25 LUG 2010
rubriche

Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - RADIO - 17:06 Durata: 1 ora 52 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella" di domenica 25 luglio 2010 condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 52 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    direttore di Radio Radicale

    La settimana politica; il caso Fiat e la delocalizzazione in Serbia; la crisi interna al Pdl; la candidatura di Nichi Vendola alla guida del centro-sinistra; l'intreccio tra cronaca giudiziaria e cronaca politica.
    17:06 Durata: 1 min 44 sec
  • L'ultimo appuntamento della Fondazione di Alemanno: "L'ho sentito con una puntina di rammarico, perché spero sempre che quando la radio dà le grandi manifestazioni delle altre forze politiche, vengano fuori delle novità, magari piccole. Qui invece". Le potenzialità di Tremonti e i rischi per la Lega Nord

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "Ho sentito qualcosa del convegno organizzato da Alemanno: l'ho sentito - devo dire onestamente - con una puntina di rammarico, perché spero sempre che quando la radio dà le grandi manifestazioni delle altre forze politiche, vengano fuori delle novità, magari piccole. Qui invece Io già l'ho detto a proposito di Gasparri, che è più evidente: è indubbio che è un paleo-fascista ma, rispetto alle loro stesse cose, non 'di movimento' ma 'di potere' e sottopotere. L'altro (Alemanno) anche oggi si è confermato paleo-fascista di ritorno, tanto è vero che parlava dei partiti ottocenteschi come se ne poteva parlare nel 1922. Perché i partiti ottocenteschi non avevano nulla a che vedere con la partitocrazia, non erano partiti di Stato, non erano partiti finanziati. C'erano altre osservazioni che si potevano fare, ad esempio avevano dei connotati più di ceto e di classe, ma sia da una parte che dall'altra". Dispiaciuto per l'intervento di Alemanno, Pannella osserva invece che "c'è stato un intervento che mi è parso serio, della figlia di Rauti. Era un buon intervento. Per il resto, gli accenni che sono tutti quelli di La Russa - l'esercito, i valori, etc. - e lo stesso Alemanno quando dice che dobbiamo riscoprire i valori antichi - il cattolicesimo, la nazione, etc. - e allora vabbè valori quali?". "Adesso poi - e dispiace a tutti - è un momento nel quale è facile fare dell'ironia sui 'valori' cattolici e vaticani". La rassegna della stampa vaticana su Radio Radicale. La manifestazione di Alemanno, interpretata come un sostegno a Tremonti. Le previsioni dei Radicali sulla Lega e sul ruolo di Tremonti come possibile successore a Berlusconi: "D'altra parte credo che noi dall'inizio del 2000 indicavamo che quello che sembrava avere le dimensioni politico-culturali, anche per trattare con la Lega, la Lega della secessione". "Ho anche raccontato che le ultime volte che ci siamo visti con Berlusconi, lui scherzava: 'Marco non si rende conto che quello un quarto d'ora dopo che lo hai conosciuto diventa antipatico a chiunque'. Al che io dicevo: senti la notte Radio Radicale, perché senti se i comizi veri - sul territorio - della Lega, ti renderai conto che quello che a un certo punto rischierà molto sarà Bossi, come per un momento accadde a Magnago con i terroristi, perché sarà accusato di avere tradito la causa. Per il momento non ci siamo arrivati, ma può darsi che anche nella Lega si stia stabilendo una logica conflittuale che accade dove non ci sono scontri politici. Lì ci sono le risse"
    17:07 Durata: 7 min 37 sec
  • Il confronto sulle dimissioni da direttore di Massimo Bordin: "Il nostro dialogo vero, e credo abbastanza senza precedenti nella politica, questo è dialogo, per cui a volte sembrano risse ma solo perché gli osservatori sono abituati a guardare solo risse, dopodiché invece si vede che si tratta di un altro connotato della storia radicale". Il trattamento della vicenda da parte del Corriere della Sera

