Centocinquanta anni di Italia. L'unità da compiere

Questa giornata di discussione
Prima di leggere la mia introduzione vorrei ringraziare
I relatori che hanno accettato di
Partecipare con noi questo incontro
Vorrei ringraziare tutti voi credo sono moltissimi giovani questa fa particolarmente piacere visto il tema
Che oggi affrontiamo
E
Dare anche qualche abbisogna ai naviganti in considerazione di un impegno
Istituzionale improrogabile di Tremonti abbiamo deciso di riportare un po'la scaletta del del convegno quindi di non fare la tavola rotonda finale perché non sarebbe stata
Possibile ma di dare a ciascuno dei relatori la parola in ordine al successivo
Questo con
L'unica eccezione di Stefano Folli che ancora però non vedo concetti no
Che doveva condurre la tavola rotonda e al quale io ho chiesto
Perché non volevo che mancasse la sua la sua voce ho chiesto di rivolgere a tutti non solo I tre nostri interlocutori della tavola rotonda tutti le due tre domande che avrebbe comunque posto
In quel momento e quindi i lavori si svolgeranno secondo questo ordine
Prego allora la mia introduzione
Non può che essere motivo di grande amarezza dover constatare come avvicinandosi la data del centocinquantesimo anniversario della nascita dello Stato italiano
Il mondo politico non abbia trovato di meglio da fare che dividersi sul fatto se il diciassette marzo dove sono essere considerata una festa
Riflessioni approfondimenti analisi sono state riservate alla buona volontà del mondo accademico
Lasciando sostanzialmente solo il Presidente Napolitano nel tentativo istituzionale insieme intellettuale di ricostruire la centralità per la nostra presenti verità pubblica dell'evento unitario
Se ciò accade se cioè accaduto vuol dire che intorno alla nostra unità
Nazionale aleggiano ancora grandi nodi irrisolti che essa
Dunque non è soltanto da celebrare ma è ancora per tanti versi da compiere
Perciò siamo qui oggi per tentare di dare un piccolo contributo a spezzare questa colpevole afasia coinvolgendo le principali leadership politica in un Comune confronto
La nostra è stata per secoli una nazione senza Stato
Terrei genti legate da quel comune sentire che Carducci ha definito espressione letteraria
Che ha permesso ai popoli italici di unirsi attraverso la lingua già molto tempo prima di raggiungere l'unione politica
La prima Italia si chiama dunque Dante e Petrarca
La scuola denuncia dell'assenza di una struttura di comando unitaria ed efficiente la nave senza nocchiero
La violetta stigmatizzazione degli odi civili che corro devono le membra della penisola la celebrazione delle virtù repubblicane come base della legittimazione politica hanno disegnato attraverso i loro versi la stella polare che ha preparato la nostra unità
I versi del Petrarca che ispirarono la pagina finale del principe di Machiavelli
Pongo come una profezia
Virtù contro a Furore prenderà allarme e Fini al comma ter corto che l'antico valore negli tali Chico non è ancor morto
I poeti dunque furono i primi ad alzarsi sopra le divisioni le discordie che dilaniano le terre italiane i numeri la superiore unità della nazione
Italiani si ameranno e si libereranno perché i poeti li avranno prima armati con le parole
Perciò giustamente il Presidente Ciampi nel suo messaggio il trentuno dicembre due mila cinque rilevava siamo eredi di un antico patrimonio di valori cristiani e umanistici fondamento della nostra identità nazionale
Eppure alla fine
Talmente inverata siamo imprevedibilmente passati da una nazione senza Stato ad uno Stato senza nazione
è il paradosso di Porta Pia che ancora pesa sulla nostra storia luogo della memoria unitaria ma anche barricata dell'anima permanente pretesto di lacerazioni tutto
L'eterna lotta tra Chiesa e Stato che faceva soffrire Dante si deposito in uno scontro che lasciava aperta sia l'incompletezza dello Stato che della nazione della quale la Regione era fondamento
La questione romana venne dopo lunghi decenni alla fine con i patti tra lo Stato la Chiesa è risolta dal punto di vista istituzionale ma non lo fu mai del tutto dal punto di vista culturale
Per troppo tempo e ancora oggi siamo rimasti chiusi nella gabbia mentale di Porta Pia trascurando negando come gli ideali del Risorgimento avessero unito cattolici liberali
Che il Risorgimento dunque dovesse considerarsi un loro comune legittimo figlio
Da parte laica ha giocato una sorta di complesso del vincitore che ha impedito di riconoscere che
Costante l'ostilità della comunità cattolica e le diseguaglianze tra nord e sud l'unificazione statale l'unità nazionale non coincideva
Da parte clericale è arrivato l'errore opposto Porta Pia diventato lo specchio deformante dietro al quale nascondere che seppure la fase finale del Risorgimento era stata se dei riscontri anche sanguinosi
Il processo unitario si era ricevesse nutrito contro il mondo cattolico scontri sanguinosi il processo unitario si era però nutrito in modo sostanziale del pensiero cattolico
Manzoni Cattaneo a Gioberti e Rosmini Mazzini Ricasoli sono solo alcuni nomi non c'è atteso Stevie nel grande movimento richiamiamo Risorgimento
Ma sono sufficienti a rendere evidente pure all'interno di una polifonia di proposte la convergenza dell'umanesimo cristiano di quello liberale repubblicano democratico nelle tessere attraverso i fili
Già tessuti da Dante da Petrarca la trama etico politica dalla nuova patria comune
Qui la mia elezione propongo il ricordo di una lettera di Ricasoli del settembre del sessantuno nel
Nella quale successore di Cavour in via Pio IX
Una una corsa considerazioni molto importanti qui tralascio le troverete una relazione scritta se non nella parte finale
In cui si dice
L'Italia vi darà assente sicure libertà intera grandezza nuova l'Italia vera al Pontefice ma non potrebbe arrestarsi innanzi al principe e lavoro rimanere cattolica l'Italia ma vuole essere libera ed indipendente nazione
Queste frasi ma ancora di più quelle che ho saltato dimostrano esattamente quello che è la tesi che sto sostenendo setto cioè una dimostrazione di quanto l'ideale della nazione fosse l'espressione comune del pensiero cristiano di quello liberale
Viceversa liberalismo e cristianesimo fonte primigenia dalla nostra identità unitaria finirono per separarsi come Romolo e Remo al momento della realizzazione del sogno che era stato comune
Perciò oggi per compiere davvero l'unità d'Italia
Bisogna avere il coraggio di tornare al DNA del Movimento risorgimentale andando oltre le barricate che da Porta Pia in poi tengono ancora in gabbia il nostro discorso pubblico lacerante non è la pregiudiziale contrapposizione tra laici e cattolici
Come era inevitabile dato quest'inizio ma come non era nel pensiero dei padri risorgimentali il mito dello Stato da Crespi a Giolitti assunse l'assoluta primazia nel discorso pubblico italiano
Quello della nazione invece fu costretto a scorrere emarginato nel sottosuolo
Non c'è dunque da stupirsi se proprio adesso dopo la tragedia dalla Grande Guerra venisse dal fascismo fatto esplodere contro lo Stato dietro l'apparente verità del Risorgimento tradito
Sarebbe cieco non rilevare che con il fascismo a molti italiani al sud comando sembrò per la prima volta realizzata l'unità della nazione e non si finirà mai di ringraziare Renzo De Felice per i suoi studi
In ogni caso ben presto la storia impose agli italiani di accorgersi che il mito della grande proletaria anticapitalista antiebraica antiamericana nega Valera dice l'umanesimo che aveva fondato lo spirito nazionale italiano
Che il nazionalismo fascista stava la nazione come il terremoto la terra e che infine non può esserci nazione laddove non esiste libertà
Ma anche dopo l'esperienza fascista
La storia italiana parve segnata dall'eterno ritorno della mancata integrazione tra Stato e nazioni
Non per nulla l'otto settembre divenne la metafora del crollo radicale di ogni regola valore senso comune di appartenenza a una medesima comunità istituzionale morale non era la prima volta non sarebbe stata l'ultima
Il tempo tra resistenza segna certamente una rottura epistemologicamente ciò che suggeriamo una parte della nostra cultura di battezzarla come secondo Risorgimento
Ma come sappiamo neanche allora l'Italia e riuscì a creare i presupposti di una comunità dei valori condivisi perlomeno dei prezzi dei valori condivisi nel lungo periodo
Già nel CNN comunque le divisioni ideologiche che avrebbero poi dominato l'era della guerra fredda cominciarono a scandire l'alfabeto della loro alterità
La forza dei padri costituenti fu quella di condividere un grande senso dello Stato di privilegiare sempre la mediazione allo scontro ed è ciò che ancora oggi ci permette di guardare alla Carta come un grande modello di etica pubblica
La loro debolezza fu invece quella di rappresentare forze politiche che una volta sottoscritto alle comuni regole si preparavano a dar voce a valori e filosofie opposte non semplicemente a programmi competitivi a valori e filosofie opposte quasi si trattasse di due diverse nazioni
Tornerò poi su questo
Ci fu però perché
Prima voglio segnalare un'eccezione ci fu però nel dopoguerra un periodo appunto eccezionale un tempo nel quale l'integrazione tra Stato e nazione sembra finalmente contezza fu il tempo della ricostruzione
E ciò che conforta la nostra tesi sul primo momento storico ad un'unità in poi ad essere guidato dall'attiva collaborazione tra due grandi esponenti del pensiero cristiano e di quello liberale appunto Alcide De Gasperi Luigina
L'etica della responsabilità e le virtù del civismo repubblicano diventarono un dover essere
L'economia sociale di mercato fu la stella polare di un nuovo paradigma politico nonché mancassero ovviamente disagi disperazione criminalità aggressive ma nei primi anni cinquanta il pensare positivo si diffuse come un contagio
Lo spirito italiano anche quando espresso con candida furbizie
Sentiva che nessun ostacolo impossibile da superare se il nostro genio la nostra fonte sia
Persino la sregolatezza dalla nostra arte di arrangiarci venivano messi al servizio della solidarietà comunitaria e sottratti al corporativismo all'egoismo alla diffidenza sociale
L'immaginario collettivo ben disegnato anche dal nostro cinema era fortemente orientato al bene comune la nazione si sentiva Stato e lo Stato al servizio della nazione
Ma full
Già nel passaggio da De Gasperi a Fanfani lo Stato si impegna in una svolta dirigista mostrando le stigmate di quella che sarebbe poi diventata la soffocante pervasività della politica rispetto alla società economica e civile
Del resto le campane della guerra fredda erano già sulla
E le due nazioni quell'atlantiche quella comunista cominciavano a contendersi palmo a palmo la roccaforte dello Stato
Mai però come detto venne meno da parte di questi duellanti quel comune senso dello Stato che aveva forgiato il compromesso repubblicano a differenza di oggi
La Costituzione aveva delineato un equilibrio capace di reggere anche gli urti della storia successivo
Se affermo così pur nella guerra fredda una sorta di patriottismo costituzionale
Per la verità molto costituzionale e poco patriottico nella cultura nella società infatti il concetto di patria e anche quello di nazione vennero lasciati in gestione alla destra che era però fuori dal cosiddetto arco costituzionale
Persino il Tricolore manifestazioni ufficiali a parte era meglio circolasse troppo nelle piazze come seri che se richiamare l'Italia nei suoi simboli come soggetto storico morale potesse turbare il compromesso istituzionale sul quale si leggeva il sistema
Così dagli anni sessanta in poi l'Italia torno con tutta evidenza a manifestarsi con uno Stato senza nazione anzi per essere più precisi uno Stato con due nazioni
Una democrazia vincolata dal dettato costituzionale ma fratturata in due distinte comunità di valori separate non solo dal bipolarismo mondiale USA e URSS ma anche da miti sentimenti letture modelli di vita
Ciascuna riteneva di essere alla RAI ne esce ed era pronto a combattere l'altra come Roma
Ma nessuno Stato anche migliore può reggere a lungo senza un costante riferimento alla sua missione
Così era inevitabile che se si confrontavano due nazioni ben presto sarebbe emersa la necessità psicologica di due Stati
Non senza efficacia infatti la politica la politologi e l'appunto chiamata teoria del doppio Stato
