14 AGO 2011
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:08 Durata: 1 ora 53 min
A cura di Guido Mesiti
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 14 agosto 2011 condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (già direttore di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 53 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    già direttore di Radio Radicale

    Alla vigilia di Ferragosto, la giornata di sciopero generale della fame e della sete promossa da Radicali e altre associazioni per la situazione delle carceri e della giustizia.
    17:08 Durata: 40 sec
  • Pannella sull'iniziativa nonviolenta per carceri e giustizia: “Attualmente coloro che hanno aderito anche alla forma dello sciopero della fame e della sete sono 2.400. Non mi pare poco, ma devo dire che su questo ci fossero stati dibattiti d’approfondimento, cosa che al solito è mancata completamente…”. “La gente una volta di più avrebbe capito e si sarebbe moltiplicata. Il problema centrale, io insisto, è quello della democrazia”.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    Alla vigilia di Ferragosto, la giornata di sciopero generale della fame e della sete promossa da Radicali e altre associazioni per la situazione delle carceri e della giustizia. Marco Pannella: “E’ un passo ulteriore in avanti per incardinare nella coscienza del Paese quanto questo problema sia un problema cui è difficile rassegnarsi senza poi aspettare il peggio per tutti”. “Riuscire a far passare notizie e lotte politiche serie credo che in Italia sia un’impresa, sempre di più, perché dopo tre-quattro generazioni ci si è assuefatti a un riflesso antropologico, non solo culturale, della maggior parte della classe dirigente. Ma ciò detto, si tratta di capire quanto si riesca a far comprendere, attraverso anche l’oggetto specifico di questa iniziativa, altre cose ancora più importanti”. Pannella spiega: “Per esempio una cosa che noto è che l’argomento sottolineato dal Presidente della Repubblica, ovvero che vi è un baratro rispetto alla Costituzione”, nelle “cose che vengono fuori da chi obietta o anche è d’accordo questo fatto del valore della legge” il leader radicale non lo trova. La storica accusa di Pannella alla classe dirigente: “Ma se questi non rispettano la legge, perché dovranno rispettare quella riformata?”. Gli interventi al Consiglio generale del Partito radicale nonviolento di Tunisi che andavano in questo senso. “Attualmente coloro che hanno aderito anche alla forma dello sciopero della fame e della sete sono 2.400. Non mi pare poco, ma devo dire che su questo ci fossero stati dibattiti d’approfondimento, cosa che al solito è mancata completamente…”. “La gente una volta di più avrebbe capito e si sarebbe moltiplicata. Il problema centrale, io insisto, è quello della democrazia”. Il trattamento ricevuto, nella storia, dalle proposte referendarie radicali. “Guardo indietro perché i nostri ascoltatori, purtroppo per loro, conoscono il disco che abbiamo intonato dall’inizio degli anni 80: la riforma è quella americana”. Il ruolo nella Fininvest, negli scorsi anni, nell’aprire a “temi tabù”.
    17:08 Durata: 20 min 7 sec
  • Pannella: “L’amnistia è l’unico modo per attaccare la struttura e costringere a delle riforme strutturali. Perché, continuo a ripeterlo, se noi passiamo da 4 milioni e 700 mila processi a 1 milione di processi penali, comunque a questo punto ciò ha conseguenze strutturali patenti; nel senso che per fare quel milione di processi, le risorse, i mezzi, le aule, tutto quanto cambia radicalmente”. Gli effetti positivi anche sulla giustizia civile.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    La figura del nuovo ministro della Giustizia, Nitto Francesco Palma. “Credo che sia una persona disponibile, non credo che lui su questo abbia convinzioni molto accanite, e infatti anche l’argomento che lui usa contro la nostra richiesta di amnistia è che gli sembra difficilmente realizzabile”. “La sua è un’obiezione che tiene conto degli equilibri politici” e non un’obiezione di metodo. “Lui dice: ‘Sono d’accordo sulle misure di depenalizzazione come diceva il primo Presidente della Cassazione Lupo’. Io però gli ho detto: già devi depenalizzare in parte la Fini-Giovanardi. Hai presente che succede? Sull’amnistia parleranno dei delinquenti che escono, si conoscono gli argomenti che reggono poco rispetto agli argomenti concreti che militano a favore di questo traino dell’amnistia che poi si trascina dietro le altre riforme”. Le proposte di legge radicali sulle depenalizzazioni. “Ma ho l’impressione che se si tocca la Fini-Bossi o la Fini-Giovanardi, si apre un canaio che non finisce più, perché loro non cercano altro”. “L’amnistia è l’unico modo per attaccare la struttura e costringere a delle riforme strutturali. Perché, continuo a ripeterlo, se noi passiamo da 4 milioni e 700 mila processi a 1 milione di processi penali, comunque a questo punto ciò ha conseguenze strutturali patenti; nel senso che per fare quel milione di processi, le risorse, i mezzi, le aule, tutto quanto cambia radicalmente”. Gli effetti positivi anche sulla giustizia civile. Il legame con la crisi economica italiana e globale, considerato che la prima “ha come una delle cause proprio il funzionamento della giustizia civile, perché chi è il pazzo imprenditore che viene a investire qua, quando se poi deve fare una causa non sa nemmeno dopo quanti anni finisce?”.
