06 NOV 2011
rubriche

Conversazione settimanale di Valter Vecellio con Marco Pannella

RUBRICA | di Valter Vecellio - Roma - 22:00 Durata: 2 ore 3 min
A cura di Enrica Izzo e Pantheon
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Puntata di "Conversazione settimanale di Valter Vecellio con Marco Pannella" di domenica 6 novembre 2011 , condotta da Valter Vecellio che in questa puntata ha ospitato Valter Vecellio (direttore di Notizie Radicali), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 2 ore e 3 minuti.

La rubrica e' disponibile anche in versione audio.
  • Introduzione

    Valter Vecellio

    direttore di Notizie Radicali

    Membro della Direzione di Radicali Italiani La situazione politica italiana. La manifestazione del Pd. Il messaggio di Marco Pannella all’indirizzario radicale e il parallelo tra Luigi Facta (ultimo presidente del Consiglio pre fascismo) e Silvio Berlusconi
    22:00 Durata: 2 min 57 sec
  • Pannella: Oggi siamo riusciti a far sapere che il Presidente aveva indicato come 'prepotente urgenza' quella delle carceri e della giustizia, usando termini come 'l'orrore per i manicomi giudiziari persistenti', parlando di 'umiliazione della Repubblica rispetto all'Europa e al mondo'. Sono passati quattro mesi. I suicidi di agenti e detenuti continuano ad aumentare. La prepotente urgenza, Presidente della Republica? Siamo pazzi? Presidente, lei impazzisce in questa situazione partitocratica? Ne sente il richiamo ‘napoletano’?

