L'intervista è stata registrata venerdì 17 novembre 1989 alle ore 00:00.
Nel corso dell'intervista sono stati discussi i seguenti temi: Droga, Governo, Legge, Pci.
La registrazione audio ha una durata di 9 minuti.
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PCI
Prego anche Massimo Brutti che è componente laico quindi eletto dal Parlamento su un comunista alla così le sue della magistratura ha diritto alla marcia promossa anche dalla con gli chiediamo quindi le ragioni di questa sua adesione ma io credo che il testo di legge che verrà in discussione
Tra qualche giorno e che è stato elaborato dal comitato ristretto del Senato nella parte in cui e vede
A punibilità
Dei tossicodipendenti o dei consumatori di droga
Contenga delle
Previsioni delle norme che sono sbagliate e ingiuste
E credo che questo giudizio che è diffuso in aree politiche diverse che accomuna cittadini di convinzioni religiose diverse si debba far sentire
C'è una uno schieramento
Che compositore che ripropone come unica soluzione
Di questa piaga sociale drammatica che la diffusione della tossicodipendenza la soluzione più semplice più arrogante più purista che è quella di punire le vittime
E ci sono appunto anche altri tipi di soluzione alle quali evidentemente lei ritiene si debba dare maggior credito ma io credo
Si deve partire da una considerazione
La tossicodipendenza non è una malattia non può essere considerata
Soltanto un pericolo sociale
Non la si può affrontare con strumenti coercitivi
Credo si debba considerare il fatto che i tossicodipendenti
Sono persone che soffrono si trovano in una condizione di disuguaglianza
Il compito
Della repubblica di uno Stato democratico
Fare il possibile per rimuovere le condizioni di disuguaglianza quindi intanto intervenire
Con una rete di solidarietà di servizi con un aiuto
Per il riconoscimento e la tutela dei diritti di queste persone che vivono male dei diritti dei tossicodipendenti io credo che si debba definire un vero e proprio statuto dei diritti dei tossicodipendenti che significa servizi aiuto
Non pene leggero procacciatrice risente o proprio per questo molti di coloro che sono operatori nel campo e parlo in questo caso non solo di chi è particolarmente vicino al tipo di lavoro che staff svolgendo lei Comi magistrati
Ma anche funzionari
Della polizia e c'era anche la polizia giudiziaria
Anche operatori del settore al contrario di alcuni altri come Muccioli sostengono che appunto proprio questo tipo legge non aiuta affatto né il tipo di specifico nel merito del quale ora lei stava parlando cosa pensa di questo tipo di considerazioni
Ma io credo che
La coercizione
E alla fine poi quella forma di coercizione così drammatica che il carcere perché poi di questo si parla vi sono previste nella legge delle misure di tipo discriminatorio ma quando uno si sottrae a queste misure alla fine poi va a finire
Alla pena della reclusione
Insomma se minimi si toglie la patente mi si ritira la patente e io vengo sorpreso a guidare la macchina magari per spostarmi per andare in un posto dove ho bisogno di andare anche proprio per la mia condizione di disagio perché sto male ebbe poi alla fine a un certo punto interviene anche la pena del carcere bene la coercizione
E questa particolare drammatica coercizione che il carcere certamente non aiutano chi sta male non giovano
Io posso capire questo è emerso nelle discussioni che mi è capitato di fare con operatori che lavorano nelle comunità di recupero posso capire che vi sia nel rapporto che si viene a stabilire tra la comunità l'organizzazione della comunità di recupero il tossicodipendente anche un qualche elemento come si può dire di autorità
Che si esercita nei confronti del tossicodipendente per disciplinarlo per aiutarlo a superare la propria condizione di disagio c'è in effetti nel rapporto che si stabilisce all'interno delle comunità di recupero può esservi anche un elemento coercitivo su questo insistono molto quelli che che che che la pensano come don Gelmini per esempio
Io credo si debba distinguere una coercizioni tipo pedagogico che si svolge attraverso la persuasione attraverso la definizione insieme ai tossicodipendenti che che vogliono uscire dalla droga di un programma di una disciplina di un'autodisciplina di un controllo che si sta bilici attraverso il lavoro comune ma un'altra cosa invece è la la discriminazione e e poi alla fine il carcere io sono convinto che il carcere
