08 AGO 2010
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Paolo Martini - Radio - 22:08 Durata: 1 ora 58 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 8 agosto 2010 , condotta da Paolo Martini che in questa puntata ha ospitato Paolo Martini (direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 58 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • Introduzione

    Paolo Martini

    direttore di Radio Radicale

    In studio il neo-direttore di Radio Radicale, Paolo Martini, e Marco Pannella, reduce da un intervento chirurgico. La settimana politica: le voci di elezioni anticipate e l'agenda berlusconiana per chiedere una 'nuova fiducia' a settembre
    22:08 Durata: 1 min 39 sec
  • Il tentativo radicale di impedire elezioni anticipate già nel 2006

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella sull'ipotesi di elezioni anticipate: "Due anni fa, quando c'era il governo Prodi, insistetti - e non riuscii ad andare una sola volta in tv, Prodi ne è testimone - io chiedevo di poter intervenire una volta da Fazio per dire che la fine anticipata delle legislature era comunque una follia. Che dei democratici responsabili, tranne situazioni specifiche, hanno assolutamente il dovere di combattere questo perché significa che migliaia di contro-riforme, riforme e interventi vengono a cadere e occorre ricominciare da sotto zero. Non a caso non mi lasciarono andare in televisione". In contemporanea, a favore dell'instabilità, giocò nel 2006 la mancata proclamazione di 8 senatori regolarmente eletti: "Il disegno era di giocare sul Senato per far chiudere la legislatura". "Veltroni e chi per lui aveva fretta, doveva fare il Pd". Il ruolo del Senatore Manzione: "E' scomparso e me ne dispiace moltissimo. Da solo combatté una battaglia straordinaria (per la proclamazione degli 8 senatori eletti e la legalità della legislatura, ndr). La sua presenza politica è una delle poche che manca". "E' una follia che non ci sia un uomo politico che dica che è contro qualsiasi saggezza e senso di responsabilità, nella situazione italiana," andare a elezioni. "Dopo 60 anni si è determinata un'unità antropologica nel regime": "A noi un presidente di Tribunale a Napoli non ci ha concesso di registrare il processo più clamoroso, contro uno come Bassolino che è stato Sindaco e Presidente di Regione per 15 anni. Penso che questo processo sia in corso da un anno. Ci sono molti avvocati di una parte e dell'altra. Quando si parla di regime: ma è possibile che a Napoli, su questo, non mi risulta ci sia un minimo di spazio?". "Occupiamocene, perché è un fatto di regime. () Celare questa situazione è un attentato ai diritti civili e politici dei cittadini. () Sono dispostissimo ad andare a Napoli. Perché è uno schifo, non quel Presidente di tribunale, ma tutto il resto. Vorrei che Ranieri e tutti gli amici che ho, mi venissero a spiegare qualcosa su questo. Perché la destra non ha fiatato, non c'è un'indiscrezione, proteggono tutti quanti il 'compagno' loro nemico. Questo è regime". Le elezioni amministrative di Napoli e il toto nomine; la candidatura De Magistris: "Devo dare atto a Massimo Bordin che quando conoscevo da Bolognetti dell'esistenza di De Magistris, a un certo punto insistetti. Massimo non era un entusiasta. Però ricordo che De Magistris in quel momento era a Parigi e Massimo lo fece intervistare. Io avevo l'idea che De Magistris fosse uno di quella borghesia napoletana, progressista, dorsiana, radicale in un certo modo, e quindi magari frontista. Invece mi ha sorpreso quando una volta ha detto: 'Io sono sempre stato comunista, ho sempre votato comunista e ho sempre letto l'Unità'. Benissimo, non è un reato d'opinione. Adesso l'ho capito, ma infatti nelle sue dichiarazioni, il suo rigore è quello di un pm comunista. Non mi pare che lui sia 'inquinato' dallo Stato di Diritto come potrebbe esserlo un liberale napoletano"
    22:09 Durata: 14 min 59 sec
  • Berlusconi dal ribaltone degli anni Novanta all'ipotesi Tremonti per la successione

