Viaggio nelle crisi aziendali. Il settore siderurgico. Intervista a Giovanni Venturi

Radio radicale continuiamo il nostro giro nelle crisi aziendali italiane e dopo per fatto perlustrato un po'il territorio adesso andiamo a vedere alcuni settori che
Hanno delle aziende che sono sparse in tutto il territorio compie tagliano e che stanno soffrendo e iniziamo questa questo nostro giro come attuando degli del settore siderurgia e lo facciamo parlare con Giovanni Venturi che il coordinatore nazionale siderurgia della FIOM CGIL che che collegato telefonicamente con noi il benvenuto Venturi
Grazie conoscere allora intanto prima di iniziare domani speriamo di dare qualche numeroso ma quanti sono per dare anche un ordine di grandezza insomma gli impiegati che lavoro non nella cedete
Nelle aziende siderurgiche rito in totale quanti sono quelli nell'interesse della crisi francamente allevamenti evidentemente
è chiaro non settore siderurgico sostanzialmente l'occupazione oggi chi retta
Si attesta su ottanta novanta mila ai lavoratori e lavoratrici
Di questi ottanta novanta mila
Nella crisi sono in discussione almeno trenta mila posti di lavoro diretti
Poi c'è ovviamente tutta l'occupazione indiretta che riguarda le ditte di appalto
E che riguarda una parte significativa di lavoratori interinali e di precari che purtroppo hanno già conosciuto lo spettro del licenziamento qui sette allora noi cerchiamo di capire quali insomma tanto
Qual è la zona di italiano che sta soffrendo di più
Cioè la mappa della sofferenza italiana è molto molto complessa perché c'è pari almeno in parte l'Ilva di Taranto che è una questione che fa questione assenso ma non
Hillary Taranto fa questione afferma c'è il Sulcis in Sardegna con la vicenda dell'alcova c'è il territorio di Piombino oggi sindaco di Piombino
è salito sopra capannone della Lucchini per segnalare una vicenda che rischia di essere in qualche modo appannata
Tali settori che sono appunto puntati quasi esclusivamente sulla vicenda dirla ma anche il territorio di Trieste ed in particolare ci sono una serie di vicende che pur avendo
Ragioni origini diverso e dentro la crisi segnano oggi elementi di particolare preoccupazione faccio riferimento Assayas Speciali di Terni e faccio riferimento
Gruppi come gruppo Beltrame o a multinazionali come il caso dalla nostra dormita al
Chi ha varato in Europa un piano di dismissione gigantesco che ha già portato alla chiusura
I diversi
Siti in Francia in Belgio e che ovviamente avrà ripercussioni anche nel nostro Paese in particolare la ma buona di Piombino allora cerchiamo di analizzano sono due o tre casi sono
Sappiamo insomma con la Lucchini
Penso lo slogan resterebbe mille ottocento lavoratori giusto
Ci sono due mila
Cento due mila due direttamente occupati poi anche lui c'è un effetto sull'indotto
Particolarmente significativo e rilevante e quindi
è chiaro che siamo di fronte ad una realtà che rappresenta
Una
Parte significativa del del comparto siderurgico anche perché commerciale attività distribuita anche
Con il suo sul sito di Trieste e siamo in presenza
Di una
Multinazionale Lucchini Severstal che interviene e produce acciaio con la tecnologia del ciclo integrale che e l'unica
Quindi che ha contiene in sé un un ciclo produttivo
Che parte dalla materia prima fino ad arrivare al prodotto finito attraverso appunto l'acciaieria esaminatori e tutto quello che
Compone questo processo e questo percorso pensare dice appunto la magone di Piombino
Vagone di Piombino che attualmente ArcelorMittal anche lì c'è una situazione che rischia nell'arco sono seicento lavoratori giusto
Sì siamo sostanzialmente su quel
Su quella dimensione su quella scala di riferimento
Abbiamo anche io una situazione che le dicevo sta dentro questo piano di ridimensionamento europeo che ha osservato Michele
Ha deciso e in particolare lì come peraltro nella vicina agli occhi gli stabilimenti sono sostanzialmente attaccati
La prospettiva di un
Io
Di una chiusura ravvicinata molto
