Da allora, ha dedicato la sua vita per trovare "la salvezza accanto alla ferita", come recita il titolo della sua biografia pubblicata negli Stati Uniti.
Il suo strumento è stato il teatro dell'oppresso, il metodo elaborato da Augusto Boal in Brasile e poi diffuso in tutto il mondo come tecnica di trasformazione creativa dei conflitti.
"Tutte le ferite del mio passato mi hanno portato al mio lavoro", scrive Aristizábal.
Un lavoro che lo ha condotto nelle … scuole come nelle carceri, a contatto con le vittime della tortura e quelle della discriminazione sessuale, con attivisti politici, operatori sociali, migranti, emarginati sociali.
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