29 GEN 2012
rubriche

Conversazione settimanale di Valter Vecellio con Marco Pannella

RUBRICA | di Valter Vecellio - Radio - 17:04 Durata: 2 ore 3 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale di Valter Vecellio con Marco Pannella" di domenica 29 gennaio 2012 condotta da Valter Vecellio che in questa puntata ha ospitato Valter Vecellio (direttore di Notizie Radicali), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 2 ore e 3 minuti.

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  • Introduzione

    Valter Vecellio

    direttore di Notizie Radicali

    La scomparsa di Giorgio Spadaccia, militante radicale; la figura di Oscar Luigi Scalfaro; la situazione della giustizia italiana.
    17:04 Durata: 3 min 30 sec
  • Pannella sulla scomparsa del militante Giorgio Spadaccia e la “lunga storia” radicale che li ha fatti incontrare: “A Giorgio, Francesco Gianfranco un grosso abbraccio”.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella sulla scomparsa di Giorgio Spadaccia, fratello di Gianfranco Spadaccia, e la “lunga storia” che li ha fatti incontrare. “Non dimentichiamo quanto coloro che credono profondamente hanno una speranza escatologica fondamentale nel loro cuore, e se questa speranza viene a mancare o scatta – ah, manca la speranza che abbiamo? Dobbiamo esserlo noi allora, è l’unico modo per non rassegnarsi. E ho sottolineato come una generazione dei migliori giovani comunisti del Pci se ne sono andati quasi tutti prima dei 50 anni, e questo vale per quel sottile sentimento profondo che nella mia vita ho scoperto nei migliori ex azionisti”. I casi di Riccardo Lombardi e Mario Pagi, le loro delusioni.L’influenza del pensiero di Hannah Arendt. Le parole di Enrico Sbriglia, segretario dell’associazione di tutti i direttori penitenziari italiani, che dice – ricorda Pannella – “vogliamo svolgere la funzione di servitori dello Stato, ma della Costituzione quale si proclama, e non essere complici della barbarie imposta”. Le sorti sfortunate della Fondazione Calamandrei. “Vedo un nesso fra le pagine scritte, soprattutto negli ultimi semestri, dai direttori e dirigenti delle carceri italiane, a confronto della cultura serva e violenta che tre o quattro generazioni fa aveva contraddistinto la totalitarietà senza contraddizioni dei regimi, delle partitocrazie”. Ancora sulla scomparsa di Giorgio Spadaccia: “A Giorgio, Francesco Gianfranco un grosso abbraccio”
    17:07 Durata: 11 min 40 sec
  • La scomparsa dell'ex Presidente della Repubblica Scalfaro: “Non intendo dire una sola parola. Dirò solo che riuscimmo a farlo eleggere con lui che forse nemmeno ci credeva, quando io dissi ‘meglio far eleggere un mariologo’, cioè un credente, che un ‘mariolo’. E ho aggiunto più volte: se quello lassù esiste, e sto indicando con l’indice il cielo, credo che una sola cosa delle mie nequizie non mi perdonerà, ed è di avere voluto imporre – magari anche a Scalfaro - la sua Presidenza della Repubblica, perché ciò si è rivelato di una irresponsabilità o di una inadeguatezza grave”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella: “Oggi mi hanno inseguito tutti, chiedendomi ‘una battuta’ su un altro che se ne è andato stamattina – per carità a 93 anni, non a 40, 50 o 45 – l’ex Presidente della Repubblica, Scalfaro. Non intendo dire una sola parola. Dirò solo – perché devo averne il coraggio - che fu una scelta politica quella per la quale noi, con pochi parlamentari senza potere, a convincere innanzitutto Scalfaro, che si riteneva ormai pensionando, a fare una campagna elettorale inaudita verso il novembre-dicembre, sapendo che nell’anno successivo occorreva eleggere il Presidente della Repubblica, il successore di Pertini, e facemmo la campagna elettorale dicendo: se ci votate, abbiamo forse l’occasione di dimostrare la nostra alta esigenza di religiosità, essendo praticanti della religione della libertà e della responsabilità, e non intendendo minimamente ripetere gli schemi vecchi, tradizionali, siccome non è un mariuolo, ama fare spesso degli scherzi da prete pericolosi ma vogliamo scegliere