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Al tempo del "ribaltone" nei confronti di Berlusconi, negli anni 90, Pannella gli suggerì di far dimettere tutti i suoi parlamentari, ma erano altri tempi, di "molta sintonia - da parte sua - nei nostri confronti", ricorda il leader radicale: "Lui fece una campagna elettorale usando quel predicatore liberale che è uno dei migliori d'Europa, Ninni Martino, e in parte anche il nostro linguaggio, contro la gioiosa 'macchina da guerra'. Lui davvero credeva in quel momento di poter fare il liberale, il partito liberale di massa; lui lo ha creduto - sempre più incerto - forse fino all'inizio del 96. Poi è successo quel che è patente a tutti, io credo soprattutto agli amici. Nel momento in cui perde l'entusiasmo di fare una cosa nuova, una cosa ideale, una cosa con quelle sintonie, nel momento in cui invece si trova con la capacità costante di potere, sottopotere, con la capacità di convincere come un venditore ottimo quale lui è, a questo punto - anche nel linguaggio corrente - cosa si dice di una persona non più entusiasmata che deve andare avanti? Quando non hai più entusiasmo, 'finisce che te ne vai a puttane'. E' la saggezza popolare". Il precedente di Mitterand. "Io da queste trasmissioni, già nel 2000 e 2001 e poi ne avevo parlato con lui (Berlusconi): 'Guarda, se c'è una candidatura non alla tua eredità ma alla tua successione, è Tremonti alleato di Bossi'. Ricordo che una delle ultime volte che ci siamo visti era qui, a casa sua; mi ricordo che mentre stavamo parlando è venuto Gianni Letta e lui gli fa: 'Marco mi sta spiegando che il pericolo'. Io gli ho detto: 'Non dico 'pericolo'. Ma dico che quello che ha la statura, le ambizioni, per succederti'. E lui diceva a Gianni: 'Lui mi vuole convincere ancora che Tremonti è un pericolo. E Marco non sa che quello ha una caratteristica: chiunque lo conosce per un quarto d'ora la pensa come Marco, poi dopo si rompe perché non lo sopporta più'". Pannella: "Io ritengo che Tremonti sia al livello di un buon o ottimo politico del primo trentennio-quarantennio del regime". "L'ho sentito a Radio Radicale, e l'ho apprezzato molto, lui e anche Errani, e anche le battute fatte di 'saggezza dimessa' ma arguta di Bersani che gli dice: 'Però ci vuoi dare qualche numero?'. Perché è vero, Tremonti è l'unico a saper citare Voltaire, Colbert, in modo pertinente, però quando uno lo incalza sui numeri, in genere sa bene non rispondere". Le virtù del sistema istituzionale anglosassone. "Noi ora abbiamo l'uno per cento. Se ci fossero elezioni anticipate, cosa succede? Se ci fosse un po' di democrazia andremmo meglio di Sinistra&Libertà; se non c'è, non saremo eletti ma saremo sempre più partigiani". "Io ritengo probabile questo, perché ci sarà sempre meno democrazia, perché l'opposizione a Berlusconi non riesco a capire in che termini sia un'opposizione in termini liberali. Poi magari bisognerà parlare di Bonanni, etc. E oggi in quel giornale sempre più bello che è 'Europa' c'è stato un bellissimo dibattito su Marchionne, con bellissimi interventi, anche conflittuali, con attacchi anche a Bonanni accusato di non fare più il sindacalista. Sai, mi ricordo che quando è nata con il professore Romani la Cisl, a quel punto si diceva proprio questo: 'Ma è sindacalismo americano, non è sindacalismo'. E pensa che eravamo nel momento in cui si stavano per unificare la Afl e Cio, che erano incredibili, e questa fusione avvenne. Tre anni fa, mentre ne parlavamo, Bertinotti mi disse: 'Poi dobbiamo tenere presente cosa sta venendo fuori nel sindacalismo americano'. Poi sarà stato smentito, ma io dicevo di esserne convinto, perché da quella società vengono fuori queste cose"
    22:24 Durata: 13 min 35 sec
