21 NOV 2010
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:17 Durata: 1 ora 55 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 21 novembre 2010 , condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (giornalista), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 55 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista

    Il comunicato di Marco Pannella, quello nel quale si offriva al Governo una possibilità di interlocuzione.
    17:17 Durata: 1 min 53 sec
  • Nessuna "trattativa", ma "dialogo" con il Pdl: i tentativi isolati e personali dell'onorevole Pepe e del ministro Alfano. Poi però i parlamentari "hanno votato e hanno distrutto la proposta di Alfano; d'accordo, nella Commissione, con buona parte del Pd. Questa quindi era la risposta nei fatti al nostro dialogo se ci si fosse riconosciuta interlocuzione politica. L'interlocuzione politica era con Bersani o con Berlusconi su questa cosa della giustizia"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella: "Quello che ci tengo a dire è che quando parla della situazione italiana, e di una difficile - devo dire quasi miracolosa - resistenza di tipo partigiano che riesce a vivere e non solo a sopravvivere, in una situazione nella quale lo sfascio naturale di uno Stato che, essendo partitocratico, è anti-democratico ma non ha la solidità del regime dittatoriale; questo sfascio si sta compiendo, e naturalmente si sta compiendo a spese di qualsiasi legalità o civiltà della vita dello Stato stesso. Perché dico questo? Perché adesso andremo ai testi e agli eventi, per capire quello succede. La gran parte delle compagne e dei compagni Radicali - ne sono convinto - () è raggiunta dalla informazione complessiva, che sono i giornali, l'audiovisivo, etc. Tutto parte da un comunicato mio del 17 novembre, che comincia così: 'Mi sia consentito per dialogo, ripeto: per dialogo, e non unicamente per sterile polemica osservare - come posso, con questo mezzo - al Presidente del Consiglio che la sua dichiarazione quando non era nemmeno ormai uscito dal Quirinale: '(Il 15 dicembre) O la fiducia o subito il voto' poteva unicamente essere fatta da un Presidente della Repubblica; e che in più di sessant'anni nessun Presidente della Repubblica ne ha fatta una di questo tipo. Infine ribadisco che quando ci si riconosce carattere e dignità di interlocutore politico, che sia Bersani, Berlusconi, Bossi o Di Pietro, noi lo riteniamo non solamente utile ma anche necessario'. Il dialogo, ripeto, avevo detto 'il dialogo'. 'Che si tratti di capi o vice-capi della maggioranza o dell'opposizione'. Questa nota viene interpretata sui giornali sulla base delle dichiarazioni di un parlamentare del Pdl con tessera radicale, l'unico che aveva assunto la sua responsabilità di venire a dire: 'Ma qui, con sei deputati, bisogna ottenere sei riforme'. Io ho detto: vediamo quali sono le riforme. Tra l'altro questo nostro compagno parlamentare, Mario Pepe, nipote di un vecchio leader liberale come Salvatore Valitutti, era venuto per sua iniziativa e non era inviato da Berlusconi o da altri. Io gli ho detto: la nostra posizione è semplice; io sto facendo, in aggiunta alla linea radicale costante negli ultimi 5 mesi, anche la forma dello sciopero della fame. E quindi non c'è da fare sei riforme, c'è la risposta a queste due cose: una è la risposta sull'iniziativa su Tarek Aziz ()". Gli sviluppi della campagna radicale per sospendere la pena di morte pendente sull'ex vice-dittatore iracheno. E' in questo contesto che c'è l'incontro con "l'unico parlamentare del Pdl iscritto al Partito Radicale", che "in un'intervista ha detto lui stesso di essersi recato 'a casa sua', nella sede del Pr, perché iscritto a Pdl e - quando i Radicali non erano in Parlamento - lui ha preso posizioni laiche, assicurando un eco parlamentare alle nostre iniziative. 