11 APR 2010
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 17:04 Durata: 1 ora 56 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 11 aprile 2010 condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 56 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il dibattito sulle riforme istituzionali. L'intervista di Marco Pannella al quotidiano ecologista Terra. La Direzione di Radicali Italiani di sabato; il Comitato del prossimo fine settimana. Pannella poi ricorda il Consiglio generale del Partito radicale nonviolento previsto per la fine di maggio: "E' l'inizio, perché poi dobbiamo fare un altro Consiglio generale a settembre, essenziale per la preparazione del Congresso del partito"; "questo è un momento nel quale o si riesce a tornare a fare un congresso, e un congresso ricco e valido, o altrimenti occorre pensare... non è che il dottore ci prescriva l'eternità"
    17:04 Durata: 3 min 5 sec
  • Un bilancio delle elezioni regionali: "E' una gravissima sconfitta sia elettorale che politica, perché l'obiettivo che ci eravamo dati sullo slancio della campagna anti-regime delle europee" non è stato raggiunto. In vista del Comitato di Radicali italiani, "il dibattito dobbiamo farlo al cento per cento sul 30 per cento" delle motivazioni della sconfitta che sono riconducibili ai Radicali

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La prova elettorale radicale alle ultime elezioni regionali; Gianfranco Spadaccia, in sede di Direzione, ha detto di aver sentito 'per la prima volta Pannella fare un discorso in cui c'era si il regime e la sua cappa, ma anche le responsabilità dei radicali'. "Mi fa molto piacere che Gianfranco, sia pure per la prima volta - lui -, mi dà atto che questo aspetto l'ho sempre sottolineato. Ho sempre detto che non dobbiamo fare un alibi del regime, e dobbiamo evitare anche che una vita difficile come la nostra, fatta anche di battaglie perse, ma perse in modo tale che la guerra non è venuta meno. E dicevo: evitiamo di fare quel processo di introversione, per il quale si dice 'colpa tua', 'colpa tua', 'colpa tua', ma ciò detto non è un caso che subito, al momento dei risultati, ho detto: è una gravissima sconfitta sia elettorale che politica, perché l'obiettivo che ci eravamo dati sullo slancio della campagna anti-regime delle europee" non è stato raggiunto. "E' accaduto che sullo slancio di quella radicalità noi decidemmo per la prima volta di preannunciare una presenza della lista radicale in tutte le Regioni, da soli o con gli accordi che potevano esserci": "abbiamo fallito elettoralmente e politicamente il disegno e l'obiettivo che ci eravamo dati". Il caso del Lazio con il "limitato successo della Lista Bonino-Pannella: anche qui l'insuccesso è politico per quel che ci riguarda; mentre per quel che riguarda una coalizione si tratta invece di un insuccesso istituzionale ma non politico". La differenza tra i risultati elettorali di Roma e della Provincia e il fatto di "avere avuto una maggioranza sensibile per la coalizione ovunque a Roma, in una situazione in cui la campagna di Emma Bonino è stata dominante, perché non ci sono state altre campagne". "Abbiamo per settimane fatto iniziative per evitare che ci fosse un salto ulteriore di cattiva qualità democratica in queste elezioni, denunciando che gli stessi cittadini tutti non erano nemmeno riusciti ad avere gli atti dovuti dalle istituzioni per essere informati. Se malgrado questo, 17 su 19 municipi di Roma hanno avuto un netto successo di Emma e un arretramento rispetto al voto elettorale delle europee per quel che riguarda il voto della Lista Bonino-Pannella, dobbiamo pur dire che per una lotta che è stata fatta da un'alleanza elettorale tra noi e la componente di sinistra del regime, il risultato c'è. Perché seppure si è perso - e abbiamo visto come - la Regione, però abbiamo capovolto la situazione romana". "Mi auguro che in Comitato di Radicali italiani, ma anche nelle altre componenti della galassia radicale, ci si interroghi sulle cause dell'insuccesso pieno, politico ed istituzionale delle liste Radicali, per cercare di comprendere bene le cause principali, oltre a quella generale che non dobbiamo comunque dare per scontato". Pannella ricorda di aver detto come "il 30 per cento della sconfitta" sia riconducibile a cause "soggettive", e il 70 per cento al resto: "Il dibattito dobbiamo farlo al cento per cento sul 30 per cento" delle motivazioni della sconfitta che sono riconducibili ai Radicali
