14 MAR 2010
rubriche

Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella e Marco Politi

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:07 Durata: 1 ora 53 min
A cura di Enrica Izzo e Pantheon
Player
In studio, con Marco Pannella e Massimo Bordin, Marco Politi, vaticanista, autore del libro dal titolo "La Chiesa del no.

Indagine sugli italiani e la libertà di coscienza" (Edizioni Mondadori).

Puntata di "Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella e Marco Politi" di domenica 14 marzo 2010 condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Marco Politi (giornalista, vaticanista de "Il Fatto quotidiano"), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e
Transpartito), Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 53 minuti.

La rubrica e' disponibile anche in versione audio.

leggi tutto

riduci

  • Introduzione di Massimo Bordin

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Politi

    giornalista, vaticanista de "Il Fatto quotidiano"

    17:07 Durata: 1 min 15 sec
  • Pannella: Cattolici-democratici o meglio cattolici liberali?. Politi: I ‘cattolici del quotidiano’ sono milioni di uomini e donne che vivono la loro fede con entusiasmo e passione, ma che hanno introiettato quello che è stato un punto fondamentale della rivoluzione liberale degli ultimi due secoli, e cioè la scelta dell’individuo, la scelta del soggetto, che nel Concilio Vaticano II viene poi formulato in un linguaggio ecclesiale come ‘primato della coscienza’

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Politi

    giornalista, vaticanista de "Il Fatto quotidiano"

