12 SET 2010
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 18:14 Durata: 1 ora 58 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 12 settembre 2010 condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (giornalista), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 58 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista

    La giornata politica, con gli interventi di Silvio Berlusconi, Umberto Bossi e Pier Luigi Bersani.
    18:14 Durata: 30 sec
  • L'intervento di Bersani: "C'è però una cosa da notare, che in parte ci aveva preoccupato e occupato quando come Rosa nel Pugno eravamo al governo: la tenuta, come lottatore democratico interno ai propri schieramenti, qualche volta - ebbi anche occasione di dirglielo - ci aveva un po' deluso". Appello a Bonanni (segretario Cisl, ndr): "Come mai le proposte riformatrici che possono venire fuori dal Parlamento non vengono mai proposte all'ordine del giorno nel mondo sindacale?"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L'intervento di Pier Luigi Bersani, segretario del Partito democratico, alla festa del Pd. "Per l'attuale leader del Pd abbiamo simpatia e se c'è un pregiudizio è un pregiudizio positivo. Credo sia stato anche efficace nell'evocare, in terra padana, la sostanza della realtà politica della Lega, quella di integrare la realtà della Lega oggi nelle istituzioni. Che in termini di regime è il più indiscusso dei costituenti lo schieramento berlusconiano. Credo che Bersani non abbia sbagliato quando ha sottolineato un sostanziale rispetto politico nei confronti della Lega, onorandola e onerandola con la critica politica di tipo radicale: che cosa concretamente sono divenuti, che cosa grazie all'informazione di regime il popolo leghista probabilmente ignora". "L'ideale federalista ha riacquistato da un paio d'anni il suo valore, nominalmente, ma è indubbio che tuttora si nutre - per quel che riguarda l'Italia - dell'atteggiamento anti-terroni, anti-immigrati, anti-sottoproletari, anti-poveracci, dando vita italiana a quello che accadeva ai nostri immigrati, numerosissimi, non solo a 'Brooklino' e via dicendo, con le maggioranze di immigrati irlandesi e connessi, sempre con questo riflesso di coloro che non sono pienamente potere in una società e proprio questi dunque sono i più razzisti, i più xenofobi, i più irriverenti. Questa continuità non ha nulla a che vedere con l'Italia del nord-est, con l'Italia del cuneese, con quelle sacche di Italia che da Marcinelle fino all'immigrazione nordamericana e sudamericana, quella condizione italiana - e in gran parte europea - che ha rappresentato un periodo storico quasi immediatamente successivo alla prima rivoluzione industriale". "Dell'intervento di Bersani c'è però una cosa da notare, che in parte ci aveva preoccupato e occupato quando come Rosa nel Pugno eravamo al governo: chi può dimenticare la popolarità e l'impopolarità dell'esordio bersaniano sulle liberalizzazioni in quel governo? Ma dopo 4-5 mesi non ne era rimasto nulla. La tenuta, come lottatore democratico interno ai propri schieramenti, qualche volta - ebbi anche occasione di dirglielo - ci aveva un po' deluso, perché sembrava si fosse abbastanza presto rassegnato a un diverso connotato che il governo Prodi assumeva". La necessità di "proposte concrete di riforme". "Noi stessi come Radicali abbiamo proposto, e non da oggi, proposte legislative chiare, che non a caso abbiamo potuto da tempo depositare nelle aule parlamentari. Con le firme congiunte di Ichino e di Cazzola, con un patente accoglimento anche da parte del Presidente della Commissione competente, Moffa". "Su questo volevo accennarlo l'altra sera a Bonanni (segretario Cisl, ndr): come mai le proposte riformatrici che possono venire fuori dal Parlamento non vengono mai proposte all'ordine del giorno nel mondo sindacale? Si aspetta che poi delle iniziative truffaldine del Governo e della maggioranza costringano ad avere solo posizioni polemiche invece che costringere la maggioranza ad avere proposizioni polemiche contro le proprie proposte"