  • L'evoluzione di Berlusconi: "Lui si è entusiasmato a un certo punto per l'ipotesi liberale, per due anni, dopodiché si è accorto che la politica in realtà lo portava ad essere come la politica. E ha voluto dimostrare che anche in questo lui era più bravo, e non è vero. Adesso i fatti sono più grandi di lui; con una cosa di cui mi rammarico: so che lui può ascoltarmi, mi ascolta, e infatti lo sa e non vuole vedermi"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La programmata riorganizzazione interna del Pdl con 60 mila sezioni: "Davvero da tre anni continuo a dire di avere il rammarico di non poter parlare con Silvio Berlusconi. Per un fatto di vicende umane, anche di serietà, di amore per le idee e i valori; lui non si rende conto, non sa le cose che fa, ne viene travolto. Perché? Perché lui è l'ultimo della partitocrazia". "Lui ha immaginato una cosa che con i suoi mezzi può fare benissimo, poi con i servizi - dice Pannella riferendosi a D'Alema, presidente del Copasir - può fare ancora meglio. Lui non è liberale, quindi queste cose non sono immorali per lui". Ma non è liberale, Berlusconi, o non lo è mai stato? "Lui si è entusiasmato a un certo punto per questa ipotesi, per due anni, dopodiché si è accorto che la politica in realtà lo portava ad essere come la politica. E ha voluto dimostrare che anche in questo lui era più bravo, e non è vero. Adesso i fatti sono più grandi di lui; con una cosa di cui mi rammarico: so che lui può ascoltarmi, mi ascolta, e infatti lo sa e non vuole vedermi. L'ho detto anche ufficialmente: sono sicuro che posso almeno farlo riflettere su alcune cose". I precedenti come per esempio al tempo dell'istituzione del governo Dini, nell'autunno 1995. "Per questo avrei voluto parlargli; ma io credo che lui lo sappia, non mi vuol parlare, ha un po' paura di parlarmi"
    22:38 Durata: 9 min 27 sec
  • La situazione di Gianfranco Fini: "D'altra parte è responsabilità di Gianfranco; alcuni anni fa gli dissi: 'Guarda, oggi sei già a un livello che è quello di Rutelli, di Casini e di qualche altro; guai - aggiunsi - se tu a questo punto ti confondi e fai parte di questa palude generazionale, perché tu da presidente della Camera hai l'interesse a non fare politica quotidiana'. Poi anche con lui non ci siamo più visti"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le recenti scelte di Gianfranco Fini e la costituzione di gruppi parlamentari distinti dal Pdl. Come si sta muovendo? "Intanto voglio salutare una cosa: Gianfranco, dovendo scegliere qualcuno - a parte Bocchino, che era naturale perché altrimenti sarebbe stato un fatto clamoroso, essendo stato finora il suo portavoce politico di fatto e come tale si è presentato ed è stato legittimato in giro -, ha fatto come vicepresidente vicario il nostro compagno, del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, Benedetto Della Vedova. Sono felicissimo della scelta che ha fatto. Così come, a naso, sono abbastanza felice: la sua risposta di oggi non mi pare particolarmente abile, ma mi pare sincera. E mi spiace un po' che lui abbia ritenuto di dover pagare un prezzo a livello privato. Perché alla fine della sua dichiarazione viene fuori: se sto in questo guaio è per il fratello di mia moglie, e mia moglie me lo ha detto tardi. Ha aggiunto: 'Immaginate come stavo'. Adesso avremo molti giornali berlusconiani, che sguazzano nella merda e quindi figurati! D'altra parte era un termine inglese: i lanciatori di merda. D'altra parte è responsabilità di Gianfranco; alcuni anni fa gli dissi: 'Guarda, oggi sei già a un livello che è quello di Rutelli - che allora era a capo della Margherita -, di Casini e di qualche altro; guai - aggiunsi - se tu a questo punto ti confondi e fai parte di questa palude generazionale, perché tu da presidente della Camera hai l'interesse a non fare politica quotidiana'. Poi anche con lui non ci siamo più visti". L'esempio virtuoso dell'atteggiamento del Presidente della Camera sulla visita del Dalai Lama, e poi sui bilanci del Parlamento, a partire questa volta dall'iniziativa politica di Rita Bernardini, deputata Radicale. Il ruolo dei Radicali all'interno della Regione Lazio. Il trattamento dei media nei confronti dei Radicali: "So benissimo che se si fanno le elezioni anticipate, o accadrà qualcosa che verrà dall'estero, o da noi, o dal popolo che non ne può più, ma nel senso nostro, perché il popolo è ancorato alle stesse nostre saggezze: sui diritti umani, sulla religiosità, vogliono difendere la religiosità e diffidano di un potere che sentono - per dirla teologicamente - come simoniaco"
    22:47 Durata: 9 min 43 sec
  • Pannella: "Io se guidassi l'opposizione oggi sacrificherei tutto per costringere a questa maggioranza che, proprio perché non ce la fa, vuole andare a elezioni. 'No, dovete governare!'".