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    A proposito dei conflitti politici, più che delle risse, Pannella fa un parallelo con le vicende di Radio Radicale e le dimissioni annunciate da Massimo Bordin: "Il nostro dialogo vero, e credo abbastanza senza precedenti nella politica, questo è dialogo, per cui a volte sembrano risse ma solo perché gli osservatori sono abituati a guardare solo risse, dopodiché invece si vede che si tratta di un altro connotato della storia radicale". "Stamattina, quando ho sentito Marco Cappato che leggeva il titolo del Corriere della Sera, nonostante ancora non avesse detto chi era l'autore dell'intervista, io mi sono messo a ridere e ho detto: 'Ma guarda'. Poi sono stato molto contento che tu abbia fatto un intervento per chiarire la cosa. Perché sui titoli del Corriere, per quel che riguarda noi, mi sono fatto una sghignazzata, e ho detto: adesso Massimo si incazza, perché ho escluso - basta conoscere il tuo linguaggio - che avessi detto quelle cose".Oggi è il 25 luglio di Pannella? "Per esempio chi ci ascolta non ci crederà, ma sulla conversazione della prossima domenica possiamo dire che noi non abbiamo scambiato su questo una sola parola. Quindi non lo sappiamo. Vedremo, ma comunque il resto della intervista sul Corriere della Sera non consentiva comunque quel titolo". Al massimo quel titolo interpretava "come il Corriere sperava che andasse a finire la cosa". Poi il leader radicale fa un riferimento a Pierluigi Battista: "Il terzista, che era lo stesso che era intervenuto (senza fare il terzista) su Capezzone, adesso in non so quale occasione ha parlato di me senza riferirsi a miei comportamenti, ma dicendo di me: 'Non è che un arrogante che fa carriera sulla pelle degli altri'. Mi spiace per il Corriere, non per Battista"
    17:15 Durata: 4 min 46 sec
  • Vendola "ha carattere, è singolare, direi che in lui manca a mio avviso - e magari lui è contento di questo - una qualsiasi parcella di sensibilità liberale". Si tratterà anche di vedere in realtà quanto lui sceglierà di avere almeno una cosa di liberale: di difendere i diritti degli avversari, prima ancora che dei propri, come abbiamo sempre fatto noi"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "Il Pdl ha il problema di Fini, in realtà questo è una spia dell'inconsistenza. Dove non c'è la politica viene fuori la rissa. E dall'altra parte c'è il problema Vendola. E devo dire onestamente che questa è già una cosa meno ripetitiva e volgare, anche se ho già accennato la mia lettura: oggi il regime - inteso in termini tecnici - è pronto a trovare il sostituto della serie Bertinotti-Di Pietro, e credo che questa volta venga il turno di Vendola. Non mi pare ci sia altro all'orizzonte: leggo del ritorno di Veltroni, ma sinceramente non credo sia nemmeno serio. Se vuoi, 10 anni fa si poteva pensare che Cofferati potesse essere un candidato per il Pd, ma adesso pare difficile trovare qualcuno che con sicurezza possa essere più opportuno di Bersani. E' una presenza dignitosa, politicamente". "Ho letto un titolo ieri, secondo il quale la Poli Bortone parla bene di Vendola e gli fa gli auguri. Io continuo a dire che la Poli Bortone fa parte a sé, è davvero un po' singolare, l'ho conosciuta bene; in fondo lei è stata sindaco a lungo a Lecce e non mi pare ci siano state critiche a verso di lei, nonostante fosse un posto difficile. Trovo anche che lei sia la vera autrice dell'elezioni di Nichi: se lei non avesse insistito, riducendo di poco il suo elettorato perché ha avuto l'8 per cento e quell'8 per cento l'ha tolto al candidato locale del Pdl,... Va ascoltata, perché lei è la vera autrice del successo di Nichi Vendola". Vendola "ha carattere, è singolare, direi che in lui manca a mio avviso - e magari lui è contento di questo - una qualsiasi parcella di sensibilità liberale". "D'altra parte si tratterà adesso di vedere, essendo un uomo che ha potere, quello che accadrà sulla sanità con le componenti cattoliche della stessa, oltre che con gli Angelucci, etc. Si tratterà anche di vedere in realtà quanto lui sceglierà di avere almeno una cosa di liberale: di difendere i diritti degli avversari, prima ancora che dei propri, come abbiamo sempre fatto noi"
