22 GEN 2012
rubriche

Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:02 Durata: 1 ora 55 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella" di domenica 22 gennaio 2012 , condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (giornalista), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 55 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista

    Già direttore di Radio Radicale La politica economica del governo, i referendum radicali sulle liberalizzazioni; il Comitato nazionale di Radicali italiani; la prosecuzione della battaglia dei Radicali sulla giustizia e le carceri
    17:02 Durata: 1 min 44 sec
  • Pannella: “Ho detto domenica scorsa al Presidente della Repubblica: stiamo, state, sputtanando e ferendo in modo gravissimo, e può essere storicamente mortale, la stessa Europa, la stessa Unione europea e la stessa idealità che ha preso corpo bene o male, perché noi come Italia rappresentiamo - essendo tra i 6 fondatori – questo dato: l’Italia, la Repubblica Italiana, dal 1960 al 2009, risulta il primissimo Stato che si trova a negare, a violare, in modo sempre più grave, la legalità e la giurisdizione europea che coincide molto con quella internazionale”. Analisi dei dati dell’Ocse sulle violazioni della legalità internazionale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella: “Più che mai, settimana dopo settimana, credo che passerò alla cronaca di questi anni come un presuntuoso pallone gonfiato, non esente di suggestive intuizioni, ma che non si rende conto che sia paranoici sia schizofrenici, nel vivere a contatto con le istituzioni e la società, rischiano di trovare una o due spiegazioni totali e fisse, perché qualunque cosa accada – piove, non piove, o che ti cada una moneta e c’è croce invece di testa. Nel senso che a me pare chiara l’evidenza che sempre più una cosa che abbiamo rafforzato invece che cancellare. Da decenni dico che eravamo un Paese negli anni 20-30 agricolo, marginale con contraddizioni, e abbiamo diffuso dei virus nel mondo, la peste Italiana, e in effetti ritengo che è quello che stia di nuovo accadendo”. “Partirei dal leggere una cosa che ho chiesto ad Alessandro Massari, uno dei compagni del Comitato”, “come anche domanda e monito allo stesso Presidente della Repubblica che è sicuramente l’esponente ‘migliore’, ma il ‘migliore’ era Togliatti che era il ‘migliore’ del Pci, ma il presidente Napolitano appare da molti punti di vista il migliore del ceto politico e della struttura partitocratica”. Il parallelo tra l’uso dell’espressione “religiosità laica” e quello della parola “compagni”: “La visione laica è l’essenza stessa di tutte le religiosità, è il rapporto che esalta la libertà, la personalità e la responsabilità dell’individuo umano, attraverso un suo rapporto fra l’individuo e l’assoluto che chiamano Dio di tutte quante le religioni. Abbiamo un problema ed è quello che io credo, in questo somigliando agli eccessi marginali della Riforma all’interno del mondo cristiano, nel quale si è molto contrapposto all’esercizio del potere del rappresentate di Dio quello del rispetto della legge, della parola, dello scritto, tanto è vero che in Italia non è un caso se tra le aree di popolazione circoscritte che hanno distrutto per prime l’analfabetismo c’era quella valdese, perché essendoci il problema di leggere i testi e il Libro in effetti li si è battuto l’analfabetismo con 50 anni di anticipo”. “Il problema oggi è di dire che la legge, il diritto, la parola devono di nuovo fare i conti con la rivincita di un potere assoluto”, che non è più il re, e “si è trovato in fondo nel partito, quello che storicamente era la fazione e il governo delle fazioni”. La “fazione di classe” e l’analisi radicale contrapposta a quella dell’egemonia marxiana. “Abbiamo una dimostrazione ed è questa. Ho detto domenica scorsa al Presidente della Repubblica: stiamo, state, sputtanando e ferendo in modo gravissimo, e può essere storicamente mortale, la stessa Europa, la stessa Unione europea e la stessa idealità che ha preso corpo bene o male, perché noi come Italia rappresentiamo - essendo tra i 6 fondatori – questo dato: l’Italia, la Repubblica Italiana, dal 1960 al 2009, risulta il primissimo Stato che si trova