Rassegna della Stampa Estera

Buongiorno agli scrutatori di Radio Radicale venerdì diciotto dicembre questo l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale a cura di David Carretta
In apertura questo oggi ci concentreremo sul vertice sul clima a Copenhagen i negoziati sono giunti alla fase conclusiva
Ma siamo ancora nello stallo non è in vista un accordo politico
Vi proporremo una serie di commenti alcuni editoriali partendo dal Financial Times
Ieri che lancio un appello nel suo primo editoriale
Il leader devono dare il loro consenso a un accordo sul clima subito vedremo anche come la pensa la stampa americana del Washington posto che sottolinea che il leader
Mondiali sono lungi dal trovare un accordo Copenhagen e la responsabilità in particolare e della Cina secondo questo giornale
Leggeremo poi cosa ne pensa lo figlia o
In un commento del titolo fiera del pugnalate a Copenaghen
Il quotidiano conservatore francese
Sottolinea il fatto che
Non ci sono molti progressi per migliorare la governance mondiale
Il secondo tema di cui ci occuperemo è l'Iran ha oltre alla repressione del movimento d'opposizione
Per il dei giorni scorsi
Torna d'attualità al tema del nucleare tra l'altro l'Iran attestato l'altro giorno nuovi missili balistici su questo si concentrava ieri il Times in un editoriale dal titolo una sfida diplomatica
Il teste dell'Iran sono una provocazione per testare l'Occidente una risposta diplomatica debole non farà altro che incoraggiare i falchi di Teheran e rendere la guerra più probabile il Times chiede
Sanzioni più dure
Ma contrario all'esenzione Roger Cohen né sull'International Herald Tribune che invita il Presidente americano Barack Obama scegliere un'altra opzione quella dell'inerzia vedremo perché in chiusura torneremo sulla politica
Italiane sull'aggressione a Silvio Berlusconi perché ieri le mondo pubblicava una lunga analisi di Philippe Fidel sul dibattito
Italiano che reso isterico tra provo e anti Berlusconi il quadro della situazione abbastanza lucido
Per le mondo forse cocktail formato da diverse
Questioni dall'indebolimento politico di Berlusconi agli scandali alla semplificazione estrema del dibattito alla saturazione dello spazio mediatico
Questo cocktail esplosivo il tredici dicembre apportando un inizio di risposta alla domanda che si è posto lo stesso Berlusconi cioè perché tanto odio ma cominciamo dalla Conferenza di Copenhagen siamo all'ultimo giorno e ieri i giornali
Internazionali inviavano un appello per trovare un accordo
Quanto meno un consenso politico visto che non si potrà avere un trattato vincolante i leader devono dare il loro appoggio un accordo sul clima subito era il titolo dell'editoriale il primo del fa nasce un Times che scrive
Cento quindici Capi di Stato e di Governo sono arrivati nella capitale danese per cercare di trovare un accordo globale sul clima
E per gli fa la Giunta insano l'obbligo di avere successo quanto meno nel fissare una serie di principi politici chiari
Se c'è un momento in cui occorre dimostrare statura politica e questo non riuscire ad agire sarebbe una vergogna e non solo per i rischi legati al cambiamento climatico ma perché un accordo potrebbe essere di beneficio a tutti un accordo però sembra sempre meno probabile sotto richiesti
La questione che provoca lo stallo e l'assistenza finanziaria i Paesi in via di sviluppo hanno lanciato appelli sempre più stridenti per mettere più soldi sul tavolo
Perché dicono di dover essere aiutati ad adattarsi un'economia a basse emissioni e perché non sono loro ad aver causato il problema
Su alcune cose hanno ragione secondo fanno sciolta INPS ma minacciare di far saltare un accordo globale sul clima sulla questione degli aiuti è sbagliato e politicamente impossibile per i Governi dei Paesi ricchi firmare oggi assegni consistenti
Visto lo stato attuale delle loro finanze pubbliche in particolare