    17:20 Durata: 9 min 17 sec
  • Il monopartitismo sempre più perfetto in Italia: dal caso dei commissariamenti sempre più numerosi agli episodi del Comune e della Regione Lazio. "Basta guardare quello che succede al Consiglio regionale del Lazio, quello che - con due eletti - stiamo scoprendo. Su questo ritengo che il Consiglio regionale del Lazio, in sede tecnica e non morale, è una tremenda associazione per delinquere". "E' come a tavola! Ogni volta, per andare avanti devono aumentare i posti a tavola! E' una convivialità, a mio avviso di stampo criminale"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "Da poche centinaia di commissariamenti che l'Italia era abituata a vivere, ci troviamo in un Paese nel quale i Presidenti del Consiglio oggi hanno nominato più di 10mila autorità che non sono sottoposte a nessun'altra garanzia, controllo o nulla, e hanno la caratteristica di essere nominati dal Presidente del Consiglio. Se pensiamo all'Aquila e a tutto il resto che abbiamo saputo, e se pensiamo a questo, questa è una mutazione istituzionale che si è verificata: questi non rispondono al Parlamento, non rispondono a niente e nessuno. Perché la cosa non venisse fuori è perché sicuramente si tratta di una cosa 'bi-partitica': i 10mila saranno 6mila di una parte e 4mila dall'altra, sono espressione del monopartitismo non più imperfetto". "Basta guardare quello che succede al Consiglio regionale del Lazio, quello che - con due eletti - stiamo scoprendo. Su questo ritengo che il Consiglio regionale del Lazio, in sede tecnica e non morale, è una tremenda associazione per delinquere. Lo dico, vediamo se mi rispondono, se andiamo in tribunale. Possiamo dirlo perché quello che stiamo trovando,m che stiamo vedendo, che stiamo scoprendo. In più è accaduta un'altra cosa: c'è questo Montino, leader del Pd, poverino, uno che è stato aiutato dalla politica perché oggi abita anche lui negli appartamenti di Propaganda fide ed è noto che stando alla regione dubito che lui non avesse alternativa agli appartamenti di Propaganda Fide. Ma comunque, mi pare che abbiano aumentato di 3 o 4 le presidenze delle Commissioni e abbiano negato tutti insieme che una di queste - e una senza potere, perché era quella sul controllo del pluralismo nella comunicazione - venisse data a un Radicale, anche se quel Radicale è uno dei due della Lista Emma Bonino. Questi del Pd, che per motivi diversi sono i responsabili (molto più indecenti quelli laziali di quelli piemontesi) di avere perso il Piemonte e il Lazio proprio per la loro incapacità politica, e allora a questo punto viene anche questa cosa: che aumentano ancora di più la spartizione tra la gamba destra e la gamba sinistra del Consiglio regionale del Lazio. Se per esempio la magistratura italiana non fosse responsabile di avere fatto muro contro un reato, che è quello più consistente e presente da 50-60 anni: l'attentato ai diritti civili e politici del cittadino". "Su questo mi auguro che adesso il già eccellente esordio dei nostri due compagni, Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita, si deve sviluppare. Già c'è questo accordo - per il momento tattico - con S&L, Verdi, tranne che con il Pd e l'Idv". Quanto agli episodi questa settimana tra Comune di Roma e Regione Lazio, Pannella chiude così: "E' come a tavola! Ogni volta, per andare avanti devono aumentare i posti a tavola! E' una convivialità, a mio avviso di stampo criminale"
    17:29 Durata: 7 min 52 sec
