15 GIU 2010
intervista

Secondo Natura? Scienza, diritto e morale tra determinismo e libertà

SERVIZIO | di Emiliano Silvestri - Torino - 19:06 Durata: 48 min 39 sec
A cura di Enrica Izzo
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Convegno a Torino il 3 e 4 giugno 2010.

Terza sessione dedicata alla teologia: verso una biologizzazione del cristianesimo? Il metodo, le motivazioni e i temi del convegno nelle parole di uno degli organizzatori: Luca Savarino, ricercatore in Filosofia politica e professore aggregato di bioetica all'Università del Piemonte Orientale.

Le interviste ai relatori: Maurizio Pagano, Giannino Piana e Daniele Garrone.

Registrazione audio di "Secondo Natura? Scienza, diritto e morale tra determinismo e libertà", registrato a Torino martedì 15 giugno 2010 alle 19:06.

Sono intervenuti: Luca Savarino
(ricercatore Filosofia politica e professore aggregato di Bioetica all'Università di Torino), Maurizio Pagano (professore), Giannino Piana (professore), Daniele Garrone (professore).

Tra gli argomenti discussi: Accanimento Terapeutico, Autodeterminazione, Bioetica, Buddismo, Cattolicesimo, Chiesa, Cristianesimo, Cultura, Diritto, Ebraismo, Englaro, Etica, Eutanasia, Evangelici, Filosofia, Germania, Hegel, Illuminismo, Kant, Laicita', Liberta' Di Cura, Natura, Platone, Protestanti, Religione, Scienza, Storia, Teologia, Testamento Biologico.

La registrazione audio ha una durata di 48 minuti.

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  • Luca Savarino

    ricercatore Filosofia politica e professore aggregato di Bioetica all'Università di Torino

    Il convegno fa seguito ad un altro: "Laicità della ragione e razionalità della fede" tenuto due anni fa dalle stesse organizzazioni. Ieri come oggi con l'idea di far incontrare Laici e credenti, protestanti e cattolici, in una prospettiva di dialogo e approfondimento scientifico sui temi della laicità. Oggi la discussione ruota attorno al ruolo della natura come fondamento delle norme morali, ancora cercando di rispondere al diffuso bisogno di norme, che la ragione laica ricerca dopo il crollo di molte certezze del passato. Quattro le sessioni del convegno: DIRITTO: Può la natura diventare norma? SCIENZA: Esiste il pericolo di riduzionismo? TEOLOGIA: Verso una biologizzazione del cristianesimo? FILOSOFIA: Come pensare la natura umana? Sullo sfondo, mentre sembra svanire il confine tra naturale e artificiale, la tensione tra la messa in discussione della natura come fondamento stabile e l'evocazione, con tratti talvolta autoritari, della stessa natura come fondamento di norme etiche.
    19:06 Durata: 5 min 1 sec
  • Maurizio Pagano

    professore

    Ordinario di Filosofia della comunicazione presso l'Università del Piemonte Orientale La visione dell'essere umano, nella storia dell'occidente, oscilla in alternanza - ma anche in compresenza - tra due antropologie: quella di chi colloca l'uomo stabilmente immerso nella natura e quella di chi individua un dualismo contrapposto tra anima e corpo. La linea della religione biblica ebraica e poi cristiana non nasce come dualistica ma lo diventa, importando il platonismo; utilizzato per capire perche "Dio è spirito". Da Origene (III sec.) al 1700 domina questa visione dualistica dell'uomo, che comporta svalutazione del corpo e colpevolizzazione della sessualità. Con Kant, Schiller, Hegel si tende a vedere lo spirito non come "cosa" cartesiana ma come una dimensione dell'esperienza; il positivismo tende a negare la nozione di spirito quindi, nel novecento, ci si orienta a vedere una tensione tra naturale e ultranaturale e c'è una molteplicità di prospettive. Sul tema natura-storia Jaspers riprende la nozione di età assiale. In quel periodo parallelo, (VIII-II sec. a.C.), le civiltà che fanno riferimento a Confucio, a Lao-Tse, Buddha, ai profeti di Israele e ai filosofi greci, prendono le distanze dal mondo mitico ed elaborano la razionalità e la concezione dell'individualità autonoma e responsabile. Storia del mondo che mostra l'insensatezza del ritorno a un naturalismo radicale. La religione ebraica porta una concezione di storicità, una visione di tempo lineare - che nel Nuovo testamento assume una dimensione escatologica - che si perde poi nel Medioevo e viene riscoperta nel '700. Conquista laica dell'illuminismo ma con un contributo fondamentale di Vico e Herder alla filosofia della storia. La scuola cattolica di Tubinga, si confronta con la filosofia illuministica e romantica, la combatte dall'interno guardando anche alla storia; la neoscolastica si afferma dopo la metà dell'800, riprende l'eredità di quella scuola ma la restringe. L'attuale magistero della Chiesa cattolica tende ad appiattire il discorso su di un senso della natura che non giunge a divenire pura natura biologica (è natura che mantiene un significato) ma sembra trascurare la precedente ricca visione storica. Vita-spirito. La nozione di spirito è dall'origine nella tradizione greca ed ebraica: un "soffio" materiale che ha una funzione importante. Nella Bibbia è all'origine della vita, più avanti tende a smaterializzarsi, è dono (carisma) che eleva la vita; lo Spirito di cui parla Gesù nell'ultima cena, "compie" la vita. In ambito greco, soprattutto gli Stoici hanno una visione materiale; pneuma però è anche logos: uno spirito che è anche ragione. I padri della Chiesa si trovano di fronte alle tradizioni stoica e platonica. Con Origene scelgono la seconda; solo oggi la Chiesa cattolica tende a rientrare da millecinquecento anni di dualismo, riavvicinando la vita allo spirito. Mentre allora vita e natura venivano ridotti a pura base, oggi siamo indotti a ripensare tutti e due i concetti. Oggi lo spirito ci dice l'irriducibile complessità dell'uomo, complessità che ha a che fare con il rapporto con gli altri (il riconoscimento hegeliano) e con la responsabilità.
    19:11 Durata: 13 min 46 sec
  • Giannino Piana

