24 GEN 2010
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 17:00 Durata: 1 ora 59 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 24 gennaio 2010 condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 59 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    La stampa italiana - e domenica, in particolare, Barbara Spinelli (Stampa) e Ilvo Diamanti (Repubblica) - sulla candidatura di Emma Bonino
    17:00 Durata: 1 min 12 sec
  • L'articolo di Ilvo Diamanti su Repubblica: "Anche lui è partito dall'espressione 'auto-candidatura di Emma Bonino'; questa è la conferma che per lui la storia radicale non esiste". Tra i sociologi "c'è quindi chi studia solo la quantità stabilizzata e poi ci sono quelli che fanno i sociologi dell'inesistente, del futile". "Forse invece sarebbe il caso che anche da parte dei sociologi ci fosse una analisi di questa micro-impresa politica radicale che anche sul mercato internazionale continua a rappresentare da 60 anni una singolarità operativa"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella esordisce commentando l'articolo di Ilvo Diamanti su Repubblica: "Stimo Diamanti, lo leggo sempre con molto interesse, e ho fatto questo intervento perché lo stimo". "Sono partito da un'osservazione; siccome anche lui è partito dall'espressione 'auto-candidatura di Emma Bonino', questa è la conferma che per lui la storia radicale non esiste". A partire da questo dato di fatto, il leader radicale fa una riflessione: "All'inizio storicisti, idealisti e filosofi, hanno avuto molta diffidenza nei confronti dei sociologi, mentre io sono sempre stato dalla parte dei sociologi, nel senso che credo che la sociologia è una scienza e può esserlo; è qualcosa che va e si integra con l'antropologia e la cultura, è un'analisi di un aspetto sociale importante che poi si traduce anche in interferenze statuali". "In realtà perfino Ilvo Diamanti, da anni - come i sociologi quando restano troppo chiusi nella loro tradizione - finisce che se un evento storico non ha una massa critica quantitativa che si manifesti, che si sostanzi, tende a non dargli importanza. Sicché il sociologo poi in effetti molto spesso studia quello che è che già accaduto, e quando studia quello che è in corso di accadimento, gli va solo finché si tratta di una realtà abbastanza cristallizzata e solida, mentre non ce la fa a seguire invece la storia, la politica, perché mentre la natura procede molto lentamente - mai per salti - la politica procede solo per salti. Tanto è vero che nei paesi di maggiore democrazia ci sono ogni secolo due o tre rivoluzioni che restano a lungo, a differenza delle rivolte". "Nel mondo anglosassone, noto per esempio alla Open University, ci sono sociologi diversi. Quando guardano all'Italia, per esempio, studiano solamente Capanna e il movimento di Capanna, o dei movimenti extra-parlamentari contigui con la violenza. Ad esempio sull'aborto, sul divorzio, sul partito, quei nomi della Open University non studiano. Quindi, c'è quindi chi studia solo la quantità stabilizzata e poi ci sono quelli che fanno i sociologi dell'inesistente, del futile, dello schioppettante. [] Mentre il fatto sociologico dovrebbe dire se sono presenti e iniziano a manifestarsi cose che poi diventano o possono diventare maggioritarie nella storia umana e altro". "Ilvo Diamanti, intelligente e colto non solo come sociologo, a un certo punto ha un elemento: parla della Bonino come 'auto-candidata'. Non ha scritto invece quello che da sociologo avrebbe potuto scrivere, cioè che un partito composto da qualche centinaio di persone, da 60 anni opera ed opera in modo sensibile, tanto da costituire - per sociologi come Ilvo Diamanti - la produzione intellettuale, ideale e politica sulla quale poi lui stesso dà giudizi, quando parla della modernità, adeguata o meno, della destra e della sinistra ufficiale sui problemi dei diritti civili, individuali. E allora l'osservazione che ho voluto fare è proprio questa: forse sarebbe il caso che si ritenesse meritevole, dopo 60 anni e dopo Teodori che come sappiamo è 'illustre