  • L'Msi e il malcostume. Le peculiarità di Storace e Buontempo: "Questa è una destra non totalmente biodegradabile. E non rappresentano il peggio". L'esperienza di governo di Pannella a Ostia

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    A proposito di malcostume e politica, Pannella cita un altro stralcio del convegno di Nuova Italia di Alemanno a Orvieto: "La Russa, accennando al malcostume, ha avuto un inciso: 'E in questo solo noi, in alcuni casi soli'. Loro soli? Beh, è una solitudine che conoscono solo loro. Perché a Napoli, a Catania, a Roma - c'era Giorgio da una parte e io dall'altra - se c'era un ceto che faceva parte del ceto dirigente locale erano loro". Le dimissioni di Almirante al Consiglio comunale di Napoli. Il caso della scissione di Democrazia nazionale nel 1976. Poi Pannella parla di Storace e Buontempo: "Questa è una destra non totalmente biodegradabile. E non rappresentano il peggio. Non è un caso che quando (Storace, ndr) ad esempio è stato alla Commissione di Vigilanza". "In fondo questi un pochettino resistono, e tra l'altro diversi sono sorpresi dall'esordio der Pecora, perché le cose romane dimostra di conoscerle, e le cose che mostra di conoscere delle volte hanno alcune affinità nei nostri confronti". "Quando ero a Ostia, è chiaro che lui (Buontempo, ndr) fosse molto presente perché aveva là la sua base, ma è anche vero che proprio i suoi, quando ebbi il coraggio di abbattere un paio di costruzioni illegittime, () non erano i suoi i più scatenati ad attaccare questa nostra posizione". "Allora mi aiutò moltissimo Bonelli". Dopo aver parlato dell'unico incarico istituzionale ricoperto da Pannella nella sua vita, quello di presidente di circoscrizione a Ostia, il leader radicale ricorda pure la sua candidatura a Commissario europeo: "Nel libro che dobbiamo a Stefano Rolando c'è una cosa che mi ha un po' impressionato. Lui ha messo l'elenco incredibile di autorità istituzionali e intellettuali non sospetti di atteggiamento aprioristico nei miei confronti, per chiedere che fossi nominato a Bruxelles come Commissario. Francamente se qualcuno vuole, vada a guardarselo perché davvero non ricordavo: comunisti, tutti Con cose addirittura un po' dubbie, come la Commissione esteri della Camera che vota questa candidatura. E' bene che io me lo ricordi, come riconoscenza delle potenzialità - malgrado tutto - della politica, così come quando vi furono dei parlamentari dell'Msi-An che chiesero a Stanzani di sospendere lo sciopero della fame dichiarando che lo avrebbero continuato loro. Sono pagine di storia politica, perché segnano un passaggio. Questo passaggio a praticare una cosa di nonviolenza - sia pure con la motivazione di solidarietà - beh, io detti valore a quella cosa e la ricordo"
    17:37 Durata: 11 min 32 sec
  • Pannella torna poi sull'"analisi molto realistica che abbiamo fatto e delle riscoperte compiute nella stesura della 'Peste italiana': c'è un precipizio, con anche una situazione europea e mediterranea che potenzialmente non è molto diversa". La politica estera del governo italiano su Israele e Turchia

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Da qui, Pannella passa a parlare della "analisi molto realistica che abbiamo fatto e delle riscoperte compiute nella stesura della 'Peste italiana': c'è un precipizio, con anche una situazione europea e mediterranea che potenzialmente non è molto diversa. Abbiamo avuto un momento nel quale era chiaro che l'Europa spinelliana si andava affermando, a tal punto che era divenuta un mito - la nuova America - per tutto l'est europeo, la Turchia e quanti fossero all'esterno del nucleo iniziale dell'Europa". "Tenendo presente questa preoccupante - Emma l'ha ricordato anche lei - mutazione della politica estera italiana, che apparentemente è una non-politica e invece è una politica estera. E' la prima volta che si