09 MAG 2010
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 17:00 Durata: 2 ore 4 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 9 maggio 2010 condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 2 ore e 4 minuti.

La rubrica e' disponibile anche in versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    La relazione del Prof. Roberto D'Alimonte all'appuntamento di Cortona della minoranza del Partito democratico
    17:00 Durata: 35 sec
  • L'analisi del Prof. D'Alimonte e la consonanza con l'analisi pannelliana del ruolo della Rosa nel Pugno nel 2006: "In un solo momento il professore ha detto: 'Io qui mi spoglio per un attimo del mio ruolo, della mia professione, e lo faccio da cittadino, e lo faccio dicendo che nel 2006 è stata distrutta una vittoria significativa, un risultato quasi imprevisto'"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La relazione del Prof. Roberto D'Alimonte all'appuntamento di Cortona della minoranza del Partito democratico: "Vorrei innanzitutto presentare al Professore le felicitazioni per il lavoro che ha illustrato e per come lo ha illustrato. Due, sono lieto del fatto che lui abbia detto 'Sono venuto a Cortona per'; bene professore, la vita ha più fantasia di ciascuno di noi. Gli ascoltatori di Radio Radicale, stimati in mezzo milione al giorno e due milioni nella settimana, e a questo punto lei è in termini quantitativi e qualitativi accorso non solo a Cortona in Italia. Inoltre, le evocazioni e gli elogi fatti dai leader che sono intervenuti: sfido a trovarne uno solo che non abbia usato in modo strumentale alcune parti, per lo più marginali, dei dati presentati. In un solo momento il professore ha detto: 'Io qui mi spoglio per un attimo del mio ruolo, della mia professione, e lo faccio da cittadino, e lo faccio dicendo che nel 2006 è stata distrutta una vittoria significativa, un risultato quasi imprevisto'". "Lui dice: 'Nel 2006 è stato buttato via un risultato straordinario, ad opera forse di coloro - qui non ricordo bene - che avevano concorso a questo risultato o di coloro che ne avevano usufruito'". "Questa lettura che credo di aver ascoltato in modo chiarissimo, è quella ossessivamente prima nel 2006, e poi anche adesso, quando il professore diceva 'nel Sud'. Nel Sud la Rosa nel Pugno ha avuto l'apporto dei Socialisti e complessivamente l'Unione - di cui anche noi facevamo parte - aveva riscosso un milione di voti in meno di quelli di Berlusconi. Senonché noi abbiamo fatto oltre 980mila voti, con un voto socialista circoscritto ma preciso nel Sud, e ciò corrisponde all'analisi, perché io ho sempre detto che noi avevamo tolto 350-400 mila voti (nel totale del milione di voti fatti)". "Il professore ha detto una volta una cosa: i Radicali li ho tenuti fuori dal conto perché non sono - come blocco - né di destra né di sinistra. E allora è interessante anche un'altra cosa di cui non ha parlato il professore: il problema è questo, è che nel Nord Italia, alle ultime elezioni Europee, a Milano abbiamo fatto il 5 per cento, il 3,5 per cento nel Piemonte, a Genova il 4 per cento, e l'Istituto Cattaneo - che il professore ha evocato nel suo intervento - è quello che aveva detto che tranne che a Roma, il voto radicale l'anno scorso aveva goduto del sostegno prioritario del centro-destra". "Vorrei proprio facilitarmi con il professore, perché per me è stato un notevole lavoro e una notevole esposizione. Ha fatto un'osservazione; quando ha parlato nel 2006, prima ha detto: 'Non applaudite ancora'. Perché stava per dire: 'Si è sciupato quello straordinario risultato', riferendosi secondo me a quello del 2006, e a questo punto ha detto: 'Forse se mi lasciate finire, non mi applaudirete'. Aveva detto che nel 2006 si era sciupato il risultato. Quando poi, anche dopo, dalla platea hanno applaudito, ha detto: 'Beh, mi sono forse sbagliato sui riflessi di una platea'"
