Rassegna stampa estera

Quel giorno gli scrutatori di Radio Radicale mercoledì due febbraio questo appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale a cura di David Carretta anche l'edizione di oggi sarà ampiamente dedicata
All'Egitto ieri
Un'enorme manifestazione al Cairo diversi giornali parlano ormai di una
Imminente
Caduta del presidente Hosni Mubarak già
Ieri c'erano alcuni segnali in particolare dopo che
L'esercito verrà annunciato che non avrebbe sparato contro
I manifestanti
Sarebbero molti figli temi da approfondire chi è per esempio il leader dell'opposizione per altri dell'oggi
Spiega che
L'Amministrazione Obama sta cercando di capire se Mohammed del Baradei possa essere un
Interlocutore
Affidabile o meno cioè ci sono poi manovre diplomatiche molto esitante i degli
Europei che chiedono soprattutto stabilita nonostante il regime di Mubarak sia in profonda crisi non parlerò parleremo però soprattutto di un tema cioè
Due visioni in qualche modo della politica estera del mondo quella realista che chiede prudenza e stabilità e quelle invece più democratica
Alcuni la definivano ebbero neo conservatrice altri invece
Più attenta ai diritti umani leggeremo editoriale dalle mondo di oggi secondo cui quando c'è un dittatore occorre chiamarlo così come
Dittatore
Vedremo anche Libération ieri ed editoriale dal titolo
Eroismo poi il Times quotidiano conservatore
Britannico che spiega che le conseguenze dei problemi di Mubarak per la pace in Medioriente dovrebbero inquietare Israele e l'Occidente infine
Ci
Soffermeremo su un'analisi di dite una Racman columnist del Financial Times
La democrazia
E di ritorno è tornata di moda ma questa democrazia e difficile da maneggiare
Altri temi di cui ci occuperemo sono indirettamente legati
All'Egitto parleremo di
Tunisia confidiamo islamisti che escono dall'ombra e poi di Giordania con il Rea sulla che ha licenziato ieri il suo Governo vedremo un pezzo dall'International fino al trilione ma partiamo dall'Egitto e dall'editoriale di oggi di le monde dal titolo
è necessario chiamare un dittatore dittatore gli eventi in Egitto e Tunisia pongono alle democrazie occidentali una domanda importante fondamentale
E cioè se si deve praticare una diplomazia pubblica al servizio dei valori universali oppure degli interessi in altre parole se la bandiera delle libertà pubbliche di diritti umani debba essere tenuta in tasca tirata fuori a metà oppure sbandierata in permanenza
Se occorra essere discreti V incisivi su questa questione
Non è per le mondo solo una questione di morale o fedeltà alle proprie convinzioni
E va anche della difesa dei nostri interessi materiali e strategici per aver rifiutato di puntare pubblicamente il dito contro la natura del regime tunisino cioè un accredito Grazia brutale la Francia pagherà un apprezzo nella Tunisia di domani per aver sostenuto a fondo il regime di Hosni Mubarak
Negli Stati Uniti saranno sulla difensiva nell'Egitto di domani americani europei sono
Hanno subìto un'evoluzione su questa questione dopo la Presidenza di Jimmy Carter tra mille novecentosettantasei il mille novecentottanta
La difesa dei diritti umani nell'Unione Sovietica come ha altrove divenne uno degli elementi centrali delle diplomazie occidentali
Era la trasposizione ufficiale di una corrente di idee che aveva avuto origine in ONG come mensa so frontières Medici senza frontiere
Prima di sfociare alla fine della guerra fredda sulla riflessione
Sul dovere ho diritto di ingerenza in nome della difesa dei diritti umani est era stato rivoluzionato il sacrosanto principio della sovranità degli Stati
Lo si era fatto a parole attaccando pubblicamente le dittature del pianeta e lo si era fatto con difatti boicottando le
In diverso sì modi ma nella sua espressione più radicale questa attitudine che
Le mondana spesso difeso
Era anche quella dei neoconservatori americani ben prima degli attentati dell'undici settembre due mila uno
I neocon non avevano smesso di stigmatizzare la compiacenza per gli Stati Uniti nei confronti dei regimi