afferma, perché potevamo dire che all'interno della politica estera italiana c'era ogni tanto Fanfani che si affermava, e quell'altro più attento a un'altra cosa, ma non è un caso che proprio con ministro degli Esteri Andreotti l'Italia non solo ha dato un grandissimo contributo per anticipare l'ingresso della Spagna, ma anche per arrivare ad un appuntamento - il Consiglio di Milano a presidenza italiana, con Craxi e Andreotti - nel corso del quale venne proposto un rilancio profondo dell'Europa di Spinelli, quella della riforma del 1985 che avevamo votato, e che purtroppo fu fatta fuori dalla mediocrità politica di Delors e dalla sua invenzione dell'Atto Unico che - anche per Altiero Spinelli - sarebbe stato una ferita letale per l'integrazione, e a mio avviso lo è stato. Dovremo parlarne anche un po' dal 3 al 5 settembre al Consiglio generale del Partito Radicale Nonviolento, Transpartito e Transnazionale, di Barcellona".L'atteggiamento del governo su Israele e Turchia, con posizioni almeno nominalmente vicine a due capisaldi della politica radicale sull'Europa: "Credo che tutti riconobbero che la maturazione dell'atteggiamento pro-Israele di Berlusconi e Fini sia stato in netta relazione con il nostro rapporto con loro. Queste dichiarazioni cominciarono nel 1995, ma al di là delle chiacchiere non si può ricordare un atto che andasse in quella direzione. E questo vale per Israele tanto quanto per la Turchia. Certo, si dice che l'Italia su Ankara non è d'accordo con la Francia. Sta di fatto che la Turchia è spinta a rivoluzionare la sua posizione da 50 anni, che invece era una scelta occidentale pur con i limiti che c'erano". I timori originari di Pannella sulla missione Unifil e i risultati non esaltanti della missione. "Questa politica estera è la realtà di questa maggioranza, anzi di questa maggioranza e di questa opposizione; perché anche su questo punto che scontri ci sono stati? Questa politica estera è il combinato disposto dell'unità nazionale partitocratica. Su questo c'è una leggera differenza. Emma, da come la sentivo, diceva: ci sono dei segnali di chi vuole andare verso l'unità nazionale in maniera evidente. Io dico una cosa diversa: i segnali sono del fatto che ritengono necessario per salvarsi - come accaduto nel 75-76 - rendere evidente l'unità nazionale che già c'è. E' una piccola differenza, ma ci tengo a sottolinearla". Il caso dei rapporti Berlusconi-D'Alema
    17:48 Durata: 12 min 1 sec
  • Il primo Berlusconi e le elezioni del 94: "Il suo fu un gesto di generosità, o di intelligenza. Solo che mentre questo era assolutamente gratuito - a lui importava avere quell'immagine, tra Antonio Martino e noi, come linguaggio e anche come pulizia - non è stato mai nemmeno un sospetto di gratuità quello con D'Alema e gli altri, la vicenda del conflitto di interessi e di tutti i governi che ci sono stati"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La mancata riflessione sulla storia del Pci e il ruolo di D'Alema. Le interviste a Confalonieri e le dichiarazioni su D'Alema e Santoro: "Lui dice che lo vorrebbe a Mediaset. E certo! E' provato che Santoro non toglie nemmeno un voto allo schieramento di Berlusconi, che semmai ne guadagna". I dati presentati dai Radicali sulla trasmissione Annozero di Santoro. "Diciamo pure che io, a Fininvest e solo lì riuscivo ad andare. Perché i loro uomini più popolari mi invitavano e potevano invitarmi, e non c'erano né Berlusconi né Confalonieri che dicevano di no, a partire da Mike Buongiorno. Lo stesso Scherzi a Parte, Drive In Berlusconi ancora poteva essere quello che ha sognato di essere: l'anti-partitocrate, il liberale". "La prima volta che mi parlò della sua discesa in campo era giugno-luglio, e a un certo punto gli venne la battuta: 'Altrimenti questi mi tolgono tutto'. Al che io gli dissi: 'Silvio, almeno abbi l'accortezza di dire: altrimenti