Accanto dentro e sopra le istituzioni da la Repubblica c'era formato un potere parallelo che attraverso reti segrete di protezione corruzione collusioni mafiose insomma un complotto permanente costituiva il reale governo del Paese
Cresciuta nelle fumose elucubrazioni della sinistra antagonista questa teoria finito lentamente per conquistare sempre più spazio nella politica e nei media
Fino a favorire una vera e propria storiografia alternativa che ha letto la nostra storia come un unico grande filo rosso che dalla Resistenza tradita porta fino a Tangentopoli
Quanti danni abbia creato questa mitologia la nostra vita pubblica e appena il caso di ricordare
Ciò che più è importante osservare che con il tempo essa si è talmente diffusa da diventare una sorta di ideologia nazionale se è vero che oggi
Anche forse della destra ad essa fanno ormai permanente riferimento
E della maggioranza nella denuncia di trame complotti appunto contro la maggioranza
Del resto già negli anni Settanta il patto istituzionale che teneva comunque unite le due nazioni comincia a perdere la sua forza propulsiva Aldo Moro lo aveva intuito
Il leader di ci fu uno dei pochi politici italiani e capire che i movimenti del sessantotto avevano creato una rottura profonda nel rapporto tra potere popolo e che era arrivato il momento di aprire una nuova fase forse anche costituzionale non la storia della Repubblica
Aveva così tanta ragione che le BR scelsero proprio lui come capro espiatorio del fantomatico doppio Stato
La ricerca di Moro resto però poi inevasa
E ovviamente stagione dopo stagione la crisi dello Stato del rapporto tra potere popolo degli strumenti della rappresentanza dei meccanismi decisionali si fece sempre più evidente
Eppure ogni tentativo di riformare con razionalità l'architettura del rapporto tra potere popolo è rimasta negli ultimi trent'anni una pia illusioni
Così nella nostra storia più recente crisi dello stato di crisi della nazione si sono intrecciate aggravate determinando un convulso passaggio d'epoca che spinse l'Italia degli anni Novanta dei primi anni Novanta a un passo dal baratro
Sistema la rappresentanza meccanismi della decisione totalmente azzerati leadership politiche fra volte unità nazionale minacciata assetto istituzionale Schio lottizzata
Tutto avrebbe consigliato di ritornare sui passi la storia e di formare un nuovo clima costituente in fondo se Seconda Repubblica doveva essere sarebbe stato opportuno convocare una seconda costituente
Più di uno provo a proporre ma era chiedere troppo a un Paese sostanzialmente caduto nell'anarchia
Bipolarismo è stata questa la parola magica con la quale noi italiani abbiamo pensato di risolvere ogni problema molte di noi la maggioranza quasi tutti
Come se la costruzione e anche chi vi parla ovviamente come se la costruzione di nuovi contenitori avesse potuto sciogliere d'incanto anche ogni problema di contenuto non è andata così
Anzi i nodi si sono aggrovigliati ancora di più
La crisi dello Stato non si è risolta
Nuove e diverse leggi elettorali elezione diretta dei sindaci e governatori spezzoni compiuti di federalismo mutamenti costituzionali gestiti a maggioranze ripetutamente bocciati presidenzialismo virtuale
Finora niente di più
Il tutto condito da un perenne irrisolto conflitto con la magistratura ed all'apertura di improvvisi squarci di guerra tra eletti del popolo e alte magistrature dello Stato che avvelena i già complesse logorati rapporti tra le istituzioni
Intanto il Parlamento marcia verso l'irrilevanza
Dovevamo cercare un nuovo più moderne equilibrio tra i poteri che sostituisse il patto del quarantasette effettivamente desueto abbiamo finito per creare più acuti squilibri sbarramento ogni rapporto di funzionalità tra Esecutivo e legislativo
Dovevamo trovare la strada per rendere più vicino al territorio l'esercizio del potere abbiamo finito per vivere in un perenne clima di secessione mentale tra nord e sud
Dopo cercare meccanismi di decisione più snelli e veloci abbiamo finito per dar vita governi paralizzati da coalizioni multilaterali
Dovevamo cercare classi dirigenti più moderne all'altezza delle sfide del ventunesimo secolo abbiamo finito però tornare in mezzo a noi più recante incompetenze
A volte segnate da incredibile disordini morali e da una legge elettorale che premia i nominati e non gli eletti
Ma se lo Stato piange l'azione non ride
L'ottantanove a calcio cancellato lo spartito sul quale le due nazioni avevano ispirato la musica del dopoguerra
Il comunismo era crollato poteva doveva essere l'occasione perché comincia su una storia nuova nella quale tornare a frequentare una comunità di valori condivisi
è proprio questo molti italiani speravano potesse essere l'esito del tornante storico segnato da bipolarismo ma ancora una volta è avvenuto il contrario
Gli anni del bipolarismo sono stati anni di guerra civile virtuale
Fortunatamente virtuale ma non meno pericolosa per la democrazia berlusconiani e antiberlusconiani si sono combattuti a tutto campo ciascuno rigettando sull'altro l'infamia della demonizzazione
Eserciti scomposti e volgari alle volte a mezzo assommato l'Italia in una sorta di Beirut dell'anima
Volevamo anticipare il futuro la bipolare macchina del tempo c'è riportato invece al Medioevo
Lo spirito nazionali italiano mentre il mondo intorno chiedeva il coraggio di nuove visioni è stato costretto ancora una volta ad avvitarsi nelle gabbie mentali di un passato che non sapeva a passare
Persino l'ostilità verso il tricolore è riemersa come motivo di contrasto politico non più da parte della sinistra in nome dell'internazionalismo ma dalla lega in nome del contrario delle piccole patrie
Una sorta di socialismo locale della terra e del sangue la lega in questo a mio parere vero erede del PC riproporre lo schema delle due nazioni chiave geografiche quella del nord contro quella del sud
Una scissione che come allora coinvolge Antropologia Psicologia modelli di vita proprio come i tempi di Peppone e Don Camillo
Solo che allora il patto istituzionale teneva insieme comunque atlantici comunisti oggi che Anco il patto non regge più la secessione mentale rischia di diventare successione reale
Eppure ventunesimo secolo non consente agli italiani alcuna chiusura né interna né esterna
L'Italia non può diventare un Paese in guerra contro tutti sud del mondo soprattutto ora che una parte significativa dei popoli del Mediterraneo si risveglia il nome della democrazia
La globalizzazione ivi comprese le migrazioni non si può restare né si può esorcizzare la si può solo governare una vera società moderna è aperta non contrappone dunque la sicurezza all'integrazione viceversa punta governarle insieme
Questo dovrebbe essere anche la filosofia di una nuova cittadinanza italiana
Può darsi
Che queste analisi siano viziate da un eccesso di pessimismo
Ma credo che purtroppo non si possa negare quel che abbiamo sotto gli occhi un Paese nel quale sia lo stato che la nazione sembrano ormai solo roboanti concetti non più fattive realtà
Per secoli siamo stati una nazione senza Stato per lunghi decenni uno Stato senza nazione ora sembra che stiamo facendo di tutto per rinunciare a entrambi
Italiani hanno però ricevuto in dono dalla storia infinita Risorse umane
E se tutti insieme tornassimo a pensare positivo forse saremmo ancora in tempo a ridisegnare con razionalità allo Stato e ricostruire un nuovo patto di convivenza civile
Ma il punto è c'è oggi una classe dirigente disposta a mettere da parte gli odi civili e disporsi con senso di responsabilità nazionale a questo compito
Questo centocinquanta anni dopo l'Unità dovrebbe essere il compito che la nostra generazione
Il grande filo rosso che la storia d'Italia il filo che unisce Gioberti Mazzini De Gasperi in auto Sturzo La Malfa Ciampi e lì a nostra disposizione
E fino a cui si ispira il Presidente Napolitano e il filo dell'umanesimo cristiano liberale del riformismo solidale vere colonne sonore della nostra migliore politica
L'Italia di oggi avrebbe bisogno che tutte le correnti politiche che si riconoscono in questa storia
A qualsiasi titolo e se siano collocate oggi nel cattivo bipolarismo che ci governa si unissero viceversa in un grande patto comune un patto per la ricostruzione dello Stato e la rinascita la nazione
Allora cominciamo come abbiamo detto con interventi in ordine successivo
Facciamo una delle due relazioni delle parola professore Giovagnoli poi Stefano Folli porrà le domande che dicevo
All'inizio
Va bene uguale d'accordo
Siamo in un'assemblea aperta
Sì decidersi
Prego professor grazie
Siamo ormai arrivati al terzo giubileo dell'unità ma di quale unità stiamo parlando
Nel mille novecentoundici il primo giubileo espresse con sicurezza L'Unità in termini strettamente risorgimentali con l'Olimpo dei padri della patria
Ma dalla festa restavano ancora i margini due grandi movimenti italiani davvero nazionali quello cattolico e quello socialista
Questi due movimenti avevo un'altra idea di come l'unità andasse compiuta ma gli albori del ventesimo secolo il Paese era davvero unito
Prezzolini con la sua vena critica annotava del mille novecentoundici uno spappolamento discarica mento morale di tutti i centri di unione
E Giustino Fortunato poneva il problema delle due italie una europea diceva e l'altra africana
Nel mille novecentosessantuno con il secondo Giubileo l'UNITALSI espressa soprattutto non attraverso memoria ottocentesche
Ma con il senso di un futuro comune che stava innanzi e verso cui si correva come la monorotaia simbolo di quella festa che si svolse a Torino appunto al sessantuno
Spirava la sicurezza all'ora di un futuro comune di un futuro cioè otto anche nel dal punto di vista dello sviluppo economico
Fu un'operazione prevalentemente democristiana che però recuperava la tradizione liberal nazionale mettendo da parte l'estraneità cattolica Risorgimento
Si pensava allora a nuovi scenari politici le aperture socialisti ma soprattutto spirava un senso forte di futuro per l'Italia
Oggi siamo al terzo giubileo
In un momento delicato non alludo alla contingenza politica ma una transizione che è cominciata dal mille novecentottantanove e di cui stentiamo ancora a vedere la conclusione piena
Due elementi in particolare vorrei sottolineare che dicono la delicatezza della situazione lo sfilacciamento del tessuto delle ethos politico nazionale abbiamo sentito parlare di questi temi
E dall'altra forse ancora più importante il problema dei nuovi orizzonti in cui l'identità del Paese si deve ricollocare sono soprattutto
Gli orizzonti bella globalizzazione
Oggi
E faccio solo questo esempio con quanto sta accadendo drammaticamente nella riva sud del Mediterraneo anche per le responsabilità italiani in Libia come sappiamo oltre che per rapporti storici geografici con la Tunisia con l'Egitto
L'Italia torno un Paese con una posizione geopolitica delicata che ha l'obbligo di fare una politica internazionale i di dire chi è e che cosa vuole fare di fronte al mondo
Il ventennio dell'introversione repubblicana
Perché di questo si è trattato negli ultimi vent'anni dal punto di vista della collocazione internazionale del Paese il ventennio dentro versione repubblicana viene scosso dalle novità del mondo hanno vicino
In questa prospettiva
Saluto la felice occasione di questo convegno non perché sia l'unico in questo periodo
Ma per l'intuizione attorno cui ruota quella di un'unità da compiere
Ma anche di un'unità che storicamente alle nostre spalle e per l'idea di mettere a contatto di questo convegno in modo più diretto e più forte politica e cultura su un tema così vitale
Dopo anni che siamo stati abituati a
Una crescente di Vega dica azione fra culture politica mentre invece la politique ca se legata sempre più strettamente al mondo dei media e a ritmi che sono quelli più delle mozioni che non della riflessione
Concordo infatti che c'è un'unità da compiere ma per farlo si deve difenderla difendere ciò che già c'è incrementarla non umiliarla o ancora peggio distruggerla
Unità da compiere una formula felice realista non pessimista che apre al futuro e davvero abbiamo bisogno di futuro
Del resto ogni unità nazionale ha una storia una forma specifica quella della Spagna per fare un esempio nel vicino sì si è giocata in nel passato intorno all'idea della riconquista dai dominatori mussulmani
è stato un idea cattolica e castigliana quella della riconquista tutta giocata contro un nemico che soggiace alla storia spagnola fino alla guerra civile