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella: Se Berlusconi dovesse arrivare a comportarsi come Facta (il primo ministro che precedette l'avvento del fascismo, ndr), svolgendo benaltro da quello che poi ha provocato, e se la massima autorità dello Stato dinnanzi a un problema fondamentale di legalità costituzionale e internazionale si comportasse come Vittorio Emanuele III in quella occasione... Beh, sicuramente oggi non abbiamo l’equivalente di Vittorio Emanuele III, altrimenti la storia si ripeterebbe solo in modo ridicolo. Noi abbiamo invece il Presidente della Repubblica come estremo garante, con le sue responsabilità ma soprattutto con le sue prese di posizione. Il leader radicale ricorda che sulla giustizia e sulle carceri al Presidente, da cittadino repubblicano, ha già fatto notare come in modo dolorosissimo lui stesse avendo, coinvolto nella realtà di regime e cercando comprensibilmente di dare il suo apporto non da Presidente della Repubblica da grande saggio del Paese, perché lui è intervenuto da garante il 28 luglio quando ha dichiarato che vi era era una prepotente urgenza di affrontare e risolvere, come chiedevamo, come chiedevamo, di dare priorità assoluta a quello che riteniamo essere il massimo problema istituzionale e il massimo problema sociale, ovvero l’infamia carceraria e la giustizia in generale. Noi siamo riusciti, Presidente della Repubblica, a essere più forti di quella che oggi impera in Italia e non solo, di una capacità di regime di negare al popolo la conoscenza. Perciò ho detto ‘Italiani brava gente’, paragonando i disinformati di oggi agli Italiani mandati in Russia a morire, magari anche congelati perché pure lo Stato italiano del grande potere mussoliniano e fascista li mandava a morire congelati perché i mezzi non c’erano. Erano appunto Italiani, brava gente. La storia del Duca d'Aosta. Quando un popolo come quello italiano non può conoscere le tesi e le analisi che si contrappongono, ma può solo sentire una delle voci, quella prevalente e maggioritaria, diciamo quella partitocratica di destra, di sinistra e di centro, che da 60 anni è una realtà che tra l’altro Berlusconi nel 1994 - ascoltando e facendo suo quello che gli raccontamo noi stesso e Antonio Martino sulla necessità di una rivoluzione liberale, di un riforma antipartitocratica e quindi con la scelta di riforme di tipo anglosassone, tutte cose che nel 1993-1995 Berlusconi aveva fatto proprie, come anche Bossi che aveva allora raccolto le firme per i referendum radicali tra i quali c’era il passaggio a leggi elettorali americane, l’abolizione del reato di consumo delle non droghe - di fatto oppose seppure per un breve periodo. Il 28 luglio il Presidente della Repubblica, sull’onda della nostra lotta nonviolenta, essendo un privilegiato perché capo di uno Stato in cui generalmente la conoscenza è negata al popolo, si è però finalmente pronunciato sul tema giustizia. Il paragone con il periodo fascista, quando il popolo italiano nel 1940 seguì la vicenda assassina e suicida della guerra mussoliniana in alleanza con Hitler. Seguì da 'brava gente', appunto, perché non aveva alternative di conoscenza, se non dalle minoranze che erano nelle carceri; ma allora forse dalle carceri si riusciva a parlare e a far filtrare ancora di più di quanto non sia possibile oggi. L’abbiamo dimostrato al Presidente della Repubblica. L’impossibilità di far conoscere al popolo posizioni alternative al regime esistente. Malgrado tutto, siamo riusciti a far conoscere la realtà della giustizia e delle carceri che non si voleva far conoscere alla politica italiana da parte della politica di regime. A questo punto il Presidente della Repubblica ha avuto finalmente l'occasione di presentarsi per quel che è secondo la Costituzione, il massimo garante dei diritti e della legalità della Repubblica; e lì ha avuto parole che l’Italia non avrebbe conosciuto se noi non avessimo avuto questo evento straordinario - io dico che può essere un annuncio di qualcosa come la Marcia del sale di Gandhi per l'India -, ovvero il fatto che il 14 agosto, con l’obiettivo di fare conoscere quanto il Presidente dellla Repubblica aveva detto di importante, il Parlamento si autoconvocasse per discutere di questo. Questo c’è stato. Quindi un po' è diverso alla situazione del popolo tedesco ai tempi del nazismo. Gli italiani sanno, alcuni, deplorano, sanno e dicono ‘vabbè’, sono abituati a questo. L’iniziativa della stella gialla portata avanti dai Radicali e il ricordo della pace di Monaco. Oggi siamo riusciti a far sapere che il Presidente aveva indicato come 'prepotente urgenza' quella delle carceri e della giustizia, usando termini come 'l'orrore per i manicomi giudiziari persistenti', parlando di 'umiliazione della Repubblica rispetto all'Europa e al mondo'. Sono passati quattro mesi. I suicidi di agenti e detenuti continuano ad aumentare. Eppure il Presidente della Repubblica è andato quotidianamente, nella sua saggezza economica, verso questa comprensibilissima distrazione. E' andato a reti unificate, mattina, sera e giorno a dire le sue parole di saggezza, a intervenire per cercare di rendere sagge le varie componenti partitocratiche. Sta di fatto che dinnanzi a torrenti di parole e di interventi del Presidente, lui ha avuto soltanto una volta occasione di rispondere sul tema, e ha detto: 'Sì, i partiti sull'amnistia non si sono ancora messi d’accordo'. Chapeau Presidente! Nient'altro! Dunque è una ‘prepotente urgenza’? E' una struttura di assassini, di distruzione economica anche dello Stato italiano con un settore con i suoi 5 milioni di processi arretrati, anche nel civile? Qualcosa che appesta i rapporti sindacali, gli investimenti internazionali? E nel settore penale con quello che si sente aleggiare, tutte cose benpensanti e radicali 'la prigione preventiva non è giustificata'; 'è vero che abbiamo nelle nostre carceri la carcerazione preventiva di massa', lo dice il Primo presidente della Corte di Cassazione. Ma allora adesso la Costituzione repubblicana - distrutta dalla partitocrazia, negata e abolita - cosa dice? C’era una cosa: le caratteristiche di 'necessità' e d’'urgenza' sono evocate in Costituzione per la decretazione; per potere esistere, il decreto deve avere le caratteristiche di necessità e urgenza. Se adesso, come sembra, è possibile che la partitocrazia si voglia liberare di Berlusconi ma a favore di che? A favore dello stesso Governo che riuscivano a imporre a un Parlamento, violando le regole parlamentari, al prezzo dell'assassinio doloso - fatto operare dalle Br - di Moro, questi sono; adesso di nuovo sta venendo fuori: l’Udc da destra, da sinistra e dal centro, si tende di dargli la forza della Dc; dall’altra parte il Pd conferma la linea assassinio di Moro e dintorni, quella linea per la quale il Presidente Ingrao sospese la vita del Parlamento per impedire che sulla prigionia di Moro il Parlamento potesse parlare, facendo votare - cosa senza precedenti - un Governo storicamente nuovo in tre giorni. Non dimentichiamo. Oggi allora abbiamo che cosa? Forse, si dice, ci sono elezioni. Bersani vede i sondaggi, pensa: 'Siamo in maggioranza!'. Li legge come vuole e dice: ‘Elezioni!’. Elezioni quali? Quelle della legge ‘Veltrusconi’? Perché questa legge elettorale non è la legge leghista, ma è una legge voluta da Veltroni e anche a Berlusconi fu spiegata la convenienza di tentare, a destra e soprattutto a sinistra, di eliminare tutte le forze minori. E in effetti è quello è quello che accadde: via i socialisti, via gli ambientalisti, etc. E la responsabilità sarebbe di Berlusconi? Ma scherziamo? Quindi dovremmo andare a nuove elezioni: si terrebbero a gennaio, poi due mesi per costituire eventualmente un nuovo Governo, e saremmo a marzo. La prepotente urgenza, Presidente della Republica? Siamo pazzi? Presidente, lei impazzisce in questa situazione partitocratica? Ne sente il richiamo ‘napoletano’? Solo con una decretazione d’urgenza oggi si può avere l’unica soluzione prospettata, che risponda alla gravità della situazione e non con l'illusione di 10 piccole riformette che finora non sono state fatte in 10 anni. Ovvero l'amnistia: Creando un fatto che non può non costringere persino la politica attuale a realizzare riforma della gisutizia e delle carceri. Perché se noi passiamo a 800 mila o 1 milione di processi penali, dove oggi ce ne sono 5 milioni e arriveremo presto a 6 milioni...”. “Noi oggi chiediamo al Presidente della Repubblica di essere coerente invece che latitante. Perché lui latita rispetto all’annuncio che ci ha fatto: c'è la 'prepotente urgenza', e quindi come sempre accade o ci riescono i Radicali nei temi sociali - cosiddetti etici - e allora sblocchiamo divorzio, aborto, etc., oppure nulla. Quindi noi dovremmo andare in questa situazione carceraria, contro i direttori e gli agenti penitenziari, contro la poca gente civile che oggi in Italia si manifesti con consapevolezza
    22:02 Durata: 27 min 16 sec
  • Il ruolo dell'informazione nella storia e nella politica radicale: "Pannella è vietato!". Pannella: Cosa diciamo martedì quando incontriamo finalmente il Pd? Esattamente quello che chiedo e ho chiesto e continuo a chiedere a Silvio Berlusconi: non esiste altra soluzione tecnica e politica possibile che quella dell’amnistia per l’immediata riforma della giustizia

