Il futuro dopo la crisi - V edizione del Forum dei Giovani Imprenditori di Confcommercio (conferenza stampa di apertura)

La quinta edizione del gioco del forum dei giovani imprenditori
Di Confcommercio qualche breve
Considerazione sui lavori il programma definitivo i relatori sono tutti confermati
Prima di entrare nel merito del Libro bianco
Che dobbiamo definito il Gattopardo delle imprese credito burocrazia
Voglio dirvi che domani mattina un quarto d'ora prima dei lavori Mariano Bella incontrerà soprattutto le agenzie per fare un brevissimo brief rispetto ai materiali che verranno che saranno analisi portante della sessione di domani quindi per l'Agenzia per i colleghi che volessero seguire il brief l'appuntamento è per domani mattina alle nove e mezza
Io entrerei subito nel vivo
Perché abbiamo deciso di in questa edizione di
Sì
Sì allora io sono Sergio De Luca il direttore centrale della comunicazione
Allora perché abbiamo deciso di aprire questa due giorni di lavoro con un libro bianco perché riteniamo che al netto della recessione che picchia duro e soprattutto per le imprese che vivono di domanda interna
è una recessione lunga profonda strutturale
Che ancora non vede l'uscita dal tunnel riteniamo che ci siano dei nodi strutturali che non favoriscono nello start up aziendale né soprattutto la crescita decennale e abbiamo individuato nel credito nella burocrazia diciamo i due elementi
Più critici di questo io brevemente vi racconterò con pochissime sa perché il libro o fare altre cose a è di facile lettura fatta ad uso e consumo dei colleghi quali sono i dati più significativi dovrei dire
L'ESA
Allora iniziare proprio da questa le aziende
Italia o una premessa tutti i dati che trovate nel Libro bianco sono elaborati dalla da Confcommercio dei nostri lo dall'Ufficio studi all'ufficio credito
E quindi le fonti sono assolutamente certificate questo lo dico a scanso di equivoci
Allora la prima sarte
Abbiamo l'abbiamo sintetizzata così le aziende italiane per pratiche fiscali spendono trentasei giorni lavorativi all'anno il settantasei in più della media europea
In Italia ci sono cento vinti adempimenti fiscali alla
Aprire un'attività costa in Italia il diciotto virgola sei per cento in più del reddito pro capite contro la media OCSE del cinque virgola sei sessantuno miliardi di euro sono i costi attaccabili della burocrazia quelli che potrebbero generare i risparmi
Per eventualmente a ridurre la pressione fiscale
Seconda sciatta
Il livello di efficienza finanziaria di semplificazione amministrativa Alitalia con pari al settantatré esimo posto su centottantacinque Paesi
L'efficacia del nostro sistema giudiziario siamo gli ultimi su ventisei Paesi
Tempi di attesa di una sentenza siamo i penultimi su ventiquattro Paesi
La percezione dell'auto pubblico qui apro una breve parentesi a fronte del pagamento delle tasse c'è la qualità dei servizi resi ecco da questo punto di vista
Noi siamo al terzultimo posto cioè la percezione di imprese famiglie rispetto alla qualità dei che la pubblica amministrazione da sono persi
Abbiamo stimato che ci sono novantacinque miliardi questo il debito che le amministrazioni pubbliche hanno nei confronti delle imprese fornitrici di beni e servizi vuol come sapete ci sono settori come quello
Sanitario delle forniture sanitarie che soffrono
Da morire quindi da una parte le imprese hanno pressione fiscale alta burocrazia ed e non hanno neanche quello che il il Governo e la pubblica amministrazione deve dargli in termini di debiti
Quindi in questa situazione è evidente che la morsa per le imprese che stanno soffrendo si fa sempre più forte
Questo dato ha fatto balzare l'Italia al primo posto nella classifica per i tempi di pagamento della pubblica amministrazione qui la media è di centottantasei giorni
Ma non vi nascondo che nel settore sanitario la nostra federazione ci dice che arriviamo anche a trecento giorni quindi un anno per avere
Il rispetto dei contratti di fornitura con la pubblica amministrazione
Voglio chiudere
Perché il cahier de doléances poteva essere si poteva chiudere con un'altra brutta notizia invece no abbiamo voluto rilevare
Che qualcosa è stato fatto e cioè nel due mila cioè dodici anni fa occorrevano ventitré giorni per avviare un'impresa nel due mila dieci ne bastano sei
Io feci mi fermerei qui perché come ripeto la leggibilità del Libro bianco è molto facile io vi ho dato qualche numero sulla burocrazia e adesso do la parola Mariano Bella che vi racconterà la parte diciamo
Forse più critica che è quella del credito rispetto alla quale c'è tutto un ragionamento da fare ci sono dati prima di dare poi la parola a Paolo Galimberti il presidente dei Giovani prego Mariano
Grazie sono Mariano Bella responsabile l'ufficio studi Confcommercio dunque mi pare che ormai non non sfugga più ad alcuno che è necessario un un patto tra tra banche e imprese per per rilanciare in qualche modo
Il tema il tema del credito ci sono state polemiche ci stanno pure insomma non normale dialettica democratica democratica non si tratta di trovare colpe e responsabilità però insomma anche come emergeva dei dati