    Pannella parte con una confessione sul libro di Politi: Ce l’ho da tempo, da tempo devo leggerlo e da tempo non l’ho letto. Politi: E' gravissimo questo. Pannella: Anche perché gli articoli [di Politi], ma anche alcune consonanze storiche, perché ci conosciamo da decenni; anzi, io lo conosco meglio perché lo conosco da giovanissimo, quando già nel mio impegno ultra-laicista all’università, ho vissuto anni di consonanza nel governo della cosa universitaria con i cattolici, ma soprattutto quelli della Fuci, soprattutto i credenti più che quelli dell'area politica cattolica: mi ha marcato continuamente, anche perché grazie all'università ho potuto vivere le due chiese - quella cattolica e quella comunista - un po’ come cosa anche mia. Poi il leader radicale si rivolge a Politi: Tu dici ‘cattolici democratici’. Mi chiedo se quello di cui tu sottolinei la ricchezza, forte, se sia più utile individuarne l’aspetto cattolico-democratico o l’aspetto cattolico-liberale. Perché l’aspetto cattolico-liberale ha una storia europea e italiana molto importante; noi abbiamo avuto il ceto risorgimentale che era in stragrande maggioranza cattolico-liberale. Il caso dei padri domenicani e le argomentazioni con le quali si sono schierati contro il decreto ‘salva-liste’. Politi: Io mi chiedo se questi termini ‘cattolico liberale’, ‘cattolico democratico’ un po’ non appartengano molto alla nostra esperienza, di 30-40-50 anni. Perché in una società come la nostra che è anche fortemente depoliticizzata, esiste una massa che io chiamerei quella dei ‘cattolici del quotidiano’: i ‘cattolici del quotidiano’ sono milioni di uomini e donne che vivono la loro fede con entusiasmo e passione, ma che hanno introiettato quello che è stato un punto fondamentale della rivoluzione liberale degli ultimi due secoli, e cioè la scelta dell’individuo, la scelta del soggetto, che nel Concilio Vaticano II viene poi formulato in un linguaggio ecclesiale come ‘primato della coscienza’: per cui si deve obbedienza a tutte le norme, si deve obbedienza al Papa, ma il primato è quello della coscienza. Una volta al cardinale Newman chiesero: ‘Ma lei brinda al Papa?’. E lui disse: ‘Mi sembra un po’ superficiale alzare il bicchiere e brindare al Papa. Ma se dovessi brindare brinderei al Papa e prima ancora alla mia coscienza’. La posizione dei ‘cattolici del quotidiano’ su tutta una serie di temi in cui la gerarchia si attarda ancora su divieti o anche di visione arcaica. Il pensiero dell’Abate Franzoni: la sua posizione su concordato, divorzio, rapporti prematrimoniali. Rispetto a una serie di posizioni di negazione della gerarchia ecclesiastica, questi cattolici del quotidiano scelgono, e i sondaggi ci dicono che in realtà scelgono molto oculatamente: sono in maggioranza a favore delle coppie di fatto; accettano ormai i rapporti prematrimoniali; sono quelli che hanno fatto vincere le battaglie su aborto e divorzio, sono anche a favore di una legge sul testamento biologico. Questo è il cattolico quotidiano che spaventa moltissimo la gerarchia ecclesiastica. Il relativismo: C’è una pluralità di opzioni etiche e il cattolico del quotidiano fa le sue scelte, in sintonia con la maggioranza del Paese. Pannella: A me fa piacere perché [questo ragionamento] lo sentivo dai tempi dell’università, ma mi scontravo con le posizioni ufficiali dell’intesa, però governavamo assieme, soprattutto nel periodo mio che era anche il più anticlericale, ma di un anticlericalismo che era più proprio del mondo religioso, diciamo massonico. Il caso di Giuliano Ferrara nel libro di Politi, il risultato della sua lista ‘Aborto, no grazie’ alle elezioni. La possiamo vedere in un altro modo: anche quelli che non sono cattolici hanno lo stesso riflesso, quasi fosse un Dna di questa terra. Io, anticlericale come ti avranno raccontato quando mi hai conosciuto, a 18 anni leggevo già Idea di Monsignor Barnieri, Diego Fabbri e tutte queste presenza che oggi tendono ad essere fatte fuori. Non è un caso. D’altronde lo intuiva anche il Cardinale Ratzinger: quando in Francia, con le leggi Combes, la Chiesa fu ‘spogliata’, quella chiesa povera ebbe un’inflazione di conversioni che è durata mezzo secolo. Politi: Ed ebbe anche una fioritura teologica. Siamo comuni, nel senso che sappiamo anche che c’è un’evoluzione della specie che è determinata dai dati ambientali. Anche il modo in cui tu hai scelto: tu scegli di parlare con Mina Welby dei giorni e delle settimane viste dall’interno di quella sofferenza, oppure c’è il padre che celebra i matrimoni degli omosessuali, e questo è come vivono nel quotidiano, come viviamo nel quotidiano. Questa mi pare l’importanza straordinaria che ha il tuo libro: il taglio è quello di vivere attraverso i testimoni e le testimonianze
    17:08 Durata: 14 min 53 sec
  • Politi sull’ultimo Conclave: Nella Chiesa c'erano e ci sono persone ad esempio preoccupatissime della sua idea di dialogo inter-religioso. Lui stesso quasi è dovuto giustificarsi in discorsi alla Curia, dicendo: ‘Non stiamo facendo sincretismo’, ‘non è una marmellata’, ‘preghiamo assieme ma ognuno prega per conto suo’. Questa cosa spaventa; questo blocco poi era spaventatissimo di fronte alla sua idea del 'mea culpa'. Questo blocco al Conclave ha preso il sopravvento

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Politi

    giornalista, vaticanista de "Il Fatto quotidiano"