    18:15 Durata: 10 min 38 sec
  • L'evoluzione del Parlamento nella storia repubblicana italiana: "Il dibattito pare essere tra 'repubblica presidenziale' e 'repubblica parlamentare', però in realtà si va verso una repubblica né presidenziale, né parlamentare, ma nella quale tutto è abusivo". Il caso Fini

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "A questo punto in modo patente il dibattito ormai a me pare essere tra 'repubblica presidenziale' e 'repubblica parlamentare', però in realtà si va verso una repubblica né presidenziale, né parlamentare, ma nella quale tutto è abusivo. La pretesa di sottrarre ai presidenti della Repubblica la scelta del Presidente del Consiglio, etc.". Il ruolo, in questo processo di svalutazione del Parlamento, dell'"interventismo presidenziale" del Quirinale, da Gronchi in poi. Il Parlamento e il "dominio assoluto dei partiti" sullo stesso; riflessioni sulla "democrazia reale", la "partitocrazia" e lo "Stato dei partiti". "Su questo nemmeno un accenno di dibattito. Lo ripeto, Fini aveva compiuto un salto di qualità istituzionale, ha compiuto atti che sarebbe male sottovalutare: l'avere messo le votazioni della Camera dei deputati al riparo dai pianisti, cioè dai truffatori abituali e ufficiali (); o ancora, il fatto che oggi - vorrei mettere sull'avviso tutti quelli che ci ascoltano - l'opinione pubblica, i parlamentari, possiamo disporre della conoscenza vera dei bilanci e della vita istituzionale, finanziaria, di collegamento con poteri altri, da parte della Camera dei Deputati. Non abbiamo avuto finora la forza di energie finanziarie e umane per fare esplodere la bomba, quella della conoscenza degli effettivi comportamenti della Camera dei deputati assolutamente anti-legali. Miliardi di euro assegnati senza gare, etc. () Per questo all'onor del vero va dato atto al presidente Fini che ha tagliato corto un comportamento dei Questori - con complicità dei Presidenti del Parlamento - che era teso a impedire ai Deputati di conoscere i loro bilanci e individuare le correnti sotterranee di interessi che magari univano i partiti, che invece per gruppi sarebbero divisi e contrapposti"
    18:25 Durata: 9 min 39 sec
  • "Sulla politica estera, non è detto nulla da parte del Pd. Sulle pensioni, nulla. Sui problemi delle riforme strutturali, o anche sulle polemiche tra la Fiom e la Cgil, tra la Fiom-Cgil e le manifestazioni istituzionali come l'esito del referendum a Pomigliano, anche su questo il Pd nulla!"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    "Su questo, sulla politica estera, non è detto nulla da parte del Pd. Sulle pensioni, nulla. Sui problemi delle riforme strutturali, o anche sulle polemiche tra la Fiom e la Cgil, tra la Fiom-Cgil e le manifestazioni istituzionali come l'esito del referendum a Pomigliano, anche su questo il Pd nulla! Noi ci esponiamo, assumiamo responsabilità anche a livello internazionale, come le grandi battaglie per la creazione della Corte penale internazionale, vinte anche grazie alla Destra, diciamo della destra di Gianni Letta". "Nulla sulla pena di morte, in quanto partito. Sono d'accordo, ovvio, ma quando si è d'accordo in modo ovvio, non c'è qualità e connotato politico. Per esempio era scontato che l'indissolubilità matrimoniale non era giusta, però per carità non la si toccava. Era evidente che il flagello dell'aborto clandestino era presente in Italia, ma la Chiesa non lo diceva; fummo noi Radicali a creare una situazione nella quale la Chiesa intervenne". "Forse si spiega perché nel Pdl, nel Pd, tra i comunisti e via dicendo, invitano tutti, tranne i Radicali". Il caso dei Socialisti di Nencini, che "invita quelli con cui da sempre, da 25 anni, ha fatto politica. Perché ha fatto