    17:07 Durata: 8 min 57 sec
  • Il dibattito sulle riforme istituzionali: "Riforme? Semmai Controriforma! La mia obiezione non è che non mi frega nulla, ma che di riforme non credo ce ne siano all'ordine del giorno. C'è la controriforma di sopravvivenza del sistema, nelle forme che adesso sta assumendo il potere autoritario-personale". La proposta radicale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le proposte di riforme istituzionali di Silvio Berlusconi: "Lui vuole le mani libere, ma non capisce che se davvero ha le mani libere al 100 per cento, invece che come oggi al 90 per cento per la qualità dell'opposizione, ma se non riesce a vivere in una situazione in cui ha il 30 per cento di mani che lo controllano, lui va a sbattere in modo tragico e porta a sbattere il Paese". "Riforme? Semmai Controriforma! La mia obiezione non è che non mi frega nulla, ma che di riforme non credo ce ne siano all'ordine del giorno. C'è la controriforma di sopravvivenza del sistema, nelle forme che adesso sta assumendo il potere autoritario-personale". Il dibattito sulla riforma elettorale e la posizione di Silvio Berlusconi, che ritiene che la legge elettorale debba restare immutata. L'intervento di Peppino Calderisi: "Dal quale viene fuori che anche per degli 'iper-laureati', l'analfabetismo di ritorno incombe a volte, nel senso che l'unica preoccupazione esplicita di Calderisi è che ci sia un potere incontrollabile e incontrollato al vertice dello Stato". La questione del numero della riduzione del numero dei parlamentari: "Loro riducono il ceto dirigente, una cosa demagogica e cretina. Non bisogna invece dimenticare che in Gran Bretagna i numeri sono come quelli italiani attuali. L'uninominale richiede un rapporto reale, umano, più visibile, tra 'x' elettori e l'eletto; e io i 50 mila, 60 mila, 70 mila elettori li ritengo fondamentali. Se andiamo oltre i 100 mila elettori [per eletto, ndr] già su questo, internet incluso, sono assolutamente pessimista su questo tipo di riforma". "Semmai occorre dimezzare brutalmente gli stipendi dei parlamentari, e non diminuirli di numero"
    17:16 Durata: 6 min 48 sec
  • L'intervista di D'Alema al Sole24Ore: "Il problema della democrazia, dello Stato di diritto liberale, gli è totalmente estraneo". "Questa volta il salto viene fatto di nuovo, è evidente, con Berlusconi che vuole nominare Massimo D'Alema a ministro degli Esteri di mezzo miliardo di persone, che nomina D'Alema a controllare la multinazionale chiamata 'servizi segreti'". "Io ritengo invece sia indice gravissimo - e lo dico anche ai finiani, non a Fini - ma su questo non si è detto una parola a sinistra, e non si è detto nemmeno a destra"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La lunga intervista di Massimo D'Alema al Sole 24 Ore: "Dice purtroppo tutte le solite cose; una cosa per lui non esiste: c'è un vago accenno alla giustizia, per cui tutt'al più qualcosa della bozza Violante può andare bene, ma a parte questo, di crisi di democrazia non c'è traccia. Lui ha il problema di un potere che sia più potere, meglio potere, e di cui si garantisca la saldità delle formule. Ma il problema della democrazia, dello Stato di diritto liberale, gli è totalmente estraneo". "Non solo c'è l'intervista del Sole 24 Ore a Massimo D'Alema, legittimissima, ma adesso 'il Vespa di sinistra', Santoro, a questo punto ha fatto una cosa ufficiale: guarda caso noi abbiamo sottolineato che su 460 milioni di ascolti, Pdl e Lega avevano una indiscussa maggioranza