'Se è questo - mi ha detto - ne parlerò sicuramente con Berlusconi, che ora non c'è'. L'altro punto dell'iniziativa è infatti quello delle carceri e della giustizia. C'era da votare definitivamente la proposta iniziale di Alfano, con gli emendamenti di Rita Bernardini, e la visione che si è poi realizzata, dopo il nostro colloquio. Hanno votato e hanno distrutto la proposta di Alfano; d'accordo, nella Commissione, con buona parte del Pd. Questa quindi era la risposta nei fatti al nostro dialogo se ci si fosse riconosciuta interlocuzione politica. L'interlocuzione politica era con Bersani o con Berlusconi su questa cosa della giustizia. Il progetto Alfano iniziale significava almeno 12 mila persone che andavano automaticamente ai domiciliari, e diveniva una legge valida per sempre; non era un indulto". "Ora siamo a 2 mila, 1.500, e non immediati. Questa è la risposta totalmente negativa"
    17:18 Durata: 11 min 52 sec
  • Il dialogo sulla giustizia, anche con il Pdl: "I nostri parlamentari, su quello che è il nostro massimo obiettivo di lotta, hanno avuto la dimostrazione che la maggioranza è solo capace di aggravare la situazione attuale, e proprio nel corso di questo dialogo l'ha fatta sporca. Certo che se mi telefona Berlusconi e mi dice: guarda, noi facciamo questa, quest'altra e quest'altra cosa ancora sulla riforma della giustizia". "Non solo non ci sono trattative in corso, ma c'è una provocazione contro il dialogo"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella: "La questione è che tutti i giornali hanno parlato di 'trattative'. Io ricordo una cosa che ha molti punti in comune con questa vicenda. 15-20 anni fa io all'improvviso scrissi una lettera ai 'compagni assassini' perché mi rivolgevo alle Brigate Rosse, durante il caso D'Urso, dicendo: voi siete trattati da fascisti, voi sareste dei fascisti che vi fate passare per comunisti ma non siete di sinistra. Io invece mi rivolsi ai 'compagni assassini', dicendo che d'altra parte nelle tradizioni della sinistra l'assassinio è stato anche teorizzato come necessario e in generale è un fatto giacobino della rivoluzione francese. Lì subito venne fuori che io volevo 'trattare' con le Br; mentre io avevo sempre detto 'dialogo' e non 'trattativa'. Riviene fuori: adesso io tratterei con Berlusconi? Ma va a mori' ammazzato!". "Io vorrei si approfondisse quella cosa che finora non mi è stata nemmeno contestata troppo seriamente, una delle mie esagerazioni: io ritengo che in Europa e non solo in Italia vi siano sempre più nuclei consistenti di rinascita delle cose costitutive della Shoah. Costantemente dico per esempio che la situazione carceraria è una struttura di tortura, per tutti coloro che fanno parte di questi 'lager', dal direttore ai detenuti. E sicurissimamente questi istituti sono contrari alla legalità costituzionale, alla giurisdizione internazionale". "Quest'anno siamo arrivati già a 62 suicidi; l'anno scorso arrivammo a 69-70. Quindi la cosa è grave. Per cui la battaglia che come radicali facciamo è legata a questo livello della giustizia, e leghiamo il problema della giustizia come origine, causa, del problema delle carceri. Diciamo che l'appendice carceraria della crisi della giustizia produce qualcosa che è infinitamente più incivile di quelle che il ventennio aveva creato". "Quindi la nostra è una lotta seria. Ma dappertutto si dice 'la trattativa'. I compagni devono rendersi conto che basta questo per creare in loro - se quel giorno non hanno sentito Radio Radicale o non hanno visto la pagina del sito - l'impressione che 'stiamo facendo un errore, quali che siano le motivazioni'. Perché arriva loro questo. Nessuno mi ha fatto un'intervista in televisione". Il dialogo come metodo contrapposto alla spartizione, tipica del sottopotere. "La situazione lombarda, che è peggio di quella italiana. Perfino al candidato a Milano della sinistra, ovvero con qualcuno nel quale faccio assoluta fiducia, garantista come noi, abbiamo chiesto: 'Siccome abbiamo visto cosa accade, ovvero che a un certo punto abbiamo colto Formigoni con le mani in pasta, il prefetto è stato colto con le mani in pasta mentre chiamava la magistratura - e oggi è