23 MAG 2010
rubriche

Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:08 Durata: 1 ora 52 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella" di domenica 23 maggio 2010 , condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 52 minuti.

La rubrica e' disponibile anche in versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    La vigilia del Consiglio generale del Partito radicale transnazionale. L'attualità politica italiana: l'Assemblea nazionale del Partito democratico; il momento fondativo del Partito della Nazione. La manovra finanziaria del Governo.
    17:08 Durata: 1 min 43 sec
  • "L'involuzione-evoluzione del contesto istituzionale italiano" e la questione informazione-Minzolini: "Io faccio - consapevolmente - quello che accade istintivamente nel popolo italiano e in Italia. Le critiche berlusconiane contro i precedenti o le critiche anti-berlusconiane di coloro che hanno creato anche la fase berlusconiana della partitocrazia, la gente non le ritiene credibili. Personalmente analizzo il perché di questo"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L'Assemblea nazionale del Partito democratico e il riverbero sui Radicali. Si deve tenere conto, secondo Pannella, "della involuzione-evoluzione del contesto istituzionale italiano": "un processo in corso e già avanzato; e siamo lieti che un Presidente della Repubblica non solo se ne accorga, ma mostri di accorgersene in modo critico, e preannuncia esplicitamente che non può continuare a seguire questa ulteriore cancellazione del carattere 'parlamentare' della nostra Repubblica - tutti sanno che ne preferirei un'altra- perché a questo punto i poteri reali del nostro Paese, del Governo, sono senza confini e quindi anche senza responsabilità, senza forme da rispettare. È una situazione nella quale il presidenzialismo è quello sudamericano di un tempo". "Quanto al Congresso (del Pd, ndr), intanto vorrei fare una piccola osservazione apparentemente marginale: noi abbiamo sentito da Radio Radicale l'intera replica finale di Bersani. All'interno di questa, in un'atmosfera di crescendo di convivialità e di consenso, Bersani evoca la condizione della 'maestra' - direi nemmeno dei maestri - e dice: 'Bisognerebbe che la Ministra smetta di rompere i coglioni'. A parte l'improprietà perché lui parlava delle maestra - ironizza Pannella - ma la cosa aveva un senso se seguito dal boato di applausi. Il contesto aveva un senso, e invece proprio è una falsificazione fredda, da denunciare, il fatto che questa cosa è stata ripresa dal Tg1 quasi come se Bersani parlasse con gli ascoltatori del Tg e dicesse a freddo, in maniera diretta, questa parolaccia. E' chiaro che questa è una - istintiva ormai - forma di lesione della cosa, perché tu non puoi dare qualcosa come se fosse una diretta con gli ascoltatori, poi invece un silenzio pulitissimo di sottofondo e poi a freddo questa parolaccia. E poi silenzio totale. Leggere l'involuzione - che devo dire si iscrive in una involuzione ultradecennale e che non è berlusconiana. E' del tipo peggiore: Berlusconi come noto era sceso in campo contro la partitocrazia e per uno stato liberale; oggi, per quel che lo riguarda, il regime nel quale lui ha in questo momento la parte di governo formale, siamo in caduta libera". Ma ponendo l'attenzione su una questione ultradecennale, non si depotenziano le critiche a Minzolini? "Io faccio - consapevolmente - quello che accade istintivamente nel popolo italiano e in Italia. Le critiche berlusconiane contro i precedenti o le critiche anti-berlusconiane di coloro che hanno creato anche la fase berlusconiana della partitocrazia, la gente non le ritiene credibili. Personalmente analizzo il perché di questo"
    17:09 Durata: 8 min 13 sec