    17:01 Durata: 15 min 42 sec
  • "I ringraziamenti e gli elogi detti en passant da Veltroni, da Franceschini e dagli altri al prof. D'Alimonte, sono stati tutti quanti rapidi e mai affrontando il centro del discorso. Anzi, loro hanno detto: 'Lui ci ha confermato che Bersani ha perso'; la meschineria, la volgarità di questo gruppo di persone, la pochezza, sono dei parvenu nei metodi". "Non dimentichiamo: loro sono quelli che letteralmente hanno goduto per 70 giorni di seguito, quando ripetevano 'Per la prima volta nella storia politica contemporanea noi', e continuano ancora, sono convinti. Solo che se la raccontano, e ingannano"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Nel 2006 "abbiamo donato una vittoria ai buoni quasi a niente, togliendola al capace quasi di tutto, sperando di renderli capaci di 'quasi niente'. D'Alimonte ha accennato anche a un'altra cosa: che non sono stati difesi i risultati del 2006. Questo corrisponde in un modo clamoroso a quello che qui abbiamo sottolineato: Prodi è liquidato nel momento in cui nasce il Pd e Veltroni, per farlo fuori e accelerare i tempi, annuncia che loro andranno alle elezioni da soli. E allora tutta la coalizione, a cominciare da Mastella, con quella situazione in Senato, dice: 'Ah sì? Allora arrivederci'". Non solo: "Io a gennaio dicevo, dopo la relazione di Vassalli sul Senato: attento Prodi, perché il fatto di non proclamare gli 8 eletti del Senato - di cui 4 della Rnp - non è solo contro di noi ma è contro di te, e Prodi cadde dalle nuvole. Io ogni tanto sono testardo e mi informo su cosa fa il Senatore Manzione, perché davvero fece una battaglia straordinaria contro quei fondatori del Pd che prima affondano Prodi, e dopo tre mesi - dopo avere annunciato che loro vanno da soli - impediscono alla Rnp a ripresentarsi, con un atteggiamento di così profonda volgarità e cafonaggine che non ho mai visto prima di quei due mesi dell'elegante Loft; costoro, a questo punto, subito imposero condizioni iugulatorie". Il disegno di fare fuori i Radicali e la resistenza dei Radicali, anche a costo di imporre "una difficoltà enorme" ai 'Radicali ignoti'. "I ringraziamenti e gli elogi detti en passant da Veltroni, da Franceschini e dagli altri al relatore e al suo lavoro, sono stati tutti quanti rapidi e mai affrontando il centro del discorso. Anzi, loro hanno detto: 'Lui ci ha confermato che Bersani ha perso'; la meschineria, la volgarità di questo gruppo di persone, la pochezza, sono dei parvenu nei metodi". "Non dimentichiamo: loro sono quelli che letteralmente hanno goduto per 70 giorni di seguito, quando ripetevano 'Per la prima volta nella storia politica contemporaneanoi', e continuano ancora, sono convinti. Solo che se la raccontano, e ingannano. Comunque loro l'analisi dei risultati elettorali l'hanno falsata, e il fatto che Bersani sia colpevole di una sconfitta per la prima volta ho visto chiarissimamente che è assolutamente falso, perché dai dati che D'Alimonte ha dato, risulta che Bersani ha perso meno del Pdl nelle 13 Regioni e ha perso soltanto un po' di più della Lega. Questa vigliaccata nei confronti di Bersani, nei confronti della verità; e quando dicono quello che dicono nei confronti del Mezzogiorno d'Italia, ma i Loiero, Bersani se li è trovati come regalo della gestione Veltroni-Franceschini! A Napoli idem, (Bersani, ndr) se li è trovati come regalo di quelli che dicevano 'Abbiamo fatto il più grande partito riformista della storia', 'La prima volta al mondo'. Le differenze tra le analisi di D'Alimonte e quelle dell'Istituto Cattaneo. "Ho sempre seguito questo prezioso lavoro che diventa eccelso quando usa nello stesso tempo anche la sociologia e la politica, intendendo l'opinione e il voto d'opinione. Lui ha semplicemente detto: l'istituto Cattaneo ha lavorato in quel modo, io lavoro partendo da una base più massiccia". "Però io non trovo che questo studio di D'Alimonte reso pubblico sfiori nemmeno il Segretario del Partito"