storico', anche da parte dei sociologi ci fosse una analisi di questo piccolo mistero, ovvero di una battaglia politica che resta di primo piano, una micro-impresa (come quelle italiane) che però anche sul mercato internazionale continua a rappresentare da 60 anni una singolarità operativa". "E allora forse si comprenderebbe meglio anche il nostro punto di riferimento nella democrazia anglosassone, piuttosto che nelle democrazie continentali". "Dicevo che una volta un sinonimo di 'radicale' era 'quasi'. Perché si diceva 'quasi tutti', senza dire però 'tranne i radicali'. Adesso con 'auto' non si fa più riferimento a Marchionne, ma 'auto-candidatura' adesso vuol dire 'candidatura del Partito radicale', che anche il sociologo Ilvo Diamanti tende a ritenere irrilevante"
    17:01 Durata: 10 min 52 sec
  • L'articolo di Barbara Spinelli su La Stampa: "Madama, perfetta, anche lei riprende il fatto che quando Bettino Craxi in Parlamento dice: 'Se c'è qualcuno che qui non è d'accordo con me, si alzi', nessuno si è alzato. Lei è coltissima, intuisce la verità contro le apparenze false della realtà, ma su questo è semplicemente una storia ignobile". Tutti rubavano secondo Craxi? "Infatti lui stesso poi si è corretto, ha detto 'quasi tutti'. Ma io mi sono alzato". E allora io dico a Barbara Spinelli: 'Vergognati!'"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Poi Pannella passa alla "eccelsa signora Barbara Spinelli. Coltissima, l'unica che ha in fondo la capacità di evocare sempre la cultura romantica tedesca e quella più razionalista, anche francese, ed altro, e che sempre riesce - mirabilmente, a livello letterario - a dire, ad esempio quando - parlando della realtà tedesca - spiega che 'gli occhi di ghiaccio di Fisher si coprivano d'immenso e promettevano un futuro umano', etc.". "Se non che la signora costantemente sulla realtà italiana non vede quello che la cultura ufficiale - di regime italiano - non ha visto in Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi. Negli empirei delle grandi visioni culturali, poi questi due che stavano in galera - un po' matti, un po' esaltati, un po' altro - da un certo punto di vista non si cade in imparzialità rivoluzioniste ed altro. È noto che noi apparteniamo a quella storia e di quella storia non siamo gli eredi - perché dell'eredità, come dissi ad Altiero, non c'era da parlare, ma c'era la storia da far continuare. E quella storia continua. Allora cosa viene fuori? Madama, perfetta, anche lei riprende il fatto che quando Bettino Craxi in Parlamento dice: 'Se c'è qualcuno che qui non è d'accordo con me, si alzi', nessuno si è alzato. Lei è coltissima, intuisce la verità contro le apparenze false della realtà, ma su questo è semplicemente una storia ignobile". "Direi che in qualche misura Bettino si dovette alzare anche perché lo avevo costretto nei giorni precedenti, con discorsi privati e pubblici, della necessità di farsi dare l'autorizzazione a procedere che veniva richiesta contro di lui, perché l'argomento che poteva addirittura arrivare a fatto giuridico, e che lui poteva usare se voleva, era: 'Tutti rubavamo, di conseguenza c'è consensus che nessuno ha rubato'. Infatti lui stesso poi si è corretto, ha detto 'quasi tutti'. Ma io mi sono alzato. Come gli avevo annunciato, gli dissi che mi sarei, spiegando: 'Per far sì che se non lo avessi capito da te stesso, i tuoi avversari e gli avversari della democrazia che vogliono giocare allo sfascismo, stanno spendendo miliardi per comprare quelli che votino poi contro la tua autorizzazione a procedere'. Io ho parlato prima, durante e dopo. Poi mi dicono che in un libro di Bobo, egli scrive: 'Nessuno si alzò, tranne Marco Pannella che si alzò per guardare Bettino, temendo che Bettino in quel momento potesse parlare dei finanziamenti radicali'. Quindi qualcuno ha notato che mi ero alzato, ed ha avuto quella interpretazione che oggi Bobo non ripeterebbe minimamente". "Sta di fatto che io dicevo a Radio Radicale anche che la non autorizzazione a procedere sicurissimamente era passata con i voti dell'estrema