  • L'Assemblea nazionale del Pd: "Quello che in realtà non è stato nemmeno accennato come presa di coscienza è che i fatti anche ultimi dimostrano che non c'è il pericolo dell'unità nazionale, ma c'è già quello che lo stesso Pci riteneva di avere ripudiato a un certo punto, la unità nazionale". A proposito della questione carceraria, "rispetto alle illegalità persistenti in Italia, il Pd ha preso una posizione peggiore del Governo a proposito della patente responsabilità criminale e criminogena del potere italiano"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "Il congresso in questione è andato bene dal nostro punto di vista, nel senso che ha aumentato in qualche misura il consenso, forse l'autorevolezza, di Bersani rispetto al partito in questa congiuntura. Ma quello che in realtà non è stato nemmeno accennato come presa di coscienza è che i fatti anche ultimi dimostrano che non c'è il pericolo dell'unità nazionale, ma c'è quello che lo stesso Pci riteneva di avere ripudiato a un certo punto, la unità nazionale, e più che mai viviamo in una realtà di 'regime' nella quale la componente di destra e quella di sinistra assieme lo difendono e lo incarnano. Da questo punto di vista alcune dichiarazioni ufficiale di Veltroni e D'Alema, sono di una limpidità enorme". D'Alema infatti, alla maggioranza che chiede un atteggiamento di collaborazione per salvare il paese, risponde: "'Certo, ma Berlusconi ci deve mettere la faccia'. Cioè cosa può fare di più Berlusconi di quanto fatto, di quando come Governo ha proposto D'Alema a ministro degli Esteri dell'Unione europea e poi lo ha scelto a presiedere il Copasir? Non lo so. E per quanto riguarda Veltroni, oggi è chiarissimo che la politica del Loft era una politica di unità nazionale che ha avuto come esito quello esatto da Veltroni, e concesso ben volentieri da Berlusconi per la parte destra di regime. Veltroni infatti ha detto: 'Ho avuto molti voti nel 2008'. Si, nel 2008 c'è stato il risultato dell'unità nazionale; ha fatto fuori tutti quanti, tutti i partiti tranne una scelta tipica da unità nazionale - perché già vent'anni fa dicevo che le unità nazionali accompagnano un momento autoritario in genere, giustizialista - e infatti l'unico che il giovine Veltroni ha scelto di potenziare è stato il partito Italia dei Valori, colpendo a morte tutte le altre componenti della sinistra, colpevoli di essere state con Prodi". "All'Assemblea sulla politica internazionale nisba. Certo viene fuori sempre la cosa dei respingimenti, giusto. Ma un fatto storico - ovvero che c'è la coincidenza concreta della politica estera di D'Alema e Berlusconi, in termini di strategia - è patentemente evidente. E quindi continuo a dire una cosa: il Pd ha bisogno di progredire sulla strada che empiricamente mi pare può essere quella di Bersani, che invece di dire 'pas d'ennemi à droite', che è la linea D'Alema e Veltroni, per cui i nemici sono solo a sinistra e nella sinistra, vecchia cosa da Terza Internazionale", si muove altrimenti. "Una linea esaltata poi da Togliatti. Dopo Salerno - non è mai abbastanza detto - l'atteggiamento di Togliatti fu molto tollerante nei confronti di casa Savoia, della Chiesa e lo fu nei confronti delle responsabilità di regime colpite nel loro accertamento con l'amnistia-Togliatti. Questa quindi è la nostra responsabilità. Il dibattito è stato interessante nel posizionamento rispetto ai problemi del partito, ma rispetto al problema della politica. L'unico settore rispetto nel quale siamo molto interessati e coinvolti è quello della politica del lavoro. C'è stato un accenno di dibattito e si è almeno preso atto che c'è la linea di Ichino, quella di Damiano, e almeno lì si è sentito qualcosa; noi in Parlamento abbiamo una serie di proposte di riforma in comune. Una di queste, molto importante, l'abbiamo in comune non solo con Ichino ma anche con Cazzola. Mentre tutto il resto Allora cosa fare?""E' vero (che Bersani, ndr) nel confermare