politica sempre da posizioni di governo locale e sempre nell'ambito della tradizione frontista; lui è sempre stato l'eletto in Toscana, quello che ha avuto gli assessorati, li ha fatti avere, da parte dell'apparato di regime toscano. Ma quando arriviamo al dunque, sentire la voce radicale non è ritenuto proprio il caso. Tutt'al più dal Pd c'è stato un invito a Emma - è l'eccezione che conferma la regola - situato non a caso in un certo momento e in un certo modo (infatti essendo l'unica radicale dovrebbe essere stata l'unica invitata, come avvenuto per gli altri leader di partito, e invece non è stato così, è stata chiamata a partecipare a un dibattito a più voci). Questa non è una doglianza, ma una diagnosi. E le diagnosi, quando sono fatte bene, servono a chi è affetto dalla malattia, non al medico che le individua". Berlusconi e D'Alema insieme a Mosca per il convegno sulla democrazia organizzato da Putin. "Il discorso di Bersani è andato benissimo, però resta questo fatto: non riescono a compiere nessuna scelta. Loro hanno perso le elezioni regionali perché non hanno saputo scegliere". Gli esempi del voto nel Lazio o in Piemonte. Esempi della durata della lotta radicale. "Sono vent'anni che diciamo che il disastro ideologico ha prodotto il disastro idrogeologico del nostro Paese. Qualcuno ha ricordato che quando mi si chiedeva che cosa avrei fatto in caso di vittoria elettorale, io non dicevo grandi cose ma spiegavo: vorrei moltiplicare funzioni, facoltà, etc. dei geologi. Guardiamo quello che accade adesso dappertutto: un Paese in frana. Ma questo già veniva detto da tempo, e adesso non si sente nemmeno più parlare di 'San Bertolaso'. Perché Bertolaso non è 'santo' almeno per un motivo: sapendo che in Italia urgeva investire nell'intervento generale su tutto il territorio al posto del Ponte di Messina; e ha una responsabilità tremenda. Diciamo però: e la sinistra ha fatto di più di Bertolaso in questi 40 anni?"
    18:35 Durata: 14 min 55 sec
  • Bersani e il 'Nuovo Ulivo': "Comunque non è una strategia, semmai può essere una soluzione di congiuntura". L'evoluzione del meridionalismo in Italia

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L'intervento di Bersani che, sui problemi del lavoro, si è soffermato soprattutto sull'aspetto della fiscalità: "Su questo lui è sempre stato attento e mi pare che, nei dibattiti di Ballarò ai quali lui ha partecipato, aveva sempre - da questo punto di vista - un richiamo alla realtà pratica e documentata delle cifre, e la filosofia politica ed economica di Tremonti. Tanto è vero che sembrava quasi che dall'altra parte vi fosse uno statista di livello mondiale, lungimirante, e dall'altra parte qualcuno che, nella tradizione britannica, intendeva la funzione del Parlamento come quella del controllo, sulle cifre, sulle carte. Questo è qualcosa che appartiene alla cultura di Bersani". Il ruolo di Rutelli, "neo-democristiano ma non degasperiano". La caduta del governo Prodi nel 2008: il ruolo di Zanda, quello di Veltroni, di Ceccanti, nell'operazione che portò ad avere dei "senatori eletti ma mai nominati". Se si annuncia un 'Nuovo Ulivo', allora che senso ha avuto il Pd? "Comunque non è una strategia, semmai può essere una soluzione di congiuntura". La situazione del centro-destra e la difficoltà del Pd "di essere ritenuti credibili come opposizione, anche nei metodi"; l'esempio della gestione del potere locale. L'evoluzione del meridionalismo in Italia
    18:50 Durata: 13 min 3 sec