sinistra e della destra estrema, che avevano già preparato le grandi manifestazioni della sera, convocate anche dal Pci. Mentre molti compagni socialisti li convinsi a votare per l'autorizzazione a procedere". "Su questo Craxi mi ringraziò, dicendo che non era incazzato, quando poi accadde quello che avevo previsto, cioè quando le radio diedero la notizia che l'autorizzazione a procedere non era stata concessa, erano già pronte in tutta Roma le manifestazioni 'scandalizzate'". "Ho detto che questo sarà l'inverno più duro da 50 anni a questa parte, per l'Italia e per noi, naturalmente, nel senso che ritengo le due cose abbinate. Nel senso che una delle cose che ritengo essenziali è di trasferire a una giurisdizione europea ed internazionale le responsabilità di tradimento della propria legalità, della democrazia come diritto fondamentale, quantomeno per 40 anni di comportamento nei confronti dei radicali, con episodi che sono anti-storici. Come il fatto che noi siamo responsabili di avere fatto dei mutamenti costituzionali, noi 5-10-15 parlamentari, sulla immunità parlamentare perché non fosse impunità. Mai come adesso la partitocrazia è furto di verità e di denaro". "Se abbiamo una prestigiosa firma di una prestigiosa signora, che è al di sopra delle banalità, che puntualmente: se noi siamo federalisti, mi pare che lei non se ne accorge; se noi poi poniamo un problema di moralità, poi si permette di scrivere come conclusione: 'Nessuno si alzò'. E lei dice: 'Vergogna'. E allora io dico a Barbara Spinelli 'Vergognati!', e te lo dico come te l'avrei detto 30 anni fa in altra sede, e come ripeterò tra 20 anni finché tu non ti scuserai, perché davvero queste sono scuse che devi chiedere rispetto alla storia di questo Paese, rispetto a una storia che prosegue a difesa della legalità"
    17:12 Durata: 14 min 43 sec
  • Ancora riferendosi alla Spinelli: "La verità è che continua a pensare in modo 'tartufesco', cioè lei ci illumina di verità più o meno eterne, e poi si permette il lusso di essere parte di una congiura antropologica di negazione dei connotati principali della specie umana". "Le posizioni alla Spinelli sono quelle tragicamente ancora vincenti in Italia, e questo vuol dire che noi dobbiamo cercare di non avere falsi perbenismi stilistici di pudore nel difenderci"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Ancora riferendosi alla Spinelli: "La verità è che continua a pensare in modo 'tartufesco', cioè lei ci illumina di verità più o meno eterne, e poi si permette il lusso di essere parte di una congiura antropologica di negazione dei connotati principali della specie umana". Il dialogo, il con-vincere, l'antropologia, il laicismo. "Parlo ad esempio di problema 'antropologico' quando mi riferisco al colpo di coda tremendo, da 100 anni a questa parte, del riflesso pessimistico contro la specie umana, la sua libertà. Il povero Ferrara per esempio. È indubbio, voglio dire, che c'è un momento nel quale le religioni si difendono come potere e non come fede; e si difendono attraverso i fondamentalismi, attraverso il 'si ammazza per il bene della vita'. Qua vogliono ammazzare le persone che non sono obbedienti, mentre di là si vuole ammazzare a caso, e allora Bin Laden dice 'finché voi Americani sarete cattivi, continueremo ad uccidere a caso'. Da qui la nostra posizione: 'no taliban, no vatican'. Io sono convinto che storicamente è vincente una battaglia di questo genere. Ma storicamente". E quindi in tempi storici Il parallelo con il fascismo e la sua "tragica e letale grandezza". "Negare la realtà, far parte di una impresa di negazione. Se pateticamente evidente, come in Giuliano Ferrara, ha infatti ha lo 0,3 per cento di influsso concreto, è quella la sua dimensione. Mentre le posizioni alla Spinelli sono quelle tragicamente ancora vincenti in Italia, e questo vuol dire che noi dobbiamo cercare di non avere falsi perbenismi stilistici di pudore nel difenderci, che possiamo avere avuto. Ad esempio il sottoscritto non ha posto il problema suo personale. Io ho posto il problema dei radicali, di