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella legge poi una lettera ricevuta: Ho ricevuto questo messaggio: 'Marco, per favore non salvate Berlusconi'. Ed è una compagna di lunga data, diciamo un'esponente delle Comunità evangeliche italiane. Che cosa mi chiede? Non di fare qualcosa, ma di ‘non salvare’ Berlusconi. Ma cosa si salva, il diavolo? E' il genio del male? Ma il problema che sentite non è quello di compiere qualcosa, di fare qualcosa? No, ‘non salvare Berlusconi!’. Vi hanno rimbambito tutti! Italiani, brava gente! L'appello del Cardinale Martini sull'attuale realtà carceraria e la mobilitazione della realtà dei credenti. Presidente, non si devono sentire i Radicali sui temi sui quali hanno ragione. Pannella è vietato, e lo sai!, ma sei indifferente. Tutte le cose che come Radicali abbiamo posto e imposto alla vostra agenda: il debito pubblico, con iniziative parlamentari; i problemi delle pensioni; il problema della giustizia, chiedendo già dagli anni 70 l'amnistia per i magistrati e per la riforma della giustizia. Presidente, bisogna vedere se sei più forte del regime e vuoi rendere la Repubblica forte. Allora, stavo dicendo a questa amica che mi ha scritto: io speravo che da voi, dalle coscienze religiose, venisse un ‘non mollate!', 'non mollate adesso che ti sputano in faccia’. Il parallelo con il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che ha detto di essere andato ad Arcore a prendere una tazzolina di caffè. Renzi ha avuto un riflesso serio. Ma che lui deve rispondere al suo partito comunista del cazzo?! Deve rispondere se lui come sindaco ritiene utile andare ed avere un colloquio con il Presidente del Consiglio?! No, ma siamo a questo! E infatti Grillo lo ha capito, e tre giorni fa ha detto: se le cose continuano così, spero di non avere eletti in Parlamento, altrimenti viene il turno mio e faccio la fine di Pannella. Su questo vorrei terminare e dire: cosa diciamo martedì quando incontriamo finalmente il Pd? Esattamente quello che chiedo e ho chiesto e continuo a chiedere a Silvio Berlusconi: non esiste altra soluzione tecnica e politica possibile che quella dell’amnistia per l’immediata riforma della giustizia. E tutte le organizzazioni - anche quelle alle quali dobbiamo tanto come Ristretti orizzonti, come Antigone, e i sindacati stessi dal Sappe agli altri, tutti si rendono conto della strumentalità essenziale dell’amnistia per quello che provoca immediatamente. Io chiederò questo martedì a Bersani e compagni. Il ruolo unico di Radio Radicale nel panorama dell'informazione. Il paragone tra Rai tv, Tg1 di Minzolini e attuale gestione del Corriere della Sera: Io francamente ritengo che la posizione del Corriere della Sera, che non capisco perché si contrapponga a quella di Repubblica; a me sembra che la qualità civile e giornalistica delle tue testate si equivale. Sono testate che non hanno nulla a che vedere da una parte con Repubblica e l'Espresso di Arrigo Benedetti, che infatti se ne andò e si preoccupò pure di dire 'Però quello lì al funerale non lo voglio'; dall'altra parte abbiamo il Corriere della Sera che, liberato dalla famiglia Crespi con le sue posizioni laiche, dopo la direzione Ottone è finito quel rispetto.... Berlusconi e il ruolo dei media nella battaglia sulla giustizia: Berlusconi, come tutti i potenti in una situazione anti democratica, sicuramente non sa che nell’atmosfera di sputi e altro, ho rincarato la dose, dicendo che negli anni 80 è grazie alla Fininvest che il Paese ha potuto essere riformato, grazie ai Mike Bongiorgno, ai Maurizio Costanzo, agli Enzo Tortora, etc. Non sono riusciti neanche loro ad accorgersene. Io torno a dire che è vero: negli anni 80 c’è stato un tantino di democrazia nell’informazione e nel Paese soprattutto grazie alla Fininvest. Poi è diventata Mediaset, battezzata da quell’altro ‘democratico’ che è Massimo D’Alema, e purtroppo la situazione è quella che è. Il caso di Santoro e della Rai. Mi auguro che nelle carceri e nell'amministrazione ci si renda conto. Guardate, stanno rischiano di fare 'elezioni subito', e sarebbero ancora meno democratiche di quelle precedenti, se possibile. Così le fanno col porcellum. E soprattutto non c'è la riforma della giustizia. E questa è una manovra suicida, perché adesso anche a livello europeo sono certo che sarà maggiormente tenuto in considerazione come elemento non da Pil ma generale, il tema della giustizia italiana che impedisce che l’Italia sia un paese dove si investa. Il disinteressi di Confindustria per le proposte radicali di riforma economica. Nella non omissione dei suoi obblighi istituzionali, oggi, dinnanzi alla sola prospettiva delle elezioni a breve termine, a questo punto se poi nelle carceri dovremo contare centinaia di morte più o meno ammazzati o suicidati, beh questa sarà una perla di questo regime, Presidente. Io spero che in queste ore vengano risposte. In queste ore la mia amica e compagna che ho citato e che mi ha detto ‘perfavore Marco, non salvare Berlusconi’, invece dovrebbe dire: ‘Perfavore Marco fate un altro miracolo, prego per quello, risolvete questo problema atroce della giustizia, delle carceri'
    22:30 Durata: 20 min 38 sec
  • I transfughi in Parlamento? Non passano da una parte all'altra; all'interno della partitocrazia si spostano da una cosca all'altra, non sono traditori di nulla. L'incontro con il Pd e la possibile risposta: Sanno quello che noi chiediamo, da 30 anni non abbiamo cambiato: una riforma elettorale di stampo anglosassone e con meno correzioni italiane possibili, la riforma della giustizia e più attenzione al dissesto idrogeologico del Paese