Per gli Stati Uniti e già in precedenza hanno voltato le spalle a un accordo sul clima del protocollo di Kyoto
Se ci sarà un contributo probabilmente sarà ottenuto spostando i finanziamenti già esistenti destinati agli aiuti allo sviluppo ma il più grande pericolo è che gli elettori e i Parlamenti dei Paesi ricchi
Possono rigettare un eventuale accordo globale a Copenhagen così tra l'altro il Financial Times il Washington post ieri invece un altro
Editoriale nel titolo sottolineava che i leader mondiali sono lungi sono lontani dal trovare un accordo a Copenhagen la Conferenza sul clima che dovrebbe chiudersi oggi
Doveva produrre un accordo storico sul cambiamento climatico Manaus ma non sarà così le speranze di avere un trattato vincolante sono morte nelle settimane precedenti il vertice
E non si sa nemmeno se la Conferenza sarà in grado di concludere un accordo politico molto meno ambizioso i negoziatori si sono infilati
In questioni pur G procedurali nelle ultime due settimane su alcune questioni il consenso sembra ancor più distante
Di quanto lo fosse prima dell'inizio dei lavori di Copenaghen con i capi di stato di governo che sono arrivati ieri la domanda è cosa può ancora produrre la Conferenza nel soggiorno finale
La grande spaccatura in generale tra ricchi e poveri Paesi in via di sviluppo vogliono che i Paesi ricchi
Si impegni non taglio delle missioni dell'ordine del venticinque quaranta per cento entro il due mila venti rispetto i livelli del mille novecentonovanta
Che forniscano almeno cento miliardi di dollari l'anno entro il due mila venti tra aiutare i Paesi più poveri e vedere ad adattarsi al cambiamento climatico
A ridurre la deforestazione a tagliare le loro missioni e
Pretendono dai Paesi ricchi che venga conservato il Protocollo di Kyoto ad ora l'unico Trattato vincolante sul cambiamento climatico anche se in realtà poi non OMPI Carlei gli Stati Uniti nella Cina
Ne gli altri Paesi in via di sviluppo nella riduzione delle emissioni inquinanti
I paesi sviluppati sembrano pronti a fornire circa dieci miliardi di dollari l'anno reiterare i Paesi poveri ad adattarsi al cambiamento climatico molto meno rispetto a quanto richiesto
Ma
Secondo il Washington posto non ci devono essere altri impegni a meno che a meno che non vengano concessioni importanti dai Paesi in via di sviluppo in particolare dei grandi inquinatori
Che conteranno molto di più nelle emissioni future il riferimento a chi è alla Cina
Non ci si deve aspettare che le potenze emergenti taglino le emissioni tanto quanto i Paesi ricchi ma anche loro devono fare la loro parte devono essere soggetti a tagli vincolanti a un serio monitoraggio internazionale
Altrimenti ci sarà fin troppo facile aggirare il sistema queste concessioni da parte delle potenze emergenti Cina India Brasile per intenderci per secondo Washington post non solo sono logiche
Ci sono anche essenziali affinché gli Stati Uniti si avvicinino
Riescano a fare una delle concessioni chieste dai Paesi in via di sviluppo cioè tagliare le loro immissioni in modo significativo entro il duemila e venti la legislazione
Anti sudista andamento climatico negli Stati Uniti non ha alcuna chance di passare al Senato se il Presidente Obama non tornerà a casa con impegni convincenti da parte di Cina India e altri così
Tra l'altro il Washington post l'Herald Tribune oggi riprende invece un editoriale di ieri del New York Times resta un giorno che conta la salute il quotidiano liberal Junior tra l'altro saluta un accordo sulla
Deforestazione ma dice che non è abbastanza la maggior parte delle notizie che arrivano da Copenaghen sono negative
Chi sta negoziando nuovo trattato sul clima in uno stallo ci auguriamo che il Presidente Obama e gli altri leader capiscano cosa in gioco e riescono a produrre una svolta
Dell'ultimo minuto il l'Herald Tribune ne chiede negoziatori di lavorare