Del Sudan dell'Egitto della Cina ma
Proprio grazie o per colpa dei
Io conservatori spiega nel mondo c'è anche stato un cambio di rotta che ha preso la forma di una critica della difesa dei diritti umani a tutti i costi
La diplomazia di Paesi come la Francia gli Stati Uniti non può essere guidata dall'unica preoccupazioni e della democrazia dei diritti umani
La politica estera di uno Stato che pretende difendere i suoi interessi anche i suoi valori deve parlare a tutti anche regimi più dette stabili
E così la diplomazia pubblica occidentale ha ripiegato la bandiera dei diritti umani
Il nome del realismo degli interessi economici della stabilità strategica e di un relativismo culturale incentrato sulla convinzione che l'uomo bianco avesse
Troppo predicato durante l'era coloniale per continuare a predicare in questi tempi moderni la retromarcia però è andato troppo oltre scrive le Monde
Le manifestazioni del Cairo di Tunisi inviano un messaggio chiaro alla scuola realista della diplomazia occorre chiamare un dittatore dittatore farlo sempre e a voce alta così
Tra l'altro le Monde e uno dei giornali che almeno in questo momento non esita a chiamare un dittatore dittatore in particolare lo signor Barack è Libération altro quotidiano francese
In un editoriale di ieri dal titolo eroismo Leni in scrive libri lei mi indicherà un po'esperto in materia aveva ragione
Quando quelli che stanno in basso non vogliono più e quelli che stanno in alto non possono più la rivoluzione Tricom fatti il popolo egiziano ha dichiarato con forza e coraggio
Che non vuole più l'esercito egiziano con intelligenza un po'anche costretto proclamato di non potere più
La rivoluzione d'Egitto in marcia l'alta marea della libertà spazza via di fanatici del raìs come un tempo il Mar Rosso aveva
Ha negato quelli del faraone molti continueranno a dire che i valori democratici non sono universali ci saranno ancora delle Cassandre per denunciare dietro la rivolta popolare
L'ombra silenziosa dei fratelli mussulmani in una società egiziana in cui il fondamentalismo progredisce da decenni il rischio c'è ma questo per di beh non è il momento
Delle profezie lugubri che da settimane sono smentite con Gloria dall'insurrezione dei popoli
L'ora è quella della celebrazione di terrorismo popolare che fa tremare i tiranni e la storia una grande luce arriva all'improvviso dall'Oriente assistiamo a un nuova Alba così tra l'altro Liberazione il suo editoriale entusiasta di ieri più prudente invece il Times quotidiano
Salvatore che in qualche modo si scrive tra i realistiche Egitto il mondo le conseguenza dei problemi di Mubarak
Per la pace in Medioriente dovrebbero preoccupare Israele e l'Occidente scrive
Il Times ha visto ogni anno quando il tempo migliore agli ebrei si incontrano per festeggiare una
Delle loro ricorrenze più importanti la Pasqua ebraica commemora il passaggio dalla schiavitù in Egitto alla libertà nella terra promessa
Anche per quelli che non credo non racconto biblico il significato geopolitico di questa storia è chiaro dai tempi antichi la politica dell'Egitto il destino del popolo di Israele sono intrecciati
Chi preferisce le mappe i testi religiosi o alla storia posare le cartine geografiche giungere alla stessa conclusione rispetto all'Egitto Israele minuscolo Gaza si può appena scorgere
Non ci può essere pace in Medioriente
Se la pace non è la politica del Governo egiziano scrive il Times
Secondo il quale
Questo principio ciò che ha ispirato il sostegno ci dentale un regime egiziano che nella maggior parte degli altri casi non merita l'appoggio delle democrazie liberali
E questo che rende Israele molto nervoso sugli sviluppi interno all'Egitto con il premier Benjamin Netanyahu che ha
Dato ordine in modo inusuale ai suoi ministri e di non rilasciare alcun commento sulla situazione attuale in Egitto
E questo che mette l'Occidente di fronte al nuovo dilemma da quando al noir saldate deciso di fare la pace con il suo vicino
L'accordo con l'Egitto è stato centrale per la sicurezza di Israele ed esempio di saldate Stato centrale