    La battuta di Pannella sull’ultimo Conclave che ha visto l’elezione di Benedetto XVI: Se c’era lo Spirito santo, non trovava dove mettersi, perché il Conclave era militarizzato. Siamo arrivati a un Conclave nel quale era chiaro che poteva essere eletto solo Ratzinger, tanto è vero che quando lui parlò in modo così duro nel secondo giorno del Conclave, qualcuno disse: ‘Si vede che sta perdendo’. No, aveva avvertito le minoranze: state attenti. Su questo, leggendo [il tuo libro], non c’è questa impressione però te a un certo punto dici come mai è venuta fuori quella riforma in base alla quale bastava quella maggioranza Per cui non si esclude quello che dicevo: è stata una conquista militare. Politi: E’ chiaro che nel Conclave c’è stata una conquista conservatrice per bloccare anche dei fermenti che erano stati introdotti personalmente da Giovanni Paolo II. Credo che vada dato atto al Cardinale Ratzinger di non essere stato lui un ambizioso; perché quello di Ratzinger è un temperamento monacale, è uno studioso, è un teologo, e tra l’altro - conosciuto a tu per tu - non è nemmeno il cliché del gelido panzer tedesco: è una persona molto calma, sensibile, che ha una visione del cattolicesimo in realtà gioiosa. Per esempio c’è una parte dei ‘cattolici del quotidiano’ che poi rimane affascinata quando Ratzinger per esempio spiega il Vangelo con delle parole semplicissime; perché poi la sua idea di religione non è quella di un pacchetto di divieti, ma semplicemente una sequela di Cristo con grande convinzione, con entusiasmo e con gioiosità. Però c’era un blocco, e da qui l’enigma: chi è quel gruppo conservatore che approfittando della malattia di Papa Wojtyla è andato a sussurrargli nell’orecchio: ‘Santità, qui rischiamo di avere un conclave paralizzato da una minoranza che blocca tutto’ (ovviamente la minoranza ‘cattiva’, progressista)? Purtroppo lui ha detto: ‘Va bene, facciamo questa riforma’. Quello che spaventava questo gruppo molto conservatore - perché anche Wojtyla era conservatore, però poi apriva delle finestre sul futuro. Nella Chiesa c'erano e ci sono persone ad esempio preoccupatissime della sua idea di dialogo inter-religioso. Lui stesso quasi è dovuto giustificarsi in discorsi alla Curia, dicendo: ‘Non stiamo facendo sincretismo’, ‘non è una marmellata’, ‘preghiamo assieme ma ognuno prega per conto suo’. Questa cosa spaventa; questo blocco poi era spaventatissimo di fronte alla sua idea del 'mea culpa'. Le scuse agli ebrei, poi per la notte di San Bartolomeo, l’opposizione di Wojtyla alla guerra in Iraq. Questo blocco al Conclave ha preso il sopravvento. Pannella: Ma soprattutto la distinzione, fatta in occasione del Concilio Vaticano II, tra errore ed errante. Quello (Wojtyla, ndr) ce l’aveva con l’errore, questo (Papa Benedetto XVI, ndr) ce l’ha con gli erranti. Dappertutto, anche all’interno. Per questo dico che c’era uno scontro militare. Politi: Il dato di fatto è che Ratzinger, paradossalmente uno dei teologi più progressisti al Concilio, è entrato in una visione di grande pessimismo. Pochi giorni fa ha detto che nel Concilio c’erano correnti che invocavano una utopia anarchica. L’idea dello sfascio promossa da Ratzinger. Pannella: Il senso dell’insicurezza, della paura, è quello che unisce le minoranze dominante ma minoritarie del mondo islamico, con queste del nostro mondo cattolico. C’è un fondamentalismo che sembra una reazione antropologica contro un annuncio che poi è cristiano: Dio che si incarna nella storia, nell’umanità e nell’individuo. Dove c’è debolezza c’è anche prepotenza, mi pare. Politi: A me piace questo accostamento tra il fondamentalismo cristiano e il fondamentalismo musulmano, perché sono tutti fenomeni di integralismo e conservatorismo aggressivo che nascono dalla paura della modernità, dalla paura della contemporaneità, dalla paura della contaminazione con idee e culture diverse, e soprattutto dalla soggettività dell’individuo. Il fondamentalista vuole che tutti siano irregimentati. Il caso del velo nel mondo musulmano: E’ frutto di un fondamentalismo politico che vuole irregimentare la individualità così come si sta sviluppando. Pannella tocca il tema della difesa della procreazione: Una parte del potere si difende contro la libertà, la responsabilità, contro il concepire la vita. La nascita di Gesù. C’è stato un momento, all’inizio degli anni Settanta, in cui all’Abate de Boquen in una trasmissione televisiva belga fu chiesto: ‘Ma quindi il confronto finirà per essere tra scienziati e religiosi?’. Lui rispose: ‘No, fra spiritualisti e religiosi, perché i secondi sono dei materialisti’
    17:23 Durata: 17 min 58 sec
  • Politi: Lo ‘scisma sommerso’ è proprio questo: c’è una spaccatura tra alcune indicazioni autoritative dei vertici della gerarchia ecclesiastica e un mondo cattolico che non contesta più - ecco perché sommerso - non fa manifesti, non forma movimenti, ma che silenziosamente fa le sue scelte. Pannella sul ruolo della politica: A me pare che quella classe politica che tu definivi debole, è piuttosto ‘simoniaca’