  • "Per 'il Fatto' saremmo di un'altra epoca? Vero. Cultura e mondo radicale sono d'altri tempi. certo, ma di quelli futuri!"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La situazione dell'Idv e le dimissioni di Pino Arlacchi, che secondo Pannella dovrebbero essere costituire comunque una buona notizia per il partito di Di Pietro: "Che la ragione per la quale Arlacchi se n'è andato sia quella che ha pubblicamente esposto lo escludo. Lui se n'è andato perché per esempio al Parlamento europeo voleva avere una responsabilità sull'Afghanistan per fare l'alternativa alla posizione nostra, quando noi dicevamo che risolvere la situazione afghana vuol dire risolvere anche lo storico problema della droga in quel paese, attraverso l'acquisto di oppio con quote come si fa con latte e vini anche in Europa. Lui invece vuole proporre l'accentuazione della guerra alla droga". La presenza Idv al Parlamento europeo: "Loro sono esponenti del gruppo Liberale e noi abbiamo dato al gruppo Liberale dei momenti di quasi unità di tutto il Parlamento europeo, non ultimo quello straordinario dovuto a Marco Cappato, quando il Parlamento ha stabilito che per i diritti umani la nonviolenza è la forma di lotta che va privilegiata e sostenuta. Una grande affermazione politica, inaudita a livello istituzionale. Dopodiché inutilmente abbiamo sperato che almeno il gruppo Liberale, o almeno i rappresentanti italiani - dinnanzi al fatto che tutto questo, contro una delibera del Parlamento, non si è tradotto in voci di bilancio e in nulla - si facesse sentire. Niente, assolutamente nulla!". "Sarà - come si dice - che noi siamo la vecchia cultura", ironizza Pannella con riferimento a quanto scritto dal Fatto a proposito dei pro e contro del leader radicale. "Quelli del Fatto che devo dire mi hanno onorato, e li ringrazio, di avere messo il mio primo articolo come editoriale del quotidiano. Poi ho trovato esilarante la questione. Loro hanno preso un'ottima iniziativa: hanno proposto 5 o 6 nomi per chiedere ai loro lettori chi fra questi nomi ritenessero più adatti a contrastare Berlusconi. E tra questi nomi c'erano Beppe Grillo, Tonino Di Pietro, Nichi Vendola, Fini, Bersani e io. Io sono all'uno per cento dei consensi; Bersani ha appena il doppio del mio 1-2 per cento, e Fini ha più di lui. E' sorprendente, perché il fatto che questo piccolo partigiano da 60 anni continui a esserci l'ho sempre attribuito alla cultura, che ci dava forza di contemporaneità anche oggi. Per i lettori del Fatto quotidiano, che sono notoriamente tanti, le modernità e le attualità contemporanee si traducono invece con il 36 per cento di fiducia a Grillo, che si somma con il 32 per cento a Di Pietro - e fa il 68 per cento -, poi si arriva a 90 per cento conteggiando anche i voti di Nichi Vendola. Lasciamo perdere Nichi: quel 68 per cento è la modernità di oggi, secondo i lettori, e ognuno ha i lettori che guadagna. Beh, è un po' esilarante. Anche loro dovrebbero sapere una cosa: Emma sta girando come una matta e stiamo lavorando in una situazione difficilissima nel tentativo di far votare all'Onu fra due mesi, all'Assemblea generale - dopo esserci battuti per la costituzione della giurisdizione internazionale con la Corte penale internazionale. e dopo aver ottenuto due anni fa la moratoria delle esecuzioni capitali -, il bando delle mutilazioni genitali femminili. Sì, forse questa è vecchia cultura, superata da quella di Grillo, Di Pietro, etc. Non solo: se quest'anno riusciamo ad avere la vittoria storica sulle mutilazioni genitali femminili, entro due anni potremmo ottenere un risultato storico all'Assemblea generale: l'animazione della giurisdizione internazionale, che si è creata, ma che non è finora sufficientemente conosciuta". "Tutto questo cos'è, se non cultura attuale?". L'esempio della battaglia radicale sull'informazione politica in occasione delle elezioni regionali. Agli "amici del Fatto: voi siete la traduzione editoriale e online di Santoro. Questa è la vostra cultura". L'idea iniziare a ragionare su come far pagare i "debiti di regime". Ancora sul sondaggio del Fatto: "Sono all'uno per cento? Benissimo, non sono quindi un pericolo secondo loro. Però - si dice sempre, anche questa volta - Pannella ha partecipato a tutte le grandi battaglie civili del Paese, e allora qual è il problema: non sono forse più capace di partecipare a una? Loro lo spiegano: 'Ormai la sua cultura è superata'. Magari! Ma temo proprio di no, temo - come diceva Pandeli Maiko - che questo partito da 50 anni sia 'l'unico laboratorio politico europeo che funziona come tale'"
