07 MAR 2010
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:05 Durata: 1 ora 51 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 7 marzo 2010 condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 51 minuti.

La rubrica e' disponibile anche in versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    Le prossime elezioni regionali; il decreto salva-liste, le manifestazioni dell'opposizione e l'iniziativa dei Radicali. L'appuntamento di martedì al Teatro S. Chiara a Roma
    17:05 Durata: 1 min 21 sec
  • L'appuntamento di martedì con i radicali a Roma: "Sarà più un'assemblea pubblica e aperta, di vera consultazione e riflessione urgente che si compie in dibattito tra l'intera classe dirigente, intendendo per classe dirigente colo che assumono iniziative responsabili ai vari livelli, alle varie occasioni". Lo stato delle forze federaliste in Europa

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Cosa farà Emma Bonino? "Tutti sanno che io rischio a volte di decidere tardi, perché tendo a decidere a bocce ferme. Cerco di interrogarmi per comprendere quali siano gli spazi che si intendono conquistare, in che direzione e con quale strategia. Quindi meno che mai in questo momento mi sento di dire quale possa essere il punto di arrivo, perché non mi sento in questo momento cosa consigliare. Ma sono certo che maturerà. Formalmente l'assemblea di martedì non è un'assemblea decisionale". "Sarà più un'assemblea pubblica e aperta, di vera consultazione e riflessione urgente che si compie in dibattito tra l'intera classe dirigente, intendendo per classe dirigente colo che assumono iniziative responsabili ai vari livelli, alle varie occasioni". "Si può continuare a giocare con i bari? Emma lo ha anche accennato, pur senza pronunciare la parola 'stella gialla': otto mesi fa avevamo lanciato il monito di poter trovarci nella situazione europea del periodo di Monaco e dintorni, quando nessuno sembrava rendersi conto che il precipizio si era aperto e ormai era la forza di gravità che dominava la politica europea. Qui abbiamo sempre di più questa situazione, anche per la realtà europea, perché è indubbio che l'afflato dell'azione politica costitutiva dell'Unione europea oggi è assolutamente extra istituzionale. Ci sono delle forze federaliste extraistituzionali, ma non c'è uno Altiero Spinelli; e siamo forze extra-istituzionali perché (non potrebbe essere altrimenti visto) il Parlamento europeo partitocratizzato, perché la commissione Barroso è quella che è; ci sono delle individualità: Verhofstadt è sicuramente un federalista per pensiero e tensione politica, ma come liberale appartiene al ceto dei notabili liberali". La figura di Daniel Cohn-Bendit: "Potrebbe anche lui comprendere quanto l'iniziativa federalista, o l'obiettivo più urgente sia quello di riprendere una lotta federalista senza la quale tutte le situazioni nazionali stanno andando a quel paese"
    17:06 Durata: 6 min 25 sec
  • Il decreto salva-liste e la firma del Presidente Napolitano: "Questa volta il Presidente non ha capito, non ha saputo". "Il primo problema quindi è che da cinque mesi noi aiutavamo lo Stato, come alle ultime elezioni europee aiutammo il Presidente della Repubblica [...] : lo Stato, le istituzioni, il Governo, il ministro degli Interni, i Comuni, le Regioni hanno omesso di fare quello che era loro obbligo perentorio e non dovere"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "Il degrado istituzionale è totale. Nessuno se lo ricorda ma io in questi giorni ho rivendicato di avere votato per Napolitano alla Presidenza della Repubblica. Continuo a rivendicarlo, nel senso che sapevo di eleggere una persona importante, che stimavo, ma che aveva una storia radicalmente diversa rispetto alla nostra. E ritengo che raramente e difficilmente le storie non sono di già concluse e fanno altro che ripetersi. E allora sono