06 MAG 2012
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Valter Vecellio - Radio - 17:00 Durata: 2 ore 3 min
A cura di Enrica Izzo
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In studio Valter Vecellio.

Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 6 maggio 2012 , condotta da Valter Vecellio che in questa puntata ha ospitato Valter Vecellio (giornalista), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 2 ore e 3 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • Introduzione

    Valter Vecellio

    giornalista

    Direttore di Notizie Radicali e membro della Direzione di Radicali Italiani Il dibattito sull’amnistia e la giustizia: la posizione di Gherardo Colombo, ex magistrato del Pool di Milano di Mani Pulite, favorevole all’amnistia, il rapporto tra Radicali e Governo
    17:00 Durata: 1 min 28 sec
  • Pannella: “La proposta di amnistia è l’unica che risponde all’obbligo, non a un dovere, dello Stato e della Repubblica italiana, che è quello di interrompere la flagranza di comportamento assolutamente criminale, dei peggiori tipi di comportamenti criminali perché sono quelli che criminalizzano la legalità e lo Stato e fanno della violenza e della criminalità la regola dello Stato, come accade in Italia con i problemi della giustizia”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’ultima conversazione settimanale e la critica di Marco Pannella al Governo Monti, “una trattativa dialogica molto importante e che non è stata molto valorizzata da nessuno, l’ho sentita solo riprendere dalla benemerita Italia Oggi. Andiamo a Colombo. Devo dire: eppur si muove. Ovvero, anche nelle condizioni che tu hai evocato, e quindi con Gherardo Colombo che non è più un magistrato in funzione, ha però parlato. Come dire, la Procura di Milano di allora, con Colombo e Antonio Di Pietro, finalmente non tace così allineandosi alla vocazione e all’ossessione forcaiola di Tonino Di Pietro e di gran parte dell’Idv. Colombo benvenuto, grazie”. “La proposta di amnistia è l’unica che risponde all’obbligo, non a un dovere, dello Stato e della Repubblica italiana, che è quello di interrompere la flagranza di comportamento assolutamente criminale, dei peggiori tipi di comportamenti criminali perché sono quelli che criminalizzano la legalità e lo Stato e fanno della violenza e della criminalità la regola dello Stato, come accade in Italia con i problemi della giustizia”. “Io ricordo tre mesi fa una riunione di Magistratura Democratica a Padova, in cui sembrava si dichiarassero per l’amnistia, dopodiché no, boh”. Parallelo tra la Procura di Milano e quella di Bari che avrebbe favorito Massimo D’Alema. “La proposta di amnistia è l’unica clamorosamente adeguata a rientrare nella legalità costituzionale ma anche in quella della giurisdizione europea che ci impone di intervenire dinnanzi a quel massacro per cui soffrono, per la non ragionevole durata dei processi, un terzo delle famiglie italiane. Perché la giurisdizione europea ritiene, come il Presidente Monti che se ne occupa livello di crescita del Paese, ‘crescita’ che è divenuto uno slogan perfino per Susanna Camusso, perfino per i sindacati greci che si sono imparati in maniera inaudita di demagogia, nel silenzio dinnanzi al coraggio e all’onestà di Papandreou che, per salvare la Grecia dalla situazione lasciata dalla destra che aveva letteralmente imbrogliato sulla situazione economica - e Bruxelles si era fatta volenterosamente imbrogliare – ha dovuto far pagare al Pasok. Monti ha dichiarato, essendo uno che ha il credito di essere uno dei massimi esperti oggi al potere, che il problema della giustizia civile è quello che concorre a impedire la crescita”. “Se si libera il carico umano, personale, finanziario del settore penale, lo si può investire – anche in termini di classe dirigente – per ottenere che il civile non impieghi 8 anni ma un anno e mezzo per arrivare all’accertamento della verità giudiziaria”
    17:01 Durata: 13 min 11 sec
  • Il parallelo tra conquista dell'amnistia possibile e le battaglie su divorzio, diritto di famiglia, manicomi

