Intervista a Giorgio Tonini sui lavori della Direzione nazionale del Partito Democratico del 28 marzo 2011 e sulla crisi libica

Pratica l'abbiamo da qui con noi Giorgio Tonini membro della Commissione affari esteri e del Senato senatore del PD esponente della minoranza interna del Partito Democratico senatore Tonini oggi direzione del partito democratico ma avete discusso dei temi eticamente sensibili
No a dir la verità oggi non non è stato toccato l'argomento nella nella relazione di Bersani e quindi anche nel dibattito una mancanza
Forse sì ma c'è un gruppo che sta lavorando credo con un certo frutto nel senso che
Si sta lavorando ad una sintesi positiva come piace dire a me ha una mediazione alta
Tra posizioni diverse perché il PD possa andare al confronto parlamentare con
Idee buone utili per il confronto
Tra tutte le forze politiche
Per il resto quale altri argomenti sono stati toccati nell'anzi quali sono stati avviati gli argomenti toccati nella direzione del PD
Ma in particolare ovviamente il tema di fondo che unifica tutti è all'idea di quali opposizione dopo
Diciamo così il fallimento della strategia della spallata per così dire
Dato che Berlusconi è ancora lì ci si è interrogati su questo ora nella maggioranza del partito con c'è ancora l'idea che si debba andare avanti sulla strada dell'unità delle opposizioni
Da parte nostra è stato introdotto un interrogativo ma se non sia il caso di evitare una guerra di posizione di fronte a un avversario che potrebbe fare sua la strategia una tattica della guerra di movimento
Per essere più chiari io ho l'impressione più tanti sono gli elementi che ci portano a questa considerazione che è nella
Alle prossime elezioni politiche potremmo non trovarci più di fronte al Berlusconi
Ma di fronte a un assetto nuovo del centro destra e questo ci dovrebbe spingere
Come dire a innovare anche dalla parte di qua e quindi in particolare a riprendere e a rilanciare l'idea di un Partito Democratico che parla al paese che
Cerca di
Contendere agli eredi di Berlusconi e una parte di elettorato
Che oggi vota a destra che ha votato per la rivoluzione liberale di Berlusconi che poi non è mai arrivata
E che potrebbe essere invece interessato ad una proposta forte innovativa del Partito Democratico purché si tratti appunto di una proposta forte innovativo ci sono passi in questa direzione non solo oggi
Beh diciamo si è si è ragionato si è riflettuto in maniera oggi molto
Molto serena quindi molto costruttiva mio modo di vedere c'è da fare un salto di qualità
In particolare
Sul tema del futuro del Paese cioè quale idea d'Italia
Proponiamo noi agli italiani
In questo momento
L'Italia che è un ponte naturale tra Europa Mediterraneo due aree in grande fermento e in grande cambiamento ovviamente si tratta di cambiamenti molto diversi quello europeo più di tipo istituzionale quello
Quello mediterranea invece è una vera e propria rivoluzione in atto beh in entrambi questi conti il al
La politica del Governo italiano è stata molto molto debole molto passiva molto difensiva
Che invece c'è la necessità di di un rilancio un rilancio che per esempio dovrebbe prendere di petto il tema del risanamento finanziario e quindi del contributo dell'Italia
A una nuova governance economica europea come un'iniziativa forte autonoma del nostro Paese e non invece come
Un compito imposto da altri ed eseguire maniera svogliata e con l'idea di farci fare sconti deroghe rinvia ecco questo non rafforza la credibilità del nostro Paese così come per altri versi sul dossier mediterraneo
Noi paghiamo una incertezza strategica del governo che si è fatta sentire in maniera molto forte molto grave
Tosi e del Mediterraneo passiamo all'al nostro tema insomma di questa intervista la crisi libica quale il suo giudizio sul comportamento del Governo alla crisi
Bene appunto
Quello che dicevo cioè è stato una
Monarchia un approccio molto molto confuso si è passati da una difesa a oltranza di Gheddafi che forse non è ancora nemmeno finita
Vorrei ricordare sulla famosa intervista metà gennaio del del Ministro Frattini che ancora indicava
Nella Libia i di Gheddafi il modello per il mondo arabo
Poi all'evidenza dei fatti al rischio dell'isolamento internazionale quindi l'Italia ha dovuto mollare Gheddafi però appunto entrata
Nella fase del del conflitto con due o tre linee riverse quella
Dei Ministri Frattini e la Russa che hanno cercato di tenere una posizione diciamo simile a quella americana per capirci quindi un intervento misurato
Quella della lega assolutamente riottoso AR stia
Bossi la costato esplicitamente
A quella la la posizione tedesca per non parlare poi della
Delle posizioni tenute da dal Presidente del Consiglio che non è avvenuto in Parlamento a declinare in maniera esplicita e chiara la sua linea politica ma si è affidato da alcune
Mezze interviste mezze battute viene quali
Sembravano più forti sentimenti di rimpianto per l'amico Gheddafi che innovano una lucida strategia
Sul che fare del nostro Paese qual è la sua tutti i giorni perché secondo lei Presidente del Consiglio tenuto un una linea di questo che non ha tenuto una linea
Beh perché diciamo l'Italia aveva costruito una un rapporto con le ed altri
Come un caposaldo non aveva visto nel rapporto forte con con dei dati col suo regime è un caposaldo della nostra presenza sulla
Riva sud del Mediterraneo che quando si è capito che quel caposaldo stava venendo meno
C'è stato più panico che non lucidità
Si è usciti lati tra
Le due opzioni diverse che poteva scegliere Italia un'opzione fortemente interventista da un lato oppure dall'altro lato
O un'opzione diciamo così di maggiore cautela
Spiegabile anche con il nostro passato coloniale che quindi poteva anche sconsigliare un eccesso di esposizione del nostro Paese quindi insomma potevamo fare come la Francia potevamo fare come gli Stati Uniti
Abbiamo fatto un po'l'uno poi l'altro e quindi non si è capito esattamente che cosa volevamo fare siamo come sempre giovani del PD membro della Commissione servono ascolto da Radio Radicale