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Politi

    giornalista, vaticanista de "Il Fatto quotidiano"

    Il dibattito politico che ha circondato la candidatura di Emma Bonino e il presunto ‘esodo’ che ci sarebbe dovuto essere da parte dei cattolici. Lo scisma sommerso, di Pietro Prini. Politi: Indubbiamente il pontificato di Wojtyla è stato anche un pontificato che ha ribadito tutta una serie di ‘no’ della Chiesa: no al divorzio, no all’aborto, anche no alle coppie di fatto. La questione è questa: subito dopo le elezioni del 2008, la Swg ha fatto un sondaggio tra i cattolici per capire come avevano votato, e per capire se erano stati influenzati dai cosiddetti ‘principi irrinunciabili’ che il Papa ribadisce continuamente. Adesso anche il Vicariato di Roma ha fatto una nota per intervenire in queste elezioni. La realtà è che sul cattolico medio di centro, di destra e di sinistra, quando va a votare, su di lui pesano pochissimo le questioni etiche. Perché il cattolico medio ragiona così: mi piace o no il decisionismo, sono preoccupato o no per l’immigrazione, sono preoccupato del lavoro, etc.. I documenti di Ratzinger indirizzati ai legislatori e la rinuncia all'autonomia dei laici, che invece è un punto sancito dal Concilio, e anche da Papi successivi, come Paolo VI che diceva: ‘In America Latina sono aperte tutte le opzioni, e a partire dal Vangelo si può anche votare per un orizzonte socialista’. Invece Papa Ratzinger ha irrigidito tutto questo. Dichiarò in aereo che era giusto che venissero scomunicati i deputati che nella assemblea della regione di Città del Messico avevano deciso di votare una legge sull’aborto. Questo pesa molto nel rapporto con la società italiana e il mondo politico italiano. La società europea però è molto europeizzata; mentre la classe politica non sa rispondere a schiena dritta a certe pretese vaticane. Purtroppo abbiamo una classe politica fragile e in contrasto con la società. Quando Massimo citava questo bel libro del filosofo Prini, Lo Scisma sommerso, è proprio questo: c’è una spaccatura tra alcune indicazioni autoritative dei vertici della gerarchia ecclesiastica e un mondo cattolico che non contesta più - ecco perché sommerso - non fa manifesti, non forma movimenti, ma che silenziosamente fa le sue scelte. Il rapporto tra giovani e Dio: Un anno fa è stata fatta un’inchiesta molto interessante nel Triveneto, da parte dell’Osservatorio religioso del Triveneto che lavora costantemente con i vescovi: un’inchiesta che dimostra che i giovani di Pordenone, Trieste e Venezia, non credono più nel Dio cristiano personalistico come emerge dal Magistero e dalla Bibbia; credono in un’entità-dio. Pannella: E' una contestazione - direi - contro l’antropomorfizzazione di Dio; se l’Assoluto assomiglia a noi... Poi il leader radicale torna sul ruolo della politica: A me pare che quella classe politica che tu definivi debole, è piuttosto ‘simoniaca’. Cioè i loro principi fanno sì che in italiano viene fuori la locuzione: ‘In linea di principio’. E quando si inizia una frase con questa locuzione, si è simoniaci, perché si dice: ‘In linea di principio ma sempre un’altra cosa’. Certo ora è tornata di moda la distinzione tra laico e laicista: per loro il laico è il non sacerdote, e il laicista è il laico
    17:41 Durata: 12 min 48 sec
  • Politi: C’è un aspetto su cui il mondo radicale, confrontandosi con il mondo cattolico quotidiano, deve riflettere e riflette poco. Ed è quello che tutto sommato la famiglia rappresenta ancora per milioni di persone una cosa importante. Inoltre altro tema è cosa significa avere un figlio, cosa significa educarlo. Pannella: Il problema possiamo metterlo nel conto del fatto che non esistono luoghi dove si dibatta di queste cose

