41ª Assemblea battista: i temi in discussione. 150° anniversario dell'Unità d'Italia ed ecumenismo nelle parole dei pastori Salvatore Rapisarda e Raffaele Volpe

Tra i temi in discussione alla quarantunesima Assemblea generale dell'Unione Cristiana evangelica Battista d'Italia il tema della centocinquant'anni dell'Unità d'Italia
Un tema una ricorrenza care a I gli evangelici ai protestanti italiani in particolare e i francesi ma cara anche I Battisti chiediamo il perché Salvatore Rapisarda uno dei due candidati alla Presidenza
Della comitato esecutivo dell'unione
Centocinquanta anni di dell'Unità d'Italia per noi sono solamente importanti
Non tanto per quello che effettivamente si è potuto dal realizzare in Italia fino a questo momento ma perché centocinquanta anni fa e si è aperto
Uno una realtà nuova per gli evangelici per le minoranze evangeliche in Italia centocinquanta anni fa era stato abbattuto
Il potere temporale della Chiesa e questo ha favorito la diffusione dalla cultura protestante mediante la la predicazione evangeliche mediante la diffusione della Bibbia
E mediante anche la venuta in Italia dimissionari Battisti che sono venuti dall'Inghilterra o dall'America
A
Predicare il Vangelo a raccogliere credenti e affonda delle nuove chiese
Dicevo prima che noi
Bilanci di questi centocinquanta anni non può essere considerato un Bilancio stiramento esclusivamente positivo
Perché specialmente dopo perché è chiaro che quel potere
Della laicità dello Stato che si era immaginato quel potere c'è quell'abbattimento del potere temporale della Chiesa non c'è stato
Non c'è stato perché le minoranze cristiane in modo particolare ma non solo cristiane in Italia stentano a farsi strada
Con l'unità di tale avevamo immaginato che la laicità dello Stato che
Le pari opportunità offerte a tutti i credenti che la libertà di coscienza venisse veramente esteso a tutti e invece accorgiamo che centocinquanta anni questi temi debbano ancora essere affrontati
Viene alla mente il concordato della ventinove viene alla mente l'articolo sette della Costituzione e il concordato della mille novecento ottantaquattro
Dal punto di vista di una
Minoranza cristiana evangelica in Italia sarebbe meglio continuare su questa strada
O adottare un sistema come quello che vige negli Stati Uniti d'America dove c'è un muro di separazione tra lo Stato e le chiese
Ma non ci sono favoritismi e privilegi nei confronti di nessuna particolare confessione
Beh alla luce dei concordati chiaramente siamo assolutamente contrari a questo rapporto
Che privilegia perché concordati in realtà è un privilegio accordata una data una chiesa una confessione fissiamo a differenza di altre vero è che l'articolo otto dalla Costituzione prevede le intese
Ma questo sappiamo ti quanti che è stato una concessione extremis dopo che
I costituenti avevano recepito l'articolo con l'articolo sette concordato del ventinove l'iniziativa del senatore Terracini piuttosto che
Una cosa corale va beh comunque si è l'anno alla Costituzione ormai parlando la Costituzione italiana specialmente in questo momento in cui viene aggredita
Siamo per la difesa della Costituzione perché è un documento alto perché ci sono principi
Di libertà di coscienza di Berta di religione sanciti
Però chiaramente l'articolo sette della costituzione per noi rappresenta un vulnus in questo in questa carta che altrimenti avrebbe
è un volano molto più alto ma con questo non vogliamo contestarla anche perché riteniamo che l'Unità d'Italia costante
Ci chiami ha un impegno sempre costante e una che è una realtà che non va trascurata né da sminuita
Per quanto riguarda la questione del rapporto chiesta Stato di cui lei parlava prima se modello americano nel migliore o no B certamente un modello in cui lo Stato fa lo Stato
E le chiese vengono lasciate autonome nella gestione del loro apporto e spirituale sicuramente un modello che ci trova concordi
Anche perché come Battisti siamo nati all'inizio del mille seicento proprio in rottura con l'invadenza di uno Stato nel sempre le questioni di coscienza e di libertà di coscienza dei
Dei credenti i primi battiste sono poco ogni Ettore della libertà di coscienza della separazione tra Chiesa e Stato
Ricordavamo prima l'importanza che a per i valdesi la celebrazione dell'Unità d'Italia e prima ancora il riconoscimento tenuto come le tre patenti Di Carlo Alberto nella mille ottocento quarantotto
Tratta sì di minoranze oppresse di una chiesa del silenzio in qualche modo ante litteram diciamo così
Che ottiene la possibilità di manifestarsi è la stessa cosa per i Battisti in Italia L'Unità Italia rappresenta anche per i battisti questo pure si tratta di un'opportunità per crescere radicarsi crescere anche nel territorio italiano
Allora lettere patenti in realtà non autorizzazione valdese a predicare
La lettera patente autorizziamo addensano esercitare le professioni
Per esempio se uno era medico prima dall'altra patente non potevo esercitare la professione medica serie insegnante oppure gli ebrei se l'insegnante non poteva fare l'insegnante quindi corretta patenti sono riconosce i diritti civili