un mariologo invece di un mariuolo. E in comizi nei quali chiedevamo i voti, noi anticlericali, bestemmiatori, dicevamo ‘vogliamo provare a fare eleggere un mariologo, per la fiducia che abbiamo in coloro che siano autenticamente credenti e non fanatici’. Annunciammo questo”. “Nella successiva campagna, quando nell’estate io avevo ritenuto di mettere in guarda lo Stato italiano, dicendo che dopo l’eliminazione di Moro si poteva tentare in un modo diverso l’attentato, e ritenendo che ci fosse negli alti corpi dell’Arma qualcuno che pensasse a farlo fuori, avevo detto: occorre stare molto attenti e vigilare sulla vita di Pertini nell’estate. Molti risposero prendendomi in giro, mentre Pertini, che era in montagna, disse solo ‘Ho fiducia di Pannella che mi vuole bene’. E l’indomani mi mandò il ministro degli Interni, che era Scalfaro, per dire che mi ringraziava e aveva affidato questo compito al ministro degli Interni”. La vicenda del generale Enrico Mino e l’omicidio di Enzo Fragalà. Pannella: “Abbiamo, di saggistica, poco e poco gusto, forse un po’ di inadeguatezza addirittura. Abbiamo sempre ritenuto che la narrativa è il modo di dialogare migliore. Quindi abbiamo questa caratteristica: abbiamo un mare di narrazioni che possiamo fare a partire dalla modestia, neanche eccessivamente giustificata perché ho 82 anni, abbiamo da narrare un mucchio di cose, di cose che riguardano la storia ufficiale dello Stato italiano, delle istituzioni, delle lotte sociali avutesi e attualmente in corso. Vorrei sottolinearlo perché qualche volte il carissimo Nichi mi pare un po’ il D’Annunzio delle Puglie, nel senso che oggi lo risentivo in conferenza stampa con Tonino Di Pietro, e Nichi continuamente parla di narrazioni ma non ne ha una”. “La forma della favola, del racconto, anche poetica, in effetti è il modo migliore di dar corpo alla virtualità e alla logica della specie umana, ma anche in genere delle specie viventi animali e non solo”. La postfazione di Pannella al libro di Riccardo Scarpa su Scalfaro. Le dichiarazioni di Pannella in occasione della morte dell’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga. “Per quel che riguarda invece Scalfaro, l’onestà rispetto a lui per quanto resterà vivente, come morti nella nostra concezione capitiniana e buddhista in qualche misura, ebbi a dire che quello fu un miracolo; riuscimmo a farlo eleggere con lui che forse nemmeno ci credeva, quando io dissi ‘meglio far eleggere un mariologo’, cioè un credente, che un ‘mariolo’. E dissi: anche se ha la tendenza a fare scherzi da prete istituzionale. E ho aggiunto più volte: se quello lassù esiste, e sto indicando con l’indice il cielo, credo che una sola cosa delle mie nequizie non mi perdonerà, ed è di avere voluto imporre – magari anche a Scalfaro - la sua Presidenza della Repubblica, perché ciò si è rivelato di una irresponsabilità o di una inadeguatezza grave. Vorrei avere con Scalfaro un po’ quel rapporto leale, chiaro e drammatico che invece ho avuto sicuramente con Cossiga, al quale rimproveravo che ogni volta che aprivo l’armadio avevo paura venisse fuori qualcuno che lui aveva lasciato dentro”
    17:19 Durata: 17 min 17 sec
  • La questione carceri e giustizia: il Presidente della Repubblica è “davvero il più abile, il più serio dei politici partitocratici italiani, tanto è vero che della ‘prepotente urgenza’, da quando l’ha proclamata l’ha poi cancellata, e si è dedicato tutto alla meritoria – non in quanto Presidente della Repubblica ma in quanto politico – ed efficace azione per trovare soluzioni a livello nazionale e internazionale al criminale fallimento partitocratico nel quale l’Italia era precipitata. Ma ciò non toglie che lui omette di fare un atto d’ufficio obbligatorio. Presidente, pensaci!”.