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Lo stato dell'opposizione e i rapporti tra Radicali e Pd: "Noi per il momento continuiamo ad avere due gruppi nostri - 6 deputati alla Camera e 3 senatori - autosospesi, perché avevamo chiesto chiarificazioni; abbiamo avuto un incontro di due ore sull'Aquila, il cui esito è stato positivo perché Bersani lo abbiamo un po' informato noi; è uscito e ha fatto un intervento ineccepibile, perché con Bersani c'è un elemento di simpatia non gratuita". La posizione di Emma Bonino che avrebbe evocato elezioni anticipate: "Quando ho letto la cosa, mi è parsa più una incidentale - spiega Pannella - quando le è stato chiesto di Vendola e della sua candidatura, mi pare che letteralmente abbia detto: 'Embè? Mi posso candidare anch'io'. Poi ha detto anche : 'Meglio della fuffa sono le elezioni'. A mio avviso era una battuta, sulla quale come battuta concordo, ma se va presa come giudizio allora no. Io aborro, per saggezza, nella situazione di oggi, l'idea di elezioni anticipate. Io se guidassi l'opposizione oggi sacrificherei tutto per costringere a questa maggioranza che, proprio perché non ce la fa, vuole andare a elezioni. 'No, dovete governare!'". Il leader radicale torna sulla distinzione tra "capaci di tutto" e "buoni quasi a nulla"
    22:57 Durata: 5 min 42 sec
  • Le ragioni del sistema elettorale maggioritario uninominale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La battaglia radicale per la riforma elettorale e le perplessità di certa sinistra di fronte all'opzione dell'uninominale, che sarebbe - secondo i critici - poco rappresentativo e penalizzerebbe una parte dell'elettorato: "Non è vero, perché in Gran Bretagna vince - perché è la regola - il primo che arriva. E quando c'è una persona su 50.000 persone, con questi ultimi che probabilmente ne conoscono vita, morte e miracoli... Torno a dire: la caratteristica di questi regimi dove c'è l'uninominale secco è quasi una prefigurazione profetica dei problemi di oggi, del governo della natura. Perché oggi un uomo politico di seria e umile esperienza, sa che se lui è il rappresentante di 50 mila persone, lui è il rappresentante della specie umana di quel territorio, ma anche di quella animale, vegetale e minerario dello stesso territorio". I rapporti con i Verdi. Il dibattito sul vegetarianesimo avviato da Francesco Pullia all'interno dei Radicali. "Non è un caso che i simboli danesi che avevano il simbolo del Sole che ride lo vendettero a noi, perché a noi sembrava un simbolo dell'avvenire, quando ai Verdi per sei anni non gli era mai passato in testa di candidarsi come lista. Credo che noi siamo di fatto degli ecologisti, e quindi per noi la spiegazione della superiorità del sistema pragmatico americano è nel fatto che si sceglie un rappresentante della specie umana affinché questo, coinvolgendo anche passionalmente gli indigeni che siamo, conoscendo il padre, la sua eredità e provenienza", rappresenti poi anche il territorio. Con questo modello maggioritario, "è vero che in qualche posto le mafie possono determinare il risultato elettorale, ma io ho sempre detto che se a un certo punto nel collegio uninominale Don Calogero Vizzini si fa eleggere, io voglio la riforma proprio per questo! Perché se lui si fa eleggere, intanto manda ad Harvard il figlio - poco ma sicuro! - e poi commetterà atti mafiosi. La prima volta potrà pure uccidere il concorrente che lo minaccia, ma farà poi cose da Vizzini; per cui io ero disposto a pagare questo prezzo. Meglio un Calogero Vizzini eletto che qualcuno un po' servo di Vizzini"
    23:03 Durata: 12 min 27 sec
  • Il sistema emergenziale vigente all'Aquila: precedenti vicini e lontani