E molto molto concreta crea appunto molto del vicinato senta quali sono appunto gli stabilimenti sono invece di fare un po'elenco somma riferimenti che in questo momento sono più vicino alla chiusura insomma non
Do se sono prossimi sperando che non ce ne siano ma dubitiamo che la speranza posseggono io ovviamente cerchiamo
Provando a lavorare per evitare che si arrivi quello che ed abbiamo un po'definito essere
Un rischio sistemico perché prima
Altro impressione che non ci sia piena consapevolezza del fatto che
Se scelti ferma irreversibilmente viva di Taranto o perdiamo tecnologia del ciclo integrale appunto all'Ilva di Taranto
Che produce il dieci per cento e l'acciaio italiano giusto come
Sì però produce anche il quaranta per cento dei laminati piani che è sostanzialmente il sessanta sessantacinque per cento
Di ciò che del fabbisogno nazionale della minati piani in quindi c'è un problema oltre al dato generale sulla quantità di acciaio prodotto c'è come dire comunali
Convenzione per la quale la specializzazione produttiva del sito di Taranto e tale per cui se si ferma irreversibilmente
Da una parte c'è una ricaduta per la perdita della tecnologia del ciclo integrale dall'altra si ferma
Una filiera che alimenta gran parte dell'industria manifatturiera italiana dalle automobili agli elettrodomestici se questo dovesse avvenire
Deve essere chiaro che leggono a mancare immediatamente nel nelle disponibilità del mercato interno è una cosa come cinque milioni
Il tonnellate di acciaio perché significa che quell'acciaio piene
Utilizzato ad allentare i settori che appunto sono gli utilizzatori finali del del comparto siderurgico
Bisogna prenderlo da qualche altra parte il che significa doversi caricare di un corso che sostanzialmente vicino i sette miliardi di euro questore
Da un punto di vista economico l'impatto che avrebbe
Una chiusura di sedersi fra quelle più irreversibile dell'Ilva di Taranto fermo restando che avrebbe
A cascata ovviamente un riflesso immediatamente negativo e quindi la chiusura anche dei siti
Noi siamo ancora sul generale insomma su tutto il settore non anche per
L'Ilva di Taranto ci porterebbe un po'lontano senta non c'è anche un problema di sovrapproduzione dell'acciaio insomma perché fondamentalmente c'è una sovra capacità produttiva di tutto il sistema italiano ed europeo
Ha fatto anche mondiale probabilmente
Sì va beh non non esattamente nel senso che rispetto alla
Altra alla sovracapacità produttiva con la quale ovviamente
Ci si misura alle strategie vedi che appunto si si vanno delineando si vanno definendo in particolare per quanto riguarda
Le scelte delle grandi multinazionali
E quello di spingere io io intarsi verso processi di localizzazione che siano il più vicini possibili alla produzione delle materie prime laddove ci sono dove c'è la produzione di materia prima da una parte e dall'altra dove ci sono
Costi energetici molto più bassi che nel nostro Paese egli nel continente europeo
I due impatti più importanti e rilevanti che segna meno le strategie di localizzazione dell'impresa e in particolare delle multinazionali sono appunto questi
Cioè il fatto che da una parte c'è stato in questi anni un aumento del costo delle materie prime tale per cui
Per esempio una multinazionale come ArcelorMittal ha utilizzato una parte rilevante delle
Delle risorse
I profitti di quella fase per acquisire anche miniere
Di materie prime nei paesi sudamericani e il terzo lì comincia a delocalizzare le produzioni europee sì però non c'è anche un problema lei diceva cioè poco fa sei ma
Siccome poi questo acciaio pure serve in qualche modo a fanno sono automobili elettrodomestici che sono anche settori che sono in crisi quindi comunque il nostro mestiere europeo insomma a questo punto c'è difficoltà nello sbocco mentre Paesi sudamericani molto più probabile che siano in crescita insomma in qualche modo
Sono nuovi consumatori di propri mente anche un fatto di presidio del mercato
Sì o no non c'è dubbio che ci sia una redistribuzione che è data ovviamente del fatto