Sulla base dei progressi fatti sulla questione della deforestazione in modo da produrre in questa ultima giornata quanto meno un accordo politico provvisorio Capra
La strada un trattato vincolante dettagliato e comprensivo da
Approvare il prossimo hanno insomma tutto rischia di essere rinviato le figlia o in un editoriale di ieri evidenziava come dire i limiti di questi negoziati aperti a tutti i Paesi del mondo è in una grande confusione che la Conferenza di Copenhagen affronta la sua fase decisiva scrivere fidiamo
Difficilmente può essere altrimenti quando centonovanta Paesi negozio non direttamente di questioni tanto cruciali
L'avere a che fare con la sopravvivenza del pianeta e che implicano in ciascun Paese scelte strategiche
Che la Conferenza sul clima susciti tanto interesso rappresenta in sé è un immenso progresso
Denota una presa di coscienza universale dei pericoli futuri ma che delle questioni tanto complesse siano discusse in un forum tanto largo e così poco organizzato dimostra che non si sono fatti altrettanti progressi per migliorare la governance globale
Fissare degli obiettivi giusti per le missioni mobilitare risorse considerevoli per aiutare i Paesi più poveri decidere di meccanismi di controllo l'ordine del giorno il più ambizioso di sempre
Fare entrare gli Stati Uniti l'India la Cina nel quadro di Kyoto non è semplice
Di cui l'impressione di una fiera delle pugnalate in cui ciascun Paese avanza le sue pretese senza precisare bene i propri impegni i negoziati sono resi più ardui dal fatto che il mondo è
Più complicato di prima
Con l'emergere della Cina dell'India del Brasile il quadro non è più quello dei Paesi ricchi da una parte dei Paesi poveri dall'altra non è più nemmeno l'Occidente da una parte al resto del mondo dall'altra è finita l'epoca in cui un Paese con un gruppo di paesi poteva imporre la sua volontà arresto del Pianetta così le figlio
Nel suo editoriale di ieri vedremo come andrà a finire questa conferenza sul clima di Copenaghen un lo sappiamo già un Trattato vincolante non sarà deciso in questa occasione il rischio è che Copenaghen si trasformi in una nuova dopo a Lille trattativa sulla liberalizzazione del commercio mondiale che la norma avanti da anni e anni
E e non sono in vista successi
C'è un'altra questione diplomatica che sembra interminabile quella dell'Ira nel suo programma
Nucleare l'Iran attestato questa settimana nuovi missili il Times ieri vi dedichiamo un editoriale dal titolo una sfida diplomatica una risposta debole non farà altro che incoraggiare
I falchi di Teheran e rendere la guerra più probabile leggiamo ogni volta che l'Iran ha viene beccato a violare i suoi impegni a mentire sulle sue intenzioni
Risponde con nuove provocazioni lunedì il Times rivelato che l'Iran sta sviluppando un iniziatore nucleare la componente di una bomba atomica che innesca la l'esplosione
Mercoledì tirano attestato l'ultima versione del suo missile a lunga gittata un'arma capaci di colpire
Israele e l'Europa la Casa Bianca ha sintetizzato la reazione del mondo il test rende nulle le dichiarazioni Rania nel secondo cui le sue intenzioni
Sono pacifiche è un atto di sfida ma trovare un prezzo da far pagare per questa bellicosità nazionalista non è facile sottolinea il Times e perché
Perché i negozi storici dentali si sono convinti che le sanzioni debbano essere rafforzate ma la sfida e convincere Russia e Cina i protettori dell'Iran al Consiglio di sicurezza dell'ONU
A sostenere sanzioni che colpiscono interessi economici sensibili inclusa l'industria del petrolio del gas in Iran Mosca irritata per il no di Teheran alla sua proposta di arricchire l'uranio all'estero
Per gli impianti nucleari civili dell'Iran ma sia rosse sia Cina stanno ancora ostacolando le sanzioni insistono
Che ci vogliono altri colloqui altri negoziati la Cina a voluto rinviare un incontro chiave che doveva tenersi oggi e rinvio potrebbe essere a gennaio