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Politi

    giornalista, vaticanista de "Il Fatto quotidiano"

    Le critiche della Chiesa ai radicali, secondo Politi: C’è una grande paura che è la paura dell’individualismo, che ricorre sempre. Pannella: Ma è nei vertici, non nei preti, non nelle suore. Politi: Ma ricorre sempre. La troviamo ancora sotterranea in questa nota del Vicariato di Roma. La realtà è che quando le autorità ecclesiastiche cercano di stilare una lista di argomenti importanti, ci sono la libertà di religione, le libertà fondamentali della persona, il matrimonio, la libertà educativa, l'eutanasia, rispetto del lavoro con giusta retribuzione, la cura della salute e l’accoglienza degli immigrati. Allora il programma diventa talmente vasto che è difficile dire: ‘Tu non ne fai parte e tu invece sì’. Quello che noi stiamo registrando è l’impossibilità della gerarchia ecclesiastica di spostare larghe masse di persone. Pannella: Spostano il 2-3 per cento. Ma il problema sono i laici-devoti, e non Giuliano Ferrara che fa lo 0,03 per cento ma questi altri: Berlusconi, la Lega che fa la Vandea, etc.. Pannella: Te che critiche faresti o ritieni giustificate nei nostri confronti?. Politi: C’è un aspetto su cui il mondo radicale, confrontandosi con il mondo cattolico quotidiano, deve riflettere e riflette poco. Ed è quello che tutto sommato la famiglia rappresenta ancora per milioni di persone; è un discorso assolutamente parallelo al fatto di garantire i diritti civili. Però la famiglia rappresenta per milioni di persone una cosa importante, una cosa radicata nel profondo. Io ho vissuto per decenni nel mondo dei single adulti; e vedo tantissime donne - autonome, in carriera, etc. - che sentono fortemente questo problema di riuscire a costruire una famiglia, che non sia certo la vecchia famiglia repressiva, la famiglia falsa e ipocrita, però danno importanza forte a questo rapporto uomo-donna stabile. Questo è un punto su cui riflettere. Anche la famiglia come ambiente educativo per i figli; perché oggi uno dei problemi è che la famiglia non svolge più questo suo ruolo educativo. Il libro di Ruini sul mondo educativo. L’altro tema su cui dobbiamo riflettere è quello dei figli. Perché noi siamo in Europa il Paese che ha il tasso di infertilità più alto, e non si può spiegare solo con questioni economiche. C’è qualcosa nella testa delle persone. Cosa significa avere un figlio, cosa significa educarlo: su questo credo che la cultura radicale, che ha sempre sottolineato il tema dell'individualità, della cittadinanza, deve aprirsi anche a quelli che sono interrogativi che rappresentano la storia dell’umanità in varie culture. Pannella: A me fa molto piacere quello che dici. Il problema possiamo metterlo nel conto del fatto che non esistono luoghi dove si dibatta di queste cose. Nel nostro ambiente alcuni dicono che siamo egemoni in termini culturali. Già io mi ero rifiutato quando uscì fuori che la società democristiana era la ‘società radicale’. Nel nostro ambiente ad esempio si discute: 20 anni fa, in un momento in cui non ero molto presente, il Partito ha fatto il primo grande dibattito su pedofilia, famiglia e via dicendo. Ed era un bel tema: lì veniva fuori che la famiglia e