fortemente critico, non lo comprendo il Presidente. Il Presidente ha avuto un momento di grossa sensibilità, nel momento in cui - in occasione delle ultime elezioni europee - gli portammo quel sondaggio di Crespi che dimostrava che solo il 3 per cento degli italiani era a conoscenza dei partiti che si sarebbero presentati alla competizione elettorale a 20 giorni dal voto, e allora si chiede: 'Ma di quale Paese sono Presidente?', e ha operato efficacemente con quella che si chiama moral suasion". "Questa volta il Presidente non ha capito, non ha saputo. Da quel momento (dalle elezioni europee, ndr) ha predominato in Italia una reazione nei confronti nostri, fra gli altri obiettivi. Finite quelle votazioni, si sono scatenate tutte le corazzate dell'informazione e ci hanno eliminato totalmente". L'assenza dei radicali dai maggiori talk show. "Senza contare tutta la fase pre-elettorale che in Italia iniziava sei mesi prima del voto. [] Noi abbiamo continuato non a lamentarci ma a dire: bisogna disciplinare il processo di raccolta delle firme, perché sono 30 anni che dimostriamo che sono raccolte in modo illegale. Il ministero degli Interni deve fare certe cose in base alla legge. Abbiamo per mesi detto ciò, ma il Presidente della Repubblica questo non lo ha appreso dalla tv, né è detto che la sua segreteria necessariamente ascolti Radio Radicale". "Il primo problema quindi è che da cinque mesi noi aiutavamo lo Stato, come alle scorse elezioni aiutammo il Presidente della Repubblica [] : lo Stato, le istituzioni, il Governo, il ministro degli Interni, i Comuni, le Regioni hanno omesso di fare quello che era loro obbligo perentorio e non dovere". "In questa totale assenza di sensibilizzazione, perfino queste macchine gigantesche che sono i partiti di destra, centro e sinistra, hanno toppato perché non hanno messo in conto il deterioramento ancora peggiore, ovvero che i cittadini non sapevano nulla, se gli si chiedeva la firma per la Lazio o per l'eutanasia". Da qui la situazione "allucinante" della raccolta firme. "Nell'esternazione del Presidente che risponde alle lettere di due cittadini c'è una premessa: che non si poteva tollerare, nemmeno ammettere di pensare, che i presunti votanti per un partito di maggioranza non avessero il diritto di votare. Perché, non avevano forse il diritto di votare per altre 10 liste? Ma comunque, noi ti stiamo spiegando che - tra sbarramenti e leggi elettorali illegali - ci sono almeno 5-10 milioni di persone che non possono votare per i loro partiti, e allora? Il Presidente, il garante, si occupa di alcuni milioni, ma non dei 5 milioni? Mi pare che si dica: finché succede ai Radicali, va bene, ma se succede al partito di maggioranza di Berlusconi, allora non si può proprio". "E' un limite pesantissimo. Io non ho il diritto di lamentarmi di questo, perché quando ho votato Napolitano, l'ho votato consapevole di assumermi la responsabilità di dovere rispettare la sua storia. Ora un comunista napoletano di grande prestigio ha sempre saputo - perché io a Napoli lo facevo quando ero consigliere circoscrizionale - che noi denunciavamo che tutti i grandi partiti decidevano i candidati all'ultimo momento prima delle elezioni. Quindi non può non avere ritenuto eccessive e moralistiche le nostre lotte in quel momento per ottenere queste forme di legalità. Allora io capisco: se qualcuno che per 30 anni ha ritenuto, per sua formazione, questi scrupoli radicali 'legalitari' e non 'legalistici', ha dato per scontato che fossero astorici, adesso che faceva? Negava forse la firma a quel decreto di Berlusconi che pure crea una disparità tra votanti di destra e di sinistra, o i votanti dei partiti di sinistra e di destra minoritari?". L'ipotesi della sanatoria avanzata da Pannella. "La minoranza, da 30 anni egemone, dei Radicali". "Allora, cosa fare? C'è da chiedersi cosa i nonviolenti - non partecipi dell'errore tragico storico dei democratici degli anni Trenta - possono fare. Non possono mettere le bombe, perché credono sia controproducente. Non possono fare fughe cretine, tipo campagne di boicottaggio, che funzionavano quando i dittatori avevano al massimo la radiolina"