di presenze. Siccome c'è il 'primadonnismo' di Santoro, la gente questo non lo tiene presente, ma invece non è un caso che - quantitativamente - Pdl, Lega, hanno insieme una maggioranza netta di ascolto. Questa volta il salto viene fatto di nuovo, è evidente, con Berlusconi che vuole nominare Massimo D'Alema a ministro degli Esteri di mezzo miliardo di persone, che nomina D'Alema a controllare la multinazionale chiamata 'servizi segreti', cui si aggiunge il fatto che continuamente ci sono battute anche efficaci ma del tutto superficiali di D'Alema contro Berlusconi. E su questo lasciami dire una cosa: che di questo fatto, di questa anomalia, non si può dire quasi in modo risibile come fa Adriano Sofri, ridicolizzandomi. Io ritengo invece sia indice gravissimo - e lo dico anche ai finiani, non a Fini - ma su questo non si è detto una parola a sinistra, e non si è detto nemmeno a destra". L'esordio dell'alleanza profonda tra Berlusconi e D'Alema per affossare, nel 1999, la candidatura di Emma Bonino alla Presidenza della Repubblica: "Ma è possibile che questo non sia un elemento di studio, di dibattito urgente, a sinistra come a destra? Io credo che questo serva proprio ad evitare ciò che Sofri teme, ovvero dibattere di banalità, cose consuete. Dibattere come questo faccia cose che neanche un leader liberalissimo americano, inglese, si sognerebbe di fare; perché un conto è dare all'avversario poteri di controllo specifici, altro dare il controllo la politica estera europea o i servizi. Questo è un dibattito che per quel che mi riguarda sono disposto a fare anche da iscritto del Pd". Anche affinché "le posizioni di D'Alema e Franceschini non diventino di nuovo politicamente proponibili". "La linea dalemiana non tende a trovare un compromesso con Casini, ma tende a una unità nazionale, che non gli è bastata la precedente". Il dibattito su Giano Accame e un libro sul defunto intellettuale di destra: "A un certo punto è stato ricordato che lui avesse grande stima di Togliatti. Ma grazie al cavolo; nel 1935 la Terza internazionale e il partito di cui Togliatti era leader fecero un appello ai camerati fascisti a difesa dei valori della rivoluzione fascista! E così non avendo dato sepoltura a questa analisi, D'Alema e Franceschini molto spesso vengono fuori in netta continuità con Togliatti"
    17:22 Durata: 12 min 53 sec
  • L'apertura di credito di Pannella a Bersani: "Non posso dare valore a quel 'poco' che ha fatto Bersani, se non perché apprezzo il contesto: tutti contro, tutti gli altri pronti a fare quella operazione suicida per la quale si devono fare fuori i Radicali". "Io non dico che Bersani ha un compito facile o nel quale lui ha riflessi meccanici; riconosco però valore politico al suo riconoscimento del nostro carattere 'non biodegradabile' e al considerarci 'alleati politici'"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "Adesso Bersani viene fuori in una posizione che a mio avviso corrisponde di certo a quella che era la sensibilità del popolo comunista e cattolico quando la politica di vertice era quella là, che poi questi corsero a votare per la 'iattura' referendaria". Il rapporto tra Radicali e Pd: "Qualcuno - mi è stato detto - ha fatto un accenno, nella Direzione, dicendo che in fondo noi accettammo le umiliazioni imposte dal Loft, quelle per cui noi non potemmo avere una lista alleata () constatando che altrimenti non saremmo stati in grado - finanziariamente - di farcela []. E giustamente oggi i Verdi si incazzano perché Tonino Di Pietro deposita lui il referendum sull'acqua o non so su che cosa. Perché? Perché i referendum sono rimborsati con i soldi, e Tonino è molto attento a questi aspetti, per cui non invita i Verdi e gli altri al rischio di mancare il quorum. Allora è vero, c'era anche quello, ma il problema non era dei quattro soldi che tra l'altro ci sono serviti per pagare un arretrato con le poste italiane, ma era invece per gli spazi comunicativi e di televisione. E lì possiamo rivendicare