la scuola erano i luoghi in cui si formavano l’85 per cento dei casi. Noi fummo linciati: pensa che perfino la Russia, nel chiedere la nostra esclusione dall’Ecosoc, chiede che fossimo espulsi perché complici del narcotraffico e delle organizzazioni pedofile solo perché avevamo fatto quel convegno. La pedofilia viene vissuta come il male assoluto, ed è facile presentarlo, visto che c’è nel nuovo Testamento l’idea della purezza e dell’innocenza che è associata a quella del bambino. La presenza di un testo apocrifo che ha denunciato i pericoli di questa paedophilia era l’imitazione di Cristo, dove invece la figura dell’essere che non è ancora seriamente animato e responsabile è visto come oggetto del male e della tentazione. Ma lo dico per dirti come le riflessioni le abbiamo fatte. A volte io esprimevo una forte perplessità sul fatto di chiamare ‘matrimonio’ la nuova forma di matrimonio. La necessità di un nuovo diritto familiare. Dobbiamo avere l’ambizione di realizzare una famiglia, un nome che sia altro che ‘matrimonio’, perché dobbiamo lasciarlo. Anche sull’adozione degli omosessuali dobbiamo fare maggiore attenzione; l’infertilità italiana potrebbe avere anche un’altra spiegazione, perché noi sappiamo invece che dal Club di Roma e altri studi, che quando c’è un progresso economico, esso è anche culturale. E nelle famiglie con più agio si sceglie il figlio, non lo si procrea. Certo, se si potesse dibattere di questo, magari verrebbe fuori che noi su alcuni aspetti siamo perfino più moralisti, ma nel nostro Paese i dibattiti su questo sono vietati perché non li si fa nemmeno a sinistra. Il natalismo nella cultura politica italiana. Il progetto radicale di riforma del diritto della famiglia, con l’articolazione della famiglia anagrafica. Pannella: Ma sono d’accordo con te, tanto che in realtà dico sempre che sono le nonne cattoliche che avevano capito il divorzio, l’aborto, etc. Ne sono sempre stato convinto, e quando abbiamo vinto sul divorzio, la prima frase che dissi ai festeggiamenti fu: ‘Vedo molte bandiere rosse; benvenuti e grazie. Ma io stasera vorrei ringraziare soprattutto i credenti cattolici della Dc e dell’Msi senza i quali non avremmo avuto il trionfo che abbiamo avuto ma solo una vittoria’. E questo vale anche per la riflessione sulle famiglie, dove c’è un problema: è che esistono bisogni soggettivi che spingono ad avere a volte delle rivincite, delle compensazioni dopo secoli e decenni di... E quindi propongono esigenze per tutti acerbe e non comprensibili. La soluzione in Italia da tempo è quella di non dibattere, per quanto possibile, dei temi scottanti. La manifestazione radicale a San Pietro ‘per un Giovanni XXIV’, all’indomani della scomparsa di Giovanni Paolo II
    17:54 Durata: 24 min 37 sec
  • Pannella: La manifestazione di ieri doveva essere contro il decreto salva-liste, invece in quel momento si manifestava - ma i manifestanti non se ne rendevano conto - il riflesso comune di Berlusconi e di Bersani. Noi abbiamo detto: legalizziamo, senza giustificare, questa cosa delle firme. Siccome la cosa fondamentale è poter avere una campagna elettorale, allora lo strumento era il rinvio della data delle elezioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Politi