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Servirebbero statisti e non partitocrati per una riforma della giustizia come quella indicata dai Radicali? “Sì, ma devo dire che si poteva dire la stessa cosa quando noi, agli inizi degli anni 60, con Loris Fortuna e Antonio Baslini ponemmo la questione del divorzio. ‘Ma come potete voi immaginare che nell’Italia democristiana e vaticana e del Compromesso storico si possa fare il divorzio?’. Dopo 5 anni lo facemmo, perché era una cosa logica e perché - contrariamente a quello che si pensa – il divorzio fu conquistato nel ‘69 e non nel ‘74 quando vincemmo il referendum. Così come l’aborto e la riforma del diritto di famiglia li conquistammo nel ‘75-‘76 perché, per paura del referendum che avremmo stravinto, anche la Dc, il Pci e tutti quanti ci diedero la Legge 194. Non solo, fecero un'altra cosa: la chiusura dei manicomi”
    17:14 Durata: 4 min 33 sec
  • Pannella: “La giurisdizione europea è sputtanata da noi e Cameron ne trae le conseguenze. Però è bastato che Emma e noi Radicali ce ne occupassimo e, in fondo grazie alla nostra influenza nel mondo intellettuale quale esso sia, a Brighton 47 stati - compresa la Gran Bretagna - hanno fatto una bella pernacchia a questa proposta di abolire la giurisdizione europea, malgrado noi italiani siamo i primi tra 47 stati a sputtanarla in un modo tremendo, signor Presidente della Repubblica”. Sulla diffusione dei metodi nonviolenti