    17:17 Durata: 20 min 1 sec
  • Marco Minniti e la sua Fondazione Intelligence: "E' una cosa favolosa. Quella poteva essere assolutamente una sorte di P2 più seria e più ufficiale". Le critiche radicali, "gravi ma superabili, a Bersani: "Non è entrato nel vissuto del compagno ex-comunista, e sinceramente democratico, Bersani, l'importanza della regola e di difendere la lettera della stessa, anche se non è chiarissimo che quello ci conviene"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "Voglio poter consentire al Partito democratico qualche grande dibattito di verità". Marco Minniti e la sua Fondazione Intelligence: "E' una cosa favolosa. Quella poteva essere assolutamente una sorte di P2 più seria e più ufficiale; intanto la lealtà del nome: 'Intelligence' all'inizio, poi cultura e infine 'analisi' delle crisi. Poi piena di generali della Guardia di Finanza, e io avevo parlato di Generale di Finanza a proposito della Legge Bocchino-D'Alema e nessuno mi chiede cos'è". La mancata inchiesta sull'assassinio del Generale Mino: "Il generale Mino sarà pure stato della P2 - come loro -, ma poi ognuno Vorrei ricordare qui, per rendere giustizia, che il presidente di Tribunale che ha fatto il più bel processo, liberale e garantista, di quel periodo a Torino, si chiamava Barbaro ed era della P2. Quindi io non ho mai pensato che nella P2, P3, P5, PScalfari, ci fossero soltanto dei buoni e dei cattivi. E infatti ce lo hanno dimostrato. C'erano sia gli assassini che gli assassinati". La morte di Giorgiana Masi. "Adesso veniamo alle uniche nostre critiche, gravi ma superabili, a Bersani. Bersani, per il suo carattere attento ai fatti ed 'emilianamente' pragmatico, ha condiviso le cose che lui ha detto e fatto per Emma, e per lui era anche rispetto ai radicali". "Quindi il fatto della legalità è cosa che lui ha evocato a partire dalle nostre esigenze". E però anche su questo argomento, Pannella spiega: "Partiamo da una cosa che è stata nominata a Cortona: (la manifestazione di) Piazza del Popolo. Eravamo stati abbastanza in sintonia fino a quel momento, era abbastanza attento alle cose che facevamo sulla legalità; c'era la sorpresa che la nostra iniziativa sulla legalità delle liste elettorali era diventata centrale in quei giorni; però lui convoca con i compagni del Pd quella manifestazione per reagire contro le illegalità del Pdl, ma poi in quel momento - come se lui fosse un D'Alema o un Veltroni qualsiasi - nelle stesse ore fa lo stesso annuncio di Berlusconi: si vada comunque ad elezioni. Mentre noi chiedevamo che ci fosse un provvedimento-sanatoria, per potere avere almeno quattro settimane di campagna elettorale. In questa richiesta ineccepibile, c'era anche un elemento preciso: i 10 giorni che rimanevano sarebbero state terreno perfetto per le illegalità sistemiche, viscerali, di Berlusconi. Sapevamo che non avremmo potuto resistere a 8 giorni così. Mentre con 4 settimane davanti, io pensavo già all'Osce e a un loro intervento". "Non è entrato nel vissuto del compagno ex-comunista, e sinceramente democratico, Bersani, l'importanza della regola e di difendere la lettera della stessa, anche se non è chiarissimo che quello ci conviene". "Sono rassegnati a che la politica sia così, anche quando capiscono che non dovrebbe esserlo. Dinnanzi a questo dissi: guardate che non avendo potuto fare la campagna elettorale, e non essendo tranquilli sulla capacità del Pd ad essere un elemento convincente, l'elettorato radicale - e quindi anche gli altri senza timbro di partito - non voteranno. Poi hanno perso per 9mila voti in Piemonte". "Si è perso anche perché non si sono fatte quattro settimane di campagna elettorale, perché lì avremmo ricreato la situazione delle europee, coinvolgendo l'Osce e così via"