la sua linea aperta al dialogo e al confronto con 'le altre opposizioni' ha citato anche i Radicali, ai quali - ha detto - 'da qui rispondo sì alla loro richiesta', che era quella di un incontro urgente, anche prima della loro Assemblea. C'è questo sì ma intanto le cose continuano a realizzarsi su una linea che è quella per cui, su problemi di legalità e di regime, sono in singolare sintonia e sincronia con Berlusconi: uno, nell'avere fatto nessuna opposizione alle violazioni di legalità nella preparazione delle elezioni Regionali". E sintonia tra Pd e Pdl si registra anche, secondo Pannella, "rispetto alle illegalità persistenti in Italia, il Pd ha preso una posizione peggiore di Alfano e del Governo a proposito della patente responsabilità criminale e criminogena del potere italiano in termini di diritti umani, con una linea che crea ulteriormente il disastro. Cioè l'impostazione con la quale si va avanti è quella per cui si continuano ad aumentare i processi che non saranno celebrati, se non con le prescrizioni di regime, e anche quella di continuare a riempire le carceri; questa è la linea comune che è stata macroscopicamente propria, che ha costretto il governo a depotenziare il cosiddetto 'decreto svuota-carceri'. Oggi invece è stata svuotata la legge, ad opera del Pd, perché la Lega su questa ha mollato, ha taciuto".
    17:17 Durata: 13 min 5 sec
  • "La democrazia, l'informazione e la parola delle forze politiche, oggi sono vietate solo alla forza Radicale. Dobbiamo prenderne atto, non avendo paura dell'affermazione". "Santoro in fondo vale un Perù per il regime, vale più di Vespa, vale più di coloro che tutelano sul fronte destro il regime. Quelli ormai valgono un po' poco, mentre i Santoro, i Ballarò"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il rapporto Radicali-Pd: "Certo che la riflessione c'è, e ancora una volta conferma la nostra lunga - mezzosecolare quasi - pazienza nei confronti del movimento comunista e in genere di sinistra. Sulla nonviolenza qualcuno diceva: perché il nostro Signore ha detto che bisogna porgere l'altra guancia. Ma tenendo presente che le guance sono due, che cosa fare dopo? Noi a questo punto potremmo dire che un centinaio di guance - in questo lungo, profondo e positivo confronto storico - le abbiamo porte". "Semmai il problema che mi pongo è se possiamo continuare in una condizione di regime nel quale non possiamo dare l'apporto di un dibattito pubblico, di un dibattito amichevole ma serio, perché in Italia non c'è la possibilità. E allora dico qualcosa consapevolmente: questo è vietato, la democrazia, l'informazione e la parola delle forze politiche, oggi sono vietate solo alla forza Radicale". "Dobbiamo prenderne atto, non avendo paura dell'affermazione, perché il complesso di persecuzione è tipico di tutti quelli che impazziscono per inadeguatezza e il vittimismo è l'estrema risorsa di coloro che cercano di sopravvivere arrendendosi e dicendo: 'Siamo vittime, cosa ci possiamo fare?'. Questo non sono disposto a farlo. Ma è bene dire questo. Santoro in fondo vale un Perù per il regime, vale più di Vespa, vale più di coloro che tutelano sul fronte destro il regime. Quelli ormai valgono un po' poco, mentre i Santoro, i Ballarò". Il caso di Porta a Porta e gli spazi riservati a Rifondazione Comunista negli anni passati. "Occorre rendercene conto: non abbiamo mai detto con convinzione - ma solo accennato - che rispetto a noi questo era il comportamento e il riflesso, ma non abbiamo totalmente sottolineato che fosse un atteggiamento 'solo' nei nostri confronti. Ma oggi si può dire. Perché ieri", Pannella fa un esempio significativo, "nella trasmissione di Paragone chi c'era? Oliviero Beha, autore di un libro di estraneità al regime - lui stesso ha avuto quattro storielline di censura da parte della Rai - e per il suo libro l'unico