Sia un fattore di sviluppo delle tossicodipendenze tra l'altro nelle condizioni barbarie in cui molto spesso si svolge la vita perché nel carcere dove l'ex fidanzato all'Athos sì lo divenne Enza l'uso delle stesse siringhe Lai salari l'omosessualità coatta insomma il carcere e questo non dimentichiamolo giustamente io credo Nicolò Amato il direttore generale delle carceri apposto con particolare forza l'accento sulla insufficienza dello strumento carcere
Da una parte e dall'altro credo che abbia fornito l'audizione che si svolse davanti alla Commissione parlamentare anche gli elementi per far pensare primo che la punizione e alla fine il ricorso al carcere
Non solo non è una soluzione ma anzi aggrava il problema dalla tossicodipendenza secondo che vi sono dei soggetti che in caccia non ci dovrebbero stare neanche insomma chi è ammalato di Heinze non ci dovrebbe stare al carcere non non è quella non è quella la strada non è quello in nessun modo lo strumento di recupero anzi aggrava la sua condizione e crea occasioni
Di di di contagio di diffusione della malattia piccole colto opinioni di questo genere anche fra i magistrati ma c'è un dibattito nella magistratura io partecipato qualche mese fa ad un convegno
Nel quale io facevo una relazione su su questo sul filo delle considerazioni che che che vi ho proposto adesso in particolare cercavo di stabilire una un quadro una bozza diciamo così di Statuto dei diritti del tossicodipendente poi c'era un'altra relazione molto critica nei confronti della legge che era di Franco Ippolito che è come come lei sa segretario di una delle correnti della magistratura italiana cioè di Magistratura democratica
Quindi diciamo delle componenti culturali e ideali della magistratura che mettono in luce la insufficienza e anche l'ingiustizia di questa previsione della legge relativa alla punibilità
Mi sono altri ho avuto l'impressione che
Alcuni esponenti di un altro gruppo che è quello di Magistratura indipendente prendesse un po'più sul serio considerassero positivamente queste norme
Devo dire che a per quello che ho capito parlando leggendo le cose che scrivono queste posizioni prescindono un po'dalle correnti d'aria sono posizioni che attraversano in vario modo
I gruppi organizzati dalla magistratura però insomma non c'è e non c'è da stupirsi se vi è una componente più conservatrice
Ritiene che poi lo strumento della Pina sia uno strumento rapina fino alla pena detentiva sia uno strumento valido ed efficace
E c'è una corrente per fortuna insomma ancora diffusa nelle con nella cultura dei giudici italiani che che da un lato più realistica cioè si rende conto di che cosa significhi poi in concreto l'esecuzione delle pene di come
Dennis ero sia il
Il risultato che si può ottenere in termini di recupero dalle pene coercitive dalla discriminazione e poi punta a valori diversi che sono i valori della solidarietà dello sviluppo dei diritti
Quindi credo che questo ci sia nella magistratura la magistratura italiana deve io credo svegliarsi un po'di più la cultura giuridica
La cultura giuridica democratica nel senso di
Sviluppare finalmente una riflessione che che a mio giudizio doveva in qualche modo emergere in parte emersa anche
Dopo gli anni tragici dell'emergenza
La riflessione è che la lo sviluppo dei diritti dei cittadini e la democrazia non si difendono puntando tutto sullo strumento pena le che che insufficiente in un caso come questo addirittura è controproducente sbagliato e ingiusto credo sia utile che domani
Questa
Questa valutazione questo giudizio severo nei confronti di quella parte della legge nei confronti dell'ipotesi che si possano risolvere i problemi punendo i tossicodipendenti insomma si faccia sentire
Si si si diffonda
Pressoché lo considero anche un augurio ma è un appello per così dire della manifestazione di sabato Vito che sia utile insomma non tante volte si irride le manifestazioni si dice che sono dei rituali
Quel che conta è il lavoro che si svolge in Parlamento non ascoltiamo la piazza io penso che che questo sia sbagliato invece credo sia utile sentire quel che dicono i cittadini perché dicono i giovani credo sia utile ascoltare questa protesta
Ringraziamo Massimo Brutti che ricordiamo è componente laico del consiglio superiore nella magistratura
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