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La questione L'Aquila e l'iniziativa radicale. Il sistema emergenziale può almeno essere efficace? "Se per caso Francesco Cossiga ci sentisse, vorrei ricordare una cosa: quando lo vidi per la prima volta - era presidente del Senato, dopo che aveva messo all'improvviso i capelli bianchi a seguito dell'assassinio di Moro, del quale ha sempre detto di essere corresponsabile, e le chiazze della psoriasi - quindi con emergenze continue, la prima volta che andai al Senato mi disse: 'Guarda, non vorrò in nessun caso sentire parlare di emergenza, su questo avevate ragione'. Dopo due anni andai a chiedere: 'Ma scusa'". "Nel 1997 stabilirono già che occorreva fare una Protezione civile Spa. E venne fuori per via legislativa; ma lì cominciò la storia, perché questa doveva servire per i 'grandi eventi'. Solo che i 'grandi eventi' cessarono di essere soltanto i terremoti". "Adesso il pericolo è che si è passato dal terremoto - e adesso verrà pure il Vesuvio - a praticamente tutto: sui Mondiali di nuoto sta indagando la magistratura, perché hanno affrancato dal 1997-98, e Silvio o non ha saputo o non ha capito. Perché Berlusconi non ha la fortuna delle cose che mi sono state trasmesse, tra Dna, non so che cosa, qualcosa però che ha dato ai Radicali come movimento delle chiavi di lettura della contemporaneità e del futuro adamantine, che reggono. Addirittura, per quel che mi riguarda, questo mi permette di poter dire che la mia storia è anche storia intima del movimento comunista, del mondo cattolico e dei credenti, e anche del movimento fascista. Perché abbiamo saputo guardare a queste cose come faceva Hannah Arendt con i problemi della Shoah e di Eichmann, della banalità del male. Non era un caso che la Arendt collaborava a 'Tempo Presente', che era la cosa di Ignazio Silone, Nicola Chiaromonte e di tutti quanti gli altri". Riflessioni sulla situazione italiana a partire dagli incendi che stanno paragone con la Russia che va in fumo per via degli incendi
    23:15 Durata: 11 min 31 sec
  • Il seguito delle dimissioni di Massimo Bordin

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella poi parla dell'ex direttore di Radio Radicale, Massimo Bordin: "A parte che non sono d'accordo con Massimo che nell'intervista dell'altro giorno al Fatto diceva che io mi lamentavo della linea editoriale della Radio, che secondo me si disallineava dalla mia linea politica. Invece tutti mi hanno sentito dire: 'Tu hai una linea politica che non è la mia'. Non che non è radicale. E la difendo, e per me è ottima, nel senso che è la più congeniale in questo momento e in questi due decenni. Allora tutto si può dire: ma non che lamentavo che non fosse d'accordo con me". "Siccome gli chiedono poi sugli Altri quale sia il motivo del divorzio con Pannella, lui dice: 'Sono stato accusato'. Accusato? 'Di avere avuto un'eccessiva attenzione nei confronti dell'area politica rappresentata da D'Alema'. E continua: 'Avevo collaborato con RedTv, in più insieme a un collaboratore della radio che si occupa di Medioriente avevo stabilito una collaborazione con la fondazione di Massimo D'Alema. Ma la verità - dice - è un'altra: ancora prima dei sospetti'. Insomma io avrei accusato e sospettato". Il futuro della trasmissione con Marco Pannella e Massimo Bordin
    23:27 Durata: 12 min 57 sec