    17:28 Durata: 6 min 54 sec
  • Dalla riforma americana a quella delle pensioni, dal debito pubblico al welfare, tutte le battaglie sulle quali la partitocrazia non ha seguito i Radicali, salvo poi trovarsi in situazioni emergenziali.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    Il dopo-Berlusconi e il rapporto del premier con i Radicali. “Io ho fatto una scommessa sul Berlusconi che era radicale in modo patente. Sosteneva i referendum, io ho abitato alla Fininvest da Mike Buongiorno e tutti quanti, il gruppo dei nostri eletti era nel Parlamento di Forza Italia… Tra 1995 e 1996 ruppe un accordo firmato anche da Buttiglione, che ci sarebbe stato lo stesso numero di candidati laici e cattolici… fu il punto di rottura considerato che allora anche Bossi era un mangiapreti, con lo stile che lo contraddistingue. Berlusconi, Fininvest, come avversari non li abbiamo mai incontrati fino al 1995 incluso. Adesso sento dire da Franceschini, da Veltroni: ‘Mica è il primo Berlusconi, quello del partito liberale di massa’…”. “Una delle cose su cui lui fu clamorosamente d’accordo con noi era la riforma americana. Venne al Congresso dei Club Pannella per dire: ‘Mi avete convinto’”. Il caso della riforma delle pensioni e il singolare rapporto su questo tema tra Lega Nord e sindacati, nel 1994 e nel 2011. La battaglia radicale per l’abbattimento del debito pubblico e il rispetto del pareggio di bilancio da inserire in Costituzione. “Non ci hanno ascoltato sul debito pubblico, sul bilancio che era connesso, perché i sindacati sulla politica della spesa erano quasi fieri di pensioni date a 42-43 anni, e se questa era la politica della spesa… E in più, quel che c’era di welfare non era universale ma era welfare corporativo”. La riforma della contrattazione in Italia e il paragone con alcune esperienze estere. I Radicali e la premonizione sulla “finanziarizzazione” della Fiat e di altre imprese manifatturiere italiane. Momento di fare un bilancio sul liberismo alla Ronald Reagan? “Certo. Io insisto nel dire che il Presidente Eisenhower, quando ha messo in guardia il Congresso, perché ha detto ‘il complesso militare-industriale-congressuale’ è pericoloso per il mondo e per tutti quanti noi. Non era semplicemente il Pertini pur meritevole che diceva ‘svuotate gli arsenali e riempite i granai’, perché lì era una posizione molto più solida e profetica. Perché da Reagan poi è venuta fuori tutta una serie di Presidenti con la tendenza complessiva americana… tranne quella cosa iniziale fatta da Obama, ovvero la riforma sanitaria, anche se lui non la presentò come un adempimento ai diritti umani, perché questo era. Dopodiché lui mi pare essere erede delle realpolitik dei suoi predecessori”. Le attuali difficoltà di Barack Obama. Il referendum radicale sulla riforma sanitaria.