tutti i radicali. Mai una volta ho fatto un satyagraha, o partecipato a un satyagraha, che avesse come motivo l'esempio di quel cittadino". "Noi non abbiamo mai voluto essere 'esemplari', ma adesso vogliamo fare un esempio - scientificamente parlando - rispetto a un cittadino, un caso che nessuno registra. Ogni tanto urlano, ma così come noi continuiamo a parlare di Giorgiana Masi, noi continuiamo a onorare quegli episodi, a volere che si sappia la verità sul fatto di generale Mino, mentre da altre parti si dimenticano. Ad esempio ripeto ad Alemanno: ho spiegato perché non ritengo opportuno che ci siano strade intitolate a uomini politici dell'oggi politico, per cui ho detto che la via Togliatti era inopportuna nel momento in cui fu fatta. Ho detto quindi che per me anche per Almirante vale lo stesso. Ho detto e sto dicendo da due anni che io sui fratelli Mattei darei anche una delle vie principali di Roma. Alemanno l'ha accennato, poi nulla. Io l'ho vissuta in quel momento quella storia, difendendo un magistrato che cercava di fare indagini e che era perseguitato dagli anti-fascisti, ed era un mio compagno di scuola che conoscevo come 'pcista' che però credeva al suo dovere, tanto è vero che si sa chi sono stati gli assassini, si sa che stanno in giro per il mondo ma non se ne fa un caso Battisti". "E quindi ritenevo a maggior ragione urgente riconoscere quell'episodio come sintomatico, non per criminalizzare nessuno ma per criminalizzare una cosa, per criminalizzare l'incapacità di lottare con dei mezzi che prefigurano i fini che ciascuno vuole raggiungere". "La Barbara Spinelli è un'eccelsa rappresentante di una cultura farisea, ipocrita e devo dire - francamente - tartufesca. Adesso sto tranquillo, perché credo che dovessi a Spinelli, non dico a chi (e non parlo di 'spinelli' nostri radicali) quello che stamattina ho detto. E attendo risposte"
    17:26 Durata: 15 min 8 sec
  • Le foto della campagna stampa contro Emma Bonino, che ritraggono la candidata radicale mentre pratica un aborto: "Occorre chiarire: quelle foto furono fatte e tirate fuori da noi perché fossero viste". "Emma si batteva dando corpo alle cose; cioè dinnanzi a una donna che sarebbe ricorsa alle mammane, lei operava". Le disobbedienze civili di Adele Faccio e Gianfranco Spadaccia

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La candidatura di Emma Bonino alla presidenza della Regione e la campagna della stampa. Bordin: "La proprietà editoriale pesa sulla linea dei giornali, quanto il bilancio della sanità pesa sui bilanci regionali. Questo riporta a una singolare campagna che stanno facendo due giornali; uno che ci dice che Emma Bonino è un'abortista, ritirando fuori delle foto di 30 anni fa già tirate fuori dalla Lega". Pannella: "Ma occorre chiarire: quelle foto furono fatte e tirate fuori da noi perché fossero viste". "Emma si batteva dando corpo alle cose; cioè dinnanzi a una donna che sarebbe ricorsa alle mammane, lei operava. E io mi ricordo che in quel momento c'era un'altra donna, Adelaide Aglietta, cui faceva senso anche un po' di sangue da un dente, e ricordo di essere andato a Torino sapendo che quella sera, in quell'appartamento che avevo affittato ufficialmente, avrebbe operato lei - sotto direzione e controllo di compagni medici -, compiuto lei quel gesto della pompa di bicicletta, di Giuliano Ferrara. Perché la lotta che facevamo era contro il raschiamento, per far conoscere il metodo Karman, e facemmo venire Karman in Italia quando questo metodo era vietato". Su questo, i messaggi di allora che Pannella rivolse al Cardinale di Firenze, ripresi nel libro di Mauro Suttora. Il ruolo di Gianfranco Spadaccia, "primo segretario di partito arrestato e messo in carcere", ricorda Pannella. "Per essere chiari - prosegue il leader radicale - io ricordo che la sera in cui sapevamo che Gianfranco sarebbe stato arrestato, Adele venne a dormire a casa mia, alla Panetteria, perché dovevamo decidere quando e come si dovesse fare arrestare. E concordammo lì che sarei andato a Parigi a incontrare le sue principali