a negare, a violare, in modo sempre più grave la legalità e la giurisdizione europea che coincide molto con quella internazionale. Secondo Massari, che ci ha mandato una tavola che sarà molto chiara anche su Radioradicale.it, risulta che fra i 47 Stati del Consiglio d’Europa, il podio delle violazioni vede l’Italia seconda dopo la Turchia”. “Non prendiamo solo la zona euro, e la Turchia ha 2.573 condanne per violazioni; l’Italia 2.121, la Russia 1.079. La Turchia il massimo numero di queste condanne le ha avute nel decennio 60-70”. “Siamo secondi dopo la Turchia, ma in realtà potremmo limitare l’attenzione al periodo che va dal 70 a ora, e siamo di gran lunga lo Stato che ferisce a morte la giurisdizione europea in crescendo”. “Questo è il dato: come Italia stiamo inferendo, da più di 50 anni e senza soluzione di continuità, con dimostrazioni bestiali, animali e quasi non della specie animale umana, di ignoranza, di cecità antropologica”. “Abbiamo questo regime partitocratrico che condanna il nostro Stato, quello tuo Presidente della Repubblica, ad essere in flagrante violazione nella legalità costitutiva dell’Onu, dell’Unione europea e dell’Italia stessa”. “Questo virus violento, totalitario, contro la legge e il diritto, trova ancora una volta come ‘caput mundi’ Roma”. “Quanto tempo passerà prima che la classe dirigente il Presidente della Repubblica, ovvero il più autorevole e popolare dei cittadini italiani, si accorgeranno delle condizioni patologiche che dimostrano che nelle forme mutate si potenzia quello che ci faceva dire ‘quella vecchia Italia piccola, marginale e agricola, è riuscita ad appestare il mondo’?”
    17:03 Durata: 23 min 48 sec
  • La riforma strutturale proposta dai Radicali per aggredire la questione giustizia: l’amnistia

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La posizione dei “chierici del diritto, i maestri e professori e quelli che di mestiere fanno diritto: sui problemi che poniamo del diritto e dello Stato in Italia, rispondono come potevano rispondere durante il fascismo – a parte due o tre dirigenti che potevano leggere giornali stranieri quanti non sapevano nulla della stessa Italia perché c’era una sola verità e poco concorso di conoscenza della realtà del regime”. La posizione di quanti, ministro della Giustizia Paola Severino incluso, liquidano l’amnistia come “misura non strutturale”: “Perché per 30 anni non gli è giunta la nostra posizione, ma sempre espressa e alla quale abbiamo dato corpo. In Liberazione, quotidiano che abbiamo fatto quasi per un anno, in prima pagina per tre volte come titolo di 15 numeri sui 55 che abbiamo fatto, c’era ‘Gianfranco Corti libero’; avevamo prescelto il nome di un detenuto comune, perché quelli politici sono in realtà più protetti e meno isolati del detenuto comune. Oggi non si rendono conto che quella è la riforma strutturale; se noi facciamo amnistia e l’indulto, otteniamo una rivoluzione strutturale”. L’effetto potenziale sulla riduzione dei processi di un eventuale provvedimento simile: “Oggi siamo condannati dal 59 dell’altro secolo dalla giurisdizione europea per la lunghezza, quindi per la non legalità, dei processi e dell’amministrazione della giustizia, con il risultato che il prestigio della legalità è evidentemente ridotto a zero e sono invece interessi di ceto e di casta che dominano perché la legalità, la legge, in Italia e dall’Italia è totalmente negato, a favore non dei chierici ideologici di mondo ma dei detentori del potere materiale, e contro i principi che anche loro dichiarano di difendere e di affermare. Questa è la foto italiana”. L’atteggiamento del Presidente della Repubblica e la sua “illuminazione estiva” che forse era un “colpo di solleone”. “Da allora lui fa tutto, interviene ovunque può dare una mano non in quanto Presidente della Repubblica ma in quanto più esperto abile dei politici a uscire fuori dai guai politici secondo la sua visione che non riguarda mai gli ultimi. Ma ‘gli ultimi’, in assenza di democrazia, diventano popoli interi”. “Se non ci fosse una realtà prevalente e vomitevole di ignoranza e stupidità di classe, lo Stato italiano andrebbe fallito se tutti i carcerati, e tutti quelli che soffrono di anni di processo, se prendiamo la pur modesta sentenza per la quale si è condannato lo Stato per la condizione carceraria”. Il ruolo della Legge Pinto. Ancora sulle cifre delle condanne internazionali dell’Italia: “La maggior parte del popolo sa di non sapere, ma il proprio dell’antidemocrazia è che coloro che credono di sapere perché sono quelli producono il sapere ufficiale, sono i legislatori, a questo punto non sanno”. Giulio Andreotti sulla campagna radicale contro lo sterminio per la fame nel mondo