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’apertura dell’anno giudiziario in tutta Italia. La proposta radicale dell’amnistia e l’intervista a Marco Boato sul Messaggero di domenica. Pannella: “Dicono che l’amnistia è ‘episodica’ e che ‘ci vuole la cosa strutturale’. Ma devo dire che da due giorni c’è perfino – chiedo scusa a Roberto, non ‘perfino’ - Roberto Saviano, che è intervenuto sulle carceri sul suo blog, che credo abbiamo un milione e mezzo di lettori”. La posizione di Vasco Rossi. “Credo che non dobbiamo sopravvalutare i segnali che vengono, perché senza democrazia un evento così positivo, importante e giusto, obbligato secondo legge e non doveroso... rischia di essere battuta questa prospettiva”. Il riferimento all’intervento di Maurizio Bolognetti, che “ha sottolineato il problema per cui la legalità costituzionale, europea e internazionale creano una sola obiettiva e obbligata necessità, quella di interrompere la flagranza manifestamente e gravissimamente criminale con il quale il regime sta inchiodando la Repubblica e lo Stato italiano”. “Adesso tutti piangono sul carcere, iniziano a divenire buoni”. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “è in grave gravissima responsabilità, essendo lui garante supremo del diritto e dei diritti”, e ha “secondo la Costituzione, un modo costituzionalmente obbligato per esercitare le sue funzioni, ovvero i messaggi alle Camere”. L’Italia come Paese più condannato dalla Cedu tra gli Stati dell’Ocse per questioni relative alla giustizia. La proposta di amnistia e il taglio di milioni di procedimenti in corso che ne conseguirebbe. Il Presidente della Repubblica è “davvero il più abile, il più serio dei politici partitocratici italiani, tanto è vero che della ‘prepotente urgenza’, da quando l’ha proclamata l’ha poi cancellata, e si è dedicato tutto alla meritoria – non in quanto Presidente della Repubblica ma in quanto politico – ed efficace azione per trovare soluzioni a livello nazionale e internazionale al criminale fallimento partitocratico nel quale l’Italia era precipitata. Ma ciò non toglie che lui omette di fare un atto d’ufficio obbligatorio. Presidente, pensaci!”. Il costo anche economico della lentezza della giustizia. Il Trattato di Maastricht e le regole non rispettate per il rientro di deficit e debito pubblico e la proposta radicale, già da 7 anni, di inserire in Costituzione l’obbligo del pareggio di bilancio. I metodi del giudice Maddalena e la loro “parvenza di ragionevolezza”. La questione della giustizia italiana denunciata anche dal Consiglio d’Europa: “Il Presidente della Repubblica italiana non lo sa, perché se c’è la necessità di non far parlare i Radicali, di non farli parlare in pubblico, allora torno a dire che in qualche bordello, in qualche osteria, la voce circola, quella che non è permessa nelle televisioni, ma al Presidente della Repubblica non arriva”. La scoperta della deputata radicale Rita Bernardini sui processi “accantonati” a Bologna: “Radio Radicale, tre giorni prima di quella scoperta, ha dato un dibattito della sezione disciplinare del Csm che riguardava Torino, e il procedimento era carico di un magistrato che si riteneva responsabile di aver accantonato forse più ancora del numero di processi scoperti da Rita a Bologna. Presidente della Repubblica, le mandiamo la registrazione. Mi pare che dalla gazzetta radiofonica ufficiale, che è Radio Radicale, è stata trasmessa una seduta della sessione disciplinare del Csm, il cui oggetto era che il signor x, magistrato, veniva ritenuto responsabile di un’altra cosa del genere, poi mi pare che tutto si sia risolto senza un ammonimento”. “L’antidemocrazia fa sì che acceca perfino gli autori, perfino coloro che la instaurano e ne sono anche vittime. Io ho sempre sottolineato che nelle stragi dei popoli tedesco e italiano, i primi che sono stati vittime del loro regime antidemocratico sono stati uno Hitler che è morto come un topo nella fogna e quell’altro che è morto in modo un pochino repellente, per dirla con Risorgimento Liberale. Nell’antidemocrazia, la verità che è frutto di dialogo e confronto libero di conoscenza, se questo non c’è, anche se i servizi segreti funzionano benissimo, il capo e il responsabile di tutto questo non ha il tempo di leggerli”
    17:36 Durata: 28 min 37 sec