Ma in un'Italia fortemente condizionato la cultura cattolica non è ancora il passo decisivo per la libertà di predicazione ora i nostri fratelli amici maltesi non hanno aspettato che ho poco gli desse
Lord l'autorizzazione a praticare l'avevano fatto prima perseguitati e lo hanno continuato a fare e quindi il clima ovviamente dopo quarantotto è cambiato ma ancor di più è cambiato con la con unità d'Italia questo ha consentito loro di
Jean mare dall'Italia aprire nuove missione del campo e di missione per noi Battisti che in Italia non esistevano prima del del mille
Sessanta settanta allora novità di tale stato veramente un punto di svolta di una realtà di una della presenza Battista in Italia e della predicazione di questa
Diciamo questa chiesa questo messaggio che come dicevo poco ricordo prima è un messaggio che si fonda sulla libertà di coscienza sulla separazione tra Chiesa e Stato
E dunque sulla non ingerenza dello Stato non è questione della Chiesa e della Chiesa che non ha mai chiesto finanziamento lo Stato
Grazie grazie a Salvatore Rapisarda
Con Raffaele Volpi pastore battista come d'altra parte Salvatore Rapisarda parliamo della tema delle come mi esimo molto brevemente che cos'è cosa si intende per ecumenismo
Permettimi di dare una definizione un po'più generale cioè io credo che
Ecumenismo che il destino dell'umanità oggi
Cioè significa concepire effettivamente il mondo come
Quella casa in cui bisogna coabitare nella consapevolezza di profonde differenze
Quindi se è vero che l'ecumenismo nasce all'interno delle Chiese protestanti
Nel mondo pian piano questo questo ecumenismo poi diventa un patrimonio del rapporto anche con le Chiese ortodosse la Chiesa cattolica ma credo ancora di più debba diventare valore di dell'intera umanità
In attesa di questo i rapporti tra le Chiese evangeliche
La Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica che ambedue se non ricordo male ritengono essere unica della Chiesa e ambedue di conseguenza ritengono che le Chiese evangeliche chiese non siano
Se diciamo la Chiesa votarle chiese ortodosse perché c'è una maggiore pluralità poi nell'ambito sto dosso comunque c'è un atteggiamento di maggiore o copertura
E se il problema è vero come dice il chiesta cattolica ancora si regge su quella idea comunque che persino il Concilio Vaticano II che la Chiesa sussiste nella Chiesa cattolica
E quindi le altre non possono essere che comunità ecclesiali ma non assurgono ma quella dignità di Chiesa
E
Quindi diciamo viviamo una specie di ecumenismo ferito
Dimezzato perché quando non riconosco l'altro che di fronte a me nella sua dignità di essere chiesta ecco diventa difficile ma non bisogna nemmeno lasciarsi scoraggiare di quelle da questo
La sfida oggi è questa noi dobbiamo riuscire a portare
L'ecumenismo dall'essere un ecumenismo delle strutture ecclesiastiche certe volte purtroppo anche un ecumenismo del potere ecclesiastico ad un potere dell'ecumenismo come
Fenomeno che
Parta dalle parrocchie dalle chiese sul territorio dall'incontro effettivo di persone che impara impara a vivere insieme perché questa poi la sfida dell'ecumenismo se io sono in grado di vivere insieme con qualcuno
Che in qualche modo in questo Comune percorso di esseri umani e di essere credenti
Poiché vede in testa e tra nella propria vita in modo di diverso da me cioè con la sfida e questo è possibile convivere
Con le differenze nonostante le differenze anzi grazie alle differenze e questa è la grande sfida che noi viviamo bisogna dare dignità però
A ai soggetti che partecipano in questo cammino ecumenico se no poi diventa
Diventare una specie di di
Di cammino dimezzato
Quindi se capisco bene in qualche modo cercare di dare
Più forza e più capacità di espressione al prossimo che si incontra e
Ai diversi che insieme
Lavorano cooperano piuttosto che alla rapporto diplomatico
Tra varie gerarchia diciamo così è perfettamente cioè l'ecumenismo non può diventare una diplomazia delle gerarchie
Purtroppo spesso succede che con l'ecumenismo diventi questo l'ecumenismo deve essere questa capacità locale
Di interpretare questa visione globale cioè che il mondo non può che essere ecumenico cioè non può che essere quello spazio delle differenze riconcilia
E quindi a partire
Dalle varie sensibilità religiose se questo accade può rientrare anche patrimonio dell'umanità assolutamente e viceversa cioè noi dobbiamo imparare poi anche da
Altre realtà
Non solo religiose che cercano Gian di vivere questa capacità ecumenica della convivenza nella differenza
Ecco se le chiese non ci cui non si concepiscono come il coloro che abbiano il monopolio hanno del del
Del del cammino ecumenico ma
Ascoltano
Camminano insieme anche con realtà anche non religiose che però hanno come principio che l'ecumenismo il destino dell'umanità
Grazie grazie a Raffaele Volpe l'altro candidato alla Presidenza del comitato esecutivo dell'Unione cristiana evangelica Battista d'Italia
Unione che
Tiene in questi giorni a Chianciano dalla ventinove ottobre per essere precisi al primo novembre la sua quarantunesima Assemblea generale