stato elogiato dal governo e gli è stato dato un ulteriore incarico -; Penati, che è Penati, non ha ancora avuto il coraggio di dire una parola su 'Firmigoni', e quando Santoro ha convocato Formigoni, nemmeno Vauro ha fatto una vignetta sul ladro-truffatore. Nel momento in cui noi davamo una notizia su Formigoni, che non era soltanto quella delle cose patenti, dell'imbroglione sulle firme, ma abbiamo dato notizia che il suo ambiente era imputato nella vicenda 'Oil for Food'". "Ora arriviamo al punto in cui Bersani è arrivato a tanto di incomprensione della lotta politica, che ha fatto la corte a Formigoni ed hanno parlato come se si parlasse con un normale socio politico, di partito o di area. Di fronte a 5 milioni di telespettatori". Pisapia cos'ha risposto? "Siccome il rapporto è di fiducia, gli abbiamo solo sottoposto questa cosa. E abbiamo capito che lui riteneva, in questo momento, che non dovesse sollevare la questione. Nemmeno lui ha ritenuto utile, per tutti noi e per se stesso, rompere questa unanimità di regime di carattere prettamente criminale". Ancora sulla presunta "trattativa", come l'hanno chiamata erroneamente i giornali: dal Pdl nessun cenno, "tranne un auspicio espresso dal ministro Alfano a Rita Bernardini - dicendo: 'Ma dì a Marco che invece la riforma della giustizia la faremo, vedrai e di considerare l'assunzione di responsabilità, perché faremo proprio la riforma della giustizia che volete voi'. Rita ha subito detto: ma qui non ci sta l'obbligatorietà dell'azione penale, etc. Ma è stato semplicemente un minuto di Alfano a Rita. Ma non abbiamo avuto nessun altro contatto: né Gianni Letta, né Berlusconi. E come si fa a parlare di trattativa, anche perché non la ricerchi?". Il caso dell'articolo di Luca Telese sul Fatto e gli articoli del Giornale. "Ma basta che tutti scrivono che è in corso una 'trattativa' perché si crei sconcerto, nel momento invece in cui abbiamo bisogno del massimo di forza". "Quello che si dimentica è che c'è la Corte di Cassazione che, con una sentenza di fine ottobre, dichiara testualmente che uno dei motivi dell'aggravarsi di questa situazione risiede nel fatto che la polizia giudiziaria è usa, invece di trattenere nei locali come si faceva con il fermo di polizia, immediatamente portano tutti in carcere". "I nostri parlamentari, su quello che è il nostro massimo obiettivo di lotta, hanno avuto la dimostrazione che - checché siano le intenzioni di Alfano o di altri - la maggioranza è solo capace di aggravare la situazione attuale, e proprio nel corso di questo dialogo l'ha fatta sporca. Certo che se mi telefona Berlusconi e mi dice: guarda, noi facciamo questa, quest'altra e quest'altra cosa ancora sulla riforma della giustizia". "Non solo non ci sono trattative in corso, ma c'è una provocazione contro il dialogo"
    17:30 Durata: 34 min 53 sec
  • L'annuncio del ministro degli Esteri, Frattini, sulla visita in Iraq il 5 dicembre: "Io ero pronto ad andare immediatamente a Baghdad con Frattini per vedere Tarek Aziz, dopodiché sono passati dei giorni e adesso leggo questo. Io vado lì soltanto se lui ed io possiamo vedere Tarek Aziz"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    I rapporti con il Pd. La telefonata di Pierluigi Bersani. Ancora su Formigoni e sulle sue aspirazioni da ministro. Franco Frattini ha annunciato una visita a Baghdad in cui parlerà della situazione dei cristiani e della condanna di Aziz. Nella giornata di preghiera per i cristiani perseguitati nel mondo, il ministro degli Esteri ha confermato il viaggio in Iraq del 5 dicembre: "Guiderò una missione con Marco Pannella che fa onore all'Italia", ha spiegato. "Io onestamente non so se il 5 posso andare lì - dice Pannella - non mi è stato chiesto se il 5 fossi libero. Io ero pronto ad andare immediatamente a Baghdad con Frattini per vedere Tarek Aziz, dopodiché sono passati dei giorni e adesso leggo questo. Io vado lì soltanto se lui ed io possiamo vedere Tarek Aziz"
    18:05 Durata: 6 min 40 sec