    17:27 Durata: 12 min 11 sec
  • L’iniziativa radicale sulla riforma dell’università e l’abolizione del valore legale del titolo di studio, il sostegno ricevuto dagli editorialisti del Corriere della Sera Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, la censura dello stesso Corriere della Sera

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’iniziativa radicale sulla riforma dell’università e l’abolizione del valore legale del titolo di studio, il sostegno ricevuto dagli editorialisti del Corriere della Sera Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, la censura dello stesso Corriere della Sera. “Sul Corriere della Sera hanno dovuto fare un articolo su questa roba, ma due dei loro più autorevoli editorialisti sono stati eliminati dalla cura dei loro redattori capo”. “Questo manifesto così chiaramente radicale e quindi così poco conosciuto”
    17:39 Durata: 2 min 45 sec
  • Il ruolo dell’informazione, anche internazionale, nell’attività radicale e gli attacchi a Radio Radicale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Ancora sui dati sulle violazioni della giurisdizione internazionale a livello Ocse. “Noi li battiamo tutti, li stravinciamo, ed è l’Italia del Presidente garante che poi appunto pare che questa roba non ha nessuna urgenza o priorità”. Il ruolo del “partito” nella partitocrazia italiana. Il ruolo di Radio Radicale e gli attacchi ai quali è sottoposta. “Siamo sempre più convinti che questo è il cuore del problema storico, non solo italiano. E che in realtà al di fuori della realtà organizzata radicale, con le sue condizioni strutturali di antifaziosità per la quale tutti si iscrivono e tutti sono protetti”, tutto questo è escluso. Il “monito” della stella gialla indossata dai Radicali, la situazione europea e l’esempio francese. La stampa internazionale e la scomparsa di corrispondenti stranieri in Italia attenti come L’Hopital o Jacques Nobécourt (Le Monde), che definì Pannella come “uno Chirac libertario”
    17:42 Durata: 10 min 11 sec
  • Le elezioni presidenziali francesi, tra Sarkozy – che “forse più di Berlusconi è stato fatto dagli eventi, invece di farli” – e il liberale cattolico Bayrou (sorpreso dal clericalismo del collega Rutelli). Democratico-cristiani e democratico-islamici a confronto

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’avvicinarsi delle elezioni presidenziali francesi. “Io, sedicenne, c’era già Le Monde al posto di Le Temps dopo la Liberazione, siccome quando mi si mandava in Francia d’estate per studiare il francese che durante il fascismo non si doveva troppo usare in casa, avevo un lettore di Le Temps che era un instituteur, segretario comunale di un paesino divenuto poi celebre paese invernale, che era radical-socialista e massone, e quindi l’estate in cui avevo 9 anni, prima di Monaco, guardavo queste cosettine e a 17 anni devo dire che sono uscito per molti anni a non perdere forse un numero di Le Monde; poi grazie anche a Le Monde diplomatique che mi stava sul cavolo e ho ripreso solo da 3-4 anni a leggere quotidianamente Le Monde. Per esempio oggi viene fuori che oltre Marine Le Pen c’è Bayrou, come liberale; che però, essendo anche cattolico, ricordo quando agli inizi degli anni 2000, quando Rutelli era del gruppo Liberale europeo e mise il veto all’ingresso di noi 7 nel gruppo liberale, e c’era Bayrou con Francesco e questo Partito democratico che volevano fare e che hanno fatto. Quando però gli raccontai due cose rispetto a certe posizioni di Francesco sul Vaticano, Bayrou diceva: ‘No, Francesco a dit ca? C’est pas possibile’. Era la sua componente cattolico-francese, cattolica-Bernanos e non tanto cattolica di potere. Bayrou comunque mostra un certa resistenza, ma è indubbio che Sarkozy