    17:37 Durata: 16 min 19 sec
  • "Credo che sia un crimine che in Grecia, fra i conflitti sociali che si annunciano, i morti, etc., non ci sia una dichiarazione della sinistra europea a favore di Papandreou. Zero, non ci pensano per nulla!"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella fa un inciso sulla situazione della crisi greca: "C'è una cosa incredibile: c'è l'internazionale socialista, c'è il prestigio di D'Alema - persona nella quale Berlusconi ha grande fiducia - [] io credo che sia un crimine che in Grecia, fra i conflitti sociali che si annunciano, i morti, etc., non ci sia una dichiarazione della sinistra europea a favore di Papandreou. Zero, non ci pensano per nulla! Mentre all'estrema sinistra naturalmente sono solidali con i Black block magari"
    17:53 Durata: 3 min 45 sec
  • A proposito di Bersani: "Ancora la maturazione di un approccio liberale sulla legalità, sulla convenienza, la vita del diritto per il diritto alla vita, non fa parte della loro storia, ma le persone sono persone se la loro storia finisce per non essere più soltanto quella del loro Dna (politico, di partito o individuale)". L'esempio dei "suggerimenti tecnici" dei Radicali sulla legalità della raccolta firme che ha preceduto le elezioni Regionali

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    I rapporti tra Massimo D'Alema e Pierluigi Bersani: "D'Alema pensava di aver fatto nominare un fedele, e invece lui". L'esempio del mutamento di posizione del Pd sulla riforma elettorale: "Lui non ha la natura di essere fedele, se non alle sue idee e alla sua coscienza".Il Pd e i manifesti di Aldo Moro apparsi nelle strade di Roma in questi giorni: "Lo hanno ammazzato, se lo ricordano". "L'esordio dell'intervento di Franco Marini era un esordio degasperiano. E ho sempre ricordato che la sinistra liberale ha provocato con Cattaneo il passaggio da Parri a De Gasperi, e con Ciccio Libonati ed altri, nel 1953, hanno fatto - con De Gasperi - la famosa 'Legge truffa' che oggi non hanno più il coraggio di evocare, perché non era una truffa, al massimo era fatta male sul piano tecnico". "Quando dico un esordio di intervento 'degasperiano', è perché lui a un certo punto ha detto: amici, di tutte le correnti, e - comunque ci siano arrivati - i liberaldemocratici E non è gratuito dire questo! Io per esempio ho avuto da Gianni Letta e da Franco Marini due lunghe lettere di auguri, di valutazioni del perché Probabilmente è vero che essere del Gran Sasso, della Maiella, significa qualcosa a livello antropologico. Perché mi hanno fatto enorme piacere, e non per motivi di vanità". Gli articoli di stampa sugli 80 anni di Pannella. A proposito di Bersani: "Ancora la maturazione di un approccio liberale sulla legalità, sulla convenienza, la vita del diritto per il diritto alla vita, non fa parte della loro storia, ma le persone sono persone se la loro storia finisce per non essere più soltanto quella del loro Dna (politico, di partito o individuale)". L'esempio dei "suggerimenti tecnici" dei Radicali sulla legalità della raccolta firme che ha preceduto le elezioni Regionali. A proposito delle elezioni nel Lazio, il sondaggio recuperato da Diego Galli sul recupero di voti da parte del Pd - con la candidatura di Emma - nei quartieri in via di maggiore espansione a Roma. "La povera Polverini adesso già dice: 'Me ne vado'. D'altronde l'unica critica che le avevamo fatto (in campagna elettorale) era questa: avrà le spalle, avrà le premesse, per poter resistere, visto che la buona fede non la mettevamo in dubbio e malgrado fosse la candidata creata dalla sinistra della Rai tv?". Infine, per quanto riguarda il Pd, "non c'è alternativa duratura, senza un'alterità omogenea"