ci tolgono tutto'. E ha continuato su questo a non essere molto preciso, anche nelle sue battute. E' sempre lui la vittima, non uno schieramento. Nella campagna elettorale nella quale andammo autonomissimi, lui fece anche lì degli atti di liberalità, nel senso che dove c'erano dei candidati decise di non presentare candidati di Forza Italia, e così ci fu l'elezione di Emma, di Sergio Stanzani, di 5 o 6 di noi. Gli piaceva essere anti-partitocratico, liberale. Ma già nell'inverno '95-'96 purtroppo questo se l'era perso, nel periodo di Via dell'Anima insomma". "Il suo fu un gesto di generosità, o di intelligenza. Solo che mentre questo era assolutamente gratuito apparentemente - a lui importava avere quell'immagine, tra Antonio Martino e noi, come linguaggio e anche come pulizia - mentre non è stato mai nemmeno un sospetto di gratuità quello con D'Alema e gli altri, la vicenda del conflitto di interessi e di tutti i governi che ci sono stati". I rapporti tra Radicali e Lega all'inizio degli anni 90: "La questione dell'Msi al Nord allora non si poneva nemmeno. Non dimentichiamo: c'è un nostro compagno che sta facendo delle ricerche sulla Lega e per i primi anni del giornale della Lega, La Padania, ci sono quasi due anni in cui viene presentato l'antiproibizionismo mio. Io che avevo proposto, d'accordo con Acquaviva, sulla questione del Trentino Alto-Adige, di fare il referendum: sapevo che sarebbe stato il disastro per la Südtiroler Volkspartei, perché il Tirolo del Nord moriva di fame mentre il nostro Tirolo era tra le regioni più ricche ed aiutate d'Italia. Ed ebbi un atteggiamento sostanzialmente identico rispetto alla Lega, quando dissi: va benissimo se fanno questo parlamento padano, con delle modalità aperte, perché ciò è legittimo. Tanto è vero che ci fu Benedetto Della Vedova che fu eletto e partecipò a quel parlamento. Ma devo dire anche sul fatto anticlericale, antiproibizionista, anche sul governo dell'elemento recessione. Magnago invece col cavolo avrebbe accettato di fare il referendum". L'incontro con Bossi e l'accordo su uninominale e referendum sulla droga
    18:00 Durata: 17 min 45 sec
  • "Io penso che come Radicali non dobbiamo commettere l'errore di presunzione. E' già una prova straordinaria se da due-tre anni continuiamo a lottare in modo patente e evidente, ma a mio avviso se continuiamo a subire e non riusciamo a riaprire breccia nella possibilità di essere conosciuti e giudicati dal popolo, non possiamo sopravvivere ad un'assenza così totale e nuova di democrazia"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "O non è vero, è un'espressione 'identitaria', o altrimenti c'è una crisi della democrazia ormai reale e il nostro giudizio è che Berlusconi, ormai, è in caduta libera. Infatti parlo di forza di gravità. Bisogna crederci o non crederci a questo, ma se lo vediamo nel contesto europeo e internazionale e approfondiamo la realtà del nostro Paese, noi stiamo andando verso il rischio di sorprese perfino. Non si può immaginare che cosa scatta e quanti sono i movimentini golpisti: dico 'movimentini', però a un certo punto alcuni possono cogliere opportunità e altro. I segnali sono spaventosi: la cosa sui commissariamenti che abbiamo recuperato, la vicenda dell'Aquila, etc. Tra l'altro, visto che i compagni parlamentari non hanno ancora deciso, ritengo ottima l'idea del Pd di non votare la fiducia e di trasferirsi all'Aquila". "Se questa è la situazione, io penso che come Radicali non dobbiamo commettere l'errore di presunzione. E' già una prova straordinaria se da due-tre anni continuiamo a lottare in modo patente e evidente, ma a mio avviso se continuiamo a subire e non riusciamo a riaprire breccia nella possibilità di essere conosciuti e giudicati dal popolo, non possiamo sopravvivere ad un'assenza così totale e nuova di democrazia. Io sento l'urgenza della quale ti parlavo