    17:35 Durata: 23 min 1 sec
  • La visita a Regina Coeli del ministro della Giustizia Palma, accompagnato da Gianni Letta: “Questo vuol dire che la Presidenza del Consiglio si occupa di questa cosa. Il che non mi dispiace, perché non dimentichiamo che l’indulto lo avemmo grazie al fatto che Forza Italia ruppe con la Lega e con una parte di Alleanza Nazionale e quindi fu grazie a lei che riuscimmo”. Il ruolo della Presidenza della Repubblica e la richiesta di convocazione di una seduta straordinaria del Parlamento.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    La ricaduta politica dell’iniziativa nonviolenta radicale. “Non è un caso che ci è riuscito. Siccome quando il Presidente della Repubblica parlò, di tutto venne riferito tranne quello che era importante, e da allora ci siamo occupati di fare conoscere quello che il Presidente aveva detto. Il Presidente aveva posto un problema di legalità costituzionale, europea ed internazionale, morale, etc., parlando di obblighi e nemmeno di doveri. E ponendo il problema per cui ‘noi siamo fuori legge’; a questo punto non c’è che da rientrare”. La marcia di Natale per l’amnistia nel 2005, con l’adesione dell’allora senatore Giorgio Napolitano. La visita a Regina Coeli sarà del ministro Palma ma accompagnato da Gianni Letta: “Questo vuol dire – osserva Pannella – che la Presidenza del Consiglio si occupa di questa cosa. Il che non mi dispiace, perché non dimentichiamo che l’indulto lo avemmo grazie al fatto che Forza Italia ruppe con la Lega e con una parte di Alleanza Nazionale e quindi fu grazie a lei che riuscimmo”. Il ruolo della Presidenza della Repubblica e la richiesta di convocazione di una seduta straordinaria del Parlamento. “L’essenza di quello che abbiamo fatto da dopo quel convegno (del Senato, ndr) è stato continuare a ripetere da Radio Radicale la lettera delle cose dette dal Presidente della Repubblica, completamente nullificate dall’audiovisivo e dalla gran parte dei quotidiani”. L’operato di Napolitano, “da garante della Costituzione”.
    17:58 Durata: 8 min 17 sec
  • Dalla primavera araba a quella italiana: “Non dispero che in Italia e in Israele non riusciamo ad avere la primavera. Perché i 50 anni di presenza radicale nel Paese farebbero sì che, nel caso di una ‘primavera’ italiana, non avremmo qui i problemi di transizione così difficili come stanno avendo altri Stati”. Il consenso per le battaglie radicali che prosegue “in condizioni quasi inspiegabili, come fosse questione di Dna”.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    I fatti di Londra, la primavera araba e la situazione italiana: “In Italia, costantemente, l’operato del Presidente della Repubblica, questa nostra battaglia sul diritto che stiamo facendo da decenni, credo che la gente continua a recepirla in modo positivo”. Le lotte sociali anche in Israele e l’informazione di Radio Radicale grazie a Fiamma Nirenstein. “Un connotato assoluto di Israele riguarda – mio disco in proposito – il fatto che il popolo, malgrado le mutazioni importanti intervenute in questi 20 anni, continua a essere in modo nettissimo per l’adesione perfino a questa Unione europea. Lì la classe dirigente israeliana continua ad essere tetragona, e quasi anti-democratica, perché non accetta nemmeno di dibattere questo”. Il ruolo del sindacato israeliano, troppo burocratico. “Non dispero che in Italia e in Israele non riusciamo ad avere la primavera. Perché i 50 anni di presenza radicale nel Paese farebbero sì che, nel caso di una ‘primavera’ italiana, non avremmo qui i problemi di transizione così difficili come stanno avendo altri Stati”. Il consenso per le battaglie radicali che prosegue “in condizioni quasi inspiegabili, come fosse questione di Dna”. “Se scoppia un po’ di primavera italiana, non credo che noi saremo estraneizzati da quella”. Ma in altri casi le cosiddette ‘primavere’ non hanno coinciso – per esempio - con la fine della popolarità radicale nelle università? “Nel 1968 c’è stata una cosiddetta primavera – replica Pannella – e cosa succede? All’inizio degli anni 70 vinciamo l’obiezione di coscienza. Questo partito, che perde sempre, che ha le primavere contro, dal 1968 a Grillo, poi ogni volta immediatamente c’è la scomparsa dell’altra cosa come soggettività e il nostro affermarsi proprio in quei momenti”. Il caso dei primi anni 70, con la battaglia sull’obiezione di coscienza alla quale seguirono le altre come quella sull’aborto. L’esempio delle campagne internazionali dei Radicali.