    17:12 Durata: 18 min 23 sec
  • L'attacco del Secolo d'Italia a Pannella. "Ci troviamo la Polverini - che è un'invenzione, simpatica e seria, ma invenzione -, la cui forza non è dovuta tanto al fatto che è esploso il caso Ugl, ma al fatto di venire catapultata dalla sinistra del partito Rai, con la destra tutta quanta d'accordo, e contrapposta alle spoglie di Marrazzo, e quindi doveva essere una passeggiata. È senza significato questa storia?"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "C'è un'altra cosa che è particolare: due giorni fa sul Secolo d'Italia è stato pubblicato un bel pezzo, diciamo corretto nel titolo: 'Pannella fa il maschilista'. Io non l'ho letto, ma è chiaro che mentre quattro mesi fa è venuto fuori da quell'ambiente, da gente di FareFuturo, che 'siamo tutti figli di Pannella', adesso invece nel frattempo il Presidente della Camera che fino a qualche mese fa maturava convinzioni di fondo importanti e singolari, ma sempre dando priorità alle sue funzioni", invece di "essere continuamente tutti i giorni nel confronto politico come oggi". "Voglio dire agli amici del Secolo: ma che cosa c'entra il maschilismo? Io non ho nemmeno attaccato la Polverini. Piuttosto ho parlato di una cosa che voi non avete raccolto per nulla: un sistema da unità nazionale nel quale si cerca manifestamente di coinvolgere anche il presidente Fini, che potrebbe andare da Massimo D'Alema a Storace e la Santanché". La dimostrazione sarebbe anche nell'atteggiamento di Rai3. "Ma guardate un po', nell'unità nazionale la terza rete è non solo la più anti-radicale, ma avanguardista quasi. A un certo punto, all'inizio del 2007, la terza rete ci mostra Renata Polverini, per la quale io ho simpatia personalmente". "Tg3, con Ballarò, a un certo punto - mentre prima davano sempre posto a Angeletti della Uil e a Bonanni della Cisl, forse perché ritenevano che la Cgil la rappresentavano loro stessi - settimanalmente 'sparano' Renata Polverini, a tal punto che lei per un anno raggiunge e supera le presenze tradizionali degli altri sindacalisti, dopodiché li sgomina: esiste soltanto lei. Dal 2007, in previsione delle europee e delle regionali, Ballarò lancia questo personaggio nuovissimo. La Uil e la Cisl da una parte si dolgono ma non troppo ufficialmente, e meno che mai si duole la Cgil. In quei momenti arrivava la notizia che l'Ugl batteva la Fiom in qualche posto". "Ci troviamo poi, guardacaso, la Polverini - che è un'invenzione, simpatica e seria, ma invenzione -, la cui forza non è dovuta tanto al fatto che è esploso il caso Ugl, viene catapultato dalla sinistra (del partito Rai, ndr) con la destra tutta quanta d'accordo, contrapposta alle spoglie di Marrazzo, e quindi doveva essere una passeggiata. È senza significato questa storia? Chi è comanda l'ala sinistra della Rai tv? Rizzo Nervo e gli altri che hanno mentito in modo vergognoso sulla questione Beltrandi, perché poteva potenziare i talk-show, poteva richiamare al loro interno tutte le tribune politiche che in tutto il mondo sono il momento di ascolto massimo". "Se continuiamo ad andare avanti in questa storia, a me pare che l'ipotesi strategica di una cosa che va da D'Alema (il politico cui va la massima fiducia di Berlusconi)" alla destra sia possibile. La linea D'Alema e la linea Bersani del Pd
    17:31 Durata: 19 min 20 sec
  • Ritirarsi dalle elezioni? "L'unica cosa che dobbiamo avere ben presente è che se vogliamo ritenere che siamo a uno stadio tipo quello della fine degli anni Trenta, solo qualcosa di scandaloso può colpire e passare anche le Alpi, divenire internazionali".