Per la speranza che un giorno si possa arrivare con successo allo scambio terra il cambio di pace insomma
è facile vedere la minaccia regime di Mubarak come una minaccia alla stabilità della Regione
Per il Times se gli islamisti dovessero riuscirà a prendere il potere al Cairo una politica più aggressiva contro Israele potrebbe diventare la politica ufficiale dell'Egitto
Un governo dei fratelli mussulmani anche se non dovesse dichiarare ufficialmente guerra potrebbe facilmente decidere di non essere più interessato nella pace
In Israele questa prospettiva è guardata come un mutamento fondamentale della sua situazione di sicurezza
Ma i manifestanti contro le violazioni di diritti umani del Governo egiziano comprensibilmente non sembrano vedere se stessi in questo modo la politica nei confronti di Israele non è la ragione per cui i manifestanti sono scesi in strada ed incerto non saranno gentili in futuro con quelli che
Cercano di sacrificare le loro ambizioni per ragioni di politica estera questo per il Times rende molto più difficile la scelta dei politici occidentali oggi o sostengono l'attuale regime allineandosi
Alienando sì una generazione di egiziani e probabilmente la futura classe dirigente del Paese
Oppure abbandonano Mubarak perdendo qualcuno che a lungo è stato visto come un muro a difesa della pace ciò che rende la scelta ancor peggiore
E che avrà un impatto in altri luoghi dove governi non democratici perseguono politiche estere moderate come in Giordania
Non esiste alcuna politica perfetta né una politica senza rischi
A Washington è ancora vivo il ricordo della caduta dello Scià era ogni anno e la calamità che ne seguì cioè la rivoluzione islamica
Ma l'Occidente deve fare una scelta politica sulla base dei suoi interessi e sull'Egitto non può semplicemente permettersi di aspettare
Di vedere come andrà a finire secondo il Times l'Occidente farebbe bene a capire
Che un regime autoritario come quello di Mubarak può essere un partner per un certo periodo ma non può essere un elemento stabile di un Medioriente pacifico Giorgio da più Bush aveva ragione credere che democrazia e pace siano interconnesse
Poi l'Occidente deve evitare un collasso un crollo violento del regime che porti a un nuovo potere deciso dalla rivolta nella strada l'Iran è un esempio terribile
Un
Esempio terribile rispetto agli scenari che si possono aprire forse vale la pena accettare che un nuovo regime
Possa non essere tanto a favore del processo di pace quanto quello di Mubarak se questo serve evitare un disastro in stile iraniano così
Conclude il Time su questo
Editoriale per una riflessione però più più generica sui dittatori da chiamare dittatori da definire come tali e sul reale ragioni di Real politiche che
Indicano come soluzione meno peggio in un certo senso una transizione coordinata come viene chiamata
Dalle diplomazie
Beh chi dona Racman diedi pubblicava un dell'articolo sul Financial Times la democrazia e diritti e di ritorno torna a essere di moda ma quanto è difficile da maneggiare
Scrive Racman ci sono volute appena sei settimane affinché l'arresto di un giovane venditore di frutta in Tunisia innescasse una catena di eventi che ora minaccia di rovesciare il Governo in Egitto guardare la rivolta contro le l'autocrazia che contati già il mondo arabo e cosa eccitante incoraggiante e anche profondamente allarmante per le potenze mondiali maggiori
Che in un modo o nell'altro adorano tutte lo status quo la difficoltà per gli Stati Uniti ovvia
Nella loro qualità di unica superpotenza mondiale principale sponsor esterno di Mubarak gli Stati Uniti sono sotto osservazione ma la crisi in Egitto è anche fonte di ansia per i leader europei
E perfino per quelli cinesi gli europei spiega il columnist del Financial Times da tempo sono consapevoli che il loro un continente che invecchia
SISS che solo un piccolo mare separata da un continente molto più povero giovane Nordafrica al mondo arabo l'Europa Easy sono lavati le mani di fronte alla stagnazione politica ed economica