regime esistito è quello della Rai-Tv, per lui le uniche cose che sono vissute in Italia sono quelle che anche Rizzo e Stella hanno sempre individuato, tanto è vero che in questi giorni vengono fuori interviste televisive a Stella". A proposito di Stella, Pannella cita alcune interviste televisive che "vengono fuori in questi giorni", nelle quali al giornalista si chiede se dopo lo straordinario successo del suo libro 'La Casta' qualcosa sia cambiato: 'Onestamente proprio no', è la risposta di Stella. "Infatti qual è l'operazione? Per 20 anni si è combattuto in Italia, per ritardare il suo degrado, la corruzione, etc. E i grandi giornali, con i quali già Stella e Rizzo collaboravano, hanno reagito - nei confronti di quello che oggi denunciano - censurando le opposizioni, dall'emendamento 'ammazza-debiti' in poi". "Evidentemente esistono dei momenti nei quali semplicemente delle fotografie, dei nomi, nella gente aprono quello che non a caso - in un libro postumo di Leonardo Sciascia - si diceva: 'A memoria futura, se il futuro avrà una memoria'. Hanno il terrore che nel subconscio collettivo emergano dei 'fatticini', come quello di Tortora, che possono rappresentare qualcosa per delle generazioni intere". "Viene avvertito come elemento essenziale il fatto di liberarsi da questo pericolo". "Veltroni e Franceschini, secondo i giornali, avrebbero dato una tregua (alla maggioranza del Pd, ndr) ma loro rappresentano la forza trentennale - mai interrotta - della politica di unità nazionale, e l'unità nazionale è anti-democratica, anti-europea e anti-laica (non in riferimento al Vaticano ma pensando alla volgarizzazione della verità, della conoscenza)"
    17:31 Durata: 17 min 7 sec
  • "Non ricordo chi è che ha detto, andando controcorrente, che la saggezza è anche patrimonio antropologico non di tutti coloro che hanno una età ma di una età rispetto ad altre. Lo segnalo perché è stato detto in un momento in cui non vanno molto di moda queste cose". "Tanto è vero che adesso torna fuori - l'ho risentito dall'ottimo Bersani - che non c'è un partito di massa che si rispetti senza organizzazione giovanile. Noi tradizionalmente come Radicali abbiamo preferito correre l'alea di impresa di avere Segretari ventunenni, ventiduenni, etc."

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il progetto Rosa nel Pugno e la situazione attuale dei Socialisti."Oggi dobbiamo renderci meglio conto che sarebbe disonesto, e un po' vigliacco, non dire che questo regime, di cui sentiamo tutti l'insufficienza e l'inadeguatezza per tutti e tutte, individua in noi l'unico pericolo, l'unica alternativa di speranza e di vigore". L'alterità dei radicali: "Noi non diciamo di essere diversi e non facciamo di questa diversità un progetto. Noi dopo 60 anni diciamo che è evidente che c'è una continuità di vite, di lotte e di obiettivi formali manifestamente 'altri' rispetto a quelli del ceto dominante. A questo punto si comprende anche come noi abbiamo cercato da 5-6 mesi di dialogare un po' anche con Nichi Vendola e oggi leggo dei titoli di giornale: 'Nichi Vendola si appella a De Magistris'. Non sono andato a leggere su che cosa, ma quello che voglio dire è questo: non è che Vendola si appella a Emma Bonino. È chiaro che in campagna elettorale questa immagine che poteva essere vincente, di lui ed Emma Bonino, poteva essere suggestiva ma - come si dice - 'il cuore non ci sta'". A questo proposito Pannella ricorda anche il "Vendola diciottenne" e poi aggiunge: "Non ricordo chi è che ha detto, andando controcorrente - potrebbe essere qualche antico comunista - che la saggezza è anche patrimonio antropologico di una età rispetto ad altre. Lo segnalo perché è stato detto in un momento in cui non vanno molto di moda queste cose, perché si è contro la gerontocrazia, etc.". "Come nella pedofilia: per definizione c'è