Questo semplice esempio ci fa subito vedere la differenza del modo in cui si è costruito invece il senso dell'identità
Italiana se diverso appunto da quella spagnola noi spesso paragoniamo l'Italia la Francia anche perché l'idea nazionali italiana deve qualcosa lo sappiamo l'invasione francesi in Italia con nell'evoluzione
Del mille settecentottantanove le campagne napoleoniche
Ma credo che dovremmo guardare con eguale attenzione anche al confronto con i Paesi mediterranei
E per esempio anche a quell'alternativa balcanica che non è certamente quella più felice nel modo in cui i mondi diversi si sono rapportati fra di loro
Quell'alternativa balcanica che un'alternativa di frammentazione ed è una frammentazione
Che l'Italia ha rischiato più volte di assumere come propria specifica prospettiva e se oggi noi non siamo dentro quel tipo di mo'bello ciò significa che la storia alle nostre spalle ci ha portato da un'altra parte ci ha portato verso una progressiva unificazione
è vero l'Italia è stata una nazione prima di essere uno Stato ma questo certamente non è poco la storia della costruzione di questa nazione è una storia lunga e perciò stesso è una storia solida profonda
Ed è una storia in cui l'elemento culturale pensiamo all'importanza della lingua ha giocato un ruolo di tutto rilievo si ricordavano prima Petrarca a Machiavelli si potrebbero fare tanti nomi
Ma sappiamo bene come ci sia questo unità profonda culturale alle spalle anche il Risorgimento italiano
Seppure pochi fossero il
Erano gli italiani che parlavano correntemente la lingua il tosco Fiorentino per essere esatti
Come
Faceva Manzoni quando andava a sciacquare i panni Nardo e tuttavia forse proprio questo è stato uno dei miracoli del Risorgimento saper tra ad corre un'identità culturale ancora fragile io un moto potente di unificazione anche politico istituzionale
Oltre alla lingua vorrei però ricordare specificamente un altro elemento di quell'antica Comunità italiana che è stata alle spalle dell'unificazione risorgimentale
Per villa con Manzoni bisogna guardare all'Unità d'altare oltre a quella di lingua in Italia la riforma protestante
è stato un fenomeno complessivamente ridotto che non ha plasmato lo spirito nazionale
Italiani si sono ritrovati invece piuttosto
Profondamente radicati nella tradizione cattolica certo i vissuti religioni sono profondamente diversi fra il nord
Dove è stata forte la ricezione del Concilio di Trento e un sud dove questo Concilio arrivato solo in modo parziale
Tuttavia se cattolici come sia italiani il cattolicesimo un humus di umanità
Che contempli diverse unifica questa comunità
Anche al di là dei suoi destini politici
Il sentire cattolico
Si impasta con l'umanità italiana anche se non tutti gli italiani attualmente sono cattolici
è un sentire cattolico che diventa un sentire rituale con la partecipazione di massa e comunitaria a liturgie della Chiesa le devozione alle manifestazioni di pietà
Che svuotano intorno a tradizioni specifiche del contesto italiano il cuore della vita sociale dell'esperienza
Personale ruotano spesso intorno all'espressione di questa tradizione
Nel mondo locale il bello e per lo più lo spazio della Chiesa e del rito nelle carni quotidiani la carità plasma i rapporti sociali i grandi ordini religiosi dal nord al sud alimenta nel sentire cattolico delle genti
Mentre formano i ceti più elevati gli ordini religiosi e riducono anche alla devozione al Papa che non è sicura remota ma sta vicino e italiana
E ha sede a Roma e Roma il Papa sono qualcosa dell'Italia noto rispettato in tutto il mondo nelle regioni della penisola pure
Il sentire cattolico impastare umanità italiana sotto lo sguardo di monarchie cattoliche di uno Stato ecclesiastico lungo le Regioni della penisola
Non voglio sottolineare ancora lungo questi tratti ma lo faccio qui
Perché mi pare che continua a prevalere una certa vulgata la quale invece sottolinea il conflitto tra i cattolici e lo Stato come se lo Stato italiana fosse nato in antagonismo con la tradizione cattolica
Certamente non voglio sottovalutare gli elementi di scontro di conflitto ma proprio perché riflettiamo sul lungo periodo proprio perché sottolineiamo che la nazione è venuta prima dello Stato nel caso italiano
Proprio perché sappiamo che questa nazione è stata plasmata della dalla tradizione cattolica sarebbe infondato e in qualche modo contraddittorio supporre dal punto di vista storico che
Il Risorgimento abbia rappresentato un momento di unificazione giocati in totale contrapposizione con la Chiesa
E del resto
Basta anche scorrere molto rapidamente non lo farò qui ma lo richiamo soltanto il periodo storico precedente al Risorgimento quanti conflitti tra la Chiesa e gli Stati italiani basta ricordare che il Papa non era libero di nominare i vescovi
Fino all'unità
Fino al Risorgimento erano i come in tutta Europa naturalmente e non i sovrani di diversi Stati italiani a scegliere i loro vescovi quindi a condizionare la Chiesa a frammentare
La realtà della Chiesa dell'istituzione ecclesiastica nel contesto della realtà italiana e qui paradossalmente bisogna dire che invece proprio l'unità italiana
Ha provocato un'unificazione da questo punto di vista
Lo Stato italiano che nasce in un dissidio con la Chiesa sulla questione del potere temporale e anche uno Stato che restituisce alla Chiesa la libertà la libertà di Minari vescovi in tutte le regioni italiane dunque lo Stato italiano è stata la premessa dell'unificazione concreta della Chiesa italiana della nascita
Di una chiesa italiana fortemente unità intorno al Papa che nomine sui vescovi anche nel Mezzogiorno non è più a Napoli che si guarda nella chiesa del Mezzogiorno non è più
A Milano non è più a Firenze ma a Roma e questo è un fattore di unificazione che gioca certamente a vantaggio della Chiesa e della sua libertà ma che può si riversa si riversa in modo costruttivo e positivo anche sulla stessa unità degli italiani perché in qualche modo questo pure contribuisce
A quella unificazione
Che è data in qualche modo dalle premesse politico istituzionali ma come sappiamo è sempre da compiere
Quello che dicevamo prima mi pare il tema di questo convegno un'unità data un'unità da raggiungere un'unità che non può
Essere mai data per scontata che deve essere il frutto di una costruzione collettiva
C'è uno scontro istituzionale lo abbiamo detto e tuttavia le idee di Rosmini di Manzoni di Gioberti di altri cattolici e soprattutto la spontanea partecipazione di preti religiosi movimenti di Fiuggi mentali
Non ci parla soltanto di un cattolicesimo liberale ma di un sentire cattolico che spontaneamente un sentire italiano anzi contribuisce a formare questo sentivi italiana
Perché tanti preti hanno partecipato almeno inizialmente al movimento unitario
Non sono solo preti particolari ma sacerdoti veri fedeli alla Chiesa
Lo stesso Manzoni portato a vedere la questione romana con un problema che può essere risolto
Certo poi i problemi emergono e tuttavia anche dopo il momento della rottura nel mille ottocentoquarantotto lo stesso Pio nono resta fortemente
Favorevole alla causa italiana come allora si diceva
E dall'altra parte dall'altra parte le parole di Cavour ci restituiscono il senso di un conflitto che è stato un conflitto istituzionale certo poiché se è stato ma non è stata una guerra di religione
Quando Cavour interviene perché vuole insistere sulla sullo spostamento della capitale a Roma anche se a Roma e la città del Papa anche se questo avviene
Se questo percorso
Anche se
Buongiorno anche se questo
Avviene
Nel mille ottocentosessantuno in un momento di conflitto anche in quel momento mi sembra importante ricordare che Cavour insiste cioè sottolinea che l'Italia catodica e che nessuno vuole insidiare alla Chiesa questo primato religioso
Naturalmente l'unità da compiere dopo sessantuno non riguarda solo i cattolici abbiamo già accennato anche i socialisti con un'altra grande componente della Società italiana considerata estranea che marginale
Naturalmente lo ricordo soltanto il grande tema il grande problema del rapporto fra il nord e il sud un problema che torna ad emergere anche se forse viene oggi enfatizzato in un modo di eccessivo
Persino da nostalgie neo borboniche che francamente hanno poco fondamento
Vorrei concludere
La crisi della Repubblica negli anni Novanta ha riproposto brutalmente il problema dell'unità incompiuta del rapporto fra nord e sud propriamente il Paese si affacciava sugli orizzonti dalla globalizzazione
Tuttavia
Tali compiutezza nella storia unitaria non ha mai assunto se non in modo forzato
Il carattere di una secessione a base etnica e in questo c'è una differenza molto profonda fra
Il la questione basca o catalana in Spagna
Per tornare su questi esempi
La fragilità dello Stato se accompagnata una certa saldezza della comunità italiana che parla la stessa lingua ed è partecipe di un medesimo panorama umano
La saldezza della CUB Unitalia in compiutezza dell'unità per usare queste due espressioni hanno avuto una funzione integrativa
Si tratta oggi di continuare culturalmente e politicamente questa antica intuizione
Facendo emerge la coscienza di un Paese reale che si sente italiano anche se nutre distanzia diffidenze verso il Paese legale sono differenze ogni tipo motivate motivate che fanno parte della nostra realtà
L'Italia
E concludo nel turbine della globalizzazione oggi più che mai bisogno di investire sulla sua identità in modo profondo ciò vuol dire guardare alla sua storia
Sviluppare il senso della tradizione italiana che cultura arte passato memorie panoramiche tanto alto riconoscere le sue particolarità
Ma soprattutto l'ho già detto e lo ripeto connettere cultura e politica
L'occasione dei centocinquanta anni può rappresentare un passaggio fecondo al di là di una politica urlate rassegnata c'è un patrimonio civile di cui tutti dobbiamo diventare più consapevoli
Ringraziamo il professor Giovagnoli e diamo la parola al professor Sabbatucci
Va bene ti aspettiamo
Grazie
Ma diversamente da chi ha parlato prima di me
Io penso che il titolo il sottotitolo di questo incontro quello che campeggia qui alle mie spalle
All'unità da compiere sottintenda una valutazione
No non del tutto ottimistica
Sul cammino percorso in un secolo e mezzo di storia dell'Italia unita
Se dopo un tempo così lungo centocinquant'anni la costruzione unitaria e ancora
Da compiere
Questo vuol dire che in quel processo qualche cosa o più di qualcosa non ha funzionato
Questa questa valutazione implicita quali forse me la smentire
Si accorda però piuttosto bene con il
Tono generale
Di queste celebrazioni del centocinquantesimo che non è un tono precisamente o fuori diciamo così
Celebrazioni in cui secondo me il recupero ma in qualche caso è un mio parere acritico indiscriminato dei simboli delle icone risorgimentali si accompagna
A una a un giudizio dura una prognosi infausta sull'Italia del presente del futuro prossimo e anche del passato prossimo
La ragione è presto detta
Soccorre il paragone con alle precedenti ricorrenze sono state ricordate pochi minuti fa quella del mille novecento undici è quella del mille novecentosessantuno
Il paragone è stato fatto tante volte e ve lo risparmio
Solo ricordo che mille novecentoundici a mille novecentosessantuno
Si situano sono date che si situano per una coincidenza fortunata probabilmente
All'attrice al centro di due fasi che sono state dal punto di vista almeno con dell'economia dello sviluppo economico le migliori della storia dell'Italia unita quelle in cui
L'Italia camminava più veloce dei suoi vicini dei suoi partner ed guadagnava posizioni nelle classifiche nelle classifiche europee e mondiali
Oggi sappiamo che non è così
L'Italia da un quindicennio circa va un po'più lenta ma comunque
Non è un periodo che sarà ricordato fra quelli nei libri di storia di domani tra quelli buoni tra quelli felici
Ecco
Non credo però che questo sia l'approccio giusto in sede di Bilancio sull'Italia unità di bilancio sto ho ricordi lancio che noi dobbiamo fare sulla base dell'arco cronologico lungo dei centocinquant'anni non su quello breve dei quindici anni
Non non è corretto fare come spesso si fa come l'intellettuali spesso fanno non è corretto proiettare i problemi dell'oggi sulla storia pregressa
Quindici anni sono un tempo relativamente breve
