Intervista a Stefano Passigli sulle riforme istituzionali

Presso Passigli si torna a discutere di riforme quante volte lo abbiamo detto adesso son tre anni senza
Elezioni dunque la volta buona per far che cosa se dovessi scommettere visto quello che c'è in campo
Su delle
Dei punti di caduta con Credit cosa immaginerebbe
Ma innanzitutto con tre anni si possono effettivamente fare le riforme le riforme si fanno penso solo se si trova un punto di incontro tra maggioranza e opposizione esterno
Il precedente dei referendum persi dalla centrodestra sia insegni Buzzetta sia soprattutto il referendum del due mila sei
Ci indica che probabilmente la via di una riforma non condivisa non andrebbe lontano anche perché all'interno del centrodestra mi sembra che ampi settori ex AN e la stessa lega non vogliano riforme
Da poi essere verificate con un voto popolare vogliono fin dall'inizio riforme condivise
A questo punto non si tratta tanto di dire che cosa dovremmo fare perché a quel punto io rimarrei
Sul modello tedesco della cancellierato con sfiducia costruttiva ma quale può essere la proposta del al centrodestra alla alla opposizione la proposta mi sembra sia al momento quella
Del presidenzialismo quale però presidenzialismo che bisognerà chiarirsi bene le idee
Un'elezione diretta di un Presidente può andare bene se il Presidente però conservati ruolo della figura di garanzia il ruolo che a oggi i poteri che a oggi se invece pensiamo a un Presidente francese
De di tipo francese cioè chi governa che è il Presidente del Consiglio dei Ministri oltre a essere il Presidente della Repubblica
Allora mi sembra
Che in Italia non avremmo più quell'equilibrio tra potere che rimane una caratteristica fondamentale di qualsiasi costituzione anche se
Va detto che in questa legislatura si è accentuato un fenomeno che già c'era
Andiamo a memoria citando i dati del sito del Governo duecento atti normativi di fonte governativa fronte diventi di fronte parlamentare è la fine della separazione dei poteri o comunque legislativo
No ma vede questo è una tendenza che c'è in tutti i sistemi il punto è se il legislativo è autonomo cioè non endo fatto da persone nominate ma da persona effettivamente lette dai territori
Il dialogo e la partita c'è sempre perché ricordiamoci che il legislativo può sfiduciare in un sistema parlamentare il Governo
Può scegliere all'interno della maggioranza un altro candidato non pensiamo a Berlusconi all'epoca di Berlusconi è finita comunque è finita per ragioni fisiologiche vitate diretta quindi stia dobbiamo pensare se parliamo di riforme a riforme per un dopo Berlusconi allora all'interno di una maggioranza senza tornare alle stabilità dei Governi democristiani
Che cadevano perché
Si trattava non di sostituire la formula di governo perché i partiti a governarla sempre quelli ma di cambiare leader e di pesare diversamente le correnti della Democrazia Cristiana anche senza tornare a quello
Si può aprire un periodo in cui in caso di crisi di governo la maggioranza esprime un altro candidato in Inghilterra insuccesso otto volte nel dopoguerra in Germania grazie alla sfiducia costruttiva solo una volta ma in Inghilterra
La maggioranza ha cambiato il proprio leader dal dopoguerra a oggi ben otto volte
E invece Marco Pannella la pensa diversamente da lei perché dice oggi è forse
Più pessimista perché non si aspetta una riforma da un Parlamento di nominati rischi però nel merito dice il sistema anglosassone la storia ci insegna e
Più stabile di grottesco a fronte di al netto delle garanzie e quello tedesco viva i vincoli di non avere i partiti
Comunisti io o nazisti non è vero proprio sul piano dei fatte guardi che stiamo andando verso una fase in cui il Governo indica e se diventerà un Governo di coalizione come lo è come lo fu già per i primi venti o venticinque anni di quel del secolo scorso
Tra il mille novecento e mille novecentoventicinque trenta il Governo inglese è un Governo di coalizione adesso il partito liberale ormai è a pochi punti di distanza
Dal partito laburista quindi è molto probabile che nelle prossime con le prossime elezioni si vada ai Governi di coalizione
Quindi è un sistema non più bipartitico
Non lo era mai stato pienamente ma esprimeva sostanzialmente la competizione per il Governo era tra laburisti e conservatori si può tornare in Inghilterra una fase di Governi di coalizione
In Germania invece abbiamo un governo molto più stabile è vero inizialmente dell'immediato dopoguerra perché c'era la clausola contro il Partito Comunista e così via ma ormai è un sistema assestato
E anche
Colpito fare un Governo di unità nazionale
Un Governo di unità nazionale perché i risultati hanno portato a quello ma non è che stabili nel Governo tedesco stabilmente ci sia il Governo di unità nazionale tant'è che adesso la Beppe governa senza
Senza i socialdemocratici e la regola del Governo tedesco è un Governo di coalizione ma o di centrodestra o di centro sinistra inoltre ricordiamoci che in certe fasi più tempo di crisi economica o di crisi internazionale
I Governi di unità nazionale rispondono a esigenze del Paese una dei problemi uno dei problemi che all'Italia e che vi vi sono intere aree
Politica estera la politica per esempio dell'istruzione della formazione scuola Università Ricerca richiederebbero accordi stabili tra maggioranza e opposizione non si può
Olbia ha ogni buttar di governo mutare politiche in aree che richiedono politiche di lungo termine politiche Paese non politiche Governo
Quindi
Credo che sarebbe utile pensare non avere timore di eventuali fasi di Governi di unità nazionale per esempio le riforme
Se si fosse varato un Governo di
Diciamo di unità nazionale un Governo
Condiviso un governo istituzionale
Ed una certa fase ad esempio subito dopo il due mila sei non fu un errore di Prodi
Il nonno a pensare a un Governo di unità nazionale
Fu l'errore di chi Berlusconi immediatamente contestò la validità dell'elezione come si fa a fare un Governo di unità nazionale con qualcuno che dice tu ha imbrogliato perché chiedere i conteggi e cosa del genere
Perché quello era il momento per fare un Governo di e internazionale quelle riforme così come ora dovremmo affrontare unitariamente il tema della crisi economica