  • Le “narrazioni” di Vendola e quelle dei Radicali: “Lui non ha proprio un cazzo da narrare, è un chiacchierone. Noi abbiamo da narrare le nostre proposte democratiche nella forma”. “Noi, estremissima minoranza quantitativa, siamo stato gli unici attori creatori delle scadenze” di dibattito democratico nel Paese. I Radicali come “attivatori di istituzioni democratiche” secondo Loris Fortuna.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Noi stiamo narrando, tu e io con un’accentuazione diversa, il presente, quello che abbiamo davanti agli occhi, ma vorrei dire che davvero l’ottimo Nichi che è suggestivo, ha un problema: lui non ha, a livello civile e politico, proprio un cazzo da narrare, è un chiacchierone ed è l’osservazione che facevo a Capezzone nei nostri Comitati”. La parabola di Daniele Capezzone, fino al suo ruolo di portavoce del Pdl. “Noi abbiamo da narrare una cosa invece”. L’esperienza referendaria: “Con una Costituzione che prevede soltanto i trattati internazionali e la materia fiscale come materie sulle quali non si può tenere referendum, la Corte Costituzionale ne ha fatti fuori 59 di referendum nostri, ma noi abbiamo raccolto – perché questo è stato il nostro democratico -, malgrado televisioni e le censure, 150 volte le 600 mila firme necessarie per presentare come carta da visita la serietà. Ci hanno fatto fiducia perché eravamo noi a proporle, questo è il sensus fidelium della democrazia o della ragionevolezza”. “Noi abbiamo da narrare le nostre proposte democratiche nella forma”. “Noi, estremissima minoranza quantitativa, siamo stato gli unici attori creatori delle scadenze” di dibattito democratico nel Paese. I Radicali come “attivatori di istituzioni democratiche” secondo Loris Fortuna. “Allora, quando sento la ministra della Giustizia e altri personaggi rispondere ‘C’è bisogno di una riforma strutturale, l’amnistia è episodica’, quando siamo a questo livello è il suicidio di un regime che non è democratico”. Le sofferenze di certi comunisti italiani al momento della scoperta del rapporto Kruscev e il parallelo con la situazione del Presidente della Repubblica oggi e i “refusenik italiani” di oggi. “A Roberto Saviano gli ho scritto: sono contento – gli ho detto - che anche tu mostri di accorgerti che esiste questa cosa. Vorrei dire la stessa cosa a Vasco Rossi. Guardate che questa lotta è di una gravità estrema, occorre – per imperio del diritto - che il Presidente della Repubblica faccia questo messaggio alle Camere per dire che immediatamente l’unico modo per uscire dalla situazione criminale che ci è imputata da tanto tempo, della legalità e del diritto europeo internazionale”, è quella dell’amnistia. L’esclusione del dibattito su questo
    18:05 Durata: 11 min 14 sec
  • I Radicali, Cl, il Cardinale Scola e il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Un esempio storico del dna anti-democratico: “Saluto l’intervento del Cardinale Scola per un solo motivo. Io ricordo che quando a Roma ero contrapposto a Fini nel collegio, il Pci decise che era meglio Fini del radicale Pannella e mi contrappose - nello scontro che altrimenti avrei vinto - un candidato del volontariato di sinistra, Missoni. A quel punto contemporaneamente Andreotti, Biagio Agnes e Cl romana venne invitata – Don Giussani vivente - a votare per me e non per Fini. Questo lo devo dire ad onore di Giulio Andreotti, di Cl, di Don Giussani. Allora se cardinale Scola, che è in odore clericale, arrivando lì a Milano sente il bisogno di dire che è vero che una volta era di Cl, ma è anche oggi è autonomo da questo, è cresciuto o decresciuto… Perché dimenticare che Tempi, con amicone, ha fatto la battaglia per l’amnistia, non ha avuto paura di avere come compagno me e i Radicali, perché loro possono ricordare i sentimenti che Don Giussani manifestava nei miei confronti…”. Scola e i rapporti apparentemente freddi con Roberto Formigoni, governatore della Lombardia. “Ritengo che Tempi, Amicone, devono essere conosciuti attraverso quello che fanno, perché questo è quello che sono; e quindi personalmente non ho nessun pregiudizio. Il Cardinale Scola che arriva qui mentre si rilancia la conoscenza di quel verminaio schifoso, vergognoso ma querelami Formigoni! Querelami! Perché credo che nella tua vicenda, in quello che oggi sei, tutte le truffe, non bisogna dimenticare che con i tuoi sodali sulla vicenda Oil for Food avete messo le mani, fate vergogna, schifo. Perché devo pensare che il cardinale Scola sia per calcolo, e non per legittima reazione, per i motivi per i quali era con Don Giussani…”