ha finito per distruggere la componente giscardiana importante della destra francese. Di fatto non è che aveva un suo progetto, Sarkozy; forse più di Berlusconi è stato fatto dagli eventi, invece di farli”. I rapporti con il mondo radicale francese, “scomparso negli ultimi 5-7 anni”. “Il problema francese oggi è il problema europeo, della non democrazia. Sono persi quelli che erano un punto di riferimento anche mio”. L’importanza della componente democratico-cristiana, tradizionalmente più europeista anche al di fuori dell’Italia. Il parallelo con “la componente democratico-islamica”. L’atteggiamento della “burocratica Bruxelles” verso la Turchia. La posizione del compagno radicale egiziano Saad Ibrahim, con la richiesta di “non sottovalutare l’estremismo islamista organizzato”, ma anche contro “l’altro pericolo di dire a priori che siccome sono islamici, sono destinati a essere fottuti da questi altri”. Le visioni di Magdi Allam, Maria Giovanna Maglie e Oriana Fallaci
    17:52 Durata: 14 min 54 sec
  • Il Comitato nazionale dei Radicali Italiani e l’unità di fondo del dibattito sul problema del diritto in Italia

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La riunione del Comitato nazionale di Radicali Italiani. “Una debolezza nell’ascolto dello svolgimento è determinato dal fatto che c’è ormai assolutamente, su questa priorità riformatrice e rivoluzionaria radicale”, sulla “battaglia del diritto”, un consenso implicito. “Allora oggi mi pare che manchi un confronto, perché che non ci può essere - su questo - nel Partito, perché questa idea della difesa del diritto e dei diritti, anche nel gruppo economico subito hanno sottolineato il rapporto quasi dogmaticamente affermato del valore anche economico della visione dello Stato di diritto e del diritto, e viene fuori quello che adesso come nozione ripetono tutti: alcuni dicono che l’1 per cento del pil, altri il due per cento, dipende dal fatto che la giustizia continua a opporre alla Costituzione italiana, alla legalità, una visione violenta e antigiuridica dell’amministrazione dello Stato e di tutto lo stato”. Il parallelo con la primavera araba e la differenza di contesto con quanto avvenuto in Europa nel 45-46, “con una intelligenza storica da Churchill a Eisenhower”, non solo finanziando la ricostruzione europea. La preferenza di Mosca per i dittatori nel Terzo mondo. Il caso peculiare dell’Oman. C’è quindi, nel dibattito di Radicali italiani, “una cosa che mi pare unire a tal punto che poi magari differenze che sarebbe utile approfondire vengono indebolite proprio dalla convinzione che la posizione che abbiamo, il Partito del congresso del diritto e dei diritti”, sia l’unica possibile. Il caso del giurista Fulco Lanchester che studia i regolamenti parlamentari e l’attuale dibattito sulla legge elettorale. I Radicali e i regolamenti parlamentari al Parlamento europeo
    18:07 Durata: 12 min 47 sec
  • L’abbandono del tema giustizia da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “In un altro Stato potremmo imputare al Presidente di non avere utilizzato la facoltà, il diritto-dovere, di usare i messaggi alle Camere, mentre lui fa i messaggi quotidiani al Paese. Lui si rivolge agli elettori del Parlamento, non ai suoi elettori. E’ molto efficace, ma lui è un premier di tipo anglosassone, contro la nostra Costituzione”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La giurisprudenza della Corte costituzionale e la sua “funzione politica”, ora evocata quasi da tutti e non più dai soli Radicali. “Insomma la caratteristica radicale è che per esempio io sono contento perché ho notato da 1 mese e mezzo i Verdi, i Socialisti, all’improvviso compaiono nelle medie trasmissioni televisive. Questo rientra nella tradizione: sono le più vicine – sul piano di possibile collocazione - alla storia radicale, Rosa nel pugno, dialoghi con Bertinotti, realtà con il Manifesto”. A proposito del Manifesto, Pannella torna sulla questione giustizia: “Quando io dico che il problema in Italia è uno solo, essendo ideologicamente di classe borghese giacobina, loro non si rendono conto che se la giurisdizione europea potesse infliggere le sanzioni previste, a questo punto l’Italia andrebbe per motivi di diritto