E quello a cui ci troviamo di fronte potrebbe essere semplicemente un declino congiunturale non strutturale non lo sappiamo
Ma le domande giuste che ci dobbiamo fare
In sede di anniversario dell'Unità d'Italia sono altre secondo me sono tre
La prima è se l'unità d'Italia sia stata considerata complessivamente un'operazione di successo
La seconda è se esistevano modalità politico-istituzionali diverse alternative attraverso cui
L'Unità potesse essere realizzata
La terza è
Dato che si è realizzata e si è realizzata nelle modalità date quelle che conosciamo sei si sia tradotta e quanto in una vera costruzione nazionale in condivisioni
Di valori di memorie di comportamenti e di linguaggi
Ecco questa poiché la domanda che implicita oggi qui
Alla prima domanda se sia stata un insuccesso L'Unità io risponderei decisamente di sì
Alla seconda
Se si potesse fare diversamente in quelle condizioni direi altrettanto nettamente di no
La terza invece la terza che è quella che forse qui ci interessa meridionali risposta più articolate
Bene sul primo punto faccio velocissimo non c'è bisogno di soffermarsi troppo sui motivi che ci dovrebbero spingere a considerare l'unità come un evento fortunato per noi per l'Italia
Basta pensare a quali erano le condizioni dell'Italia al momento dell'unificazione era un Paese in coda alle classifiche europee rispetto a tutti i più importanti indicatori dello sviluppo del progresso civile
A Fabio etilismo la mortalità infantile il reddito pro capite eccetera
Una c'era uno stato
Che doveva preoccuparsi
Prima di tutto di sopravvivere di vincere la scommessa della sopravvivenza e di ottenere il riconoscimento dei suoi vicini che non era scontato
Bene
Basta pensare a questo e considerare il percorso che poi portò l'Italia in un tempo breve a dotarsi dell'ossatura istituzionale delle infrastrutture
Essenziali per lo sviluppo apporto a inserirsi nel novero dei Paesi che avevano istituzioni rappresentative in cui si rispettava grosso modo almeno le libertà fondamentali
Porto all'Italia sedere nel mille novecentodiciannove addirittura fra i quattro grandi no otto quattro grandi della terra in realtà erano posizionati in quanto vincitore della Prima Guerra Mondiale naturalmente
Posizione illusoria e grande occasione buttata ma insomma
E poi ancora a riprendersi dopo la batosta del secondo conflitto mondiale
Ad essere tra i soci fondatori dell'Alleanza atlantica della cioè
E a entrare nel gruppo dei Paesi più industrializzati ecco sono dati
Che possiamo discutere ma sono credo di per sé abbastanza eloquenti per giustificare la celebrazione dell'Unità al netto delle retoriche vetero Risorgimento riviste
Sulla seconda questione si poteva fare diversamente lì si può discutere
Si è discusso si discute ancora oggi all'infinito io ovviamente mi limiterò a a toccare molto rapidamente pochi punti
C'era una soluzione di tipo federale
Come la Germania nel mille ottocentosettantuno per esempio che molti lo dimenticano però
Si unì conservando la personalità dei vecchi Stati almeno in parte
Questa questa ipotesi per molto tempo sembrò non solo la più ospita delle ma la più applausi bile quella più a portata di mano cessò di esserlo dopo il quarantotto
Fu spazzata via seppellita dopo il cinquantanove dopo le annessioni dell'Italia centro-settentrionale
Ah unificazione avvenuta non poteva essere rilanciata neanche nella sua forma blanda Progetto Farini e Minghetti con le regioni del mille ottocentosessanta perché perché in Italia in quel momento si stava combattendo si cominciava a combattere
Una guerra civile ci piaccia o meno questo fu c'era il brigantaggio tre regioni italiani erano governate dai militari con lo stato d'assedio
Come si poteva pensare a fare allora il decentramento come vogliamo chiamare non era possibile
La prospettiva di tipo democratico repubblicano quella della costituente romana del quarantanove non sarebbe stata tollerata una soluzione del genere dalle grandi potenze
E poi ne dobbiamo essere credo in sede di valutazione storica realisti come lo furono i patriottica allora Garibaldi Manin eccetera
Cioè se noi ammettiamo e difficilmente possiamo evitare di farlo che la
Il ruolo della monarchia sabauda fu essenziale nel consentire la formazione del nuovo Stato e soprattutto la sua legittimazione internazionale
Beh dobbiamo anche riconoscere che sarebbe stato difficile chiedere ai Savoia di prendere la guida del processo unitario caricarsi negli oneri e i rischi per poi rimettere tutto in gioco
A un processo costituente che non si sapeva che risultato avrebbe dato poteva anche decidere per la Repubblica
Non era possibile
La rottura con la Chiesa di cui si è parlato
Per ridimensionarla ma in realtà alla rottura ci fu fu una tragedia secondo me
Per uno Stato co come quello italiano per un nuovo Stato che era un bisogno disperato di radicarsi nella società civile la società civile era cattolica non c'è niente da fare lo Stato non lo era
E sbagliano secondo me li storici liberali da crociera Romeo ad Acquarone che dicono che in fondo questa fu una fortuna per che si fece uno Stato laico no non fu una fortuna fu un grave fattore di debolezza fu una tragedia ma non era un una tragedia evitabile
Nel momento in cui il Papa condanna il ideali e i programmi risorgimentale dopo il quarantotto questo succede
E nel momento in cui lo Stato per la sua stessa logica non può rinunciare a Roma Capitale
E non può ammettere la sopravvivenza del potere temporale del
Ecco
Non si poteva fare altrimenti ma queste alternative queste alternative che ho citato e che a me sembrano in una logica controfattuale poco plausibili allora furono delle fratture
Allora queste queste alternative corrispondevano delle fratture vere reali
Hai c'era un mio Regina ari legati appunto alla nascita dello Stato unitario è arriviamo appunto alla terza questione
è il tema di quella che con una parola brutta di conio recente si chiama divisività
Una tendenza che segna la nascita dello Stato e mi accompagnava a vita intera riproponendosi poi in forme diverse aprendo fronti nuovi
Contrastando con qualche successo la tendenza invece all'integrazione
In una comunità nazionale tema molto dibattuto non faccio citazioni e le due nazioni di cui parla di prima tu
Ora che questa tendenza esista è innegabile non esiste solo in Italia la Francia ha combattuto quasi due secoli di guerre Franco francesi ne è uscita forse solo con la Quinta Repubblica
Per motivi che adesso non non è il caso di spiegare
La Spagna
Lo sappiamo bene ha avuto la guerra civile
All'origine di molti Stati moderni c'è una guerra civile
Ma è una frattura che in genere tende a ricomporsi a ricomporsi col passare del tempo
Magari in tempi lunghi grazie
Alla graduale riassorbimento della parte soccombente nella nell'aria della legittimità istituzionale così come avvenne
Ai legittimi sti in Francia sudisti dopo la guerra di secessione eccetera
La peculiarità italiana sta secondo me nel fatto che queste fratture non sono una
Sono molte sono complesse si intrecciano fra loro
Nel momento fondativo dello Stato non c'è solo la frattura fra unitari e anzi unitaria fra patrioti e legittimi iscritti che si sovrappone in parte a quella religioso
Non solo religioso chiamiamola così perché mai cattolici contro non cattolici è una cosa un po'diversi seguaci del Papa contro tutti gli altri
A quella frattura se ne sovrappone subito una che invece territoriale
Che corre lungo i confini dell'essere né delle due Sicilie è quella del brigantaggio più accennavo prima destinato poi a perpetuarsi nel tempo assumere una caratterizzazione
Socio economica insieme culturale la questione meridionale per
Dirla in breve
E poi c'è una frattura invece tutta politico ideologica determinata dal rifiuto delle istituzioni da parte della componente repubblicano mazziniano in quella che più si era impegnata
Per la causa unitaria un rifiuto che resta nonostante un parziale Ralli Monte le componenti radicali repubblicana
E che si ripercuote negativamente sulla legittimazione della classe dirigente pensiamo alle invettive carducciano
E poi c'è più gravi di tutto e forse una frattura orizzontale perché perché separa la base dal vertice che si intreccia con le altre quella fra il Paese legale inteso con una classe dirigente
Che fa uno sforzo per imporre istituzioni regole moderne istituzioni a rappresentative
Strutture di governo razionali censimenti carte geografiche ferrovie telegrafiche quanto volete e un Paese reale che invece a tutto questo estere hanno e che tutto questo spesso rifiuta istintivamente ecco
Da questo deriva una frattura grave la tendenza del ceto politico a far blocco al centro questo e non altro secondo me il trasformismo
E a identificarsi con lo Stato con lo Stato uno Stato che quella classe dirigente sente di avere creato e che si sente di dover difendere contro tutte le minacce che vengono vere presunte a volte anche vere che vengono da forze esterne
Questa tendenza genera nuove reazioni di rifiuto culture alternative intransigenti ismi massimalisti e questi a loro volta
Alimentano le vecchie e nuove contrapposizioni quelle a cui si è accennato che è inutile che io che io ripercorra
Allora e qui è la conclusione dobbiamo rassegnarci a questo destino che ci vuole comunque divisi
Al di là delle normali delle fisiologiche contrapposizione di tipiche di ogni democrazia
Penso
Naturalmente che no che non dobbiamo
Rassegnarci e lo penso anche perché sono convinto che al di là e al di sotto di tutte queste guerre guerre ci vuole
Italo italiane
In realtà
A livello della società civile
Questo processo di costruzione di una nazione qualche passo avanti lo abbia fatto
E che abbia dato risultati di qualche rilievo esempi sparsi e rapidi la pedagogia patriottica dell'Italia liberale che spesso è stata derisa anche per la sua debolezza
Ne e quella dei monumenti della toponomastica dei libri di storia e per le scuole eccetera qualche risultato lo ha dato altrimenti secondo me non ci possiamo spiegare come mai l'Italia poi attenuto
Durante la Prima guerra mondiale i soldati hanno anche se per il rotto della cuffia
Portato a casa la vittoria nella nella prima scusa nella prima guerra mondiale non nella seconda
Quei soldati nati tutti negli anni ottanta e novanta dell'ottocento
Avevano tutti frequentato la scuola di base quasi tutti non tutti per la verità ma molto con le scuole regimentare in B. qualche cosa eventualmente evidentemente di quella
Di quella pedagogia avevano assunto
La guerra la Grande Guerra e se ne ha parlato spesso per dire che questa idea del grande crogiolo in cui si fonde si fonda finalmente la nazione italiana
è vero fino a un certo punto fu un'esperienza traumatica e anche essa divisi IVA ma si elabora una memoria della guerra una memoria della guerra come esperienza da non ripetere ma neanche da rinnegare
Contro la dissennata politica che fece l'allora i socialisti e di questo è e è prova è testimonianza il grande successo
Inatteso della manifestazione per la traslazione delle spoglie del milite ignoto quattro novembre del ventuno a Roma grande manifestazione di massa
In fascismo è il fascismo fu un mese anche è un esperimento di nazionalizzazione coatta forzata
Ovviamente è un modello che noi non che a noi non piace è ma e è evidente che anche il fascismo ha in qualche modo contribuito per il fatto stesso di proporre all'italiani un Duce un una serie di simboli
Camicie nere tessere manifestazioni a cui tutti potevano più spesso dovevano partecipare anche il fascismo ha contribuito
Alla nazionalizzazione degli italiani e la la Repubblica dei partiti si è sempre detto che
Era colpevole di una qualche tiepide essa nei confronti dei valori nazionali o di qualche trascuratezza
Ma attenzione anche la Repubblica dei partiti a portato avanti un processo di razionalizzazione e lo ha fatto proprio attraverso i partiti in quanto partiti nazionali in quanto agenti di socializzazione
Di estensione dei diritti sociali anche questo anche questo va
Va ricordato e poi la televisione e poi e poi si su cui è inutile è inutile insistere questa omologazione culturale che può piacere c'è o non piacere se ci ma è un fattore anch'esso unificante ecco
Per tutto questo che ho appena detto molto rapidamente sommariamente io faccio qualche fatica a condividere queste diagnosi pessimistiche sulla
Identità e sull'unità nazionale italiana l'italiani di oggi