collaboratrici politiche e pratiche, quali Emma Bonino, perché lì avevamo raccolto con l'Mpa francese. Lì noi organizzammo l'arresto della 'latitante' Faccio all'Adriano, preannunciandolo alla Questura ma riuscendo a far entrare Adele senza farla arrestare, portandola sul palco per chiamare poi noi stessi il vice-questore. E gli chiedemmo di leggere in quel teatro stracolmo le imputazioni del mandato d'arresto; a un certo punto stavano fischiando, io pregai i compagni di non fischiare il vice-questore che veniva lì a fare il suo dovere". "E lì ci fu quindi l'arresto in pubblico. Emma Bonino fece un'altra cosa. Eravamo nel 1975, e c'erano delle elezioni amministrative a Bra; con Emma e Franco De Cataldo, che era suo avvocato, organizzammo questo: lei andava a votare a Bra, e in quel momento dichiarava al presidente di seggio che lei riteneva di avere un mandato di arresto; il presidente la conosceva [] e in quel contesto non la arrestarono perché non lo trovarono questo mandato di cattura". "Allo stesso tempo, da 4 anni, noi avevamo dichiarato che tutte le sedi radicali erano anche del Cisa, e che in tutte si potevano praticare aborti per non essere condannati al massacro delle mammane e all'aborto clandestino". "La verità quindi era semplicemente questa. Le assoluzioni sono anche conseguenti dal fatto che dopo tre anni la legge 194 fu approvata, e quindi a questo punto la legge stessa riteneva impossibile le condanne". Bordin ricorda come allora le femministe fossero in prima linea e poi si chiede: "Vogliamo prendere le posizioni all'epoca dell'attuale sottosegretaria Eugenia Roccella? Perché sarebbe divertente. Perché io ricordo che all'epoca c'erano femministe che chiedevano l'aborto al nono mese!". Pannella: "Io direi che la povera Eugenia non merita tanto". "Non era significativa allora la sua storia, anche se persino lei - facendo parte del Partito - aveva spazio per dire e fare qualcosa". Bordin: "Però è vero o no che c'erano allora delle femministe che chiedevano l'aborto al nono mese?". La proposta di legge di Silverio Corvisieri (Democrazia proletaria). Pannella: "La cosa di Silverio dimostrava che si accorgevano a un certo punto che quella cosa impossibile - per la quale gente più moderata come Rossana Rossanda si era ritirata dal sostegno ai referendum radicali, dicendo che 'la vera battaglia si apre fra cinque giorni a Palermo quando daremo l'avvio alla campagna contro il fucilatore fascista Almirante' -, quindi non era solo Silverio; il fatto è che a quel punto si sono accorti che quella battaglia 'piccolo-borghese' era invece di classe, e quindi c'è stato qualche svarione nel copiare"
    17:42 Durata: 15 min 38 sec
  • La "sensibilità" di alcuni editori sul tema della sanità: "Si teme l'onestà e la capacità di Emma su questa roba. E non credo che si sbaglino, anche perché tra i candidati delle zone nelle quali siamo presenti come partito - non solo in coalizione - avremo una presenza, da Milano a Napoli, di capilista come Marcello Crivellini o Starace, che su questo hanno sicuramente la capacità di aiutare moltissimo Emma, continuando a difendere una linea della 'salute' che non coincida necessariamente con l'istituto della 'sanità'"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Bordin: "E' bastato che la Bonino toccasse il problema della sanità, e quella che era una 'straordinaria opportunità per la sinistra' descritta da Peppino Caldarola, due giorni dopo è divenuta per lo stesso editorialista 'un problema per il centro-sinistra'. Due giorni dopo è uscito un editoriale non firmato che diceva 'Bonino sta tradendo il centrosinistra'. Un miracolo: due quotidiani che sono legati solo dallo stesso gruppo editoriale, Angelucci, e si schierano contro la Bonino. Passi per Libero, ma per il Riformista come la mettiamo?". Pannella: "Il direttore di Libero non mi pare abbia avuto per forza dimestichezze con la famiglia Angelucci, mentre il direttore del Riformista è cresciuto con uno dei figli Angelucci a Castellamare". A proposito di cliniche e politica, Pannella fa un excursus sulla figura