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le motivazioni dell’interruzione dell’iniziativa nonviolenta da parte di Marco Pannella: “Ho interrotto per sei giorni grazie al fatto che l’arma nonviolenta sta diventando in Italia un’arma di grande lotta e forza sociale. Da Radio Carcere ebbi la conferma che spontaneamente da 7 carceri italiane dissero: ‘Ah, Pannella sta facendo lo sciopero della fame per questo obiettivo. Noi il 25 aprile non possiamo marciare – noi detenuti, poliziotti, volontari, noi tutti – e quindi quel giorno da mezzanotte a mezzanotte faremo lo sciopero della fame’. Quando ho appreso quello, ho detto: ritengo di dover corrispondere a tutto questo, a questa cosa straordinaria che farà data nella storia del nostro Paese, quindi mi permetterò volentieri di interrompere il mio sciopero della fame che poi riprenderò”. Sul ruolo del Presidente della Repubblica e sulla “prepotente urgenza” che proprio Giorgio Napolitano evocò la scorsa estate. La posizione dell’ex ministro della Giustizia, Nitto Palma, oggi favorevole all’amnistia. “La strage di legalità rappresentata da 60 anni dalla partitocrazia si traduce in strage di popoli, perché un minuto prima di entrare qua abbiamo letto di altri 3 suicidi, poi ci sono - anche grazie per esempio al nostro compagno Maurizio Bolognetti che lo sottolinea - i morti per tumore, per polveri sottili, per Eternit, per estrazioni di Agip o Eni, o per il disastro idrogeologico per cui non a Napoli ma in Liguria basta che piova un po’ e ci sono morti come se ci fosse uno tsunami”. La mancanza di informazione sulla marcia del 25 aprile “è una tragedia per un potere prepotente e assassino, perché per sopravvivere paga quello che pagava la Terza internazionale, il fascismo, il nazismo e tutti gli stati totalitari, ieri e oggi. Oggi si può dire che in Italia si usa l’arma gandhiana che in India non usa più nessuno. In Italia prende corpo di popolo e quindi viene fatto ignorare; ma la marcia c’è stata, coloro che hanno partecipato sanno che è stata lieta, non disperata, drammatica, consapevole della tragedia di contesto, ma sapendo che quella era una manifestazione di forza contro un regime che temevamo anche noi che fosse a tal punto prepotente da riuscire a impedire di fare una marcia”. Sui programmi di Radio Radicale. Poi Pannella torna a parlare delle pressioni internazionali per lo stato della giustizia italiana: “Signor Presidente della Repubblica, lei è stato un europeista addirittura dal profumo spinelliano, lei probabilmente continua a non sapere che io la esorto a prendere atto che noi stiamo contribuendo a dare un colpo mortale alla giurisdizione europea, perché mentre il problema del carcere viene evocato dalla giurisdizione europea all’interno della condanna per la non ragionevole durata dei processi e delle cause civili, lei ha fornito la opportunità a Cameron di chiedere che la giurisdizione europea fosse chiusa per lasciare la giurisdizione alle sovranità nazionali. Lei non ritiene di occuparsene, perché tutti i giorni la sentiamo a reti unificate, nemmeno Berlusconi o il presidente Cossiga è riuscito a farsi ascoltare come lei”. “La giurisdizione europea è sputtanata da noi e Cameron ne trae le conseguenze. Però è bastato che Emma e noi Radicali ce ne occupassimo e, in fondo grazie alla nostra influenza nel mondo intellettuale quale esso sia, a Brighton 47 stati - compresa la Gran Bretagna - hanno fatto una bella pernacchia a questa proposta di abolire la giurisdizione europea, malgrado noi italiani siamo i primi tra 47 stati a sputtanarla in un modo tremendo, signor Presidente della Repubblica”
    17:19 Durata: 21 min 36 sec
  • Pannella: “Ripeto: se questa politica da parte del Governo di ignorare la lotta per uscire fuori dalla flagranza indiscussa dell’opera e della condizione criminale della Repubblica italiana prosegue, la crescita che lei – Mario Monti - ritiene urgente non può aver luogo. Noi avremmo in quel caso l’obbligo morale di impedirle questo suicidio”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Noi ci muoviamo non solo nel modo egregio e chiarissimo che fa dei 9 parlamentari sicuramente i migliori tra i 1.000 che abbiamo, ma anche con le armi della nonviolenza e quelle giudiziarie”. Ancora sul dibattito sul libro di Possenti. Embrioni e codice canonico. “Ripeto: se questa politica da parte del Governo di ignorare la lotta per uscire fuori dalla flagranza indiscussa dell’opera e della condizione criminale della Repubblica italiana prosegue, la crescita che lei – Mario Monti - ritiene urgente non può aver luogo. Noi avremmo in quel caso l’obbligo morale di impedirle questo suicidio”. “Si farà a livello parlamentare, di nonviolenza, sperando che al Presidente della Repubblica gli venga fuori il dubbio che lui debba fare messaggi precisi: ‘Guardate che se non votate d’urgenza qualcosa che faccia ottemperare le ingiunzioni della Costituzione’ della quale lei è garante, mentre lei è stato uno stupendo arbitro per salvaguardare la realtà sociale e economica italiana, che non è compito suo”
    17:40 Durata: 9 min 9 sec