Tanto per cominciare si capiscono fra loro parlano la stessa lingua che non era ovviamente non dico all'inizio della storia unitaria neanche quaranta cinquanta anni fa
Cantano l'inno nazionale nelle occasioni anche se non ne conoscono le parole cose di cui però non saprei farlo rotto aorta perché le parole sono veramente brutte secondo me ha comunque però l'inno nazionale cioè conosciuto tutti locali
Fanno il tifo per le stesse per la Ferrari per la nazionale di calcio
Per squadre che partecipano uno stesso campionato
Guardano gli stessi programmi le televisioni sento nove stesse musiche
Parcheggi hanno
Per le stesse forze politiche nazionali in grande maggioranza mi direte c'è la lega
La lega cioè noi Sud ma tutto questo fa il dieci quindici per cento dell'elettorato italiano gli altri si riconoscono grosso modo nelle stesse nelle stesse formazioni nazionali
C'è una geografia politica che oggi un po'più mobile variata di quanto non fosse poniamo nel quarantasei tempi del referendum e della Costituente
E che non ricalca meccanicamente la divisione nord-sud e anche questo secondo me è importante ci sono le spinte centrifughe ci sono le sparate propagandistiche ma non credo che siano in grado di mettere a repentaglio
Nulla unità del paese io non vorrei adesso cedere a una retorica antipolitica che detesto e non vorrei tanto neanche coltivare il mito
Di un Paese che per definizione deve essere migliore della sua classe dirigente non ci credo
Però penso ecco questo sì che il Paese oggi sia un
Po'meno diviso di quanto la sua politica ci potrebbe suggerire
Ed è questa una considerazione di sapore ottimistico di segno ottimistico ecco costruire uno su una cosa è costruire uno Stato nazione come dovettero fare gli uomini della destra storica centocinquanta anni fa
Altra cosa e quello di averlo questo Stato e di farlo funzionare un po'meglio che è un obiettivo che dovrebbe essere alla portata di una normale classe dirigente grazie
Grazie Giovanni anche per aver introdotto
Qualche elemento di dialettica rispettarla tesi all'impostazione di fondo e questo è sempre bene
E e far pensare adesso Stefano Folli che ha dieci minuti per porre le sue domande
Che aprono il secondo tempo di questo convegno
Faccio due o tre domani
Che sono più che altro
Diciamo
Tratte da
Le cose dette da Adornato Prada Giovagnoli da Sabbatucci
E che se diciamo non c'è un vero dibattito tra gli esponenti politici però ci possono essere questi spunti che vengono offerti allora il
Direi che
Si potrebbe dire così insomma a che punto è la notte cioè la prima domanda potrebbe essere questa il la sensazione
Di declino in cui siamo immersi
Quanto è profonda
Diceva Giovagnoli nel sessantuno allora al momento il centenario si respirava un senso di futuro no se avevo fiducia nel futuro era l'Italia ancora che
In cui si sentiva l'impronta dell'incontro tra cattolici e laici del dopoguerra di De Gasperi Ugo La Malfa
Ebbene questo questa sensazione di fiducia nel futuro oggi non c'è
Allora questo questa sensazione di declino del Paese quant'è profonda
E qual è la risposta politica che si può dare a questo declino è un declino che a cause
Politiche in qualche modo facilmente risolvibili per esempio stato è stato citato la legge elettorale
La crisi del bipolarismo oppure ci sono cause più di fondo che attengono
Alla difficoltà di governo del Paese che non nasce oggi ma
Ma che risale
A me alcuni decenni fa e che si è protratto nel tempo questa fosse la prima domanda
E
E se la priorità è stato detto anche questo sta male se la priorità è la crisi dello Stato una profonda crisi dello Stato
Non è questa crisi dello Stato anche un
Cristo devo dire anche
Frattura tra nord e sud che si perpetua che si rinnovi forme voi ma drammatiche ecco questo non è un fallimento della classe politica nel suo complesso non è una un un manifesto che dichiara un senso di impotenza e che cos'è allora la risposta
Perché è così difficile immaginare un momento di unità nazionale
Che può e vere un un risvolto costituente ma può avere anche un risvolto politico
Questa e una domanda che i politici devono dare rispetto alla necessità di dare una risposta alta a questa crisi dello Stato
E poi due questioni diciamo più legate
All'attualità rispetto a tutto questo qualcosa è il federalismo il federalismo è una risposta la risposta
Una parte della risposta
E
Non è forse vero che il federalismo presuppone un forte senso di appartenenza nazionale per non diventare qualche cosa di diverso e anche di rischioso
Allora
Il nostro federalismo nasce in un Paese che ha questo forte senso di appartenenza nazionale oppure
Oppure no oppure il fatto che sia così difficile per dire
Che una parte delle forze politiche accettino il tricolore accettino certi simboli unità nazionale e
Qualche cosa che ci deve preoccupare
E da ultimo e finisco le elezioni anticipate si allontanano la legislatura continuerà forse arriverà anche a suo termine non sappiamo comunque le elezioni si allontana
Ecco come le forze politiche intendono se se la finali e quello che è stato descritto oggi
Se questa drammatica crisi dello Stato che tipo di
Come te pensano di impiegare questo tempo
Per elaborare un messaggio forte una risposta forte da dare alla fine pubblica
Per occupare un anno forse due anni che ci separano da da un momento che sarà comunque momento cruciale di il ritorno al voto e la
Quindi il la richiesta italiani di pronunciarsi su questa complessa fase della vita nazionale grazie
Grazie grazie Stefano
Il primo Giulio Tremonti no polmoni
Dopo avere chiesto scusa
A Casini e Bersani chiedo anche voi scusa a un certo punto mi devo delocalizzare ragionieristico perché ho chiesto scusa Bersani perché fa un intervento un po'più filosofico che idraulico
E
A Pier Ferdinando posso assicurare che lo seguivo nel vostro dibattito vi seguirò comunque su YouTube
Questo è il
Terzo cinquantenario dell'unità d'Italia
E credo nella frequenza
Della nostra vita
Ce ne facciamo due attesta non è stato possibile non credo qui in Sala uno che si è fatto il primo non credo che sarà possibile
Che qualcuno di noi veda il quarto
Il primo cinquantenario
Si celebra nella novecentoundici
Un anno quasi fattale in sé considerate alcuni dati il suffragio politico
Universale per gli uomini
E l'operazione in Libia
Era l'anno dell'esposizione internazionale di Torino e Gozzano celebra avvalla vecchiezza potente di Giovanni Giolitti
Si inaugurava la grande esposizione simbolo dell'Italia liberale sesta tra le potenze del mondo
E questo modifica un po'la tendenza e corregge la tendenza che poi c'è stata sull'Italietta
L'Italia nell'unica e c'era e sarebbe rimasta ancora lungo una grande potenza mondiale
Che
Cancellare questo elemento è cancellare un pezzo della nostra memoria poteva essere politicamente conveniente retoricamente futuristica mentre conveniente cancellare
Quel dato economico ma nella sostanza l'Italia dopo cinquanta e
Una grande
Il secondo cinquantenario si celebra
Nel sessantuno tredici anni dopo la Costituzione repubblicana l'avvento della modernità i satelliti la bomba atomica
Ed è al
Culmine della grande narrazione si dice più o meno così della modernità del nostro Paese e tutti siamo stati
Più o meno chi è stato a Italia sessantuno è stato inebrii atto da quella proiezione
Come il primo cinquantenario viene costruito viene edificato fisicamente con gli splendidi palazzi delle belle arti
Così Italia sessantuno celebra la monorotaia i grandi edifici espositivi celebra la modernità del nostro Paese
E devo dire
Per averlo visto e vissuto Eva all'audacia della proiezione del Paese verso il futuro
Il terzo cinquantenario questo
Si celebra i non ha età storica che è andata oltre la modernità siamo nel pieno di una post-modernità che vede un cambiamento continuo intenso di tutte le categorie
E il credo che quanto sta succedendo in questi giorni dall'Atlantico fino all'Asia indica che la storia sia rimessa in moto e che molte delle categorie che hanno
Costruito il primo nell'undici e il secondo nella sessantuno
Quasi tutte quelle categorie sono in discussione sono oggetto di una
Intensa modifica la cifra di cambiamento credo va oltre
Il pensabile
Unità nazionale lo Stato nazione
L'Italia è sempre stata una nazione dipende dalle definizioni dalle categorie dai modi di vedere le cose ma se nazione
Base enti civiltà
Se la Nazione e lingua se la Nazione e cultura asse la nazione comunque pacifica trans transazione transizioni tra popoli
L'unità nazionale precede
Il centocinquantenario
Attualmente poi uno può discutere può introdurre concetti diversi può dire che una nazione esiste in base a un patto costituzionale idea che
Francamente non mi sento di condividere
Ed è un'idea costituzionale rispettabile ma a mio parere orribile perché vuol dire negare il passato negare la storia in fondo patria deriva da parte
Ed è il posto dove riposano le ossa dei tuoi genitori
Quindi dire che
Basta un patto scritto costituzionale per fondare una nazione è introdurre una categoria che e fuori dalla
Tradizione credo dalla civiltà che noi tutti condividiamo poi naturalmente poi avere una visione nazista poi avere una visione gramsciana poi avere
Un'altra visione ma pensare che
Una nazione esiste solo in forza di un patto o
Formula
Che può andar bene in altre parti del mondo ma non va bene da noi l'idea che la nazione esiste
Tra persone che mettono in comune il loro futuro
Noi
Abbiamo nella nostra storia la messa in comune non solo del futuro ma anche del passato depressa
Concetto di Stato e oggettivamente roso dalle dinamiche politiche in atto
Iniziamo
In una
Intensa devoluzione di poteri verso il basso all'alto e verso l'atto in fuga l'altro in fondo i il semestre europeo fuori da tutta la discussione tecnica vuol dire una intensissimo trasferimento di poteri
Dagli Stati nazione
Ha una sede europea comune
La categoria dello Stato-nazione come macchina politica giacobina che controllando il territorio esercita il monopolio della forza della giustizia della leva militare delle tasse della moneta è una categoria che
Oggi in Europa è oggetto di intensi
Cambiamenti
Eppure
Siamo pur sapendo quello che succede fuori quello che succede sopra quello che
è successo e può succedere noi siamo a celebrare il terzo cinquantennale
Denuncia del nostro Paese
E credo che
Il
Maggiore sforzo politico che dobbiamo fare nel
Conservare costruire la memoria dei valori comuni e ho sentito le relazioni ci hanno preceduto questo mio intervento
Credo che questo sia il senso profondo dell'intervento in senso culturale profondo politico dell'intervento fatto dal Capo dello Stato
A Reggio Emilia
Il complesso dei valore
Sui quali possiamo adesso con una qualche serenità discutere e vedere
Nella trentadue sulla Treccani cioè la voce federalismo ed è una voce molto onesto pur nel trentadue si riconosce parte della nostra tradizione
Come in parte la nostra tradizione politica Lidia sedeva
Per attualmente articolate sviluppata secondo quei tempi perché tra il federalismo di Cattaneo e
Il federalismo di Gioberti e c'erano fatti ma si riconosce nella pace Treccani del trentadue anche la componente non nazionale non sabauda
Del
Processo
Naturalmente per
Preparare questo intervento mi sono riletto tutta Romeo favore devo dire
Il libro compiuto su tutta questa avventure e devo dire le ultime pagine sono di straordinario rilievo di drammatico a vedere
A volte anche di ridicolo vigente quando
Garibaldi viene nominato Presidente della Società per le ferrovie
Da alcuni faccendieri
E deve intervenire
Torino per
Eliminare quel
Forma di
Corruzione
Che cosa direi più più in concreto i più specifico io vorrei dire questo guardate l'Italia è un Paese duale non vogliamo che sia un Paese diviso
Perché è un Paese duale de quello che cerco di dire
Alla configurazione la forma economica ma una credo profonda rilevanza politica
Il nord Italia in base alle statistiche
Ultime dell'Eurostat quindi alle statistiche europee più consolidati affidabile il nord Italia nord est o nord-ovest nell'insieme il nord Italia e la regione più ricca devo
E lo è tanto come struttura patrimoniale quanto come flussi come rapporti di PIL toccati
Il
Centro nord Italia
Quindi scende andò dal nord fino al Lazio
è
Comunque più ricco della Germania più ricco della Francia più ricco dell'industria
E questo credo
Ci pone
Il dovere di fare alcune considerazioni
Il
Nord Centro e Italia quaranta milioni di abitanti quanto una media nazione europea come la Spagna la Polonia ha una struttura di ricchezza consolidata nei decenni