di Spallone, "noto per essere medico di Togliatti", e il suo rapporto con il Pci: "Dopo essere andato - con la stessa accoglienza, ma un pochino più civile - a un congresso di cacciatori, poi andai a un congresso del Pci e mi trovai i miglioristi Amendola e Lama annunciare alla platea che mi avevano denunciato la mattina per offesa alla Resistenza, per avere aperto un dibattito su Via Rasella. A questo punto, dalla presidenza, Lama e Amendola mi indicavano. Io ero lì in sciopero della fame, con il mio loden e un dolcevita a collo alto nero; a quel punto due sole persone, i fratelli Spallone, vennero a sedersi accanto a me, nel momento in cui tutti si allontanavano. E anche su Le Monde passò l'idea che io ero andato a provocare i compagni comunisti travestendomi da Nosferatu, mentre io ero andato perché invitato e perché volevo andare. Sta di fatto che gli insulti e le urla erano per il fatto di avere parlato di via Rasella, dicendo che le vittime di via Rasella ereano ragazzi sud-tirolesi e non erano SS". "Poi è accaduto che avendo gli Spallone una clinica, è venuto fuori che lì si facevano aborti a go-go, contro la legge; e io ebbi un riflesso di informarmi, cercai anche Spallone che era su in Abruzzo dove era stato sindaco. Parlammo, e mi resi conto che non potevo testimoniare altro che gli Spallone in quella clinica avevano per esempio ospitato anche mia madre, ed essendo stato lì io, non avevo avuto effettivamente sentore di qualcosa del genere. Però non potei fare nulla di più. Ora invece degli Spallone ci sono gli Angelucci". "So che loro non sono molto contenti, perché Maurizio Turco potrebbe rivendicare una cosa, che lui è stato l'unico a ritenere che ci dovesse essere l'autorizzazione a procedere contro Angelucci, mentre come un sol'uomo Pd e destra si sono pronunciati per la difesa di Angelucci".Dagospia e il suo servizio fotografico sulla festa della Polverini in casa Rizzoli, successiva alla inaugurazione della sua campagna elettorale. La candidatura Bonino come alternativa a questo blocco sociale. Pannella: "Si teme l'onestà e la capacità di Emma su questa roba. E non credo che si sbaglino, anche perché tra i candidati delle zone nelle quali siamo presenti come partito - non solo in coalizione - avremo una presenza, da Milano a Napoli, di capilista come Marcello Crivellini o Starace, che su questo hanno sicuramente la capacità di aiutare moltissimo Emma, continuando a difendere una linea della 'salute' che non coincida necessariamente con l'istituto della 'sanità'"
    17:57 Durata: 17 min 26 sec
  • La campagna di Emma Bonino: "Al Pd occorre rendersi conto, al di là delle contingenze, che si presenta un'occasione storica per il nostro Paese, quella di un incontro su una naturale, profonda, storica confluenza delle forze democratiche tutte - a cominciare da quelle già comuniste - nella vera alternativa che può far venire fuori dalla crisi le sinistre europee. E in questo consiste la scelta profondamente liberale, laica e nonviolenta, con tutto il patrimonio storico del Partito radicale"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le elezioni regionali in Lombardia: "Siccome lì non siamo presenti in coalizione, e ce ne dispiace perché se avessimo potuto avere motivi per la coalizioni l'avremmo cercata, mentre la nostra linea dal congresso in poi è che faremo la stessa campagna delle europee. Contro uno Stato profondamente anti-democratico, anti-Stato di diritto e che non merita di restare indenne nella Ue perché peggio della Turchia l'Italia lo è nel violare il diritto e creare piccole realtà di Shoah nel nostro Paese. Piccole fino a un certo punto, considerata la situazione delle nostre carceri". La campagna di Emma Bonino: "Al Pd occorre rendersi conto, al di là delle contingenze, che si presenta un'occasione storica per il nostro Paese, quella di un incontro su una naturale, profonda, storica confluenza delle forze democratiche tutte - a cominciare da quelle già comuniste - nella vera alternativa che può far venire fuori dalla crisi le sinistre europee. E in questo consiste la