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    E se fosse Berlusconi l'ostacolo alle cose che i Radicali chiedono? Pannella: E' veroche Berlusconi nel suo impazzimento dopo il 1996 è stato determinante per non far passare i referendum sulle grandi riforme come la separazione delle carriere. Questo è indubbio. Disse che quelli erano 'referendum comunisti', lo avevano informato male. Il regime e le figure politiche: l'esempio dell'israeliano Sharon. L'agenda parlamentare a partire dal Rendiconto dello Stato e poi il voto di fiducia. I transfughi? Non passano da una parte all'altra; all'interno della partitocrazia si spostano da una cosca all'altra, non sono traditori di nulla. L'incontro con il Pd e la possibile risposta: Sanno quello che noi chiediamo, da 30 anni non abbiamo cambiato: una riforma elettorale di stampo anglosassone e con meno correzioni italiane possibili. Comunque continuo a dire che il Presidente della Repubblica potrebbe riscontrare che il Pd aveva optato per il maggioritario francese, che due volte il popolo italiano con dei referendum si è pronunciato per l'uninominale maggioritario. Poi c'è il massimo problema istituzionale che è quello della giustizia italiana. Il leader radicale ricorda anche la sua attenzione storica al dissesto idrogeologico del Paese; l'ipotesi dei geologi di quartiere; il caso di Napoli e quello della Liguria. La piaga dell’obiezione di coscienza contro l’aborto legale. La figura del giornalista Indro Montanelli.
    22:50 Durata: 14 min 24 sec
  • La riunione di Matteo Renzi alla Leopolda e l’interesse mostrato dai Radicali. Pannella: Anche in questo caso, e non è l’unico, vedo che tra di noi c’è una tendenza quasi a temere che arrivino concorrenti esterni nella buona direzione. E quindi si tende subito a esorcizzarla: ‘Tanto sappiamo che non sono Radicali e sappiamo come va a finire’. A questo mi sono sempre opposto. Lo osservo con interesse. Posso avere una puntina di pessimismo. Ma so benissimo che per il momento le cose che lui dice e fa sono nuove, positivamente, rispetto a quelle del suo ambiente

