Chiusura di Radio radicale

Radio radicale tace dalla due marzo scorso l'emittente non trasmette più lanciando così una moto segnale Dall'Armi a tutti coloro simpatizzanti
Nonna che credono nell'informazione libera alle difficoltà economiche la radio dal prossimo anno non usufruirà più della contributo della legge per l'editoria
E la mancata approvazione della legge di regolamentazione del sistema hanno ucciso la radio dei radicali un appello è rivolto a parlamentari ministri giornalisti soprattutto per far approvare un testo di legge specifico già presentato in parlamento
Questa mattina a Roma i radicali hanno tenuto una conferenza stampa per discutere della chiusura di radio radicale avvenuto il due marzo scorso una chiusura resa necessaria da la gravissima crisi economica e finanziaria dell'emittente per scongiurare la definitiva scomparsa di radio radicale che trasmette in diretta da quattordici anni
I radicali chiedono entro il trenta aprile l'approvazione da parte del Parlamento quella proposta di legge che assicuri un contributo straordinario di venti miliardi di lire se questo non avverrà alla fine di aprile radio radicale dovrà liquidare l'intero patrimonio della strada
L'unico modo per far riaprire radio radicale che ha interrotto le trasmissioni per una crisi finanziarie che venga approvata entro il trenta aprile prossimo dal Parlamento la proposta di legge ad hoc che riconosce la radio un contributo
Ordinario di venti miliardi non in quanto organo di partito Mark per il suo servizio di utilità pubblica lo ha detto Giancarlo Loquenzi direttore dell'emittente nel corso di una conferenza stampa
Nata quattordici anni fa a radio radicale sia fermata per aver fornito tra l'altro fino ad oggi complessivamente tredici mila quattrocentosessantadue ore di dirette di sedute parlamentari e migliaia di ore di cronache e congressi