Rassegna stampa estera

Quel giorno gli scrutatori di Radio Radicale venerdì quindici luglio presso l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale in questi
Giorni un po'a singhiozzo per
Ragioni personali da un lato ma anche professionali almeno
La prossima settimana me ne scuso personalmente di cosa ci occuperemo oggi della crisi del debito sovrano nella zona euro in particolare della situazione dell'Italia ieri è stata
Approvata in un ramo del Parlamento la manovra questa notizia ampio risalto su diversi
Giornali non ci soffermeremo su
Alcuni commenti partendo dall'Economist che in copertina a un precipizio con
Sopra una moneta da un euro sotto l'Italia l'Italia e lei euro in bilico sull'orlo del precipizio
Invio tendo nostro Paese secondo l'Economist la crisi dell'euro entrate non nuova fase pericolosa
E la stessa moneta unica ora a rischio leggeremo un editoriale
Anche da le monde di oggi che invita a non dimenticarsi di una cosa lei euro un a tu non è una
Ma l'indizione commenta alcuni sembrano pensarla vi segnaleremo un'analisi pubblicata ieri dal Financial Times a proposito di Giulio Tremonti a cui viene
Negato uno il momento di gloria salvataggi in qualche modo del paese
Il Ministro dell'economia e assediato dalle voci di
Dimissioni e da un'inchiesta
Legata
In particolare
Aerei agli uomini a lui vicini
Chiuderemo con un'analisi da le montagne di alla fascia uno degli editorialisti del quotidiano francese
Lei euro la triste storia di una libido in calo analisi
Molto interessante perché mette insieme la crisi dell'euro ma più in generale la crisi dell'Europa parlando di
La nuova Europa ritornata Westfalia Anna come voleva il trattato di Westfalia firmato nel mille seicentoquarantotto l'Europa
Si organizza di nuovo attorno alla nozione sacra alzata della sovranità nazionale
Un punto di vista in qualche modo analogo a quello sostenuto da Marco Pannella quando dice che d'Europa delle patrie sta prevalendo sulla patria europea
Ma cominciamo
Dall'Economist di questa settimana esce oggi nelle edicole europea e come dicevamo in copertina
Viene disegnato un precipizio con sé sopra una moneta da un euro sotto l'Italia
L'Italia e l'euro sull'orlo del precipizio è il titolo anche dell'editoriale indios mettendo il nostro Paese la crisi dell'euro entrate in una nuova fase pericolosa
Ora la stessa moneta unica eh a rischio sintetizza nel sommario l'Economist che scrive per più di un anno il dramma del debito sovrano nella zona euro ha barcollato da una scena angosciante all'altra
A prendere il proscenio inizialmente era stata la Grecia rientrata l'Irlanda Paul Portogallo poi di nuovo la Grecia
Ogni volta
I politici europei hanno reagito in modo simile cioè negando la realtà esitando prima di arrivare a una soluzione dell'ultima ora il piano di salvataggio a metà per conquistarsi ancora un po'di tempo
Questa settimana però le carenze di questo modo di gestire la crisi hanno portato una nuova svolta i mercati finanziari infatti hanno rivolto la loro attenzione all'Italia la terza economia della zona euro con una rapidità allarmante
I rendimenti sui titoli di Stato e dieci anni sono balzati di quasi un punto percentuale in due giorni
Il dodici luglio hanno sfondato la soglia del sei per cento il livello più alto dalla creazione dell'euro la Borsa di Milano toccato sul livello più basso in due anni insomma
La crisi del debito e chiaramente entrata in una nuova fase non più confinata alle piccole economie periferiche di Grecia Irlanda e Portogallo la crisi si è accelerata in Spagna probabilmente il prossimo Paese
Nella tormenta e ha raggiunto un altro dei giganti della zona euro l'Italia appunto tutti i membri dell'unione monetaria ma in particolare la Germania hanno di fronte una scelta difficile decisiva secondo l'economista
Considerate un po'la posta in gioco l'Italia al più grande mercato del debito sovrano d'Europa il terzo al mondo a uno virgola nove trilioni di euro di debito pubblico al centoventi per cento del suo PIL
Tre volte quanto la Grecia l'Irlanda il Portogallo messi insieme molto di più di duecentocinquanta miliardi circa
Che rimangono nelle casse del Fondo europeo di stabilità finanziaria l'esiguo fondo salva euro un default avrebbe conseguenze calamitoso e per l'Euro e per l'economia mondiale
Anche se la prospettiva più immediate e quella di ulteriori tensioni nel mercato italiano dei bond di titoli di Stato questa situazione spingerà sicuramente molti investitori