    18:06 Durata: 18 min 22 sec
  • Pannella: “La primavera italiana esploderà senz'altro, e contro la partitocrazia”. Il “disfacimento dell’impero” partitocratico. “Nel Pd trovo il vuoto politico assoluto”. “Le battute anche simpatiche di Pier Luigi Bersani non dicono nulla su quello che loro farebbero”.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    Pannella: “La primavera italiana esploderà senz'altro, e contro la partitocrazia”. Il “disfacimento dell’impero” partitocratico. “Nel Pd trovo il vuoto politico assoluto”. “Le battute a mio avviso efficaci e anche simpatiche di Pier Luigi Bersani non dicono nulla su quello che loro farebbero”. Le attuali posizioni del Pd sul primo Berlusconi, come pure sui governi Amato e Ciampi, e le posizioni reali e contrarie assunte allora: “Hanno vecchi riflessi ideologico politici inconsapevoli – spiega Pannella – hanno riflessi, molto più che progetti. Di volta in volta le cose che importano vengono fuori e sono le cose del povero Penati e di Formigoni. E’ così”. La situazione pugliese e la figura di Adriana Poli-Bortone, “la più interessante da molto tempo”. “Persona serissima, che continua a essere assolutamente determinante”. “Nichi Vendola non so quanto governi da governatore”. Pannella, in un inciso, si definisce “filo-dannunziano”.
    18:25 Durata: 11 min 33 sec
  • Pannella: “Allora ancora prima di parlare delle condizioni delle carceri, delle quali ormai parlano tutti, bisogna parlare delle condizioni della Costituzione e dei diritti umani negati nel nostro Paese”. “Nessuna riforma può servire a nulla, se non viene fuori una rottura con coloro che sono indifferenti o peggio che indifferenti sui problemi delle leggi, delle norme, delle regole ed altro”.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    Per la convocazione delle Camere sulle carceri “io credo che sarà una battaglia molto dura – spiega Pannella – ma anche perché ormai io credo che non voglio finire con il complesso di Stoccolma, ma io, a parte oggi due minuti a Sky, ho zero possibilità di dibattere e spiegare, tranne a Radio Radicale. Quindi il problema è quello di democrazia e diventa quasi ridicola e grottesca la cosa. Quindi a questo punto dovremmo porre il problema come Radicali”. “Allora ancora prima di parlare delle condizioni delle carceri, delle quali ormai parlano tutti, bisogna parlare delle condizioni della Costituzione e dei diritti umani negati nel nostro Paese”. “Ma d’altra parte su quale televisione? Insomma quante volte succede che 12-14 direttori delle carceri aderiscono a uno sciopero della fame e della sete? Insomma, se sono direttori delle carceri, non saranno mica tanto esibizionisti, eppure pigliano e si espongono”. “Nessuna riforma può servire a nulla, se non viene fuori una rottura con coloro che sono indifferenti o peggio che indifferenti sui problemi delle leggi, delle norme, delle regole ed altro”.
    18:36 Durata: 8 min 45 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito

    La campagna per la verità sulla guerra in Iraq. Gli errori della Nato in Libia. Commenti sulla manovra correttiva dei conti pubblici. Il “ringraziamento vero alle migliaia di persone che hanno voluto dare corpo” a questa battaglia, “ma credo che l’unico modo che ho per ringraziarli è dire che sicuramente ritengo che non saremo mai costretti, per il momento, a mollare. Andremo avanti come Partito, come Radicali, e credo che qualche possibilità che scoppi la primavera, euro mediterranea e italiana, in fondo è quello per cui lavoriamo da sempre; può darsi anche che accadrà, e non ci sorprenderà impreparati”.
    18:45 Durata: 16 min 18 sec