  • Sulle elezioni in Europa. Il caso inglese, con la sconfitta dei Conservatori. Il caso francese: “Quello di Marine Le Pen è il vero successo, non la vera vittoria di queste elezioni. C’è una differenza, il successo è suo, la vittoria vedremo stasera. Io penso che sarà d'Hollande, per fortuna. Penso che avrei votato lui se fossi stato cittadino francese. In Hollande vi sono però alcune posizioni socialdemocratiche che ricordano posizioni vecchie e non solo antiche. Vi sono coso culturalmente identiche ad alcune cose di Camusso, se non di Landini”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le elezioni in corso, tra amministrative italiane e voti in tutta Europa. “Fermiamoci all’esempio dell’Inghilterra. Qui Cameron, degno purtroppo successore di Chamberlain e non di Churchill, a questo punto è stato battuto e Milliband, che non mi pare un leader straordinaria, però il popolo della Gran Bretagna gli ha dato una lezione, ma la lezione maggiore la hanno data ai nostri amici liberaldemocratici che rappresentano davvero una cosa incredibile: loro, nell’isola anglosassone, sono gli unici che stanno affidando tutte le speranze per la grandezza britannica all’integrarsi alla forma di Stato partitocratica, proporzionalistica, del continente. A questo punto non solo il popolo britannico e i liberali autentici, nel referendum recente gli hanno fatto proprio una pernacchia napoletana, perché hanno confermato di volere l’attuale - da più di 200 anni - sistema elettorale uninominale anche rispetto a quello australiano che rientra anche esso nell’uninominale maggioritario”. “I giochi di maggior successo sono quelli con le regole più semplici: il calcio, la dama, lo scopone scientifico, mentre quando diventano quelle rispettabilissime cose come gli scacchi, il bridge, diventano meno di massa perché le regole non sono così elementari. In Gran Bretagna hanno fatto quel referendum e il popolo, ivi compresi i votanti liberali, hanno dato una lezione a non finire a Clegg, il vice liberale di Cameron”. “Il virus europeo in Gran Bretagna per il momento non mi sembra fare vittime, come invece nel resto d’Europa”. Il secondo turno delle elezioni presidenziali francesi. Le corrispondenze di Pannella per l’Espresso da Parigi e la figura “credibile” di Mitterand. I primi incontri tra Pannella e Jean-Marie Le Pen: “Siamo nel periodo quando è già scoppiata la guerra d’Algeria e stanno per arrivare a Parigi, come rivoltosi, quelli dell’Oas (Organisation de l'armée secrète, ndr). Le notizie erano che già fossero decollati questi che erano i massimi generali dell’esercito da Marsiglia per arrivare a Parigi, ma quello è un episodio da situare in quell’anno, il quale mostra quanto Le Pen sapeva innanzitutto che io facevo la campagna anti Oas, che l’Oas lo sapeva e si preoccupava di correre nella mia stanzetta per avvisarmi, ma se non c’ero, ero andato via da un mese, e un povero vecchio mi raccontò che diceva: ‘Ehi, coglione, guarda vattene da qua! Perché non tira aria per te e in più è nata mia figlia, cretino’”. Sulle attuali elezioni francesi: “Quello di Marine Le Pen è il vero successo, non la vera vittoria di queste elezioni. C’è una differenza, il successo è suo, la vittoria vedremo stasera. Io penso che sarà d'Hollande, per fortuna. Penso che avrei votato lui se fossi stato cittadino francese, anche perché ci sono tracce e documenti di Radio Radicale, per i quali quando tanti nostri compagni socialisti aderivano alla speranza Sarkozy, io dicevo che questo qui era un pericolo grave e forse mi auguravo che i socialisti che lo sostenevano non si sbagliassero loro e mi sbagliassi io perché altrimenti sarebbe stato un grosso guaio”. Il commento sui contraddittori televisivi tra Sarkozy e i candidati socialisti. “In Hollande vi sono però alcune posizioni socialdemocratiche che ricordano posizioni vecchie e non solo antiche. Vi sono coso culturalmente identiche ad alcune cose di Camusso, se non di Landini. Auguriamoci comunque che la Francia…”. Sul nazionalismo e il giacobinismo francesi. “Il male anti federalista e anti internazionalista sta riemergendo possente”
    17:49 Durata: 20 min 36 sec
  • Sull'antipolitica in Italia.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’antipolitica italiana e l’apporto del “coltissimo Quagliariello e del tecnicissimo Peppino Calderisi”, ex Radicali. “Se avessimo potuto dire che la ricchezza degli eletti e dei nominati italiani è nata e si è affermata a lungo perché i lori stipendi erano totalmente agganciati agli stipendi dei magistrati di Cassazione. Di conseguenza il loro superare i tetti medi europei è determinato dal fatto che nessuno, non solo Tonino (Di Pietro), ha mai ricordato questo per difendersi. Io parlamentare non volevo l’aumento, ma a questo punto quando sono diventato parlamentare lo stipendio mi cresceva automaticamente con quello dei magistrati. Questa è una dimostrazione dell’assoluto riflesso ormai da incapacità di intendere e volere della partitocrazia, perché adesso continuano a dire: il popolo italiano può impazzire solo contro di noi se ci mettono lo zampino i Radicali di Pannella. Mentre i ‘radicali’ quegli altri, quelli comunisti, sono sempre benvenuti, sempre in televisione e Nichi Vendola è un altro ‘sinistra radicale’ d’area comunista, un ottimo oratore, simpatico e via dicendo, ma i Radicali no”. “A loro interessa che non ci siano più collegi che possano permettere un maggiore e miglior contatto tra eletto ed elettori”
    18:10 Durata: 10 min 44 sec
  • L'antiproibizionismo e l'iniziativa internazionale di Marco Cappato