  • Con il Pd "il dibattito o è un dibattito pubblico - ma non solo fra Bersani e me: Bersani, per esempio, sulla legge elettorale cosa fa? Loro tradiscono politicamente ogni giorno la delibera solenne e all'unanimità del loro Congresso che era una scelta importante e alternativa a quella dalemiana del sistema tedesco, ovvero alternativa alla strategia di unità nazionale"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sull'incontro previsto con il segretario del Pd. "Con Bersani già ci vedemmo un'altra volta, mezz'ora prima di scendere in piazza tra gli aquilani che erano venuti a Roma. Avevo avuto occasione di indicare a Bersani che la cosa importante era dichiararsi a favore di una tassa di scopo che gli aquilani chiedevano; appena scese tra la gente, chiese questa cosa e ciò fu molto apprezzato, perché avevamo colto l'essenziale delle richieste dei cittadini aquilani. Ma a parte questo, nulla. D'altra parte il dibattito o è un dibattito pubblico - ma non solo fra Bersani e me: Bersani, per esempio, sulla legge elettorale cosa fa? Loro tradiscono politicamente ogni giorno la delibera solenne e all'unanimità del loro Congresso che era una scelta importante e alternativa a quella dalemiana del sistema tedesco, ovvero alternativa alla strategia di unità nazionale". Un breve accenno all'articolo della Maglie sul Giornale e sui rapporti Radicali-Berlusconi: "Vorrei dire a lei e tanti altri che le cose notoriamente sono andate in un modo diverso. Berlusconi ha tentato con tutte le armi dell'amicizia, perfino convocandomi una mattina alle 7 e 30 a Palazzo Chigi, dicendo: 'E' vero che l'impegno che avevo era che avreste indicato voi il Commissario. Ma a questo punto, non lo puoi fare tu piuttosto che Emma?', etc. E dicendo anche: 'Io devo fare Giorgio Napolitano altrimenti mi mettono in galera, a mio fratello'. Questa cosa fu accettata quindi da Berlusconi perché gli fu imposta; il prezzo altrimenti sarebbe stato quello di rompere il rapporto che avevamo in quel momento". L'eventuale tempistica di una campagna della Lega per l'Uninominale. "Mi pare chiaro che il Pd non può sopportare un dibattito interno o esterno sulle sue cose, ed è questo che è venuto maturando. Quando leggo che si rimprovera a Veltroni di avere lasciato come eredità al Pd l'acquisto dei Radicali, torno a dire che la politica di Veltroni è stata quella di liquidare il Governo Prodi e la presenza di Prodi con annunci anticipati del nuovo, maggioritario, Pd - la legge e il comportamento 'Veltrusconi', come lo chiamammo subito -; e dall'altra il tentativo di portare la nostra collottola Oltretevere. Loro infatti negarono a noi che eravamo stati determinanti per fare vincere l'Unione contro Berlusconi di avere una nostra lista come invece facemmo con la Rosa nel Pugno". "La verità è questa. La verità è pure che Formigoni fa il quarto mandato, e tutto si mobilita, con l'aiuto delle componenti 'santoriane' del regime, diciamo dei fascisti di destra e di sinistra. Questa è la realtà"
    18:12 Durata: 10 min 15 sec
  • "Le notizie che mi danno è che il contratto per Roberto Saviano finisce tra due settimane, dopodiché la cosa è chiusa. Perché? Perché 'Vieni via con me' ha 9-10 milioni di spettatori, e a questo punto l'aiuto e la funzione di regime di Santoro, di Ballarò e del povero Vespa, con magari un po' Matrix pure, rischia di essere mandato all'aria". "Saviano è l'alternativa, è l'altra Italia". "Per me Saviano oggi è come Manzoni quando c'è stato"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella: "Le notizie che mi danno è che il contratto per Roberto Saviano finisce tra due settimane, dopodiché la cosa è chiusa. Perché? Perché 'Vieni via con me' ha 9-10 milioni di spettatori, e a questo punto l'aiuto e la funzione di regime di Santoro, di Ballarò e del povero Vespa, con magari un po' Matrix pure, rischia di essere mandato all'aria. Saviano a mio avviso al nostro Paese ha dato un romanzo - 'Pannella torna a esagerare', ma io ho ragione solo quando esagero - nel senso che i Promessi