Sono stati discussi i seguenti argomenti: Antiproibizionisti, Asia, Carcere, Cina, Droga, Giustizia, Ministeri, Oppio, Prevenzione, Proibizionismo, Riccardi, Tossicodipendenti.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 4 minuti.
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10:00, Roma
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15:00 - Camera dei Deputati
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15:00 - Milano
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Buongiorno
La vita dei tossicodipendenti in carcere è un inferno ed è difficile avviarle verso un percorso di guarigione lo ha detto il ministro Andrea Riccardi intervenendo ad un incontro internazionale sulle strategie di prevenzione dell'uso di droghe che ha svolto la Scuola superiore di polizia a Roma nei primi giorni di ottobre
In quell'occasione il Ministro anche sollecitato a fare di più per trovare percorsi alternativi e tossicodipendenti detenuti per reati legati alla droga invitando ad una riflessione più coraggiosa sull'intera questione carceraria incluso qui il problema del sovraffollamento
Pochi giorni fa in occasione di una visita alla comunità di San Patrignano Riccardi è tornato sull'argomento dichiarando che l'alto numero di tossicodipendenti presenti nelle carceri italiane è un problema che conosce e di cui ha già parlato con il Ministro della Giustizia Paola Severino
è una situazione difficile ma da risolvere al più presto perché dice il ministro tenere un tossicodipendenti in carcere è un'azione grave e non va nella direzione del recupero
Fa piacere sapere che il ministro Ricard riconosca il problema dei tossicodipendenti in carcere e ne abbia parlato con la sua collega Severino perché i provvedimenti adottati dal Governo fino ad ora non hanno prodotto nulla
I detenuti erano settantasei mila ottocento al trentuno dicembre del due mila e undici prima cioè che avete affetto il cosiddetto decreto salva carceri ed erano sessantasei mila e seicento vi trenta settembre del due mila dodici in pratica la situazione è rimasta invariata
Se come dice Riccardi la situazione va risolta al più presto e necessario che il Governo intervenga subito modificando le due leggi che in maggiore misura hanno contribuito provoca il disastro delle carceri italiane vale a dire la legge sull'immigrazione e quella sulle droghe immigrazione e droghe cioè proprio due competenze affidate al ministro Riccardi
E per capire quali siano gli affetti della legge sulle droghe la legge Fini-Giovanardi sulla carcerazione basta dare un'occhiata i numeri
Nel due mila undici le denunce per fatti di droga sono state trentatré mila seicentottantasei con condanne dal sei a vent'anni di carcere gli quarantun per cento delle quali per droghe leggere
I detenuti per fatti di droga solo il trentadue per cento del totale il quaranta per cento di questi sono detenuti per fatti di lieve entità
Secondo l'Associazione Antigone con le misure alternative abbassando le pene per i fatti di lieve entità ed eliminando gli effetti delle norme sulla recidiva
Si potrebbe fare uscire dal carcere dieci mila tossicodipendenti ed evitarne l'ingresso di dieci mila detentori arrivando così qua del pareggio tra il numero dei detenuti e quello dei posti regolamentari disponibili
Sul piano più generale della lotta e della prevenzione delle dipendenze Riccardi è convinto che occorra creare sinergie a livello internazionale dove ognuno possa contribuire con le proprie esperienze e far tesoro delle esperienze altrui
Andare da soli e perdente gli sforzi dei singoli Stati non sono sufficienti a fronteggiare la sfida
Alla globalizzazione del traffico e dello spaccio ha dichiarato Riccardi all'incontro internazionale che citavamo all'inizio occorre occorre la globalizzazione delle strategie di prevenzione di contratto che vede impegnati tutti gli Stati
Con il patrimonio di esperienze e conoscenze reso disponibile a chi potrà creare un vero e proprio consorte di solidarietà una serie di percorsi che metteranno in contatto i quali si McEnroe i diversi Paesi consentiranno loro di implementare i sistemi di prevenzione nazionale
Nella lotta alle dipendenze c'è un aspetto normativo repressivo ma c'è soprattutto secondo Riccardi la scelta per una battaglia di tipo culturale e professionale
Belle parole peccato però che il ministro abbia preferito non essere coerente con queste sue dichiarazioni di principio e abbia deciso di non organizzare la terza Conferenza nazionale le droghe un'occasione che avrebbe permesso di rendere disponibili e mettere in comune esperienze e conoscenze di scienziati e studiosi operatori almeno in Italia
Nel frattempo il nostro Governo ha deciso di dare vita anche da noi alle coalizioni antidroga rapportando la partnership con il Governo statunitense ciò con il paese che Obama o no resta il più strenuo difensore del proibizionismo nonostante mezzo secolo di fallimenti sempre più evidenti e drammatici
A per la cronaca
La coltivazione di oppio è raddoppiata negli ultimi sei anni nel sud-est asiatico a fronte della crescente domanda di eroina in Cina e nel resto della Regione i consumatori e di oppiacei nati orientale nel Pacifico rappresentano oggi circa un quarto di quelle mondiali
La Cina da sola a oltre un milione di consumatori di eroina e del Paese che consuma più droga nella regione
La superficie di terre coltivate oppio è aumentata del settantasei per cento dell'auto e del diciassette per cento in Birmania che il secondo produttore mondiale di oche dopo l'Afghanistan
E questo non lo dicono gli antiproibizionisti è scritto nel rapporto dell'ufficio ONU per il controllo della droga e la prevenzione del crimine
A rifletterci alle tredici e collegato differenti perdita netta di Radio Radicale un saluto da Roberto spagnoli
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