un solo partecipe a questo fatto, ed è l'adulto, mentre l'altro è una cosa che è usata. E lo stesso è nel discorso delle generazioni: 'Noi li lasciamo affamare', si dice, e non è che i figli esistono come soggetto. Tanto è vero che adesso torna fuori - l'ho risentito dall'ottimo Bersani - che non c'è un partito di massa che si rispetti senza organizzazione giovanile. Noi tradizionalmente come Radicali abbiamo preferito correre l'alea di impresa di avere Segretari ventunenni, ventiduenni. E adesso anche l'Associazione Luca Coscioni vedo che ha una parte giovanile, gli 'Studenti dell'Associazione Coscioni'. E' l'unica delle organizzazioni della galassia che ha la sua associazione studentesca. Credo che al congresso della Associazione Coscioni si è stabilito di risolvere il grosso problema e che gli studenti pagassero 20 euro o 50, ma non mi risulta che siano molto aumentati gli studenti; ma soprattutto non mi risulta che la vita degli Studenti della Coscioni Non ho avuto mai notizia di un loro incontro, non ho avuto mai notizia di avere nominato loro una o un responsabile". Bordin cita alcune iniziative nelle università e Pannella continua: "Ma allora in questo caso alla Luiss è da tempo che abbiamo iniziative. Alcuni sono 'Coscioni', altri sono 'Partito". "Poi è restata ancora aperta. Non so se la Giulia (Innocenzi, ndr) ha saputo finalmente quanti voti aveva avuto alle primarie dei giovani Pd: non mi pare che sia continuata questa battaglia per sapere come e quanti voti ha avuto". "I risultati erano contestati, erano delle ammissioni parziali. Poi comunque, da allora la battaglia è soprattutto per garantire dai limiti e dagli errori che facciamo il partito e la galassia. Della componente degli Studenti Coscioni conosco Giulia, Annalisa - che dappertutto trovo conferma che è attiva - ma continuo a ritenere che le organizzazioni giovanili possono essere immaginate come 'di categoria', ma a tempo e per una certa battaglia"
    17:48 Durata: 13 min 9 sec
  • Anche sulla questione della Chiesa e della pedofilia, "proprio sulla polemica al centro di un'azione di Staderini e Anticlericale.net, Santoro invita tutti tranne i Radicali". Dalla questione dell'informazione dipende anche "la vita del Pd, se approfondiamo, la scelta dev'essere consapevole e non bastano purtroppo i 'viola' o i 'grillini', perché questi non sono esterni al regime, sono estranei alla lotta politica di regime nel nostro paese, ed è diverso, nel senso che è un modo per non farla - quella lotta"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il Consiglio generale del Partito radicale transnazionale. "Almeno una volta l'anno, da quando c'è il Senato del Partito radicale, il Consiglio si è ricostituito e lo abbiamo tenuto. Il problema per noi è però quello del Congresso perché deve fare i conti con esigenze oggettive enormi, e quindi ho detto che mantengo la responsabilità formale della legalità del Partito perché proprio in considerazione dell'evidente difficoltà di avere i congressi annuali, c'è stata questa soluzione - tra Ginevra e Tirana - della legalità attraverso il Senato del Partito. Non c'era un termine per questo, ma il termine era oggettivo: non si può continuare così. Adesso c'è questo Consiglio, poi un altro sicuramente a settembre, per fare il Congresso a novembre. Tutto questo con un carico di energie individuali e finanziarie per tenere dei congressi internazionali che non siano una menzogna". "Possiamo segnalare che già adesso abbiamo elaborato nel Senato del Partito i temi sui quali vogliamo mobilitare l'attenzione del Consiglio generale, ma è anche vero che siamo fino all'ultimo giorno lottando per garantire che ci sia una quantità minima di partecipanti, senza la quale altrimenti non c'è qualità". I parlamentari radicali e la situazione di "com-passione" con la gente della strada: "La gente