Sposi erano un romanzo, ma poi i personaggi erano appartenenti alla società; era di ispirazione cattolico-liberale. Saviano ha fatto un ingresso nella letteratura italiana e non solo, visto il successo enorme che ha avuto il suo testo, influenzando la cinematografia, ha dato un apporto fondamentale al lavoro di Maroni, perché per quanto riguarda la realtà di Caserta, con il romanzo, con il film - che non visto -, si è resa popolare una cosa che restava tipicamente nel 'tutti lo sanno ma nessuno ne parla', rincuorando quindi il senso di una lotta alla radice contro le mafie (e non solo la mafia di cui si continuava a parlare). Il problema si gioca manifestamente sulla speranza, la pretesa o il timore, che lui abbia una solidità eroica, anche psicologica, nella condizione della sua esposizione che sicurissimamente è grande, nel fatto che lui porta alla luce (delle realtà, ndr): Maroni ha confermato anche tutte le cose sulla Lombardia, dicendo però - ed ha ragione - che potevano dire che il luogo in cui si riunivano attorno al tavolo a ferro di cavallo quei mafiosi della 'ndrangheta (divenuti noti per un video delle forze dell'ordine) era un circolo Arci presieduto da uno del Pd. Maroni non ha smentito Saviano, lo ha precisato". Ora a Saviano "si rende la vita difficile, perché fa 10 milioni di spettatori". "Dopodiché il massimo di share di tutta la trasmissione è stato prima per quegli splendidi 5 minuti televisivi di Don Gallo, e poi per Mina". "Il letterato, il manzoniano-sciasciano, che compare in questo momento nella storia della nostra società, è sicuramente di un valore storico - ne sono sicuro - per le sue qualità letterarie e i suoi contenuti politici equivalenti al cattolicesimo liberale che qualificò il Risorgimento di più di quanto non lo qualificarono Cattaneo, Mazzini o Garibaldi. Oggi si sta liquidando la presenza di Saviano. E io voglio dire a Saviano: la mia ragionevole e ragionata ammirazione, la mia vicinanza per il poco che conta, è totale. E voglio dire che questa storia di un contratto per quattro settimane è inqualificabile. Noi stiamo parlando di cose intollerabili, e rientra in ciò anche la questione sul fronte Saviano, cioè Rai e realtà italiana, perché non lo amano neanche a sinistra, pure se lo usano; lui, in Lombardia, non starebbe come Bersani, come Penati e come tutti, a rispettare il patto di sangue partitocratico con quel politicamente e criminalmente poco di buono che è Formigoni". "Saviano è l'alternativa, è l'altra Italia". "Per me Saviano oggi è come Manzoni quando c'è stato. Lo dico per le sue qualità letterarie, di intelligenza profonda; quello che lui racconta è anche in alcuni momenti poesia, ma io preferisco dire 'poiesia', è creativo, che poi è la caratteristica dei grandi romanzi civili. Come fu Dickens rispetto alla Rivoluzione industriale"
    18:22 Durata: 15 min 44 sec
  • Nessuna "svolta" del Papa sul preservativo: "Loro infatti del rapporto male minore-male maggiore, in modo blasfemo hanno taciuto, quando in intere zone del mondo hanno raccontato che la castità era l'unica alternativa all'Aids, che non si poteva usare il preservativo, che occorreva unirsi sessualmente e procreare"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le parole del Papa sull'uso del preservativo: "Non c'è una svolta - dice Pannella - questa è una distrazione, una piccola topica che è sfuggita al Papa. Lui cosa ha detto? 