    19:03 Durata: 27 min 31 sec
  • Cosa salvare del Pd? "Il senso è questo: c'è l'improbabile eventualità, ma a mio avviso possibile, che dopo 40 anni che li incalziamo, noi si venga riconosciuti non solo come compatibili ma addirittura come necessari all'alternativa democratica nel nostro Paese". "Oggi da loro c'è questo; più tempo passa e più vene fuori che l'unica cosa che è viscerale è questo riflesso anti-radicale"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sta forse sfumando l'ipotesi di elezioni anticipate? "Berlusconi ormai è costretto a cambiare opinione perché naviga a vista - dice Pannella - lui non è più padrone, non governa più le sue stesse cose. E quindi sarà capace di deciderlo in 30 giorni, facendo magari un 'colpetto di statino'. Resta il fatto che io apprezzo tutti quelli che hanno detto che un'altra chiusura anticipata di legislatura non si può sopportare: lo ha detto la Marcegaglia ed altri. Hanno ragione, anche se dubito che lo abbiano detto per le stesse ragioni nostre, e quindi dubito che magari restino della stessa opinione se non gli verrà qualche vantaggio dall'ipotesi di nuove elezioni". Le "viscere anti-liberali e anti-radicali" dell'area Pd ex comunista, e di destra e sinistra cattolica, etc. "In democrazia se tu non puoi raggiungere una massa critica dell'opinione pubblica, devi tenerlo presente. E quindi da partigiani dobbiamo individuare le parti della massa necessaria alle quali dare voce e dare informazione, perché appunto si tratta di far vivere ancora, oltre i 60 anni, aspettando la fine terrorizzante del sessantennio, così come c'è stata la fine del ventennio". "Aspettando e provocando questa fine", precisa Pannella. Cosa salvare del Pd? "Il senso è questo: c'è l'improbabile eventualità, ma a mio avviso possibile, che dopo 40 anni che li incalziamo, noi si venga riconosciuti non solo come compatibili ma addirittura come necessari all'alternativa democratica nel nostro Paese". "Oggi da loro c'è questo; più tempo passa e più vene fuori che l'unica cosa che è viscerale è questo riflesso anti-radicale. Quando tutti hanno lo stesso riflesso, potremmo dire si tratti di un aspetto antropologico, e comunque è viscerale. Io credo che il tempo attivo, di lotta, di proseguimento di una esistenza alternativa - come quella radicale - se questa prosegue, mi pare possibile puntare" su questo: "Perché non hanno alternativa che rimuovere questo riflesso anti-liberale, anti-radicale, etc."
    19:31 Durata: 10 min 15 sec
  • Confronto tra gli anni 70 e oggi: "La realtà sociale è cambiata, ma il massimo problema sociale e istituzionale dell'attuale momento è la giustizia, con le carceri. Ma noi allora nemmeno con i divorzisti avevamo il rapporto storico che ormai abbiamo con gli agenti di polizia carceraria, con famiglie che conoscono da 10-15 la realtà delle carceri". Gli altri "sono 'contro l'amnistia' perché sono per l'amnistia di classe di 250 amnistiati al giorno. La situazione è cambiata, ma le vittime dello Stato oggi sono molto più gravi di allora"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    In cosa è cambiata la situazione italiana dagli anni 70 a oggi, e in cosa no. Le differenze sociali. Il tradimento della volontà popolare sul finanziamento pubblico ai partiti. "La realtà sociale è cambiata, ma il massimo problema sociale e istituzionale dell'attuale momento è la giustizia, con le carceri. Ma noi allora nemmeno con i divorzisti avevamo il rapporto storico che ormai abbiamo con gli agenti di polizia carceraria, con famiglie che conoscono da 10-15 la realtà delle carceri". Gli altri "sono 'contro