    18:16 Durata: 6 min 35 sec
  • La “normalizzazione” del conduttore Fabio Fazio.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le dichiarazioni del ministro dell’Interno, Cancellieri, sull’amnistia, durante la trasmissione di Fabio Fazio. “Devo dire condoglianze davvero a Fazio; è noto che durante la Rosa nel Pugno non aveva ascolti record, ma io avevo individuato la sua trasmissione come posto dove si poteva intervenire per rimediare all’opera censoria con la quale si impediva al Paese di conoscere le posizioni radicali”. “Ma devo dire che Fazio con il tempo si è sicuramente normalizzato ed è vero che lui si è stato da 10-12 milioni di ascoltatori che gli erano arrivati addosso grazie alla presenza di Saviano, di Mina Welby centellinata; poi da allora Gramellini, la Littizzetto che ormai, mentre un tempo avevano paura che dicesse qualcosa di grosso sui cardinali e sul Papa, mi sembra che oggi sia arrivata agli scherzi sessuofobici e sbarazzini dei licei in cui tutti e due si scandalizzano. Fazio, non ti stai rendendo conto di quanto ti sei normalizzato”
    18:22 Durata: 4 min 59 sec
  • La missione di Pannella, Matteo Angioli e Matteo Mecacci a Londra per la campagna “Iraq libero”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La missione di Pannella a Londra, con Matteo Angioli che ne ha fatto un resoconto. “Matteo Angioli è incaricato dal partito, da Emma oltre che da me, di occuparsi di tenere quanto più possibile vive le battaglie nel quale il partito è impegnato, in modo particolare per esempio con quel sito dal nome lunghissimo che però è una documentazione che qualsiasi ministro degli Esteri farebbe bene a vedere”. Per parlare dell’iniziativa Iraq Libero, “abbiamo incontrato con Matteo Mecacci il presidente della Commissione Esteri di Westminster, che è conservatore, il quale ha voluto che in questa udienza ci fosse anche il suo predecessore laburista”. “Dopo abbiamo anche incontrato il presidente dei parlamentari britannici all’Osce, del quale Matteo Mecacci è responsabile dei diritti umani. Noi abbiamo sottoposto questa applicazione della nostra ricetta, in base al nato ormai ‘diritto umano alla verità’”. L’operato della Commissione Chilcot per la verità sulla guerra in Iraq: “Manderemo la nostra documentazione alla Commissione”. “Per il voto, non basta amare qualcosa e qualcuno. Se manca la democrazia e manca di poter sentire le concrete proposte, come si passa la serata in famiglia? Qualcuno dice ‘stasera vado a giocare a bocce’, l’altro dice ‘no, è meglio studiare e lavorare’. Per il voto un Paese serio deve essere portato non solo a dire ‘io a lui faccio fiducia’ e sono 30 anni che le nostre proposte non possono essere conosciute; il popolo per una generazione le ha antropologicamente riconosciute, come dimostrano le centinaia di migliaia di firme raccolte su decine di proposte referendarie”. Ancora sulle differenze con Formigoni e la posizione sorprendente del cardinale Scola. Il ritorno di Enzo Bianchi sulla Stampa
    18:27 Durata: 16 min 8 sec
  • Pino Pinelli, Calabresi, i Radicali e la strategia della tensione. Il libro di Andrea Maori sui documenti di polizia riguardanti la storia radicale.