anche nelle scorse domeniche: è vero, noi sempre ci siamo trovati in momenti difficilissimi, ma è anche vero che quella chiarezza e quel riconoscimento che adesso abbiamo arricchito nella 'Peste italiana', è cosa degli ultimi due anni, frutto di uno studio piuttosto convincente di come si sono svolti questi 60 anni, e per questo dico che dobbiamo tornare assolutamente alla linea e al linguaggio delle elezioni europee che di fatto invece abbiamo in qualche misura smarrito. E ne paghiamo ancora gli effetti: ho visto che Crespi dà il 5 per cento a Sinistra&Libertà e l'uno per cento a noi. Dobbiamo prenderne atto". Pannella poi fa un inciso: "Stanno venendo fuori ancora - ho visto che Matteo Angioli ci ha mandato la segnalazione di un articolo - ma questo Blair Stanno venendo fuori ogni giorno accuse inaudite, di una bassezza Non è la stessa persona che vedevamo. E' vero che Dahrendorf ci aveva messo in guardia, dicendo di tenere presente che in 17 pagine del Nuovo Laburismo il caso voleva che non ci fosse mai una volta la parola 'libertà'. Ma diciamo che il signore si è convertito a un altro modo di fare politica; da quello che leggiamo, da quello che dice il figlio di Gheddafi, adesso la questione che si è reso a Gheddafi l'autore della strage di Lockerbie, per cui adesso ci sono strutturalmente capitali promossi da Blair e investiti". "Noi dobbiamo riuscire al limite a sdrammatizzare la lotta, non a drammatizzarla, ma si sdrammatizza se ci rendiamo conto che nessuno potrà rimproverarci se saremo battuti o scomparsi tra un anno o sei mesi. Però io penso che noi abbiamo forza ideale, culturale, militante, grazie a quella alterità che io evoco perché la scopro attraverso i fatti. Non è un'attività razziale. Ma vedo che le cose che diciamo oggi giustificavano la nostra opposizione nel 1958, 1959, 1960, etc. e ciò fa sì che abbiamo vissuto in modo diverso, con la felicità di una lotta vera, che sentivamo, senza badare quindi ai costi che hanno portato tanti di noi a divenire dirigenti importanti di schieramenti opposti. Io lo capisco: nella vita una cosa è scegliere di fare i radicali magari a 19-22 anni, un'altra cosa è farlo a 50-60 anni magari essendo nonni, genitori, o avvicinandosi ai 30 anni e scegliere più illusoriamente il potere. Su questo mi auguro che il dibattito si apra e si approfondisca su questo. Altrimenti siamo abituati, invece è matematico che smetterà di succedere. Quindi o succede perché la rivolta e gli obiettivi di mettere in crisi questo ceto di potere, e allora abbiamo un popolo che ancora mostra spesso che noi siamo gente che merita di essere considerata gente come gli altri", oppure nulla
    18:18 Durata: 13 min 4 sec
  • Le nomine del Csm: "Noi il problema che poniamo è quello della candidatura di Mario Patrono. La sua candidatura è ufficiale come candidatura avanzata dai Radicali, ma di qualcuno che è Radicale, è sicuramente socialista, laico, liberale e che ha dimostrato di essere anche di formazione, quindi nel merito, capace di dare un apporto, oltre che le garanzie, di una vita che non è di qualcuno che ha cercato potere"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    I candidati al Consiglio Superiore della Magistratura: "Noi come Radicali, grazie a Claudio Martelli e all'accordo che facemmo, riuscimmo a mettere Mellini che non ne sapeva nulla, cioè sapeva solo che noi ci auguravamo da sempre che lui ci fosse. Mario Patrono c'è già stato nel Csm, e io sento - da Letta, da tutte le parti - grande apprezzamento e stima per Patrono; è indubbio che lui si sia caratterizzato come un garantista di sinistra, e con capacità". "Allora vorrei dire da qui: ma sarebbe così anormale che si riconoscesse, senza bisogno di intervento pubblico - perché di altra natura non lo chiederemmo mai - che proprio i Radicali, quelli dei referendum, non sarebbe doveroso e soprattutto