    professore

    Docente di Etica ed Economia a contratto presso l'Università degli studi di Torino La categoria di natura, di legge naturale: per alcuni versi anacronistica; per altri versi ancora attuale nelle sue istanze soggiacenti. Categoria a cui radicare il comportamento umano (limiti alle manipolazioni della vita, reciproca solidarietà e scambio tra le culture). Il concetto di natura, poi legge naturale e, infine, diritto naturale; origina nel mondo greco. Viene successivamente importato nella tradizione cristiana cui era estraneo. Nel cristianesimo perde l'originale aspetto etico per assumerne uno giuridico, con un'impronta sempre più sostanzialista e fissista. Per sfuggire al fissismo, che giunge fino ai giorni nostri, è necessario reinterpretare la legge naturale attraverso elementi della tradizione filosofica contemporanea orientati alla persona e al rispetto della sua dignità. Accanto alla corporeità, questo nuovo personalismo - che fornisce gli elementi per l'indicazione e il giudizio sul comportamento umano - introduce storicità, cultura, il divenire della persona anche come soggetto psichico. Tutti elementi costitutivi dell'essere personale; specifici della natura dell'uomo-persona. Il ritorno alla natura (non solo umana ma anche cosmica) nasce, nella nostra cultura, come reazione all'eccesso di una storicizzazione assente nel pensiero orientale dove l'individuo è parte del tutto. Parlare di natura e di legge naturale oggi comporta un equivoco: identificare la natura umana con quella infraumana. Per evitare il rischio di dare della natura umana una definizione di tipo naturalistico è meglio allora cominciare a parlare di umanità; di legge umana. La natura umana riacquista così il tratto di dato originario all'interno di un processo culturale.
    19:25 Durata: 8 min 50 sec
  • Daniele Garrone

    professore

    Decano della Facoltà valdese di Teologia di Roma Riflettere sull'utilità e sulla portata e la legittimità del concetto di natura in etica o nel diritto non ha semplicemente un interesse accademico. Oggi sullo sfondo c'è la proposta, martellante, del magistero cattolico: una legge morale naturale, eterna, immutabile, iscritta nella natura dell'uomo e accessibile alla ragione. Una visione legittima, molto particolare - culturale al pari delle altre - che tuttavia pretende a) di essere universalmente data per tutti e in quanto naturale, razionale e oggettiva b) di essere anche il presupposto dell'etica pubblica e della legge positiva. Serve alla causa del cristianesimo centrare tutto il discorso sull'affermazione di una legge morale naturale immutabile? Altri argomenti e ragioni avrebbe il cristianesimo nel dibattito, tra pari, su cosa sia l'uomo e su come gestire insieme la società plurale. Dal punto di vista della Bibbia è impossibile contrapporre una natura oggettiva alla storia; fin dai primi passi della creazione si innesca una storia, un rapporto dialogico e problematico, tra Dio e l'umanità adulta e libera, creata per fungere da immagine di Dio. Nell'Antico come nel Nuovo Testamento si parla di Nuovi cieli e nuova terra: un potente antidoto all'idea di una creazione finita, chiusa e senza dialettica al suo interno. Il cristianesimo è stato anche colpevolmente "contro natura", nella sua visione antropocentrica che fa dell'uomo il vertice, il fine della creazione. Altrettanto "contro natura" le cose su cui conta di più il discorso biblico: l'amore del prossimo, la speranza, il perdono di Dio. La fallacia dell'idea del magistero cattolico di una legge morale naturale cui assoggettarsi: invocare come concetto dirimente e vincolante per tutti il criterio della "fine naturale" della vita è semplicemente un nonsense; l'idea di metodi contraccezione naturali, legittimi, e di altri - artificiali - illegittimi; la condanna degli atti che concretizzano una innata tendenza omosessuale. I principi non negoziabili sono quelli che conducono al martirio (non richiesto in democrazia), la trappola del ragionamento delle gerarchie cattoliche. La testimonianza autentica, l'esempio e non la forza della legge, concorrono alla diffusione di qualunque idea o convinzione religiosa. Il documento congiunto delle comunità evangeliche e della Conferenza Episcopale Tedesca sul testamento biologico (aiuto al morire in determinate situazioni nelle quali la medicina non dà prospettive; la sospensione di alimentazione, idratazione, respirazione, somministrazione di antibiotici e della dialisi: "giuridicamente legittime e moralmente accettabili".
    19:34 Durata: 21 min 2 sec