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il problema del "che fare". Cosa vuol dire non sedersi al tavolo con i bari? "In questo momento, dire che non si gioca con i bari Il Pd e perfino Di Pietro non sono identificabili tra i bari, che invece sono quegli altri. In questo momento. Abbiamo peraltro sempre confermato che da una parte ci siamo noi, dall'altra parte c'è il centro, la destra e la sinistra del regime. Noi, nella nostra specificità, cerchiamo delle alleanze di carattere sociale, perché abbiamo sempre detto che i temi etici e quelli che abbiamo toccato sono problemi fondamentalmente sociali". "Oggi i bari sono coloro che barano a livello della legalità. E alcuni barano per motivi antropologici: un onest'uomo comunista, fascista, etc., ha la sua storia. E sicuramente per 30 anni questo problema della legalità nelle elezioni è stato sollevato in tutti i modi da noi; e se queste persone inconsapevolmente hanno vissuto tutta la loro vita ritenendo che queste erano pruderie, è difficile che oggi possano comprendere (o peggio ancora combattere) questa battaglia per la legalità, invece che a favore di un sostanzialismo contro i legalismi troppi fiscali. Allora, cosa possiamo fare? Pannella, si dice, vorrebbe più della Bonino che si rompesse. Ma cosa vorrebbe dire rompere? Che lei a questo punto comunica urbi et orbi che, a queste condizioni, anche facendo la Presidente del Lazio sarebbe un'illusione, dice buona notte al secchio e se ne va". "Evidentemente questo non mi basta, non è nelle mie e nelle nostre corde". "L'unica cosa che dobbiamo avere ben presente è che se vogliamo ritenere che siamo a uno stadio tipo quello della fine degli anni Trenta, solo qualcosa di scandaloso può colpire e passare anche le Alpi, divenire internazionali". La riflessione sull'idea di chiedere asilo politico. "Il problema non è solo italiano, ma è della democrazia reale". La conversazione e le consonanze con Massimo Salvadori; la sua origine leninista. La ricerca del proverbiale "coniglio" da tirare fuori dal cilindro: "C'è un problema: la tentazione di rimandare sempre, come negli anni Trenta. Bisogna stare molto attenti. Oggi sicuramente, in termini immediati, sarebbe poderoso il fatto di Emma che prende e dice: 'E' inutile che io faccia la Presidente della Regione, quando anche il Presidente della Repubblica fa parte di questa rovina; quindi, voglio essere leale a quelli che mi vogliono votare, ma ho una lealtà più profonda è quella di dire loro e dare loro qualcosa che non siano illusioni di contingenza, altrimenti poi me la rimprovereranno'. Ma una cosa è ferma: va costruito qualche evento, e non credo ci voglia molto, che ci consenta di ragionevolmente sperare di coinvolgere la giurisdizione internazionale sulla realtà italiana". "Perché significa anche rafforzare una democrazia reale in condizioni allarmanti anche fuori dai confini italiani"
    17:50 Durata: 18 min 53 sec
  • Ancora sulla firma del Presidente Napolitano per il decreto legge interpretativo

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "Quelle mie a Napolitano sono critiche gravissime, ma non attacchi". Ma in fondo non vale il fatto che la firma del Presidente della Repubblica non impegna il Presidente ma il Governo? "No, però un momento. Il Presidente non è meno di un notaio. Il Presidente della Repubblica, se ha solo un lontano fumus di sospetto di incostituzionalità di un provvedimento". "Posso sbagliarmi, ma ho alcune conferme dal dibattito: un costituzionalista che non è notoriamente tra i miei favoriti, Ceccanti, ha avuto un incidente - capitano incedenti positivi - e ha detto: 'Da costituzionalista conoscevo le leggi interpretative, ma i decreti legge interpretativi no'. Quindi intanto viene fuori questo dl, perché si riconosce necessità ed urgenza. Ma se tu riconosci necessità ed urgenza su questo, allora è una legge modificativa", "perché c'è una sola possibilità di interpretazione"
    18:09 Durata: 3 min 54 sec
  • Quanto al problema di non rimanere al tavolo della competizione elettorale con i bari: "Non solo è legittimo che noi radicali ci poniamo questo problema, ma è necessario, doveroso e urgente che questo problema se lo pongano tutti i democratici"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il dibattito tra radicali. Quanto all'assemblea di martedì, "siccome sono cose urgenti, è un fatto automatico che se da lì viene fuori qualcosa che ci convince tutti o quasi tutti, sarà probabile che dopo due ore una qualche decisione sia formalizzata". Chi firma un eventuale ricorso, magari per invocare la giurisdizione internazionale? "Quello sarà automatico, quando abbiamo meglio capito, perché io sono convinto che solo le cose che destano convinzioni profonde e generali possono essere gestite e andare avanti". Quanto al problema di non rimanere al tavolo con i bari: "Non solo è legittimo che noi radicali ci poniamo questo problema, ma è necessario, doveroso e urgente che questo problema se lo pongano tutti i democratici; ecco un altro motivo di prudenza, di attenzione, per avere i nervi pronti per scattare. Ma non a caso".Il rapporto Radicali-Pd: "La nostra posizione è oggi questa: guardate, noi possiamo porre questo problema - usciamo, rompiamo - ma sapete perché è legittimo? Perché noi riteniamo che è doveroso, è un obbligo, che questo dibattito si ponga tra tutti noi e voi!". Quanto al Presidente della Repubblica: "Signore, perdona lui perché non sapeva". "Credo che il suo in buona fede sia stato un errore". La mancanza di informazione. "La democrazia può seguire i più, perché ci sono delle regole. Altrimenti diventa legge della giungla, dove il più forte, o il più numeroso, fa quel che gli pare"