    17:57 Durata: 17 min 48 sec
  • "Ma è possibile che, tranne Castelli, non c'è stato un uomo a destra - neanche Fini! - che abbia posto una domanda e abbia riflettuto su alcune scelte di Berlusconi? Perché non discuterlo? E' 'l'unità nazionale'. Noi ci presentammo alle elezioni per la prima volta perché ritenevamo che l'unità nazionale fosse, più del compromesso storico, un'incombenza terrorizzante rispetto a un'Italia altra che poteva essere in linea con l'Italia europea. E adesso è la stessa cosa: non faccio gossip su D'Alema e Berlusconi"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La situazione del centro-destra e l'ipotesi di un governo di salvezza nazionale: "La candidatura che sicuramente una parte della sinistra è favorevole a far venire fuori, da Toni Negri agli altri, è quella di Tremonti". "Quello che a volte mi pare lunare è Giuliano Amato, perché Italianieuropei è anche suo, no? Però 'anche', perché sicuramente lui come uomo di potere non vale una pera; lui ha avuto il coraggio di fare operazioni politiche che un uomo di potere non avrebbe fatto, però per un altro verso non ha coraggi enormi, perché che Emma Bonino non sia stata invitata mai a Italianieuropei". "Leggo tutti questi nostri ex-Pci che erano autorevolissimi e continuano ad esserlo, però oggi o collaborano con il Giornale, o collaborano con il Riformista perché magari a Libero non li prendono". Poi Pannella torna a parlare di Minniti: "Esistono proposte politiche di grande significato, che sono in realtà di già radicate nella storia di questo Paese e non vengono fuori in un modo patente. Allora la questione storica del Governo D'Alema, della liquidazione della Bonino da Bruxelles, la dimenticanza sul conflitto di interessi, tutto questo, che diventi proposta politica! Ma è possibile che, tranne Castelli, non c'è stato un uomo a destra - neanche Fini, chissà perché a volte deve parlare di stronzate, ma di questo no! - che abbia posto una domanda e abbia riflettuto su alcune scelte di Berlusconi? Perché non discuterlo? E' 'l'unità nazionale'. Noi ci presentammo alle elezioni per la prima volta, mentre facevo uno sciopero della sete contro l'andamento delle elezioni - non pensavamo ancora di candidarci - e temevo in particolare il flop di Democrazia Proletaria e di Adriano Sofri; a quel punto ci candidammo perché ritenevamo che l'unità nazionale fosse, più del compromesso storico, un'incombenza terrorizzante rispetto a un'Italia altra che poteva essere in linea con l'Italia europea. E adesso è la stessa cosa: non faccio gossip su D'Alema e Berlusconi"."Io vorrei potere fare anche il 'democratico'; la tessera non potrebbero negarmela se non facendo le vaccate, le 'migliavaccate', che fecero per non farmi candidare lì. Ma non ci tengo a sollecitare riflessi dannosi. Però è possibile che non c'è un dibattito sull'unità nazionale? Lì parlano di un Bersani che dissipa il grande Pd reso vittorioso fino a quel momento da Veltroni e Franceschini, il che devo dire che in questo è il 'meno cafone' della baracca, anzi nella sua oratoria è democristiano, e quello che dice non è mai molto importante, però magari gli si potrebbe chiedere di ricordare quello che ha fatto". "L'unità nazionale con chi si fa? Con Fini? No, si fa con il nemico. Ed è quello che succede, ed ha determinato di già delle scelte politiche di fondo nel nostro Paese"