Che supera credo quello che uno può immaginare se si considerano poi forme di ricchezza esterna forme di ricchezza nascosta
Né il fondamento questo blocco di
Popolazione Id
Ricchezza
Si confronta
Con venti milioni
Gli abitanti che sono il sud che sono grandi come la Grecia e Portogallo messi insieme che producono livello di ricchezza oggettivamente che hanno le vede ricchezza oggettivamente molto sotto la media europea
Ecco io credo che chiunque abbia a cuore la unità del Paese deve partire da questi dati deve considerare quanto è rilevante il
Differenziale che ci abbiano in casa nostra e siamo l'unico Paese europeo ad avere una configurazione duale è stato così per la Germania ma per un tempo transitoria da noi e così da centocinquanta
Credo che siano
Non corrette le formule politiche la crescita dell'Italia per la competitività tutte quelle che parlano
Del nostro Paese come di un insieme omogeneo
Voi pensate che è possibile avere strutturato nei decenni un livello di
Ricchezza come stock come flussi
Strutturato per decenni senza vere competitività senza dell'università certa poi fare meglio devi fare il meglio
Ma è evidente che
Non è possibile essere
In declino se ai ancora quel livello di
Ricchezza
Vedette il declino dell'Italia inizia con la caduta dell'impero romano occidente
Poiché siamo risaliti e con il Risorgimento poi ancora abbiamo testimoniato livelli di
Sviluppo
All'avanguardia dell'Europa il mio
Vecchio collega e amico Carlo Cipolla mi
Ricordava che
Alla fine del Settecento ancora all'Italia e all'avanguardia della civilizzazione
Perché i delitti Beccaria li presentai lumi a Parigi
E c'è volte a che prende appunti in sala
Che poi è un libro sulla
Medicina come sulla malattia come causata da fattori esterni e non intrinseca che rompe gli schemi della medicina ed è un libro sul male delle
Lavandaie
A Pavia causato dal lavoro e non da una intrinseca
E degenerativa malformazione
E poi ancora tanti passaggi che ci hanno visto comunque all'avanguardia della città europea io credo che il nostro problema sia quella la grande questione la questione meridionale
è stato sbagliato considerare la questione meridionale come il regionale
Perché la questione meridionale non è la somma delle questioni regionali
è stato un errore che tutti hanno o abbiamo fatto quello di
Considerare quella meridionale come una partita che si gestiva
Dalla periferia verso il centro rinunciando il centro ha una fondamentale funzione di regia
La risposta o la domanda che ti fanno questo punto allora non credi al federalismo risposte un po'diversa il nord ha che pure ha una sua articolazione regionale ragiona in termini di sistema
Perché
Certo ci sono le opere Piemonte sul Piemonte ma quando cioè da ragionare sul traffico e sui trasporti ragionamento e sui grandi assi sui corridoi
Di tutte le Regioni e dal nord verso
Dal Brennero verso Verona
Il grande limite della politica regionale è stata alla fine della logica nazionale il principio di una logica regionale
L'idea che
Tutto può essere deciso dal territorio senza il centro e
Che la somma di tanti piccoli interventi io ho fatto il Presidente del CIPE per tanti anni e quindi
Come dire riconosco
Gli errori ho ereditato un sistema e ha continuato a un sistema ma di ricordate le cento idee di Catania ma devastato hanno due tre io al CIPE ha sempre visto piccole opere che venivano dalla periferia
E aveva vanno a Roma e non grandi opere pensate dal cento e applicate
Sui territori
E poi tanti altri fattori e limiti l'idea che poi fare il mercato dove non c'è mercato dove la cosa più vicina al mercato è una cosca mafiosa i la rinuncia dello Stato a fare lo Stato
E questo credo che è uno dei punti su cui bisogna riflettere e noi in questi giorni chiediamo in Europa che sul programma di competitività ci sia anche la considerazione del dualismo
Interno a uno Stato può essere che non venga riconosciuta ma e comunque la via giusta e cioè dire considerare che quello dell'Italia un problema che non è solo
Nazionali o generale ma l'Italia un Paese duale siccome non vogliamo che sia un Paese
Diviso dobbiamo
Credo tutti insieme anche perché poi le Regioni non sono mica tutti e che una parte ragionare in questo modo chiudo con un rilievo sul federalismo sul federalismo fiscale
Fosse il caso di assumere una posizione alla col puro all'avviso di giorni Dio
Cioè dire da una parte sento dire che
Dalla rottura degli equilibri nazionali
Ieri l'agenzia di un
Va beh lo dico perché
Federalismo a oggi Visco non è sostanza ma propaganda politica mettiamoci d'accordo e che non può essere il federalismo fiscale diversivo può vuoto io credo che una lettura
Come dire fuori dal dibattito politico ci possa portare a considerare quanto enti sperimentale quanto è di positivo quanto hai comunque
Costruttivo questo passaggio in fondo noi non facciamo altro magari in modo discutibile ma noi non facciamo altro che fare dell'Italia un Paese che ha una finanza europea siamo l'unico Paese
Ti d'Europa che ha solo finanza centrale e questo credo che sia punto su cui
Riflettere e credo che
Un modo la
Celebrare
L'Unità sia anche quello di riflettere meglio su questi temi di chi va lì un po'fuori essendo comunque temi nazionali un po'fuori dal
Particolare del dibattito politico nazionali
E per inciso ricordo guardate che sulle grandi questioni io in Parlamento ho sempre visto quale fine sulle grandi questioni più unità che differenza l'ho vista mattina di lavoro l'ho visto in materia di pensioni
A volte sulle questioni fondamentali sono più le cose che uniscono delle cose che ti Vito e questo è nella storia di questi anni
Quindi come chiudere con gli anni e sugli anni bene non celebriamo credo il quarto cinquantenario che certamente ci sarà ma comunque ci possiamo godere questo grazie
Ringraziamo il Ministro Tremonti e lo salutiamo perché come ha detto all'inizio aveva
L'impegno a quest'ora
Pier Luigi Bersani
Ma intanto vorrei complimentarmi
Per questa iniziativa che consente
Come diceva il professor Vanoli di mettere in comunicazione un po'intellettualità eseguiti che anch'io sono
Testardamente attaccato all'ipotesi che la politica abbia qualcosa a che fare col pensiero non sia solo
Comunicazione ma
Vediamo e assunsi giuro
Allora
Io credo che sia interessante notare che
In questa vicenda delle ricorrenze in generale la discussione
Non vuole a vere qui altrove un taglio celebrativo
Non vuole neanche come dire mettersi in dibattiti inattuali
Se il Risorgimento è stata l'evoluzione compiuto se il Risorgimento è stato
O tradito è stato incompiuto
Perché questi dibattiti che
Recano grandi firme diciamo
Tuttavia
Rispondevano anche nel momento in cui io Crocione Romeo granchio Gobetti
Scriveva una riflettevano rispondevano
A ha una presenza sul campo di soggetti reali che alla fine adesso
Sono oltrepassati
Tantomeno mi pare che questa discussione sia improntata un'antica risorgimentali ISMU che qui è la cova
E che palesemente regressivo ancora vediamo qualche propaggine qui e là
Io credo che invece l'interesse sta unendo culturale politica sia attorno a questo punto c'è come
Afferrare il senso di questa nostra storia
E di proiettarla sul futuro
E io su questo punto su questo tema si è direi un un aspetto per non perché non si può parlare di tutto
Mi pare che
Il tema che interessa di più questo rapporto fra unità e unificazione
Tema non risolto allora seppure un quadro diverso percepiamo connesse risolto neanche oggi
Allora e io volevo un attimo occuparmi di questo perché quello che viviamo oggi secondo me è una
Storie molto molto lunga quando in questi
Politici si ritrovarono
Nel sessantuno
Secolo e mezzo fa alle prese con la costruzione di queste unità avevano un Paese dove se il novantacinque per cento dal sorbetto
Che parlasse l'italiano è stato ricordato c'era un po'inc Cavour sotterrati francese torinese che neanche l'Italia francese e torinese
è una situazione dove strutturalmente l'economia e c'erano tre agricoltore se era qual latifondo soluzione quale mezzo deve essere un po'di quella capitalistica al nord si trovarono che non avevano fiducia c'era tutto da fare
La coscrizione era diverso da un punto all'altro del Paese la moneta era diverso il debito era diverso il Codice non diverso
Al momento era diverso sistemi di misure al diverso
Cioè se uno si figura nati o no
Cosa si son trovati alle mani
Rimane francamente impressiona
E se ci mettiamo un attimo solo nei loro panni
Vediamo che
Dovendo unifica tutto può essere
O dimenticato i sistemi scolastici e amministrativi e così via l'operazione doveva essere necessariamente fortemente se entra disastri
Per
E
E quindi l'imprinting dell'operazione
è stato un'operazione di questo genere fra l'altro con della gente delle classi dirigenti che non aveva until loro una cultura giacobina centralisti e neanche mazziniana del tutto se non in qualche France
Era gente che al popolo immette aveva percepito anche una maggiore
L'esigenza di gradualità nel costruire questa
Quest'operazione poi la vicenda diplomatiche internazionali Congresso di Vienna che salta per aria
Propaggine come si chiama risata penali e quindi si trova una farsa e e l'operazione diventa un'operazione
DD di centralizzazione burocratica anche micidiale
I fattori che potevano essere unificati li abbiamo sentiti a presenza della Chiesa e cattolicesimo lo metterò no non si può dire su questo discutere
Ma che fosse una una forza una cultura orientati in senso nazionale questo non lo si può dire credo
Come che basi gente certo votavo l'uno all'uno e mezzo per cento dei maschi quindi
Allora
E
Di più quanto votato lo so
A valle dei maschi voto
Va bene convochi somma del
E quindi le basi alla fine a queste queste qua quindi
Allora io credo che che tutta quell'operazione risultasse in qualche modo percepito nei diversi luoghi di questo Paese con una stretta
Anche di tipo burocrazie totalizzatore eccetera e che quindi l'operazione necessaria non potesse valere Hilton in tali percorsi il ritmo di un processo di unificazione
Vera
Io credo che questa è una vicenda che che che è successo così non poteva forse non succedere che che così
E
E alla fine
è stata un'operazione che ha normalizzato insistiamo LEA però non si può dire che abbia sanato o affrontato gli squilibri reali profondi che nel nel Paese comunque c'erano sul piano sociale sul piano territoriale
E così via dice
Dopodiché io ne sono le cose che dice Adornato e con volessero fare queste cose non sottovaluta meno mi sembra che erano da me sottovalutato il fatto nei decenni successivi che grandi culture popolare
Ho in mente i socialisti cattolico laico popolari eccetera in fondo diedero un contributo comunque a un processo di unificazione reale
Se non altro perché a certo punto che ne so dice le stesse cose stesse rivendicazioni ville faceva campagna emiliana in Sicilia e per la prima volta si trovava a dire la stessa cosa sette che era lontana dei Mille le mille miglia
Ecco
Ora io questori e e quell'unità lì che non limitato unificazione ha lasciato polio sui pronto perché tutte le le ipotesi varie poi di riforme i cambiamenti
Chi vuole
Che so un occorrente repubblicana c'è sempre stata correnti che il alludevano al decentramento ci sono state
Correnti che volevano allargare il suffragio ci sono sempre stati ma sempre trattenuti dal fatto che queste qui novità potessero portare a un elemento di disgregazione del nostro
Del nostro stare assieme
Quindi io
Dico che perfino quando è arrivata poiché esso soltanto vado con l'accetta a proprio carico stupida asma quando anche se fatti di grande patto costituzionale
No e quindi questo processo chiuso le cui a concorsi partiti eccetera eccetera ma alla fine di
E la cosa più difficile da fare per realizzarle tutte usate le Regioni
Processo complicato sempre sottoposto revocato a dubbi di tenere assieme ad iniziare un'insicurezza di fondo
Che è che ci ha accompagnato per tutti questi dieci anni dal fatto di non poter muove troppo le cose per non
Disgregare una situazione che era stata si unità ma insomma nel profondo non unificate
Ora e ci siamo dati va ad un certo punto di equilibrio decenni Cuccia sana che boom economico l'accordo eccetera e poi nessuno olio andarsela mi si sa d'arrivo adesso presso il permesso troppo lungo
Adesso situazione dei mercati situazione europea