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Bene ha fatto Marco Cappato a correre in Olanda dove il proibizionismo pare sta facendosi, perché la forma del nuovo nazismo è il proibizionismo di fondo, quello per cui cominciano a ripensarci ex presidenti prestigiosi dell’America Latina, mentre non lo fa il povero Obama che è un borghese liberale che però non ha letto Popper, non conosce King e Gandhi, tanto è vero che si ritrova sempre a difendere la ragion di Stato”. “È l’erede di Bush come la partitocrazia italiana antifascista è l’erede della partitocrazia fascista”
    18:21 Durata: 1 min 42 sec
  • Il caso Beppe Grillo e la censura degli argomenti portati avanti dai Radicali. L'esempio delle pensioni e del debito pubblico

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Ancora sulle cose “costituzionalmente scandalose” che potrebbero mettere in atto i partiti e che è inutile stare a prevedere. “Per noi, Presidente della Repubblica, è vitale che voi rispettiate non i principi umani, ma la vostra stessa legalità”. “Bersani e gli altri la ‘più bella Costituzione del mondo’ se la sono divorata”. “Non ci hanno permesso di parlare con la gente, anche con Beppe Grillo che è gente”. Sui pregi e i limiti di Beppe Grillo. Il rapporto tra Grillo e i media, a partire dalle elezioni locali dello scorso anno a Milano. Il caso esemplare del dibattito sulle pensioni: “I Radicali non devono parlare, altrimenti questi qua – cioè il popolo – ci cascano. Sulle pensioni qual era la nostra tesi, dall’inizio? Allora, davanti una situazione che annunciava questa, avevamo le pensioni sociali minime a 180 milioni; mi sono e ci siamo scatenati allora, censura, ma dopo un anno e mezzo la hanno raddoppiata. Oggi perché non fanno qualcosa per raddoppiare i minimi pensionistici che sono una vergogna? Noi dall’inizio degli anni 80 abbiamo voluto ricordare una cosa: badate, il diritto della Costituzione, la più bella del mondo, dicevo a Bologna ai comizi, prevede il diritto al lavoro, lo ha proclamato senza limiti, senza discriminazioni di razza, idee, genere e nemmeno di età, per cui il diritto al lavoro non è abolito per le persone anziane. Queste ultime devono essere messe in condizioni di valutare e decidere loro la fondatezza di questa richiesta, fra esercitare il diritto secondario alla pensione rispetto al diritto primario del lavoro. Questo è quello che abbiamo chiesto”. Radicali inascoltati anche su riforma dell’articolo 18 e debito pubblico. Il seguito legislativo dato alle idee dei Radicali, specie sulle pensioni, anche in quest’ultima legislatura. Sui rapporti con Berlusconi sin dagli anni 90
    18:22 Durata: 24 min 37 sec
  • Il parallelo tra l’immobilismo odierno di Napolitano sulla giustizia e quello del Pci ai tempi delle morti dei dissidenti sovietici o dell’assassinio di Aldo Moro

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’importanza di ricordare la storia italiana e l’appello di Pannella a Napolitano: “Presidente, uno statista quale lei è, di un livello di cui lei può dimostrare e confermare di essere, le chiedo: ‘la prepotente urgenza’ non ascoltata, perché non ascoltata da lei - altrimenti sarebbe superata - , ha provocato più di cento suicidi, etc., e lei sta lì come stava nella sua storia. Siccome queste cose accadevano nell’impero sovietico… Stia attento perché questo equivale a un altro episodio, quando in occasione del sequestro Moro, avete risposto con la presidenza della Camera Ingrao in un modo che deve restare scritto nella storia, abolendo la Costituzione repubblicana, facendo scempio del Parlamento e mentre si doveva votare un nuovo Governo arrendendovi all’atto di violenza delle Br con i loro inquinamenti di Stato probabilmente. Poi avete continuato fino alla fine a giocare in fondo perché non si discutesse in Parlamento di tutta la vicenda che continuava di Moro sequestrato dalle Br, e purtroppo riuscimmo a convincere Zaccagnini - che lo disse in una trasmissione - che i Radicali avevano ragione sulla convocazione della Dc”
    18:47 Durata: 4 min 15 sec
  • Conclusioni. Le elezioni amministrative italiane e la specificità di Pistoia

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Noi prendemmo una decisione: il Partito transnazionale e transpartito in quanto tale non si candida alle elezioni in quanto tali. Abbiamo trovato di volta in volta soluzioni di ditta elettorale che era quella ai quali i Radicali d’accordo con quella soluzione si presentavano e votavano, mentre quelli che non lo erano facevano altrimenti. Nel 1983-84, ad un Congresso, dedicammo le nostre attenzioni alle elezioni locali e approvammo che in linea generale anche lì in quanto Radicali non ci presentavamo, a meno di situazioni straordinarie per il valore non meramente locale”. Il caso della presentazione a Pistoia, la candidatura dei Radicali in una lista dei Verdi arcobaleno e l’accorrere di molti leader radicali. “Noi siamo qui sperando che gli elettori di Pistoia comprendano che noi abbiamo inteso – con questa scelta - corrispondere ad una proposta di politica e di organizzazione verde che abbia il punto di riferimento radicale e che non accetti come i sellini e altro la pregiudiziale anti-radicale per fare l’ammucchiata di potere locale”
    18:51 Durata: 11 min 42 sec