Pechino sostiene che l'attenzione del mondo incentrata su Copenaghen e che diplomatici non hanno tempo di discutere di rame
Ma si tratta di un alibi assurdo scrive il Times in programma nucleare dell'Iran si sta accelerando ogni giorno Teran fa nuove minacce nuovi insulti da nuovi segni di paranoia
Il lento percorso della diplomazia non solo rende uno scontro militare più probabile per molti compresi gli zeloti di Taranto
è la dimostrazione che il Consiglio di sicurezza dell'ONU non ha né la volontà né i mezzi per fermare il programma nucleari iraniano e come Israele ha detto più volte con chiarezza a meno che non si riesca a fermare la corsa verso una bomba
I caccia israeliani troveranno una soluzione da soli
Per il presidente Ahmadinejad
Delle IGT manto sul piano interno lo scontro con le ci dente è un toccasana
Allontana l'attenzione degli iraniani dalle frodi elettorali e dalla grottesca repressione contro l'opposizione fornisce la scusa per misure d'emergenza per ulteriore repressione o per negare
Tutte le speranze di riforme future il complotto trasparente ma questo non diminuisce in alcun modo secondo il Times la necessità di una risposta robusta
L'Iran ha mentito baratto ha mostrato un volto brutale al suo stesso popolo minaccia l'esistenza di Israele il test missilistico il preludio di altre dimostrazioni di forza minatorie
Deve essere visto per ciò che vuol dire è una sfida al mondo e la miglior risposta non è quella di esitare rinviare perché i diplomatici sono a Copenhagen o hanno bisogno di una vacanza di Natale
La necessità di una robusta azione diplomatica che rafforzata dalla repressione contro l'opposizione
Gli islamisti ora si pongono come campioni
Del diritto dell'Iran a difendersi dagli attacchi
I diplomatici devono rispondere in modo chiaro e dire che un regime che minaccia al suo popolo non può essere creduto non si può farli fiducia sulle promesse nucleari
La maggior parte degli iraniani secondo il Times comprenderà
Così non la pensa invece Roger Cohen sull'Herald Tribune di oggi in un intervento dal titolo l'opzione inerzia coi in
Il ragionamento di coi né che gli iraniani non capirebbero
Nuove sanzioni in particolare dell'Occidente e quindi è meglio non far nulla l'Occidente non deve rispondere alle provocazioni regna né con nuove sanzioni
Deve capire la politica sottile dell'Iran prendendo a prestito proprio una lezione iraniana cioè l'inerzia
Per Cohen in Iran attualmente sono presenti molte delle forze che nel mille novecentottantanove portarono alla caduta del muro di Berlino mai riformisti non cerco non qualcosa di occidentali sono più legati all'idea
Della rivoluzione islamica del mille novecentosettantanove cioè una sistema politico pluralista non la ah ecco ma non teocratico soprattutto che sia iraniano Obama Antar Roger Cohen non deve far niente
Permettendo così all'orologio politico iraniano di correre più rapidamente così il columnist delle altre IBM del New York Times per chiudere Berlusconi e l'aggressione
Di domenica scorsa ieri le Monsin occupava con una lunga analisi di Philip sfide
Sul dibattito isterico tra pro e anti Berlusconi Massimo Tartaglia scrive il giornale francese non ha trovato spiegazioni per l'aggressione di cui si è reso responsabile domenica contro Berlusconi
Il caso di questo quarantaduenne seguito per problemi mentali da dieci anni è senza precedenti giudiziari riguarda più la psichiatria che l'analisi politica eppure i commentatori di ogni orientamento hanno immediatamente legato il gesto di uno squilibrato
Al clima politico dell'Italia la statuetta lanciata contro il Cavaliere appare a molti come l'epilogo temuto di una lunga stagione di odio
Iniziata nella primavera del due mila e nove con la
Con le rivelazioni degli scandali sulla vita privata di Berlusconi è stata pari lanciata questa stagione di odio in ottobre con la decisione della Corte costituzionale di rigettare la legge che assicurava Berlusconi