'Ma certo, se c'è la prostituta'; subito, per quel mondo, se si tratta di sesso si va a parlare di questo, non di amore, perché loro sono ossessi dal sesso e lo vedono come demoniaco, come sporco, tant'è vero che ha avuto una utile precisazione oggi Buttiglione. Buttiglione ha detto: 'No, un momento, fa parte della dottrina della Chiesa la considerazione tra male minore e male maggiore'. E aggiunge: 'Quindi, nel momento in cui c'è il male dell'andare a puttane, la cosa più grave sarebbe quella di diffondere ulteriormente l'Hiv'. Questa precisazione è molto opportuna. Ma è anche un po' urgente. Se n'è accorto un po' tardi. Loro infatti del rapporto male minore-male maggiore, in modo blasfemo hanno taciuto, quando in intere zone del mondo hanno raccontato che la castità era l'unica alternativa all'Aids, che non si poteva usare il preservativo, che occorreva unirsi sessualmente e procreare". "Il grande nemico di questa concezione è il concepire responsabilmente". "Vorrei dirlo al Papa e a tutti quanti: ma vi siete resi conto che voi vi siete occupati di divorzio e di aborto quando vi abbiamo costretto noi? Quando contro il flagello dell'aborto di clandestino, di massa e clericale, a questo punto avete reagito. Ma prima non bisognava parlarne, era vietato. Allora dico che questo è lo scontro, ed è lo scontro della religiosità contro una scelta feticistica e simoniaca alleate. Il feticismo è quello di tutelare non la persona - il padre e la madre, le persone che si amano - ma tutelare l'embrione e lo zigote dalla possibilità di un intervento. Quando questo Papa venne, io dissi: tra l'altro potrebbe accadere che proprio questo, nel suo pontificato, si converta. E magari da lui possono venire delle sorprese. Ma questa non è una svolta, è una topica, una debolezza. Subito tutti dovrebbero pensare all'Africa, alla moglie e al marito di lì, altro che alla prostituta". Pannella passa a fare un ragionamento solo in parte afferente: "Sulla linea Casini-Fini-etc., ha ragione un altro democristiano, siciliano, Calogero Mannino che per primo ha detto: 'La linea Casini-Fini è una linea, e lo dico da democristiano che di fatto ha difeso i dati laici di quel ventennio, una operazione neoclericale'. Ed è vero che è così. Infatti Casini ha preso la parola contro Saviano perché ha fatto parlare Mina Welby". Il clericalismo in Puglia: "Anche in Puglia, bisognerebbe che anche Nichi (Vendola, ndr) ci starebbe un po' attento come dicono Lannes e Vulpio. Oggi ho sentito Nichi giustificare la cosa di Taranto con l'intervista della domenica fatta alle 13e30 a Sky tv. Lui ha detto: 'Si, ma quella del San Raffaele del Mediterraneo è cosa notissima. La cosa è semplice - è il suo argomento - come è noto, Taranto è il centro dell'ira di Dio per curare le malattie; all'interno di questo c'era un'opera sanitaria di un religioso che aveva creato questo, e quando lui se n'è andato è stato naturale offrire tutto questo a monsignor Verzè'. Questa è la tesi. Il problema, comunque, è che questo bene pubblico è stato ampliato di molto e dato a Don Verzè come fatto privato; è stato tolto alla proprietà, se non al possesso, della Regione Puglia". Le inchieste di Maurizio Bolognetti in Puglia
    18:38 Durata: 16 min 7 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella sugli appuntamenti della settimana: "Lunedì e martedì ci sarà questo convegno sulla giustizia organizzato da Radicali italiani. Poi sabato e domenica ci sarà il quarto Congresso di Certi Diritti, con la presenza anche del movimento omosessuale di Mosca. Verranno anche i rappresentanti del mondo ugandese dei diritti civili". "Domani sono previsti due minuti e mezzo di Emma Bonino a 'Vieni via con me', nella penultima puntata di Saviano". L'ideazione dell'iniziativa per l'anagrafe pubblica degli eletti a partire dal caso di Daniele Capezzone. "Adesso nei primi 10 della Camera ci sono tutti e 6 i nostri parlamentari". L'organizzazione del Congresso del Partito radicale nonviolento, transnazionale e transpartito, da fare a Roma. I rapporti con il Pd: "Quello che manca al Pd è il dibattito pubblico sulle proprie cose, che sono anche le nostre cose e della politica italiana. C'è una richiesta: c'è un seminario a inizio di dicembre del gruppo parlamentare Pd, con Bersani, Amato e Prodi; visto che noi facciamo parte di quel gruppo parlamentare con una delegazione autonoma, voglio poter andare allo stesso titolo di Prodi, Amato e Bersani, non da solo ma presumibilmente anche con qualcun altro del momento politico (non parlamentare) della galassia, Marco Cappato per esempio"
    18:54 Durata: 17 min 53 sec