Quindi diciamo processi che oltrepassano anche nei mercati restituzione dimensione nazionale e così via dicendo
La dico in breve se rotto un punto d'equilibrio
Se ha rotto un punto equilibro pur precari e io lo dico bisogna occuparsene preoccupato
Perché questo avviene anche in concomitanza del fatto che effettivamente l'Italia scivola
Rispetto al suo universo di riferimento e quale europeo dei più forti i Paesi europei sotto tutti gli indicatori poco da fare inutile negare una cosa così
E quindi i due fenomeni che non so quanto si tengono però vengono in concomitanza
Non è che perdiamo opposizione dimensione europea e noi che sentiamo sotto che questo
Che questo essere italiani sempre un problema molto difficile l'Italia presta
Un rebus da governare da tenere assieme da portare una vera profonda unificazione
E
Io anche qui in breve
Ci sono processi in atto anche sul piano culturale sul piano politico eccetera che tendono
Alla dissociazione
E su quanto in un momento di crisi questo è
Perché un Paese comunque sempre organizzato sulle reti corte la rete familiare per cui locali ATI corporative dove dove veramente li ha sempre misurato
Diciamo le sue fra virgolette le sue patrie
E per fare il proprio spirito civico
Qui viene fuori istintivamente il fatto che a casa tout à nel tuo luogo nella tua Rete nel tuo mestiere
Tu sei portato a un certo comportamento che nella dimensione statuale nazionale e così via ZZ invece viene più facilmente
Oltrepassa ecco allora che la crisi può portare degli elementi di chiusura
Adesso io non voglio far battute politiche ma non vorrei che dopo il ghe pensi mi arrivassimo al soluzione del si salvi chi può
Perché può essere
Se può essere che ognuno corporazione territorio mestieri individuo finisce per dire adesso la soluzione la trovo la trovo io la trovo da solo
Allora
Io dico che ci vuole una reazione
Sono convintissimo come dirò chiudendo che non sono affatto e tutto questo non sono affatto pessimisti continua a dire stop esegua quando è messo di fronte un problema lo affronto se romanzo
Se viene assopito occorre dei rischi molto molto se
E quindi io credo che siamo in condizione di di determinare rispondo coalizione folle determinare un elemento di di reazioni questo momento che passa attraverso alcune scelte fondamentali che riguardano
Sistemi istituzionale politico e tessuto civico fondamentali questo Paese
Allora detta brutalmente noi questi processi di
Diciamo di rischio di soggettivo
Ho rispondiamo
Non con la secessione Carrubba Paesi Baschi eccetera ma con una
Meccanismo di secessione di fatto
Cioè di spirito di allontanamento
Qui poi arrivo al federalismo
Ecco Visco
Ognuno tiene su risorse ognuno fa per sé e così via
O pensiamo di rispondere colpi con la personalizzazione
Una sorta di presidenzialismo che diventerebbe sempre comunque un presidenzialismo all'italiana temo
Perché le differenze sono troppo profondere quale quindi il rischio di averlo interpretazioni chiave populista di queste cose molto forte questo guasto
Oppure facciamo una riforma in senso parlamentare rafforzato il nostro istituzioni e ci mettiamo un federalismo nazionale bene
Congeniale
E giochiamo modernamente il tentativo di una
Cardiogramma carte che ci faccia fare un progetto basso sul meccanismo di unificazione
Quei
I temi sono nord-sud adesso non c'è più Giulio ma
Queste anche solo dire il nord
Se fosse calcolato da solo sarebbe
Ci porta fuori strada
Perché guardiamo gli bollettino
Se guardiamo
Anche il solo dirlo perché poi insomma se noi guardiamo i dati ce li dalla Banca d'Italia profusione
Non possiamo dimenticare le Commissioni intime di questo sistema
Per cui tu puoi vedere in matematicamente che tutte le volte che il sud
Si allontana dal nord immorsa lontano dall'Europa sotto i parametri
La volte che un pochettino appena appena il sud servizi né nei dati vi l'occupazione eccetera al nord
In quel momento il nord stabili sinagoga euro
Ma è così per forza perché lì ci sono i suoi potenziali per interrelazione produzioni consumi è intima
Non possiamo ragionare nord sud in questi termini
Certamente bisogna ritrovare una reciprocità questo sì che le novità di un partito assoluta io dico qualcosa sul
Da un partito al sud
Alcune sono vuole andare programmatico neanche nel però
Però dobbiamo ragionare con un sistema che abbia
Dentro le pulizie parlamentare rafforzata sul mi dilungo su questo un impianto di tipo federalista decentrato
Che ecco qua siamo stare le battute essere troppo troppo poco eccetera c'è quello con il teste vivo Federico per unire un federalismo chiede che è il meccanismo più efficiente e responsabile non scontato ma più efficiente responsabile per tendere a portare uguali diritti di cittadinanza
Tutti gli italiani
Perché io capisco dall'esperienza di questo Paese che non è la Francia
Che tutto quello che si è inventato
Di politiche sociali per esempio o anche di politiche a sostegno alle attività economiche sono nate in un bricolage locali che poi si è diffuso non abbiamo avuto una legge nazionale sugli asili nido
L'abbia mai avuto una legge urbanistica nazionale
La sanità privata per la sanità pubblica e faticoso avviso sanitarie mi ha fatto un percorso le politiche di incentivazione reale del leader diritti se vi sia reale l'impresa e potrei continuare
Io dicevo la Tosoni Parlamento guardate che noi siamo un Paese che si fa una legge per superare gli incroci semaforici perché è razionale dopo dieci anni succede niente se un Comune fa le rotonde e funzionano dopo due anni
Ho detto che ha fatto le autorità che ha fatto interrotto credo che abbia cominciato Reggio Emilia che Nico come disinibito
Cioè noi siamo un Paese fatto così è una risorsa queste
Naturalmente se li mette in condizione di funzionare allora per funzionare vorrei dire se fosse qui Tremonti ma scusa noi dobbiamo prima di mettere in moto tutta la il meccanismo come dobbiamo chiarire alcuni punti
Che so
Livelli essenziali delle prestazioni che noi vogliamo garantire a livello locale che sono il diritto di ogni sito dei
Secondo quanto deve costare mediamente ciascuna di queste prestazioni perché nessuno faccia informo terzo come faccio ha impostato un meccanismo di riequilibrio per non far dei torti non solo sul nord
Anche Gallarate e Torino
Perché ci sono cose che vanno normalizzata
E poi si fa con i soldi che ci sono
E su questi impianto si fa una fiscalità
Non la fiscalità di compartecipazione anche una fiscalità dirette da quando pianista ragione Visco di non certo che noi avevamo più federalismo prima che si parlasse di questa cosa qui
Qua prima dell'abolizione totale dell'ICI noi avevamo più federalismo fiscale di qualche diamo adesso questa indiscutibile conti alla mano
E allora io dico una carta da giocare questa sul
Fatto troppo lunga la seconda carta da giocare è tornare
A riflettere sul tema dei partiti
Perché insomma qui
Ho sia io quando dico in emblema toccasse a me il mio nome sul simbolo non lo metto intendo dire questa cosa
Cioè in tutta Europa i partiti sono andati in difficoltà con le novità stiamo dire perché perché
Per ossia di motivi ma nessuno ha messo in Europa in discussione
Il tema
Partito
Perché
Diciamo così le pur nobili parzialità degli interessi della società civile ha bisogno di un punto di unificazione
C'è bisogno di un qualcuno che sostenga le maggioranze ma l'instabilità dei nostri Governi non è perché mancava il capo il capo l'abbiamo sempre avuto e perché mancava le maggioranze stabili e solide ed a maggior si stabilì sorte le danno dei partiti che hanno una disciplina che hanno un radicamento e che c'è anche un di unificarlo questo Paese quindi è la stessa cosa a Varese a Napoli
Perché se i partiti non dico la stessa cosa a Varese a Napoli come fai tenerlo se questo Paese
E quindi noi dobbiamo tornare a riflettere lì
Tornare rifletto su questo punto perché o decidiamo che il nostro futura persino adesso Berlusconi si producono è affidato a un capo dei scatti
O decidiamo che siamo in una democrazia più simile a quelle europea sia in tali e ci mettiamo rifletta su questo punto che è un punto secondo me di unifichi di necessaria io ci sarà un'indicazione io l'ultimo va proprio punto era notte io dico questo
Detto tutto queste viste le difficoltà le ho dette se ne sono anche altre Grasso sui quali non mi dilungo
Però insomma resta vera una cosa basta
Che noi facciamo sempre fatica a dire come riusciamo essa italiane su e giù per un'Italia che
Nel mondo che ci guarda da fuori noi siamo i più riconoscibili
Lì tutto il mondo
Per un motivo molto semplice perché noi siamo quelli diretti cortei diecimila luoghi ma in ogni luogo di questi di simile azione la fontana la piazza lato le campare il mercato
L'Italia che sta qui stanziate tale da mille anni e quindi c'è qualcosa di profondissimo
Che ci tiene assieme
è che non sempre siamo all'altezza di questa possibilità qua
Partiti politica e società
Non è che
Tutti quanti
Però io credo che un risveglio sia possibile sono convinti Sven ora si erano sommi capi pessimista io penso che il prossimo il prossimo
Diciamo appuntamento celebrativo ci troverà in una condizione meno depresso di quella
Non sia quello di oggi grazie
Grazie a Pierluigi Bersani Pier Ferdinando Casini
Innanzitutto voglio dire grazie a Ferdinando Adornato perché il fatto di essere di essere
Il fatto di avere riunito
Illustri
Studiosi da ciascuno dal suo angolo di visuale della materia
L'unità da compiere o compiuta che dir si voglia ma quella fa parte del merito
E il fatto di avere radunato dei tre poli politici presenti nel Paese e tre esponenti significativi e importanti e già di per sé un merito molto acuto
Diciamo la verità perché si sente l'esigenza di questa riflessione ma perché io credo che
Forse alcune istituzioni e strutture dello Stato
Abbiano partecipato con più convinzione alle celebrazioni del bicentenario dell'indipendenza dell'America latina di quello che il contributo che forniscono
C'è stato mesi scorsi piuttosto che
Contribuire con la stessa fattività a queste centocinquantesimo anniversario dell'Unità Italia voluta
Fortemente voluto dal Capo dello Stato e io credo che per questo noi dobbiamo ringraziare il Capo dello Stato perché ha svolto un'azione di supplenza
Anche rispetto ai ritardi alle distrazione della politica
E un altro abbinamento di ringraziamento io lo voglio fare
All'uomo che negli ultimi anni ha rilanciato fortemente il senso di patria
Di appartenenza nazionale che è Carlo Azeglio Ciampi
Che è stato da questo punto di vista un grande Presidente
Che è stato un grande Presidente della Repubblica vedete
Quando sentite dei politici che non vogliono fare qualcosa per paura che si spendono troppi soldi
Dovete veramente preoccuparvi perché caro Giorgio o sono Ugo La Malfa e allora probabilmente sono politici di alta qualità oppure c'è qualcosa sotto
Noi ricordiamo quando le celebrazioni del due giugno e la sfilata delle Forze armate furono in qualche modo soppresso per esigenze di bilancio
Ma noi sappiamo che c'è un'esigenza che viene prima del Bilancio che è quella di riconoscerci tutti in un sistema di valori
Che è fatto anche d'emblée Imad ASS dà segnali esterni
Da sfilate e daini nazionalità tricolori che sventolano perché questo unità e contribuisce a dare soprattutto ai giovani il senso di appartenenza a un destino comune ad una comunità nazionale a una patria
Che certamente Carlo Azeglio Ciampi ha avuto il grande merito di farsi sentire a tutti nostra
Abbiamo avuto momenti difficili in questi anni io non dimenticherò mai
La sera che dalla riporto di Ciampino riportammo al centro di Roma le salme dei ragazzi che rientravano dalla Siria
E debbo dire che quello fu
Un grandissimo momento di appartenenza alla comunità nazionale
E
E devo dire che questi momenti di dramma sono anche momenti che ci hanno consentito di sperare di sperare che questa unità fosse un minimo comune denominatore su cui non dovere più intavolare delle discussioni
Dicevo che è importante il significato di queste celebrazioni io o
Assistito con una qualche così
Che poi si sorride a volte se non si vuole essere cattivi alla discussione sul fatto
Se fare o meno un giorno di festa nazionale PD
Fermo di scuole di fabbriche eccetera il diciassette marzo
Abbiamo visto forze politiche che in nome della retorica perché in quel caso era retorica del lavoro e della produttività hanno detto per carità però dobbiamo andare avanti sono le stesse forze politiche