scelta profondamente liberale, profondamente laica e nonviolenta, con tutto il patrimonio storico del Partito radicale, da Ernesto Rossi a Luigi Einaudi, cioè alla storia di un Partito che ha continuato quello che sembrava completamente sommerso ed eliminato con l'eliminazione del Partito d'Azione, con l'eliminazione della forza organizzata del Pli. E noi oggi siamo una realtà popolare, e come tutte le realtà popolari siamo i soli anti-populisti nelle viscere". L'articolo di Chiara Geloni su Europa: 'Sul voto cattolico sono d'accordo con i radicali. Però guardate che i radicali sono quelli che ci dicono che noi siamo un pilastro della partitocrazia. Come facciamo ad allearci con questi?'. Rispondiamo che è vero, tutto il loro popolo è antipartitocratico, e sarebbe l'ora che cessi quell'assoluto divorzio tra classe dirigente del partito e sentimenti del popolo, come nel 1974 quando nel Parlamento italiano chi si mobilitò per impedire il referendum e fare fuori la legge Fortuna fu il vertice comunista e perfino quel santuomo di Longo che parò della 'iattura referendaria da impedire'". L'arresto di Sarcinelli, le dimissioni di Baffi dalla Banca d'Italia, la scelta di Stefano Rodotà nel 1979 di candidarsi come indipendente di sinistra
    18:15 Durata: 16 min 47 sec
  • La presenza radicale nelle altre Regioni: "A questo punto sorgono i problemi di 'opportunità'. Ad esempio, se noi possiamo accentuare alcuni aspetti della nostra lotta politica nello stesso modo lì dove facciamo parte di coalizioni, e dove andiamo invece come alle elezioni europee, come radicali e basta. Lo studio delle opportunità è doveroso, e qui ho ricordato mille volte che per me, con Gambetta, è dal senso dell'opportunità contro gli opportunismi che nasce una felice definizione della politica laica"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le altre candidature. Sul caso di Tinto Brass, Pannella riprende le parole di Emma Bonino: "E' uno dei pochi che quando tutti ci sputavano addosso, è sempre stato con noi. È stato molte volte candidato radicale. E questa è l'unica cosa che posso dire; a questo punto sorgono i problemi di 'opportunità'. Ad esempio, se noi possiamo accentuare alcuni aspetti della nostra lotta politica nello stesso modo lì dove facciamo parte di coalizioni, e dove andiamo invece come alle elezioni europee, come radicali e basta. Lo studio delle opportunità è doveroso, e qui ho ricordato mille volte che per me, con Gambetta, è dal senso dell'opportunità contro gli opportunismi che nasce una felice definizione della politica laica". L'importanza del "compromesso". "Altro è il modo di attrezzarci a Milano e in Lombardia, dove andiamo con la nostra identità delle elezioni europee, altro è dove le novità sono accadute. Da noi? No, perché noi siamo andati per sette mesi con una linea politica che confermava una certa analisi della società e un certo obiettivo politico. A questo punto questa linea è stata confermata, fino alla fine sempre e dappertutto. Ed è maturata invece, non l''auto-candidatura' ma l'accettazione - che non ci fu alle Europee, quando l'imperativo era di fare fuori i radicali dal Parlamento europeo - e questo lo si deve molto a qualche cambiamento avvenuto in questi sei mesi in Bersani. Che era il Bersani del governo Prodi, il Bersani più liberale, che spesso oggi sento rivivere nelle osservazioni argute, serie, responsabili, sul piano della politica economica che lui predilige. Lui a un certo punto ha troncato il dibattito dicendo: 'Questa Emma Bonino, che conosciamo nella sua capacità di dialogo, di tolleranza e nella sua intransigenza, è una fuoriclasse'. Quando poi abbiamo visto che l'unanimità dei circoli, credo con una o due astensioni, ha confermato questa scelta, allora a questo punto credo che qualcosa di molto importante stia maturando. È quello che Togliatti in modo raccapricciante respinse alla fine degli anni Cinquanta. E non è l'unica cosa raccapricciante della storia del Pci nella Prima Repubblica". "Ieri per esempio a scrutinio segreto, con 29 voti contro 39, anche in Veneto