di desta sostiene la radicalità radicale, se ne viene a conoscenza, piuttosto che il potere e la struttura di destra". "Quello che è successo questa settimana sulla questione Santoro - noi abbiamo denunciato di essere stati cancellati dai 430 milioni di ascolti fatti da Santoro e Floris nelle loro puntate. E adesso è inaudito, perché Santoro adesso fa la trasmissione sulla pedofilia e la chiesa, e nel giorno in cui su tutti i giornali - anche sull'Avvenire e l'Osservatore - si discute di un caso laziale, di un sacerdote che ha tanti fedeli che lo amano ma che sicuramente ha creato una situazione di dialogo anche corporale con i suoi parrocchiani e che noi abbiamo inventato - Loris Fortuna diceva: 'Non conosco nella storia del nostro Paese nessuno che sia attivatore di democrazia nel nostro paese come i radicali' - ed è vero: Mario Staderini si è accorto che se il Comune non si costituiva parte civile, c'era un modo per costituirsi in modo 'popolare'; allora, proprio sulla polemica in totale Anticlericale.net, Santoro invita tutti tranne i Radicali, proprio in questi giorni. Mi ha raccontato Staderini che nel processo c'erano almeno una decina di grandi testate internazionali, mentre non si vedevano giornalisti italiani. E Santoro è sempre stato all'avanguardia, più di Vespa, a badare bene che non emerga questa storia radicale". "Di questo dobbiamo prendere atto, nel senso che un dibattito su questo - è vero che a me viene in mente soprattutto in funzione del Pd - però è necessario anche farlo in modo più diretto: state attenti, qui è evidente che il tentativo di impedire che i Radicali si manifestino è divenuto davvero un fatto. Beha è prezioso; quando mai questo povero Beha veniva invitato a una trasmissione di 4 milioni di persone? E invece ora viene, e nel suo libro - mi dicono - non siamo nemmeno nominati, pur essendo uno che fa le critiche al regime cha ha dovuto vivere lui stesso e che sono quelle delle lotte radicali. E allora su questo credo che è la vita del Pd, se approfondiamo, la scelta dev'essere consapevole e non bastano purtroppo i 'viola' o i 'grillini', perché questi non sono esterni al regime, sono estranei alla lotta politica di regime nel nostro paese, ed è diverso, nel senso che è un modo per non farla quella lotta". L'esempio dei referendum promossi da Di Pietro e Grillo, per i quali si sono raccolte le firme e che poi non si sono mai tenuti
    18:01 Durata: 10 min 58 sec
  • Antonio Martino, i Radicali, Luttwak e la "rivolta fiscale"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "E' interessante una cosa: oggi ricompare Antonio Martino, con la 'rivolta fiscale'. Lui ricorda spesso che una volta, con dei professori piemontesi illustri, organizzarono una manifestazione per la rivolta fiscale a Torino. E dicono sempre: l'unico politico che venne fu Pannella, dopodiché dopo due mesi la cultura e il dibattito propri di Ninni Martino furono assunti da Berlusconi e quel linguaggio - insieme a quello specificamente nostro - fu quello della sua discesa in campo nel 1994. E da allora poi è scomparso. Io ho letto ieri Luttwak che ha detto: 'Solo la bandiera insanguinata della rivolta fiscale potrà portare alla riforma strutturale in Italia'. E gli esempi che fa parlano alla gente: 'I contribuenti, nel vostro Paese, da tempo avrebbero dovuto mettere in pratica la rivolta fiscale, fino alla concretizzazione di una riforma strutturale minima. Ovvero: abolire le Province e vendere gli edifici di proprietà provinciale, abolire il Senato che è di fatto solo una duplicazione senza compiti peculiari, dimezzare perlomeno il numero dei deputati'. Io su questo continuo a dire che è l'unica cosa su cui sono ferocemente contrario; nel senso che se hai l'uninominale, è bene che ci sia un eletto ogni 50-80mila persone, cioè che ci sia un vero rappresentante per ogni collegio. Tanto è vero che Westminster è numericamente simile al Parlamento italiano". Poi Pannella annuncia che "nei siti radicali c'è il manifesto costitutivo del nostro partito, del Partito radicale, del 1890, redatto soprattutto da Felice Cavellotti; i compagni Radicali che l'hanno letto lo hanno definito 'uno spettacolo'". "E' terrorizzante: le cose che sono scritte lì possono consentire davvero di depositare delle leggi domani. E vale la pena. E magari su questo vedremo di lavorarci un po' come Partito, per celebrare"