A rifuggire dalle gli assetti europei rendendo ancor più difficile la ripresa del continente
Nel frattempo sullo sfondo c'è l'assurda pantomima di Barack Obama e dei repubblicani che si danno battaglia sull'innalzamento della soglia di indebitamento federale
Minacciando un default dell'America se per il momento questo può distrarre gli investitori americani appena questi si renderanno conto di quanto Cengio con Italia beh la situazione americana non sarà certo d'aiuto
La causa primaria dei timori di questa settimana sta nella politica italiana scrive l'economista in particolare
Nella rissa nella quale Silvio Berlusconi insultato il Ministro delle finanze Giulio Tremonti sulla manovra se aggiungiamo aggiungete a questi timori per la debole crescita economica dell'Italia
Capirete che gli investitori sono comprensibilmente preoccupati dalla capacità del Governo italiano
Di reggere sul debito pubblico
In teoria questi timori sarebbero gestibili se ci fosse un Governo maturo
Dopo tutto l'Italia nonostante tutti i suoi difetti non è una grande Grecia scrive l'Economist il suo debito essi alto ma è stato stabile per anni
Il suo Bilancio primario e il surplus il Paese ha una storia di tagli alle spese e aumenti di tasse ogni volta che è stato necessario come nel mille novecentonovantasette quando
L'Italia cercava di entrare nell'euro secondo gli standards europei le banche sono capitalizzate in modo decente
E l'alto tasso di risparmio privato mostra che gran parte del debito e nelle mani dei risparmiatori italiani ma in pratica spiega poi settimanale britannico la linea fa insolvenza e mancanza di liquidità
Di rado è letta e se il prezzo che l'Italia dovrà pagare per finanziare il suo debito continuerà a salire
Il debito potrebbe entrare una spirale e sfuggire ad ogni controllo la prospettiva secondo l'economista e che l'Italia venga travolta dalle contraddizioni e dalle incertezze a Bruxelles Francoforte Berlino
Dove gli euro creati la Banca centrale europea la cancelliera Angela Merkel hanno cercato finora di perseguire due obiettivi contraddittori cioè
Evitare un default formare della Grecia ed evitare al contempo di trasferire il debito dalla periferia insolvente verso i Paesi più ricchi
In realtà Merkel gli altri ed europei non hanno agito così per me era codardia anche se di codardia ce n'è stata molta ma perché i Paesi della zona euro sono rimangono profondamente divisi
Non sono in grado di mettersi d'accordo su chi debba sopportare i costi della crisi di oggi cioè i creditori attraverso le misure di austerità
I debitori oppure i contribuenti tedeschi e non hanno ancora deciso se la risposta di lungo periodo è un'unione di Bilancio oppure altro di conseguenza gli investitori
Non sanno ancora con chiarezza se saranno colpiti ma per l'Economist il punto più importante un altro
Visto che gli europei si dividono tanto sulla Grecia è facile capire perché gli investitori siano tanto terrorizzati dalla grande Italia
E allora cosa fare questo giornale scrive il settimanale a lungo sostenuto che le soluzioni abborracciate dovrebbero essere sostituite da una strategia ampia fondata su tre compromessi cioè una ristrutturazione del debito dei Paesi insolventi
Una ricapitalizzazione delle banche europee che soffrivano di più da questa ristrutturazione
E la costruzione
Di una diga di protezione tra i Paesi insolventi e il resto della zona euro la ristrutturazione del debito deve cominciare con la Grecia ma occorre anche preparare un piano di ricapitalizzazione delle banche a cominciare da quelle greche
Una ristrutturazione possibile anche per Portogallo Irlanda quanto alla diga attorno al cuore della zona euro deve includere Spagna e Italia
L'Italia deve adottare al più presto la manovra e la zona euro presto potrebbe trovarsi costretta ad ammettere degli eurobond con cui garantire il debito dei Paesi in difficoltà
Per l'economista si tratta di un balzo in avanti politico enorme in particolare per Merkel
La Germania si oppone con fermezza qualsiasi soluzione che possa portare al trasferimento di debito dal sud verso il nord
Non è un'opzione piacevole ma l'alternativa potrebbe essere la fine dell'euro questa e l'orribile lezione di questa settimana così
L'Economist che poi dedica molti molti altri articoli alla crisi all'inasprimento della crisi del debito sovrano nella zona euro citando più volte anche