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’amnistia non si può fare per decreto: Se ci sono i due terzi Con il Presidente che dice queste cose. Se lui ha innanzitutto rispetto per se stesso, se è aiutato in questa direzione, e tutti quanti gli altri? Come se ne esce? Come la partitocrazia da 40 anni mostra di sapere. La partitocrazia sa che noi siamo un'alterità che può diventare concretamente, a furor di popolo, alternativa. Gli esempi della campagna per Emma Bonino Presidente della Repubblica. Le antiche critiche europeiste dei Radicali a Giulio Tremonti. Ancora sull'informazione e le differenze con altri oppositori: Il fatto che Nichi Vendola nell’ultimo anno, anche se Sel non ha un solo rappresentante in Parlamento, va sempre più in televisione nei momenti strategici, ed è molto bravo, proprio come per 10 anni era accaduto per Fausto Bertinotti. La partitocrazia sa che se ci fosse un'occasione di voto democratico nel Paese, dal punto di vista dell'informazione, la partitocrazia sa non ci sarebbe una transizione lunga, perché noi abbiamo una forza di governare le istituzioni maggiore della loro. Non è un appello alla resistenza, continuo a farla la resistenza. I Radicali alle elezioni locali e l’esperienza di Pannella come amministratore locale a Ostia. La riunione di Matteo Renzi alla Leopolda e l’interesse mostrato dai Radicali. Pannella: Anche in questo caso, e non è l’unico, vedo che tra di noi c’è una tendenza quasi a temere che arrivino concorrenti esterni nella buona direzione. E quindi si tende subito a esorcizzarla: ‘Tanto sappiamo che non sono Radicali e sappiamo come va a finire’. A questo mi sono sempre opposto. I rapporti storici tra liberali-radicali e democristiani. Gasbarra è scomparso. Vanno di moda semplicemente quelli che sono anti Radicali. Tanto è vero che la Bindi, che non lo era 10 anni fa, da democristiana attenta alle convenienze, è diventata una capessa degli anti Radicali di lì, dimostrando di essere 'democristiana' e non di certo di essere una 'degasperiana'. La tradizione democristiana di De Gasperi e Sturzo, le relazioni con il Mondo di Pannunzio. Sugli attacchi di Bersani a Renzi: Lo osservo con interesse. Posso avere una puntina di pessimismo. Ma so benissimo che per il momento le cose che lui dice e fa sono nuove, positivamente, rispetto a quelle del suo ambiente. Rispetto per esempio che lui ce l'ha fatta a Firenze, pur non essendo il candidato di regime, diciamo.... I riferimenti di Renzi alla legge elettorale e al finanziamento pubblico ai partiti. I dissensi tra Renzi e la dirigenza del Pd: Bersani le battute le sa fare bene. Bersani spesso è efficace nelle battute, ma siccome è una battuta continua, è poi difficile trovare un approfondimento di un concetto. Perché Renzi allora trova tanto spazio in Tv? Perché è necessario al regime, ma anche con noi talvolta hanno commesso l'errore di attaccarci troppo. Ci sono dei momenti nei quali la demonizzazione dei Radicali è servita ai Radicali e non a loro. Il caso del radicale Vecellio e della sua carriera in Rai
    23:05 Durata: 22 min 16 sec
  • Il congresso fondativo di un Partito federalista europeo a Parigi. La preparazione del Congresso del Partito radicale transnazionale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La situazione internazionale e la trasferta francese di Pannella: Io sono stato a Parigi 30 ore con Matteo Angioli e Umberto Gambini - che è venuto da Bruxelles - per la riunione costitutiva di un Partito federalista europeo. Chiedevano 30 euro di iscrizione, li ho mandati e sono andato. Come mai un altro Partito federalista europeo? C’erano degli italiani che facevano parte sia a Bruxelles che a Parigi anche di appartenenti alla Comunità europea; sicuramente di Italiani che venivano dall'Italia non ce n'erano altri. Era poi annunciata la presenza di Daniel Cohn-Bendit e di Vittorio Prodi; hanno 'solato', mentre questi erano sorpresi e un po' commossi che ci fosse Pannella. Ma allora, su questo: io ho potuto parlare oggi lungamente con Marek Halter, qualcuno che potrebbe essere definito teologo importante. Halter è il fondatore di Sos razzismo, nato in Polonia e poi da lì fuggito, già iscritto al Partito Radicale in passato; le sue ricerche su alcuni insiediamenti ebraici in Siberia. Le molte presenze internazionali già annunciate per il Congresso del Partito Radicale Transnazionale di dicembre a Roma. Sono militanti, anche se sono rappresentanti, etc. Hanno una storia militante e sanno che vengono più per dare che per ricevere. I nuovi filosofi francesi e l'interesse di Leonardo Sciascia. La presentazione a Teramo della biografia di Pannella scritta da Valter Vecellio
    23:27 Durata: 24 min 4 sec
  • Ancora sulle carceri: Il Presidente della Repubblica tragga una qualche conseguenza pratica dinnanzi al rischio di una catastrofe che lui aveva voluto scongiurare, cioè il fatto che ci possano essere elezioni e che la ‘prepotente urgenza’, come la partitocrazia ha sempre fatto, venga accantonata. Noi vogliamo questa riforma, e se - se - il Presidente della Repubblica si trovasse a dovere sciogliere le Camere per fare nuove elezioni, tenga presente che lui facendo questo davvero tradisce senza consapevolezza le sue funzioni di garante