    18:12 Durata: 12 min 36 sec
  • L'emendamento del Pd sulla incandidabilità dei condannati anche alle elezioni politiche. "Al Presidente Scalfaro mi permisi di insistere quattro volte perché fosse nominato Senatore a vita Toaff, e tuttora è quello che chiedo umilmente, sommessamente, con profonda convinzione, grato alla sorte che ci consente ancora - e speriamo a lungo - di fare questo, perché Toaff è ben vivo, ben vivace, ben nostro"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L'emendamento del Pd sulla incandidabilità dei condannati anche alle elezioni politiche. "Rita ha subito detto: 'Pannella così sarebbe incandidabile', nel senso che lei guardava alla nostra classe dirigente. Il problema però rientra anche in una ulteriore posizione che è quella che di cui 1968 già parlavo, dicendo che il proibizionismo è il nuovo nome di quello che con il nazismo abbiamo pagato tutti. L'ufficio studi del Pd non poteva ignorare che questo rientra in un atteggiamento di criminalizzazione sempre più grossa di ciò che riguarda le 'non droghe' o droghe come loro dicono. Questo atteggiamento coincide con quell'altro per cui 'questi semmai non possono nemmeno uscire dal carcere, anche se fossero all'ultimo anno'. Quindi hai fatto benissimo a ricordare questa cosa, perché è bene che i compagni e le compagne del Pd di queste cose si rendano un tantino più conto. La cosa mi riguardava, ma perché rientra in una situazione ideologica". proposito di "candidature", Pannella aggiunge: "Siccome sento parlare di questa cosa per cui io dovrei fare il Senatore a vita, quando io non posso fare il senatore nemmeno da eletto. Cioè io vivo in un regime nel quale se il popolo mi elegge non posso risultare eletto. Questo è un inciso per arrivare a dire: anche per iscritto, oltre che a voce almeno per quattro volte, in un momento nel quale si pensava che il presidente della Repubblica Scalfaro dovesse essermi grato di non so che cosa - e io a mio avviso avevo fatto solo cose nelle quali credevo e non perché lui mi fosse grato - io mi permisi di sollevare il problema del Senatore a vita. Io mi permisi di insistere quattro volte perché fosse nominato Senatore a vita Toaff, e tuttora è quello che chiedo umilmente, sommessamente, con profonda convinzione, grato alla sorte che ci consente ancora - e speriamo a lungo - di fare questo, perché Toaff è ben vivo, ben vivace, ben nostro, e credo che questo onore alla Repubblica italiana, visto che è possibile, vorrei dire che al Presidente della Repubblica che forse troverà questo negli atti del Quirinale, perché è l'unica richiesta che io ho fatto". "Davvero ringraziamo la sorte, il caso, tutto, che questo sia ancora possibile, e credo che il Presidente Napolitano meriterebbe di avere il merito di assicurare questo sicuro onore alla Repubblica italiana. Aggiungo che la Repubblica italiana ne ha gran bisogno, pur non essendone meritevole"
    18:24 Durata: 10 min 31 sec