Anche la situazione italiana tra l'altro sciabole magna rubrica settimanale il vero problema dell'Euro qual è che la crisi della moneta unica tanto politica quanto finanziaria torneremo
Su questo tra pochissimo con
Con un'analisi
Da le monde ma prima dallo stesso quotidiano francese vediamo anche l'editoriale di oggi dal titolo significativo non dimentichiamocelo l'euro è una tu
Scrive le Monde l'attualità della zona euro e talmente Sinistra con la sua interminabile tragedie greche rischi di contagio verso altri Paesi
Che qualcuno oggi potrebbe prendere la moneta unica per una maledizione oppure
Considerare l'euro come una di quelle buone idee realizzate male ma per le monde niente e meno vero l'euro è una tu a benservito l'unione monetaria dalla sua messa in circolazione nel due mila e due
è uno degli elementi che fanno sì che l'Europa abbia un futuro nel mondo di domani
Tutto questo va ripetuto nel momento in cui la crisi nata dal debito sovrano europeo fa dubitare dell'Europa
Questo non c'entra nulla con lo stato disastroso delle finanze pubbliche greche con l'indebitamento bancario l'olandese o con la situazione dei conti pubblici portoghesi
L'ammontare del deficit federale americano del debito pubblico britannico dimostrano secondo le Monde
Che gli squilibri di bilancio non sono appannaggio della zona euro
I filosofi un giorno si interrogheranno su questa caratteristica delle democrazie occidentali questo inizio di ventunesimo secolo sono tutte pesantemente indebitate
E per l'essenziale questo indebitamento pubblico precede la crisi finanziaria del due mila otto due mila e nove si stima che solo il venti trenta per cento del deficit delle democrazie occidentali
Sia imputabile alle misure di rilancio dotate nel due mila otto due mila e nove per lottare contro la recessione
Il resto rivela una singolare propensione al debito le cui cause senza dubbio non sono solamente economiche scrive le Monde che forse
Dovrebbe
Fa interrogare in qualche modo non solo i filosofi ma anche
Politologi analisti politici
Liberali
Forse le democrazie occidentali e alcune socialdemocratici sia in particolare si sono comprati e la pace sociale con il debito ad ogni modo
Prosegue le monde Espresso in monete nazionali e quasi certo che questo indebitamento in altri tempi avrebbe condotto numerosi Paesi oggi membri della zona euro a svalutare diverse volte per recuperare
La situazione ma la perdita di valore di una moneta è una perdita di potere d'acquisto che tocca innanzitutto i più poveri
Questo è uno dei grandi meriti dell'euro cioè uno scudo contro gli sciocchi finanziari ha permesso a quelli che lo hanno dotato di mantenere l'inflazione sotto controllo e di beneficiare di tassi di interesse storicamente bassi
Inoltre la buona tenuta dell'euro di fronte ad altre grandi monete
Ha diminuito il prezzo al quale i membri della zona
Comprano il loro materie prime infine sopprimendo rischio di cambio l'euro ha presieduto anche una crescita senza precedenti del commercio entra europeo
Tutto questo che è considerevole si traduce in preziosi punti di crescita economica che non avremmo avuto senza la moneta unica
Il mondo di domani sarà organizzato attorno a tre quattro blocchi monetari l'Europa sarà uno di questi colleghi uno
Ed è la garanzia di Pesaro impone la competizione globale ma c'è un prezzo spiega ancora le Monde
L'euro presuppone un coordinamento delle politiche di bilancio che oggi ancora balbuziente e che rischia di urtare la sensibilità di chi si aggrappa la sovranità nazionale
Tuttavia credere sondaggi una maggioranza degli europei sarebbe disposto ad andare più l'anno e l'armonizzazione delle politiche di bilancio
E da parte dei politici che manca un soffione soffio conclude
Le monde perché manca questo soffio
Lo scopriamo
Sempre con le monde è un'analisi di alla fascio che lo diciamo subito si avvicina
Molto alle analisi alla denuncia di Marco Pannella dei radicali sull'Europa del patrie lei euro e cioè la triste storia di una libido il calo il titolo scrive Frascino
L'ultima crisi dell'euro non è finanziaria è innanzitutto politica non testimonia dell'AQP dice dei mercati riflette l'irresponsabilità dei Governi della zona
E meno una questione tecnico-finanziaria il simbolo del malessere europea in generale e più una questione di coordinamento politico che di risorse cosa ancor più grave era evitabile
