata: 10 min 40 sec
  • No B-Day, caso Boffo e l'incontro tra Marco Pannella e Roberto Saviano

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    La manifestazione del ‘no B-Day’ di sabato. Le dichiarazioni di Pierluigi Bersani sull’atteggiamento del Pd nei confronti della manifestazione: Forse era una soluzione naturale e l’unica possibile. Non ci andava il segretario, la presidente riteneva di andarci e la libertà di partito rendeva un po’ indipendenti tutti. L’atteggiamento di Francesco Rutelli, critico del Pd che non si è sufficientemente distanziato da Di Pietro: Ora per fortuna sia Casini che Rutelli iniziano a essere espliciti: ‘Lasciate Fini venire a me’, hanno accennato. Il caso Boffo: A Feltri devo dire, non è possibile tollerare una cosa simile. Poi si rivolge direttamente al direttore del Giornale: Non è possibile che tu stesso pensi che - nel caso si ripeta un episodio simile - il lettore non prenda coscienza e quel giornale non rischi di essere bruciato. Lui con Montanelli ha un cazzo a che vedere. La figura di alcuni "montanelli ani". Lo scrittore Roberto Saviano: Ci siamo visti e abbiamo fatto delle foto. Però, siccome non l’ho ribeccato, adesso lo dico così non può non saperlo; non ho fatto diffondere queste foto di lui che parla con me nella nostra sede. Credo sia giusto darle, altrimenti si continua a pensare che noi lo abbiamo cercato e non siamo riusciti a parlarci. Di cosa hanno parlato Pannella e Saviano? Non c’era un’urgenza, tranne quella di vederci e conoscerci, o ri-conoscerci. Abbiamo, credo, constatato come fossimo all’unisono nei sentimenti rispetto a dove siamo
    18:30 Durata: 9 min 51 sec
  • Berlusconi e la possibilità di elezioni anticipate: Il compito di un liberale nonviolento è quello di cercare in tutti i modi di inserire anche nel dittatore un elemento di maggiore riflessione, suggerendogli una possibile via d’uscita. Per noi il regime non è il diavolo, che non c’è, ma è qualcosa al quale si deve tentare di indicare anche i farmaci. E’ necessario, è urgente, perché lui questo e anche altro è capace di fare, grazie anche al fatto che manca l’opposizione

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Berlusconi veramente vuole andare a elezioni anticipate? Anche. Lui vuole sempre cose nuove. Sono convinto che lui sia ormai superato dalla situazione che ha creato e che si è creata. Credo di conoscerlo e il pericolo è questo, che il destino sta avendo la meglio e ho anche cercato di vederlo, e non mi è riuscito per parlarci. Non escluderei che, se è lui che non vuole parlarmi, è proprio perché teme di vedermi, perché ci sono tante cose che gli ho detto che ora gli stanno accadendo e non avevo previsto nei particolari come potesse accadere quel che temevo. Il compito di un liberale nonviolento è quello di cercare in tutti i modi di inserire anche nel dittatore un elemento di maggiore riflessione, suggerendogli una possibile via d’uscita. Per noi il regime non è il diavolo, che non c’è, ma è qualcosa al quale si deve tentare di indicare anche i farmaci. E’ necessario, è urgente, perché lui questo e anche altro è capace di fare, grazie anche al fatto che manca l’opposizione. L’intervista di Berlusconi di un paio di anni fa, nella quale - parlando del personale politico - disse che soltanto due politici gli facevano paura, Cossiga e Pannella: Ha paura di guardarmi in faccia, per le cose che gli ho detto. Per Cossiga credo sia altro. Lo stesso Cossiga scrive in un suo libro che in fondo la persona che lui ritiene più vicina come tipologia è Pannella, aggiungendo: ‘C’è una differenza, che io ho un omino nero che ogni tanto dentro parla dentro di me e lo lascio parlare’
    18:40 Durata: 6 min 29 sec
  • Il libro-intervista di Stefano Rolando a Marco Pannella. I rapporti tra Pannella, Craxi e Pertini. Conclusioni.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il libro-intervista di Stefano Rolando a Marco Pannella e il riverbero sulla stampa nazionale. Il passaggio del libro sui rapporti tra Bettino Craxi e Sandro Pertini: Accadde quando io a Bettino spiegavo che bisognava eleggere il Presidente della Repubblica e lui doveva cambiare opinione e votare Sandro. Lui mi disse così: ‘Ma quello mi odia’. E io risposi: ‘Ma che, quello farà i presidenti laici, e persino te!’. E così andò, fece presidenti Spadolini e poi Craxi. Anche Craxi, da amico, aveva paura di quello che avevo da dirgli. In quella conversazione si convinse facilmente, avendo lui fiducia di come ‘nasavo’ le cose. E infatti ho anche la responsabilità che mi viene rimproverata e io lassù gli chiedo scusa di averlo convinto di votare Scalfaro, e lo convinsi a votare per Fanfani quando la Dc fece quell’altra cosa. Non credo che i suoi biografi ne tengano conto, perché è tutta gente che non ha interesse ad accreditare la verità dei rapporti con i radicali. L’estate del 1979, l’estate degli incarichi e, alla fine, il primo governo Cossiga. Ci fu un’estate in cui io ero convinto di vedere giusto e dissi, a proposito di Br e terrorismo: ‘Bisogna stare attenti adesso al Presidente Pertini’. Mi ricordo che ministro degli Interni era Scalfaro. Pertini era alle Dolomiti e tutti i giornalisti andarono lì sperando che dicesse qualcosa contro di me che avevo sparato questa cosa. Lui invece disse: ‘Pannella mi vuol bene, ho fiducia’. E infatti, dopo poche ore, venne a trovarmi il ministro degli Interni, prese la questione sul serio e gli raccontai un tantino che non avevo servizi che mi dessero informazioni, però qualche volta qualche cosetta la capivo. E siccome ero molto attento a quello che accadeva nell’Arma dei Carabinieri, prima e dopo il generale Mino. A sinistra nessuno ha scritto un libro del libro, mentre devo dare atto a Mimun che ha inserito due minuti proprio sul libro nel Tg, e poi stamattina cinque minuti nel Tg. Si prendono delle libertà sul 5, a Mediaset, che gli altri non si prendono
    18:46 Durata: 12 min 25 sec