c'è una sorpresa. Lì, come a Roma, il candidato governatore non è una persona del Pd; è Bortolussi, che noi conosciamo da moltissimi anni, che ha sicuramente una sua fisionomia precisa, stimabile, singolare. Noi avevamo deciso in Veneto di andare da soli, ma a questo punto di fronte a un candidato sostenuto dal Pd, per cui abbiamo sempre espresso al nostra amicizia, non si tratterebbe di fare altro che appoggiare qualcuno che assomiglia molto a noi nei nostri contenuti, qualcuno che è riuscito a resistere a Mestre grazie alla sua storia che è di decenni. E lì dobbiamo rendere omaggio a quei compagni del Pd che si sono confrontati e a scrutinio segreto hanno deciso il loro comportamento di fronte alla candidatura di Bortolussi che già esisteva". "In termini di logica di coalizione, per non rendere più facili le demagogie, mi è venuta una idea: di suggerire anche a Brass, che è nato a Milano, di essere candidato in Veneto e in Lombardia. Penso che abbia detto che lui questo lo comprende e gli va bene. Così come in Piemonte abbiamo una persona della quale io spesso parlo, per ricordare al Pd la sua storia, ovvero che in tre - Pannella, D'Elia e Viale - fummo ritenuti incandidabili e intollerabili dal 'Pd del Loft', che è altra cosa rispetto al Pd di oggi, quello del Nazareno". E "tra i capolista lombardi ci sarà un piemontese: sarà Silvio Viale; nel modo più assoluto non c'è stato veto da parte di Mercedes Bresso; l'unica cosa che ci siamo detti è che in una logica di coalizione, con il sostegno dell'Udc necessario perché vinca la democratica e non il leghista che le è contrapposto, il contesto nel quale abbiamo la sanità di Formigoni, quindici anni di Formigoni, lì Viale va tra i capolista. E in più, come governatore e tra i capilista della Liguria, perché anche lì si va da soli; se Burlando invece poi accetta questa nostra lista ligure, allora benissimo".Quanto alla Puglia: "Vedremo chi vince, e vedremo chi vince che cosa intende fare. Noi intanto candidiamo Maurizio Turco come governatore e Sergio D'Elia come capolista". Quanto alle primarie pugliesi, "dovrebbe vincere non il buono-a-niente". La Calabria: "Se Callipo si presenta con 'Liste Callipo', poi magari sostenute da Idv, etc., possiamo appunto immaginare in Calabria - anche perché noi ci auguriamo per esempio di potere esporre finalmente - come governatore o come capolista nostro - un calabrese che si chiama Virgilio Dastoli, che è l'erede più ufficiale e qualificato di Altiero Spinelli, con una vita di grande esperienza parlamentare e istituzionale. E quindi noi ci occuperemmo del rapporto tra Calabria e Ue, con una competenza che sicuramente non è paragonabile agli eletti liberali del Parlamento europeo. Mi auguro che Callipo possa accettare questo"
    18:31 Durata: 17 min 51 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Gli appuntamenti della settimana. "Lunedì alle 19, dopo la dipartita del nostro compagno Toscani, avremo la risposta di Alfonso De Virgiliis che è imprenditore e quello che da sette anni ha inventato il Premio Galileo che è di massimo prestigio internazionale, tanto che lì è stato premiato - un anno prima di avere il nobel - l'economista Yunus". "Martedì e mercoledì, con Marco Perduca e Matteo Angioli, saremo a Londra per due giorni, visto che il 29 Tony Blair sarà ascoltato dalla commissione d'inchiesta". "Mentre vorrei segnalare subito che lunedì 25 gennaio, alle 17, si terrà con Emma Bonino, Piero Ichino e Cesare Damiano, un convegno su 'Lavoro e pensioni. Semplificare le leggi, superare l'apartheid tra protetti e non protetti' ed è - credo - una questione che si ripercuote a tutti i livelli regionali". "Poi però vale la pena sin da adesso annunciare che ci sarà un convegno martedì 26 su 'Il capitalismo italiano tra imprese e famiglia', organizzato in comune dal Club per l'Economia di mercato e da Radicali italiani". "Poi Certi Diritti tiene a Firenze il suo congresso sabato 30 e domenica 31 gennaio, presso l'Istituto valdese che ci è stato gentilmente offerto".
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