Critica e militanti

Buongiorno da Radio Radicale qui e Matteo Marchesini per la rubrica di libri critica e militanti
Il ventuno marzo è stata la giornata mondiale della polizia
A questo proposito oggi vorrei dedicare questo spazio del venerdì mattina
A un poeta scomparso di recente un poeta importante nella geografia culturale del secondo Novecento italiano ed io qua Elio Pagliarani
Pagliarani è nato in Romagna nel mille novecentoventisette e la sua figura è legata
Soprattutto a due può EMI
La ragazza Carla scritto alla fine degli anni Cinquanta storia invertiti una dattilografa nella Milano della rilancio economico
E la ballata di Rudi elaborata nei decenni successivi è poi pubblicata solo nel mille novecentonovantacinque
Altro poema molto più magmatico che tende a descrivere sempre il cuore del Novecento italiano per gli anni quaranta e sessanta
Ed io Pagliarani non solo è legato a questi due poemi ma è legato il fondo due popoli diversi della letteratura e della politica italiana
Ha esordito come un poeta decisamente anche ermetico e questo tratto è rimasto con un suo crepuscolarismo molto umorale un tasso alto di una rapidità e di teatralità
Poi poco a poco da un allo sperimentalismo di tipo narrativo che avvicinato negli anni Sessanta alla neoavanguardia
Dalla quale però ha continuato separarlo appunto questa vocazione a raccontare
Tant'è vero che il suo testo più famoso appunto la ragazza Carla che un un poema molto più vicino
Alla officina la rivista degli anni Cinquanta di Pier Paolo Pasolini di Roberto Roversi di quanto non lo sia
A Sanguinetti sia Alfredo Giuliani e ai nuovissimi in cui poi saranno operato lo stesso Pagliarani
Negli anni settanta settanta abbiamo suoi esperimenti più vicini alla neoavanguardia più né avanguardisti ci ma insomma il suo ritratto più vero resta appunto quello dei poemi
Quindi come si diceva insieme sperimentali e narrativi
Che trascinano lettore in un magma molto fitto marittimi quel montante Mantico ma che poi l'anno lasciano spesso con
Sentenze conclusive da vecchio poeta elegiaco per dire la doppia anima di Pagliarani
Potremmo dire che malgrado la rabbiosa Energia della scrittura di questo poeta la sua fortuna come su un altro che hanno la fortuna di quello strano lirico Catapan Verrando
è stata una fortuna per così dire centrista quadri di tipo democristiano verrebbe da dire tra virgolette infatti
Volendo si tra uno sperimentalismo appunto ancora realistico vicino a Pasolini a Roberti alla stagione di officina degli anni Cinquanta che reagiva
Alla politica ermetiche nove Centi riportando alla ha una dimensione ottocentesca e civile
E muovendosi appunto tra questa dimensione e le sirene investe ricattatori della neoavanguardia Pagliarani è riuscito un po'ad accontentare tutti con una specie di corposo compromesso tra le due fazioni
Da un lato la sua persistente vocazione drammatica narrativa insomma comunicativa
Ha fatto sì che si continuasse a definirlo il più poetica del colpi di tango inetti e compagni o addirittura un felice intruso nella schiera della neoavanguardia ma dall'altro lato proprio perché aveva accettato di attraversare
Il fuoco del Gruppo sessantatré nessuno avrebbe osato accusare questa sua comunicatività di scarso aggiornamenti ideologico
Eppure oggi è proprio un tale compromesso a lasciare un po'l'amaro in bocca al lettore e ci si chiede che poi sarebbe stato li racconto romagnolo Pagliarani
Se non si possa utenti di un obbligo di sottomettere suo spontaneo talento a due vantarmi da una parte la minimi di linguistica dei linguaggi alienati che voleva la neoavanguardia
E dall'altra il mito dell'area descrizione della realtà sociale l'affresco della realtà sociale
Certo se la ballata Di Rudinì doppi ca abbastanza e molta della produzione degli anni Settanta Ottanta pare intelligente quanto effimera le pagine degli anni Cinquanta sulla ragazza Carlyle sul sociale che Milano del boom si rileggono con intatto piacere
Eppure seria Braudel volumi devastanti dove sono contenute tutte le coi piedi Pagliarani
Il Bagarani che ritrovo più volentieri il ventenne delle prime pagine quello delle cronache e in particolare di un tetto che vorrei leggere che titola due ottave dal diario milanese che fa così
Non ho avuto pietà di questa gente che mio ente negli occhi ogni mattina
Fanciulle il tappeto e con la schiena come farà a poter essere l'amante e madri senzatetto e con la schiena che c'è un goccio c'era l'hanno preso uomini con le facce disegnate e le pelli color diverte usate
Tipi di quel va fatta dove ho visto visto che i barattoli dilatava Porta Ticinese in baracconi come i casini pieni di soldati
Dei dati su una mensola alcun fatto meccanico invitava tira tira tre palle un soldo impegno una bottiglia ma la mia faccia mamma gli assomiglia
Ecco come si vede diciamo tra un Espressionismo al limite del come ente una stilizzazione marionettistica un po'brechtiana tra un'invettiva su cosa e un autentico doloroso pathos è una politica che potrebbe essere letta come l'emblema di una linea lirica un po'guascone sanguigna
L'unicamente sonora in rotonda che sempre per stare nei dintorni della rivista officina culminò nella bellissime dimenticata raccolta allergia del mille novecentosettantatré di Massimo Ferretti
Altro giovane poeta che ha fatto le sue prime prove in ambito
Appunto vicino all'officina Pasolini
E che arriva a lambire anche le prime prove di un poeta tuttora vivente operante come Giorgio Manacorda che sono state per presentate proprio da Pasolini su paragone nello stesso periodo
Ecco confesso di avere più nostalgie di questo Pagliarani esordiente che di tutte le sue successive sequenze può ematiche
Sull'Italia industriale o Pica reca è insomma un poeta che forse potremmo giudicare con un'ottica molto crociana considerando che Croce intendeva fin troppo a vedere negli esordi dei poeti
La loro autenticità spesso tradita in seguito e comunque chi volete rileggerlo e parte anche idee magari diversissime su Elio Pagliarani
Può acquistare ancora di tascabile Garzanti con tutte le sue poesie curato da Andrea Cortellessa a risentirci venerdì prossimo