    18:13 Durata: 14 min 52 sec
  • La riforma del processo del lavoro

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le contraddizioni nel Pdl e i possibili contraccolpi sul Pd. "Io non credo che il Pdl sia una cosa che scoppia. È chiaro che Giornale e Libero adesso suggeriscano a Fini di andarsene, ma questo rientra nel disegno unità nazionale e così definitivamente si santifica la soluzione Massimo D'Alema". Il dibattito sulla riforma del processo del lavoro: "Ma è favolosa, perché loro stanno cercando di fare una cosa che noi invece tentavamo di fare fuori: noi volevamo che il dipendente potesse scegliere tra il risarcimento (che noi chiedevamo fosse raddoppiato) e l'impossibile reintegro". "Se ho letto bene, loro questa parte la fanno fuori; l'operaio o il dipendente, per contratto, quando entra, rinuncia a fare l'azione. L'operaio non può più fare nulla, non è più nulla"
    18:28 Durata: 4 min 48 sec
  • "La situazione dei Radicali nelle altre Regioni è disastrosa. Nella società moderna, se dopo 30 anni, con le dimostrazioni che ci sono che se riusciamo a dire due parole tanta gente le capisce, anche se gli altri ne dicono 20mila di parole, quello che questi continuano a fare - escludendoci da tutto - non riguarda il Presidente della Repubblica?".

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La concitata chiusura delle liste e la presenza radicale. "Sulla Lombardia ci sono delle cose così elementari a livello giornalistico: 'Ma come, questi radicali presentano Emma Bonino - che a Milano ha avuto più voti di Bossi alle ultime elezioni - e adesso non ce la fanno nemmeno a raccogliere la metà delle firme?'". "Il problema andava affrontato prima, anche dal Presidente della Repubblica: era vero o no che il ministro non applicava quella legge? Era vero o no che i Comuni non erano aperti come richiesto dalla legge?". "La situazione dei Radicali nelle altre regioni è disastrosa, perché non è possibile che continui questa situazione. Nella società moderna, se dopo 30 anni, con le dimostrazioni che ci sono che se riusciamo a dire due parole tanta gente le capisce, anche se gli altri ne dicono 20mila di parole, quindi quello che questi continuano a fare - escludendoci da tutto - non riguarda il Presidente della Repubblica?"
    18:32 Durata: 4 min 3 sec
  • "Noi ci muoviamo perché riteniamo giusto che la democrazia americana e la democrazia inglese, la democrazia nel mondo, consenta l'operazione verità sulla guerra irachena. Perché ritengo che Bush, Blair, Gheddafi e Berlusconi - meno Aznar - hanno fatto parte di un'associazione per delinquere di valore criminale"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L'iniziativa per la verità sulla guerra in Iraq: "Io sono già tre volte che dico chiarissimamente che noi ci muoviamo perché riteniamo giusto che la democrazia americana e la democrazia inglese, la democrazia nel mondo, consenta l'operazione verità sulla guerra irachena. Perché ritengo che Bush, Blair, Gheddafi e Berlusconi - meno Aznar - hanno fatto parte di un'associazione per delinquere di valore criminale". "Le patenti immaturità nonviolente di Obama". La politica della droga in Afghanistan
    18:36 Durata: 5 min 14 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La forza dei Radicali: "E' vero che noi abbiamo fatto una campagna di resistenza alle ultime elezioni europee, ma è anche vero che l'obiettivo principale che gli altri si proponevano era di farci fuori dal Parlamento europeo dopo 30 anni, e la nostra mancanza si sente già. Oggi ci vogliono fare fuori dalle Regioni dove rischiavamo di entrare; allora non vorrei che per gran parte degli italiani, consapevolmente o no, il Partito radicale esiste come un fatto della natura, non può essere eliminato: state attenti, non è così. Già quello di oggi è un miracolo, da 50 anni".Furio Colombo e la collocazione dei suoi articoli sul quotidiano 'il Fatto'. Venerdì, alle 15, ci sarà una conversazione straordinaria con il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero. Mentre domenica 14 sarà ospite il vaticanista del Fatto, Marco Politi: "Io mi devo congratulare con Marco perché sicuramente è più libero di essere quello che è".L'ipotesi di una conversazione con Piero Verni sulla realtà tibetana
    18:42 Durata: 14 min 23 sec