  • Il Consiglio generale del Partito radicale nonviolento transnazionale e transpartito: il problema della "'democrazia reale', una realtà che va presa in considerazione prima di quanto non sia accaduto con il 'socialismo reale', preso in considerazione solo una volta che aveva già compiuto tutti i misfatti e si era dunque suicidato". "Noi come Partito abbiamo accumulato una sapienza di resistenza dinnanzi ai problemi che pongono le 'democrazie reali'"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L'iniziativa nonviolenta in Albania e il sostegno dei Radicali. Le presenze africane al Consiglio generale. Il caso Italia e la situazione transnazionale; gli iscritti italiani al Prt: "Temo che non siamo riusciti a fare sentire" l'urgenza della situazione, anche a causa di "quel trattamento di cui abbiamo parlato prima e che in modo molto fascista, lo dico in senso quasi elogiativo", si esercita nei confronti dei Radicali. Il problema della "democrazia reale, una realtà che va presa in considerazione prima di quanto non sia accaduto con il 'socialismo reale', preso in considerazione solo una volta che aveva già compiuto tutti i misfatti e si era dunque suicidato". "Noi come partito abbiamo accumulato una sapienza di resistenza dinnanzi ai problemi che pongono le 'democrazie reali'". L'esempio cambogiano. A proposito dell'iniziativa federalista europea dei Radicali: "Tra l'altro devo notare che adesso molti si accorgono che il male era contenuto in Maastricht; mi ricordo la relativa solitudine nella quale noi cercammo di avvisare tutti, anche il Parlamento italiano ed europeo, sui rischi di alcuni aspetti di Maastricht. Nel Parlamento italiano dicemmo: 'Non ci sentiamo per la prima volta di non votare su una questione sulla quale pure voteremmo no; uno solo di noi voterà 'si', gli altri non voteranno', in modo da sottolineare che eravamo in rappresentanza del 'gruppo parlamentare federalista europeo'. Non votammo nella speranza di sbagliare analisi, e invece non abbiamo sbagliato. Oggi tutti situano in Maastricht il momento così patente di ripresa del cammino delle 'burocrazie nazionali' e dell'Europa delle patrie, nel momento in cui vediamo che quando l'Europa delle patrie compare, essa distrugge l'Europa e distrugge anche le patrie". La critica radicale e la critica del modello europeo: "Sempre, nei momenti di difficoltà politica, c'è qualcuno che dice: 'Ma che cazzo stiamo facendo?'. Ancora con questi? Ma non mi pare che abbia un tessuto connettivo. C'è per esempio un compagno molto liberale, Pli come impostazione, che ascolto con molto interesse: Pazzini; non sono d'accordo ma questa non è una criminalizzazione né da parte mia delle sue idee, né da parte sua delle mie. Ma è una cosa diversa dalle reazioni che dicevo, un po' qualunquiste e impazienti"
    18:35 Durata: 16 min 36 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "Io vorrei rivolgere un invito, quasi una preghiera, a quanti possono, di fare il possibile per documentare, interpretare, lo specifico di questa realtà, di come questo regime - nelle sue componenti del fascismo di destra e del fascismo di sinistra, quest'ultimo più popolare e populista - da 40 anni è estremamente sensibile alle opposizioni interne, che possono essere le più violente o quali che siano, con l'alternativa e l'alterità radicale". "Se noi riusciamo a far comprendere questo, penso che 500 di più, 5 di più che manifestino questa idea, possono trovare la sorpresa di dare un contributo essenziale alla sorpresa, che davvero sia possibile - se non eliminata totalmente - a questa storia che noi siamo, di essere la storia di quella rivoluzione liberale che stavamo per compiere in parte nella seconda metà degli anni Settanta, e che oggi trova nel sentimento popolare della gente un coraggio che mi sorprende e mi commuove. Abbiamo sempre detto che buon senso e senso comune fanno generalmente a pugni tra loro. Viviamo forse in un momento in cui è 'comune' il buon senso su questo territorio. Quindi possiamo dire che la classe dirigente sia una classe dirigente che ha un'intuizione giusta, cioè che occorre eliminarci perché il rischio è che noi si sia espressione di qualcosa molto più grande di noi".
    18:51 Durata: 8 min 4 sec