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Un film in preparazione sulla Strage di Piazza Fontana, con i personaggi Pino Pinelli e Luigi Calabresi. “In quel momento noi eravamo pienamente mobilitati. Perché si tende a sottovalutare il valore storico non della lotta sull’aborto, non della lotta sul divorzio, ma quella grazie alla quale in Italia siamo passati dall’ideologia giacobina del 'popolo in armi' a quella di oggi, del servizio militare facoltativo per chi lo sceglie; è una rivoluzione per l’Italia”. “Con la lotta per il riconoscimento di quella che suolsi chiamare obiezione di coscienza, mentre noi tendiamo a chiamarla ‘affermazione di coscienza’, in quella legge che nel 1971-72 riusciamo – con l'aiuto di Pertini - a far adottare, ci inseriamo il principio del servizio alternativo civile. Un piccolo seme che consolò moltissimo Ignazio Silone, che alla Loc (Lega per l'obiezione di coscienza) volle lasciare emblematicamente la sua scrivania. Nell’ambito di quella lotta antimilitarista - perché la lotta era per l’utilizzazione civile e non incivile dell’energia nucleare, mentre il problema è la struttura militare come elemento autoritario nella società - mi pare che quell’anno era la prima o la seconda volta, a metà agosto, che facevamo da Milano a Vicenza che era la sede Nato principale. Quella mattina partimmo con un leggero ritardo, verso le 10, e mi disse Pino che era stato ritardato perché al ponte della Ghisolfa c’era stato un breve scontro, perché gli dicevano: 'Ma è vero che te hai aderito a questa marcia nonviolenta? E te che c'entri?'. Pino raccontò che insomma aveva avuto qualche mugugno con i suoi compagni anarchici. Lui rispose 'sì' perché questa era la sua posizione. Mentre parlavamo di questo, vediamo Calabresi che io avevo avuto modo di conoscere. Dopo un po’ marciamo e parliamo ancora, e a un certo punto Calabresi inizia a camminare con noi. Eravamo arrivati verso Gorgonzola. Dopo un po' vedo gli sguardi dei compagni e allora, visto che il colloquio era molto informale, gli dico: 'Guardi commissario, se lei continua a marciare con noi mi fa molto piacere, ma si deve mettere anche lei uno di questi cartelli'. Lui disse 'lo capisco, va bene'. Restò due minuti e se ne andò. A quel punto Pino mi rimprovera dicendomi: 'Te l'avevo detto che questo era diverso dagli altri, ci siamo scambiati anche Spoon River per Natale'. Io replicai: 'Ma gli ho detto solo...'. Comunque gli dispiaceva a Pino. Anche perché io ero direttore di Lotta continua e lì la campagna contro Calabresi era particolarmente forte. Quando venne fuori un articolo che avrebbe ben presto legittimato l’assassinio di Calabresi - nel frattempo era morto Pinelli cadendo dalla questura - allora dissi subito: coloro che hanno assassinato Calabresi sono peggiori di coloro a cui viene imputato di essere loro assassini. Chi ha praticato questo rappresenta il peggio di Calabresi e di ciascuno di noi”. La sede radicale di Milano e le polemiche al momento dell'attentato di Piazza Fontana. La figura di Luca Boneschi e “una ragazza in odore di area autonoma, se non terroristica, che poteva essere informatrice se non provocatrice”. “Io allora reagii subito dicendo che chi aveva fatto quel comunicato, noi sapevamo che era chi aveva fatto l’attentato. Devo dire che dopo quella cosa del Tg1, immediatamente la cosa non continuò a muoversi in quel senso”. Il libro di Andrea Maori su tutti i documenti di polizia riguardanti i Radicali
    18:44 Durata: 16 min 3 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Tu hai enumerato un poco il progresso delle tesi 'ci vuole l’amnistia'. Su questo sono molto occupato perché non amo avere solo preoccupazioni. Ma il problema riguarda il Presidente della Repubblica. Noi abbiamo elaborato e illustrato in tutti i modi come possiamo rientrare immediatamente nella legalità costituzionale ed europea”. “La proposta dell'amnistia è la riforma non recuperabile nella direzione giusta, immediata e strutturale”. “L’alternativa allora c’è, il Presidente se ne è dimenticato, fa parte della sua storia” e non a caso “non credo che abbia la mia stessa interpretazione della morte di tanti giovani comunisti”. Il parallelo tra i refusenik dell'Urss e i refusenik italiani e stranieri odierni. “Non perché la nonviolenza sia l’estrema lotta, ma credo che dovremo nei prossimi giorni organizzare un passaggio non individuale – se possibile – alla fase nonviolenta, per ottenere la sospensione della criminale responsabilità quotidiana dello Stato e della Repubblica italiana”
    19:00 Durata: 7 min 56 sec