Toccava i diciassette membri dell'unione monetaria impedire che la sfiducia dei mercati si estendesse alla Spagna l'Italia trasformando una difficoltà per le ferite in crisi centrale
Lo si sa il dibattito pubblico accumulato dai tre il debito pubblico mollato dei tre paesi
Messi peggio nella zona euro cioè Grecia Irlanda e Portogallo rappresenta appena il sei sette per cento del PIL dell'Unione europea poca cosa rispetto alle capacità finanziarie di diciassette
Ma i diciassette hanno agito in modo tale da seminare il panico sui mercati
Il dubbio sulla solidità dell'insieme dell'azione euro non solo i mercati che hanno imposto la loro legge sono gli Stati che hanno mancato
L'appuntamento all'inizio si trattava di mettersi d'accordo su un secondo piano di aiuti finanziari per la Grecia il primo non era bastato i conti da Atene
Sono messi tanto male che la Grecia non può finanziare i suoi deficit sul mercato per attrarre investitori dovrebbe offrire tassi di interessi proibiti proibitivi e questo
Farebbe aumentare ulteriormente il debito i diciassette hanno convenuto su una cifra centodieci miliardi
Ma con il pretesto di una possibile rivolta di sui contribuenti la Germania di Angela Merkel seguita da Olanda Finlandia
Ha chiesto una partecipazione del settore privato chi ha comprato buoni del tesoro greci banche assicurazioni fondi pensioni eccetera deve contribuire al secondo piano di salvataggio della Grecia
Questo
Obbedisce a obiettivi e a principi tanto di morale che di economia quelli che hanno guadagnato molto comprando debito sovrano a rischio devono partecipare
Anche se questo significa subire perdite finanziarie ma questo coinvolgimento del settore privato spiega le monde per le agenzie di rating significa
Dichiarare la Grecia in default e questo non è accettabile per la Banca centrale europea per la zone euro sarebbe una
Prima funesta
Getterà ebbe discredito sull'insieme dell'Unione monetaria minerebbe la reputazione dell'euro e porterebbe a un aumento dei tassi di interesse ovunque insomma una catastrofe e così per evitare la catastrofe
Due mesi fa e diciassette si sono lanciati nella ricerca di un improbabile GRAL trovare una montatura finanziaria miracolo
Che dovrebbe portare alla famosa partecipazione del settore privato evitando
Che la Grecia sia dichiarata il default ma da due mesi i diciassette si scontrano sulla formula giusta
Annunciando pezzi di soluzione facendo marcia indietro dando l'impressione dell'indecisione più totale aggiungete a questa attitudine irresponsabile qualche interrogativo sull'Italia e la capacità di mettere ordine nei suoi conti pubblici avete
L'incendio della zona euro il dubbio sulla solidità dell'insieme
Qual è il problema scrive le Monde un tempo esisteva un cancelliere tedesco chiamiamolo Helmut sul mito Helmut Kohl che in circostanze analoghe avrebbe avuto sufficiente coraggio politico per dire i suoi l'interesse superiore della Germania e di non indebolire l'Euro un tempo con lo stesso cancelliere avrebbe perfino potuto evocare l'interesse superiore dell'Europa di fronte le rivolte dei contribuenti tedeschi
Ma quel tempo non c'è più
Evidentemente la Germania e come gli altri membri dell'Unione ripiegata su se stessa attaccata la difesa dei suoi interessi nazionali insomma la Germania a dell'Europa una visione strettamente contabile alla Thatcher
Philip Stephens uno dei commentatori più europeisti del Financial Times
Descrive un'Europa ritornata Westfalia Ana come voleva al Trattato di Westfalia firmato nel mille seicentoquarantotto l'Europa si organizza di nuovo attorno alla nozione sacra della sovranità nazionale
è la fine dell'esperimento postmoderno che fu la costruzione europea fondata sull'idea di sovranità condivisa l'Euro conclude le mondo soffre lo stesso ma lì congenito di cui soffre
La politica estera e sicurezza comune la sua esistenza presuppone un minimo di spirito di solidarietà
Ma l'euro in crisi nel momento in cui gli Stati membri conquistano tutte le loro prerogative a spese delle istituzioni comunitarie la crisi dell'euro una crisi dell'Europa di voglia di Europa insomma e la storia di una l'invito che non cioè
Più
Così le monde l'Europa vestaglia né in fondo è quella che Pannella denuncia come l'Europa delle patrie ci fermiamo David Carretta una buona giornata l'ascolto di Radio Radicale