L'immunità durante il suo mandato reagendo con violenza Berlusconi attaccato la stampa i magistrati sul versante di quali ma anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Accusato di non aver usato il suo potere per influenzare la decisione dei giudici costituzionali
Ho ponendo la sua legittimità che deriva dalle urne e ogni altro organo di controllo democratico Berlusconi ha aperto una spirale di contestazione delle istituzioni e questa spirale
è stato un crescendo con la riapertura Milano di due processi per corruzione frode le confessioni di un mafioso pentito che
Accusato il Presidente del Consiglio di avere avuto legami con Cosa nostra ciascuno di questi episodi è stata l'occasione per un'escalation tra i due campi
Ognuno rivendica la propria buona fede ma rischia di dividere ulteriormente l'Italia per Berlusconi e i suoi partigiani
è la prova dell'accanimento di cui sarebbe vittima per i suoi avversari il capo del Governo è un gaudente corrotto che dovrebbe lasciare il potere al più presto
Poco poco l'Italia entrate in un concorso di isteria tra pro e anti Berlusconi che minaccia la coesione nazionale e negli appelli alla calma di Napolitano né quelli della Chiesa sembrano poter fermare questa escalation
La domanda che non a torto si pone nel mondo e se Berlusconi sia solo colpevole sul terreno dell'antiberlusconismo sono infatti rare le voci che predicano una opposizione
Capace di spersonalizzare il dibattito politico e se esistono non vengono ascoltate
In assenza di una vera leadership a sinistra
In molti si sono
Lanciati nella critica estrema volte semplicista del berlusconismo
Non riconoscendo alcun merito Berlusconi si intrattiene l'illusione di un tramonto che non arriva mai permettendo ogni volta il primo ministro c'è partigiani di elencare i fallimenti dei loro nemici con slogan da ricreazione scolastica
In media diventati il campo dopo chiuso dello scontro mentre il Parlamento è ormai sull'una camera di registrazione delle decisioni
Del Presidente del Consiglio i media non sono immuni da responsabilità alcuni giornali come la Repubblica L'Unità a Sinistra gli però il giornale a destra hanno come linea editoriale quella del partito preso più estremo più radicale
I giorni in cui questi giornali aprono con argomenti diversi dal Presidente del Consiglio sono rari
Le conseguenze possono essere violente
Tre alle prime rivelazioni sulla vita privata di Berlusconi da parte di Repubblica al giornale ha risposto accusando il direttore dell'Avvenire al giornale dei vescovi di omosessualità la sua colpa era stata di aver chiesto Berlusconi una maggiore moderazione
La televisione non sfugge a questo clima di odio i telegiornali di Mediaset RAI Uno inneggiano la gloria di Berlusconi per contro una trasmissione come anno zero sulle due l'appuntamento settimanale dei suoi oppositori
Questo scontro permanente dall'impressione di un Paese unicamente preoccupato dei problemi personali politici attici e giudiziari di Berlusconi infine a questa situazione tesa
Si aggiunge il clima da fine regno ciascuno sa bene che Berlusconi ha poche chance di accedere un quarto mandato la sua età la sua reputazione compromessa scartano queste ipotesi l'hospice pongono ad attacchi inediti del suo stesso campo le monde ricorda Gianfranco Fini
E Pier Ferdinando Casini indebolimento politico ritorno dei processi una maggioranza febbrile esasperazione dell'opposizione semplificazione estrema del dibattito saturazione dello spazio mediatico
E questo cocktail che forse è esploso il tredici dicembre apportando un inizio di risposta alla domanda che si è posto anche Berlusconi
Perché tanto odio
Così le monde della situazione politica italiana
Noi continueremo a seguire quello che pensa la stampa internazionale ma per oggi ci fermiamo da David Carretta una buona giornata l'ascolto di Radio Radicale