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Franco Marini (Pd) e i Radicali: Noi continuiamo a dire che la componente Dc del Pd serve molto al riflesso di pancia degli ex Pci. Invece non appena è cominciata questa storia della Bindi contro di noi, l'ex Presidente del Senato ha detto: 'Espellere i Radicali? Mi sembra una boutade', e poi è andato a fare altro. Il più autorevole tra i democristiani, sicuramente non presente con ambizioni di ammucchiata, dice questo, sottolinea Pannella. Dopodomani abbiamo questo incontro con Bersani. Adesso, finita questa conversazione, proverò anche se l'ora è tarda di vedere se becco Berlusconi. Io devo dire che il Presidente del Consiglio in carica, sputtanato, con tutti quelli che lo mollano... Stesso problema, avevo fatto delle critiche a Bettino non di poco conto, per anni. Però quando a Bettino hanno cominciato a sputargli addosso, il rapporto si è rivelato serio, solido. Gli avevo anche detto che doveva presentarsi a Regina Coeli e che alle elezioni europee successive avrebbe preso il 15 per cento. Per quel che riguarda Berlusconi, spero che gli sia possibile ascoltare e sapere che io ho pubblicamente auspicato che anche nell’esercizio stretto delle sue funzioni istituzionali, il Presidente della Repubblica tragga una qualche conseguenza pratica dinnanzi al rischio di una catastrofe che lui aveva voluto scongiurare, cioè il fatto che ci possano essere elezioni e che la ‘prepotente urgenza’, come la partitocrazia ha sempre fatto, venga accantonata. Noi vogliamo questa riforma, e se - se - il Presidente della Repubblica si trovasse a dovere sciogliere le Camere per fare nuove elezioni, tenga presente che lui facendo questo davvero tradisce senza consapevolezza le sue funzioni di garante. In questo dimostrerebbe una sensibilità che non è quella dello Stato di diritto ma è quella della ragion di partito trasferita nella ragion di Stato
    23:51 Durata: 11 min 25 sec