di avere fatto una scelta rigorosa"."La partitocrazia radicale" e "la staminale radicale, che sta lì e viene sempre avvertita come un pericolo. E torno a dire, a ragione. Perché se io potessi parlare in uno di questi talk show e dire questa cosa: ma perché non chiediamo a Berlusconi e D'Alema cosa significa questo? Cosa significa quando si misero d'accordo per fare fuori la Bonino? Sono cose che dimostrano una linea che Bersani è il primo, quantomeno, sembra non seguire in continuità ideologica. E' più sensibile all'attualità, alla ragionevolezza, più che all'ideologia". L'apertura di credito di Pannella a Bersani: "Non posso dare valore a quel 'poco' che ha fatto Bersani, se non perché apprezzo il contesto: tutti contro, tutti gli altri pronti a fare quella operazione suicida per la quale si devono fare fuori i Radicali". "Io non dico che Bersani ha un compito facile o nel quale lui ha riflessi meccanici; riconosco però valore politico al suo riconoscimento del nostro carattere 'non biodegradabile' e al considerarci 'alleati politici'". Problema di identità dei radicali nei rapporti con il Pd? "La storia degli ultimi 10 anni la ritengo lineare. Che poi ci sia stata la cosa Capezzone, andiamo a prendere tutti i deliberati di tutti i congressi nei quali lui era Segretario; e sono stati tutti deliberati che ho condiviso e votato. Non perché fosse egemone nei miei confronti; per cui non ritengo di dover giustificare la storia passata, perché la ritengo assolutamente coerente con quello che faccio oggi". "Dal Comitato noi ci rivolgiamo alla assolutamente legittima collocazione di ex-amici, a destra come a sinistra, per porre un problema: è giusto che su questo non si sia fatto un solo dibattito? È giusto che in Parlamento avevamo strappato noi il question time e poi il premier non è mai venuto, con l'opposizione che è stata zitta?"
    17:35 Durata: 12 min 7 sec
  • "Su questo chiedo a Della Vedova, ai finiani, a un certo punto Un momento, una cosa è gente che ha la storia di Alleanza Nazionale o Forza Italia, - come dire - trovarsi in grado di proteggersi attraverso Fini, ma forse voi potete proteggere Fini dando del vostro, non dicendo che 'siccome c'è Fini allora possiamo stare qua'". "E' vero o no che la democrazia e lo stato di diritto sono in fase di ulteriore liquidazione? E questa è l'urgenza o no?".

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "Su questo chiedo a Della Vedova, ai finiani, a un certo punto Un momento, una cosa è gente che ha la storia di Alleanza Nazionale o Forza Italia, - come dire - trovarsi in grado di proteggersi attraverso Fini, ma forse voi potete proteggere Fini dando del vostro, non dicendo che 'siccome c'è Fini allora possiamo stare qua'". "E' vero o no che la democrazia e lo stato di diritto sono in fase di ulteriore liquidazione? E questa è l'urgenza o no?". "Siamo fuori dalla Costituzione in modo patente, ma la cosa è possibile solo perché la Prima Repubblica ha distrutto la Costituzione!". "Per coloro che ritengono non di avere cambiato scelte di fondo ed ideali - è il caso di Benedetto Della Vedova ed altri - dico che forse se la mia è un'ambizione eccessiva, quella di sperare di potere incidere nella posizione attuale del Pd, forse la loro è pura e semplice follia, perché sanno benissimo quanti sono i limiti di Berlusconi e per Berlusconi". "Noi possiamo criticare il mancato esercizio della minoranza, ma loro della maggioranza. E poi quando dico: si tratta di impedire Piazzale Loreto, e mi importa, mi importa tanto". E' tale la forza di Berlusconi che il premier può tranquillamente ignorare le minoranze nel Pdl? "Berlusconi ha un tale 'potere', perché qualcuno che per esercitare potere - perché ce l'ha - è costretto a violare costantemente la propria legalità, dimostra una debolezza che inquina la forza"
    17:47 Durata: 8 min 44 sec