Che dopo due o tre settimane in un'importante regione la Lombardia hanno chiesto e preteso Olga all'occasione dell'anniversario della battaglia di Legnano una festa regionale lombarda con il fermo assoluto di tutte le attività produttive
Il ventinove maggio
Ora
Voglio dire bisogna che in qualche modo non perdiamo mai il senso delle dimensioni io avevo un bell'intervento da grado preparato un bell'intervento in cui diceva alcune cose ma le dico a braccio così perché
Tra l'altro un elemento importante è
Che chi forse ha creduto più di ogni altro a queste celebrazioni del centocinquantesimo anniversario
è stata la Conferenza episcopale italiana è stato il Cardinal Bagnasco la Chiesa ha dato un grandissimo contributo
E io ricordavo in queste pagine la vite non solo non solo le testimonianze straordinarie
In ordine al superamento delle vecchie e contrapposizioni da parte di Giovanni ventitreesimo di Paolo sesto ma anche quella visita straordinaria che assediato almeno in termini così di immagine
La fine di qualsiasi possibile malinteso che io ebbi modo e l'onore di organizzare ce l'ha vista di Giovanni Paolo secondo la sua benedizione impartite Alitalia al termine di quel meraviglioso discorso segno anche
Schema professore l'ha detto benissimo prima che penso oggi
In questo senso di unità nazionale la Chiesa da un grandissimo contributo un grandissimo contributo uni attivo un è una grande ricchezza che in fondo esprime quello che noi affermiamo sempre
Cioè che noi siamo un un Paese
Che siamo un un uno Stato che ha nell'identità cristiana un proprio minimo comune denominatore condiviso tra credenti e non
Al di là e prima del dono della fede che ciascuno di noi può o meno a vere
Io credo che ci sarebbero da fare discorsi molto seri su questo
Che nell'epoca in cui si discute tanto di multiculturalismo e secondo me
Un po'a sproposito questa riflessione sì assiste e ci deve confortare
Nel senso che io sono un assertore del multi del del del Murri e del fatto che siamo in una società multietnica multirazziale multireligiosa per noi il senso della libertà religiosa
Deve non può essere messo in discussione proprio perché siamo fidi di questa civiltà
Ma parlare di multiculturalismo bisogna intendersi bene che cosa è il multiculturalismo perché se il multiculturalismo
Come alcuni lo intendono eh
Sostanzialmente relativi Zare qualsiasi senso identitario nazionale e affastellare assieme tante culture diverse
Nella convinzione nella speranza che si crei una sintesi questa è una grandissimo errore storico politico che non consentirà mai l'integrazione della diversità
Non consentirà mai annui di riassorbire le diversità
Anzi rischierà di di creare un calderone di che difficilmente riesce a miscelare sì in questo senso debbo dire che sia le cose che ha detto Angela Merkel che quelle che ha detto sa così
Secondo me meriterebbe un'Italia anche questo se vuoi Ferdinando un contributo credo per qualche iniziativa futura meriterebbe forse meriterebbero un qualcuna qualche riflessione più approfondita
Io voglio dire
Che la domanda di folli poi sono andati al nocciolo delle questioni ha poco senso se noi oggi dobbiamo discutere se l'unità e da compiere o L'Unità e da ricostruire
Io credo che la verità sia il mezzo
Comunque accetto la sfida unità da compiere unità da compiere ma negli ultimi anni questo senso di unità e andato avanti o è regredito
Io debbo dire apprezzo molto stimo pre Monti è un amico e anche uno dei ministri più dignitosi di questo un po'così mal fermo Governo
Ma
Quando io sento la sua affermazione sull'Italia duale la collego alle affermazioni di folli perché una classe politica non può
Che certamente una classe politica che certamente non è responsabile della dualità italiana perché questo è un problema che affonda le sue radici negli anni e nei recenti
Ma una classe politica a mio parere responsabile non può limitarsi a constatare che siamo in un'Italia duale passare oltre cercando di compatibilizzare compatibilizzare queste due italie
Un'Italia e una classe politica veramente responsabile che al senso dell'unità da compiere e se lo pone concretamente L'Unità duale come sosteneva folli nella domanda affermazione che ha fatto
è il fallimento di una classe politica non della nostra evidentemente anche della nostra ma di quello che è stato il corso degli ultimi cinquant'anni Hillary il signore Helmut Kohl e la signora Merkel hanno reali esatto i più grandi trasferimenti Flash in termini di risorse riuscendo nel giro di dieci quindici anni a colmare il dati tra la Germania dell'est e la Germania dell'Ovest
E non credo fosse un gatto così diverso da quello che c'è tra la Germania tra l'Italia del sud dell'Italia c'è
Centro settentrionale questo cosa significa questo significa che noi non dobbiamo gettare la spugna su questo punto
Questo è in punto dei punti
Se noi accettiamo l'idea che siamo in un'Italia duale arriveremo in un'Italia Prina arriveremo in un'Italia e si spezzetta ulteriormente e quando davanti al fenomeno politico che nessuno di noi vuole ridicolizzare
Dell'esistenza in Italia ad una grande forza politica la cosiddetta lega Nord Padania
Davanti a questo fenomeno che c'è
Non voglio darne un giudizio non è il momento non c'entra non non non in miseria amo tutto la lega Nord c'è
Ora il fatto che oggi da parte di molte realtà del meridione non si fa quello che giustamente sollecita Bersani che chiede
Sostanzialmente una presa di posizione della classe politica
E dei partiti come entità nazionale che parlano lo stesso linguaggio dal nord al sud
Massi cerca di controbattere allo spostamento di risorse che si vede indirizzare verso il nord
Creando delle leghe del Mezzogiorno
A questo è il segno della sconfitta non della politica dell'idea dell'Unità d'Italia e anche in definitiva lo dico alle persone che abitano nel Mezzogiorno e che sono in questa sala oggi del Mezzogiorno d'Italia
Perché il giorno in cui il Mezzogiorno d'Italia
Non riusciva più a dare una risposta nella politica nazionale nella sua capacità di mediazione ed non vorrà confidare nella legge del sud avrà già perso la partita con il nord essi un
Essi imporranno le premesse di una divaricazione italiana allora
Allora e termino perché anche
Per dovere di di ospitalità per in qualche modo solo un invitato un po'particolare qui al all'incontro di errato allora il problema non è federalismo se il federalismo non ha sbagliato
Tremonti nel dire oltre di realismo è Belzebù o non conta nulla io
Vi debbo dire che purtroppo
Penso che alla fine non conti nulla ma crei solo più confusione cioè questo federalismo così come è stato organizzato come ha detto Bersani finisce per deprimere gli spazi poi in realtà di autogoverno delle comunità locali perché non è che si sono ampliate
A partire dal
Dalla
Abolizione dell'ICI si sono se tuttora ristretto per cui lo spazio di autonomia
Diciamo la verità il Ministro dell'economia in Italia prima governava solo gli altri Ministeri oltre che il suo oggi governa anche gli enti locali questa il problema il problema reale è che questo non ampliato l'Istat cui
La lega fato tutti una grande battaglia ma io penso che gli amministratori leghisti soprattutto se non si vota prima o poi capiranno
Che
Si è partorito il topolino ma si è partorito veramente topolino
Oggi il problema del federalismo è che è una risposta confusa
Il tema dei costi stampare sacrosanto ma non si capisce perché i costi standard non fossero stati adottati dei trasferimenti sanitari anche dallo Stato con le Regioni non è che c'è bisogno di un meccanismo particolare di federalismo per adottare i costi standard questo un problema di volontà politica nel momento in cui trasferisci
Le risorse alla sanità ora
Io temo fortemente
Che questo Paese sia un Paese che accetta di convivere colleghi dieci cento mille corporazioni che ha
Non ultime oggi
Di grande protagonismo le corporazioni territoriali e non riesce ad arrivare ad una soluzione unitaria sul nulla io vi debbo dire la verità professore
Lei ha detto benissimo anche nell'esprimere diciamo così la speranza tutti deve sia come cristiani che come uomini politici ed avere molta speranza
Però io sono molto preoccupato
Perché ho la sensazione che questo Paese stia anche per condizioni esterne dall'Italia
Noi siamo nella storia e nel mondo e la storia il bond oggi stanno marginali stando all'Europa il primo viaggio del signor Obama
Quando è stato eletto Presidente degli Stati Uniti non è stato il solito viaggio diritto in Europa è stato un viaggio in Asia e c'è stato dieci giorni
E a lei all'incontro con l'Europa ha mandato la Clinton nemmeno un minuto lui perché
Perché il tema del governo del mondo oggi non passa più attraverso il G otto giustamente i fatti lo hanno Polito
No sono venuti a L'Aquila ci hanno salutate hanno chiuso i battenti perché c'è sedici venti perché non puoi determinare un equilibrio nel commercio mondiale
Rispetto
Escludendo l'India
La Cina il Brasile cioè non siamo
Per carità non siamo più noi e neanche la Francia e neanche la Germania ma questa è una consolazione limitata considerando che loro non è il debito pubblico che Alitalia e non sono nelle condizioni di sfascio della pubblica amministrazione della statualità in cui siamo noi
Allora
Io dico questo e termino
Davanti a questo contesto
Una classe politica responsabile no stop parlando di una classe politica di destra di sinistra di centro tutte terminologie che scontano sempre meno ma una classe dirigente seria cosa fa
Fa appello a un atto di condivisione di responsabilità nazionale non pensa di procedere con un misto di complesso di superiorità e di impotenza come in realtà
Non si vota sì probabilmente non si vota come giustamente lo Toffoli dice ma dice ma questo tempo come lo utilizzate io temo che sia tempo perso
Se non matura un senso più profondo di condivisione nazionali questa è un Paese in cui ha bisogno di
In cui c'è bisogno di fare scelte impopolari drastiche
Che se non si assumono con una condivisione politica che va oltre il perimetro delle maggioranze pro tempore rischiamo di Dori uscire mai ad affrontare le questioni vere quando non voi
Abbiamo posto la questione dei Governi di responsabilità nazionale in fondo abbiamo cercato drammaticamente di evocare questo
Abbiamo cercato di e votarlo quando Prodi con qualche voto di maggioranza ha perso l'occasione di una redistribuzione almeno delle presidenze della camere in modo diverso per dimostrare che aveva capito
E l'abbiamo posto all'inizio di questa legislatura quando
Berlusconi preso al delirio di autosufficienza non ha capito che di lì a poco si sarebbe ridotto al tema della contabilità parlamentare che il tema della contabilità io sento che Berlusconi due giuridici trecentodieci trecentoventi trecentoventi
Ma il fatto che debba evocare i numeri un Governo che è partito con ottanta deputati di maggioranza e già il segno una sconfitta politica perché poi uno più uno in meno
E già il fatto in sé
Che dimostra come la spinta propulsiva si sia esaurita e che è costretto a fare quello che hanno fatto tutti gli altri esattamente quello che lui non voleva fare che volessero un Governo diverso dagli altri invece si è ho compatibili esatto omologato agli altri immediatamente
Penso che serva una risposta diversa
Una risposta oltre il perimetro dei partiti tradizionali delle
Al del delle delle tradizionali dei tradizionali poni
E che si cerchi di aprire una fase in cui la classe politica non si pone il problema
Di come non perdere voti o come guadagnati alle elezioni successive ma si pone il problema seriamente di come risolvere le questioni drammatiche che il Paese ha di fronte con scelte
Tante anche impopolari ultimissima i giornalisti mi hanno chiesto cosa penso cosa penso del della riforma costituzionale della giustizia la Costituzione non è un tabù
La Costituzione può essere rivista può essere
Modificata certo sono stati inquietante alcune frasi di Berlusconi come quella di stamattina che presentando la riforma della
Giustizia dice con questa riforma non ci sarebbe mai stata Tangentopoli Mani pulite che cosa significa che non ci sarebbero stati i ladri o che non sarebbero stati scoperti ecco questo è un problema molto serio
Ed è un interrogativo che a mio parere merita di essere
Approfondito grazie
Grazie a tutti e spero che sia stato per voi tutti interessante anche perché è venuto da fuori grazie alla prossima