    giornalista, vaticanista de "Il Fatto quotidiano"

    La concezione della libertà, dello stato di diritto e i suoi limiti, anche a sinistra. Pannella: La manifestazione di ieri doveva essere contro il decreto salva-liste, invece in quel momento si manifestava - ma i manifestanti non se ne rendevano conto - il riflesso comune di Berlusconi e di Bersani. Noi abbiamo detto: legalizziamo, senza giustificare, questa cosa delle firme. Siccome la cosa fondamentale è poter avere una campagna elettorale, allora lo strumento era il rinvio della data delle elezioni, per conquistare le quattro settimane necessarie. Abbiamo fatto i conti: tutte le varie forze politiche avranno a disposizione 1 milione 800 mila ascolti con le tribune politiche, per come hanno scelto gli orari e il palinsesto; poi ci saranno i telegiornali.... Politi: C’è stata anche la sciagurata norma-Beltrandi che ha impedito i talk-show. Pannella: La norma Beltrandi invece potenziava i talk-show. Il problema era che addirittura i talk-show potevano includere i faccia a faccia che sono notoriamente popolari; ricordo sempre che quando Mimun fece il faccia a faccia tra Prodi e Berlusconi ebbe 12 milioni di ascolti. La lettera della riforma fa sì che la decisione di Masi e della Rai è una cosa illegale, contro l’indirizzo della Commissione di Vigilanza. Il caso Polverini e il suo rapporto privilegiato con i talk show: E’ andata 16 volte in 20 mesi a Ballarò, prima era sconosciuta. Renata è stata costruita, è stata un’invenzione totale. E adesso il confronto è tra Polverini e Bonino. Allora, domanda: cosa ha fatto Renata? Ha fatto quella cosa come organizzazione sindacale, nella quale poi si viene a sapere che non esisteva la Tesoreria e altre cose (normali purtroppo!). Non ha avuto altre esperienze, e perché allora è stata lanciata da quella che chiamavano TeleKabul? Il Foglio è andato in giro a fare inchieste ed è venuto fuori che il ‘cattolico quotidiano’ è piuttosto per Emma. La manifestazione di ieri, di fatto, era contro la nostra richiesta di avere quattro settimane di campagna elettorale invece di una e mezza sola. E io che ho fiducia in Bersani, dico che però guardacaso Berlusconi e lui su questo punto hanno avuto lo stesso riflesso. Politi: Per noi giornalisti italiani che viviamo un’epoca di occupazione militare da parte di Berlusconi soprattutto delle televisioni Adesso appunto il Fatto quotidiano ha pubblicato questi rapporti allucinanti tra Presidente del Consiglio e membro di un’autorità di garanzia. Bordin: Però abbi pazienza, quello è un ex deputato di Forza Italia. E per la verità ci sono anche ex deputati del Pd. Che authority è? Politi: Credo che noi dobbiamo riconquistare in tutti i modi che ci siano luoghi di dibattito in tv; poi nella società è il tema più importante. Pannella: Marco, però io mi riferivo a un fatto, che tu in assoluta buona fede hai detto: ‘Tutto nasce con la cosa Beltrandi’. Ma ti pare poco? Politi: Ma è la percezione che passa. Pannella: Addirittura ieri è stata resa pubblica da Beltrandi una lettera di Morri, presidente del gruppo Pd, nella quale egli scriveva alla Agcom e affermava: ‘Un momento, la Rai come si permette? La delibera nostra potenziava tribune politiche e talk show’. E noi dobbiamo costantemente fare i conti con questa situazione: Repubblica e Corriere, con noi lo sai; le televisioni, idem. Politi: Se posso inserire una piccola riflessione a latere, eretica: Al festival di Sanremo questa canzone di Pupo e è una cagata. Però Gramsci sapeva leggere anche i romanzi di Liala e diceva: riflettiamo un attimo su questi romanzi. Allora questa canzone musicalmente penosa trasmette un pezzo di esigenza della società italiana, cioè tornare a rapporti di serenità, di calma, in cui la gente non si guarda in cagnesco, in cui c'è un ordine civile. Allora io credo che quelle forze politiche che riusciranno a interpretare anche un desiderio di pulizia,di ben-essere, e anche temi strettamente personali come sono i rapporti uomo-donna, su cosa significa vivere in un Paese in cui la legalità è rispettata sempre, credo non vada sottovalutata anche questa esigenza un po’ utopica che in questa canzonaccia si manifestava. Pannella: Qualche giorno prima, alla trasmissione di Fazio ‘Che tempo che fa’, c’era Andrea Bocelli. A un certo punto Fazio ha detto: ‘Qui ieri c’era Pannella’. E Bocelli in diretta ha detto questo: ‘Io sono grato a Pannella perché non ne posso più di questa vita lacerante di inimicizie e di altro. E Pannella, a cominciare dalla sua cosa delle doppie tessere, dà un contributo opposto a questo’. Era un riflesso del ‘non-politico’ Andrea Bocelli che esprime proprio quello che tu dici. Siamo a un punto in cui non se ne può più. Poi Pannella torna a parlare della manifestazione di sabato: La piazza di ieri in realtà aveva due referenti: Berlusconi e il Pd che insieme avevano detto no alle sanatorie, perché temevano di legalizzare la situazione, e soprattutto no alle quattro settimane di campagna elettorale che potevamo avere. Ieri erano al massimo 50 mila. Se la Questura, in questo momento così, ha detto 25mila e non 200mila... Il problema mio è che stamattina, more solito, io mi aspettavo tutti protestassero contro la stima della questura. Non c’è stata una protesta. Emma ha avuto la sensazione che c’era molta gente, ma sarà 35 mila, anche perché la Questura avrà fatto le foto per rispondere a eventuali critiche. Quello che voglio dire: la gente la sente, perché io mi aspettavo, per l’atmosfera, che ci fossero 500 mila persone. E allora se non potevano essere più di 50 mila, è un segnale brutto. Perché quell’altro, senza controllo, userà le tv in modo da avercene 500 mila. E questo è un errore del Pd, perché hanno fatto una manifestazione frontista. L’appuntamento di sabato al Teatro dei Comici
    18:18 Durata: 23 min 37 sec
  • Politi sulla legge sul testamento biologico: La posizione della gerarchia ecclesiastica la conosciamo: è assolutamente di sabotaggio totale di una legge che possa dare l’autodeterminazione al paziente. Comunque posso dire una cosa? Ho fatto l’intervista al Cardinale Ratzinger, ed è diventato Papa. ‘La Chiesa del no’ ha una prefazione di Emma Bonino; Papa non può diventare, vediamo che può diventare