Ieri Banca Italia c'è un problema credito si tratta di affrontare problemi
Molto seri che sono sul tappeto è inutile illudersi non si risolveranno da soli il credito al sistema produttivo e scarso e decrescente
E francamente illudersi di ritrovare una una strada per la crescita adeguata alle legittime aspirazioni dei cittadini e dei lavoratori delle imprese italiane
E senza credito impossibile e vuol vorrebbe dire avere una visione medievale del sistema economico
Nel senso che se si prescinde dal credito bisogna approvare a ritornare al baratto io qui propongo un paio di riflessioni che riguardano la rilevanza del sistema
Bancarie dei costi del sistema bancario per famiglie e imprese per poi chiudere sul tema del credit crunch
Questo tema del credit crunch era è un tema cruciale ma trattato molto confusamente non si tratta semplicemente di dire il credito si riduce ma bisogna capire perché si riduce perché il credito si può ridurre
Per una questione di imprese che ne chiedono meno oppure per una questione che riguarda il fatto che le banche ne danno di meno o più verosimilmente per entrambi i temi cerchiamo di fare un po'di analisi
Perché se no si va avanti solo su su affermazioni molto confuse
Partirei dalle famiglie
La spesa per servizi finanziari da parte delle sole famiglie ammonta a circa ventitré miliardi
Complessivamente dentro questi servizi finanziari c'è di tutto anche diciamo la gestione dell'intermediazione quando le famiglie chiedono chiedono credito
Ventidue virgola sei miliardi vogliono dire mal contati novecento euro l'anno per ciascuna dei delle venticinque venticinque milioni di famiglie italiane il che
Fornisce già una dimensione della rilevanza del problema
Se consideriamo poi di togliere tutto quanto e costo per avere credito da parte delle fra le e ci concentriamo esclusivamente sulla gestione di servizi finanziari della famiglia che non chiede credito semplicemente si fa amministrare
In qualche misura i soldi bella spezza per famiglia
Scende a duecentoquarantacinque euro il che rimane un una una cifra notevole perché qui stiamo parlando solo di puri servizi finanziari
Pensate che per la sola gestione delle carte di pagamento le famiglie italiane spendono più di un miliardo di euro l'anno cioè quaranta euro a testa
è un dato
In crescita
Che ha una sua rilevanza perché quando il Governo per nobili scopi indica vincoli crescenti sulla gestione del contante per famiglie e imprese
Implicitamente
Ripeto per nobili scopi
Tende ad ampliare la torta che finisce alle banche interni di remunerazione dei servizi finanziari ed è una torta che comincia da un miliardo questo ci servirà dopo per fare qualche
Riflessione su come vanno andrebbero gestiti i tavoli tra le parti sociali gli associati e l'Associazione bancaria
Se guardiamo un po'i confronti internazionali
In termini diciamo di effettivo utilizzo dei servizi finanziari la Germania cresce la Francia cresce l'Italia
Cresce molto molto modestamente ma a differenza della Francia che grazie a un processo di liberalizzazione efficace a una riduzione dei costi
In Italia gli euro pro capite spesi per servizi finanziari complessivi passano negli ultimi dieci anni di attività trecentocinquantaquattro euro
A trecento settantuno euro il che e una prova indiretta del della fondatezza delle preoccupazioni che la stessa Autorità antitrust ancora marzo del due mila undici
Manifestava nei confronti del sistema bancario che va liberalizzato
In maniera più efficace e più pervasiva guardate questi numeri questi riguardano
L'indice dei prezzi al consumo calcolato dall'Istat anti interni di variazione di lungo termine quindi senza soffermarci su questioni di dettaglio altrettanto parliamo di undici anni e vedete che i servizi finanziari
Propriamente detti quindi al netto della gestione delle passività delle famiglie hanno un prezzo che è cresciuto del cinquantasette per cento cioè il doppio del totale consumi è una volta e mezzo rispetto al totale bende forse questo
Dovrebbe farci riflettere sul fatto che al di là di ogni intento polemico che noi non abbiamo assolutamente probabilmente oltre la diciamo quotidiana liberalizzazione del commercio forse bisogna incidere anche
Su altri servizi che abbiamo visto essere
Piuttosto rilevanti per il sistema
Economico nel complesso guardiamo le imprese le imprese spendono che qui fin qui abbiamo ragionato di famiglia guardiamo
Le le imprese le imprese spendono cinquantadue miliardi per servizi finanziari e servizi assicurativi perché non c'è il dato distinto
Quindi sommati a quel ventidue miliardi abbiamo che il sistema bancario supera i settanta miliardi di introito questi due settori
E solo per la gestione delle carte di pagamento cioè per l'accettazione di strumenti elettronici di pagamento le imprese spendono uno virgola quarantuno miliardi all'anno e questi sono introiti per le banche e per i sistemi di quindi sistemi finanziari
Ora sommati a quell'altro miliardo da parte delle famiglie ne abbiamo che per la gestione delle del di pagamenti