opportuno ufficialmente che qualcuno a destra o sinistra" sostenesse questa proposta? "Vorrei fare un appello a coloro che stanno dove si puote ciò che si vuole, ad avere questa ideuzza un po' straordinaria: a un Radicale, a una parentesi dopo un anno e mezzo, e quattro decenni di loro presenza su questo". Ancora sullo stato del Pd e dell'Idv nel Lazio. E cosa pensa Pannella della scelta del vice-presidente del Csm? "Prescindendo dal possibile, a questo punto ritengo inutile che noi abbiamo un'opinione, perché qui è una realtà altra: è regime, ed è inutile pensare che su questo il regime non ci sia o possa essere messo in contraddizione. Vedremo come avranno accattato le compensazioni, dando a Vietti una cosa, all'altra parte un'altra, oppure le future nomine alla Corte Costituzionale. Noi il problema che poniamo è quello della candidatura di Mario Patrono. La sua candidatura è ufficiale come candidatura avanzata dai Radicali, ma di qualcuno che è Radicale, è sicuramente socialista, laico, liberale e che ha dimostrato di essere anche di formazione, quindi nel merito, capace di dare un apporto, oltre che le garanzie, di una vita che non è di qualcuno che ha cercato potere"
    18:31 Durata: 8 min 8 sec
  • L'iniziativa, nata da Marco Cappato, sulla regolarità dell'elezione di Roberto Formigoni.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: "C'è questa importantissima azione che nasce da Marco Cappato su Formigoni. Ci sono delle interpellanze che stiamo preparando. E' una storia davvero sintomatica e emblematica, e quindi come tale nessuno la scrive. Il Fatto potrà magari fare qual cosina di più, ma la storia è chiara: Formigoni telefonava lui alla P3-che-non-esiste, chiedendo, insultando coloro che riscontrarono che effettivamente le sue liste non erano in regola. Però nessuno lo nota, ed ecco che perde la calma, perché davvero è stato preso - anche grazie alle interpellanze anche - con le mani del sacco. Vorrei che coloro che mi ascoltano mi ascoltino". La situazione incredibile e "disastrosa" dell'Expo. "Poi però la vicenda truffaldina, ma con l'arroganza del potere degli impuniti, certo grazie anche alle interpellanze che non gli consentono di dire balle, ma lui le dice perché le sue balle vengono riprese da tutte le parti, mentre la verità non emerge". "La volta prossima - vediamo quando è - credo ci sia da tornare un po' sulla questione Iraq Libero. Non solo per Blair, ma anche altre cose stanno venendo fuori. C'è un personaggio importante che accusa a Londra la Commissione di non volere indagare su aspetti che sono quelli che abbiamo sollecitato". La gaffe di Tony Blair sulla guerra in Iraq
    18:39 Durata: 7 min 34 sec
  • Il caso Fiat. Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il dibattito sulla Fiat. "Biagi lavorava su questo. Porre il problema di una riforma non necessariamente reazionaria, ma di approfondire le nuove condizioni in una realtà globale. Perché il soggetto cambia: l'elemento multinazionale sfugge a qualsiasi controllo se non è ufficializzato, e se continua ad esserci quell'alibi per la Fiat di essere ancora un'industria, mentre in realtà è una multinazionale finanziaria che gioca anche sulle valutazioni di Borsa di molti elementi strutturali e di crisi che possono convenire. Su questo Bonanni ha ragione a mio avviso. Lui dice: vediamoli, mettiamo dei punti fermi. Marchionne parla di un miliardo e 700 milioni di investimenti sulla produzione italiana; lì bisogna garantirsi che Marchionne e gli altri, contrariamente a quanto hanno fatto in Sicilia, non imbroglino, cioè davvero facciano poi, quali che siano le circostanze internazionali. Perché se si riesce a garantire quella produzione, sicuramente non si può fare liquidando le realtà italiane della Fiat. Bisogna andare a vedere, e mi pare in particolar modo la posizione di Bonanni"
    18:47 Durata: 11 min 25 sec