l'amnistia' perché sono per l'amnistia di classe di 250 amnistiati al giorno. La situazione è cambiata, ma le vittime dello Stato oggi sono molto più gravi di allora". La rubrica di Radio Radicale sul cinema e l'idea di ampliarla anche all'analisi della tv. Pannella sull'aggressione a Bonanni: "Sia chiaro allo Stato, ai vari livelli decisionali perché non c'è solo il ministro degli Interni, che c'è una continuità fra il gambizzato Gino Giugni e tutta la serie degli assassinati che erano quelli che studiavano in particolare il giuslavorismo. E venivano colpiti i migliori". "Oggi io l'ho già detto per Ichino, lo dico per Cazzola e Bonanni: stiamo molto attenti, perché quando leggo cosa dice il padre della ragazza che ha lanciato il bengala contro il sindacalista, dico che sono un po' preoccupato. Dice: 'E' dentro il volontariato, è nonviolenta, è una scappatella', questa è la giustificazione del genitore. Io invece credo che in questa logica antagonistica che ha bisogno del messaggio, l'assassinio ha un messaggio che gli serve di più. Cominciamo col dire che culturalmente anche il Fatto - con il quale io spero di dialogare e trovare dei segmenti di percorso comune -". Il ricordo dei 'compagni assassini': "Una cosa che aiutava molto la situazione esistenziale delle Br era che, mentre da una parte si diceva che in realtà erano fascisti, il mio messaggio ai 'compagni assassini' aiutò. Sono addolorato di non poter parlare a una massa critica, perché ho una presunzione: se riuscissi a parlare come tutti gli altri, credo che riuscirei a ottenere quantomeno il dimezzamento dei suicidi in carcere". "Allora dire 'compagni assassini' li raggiunse tutti, anche senza le televisioni, per creare il 7 aprile e altro come la dissociazione in carcere; Sergio D'Elia ci ha ricordato più volte che il fenomeno della dissociazione in carcere ebbe certe origini"
    19:41 Durata: 21 min 7 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    I Radicali e la sicurezza sul posto di lavoro. Il dibattito sul sistema elettorale: "Devo dire 'viva il Fatto' dinnanzi al misfatto continuo che è costituito da quel farisaico strumento italiano che è Repubblica. Tutti infatti parlano di Scalfari come grande giornalista, imprenditore, etc. ma non sento - come accadeva per tutti i nostri - metterlo tra i grandi 'ispiratori'. E quel giornale tecnicamente ha dato corpo e accelerato quella cosa vergognosa che prima era vietata, ovvero mettere tra virgoletti i titoli, che è uno strumento di Repubblica che poi tutti hanno seguito. Se pensiamo che loro ieri hanno ordinato un sondaggio e titolato: 'Gli italiani sono per la proporzionale'. Poi si leggevano le percentuali: c'era chi era per il doppio turno, chi per il tedesco, chi per lo status quo, chi per l'altro, etc., ed era abolito l'uninominale più conosciuto nel mondo, quello anglosassone. Lo mettono perché ci siamo mossi un tantino su questo. E' il peggio della realtà italiana perché farisaica. In base alle discendenze ci dovrebbe essere una quota di Ernesto Rossi, una di Pannunzio, invece è esattamente la scuola farisaica, trasformista, ipocrita". "Non si è perdonato a noi tutti che Carlo De Benedetti abbia dovuto accettare una condanna penale e a questo punto basta questo, anche se pare che giustamente i figli di De Benedetti siano un pochino meno convinti della necessità di occuparsi dell'impresa editoriale rispetto ad altre imprese più classiche". La preparazione del Congresso del Partito radicale e di Radicali italiani; quest'ultima assise "credo sarà poi un'occasione per un dibattito generale, valido un po' per tutta la galassia". "Credo che dobbiamo riprendere la battaglia antiproibizionista perché ormai maturano nel mondo internazionale tanti eventi: dall'Afghanistan alla situazione Messico-Stati Uniti, ai tre ex presidenti sudamericani che si pronunciano per la legalizzazione"
    20:02 Durata: 11 min 4 sec