  • La strategia radicale per allargare e transnazionalizzare la lotta. Pannella e il Pd: "L'iscrizione l'ho data come fatto scontato, non voglio farlo in modo che diventi un casus belli. Ne ho parlato, ci sarà tempo di riflettere. Ma la cosa è chiara: io ritengo che è un dovere anche che ho, di coerenza con la nostra storia, di portare il dibattito politico, le nostre cose, ad arricchire quello che già c'è nel Pd"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La strategia radicale: dall'idea di manifestare davanti alle Prefetture a quella di chiedere l'asilo politico per sollecitare la giurisdizione internazionale. I recenti articoli di Dimitri Buffa sull'Opinione. Lo strumento dell'asilo politico: "Serve per allargare la lotta, transnazionalizzarla. Ma serve avere titoli per accedere a delle giurisdizioni. La richiesta di asilo politico va documentata". "E allora si tratta di una 'produzione' che se facciamo in molti, se tutti gli avvocati si unissero per decidere e utilizzare questo strumento per decine e centinaia di persone, diventa immediatamente produzione per gli studi universitari". "Così come il dire che nel momento in cui succedono delle cose che si ritengono intollerabili da parte di Berlusconi, piuttosto che qualche comunicato, se invece accadesse che trecento membri della classe dirigente che assieme - io vorrei avere il modo di convocarli - vanno davanti alle Prefetture, o a Roma almeno Il mio riflesso rispetto alla gravissima sconfitta è di riproporre - allargandoli - i mezzi che prefigurano i fini e li condizionano. E i mezzi sono questi, sono anche forma diversa di presenza: lo dico non solo a Cesare Salvi che sono iscritti all'una o all'altra componente della galassia radicale, ma lo dico anche agli altri. Perché immediatamente riusciamo ad intervenire sulla giurisdizione italiana indirettamente". "A questo punto chiederò formalmente l'iscrizione, ma l'iscrizione secondo quello che non ho mai cessato di dire. Il valore della nostra iscrizione può essere quello di fare crescere anche in questa direzione il Partito democratico". Le proposte di Romano Prodi per una 'regionalizzazione' del Pd. "L'iscrizione l'ho data come fatto scontato, non voglio farlo in modo che diventi un casus belli. Ne ho parlato, ci sarà tempo di riflettere. Ma la cosa è chiara: io ritengo che è un dovere anche che ho, di coerenza con la nostra storia, di portare il dibattito politico, le nostre cose, ad arricchire quello che già c'è nel Pd"
    17:56 Durata: 12 min 19 sec
  • I casi di pedofilia e il clero cattolico: "Questo scontro sta diventando un po' meschino: continuano a trovare singole giustificazioni invece di avere un po' di respiro. "Ma tutti questi preti sono tutti dei maniaci sessuali dovuti al celibato, e in tutte queste famiglie ci sono dei criminali violenti? E i bambini, gli adolescenti, sono tutti mera cosa, oggetto? Una domanda: come è possibile che - da quello che ci si dice - questo è fatto di mamme, papà, nonni, zii? Allora a cosa è dovuto? A una particolare forma di criminalità?"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    I casi di pedofilia nella Chiesa e la nuova vicenda del Papa. "Questo scontro sta diventando un po' meschino: continuano a trovare singole giustificazioni invece di avere un po' di respiro. Su questo vorrei da tempo dire se non sia doveroso replicare lo scandaloso dibattito sulla pedofilia". "Cosa veniva fuori da quel dibattito? Che questo reato - e ho notato che da parte vaticana si è usata la parola 'reato' -, si è stabilito che oltre l'85 per cento dei casi di pedofilia avviene nella famiglia; un altro 10 per cento in ambiente para-familiare o scolastico e solo un 4 per cento da parte della criminalità organizzata che sfrutta questa roba. Ma allora tutti questi preti sono tutti dei maniaci sessuali dovuti al celibato, e in tutte queste famiglie ci sono dei criminali violenti? E i bambini, gli adolescenti, sono tutti mera cosa, oggetto? Una domanda: come è possibile che - da quello che ci si dice - questo è fatto di mamme, papà, nonni, zii? Allora a cosa è dovuto? A una particolare forma di criminalità?". Gli