Che sono emergenti dei mercati per beni
Finali che per esempio in questo caso i settori ai quali lei ha fatto riferimento nel nostro Paese si
Sia insisteva dell'automotive perché quelli che avevo citato degli enormi ermetico disegnati poco fa anche
Poi viene anche utilizzato per le infrastrutture insomma c'è comunque una donna materiali zone diciamo che noi siamo un mercato maturo l'Europa
In qualche modo
Io non lo definirei così è un mercato perché ha ovviamente un segmento relativamente a questi settori
Particolarmente avanzato ma non direi maturo per una semplice ragione che cambia anche
La come dire la la qualità della domanda cioè non c'è solo un problema relativo alla quantità i domanda d'acciaio in quei settori ma in quei settori come in altri settori
Per esempio quello delle energie rinnovabili e per esempio quello
Delle macchine di pre-CIPE meccanica di precisione per esempio tutto ciò che ha a che fare anche
Con processi che riguardano paradossalmente ma non più del canto risanamento ambientale
Si possono utilizzare e si utilizzano in maniera crescente Acciai Speciali acciai con una qualità diversa che io ovviamente pur non richiedendo i volumi che potevano richiedere
Settori come quello dell'automotive o delle
O degli elettrodomestici nel momento in cui e ovviamente il mercato non era aveva un grado di saturazione molto più basso è evidente che comunque c'è però una domanda che cresce gli acciai di qualità
Che sono legati alla possibilità di
Intervenire sia sui processi che se non lo so soffriamo anche la
La concorrenza dei Paesi al di là della Cina tema però oggi non ancora solo da menzionare la Turchia e l'Ucraina Cina non assolutamente sia andiamo recarmi al canto si risponde all'elenco e non si emette non erogato il perché
Dopo aver perché mentre prima si poteva fare se con altri prodotti si può parlare che Clinton quello che viene non solo alla Cina e di bassa a livello qualitativo quei nell'acciaio non si può dire perché pare che sia secondo gli esperti insomma non dissimile da quello che viene prodotto in Europa
Essi
Per ma non c'è dubbio che è profondamente cambiato insomma il mercato credo d'acciaio anche da da questo punto di vista nel senso che
Sono entrati nella scena produttori
Di massa che hanno peraltro dimensioni e scale di riferimento che per noi sono assolutamente
Lontane enorme e non in qualche modo
Di riferimento il problema vostro io credo
Intendendo per nostro al problema della siderurgia italiana
E quello di uno seguire quella
Quella strategia lì cercare un'amicizia praticamente specializzarsi bisognerebbe da una parte qualificare e specializzare il più possibile
Sia i processi che le produzioni dall'acciaio e poi bisognerebbe
Tentare di favorire questo è quello che noi chiediamo al Governo quando
E diamo un nuovo intervento pubblico in economia
Favorire
Con una politica industriale adeguata
Una serie di processum più di aggregazione ed integrazione produttiva che può appunto
I radicali in quella che
La siderurgia italiana anche una condizione di specializzazione di vocazione produttiva diversa di singoli sul TPL e dei diversi stabilimenti
Che determina e può determinare anche straordinarie economie di scala io penso che faccio solo un esempio
Io penso ad esempio che
Se ci fosse in Italia una piattaforma nazionali un consorzio nazionale
Per l'approvvigionamento delle materie prime ed energia elettrica e una capacità di
Collegarsi alle crampi reti transnazionali
Credo che
Ci sarebbe un grado di competitività diverso rispetto a quello attuale e che impartiti oggi misuriamo sul piano faccio un esempio anche qui per
Capirsi l'Alcoa
Che quanto impatta negativamente il costo dell'energia in quella vicenda avrebbe
Probabilmente una soluzione più a portata di mano di quanto oggi non appaia
Va bene senta non riesci ci siamo un po'allungati io avevo salutare ci ritorneremo a parlare del problema della siderurgia grazie a Giovanni Venturi coordinatore nazionale della FIOM CGIL grazie a lei