  • L'appuntamento radicale di Ferragosto nelle carceri: "Ci auguriamo che esploda la consapevolezza di una cosa, ovvero che la situazione carceraria italiana, ma soprattutto - e lo dico perché meno evidente - della giustizia italiana, si chiama 'tortura di Stato', sempre peggiore"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il ferragosto nelle carceri organizzato dai Radicali. C'è il rischio che diventi un appuntamento rituale? "Le visite passate hanno emozionato molti parlamentari, e questi si sono comportati di conseguenza. Non è che si può pensare che essendo venuti lì, e avuta un'emozione, siano altri personaggi. E' importante però che ci sia una seconda volta. Poi questa volta l'iniziativa è importantissima: () Rita infatti adesso ha preso, ha letto e fatto leggere, i regolamenti sulle ispezioni carcerarie. E oltre a noi Radicali, che scoprimmo questa prassi appena eletti ed iniziammo a visitare gli istituti dal ferragosto del 1976, per il resto non si andava mai. Ora viene fuori che i magistrati - dove si può intendere qualsiasi magistrato che lo ritenga utile per la sua attività di magistrato -, e comunque il presidente del tribunale, il procuratore della repubblica, e poi gli ecclesiastici; non solo i cappellani, ma anche i vescovi e i responsabili diocesani, e questo vale anche per le altre fedi". "Ma si può dire o no che è stata data una notizia? Cioè una cosa che non si sapeva, ovvero che la legge italiana prescrive da sempre che possano fare ispezioni nelle carceri i giudici, i sacerdoti, quegli altri pure, etc. E vorremmo, proprio per questo, che ci fosse la società civile, coinvolgendo le qualità civili - quando ci sono - dei parlamentari, dei magistrati, facendo questa iniziativa insieme. Non è che noi li concupiamo come compagni quotidiani; sul piano della religione della libertà e della responsabilità, sì. Quindi a questo punto saremmo lieti che si ascoltassero di più i cappellani, speso impossibilitati a farsi ascoltare dalle gerarchie". La più ampia questione della giustizia: "Ci auguriamo che esploda la consapevolezza di una cosa, ovvero che la situazione carceraria italiana, ma soprattutto - e lo dico perché meno evidente - della giustizia italiana, si chiama 'tortura di Stato', sempre peggiore, per delle famiglie che non hanno i mezzi finanziari per avere avvocati buoni. Avere per 10-12 anni un processo, è un tormento, è una cosa che riguarda - secondo il Consiglio d'Europa - un terzo della popolazione italiana. Qui chi se ne accorge?"
    23:40 Durata: 11 min 8 sec
  • L'iniziativa transnazionale dei Radicali e il problema dell'informazione: "Per noi è peggio degli anni Trenta. Però noi siamo nonviolenti, dobbiamo rischiare la vita e non la morte, non dobbiamo essere troppo ripetitivi: qua si sta riflettendo molto, ma se una cosa è insopportabile, questa insopportabilità si deve tradurre"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L'appuntamento di Barcellona per il Consiglio generale del PRNTT; l'iniziativa all'Onu sulle mutilazioni genitali femminili e poi il più complessivo progetto di riattivare concretamente la giurisdizione internazionale. L'ipotesi e i costi di un Congresso da convocare entro l'anno. "Con la situazione di discriminazione che c'è. Noi siamo vietati non perché vieti, ma per l'agenda setting, cioè per i temi che vogliamo porre all'attenzione popolare. Meritatamente Fausto Bertinotti ha abitato per oltre un decennio alla Rai; Tonino Di Pietro, idem. Noi no, per noi è peggio degli anni Trenta. Però noi siamo nonviolenti, dobbiamo rischiare la vita e non la morte, non dobbiamo essere troppo ripetitivi: qua si sta riflettendo molto, ma se una cosa è insopportabile, questa insopportabilità si deve tradurre". L'esempio delle carceri e della giustizia; il paragone con il fascismo
    23:51 Durata: 8 min 24 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    I limiti di Obama, cui "manca la componente del riflesso nonviolento, che invece aveva forse il Generale Eisenhower". "Non posso vedere Berlusconi, e a maggior ragione non posso vedere Obama", scherza Pannella. La preparazione di una lettera da parte dei Radicali ai membri della Knesset a proposito dell'ingresso di Israele in Europa. Gli appuntamenti della settimana
    23:59 Durata: 6 min 49 sec