interrogativi: "Uno, una visione per la quale la vittima è a priori non un essere vivente con delle sue reazioni, che abbia 4 anni o ne abbia 16, e che proprio gente che si è votata a Dio, siano proprio loro dei criminali seriali? Oltretutto rispetto alle 'vittime' c'è una visione barbara, sono 'cosa'". "Nei quartieri spagnoli, dove vivevano in un unico ambiente tre generazioni, era noto che c'era come costume l'incesto. Se ne poteva parlare o no, ma su questo, anche lì, come mai non viene perseguito e non è stato mai sottolineato tale aspetto?". "Qualcuno ha detto: portiamo la maggiore età da 18 a 16. Io credo che in termini legali un sedicenni rientri nei casi di pedofilia se è oggetto. E' una 'cosa'? Può parlare? Possiamo andarlo a sentire? Possiamo dargli il diritto di parlare? Noi a Roma, grazie a Mario Staderini, abbiamo sollevato il tema del Comune di Roma che non si costituiva parte civile, e alla fine finalmente il Comune è costituito e finalmente si sono viste alcune vittime prendere la parola". La questione dell'Immacolata concezione. "Se c'è il reato, deve esserci anche l'accertamento del reato, le tesi difensive E' possibile che il sedicenne e il quindicenne non abbiano responsabilità, sia una mera 'cosa'?". "Sarebbe il caso di trovare una spiegazione del 'come mai', che non sia quella della castità, anche perché un caso c'è stato anche in una scuola protestante dove non c'era il celibato obbligatorio". Tra celibato e casi di pedofilia "non c'è un nesso necessario"
    18:08 Durata: 17 min 11 sec
  • La vicenda di Stefano Cucchi: "A mio avviso dal primo giorno c'è stato questo riflesso: 'Se questo si salva, racconta tutto quello che è successo', ovvero che lo hanno pestato". "Questo è un segnale di una società e di un ceto dirigente che fa paura". "Quando ci si abitua ad avere dentro di sé - come orizzonte - la morte, a questo punto poi la si crea e la si produce"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "Per quel che riguarda Stefano Cucchi, l'omicidio preterintenzionale - il nome non si fa ancora". Pannella riconosce la "splendida battaglia che fa Luigi Manconi". "Manconi ha detto: 'E' stato pestato'. Sennò tutti gli altri parlano di 'trauma', ma io ho avuto il sospetto dal primo giorno: si è detto che questo a un certo punto ha detto: 'Se non mi date l'avvocato, io faccio lo sciopero della fame e della sete'. Da qualche parte gli sarà venuta questa cosa? E a un certo punto adesso sappiamo che la sua vescica era piena d'acqua; noi abbiamo sempre detto che noi rischiamo la vita e non la morte, e questo ragazzo - non ci era stato comunicato - a un certo punto ha accettato di bere abbondantemente; io ho sempre detto che noi rischiamo la vita e non la morte. A mio avviso dal primo giorno c'è stato questo riflesso: 'Se questo si salva, racconta tutto', quello che è successo, che lo hanno pestato". "Si può discutere tra 'associati per delinquere', con quantomeno l'omicidio preterintenzionale, ma è evidente che questa serie di reati omissivi, ivi compreso il silenzio, perché il silenzio di coloro che sanno è reato". "Ritengo giusto esprimere il dubbio - anche con la sorella, con la famiglia - che lui abbia avuto un comportamento classico, esemplare. Dopo 24 ore in quelle condizioni, lui dice: 'Io voglio l'avvocato di fiducia', e non glielo danno. E lui continua. A un certo punto accetta di bere". I traumi alla colonna vertebrale e al midollo. "Questo è un segnale di una società e di un ceto dirigente che fa paura". "Quando ci si abitua ad avere dentro di sé - come orizzonte - la morte, a questo punto poi la si crea e la si produce"
    18:26 Durata: 6 min 45 sec
  • L'iniziativa radicale sul fronte transnazionale. La tragedia aerea che ha visto coinvolti esponenti del governo polacco; il caso del personale di Emergency in Afghanistan