fallita economicamente”. Stesso discorso per il Garante dell’informazione in Italia. Lo stato dell’assistenza legale gratuita in Italia. La Legge Pinto sulla durata dei processi, “essenza della distruzione dello Stato di diritto”. La mancata sensibilità del Presidente della Repubblica sul tema carcere. “E’ spaventosa l’ignoranza del ceto politico che produce il loro regime, e quindi non c’è dolo. Perché non è che rispondono al nostro argomento”. “Alla riunione della Direzione di Radicali italiani, alla quale solitamente non vado, ho detto che dobbiamo passare a fare un salto urgentissimo, nelle forme che dobbiamo trovare nelle ore che vengono, con il sindacalismo non solo quello penitenziario ma anche l’altro, e spero di vedere Felice Romano che ha dimostrato un grado di maturità e consapevolezza, tenuta in senso democratico, e noi dovremmo prendere entro due-tre giorni e rilanciare a livello organizzato con obiettivi precisi: come aiutare la verità a venire fuori e come essere sicuri che il Presidente della Repubblica tenga presente” che si tenga conto delle esigenze dei non garantiti. La polemica radicale con lo Stato bancarottiere. La possibilità di un messaggio alle Camere di Napolitano. “In un altro Stato potremmo imputare al Presidente di non avere utilizzato la facoltà, il diritto-dovere, di usare i messaggi alle Camere, mentre lui fa i messaggi quotidiani al Paese. Lui si rivolge agli elettori del Parlamento, non ai suoi elettori. E’ molto efficace, ma lui è un premier di tipo anglosassone, contro la nostra Costituzione”
    18:20 Durata: 20 min 6 sec
  • Dopo un giudizio di massima sul decreto per le liberalizzazioni, Pannella torna a parlare della sfida centrale uscita dal Comitato: “Noi riusciamo a organizzare nei prossimi giorni dei fatti nuovi sociali e istituzionali che possono indurre il potere Italiano e non solo a correggere questi aspetti della loro antidemocrazia?”. Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le liberalizzazioni. Pannella: “Su quello non ho molto da dire di singolare. Emma diceva ieri che non ha ancora potuto leggere questa roba. Anche io non ho ancora potuto leggere ed analizzare e non mi fido della lettura dei quotidiani che ho potuto fare solo in modo approssimativo. E’ indubbio c’è un’atmosfera di sospetto che non condivido, ed è quella in base alla quale si dice: ‘Ma questi appartengono al mondo dei poteri forti’ e allora si sottolinea il ritardo vero e presunto. Allora devo capire quanto e come si tocchino le realtà consolidate come tali”. “Per me il problema è vedere quanto le misure consentano maggiore espressione reale della concorrenza” e quanto si tratti di “mera privatizzazione”. Le storiche posizioni radicali sull’economia e sull’energia (nucleare incluso). L’importanza dell’assenza di democrazia anche per dibattere di questi temi dal punto di vista radicale. “Siamo in una antidemocrazia, e il problema nostro – il Comitato l’ha capito - è quali armi possiamo usare per riuscire a comunicare, anche allo stesso ceto dirigente che legge i giornali e vede la televisione. In antidemocrazia non sono solo gli ultimi a non aver garantita la conoscenza; abbiamo sempre detto che Mussolini non sapeva nulla di quello che accadeva”. Pannella: “Questo è il problema: noi riusciamo a organizzare nei prossimi giorni dei fatti nuovi sociali e istituzionali che possono indurre il potere Italiano e non solo a correggere questi aspetti della loro antidemocrazia? L’obiettivo è questo e viene fuori nel Comitato”. “Il problema è che siamo disarmati e dobbiamo inventare sempre le armi non violente, usate da coloro che sanno che le armi non violente sono l’extrema ratio quando quelle violente non hanno possibilità creativi ma solo potere distruttivo”. “Ricordo la battuta pubblica di Loris Fortuna, a chi gli chiedeva ‘Perché con i Radicali?’, lui rispondeva: ‘Non ho mai potuto conoscere o anche intuire una capacità di essere attivatori di istituzioni e leggi quanto loro’”. “La morale è: riusciamo a salvare dal disastro questo regime? Riusciamo a far sì che tra poco anche la popolarità positiva e grande del Presidente della Repubblica non si muti nel suo contrario?”. L’iniziativa Iraq Libero
    18:40 Durata: 17 min 13 sec