    18:14 Durata: 15 min 23 sec
  • "Anche la democrazia israeliana, come quella italiana, costituisce oramai un obiettivo da conquistare e non una realtà da difendere dai cattivi"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "Io vedo che già su Israele il dibattito diventerà possibile, nel senso che ci sono un mucchio di posizioni che adesso si contrappongono sul Medio Oriente. Allora è possibile vedere in questo caso qual è intanto lo sviluppo di queste diverse tesi, ma è indubbio che a questo punto ci sono due problemi che al solito vengono rimossi, come stavo dicendo accade anche con Bersani: quello della democrazia e quindi della legalità. Nel senso che quando un Paese come l'Italia, sulle cose dette 'etiche' ha manifestato a iosa di essere su una posizione di grande ragionevolezza e forza umana, poi magari invece solo il problema della Binetti è discusso e avvertito come importante anche in televisione. Così come in Israele, dinnanzi al fatto che hai un popolo coglione perché da 20 anni vuole le stesse cose che vuole quel coglione di Pannella, beh forse su questo si arriverà a discutere perché - come temevo - anche la democrazia israeliana, come quella italiana, costituisce oramai un obiettivo da conquistare e non una realtà da difendere dai cattivi". L'appuntamento del 13 maggio sul Medioriente, con la partecipazione di Marco Pannella
    18:30 Durata: 6 min 23 sec
  • La preparazione del Consiglio generale del Partito radicale transnazionale. La visita di Pannella e Perduca in Albania.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La visita di Pannella in Albania: "Noi fino a quattro giorni fa, avendo lavorato soprattutto per corrispondenza Internet, avevamo la prospettiva disarmante e deludente di una presenza in particolare di 50 rappresentanti di un'assemblea dell'Unpo, e poi di 12-13 presenze internazionali non molto importanti per la scadenza che c'è. Poi alla fine Marco Perduca è andato nei Balcani, dove punti di riferimento del passato sembravano persi, e ha cominciato dal posto più difficile che è il Kosovo, e lì abbiamo trovato sia il leader sulle posizioni di Rugova, sia su posizioni più militari, ma diciamo che verranno di sicuro rappresentanti kosovari molto autorevoli. Marco ci è andato per 24 ore con Artur Nura. Domani a Tirana dobbiamo vedere questi compagni, tra i quali anche Edi Rama, che è il sindaco e leader attuale dei Socialisti". L'elezione rocambolesca e contestata di Berisha: "Adesso i nostri compagni socialisti, Pandeli Majko, chiedono il riconteggio elettorale. Non glielo danno, e allora ci sono più di 30 deputati in sciopero della fame, circa 200 manifestanti in piazza di fronte al Parlamento e al Governo, e a un certo punto ho sentito parlare anche di sciopero della sete. Quindi accorro anche per questo. Però c'è un fatto oggettivo: loro non vanno in Parlamento, ma non è un Aventino, perché la loro lotta è durissima mentre l'Aventino non aveva evidenze di lotta". La contrarietà del Governo all'idea di un riconteggio delle schede elettorali: "Ma a questo punto salta una fase importante che stava per scattare, ovvero l'abolizione dei visti per gli Albanesi, salta il processo di adesione di Bosnia-Erzegovina, Macedonia e tutto quanto. Loro chiedono un riconteggio delle schede che hanno in mano gli altri; e allora bisogna pure dirsi che visto che non fare questo riconteggio ha una conseguenza gravissima come quella del blocco dei visti, poi la cosa si ripercuote dalla Macedonia all'Albania, è possibile che non ci sia da parte del Governo una spiegazione più attendibile? Vedremo se riusciremo ad essere utili in qualche modo con questi compagni. Poi c'è il problema di generalizzare quanto sto annunciando da qualche mese, cioè le lotte