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Politi

    giornalista, vaticanista de "Il Fatto quotidiano"

    Politi sulla legge sul testamento biologico: La posizione della gerarchia ecclesiastica la conosciamo: è assolutamente di sabotaggio totale di una legge che possa dare l’autodeterminazione al paziente. La cosa preoccupante è che siccome il centro destra ha deciso di stendersi rispetto a qualsiasi cosa dica la gerarchia ecclesiastica, noi rischiamo di andare indietro rispetto alla Costituzione. Perché già oggi la Costituzione dà il diritto a una persona di rifiutare la chemioterapia, di rifiutare di essere amputato con la cancrena. La legge così come è uscita in prima lettura dal Senato è proprio reazionaria. Il caso tedesco: Democristiani più socialisti hanno votato un testo che dà la piena autodeterminazione al malato. Non solo, i vescovi tedeschi - sia cattolici che protestanti - hanno fatto un documento che si intitola ‘Accompagnamento alla morte’, che riprende anche il tema della naturalità della morte, da rispettare, e che spesso in un’epoca tecnologica è vista come affare di specialisti. E’ chiaro che, ancora una volta, la maggioranza degli italiani e la maggioranza dei cattolici sono a favore della scelta del paziente. Non lo dico solo in base a delle cifre; io sono andato due giorni prima che Eluana Englaro finisse la sua sofferenza, ero a Piazza San Pietro e vedevo l’opinione pubblica spaccata. Il documento interno della Società Don Gnocchi sull’accanimento tecnologico e la vita di relazione. Pannella: Su questo io credo che la tua definizione del ‘cattolico quotidiano’ resterà come quella dello scisma sommerso, ad indicare una situazione antropologica, culturale, completa e indubbia. Il testo di Monsignor Verzè: Il testo, prima che morisse il Papa, diceva: ‘Che cosa mi auguro per il prossimo Papa’. E ci metteva tutto: il celibato, etc. Ma è stato reso clandestino, tranne che su Radio Radicale. Era l’eresia. Politi: Il testo è rimasto clandestino perché l’ultimo conclave è stato un conclave senza discussione. Nel 1978, quando morì Paolo VI, c’era una voglia dei cardinali elettori di discutere con l'opinione pubblica cattolica e mondiale: come deve essere il profilo del prossimo Papa? Si davano conferenze stampa. Io per la prima volta ho intervistato dei cardinali che dicevano: ‘Vogliamo un Papa pastore, non uno d’apparato’. E di fatti sia Papa Luciani e che Papa Wojtyla non erano certo Papi d’apparato. In questo conclave, Ratzinger nella prima riunione ha fatto votare che non si sarebbero fatte conferenze stampa. Comunque posso dire una cosa? Ho fatto l’intervista al Cardinale Ratzinger, ed è diventato Papa. ‘La Chiesa del no’ ha una prefazione di Emma Bonino; Papa non può diventare, vediamo che può diventare. Il racconto degli ultimi giorni di Piergiorgio Welby. La Chiesa e le donne
    18:42 Durata: 18 min 9 sec