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La tragedia del governo polacco: "Il dubbio non di un incidente veramente casuale ci può anche essere, però non mi sentirei di aiutalo, anzi. Ed è morto tre anni fa in un incidente di macchina Geremek, che era il nostro compagno liberale di tanto valore che avevamo candidato alla presidenza del Parlamento europeo". Quanto all'avvicinarsi del Consiglio del Partito radicale nonviolento transnazionale: "Credo che come Partito possiamo arrivare a qualche documento che sia nuovo, anche per noi, magari scontato, sulle armi della nonviolenza". Si tratta di "indicare anche quello che si chiede per l'Italia: chiedere l'asilo politico - se si hanno avvocati attrezzati - può essere un modo per creare difficoltà alle varie dittature altrove, ovunque, così come quanto accaduto dopo le elezioni iraniane, quando si è manifestato con nonviolenza. Certo, non c'era il contesto mondiale adatto. A Obama, al quale continuo a fare fiducia, manca completamente la formazione 'nonviolenta' in una sola parola; sul fatto afghano e sul resto mi pare che Per cui va con molta prudenza nel gestire l'emersione di posizioni anti-proibizioniste". La politica della droga e l'Afghanistan. L'arresto dei tre operatori di Emergency in Italia: "Gino Strada dice che Karzai ha organizzato tutta questa roba. Personalmente ritengo che forse lui abbia tutti gli elementi per dirlo ma per il momento ho qualche dubbio. Nel senso che loro hanno questa ammirevole prassi di non fare differenze tra amici e nemici, tra anti-talebani e talebani, e sembra che questo sia un dato di fatto. Allora nel momento in cui Strrada dice che è un complotto, io non mi sento di escludere che magari nel più radicale di ospedale che eserciti questa convinzione, poi col passare del tempo fra un talebano salvato, operato, un infermiere indigeno o no, accadano cose che sfuggono anche alla direzione dell'ospedale stesso. Parlo di logica delle cose. Questa semmai è la dimostrazione di quanto la situazione lì sia negativa, perché l'unica arma cui si è affidato anche Obama è la guerra"
    18:32 Durata: 10 min
  • Il conflitto mediorientale, la politica estera italiana e l'iniziativa radicale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il conflitto mediorientale e la politica estera italiana. "Temo che in Israele verranno fuori reazioni del ceto dominante israeliano che è caduto nella follia e nella idiozia nazionalista". L'iniziativa radicale, a partire dagli anni 80, per Israele nell'Ue. "Noi ci muoviamo su teorie di fatti: per noi la moralità è nei fatti, che sono participio passato di 'fare'". "Il vero problema è la bestemmia per dei sionisti, a mio parere, [] perché questa linea politica porta al macello il popolo ebreo ed Israele. Il nostro problema come Partito è riunirci, riunire, avere iniziative perché il fronte italiano del transnazionale a un certo punto è stato colpito e ci ha amputato delle capacità di intervento sul fronte transnazionale". Pannella, Radio Radicale e la necessità di organizzare un dibattito sulla situazione di Israele e del Medioriente.
    18:42 Durata: 12 min 16 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "La notte delle elezioni ho mandato un messaggio, una e-mail, dicendo tra l'altro: in questo momento mi auguro che si comprenda e che la reazione sia di iscriversi, invece che di scoraggiarsi. E allora devo proprio ringraziare - i dati li darà domani Michele De Lucia - perché in questi giorni ci sono state oltre 100 persone che si sono iscritte, anche al Partito. Questi radicali ignoti sono proprio una cosa dell'altro mondo! E c'è una chicca: io vedo un nome, da anni, e non dico nulla. C'è un collega antico, del Corriere della Sera, che da anni vado a controllare e vedere - non l'ho più rivisto, non sapevo nulla - si iscrive a tutti i soggetti radicali. Voglio farne il nome e davvero dirgli: che consolazione! Che motivo di forza! Si chiama Silvano Villani ed è un collega giornalista che vorrei ringraziare come un grande radicale ignoto, di quelli ai quali dobbiamo tutto". La partecipazione a un programma di TeleSpazio in Calabria.
    18:55 Durata: 5 min 31 sec