Di Paesi come la Tunisia ed Egitto ma hanno cooperato in modo stretto con la leadership di questi Paesi nello sforzo di combattere tutto dal terrorismo all'immigrazione illegale
Rimangono le foto dei leader europei o Çeku ossequiosi di fronte tagli autocratici arabi nel lungo periodo l'emergere di società più libera e dinamica sull'altra sponda del Mediterraneo potrebbe costituire un enorme vantaggio per l'Europa
Ma nel breve periodo prevalgono i timori di una crisi politica e sociale anche i cinesi secondo raccoglimento cinesi che stanno molte migliaia di chilometri di distanza dall'Egitto
Anche i cinesi sono preoccupati da ciò che sta accadendo nelle strade del Cairo e questo perché vedere i manifestanti pro democrazia occupare piazza Tahrir ricorda gli eventi di piazza Tienanmen del mille novecentottantanove
Certo l'economia cinese molto più dinamica di quelle Gizzi Anna ma ci sono elementi nella rivolta in Egitto che sono che costituiscono campanelli d'allarme per Pechino
Per esempio la furia popolare contro la corruzione gli effetti destabilizzante dell'aumento dei prezzi del cibo la disoccupazione giovanile alla capacità di internet di mobilitare le proteste il divario tra le élite dal Governo e i cittadini comuni
Certo improbabile che il contagio attraversi
Tanti continenti fino ad arrivare in Asia ma la battaglia delle idee tra democrazia e autoritarismo e di nuovo un punto di svolta
E ironico secondo pignorati maniche i movimenti democratici nel mondo arabo siano rispunta Tiziano esplosi proprio nel momento in cui l'autocrazia
Era tornata di moda Francis Fukuyama le cui tesi sulla fine della storia avevano semplificato il trionfalismo democratico del mille novecentottantanove di recente aveva scritto un articolo in cui lo dava la capacità della Cina di prendere decisioni complesse in modo rapido di farlo anche in modo corretto
Fukuyama lamentava
Anche che la democrazia americana non riusciva più ad essere un modello se il Governo è diviso e non riesce a governare tra le altre cose è uscito sempre di recente un libro di
Dame Pisa Mojo come l'Occidente è stato perso
In cui l'autrice lamenta la follia economica delle democrazie occidentali e loda il dinamismo della Cina
Nel contesto del più ampio dibattito sulla democrazia l'autoritarismo prosegue Racman vedere i manifestanti nelle strade del Cairo chiedere libertà dovrebbe essere rincuora ante per l'Occidente
I neocon hanno sempre sostenuto che il mondo arabo non può essere per sempre un'eccezione rispetto
Alla diffusione globale della democrazia poi però si scopre che le cose sono un po'più complesse
Un Egitto democratico per esempio molto probabilmente sarà più stile agli Stati Uniti la prospettiva di un nuovo Causin Medioriente l'ultima cosa di cui il Presidente Obama ha bisogno
Gli sforzi per affrontare le nuove sfide come la Cina potrebbero essere minati da una nuova crisi
Nella regione il pensiero americano sull'Egitto ovviamente condizionato da ricordi della rivoluzione iraniana di barra AL in Occidente
Sa anno avevano salutato la caduta dello Scià salvo poi essere costretti a ricredersi quando hanno visto ciò che ne è seguito
E sono regime della Regione che
Oggi sarebbe contento di una caduta di Mubarak è proprio quello iraniano eppure ricorda Racman l'Iran non è il solo esempio di rivolta popolare
Che ha avuto successo contro un'autocrazia nel mondo islamico l'Indonesia è un'alternativa nel mille novecentonovantotto regime Suharto trentadue anni al potere
Venne rovesciato e oggi l'Indonesia una democrazia funzionante sempre più prospera insomma può accadere
La rivolta in Egitto indubbiamente un momento pericoloso neanche l'evento più carico di speranze nel mondo arabo da decenni a questa parte così
Li devono raccogliere sul Financial Times
Non abbiamo più tempo di approfondire Tunisia
E Giordania in Tunisia islamisti escono dall'ombra in Giordania il re ha licenziato il Governo però oggi ci fermiamo la David Carretta una buona giornata l'ascolto di Radio Radicale