italiane. Forse occorre che anche le classi dirigenti vivano la politica in modo diverso". L'esempio delle prassi dell'opposizione in Italia. "Altra questione sulla quale stiamo lavorando è quella che - come Churchill denunciava per la Società delle Nazioni - l'Onu è in profonda contraddizione rispetto alla propria legalità; a questo punto 'attivare' vuol dire rafforzare il momento giurisdizionale dell'Onu, delle agenzie dell'Onu, dell'Unione europea, di quella africana e altro. E' una lotta internazionale, che può essere vinta grazie a questa credibilità che abbiamo accumulato anche a livello internazionale. Ma è urgentissimo per l'Italia, per l'Albania, è urgentissimo dappertutto, perché il degrado della democrazia reale è cosa diffusa". Il Partito radicale nonviolento transnazionale e transpartito in Cambogia
    18:36 Durata: 19 min 9 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le dichiarazioni degli esponenti del Governo, a partire da Berlusconi: "Lui dice tutto, tutto quello che gli capita, perché non ha valore quello che dice. Nel senso che lui le fa queste cose. Lui se ne accorge quando le dice, ma non se ne accorge quando le fa. È questo il grave: lui è superato dalle cose che ha creato, è vittima come tutti i capi di stato non democratici, anche di se stesso, e rischia di non andare a sbattere senza che non vada a sbattere anche tutto il Paese". "Vorrei ringraziare Facebook, un po' internet, quelle 15-20 persone che hanno detto 'Va bene gli auguri, ma ora mi iscrivo'. Ci sono almeno 350 persone che continuano a iscriversi a 600 euro l'anno e sono innanzitutto invecchiati e non sono a mia conoscenza nemmeno troppo agiati. Vorrei dire questo: grazie a una compagna, durante le elezioni sono stato invitato e sono andato a un incontro di imprenditori, agiati ma nessuno di grande nome, e quella sera sono venute fuori sottoscrizioni per oltre 100mila euro. E adesso vogliono ancora vederci, ed Emma li vedrà. Sono aspetti importanti; perché quegli aspetti del neoliberismo, però per esempio che gli anarchici privilegiavano nelle loro rozzezze il lavoro artigianale, il piccolissimo padrone, e torno a dire che magari questi oggi sarebbero chiamati 'neoliberisti', però sento l'importanza, il fatto che non vi sono stati imprenditori di questo tipo, professionisti, di quelli che lavorano bene, sanno fare bene gli imprenditori, il che vuol dire avere una condizione di lavoro un po' migliore della generalità; io avevo sperato che Eugenio Scalfari nel '49, quando lui si era trasferito a Milano contattando un po' di coetanei di allora come Bassetti ed altri, l'idea era di coinvolgere nuove (energie, ndr) () ma allora le cose andarono a finire come è finito - gloriosamente per carità - Scalfari, ma senza grossa risultati di carattere sociale. Io spero di poter interpretare come segnale che forse è venuta maturando una necessità di dare corpo alle loro idee anche a una parte del mondo imprenditoriale che non credo sia molto sindacalizzata". "Non ho risposto ancora a coloro che mi hanno scritto in occasione di questo anniversario - ne ho citati due, Gianni Letta e Franco Marini - allora voglio dire che ho apprezzato il tempo che vi hanno sicuramente dedicato. Poi due sole righe di Roberto Saviano, al quale voglio dire qui che mi sono proprio detto, affettuosamente e provocatoriamente rispetto a me stesso tanto erano belle: 'Ma forse Roberto ha un po' bevuto, perché è troppo bello tutto questo'. Poi tanti altri: Di Segni, Battiato, e ometto necessariamente i nomi, per dire che nei contenuti è positivo che ci sia l'aspetto rituale, perché in genere credo che la ritualità sia stata un'occasione per altro che a livello di contenuti davvero mi aiuta molto"
    18:55 Durata: 9 min 39 sec