Elettronici il sistema paga il sistema bancario due virgola cinque miliardi di euro poiché però le banche hanno sempre detto sette sostenuto che per loro la gestione
Dei dei contanti è un costo pensate alla sicurezza e la logistica della gestione del contante
Come dire a qualcuno potrebbe anche dire forse le banche dovrebbero pagare le famiglie le imprese per la per l'utilizzo di strumenti pagamento visto visto che loro risparmiano non è così
Invece e il sistema spende due virgola cinque miliardi ne teniamo conto di questi numeri quando
Faremo una riflessione su come bisognerebbe gestire i tavoli non c'è un tetto un altro un altro numero che mi ha stupito non non lo voglio approfondire troppo
Tra il due mila tre tre due mila undici del due mila sette se confrontiamo questi due anni di diciamo il due mila sette l'anno prima della crisi dei mille undici l'anno
Dopo tra virgolette la grande recessione vedete che il totale dell'economia ha prodotto lo zero cinque per cento in meno queste risultato lordo di gestione non c'è diciamo la creazione di ricchezza di fattori della produzione del sistema
Le imprese non finanziarie cioè le imprese della produzione hanno perso il nove per cento le banche
Hanno guadagnato quasi l'undici per cento il risultato lordo di gestione è cresciuto dell'undici per cento come dire che si le banche stanno messe male però forse non esattamente come il resto dell'economia come comuni mortali come lavoratori cittadini
Le imprese del commercio e della produzione qualche differenza su questo questi numeri c'era forniscono dopodiché queste sono le premesse il
La questione rilevante vediamo il tema del credit crunch ora sul pervicace ci sono
Tra diverse polemico dentro ci stanno pure nel senso che
Le imprese dicono ci date soldi le banche dicono Vanoli chiedete per questo si restringe il credito allora cerchiamo di affrontare una limpidamente questo aspetto perché ogni volta sia sui giornali che anche su certa stampa tecnica
I due aspetti di domande di offerta non vengono trattati allora noi abbiamo un'indagine che facciamo trimestralmente dal due mila nove quindi attenzione c'è una differenza tra
Le ricerche e le incursioni
Questa è una ricerca ogni numero indica un Flight una una Sarmi presso
Le imprese e quindi vedete che abbiamo Ceresini Loriga piuttosto lunga non è una cosa che facciamo una volta tanto per sparare un numero
Questa è la percentuale del nostro serbatoio sul credito Confcommercio è la percentuale di imprese del terziario di mercato quindi sostanzialmente larga parte delle imprese cerchiati ingiuste non cambia niente che ha chiesto credito alle banche nel trimestre
E vedete che
Siamo ai minimi storici c'è soltanto il quindici per cento delle imprese ha chiesto credito
Qui vi leggo una battuta del Cerra che non c'entra niente con Confcommercio istituto di ricerca molto importante istituzione degli impieghi amento di sofferenza eccetera eccetera questo emerge dagli ultimi dati di Banca d'Italia questi dati
Confermano la situazione di grave difficoltà in cui si trova l'economia italiana
è non paiono compatibili con le attese e governative di una prossima ripresa dei livelli di attività produttiva questo per dire che quando le diciamo che e la domanda delle imprese è ai minimi storici e quindi questo non ci fa vedere sta luce in fondo al tunnel non siamo esattamente soli non vogliamo fare polemica ci sono anche il altri istituti che leggono i dati come noi ritorno al problema del credit crunch crunch vedete questo è
è un fatto di domanda quindi non ha a che fare con credit crunch sono le imprese
Che non chiedono quattrini che chiedono meno quattrini alle banche perché le prospettive dell'economia sono sono peggiori perché i le prospettive di profitto sono peggiori e quindi chiede una percentuale
La percentuale imprese che chiede si riduce ma
Se su questa percentuale che si riduce
Andiamo a calcolare la percentuale di imprese che hanno piena soddisfazione sulle loro richieste
Qui non stiamo più trattando di credit crunch questi Aquino stiamo più dicendo e la domanda che ha dei problemi sono le imprese che non chiedono qui effettivamente sono le banche che non danno non solo voglio farvi riflettere su questo le imprese percepiscono di avere difficoltà gravi percepiscono che le condizioni di credito peggiorano e quindi come dire si Noto selezionati ci pensano due volte gli imprenditori prima di andare in banca a chiedere i soldi quindi la percentuale di imprese che che chiede
Dovrebbe essere la percentuale delle imprese migliori di quelle che già hanno fatto l'auto speculativi o all'esame di coscienza e dicono ben noi possiamo andare in banca a chiedere i soldi
Perché abbiamo tutti i conti in regola mentre quelle che non hanno tutti i conti in regola non lo chiedono questo questa linea decrescente ce la percentuale imprese accolte quindi e un puro indice
Di di restrizione del credito questi indici non dipende appunto dalla domanda sono proprio le banche che erroneamente quotano troppo il rischio di credito e vedete che anche in questo caso drammaticamente siamo ai minimi storici
Ora per vedere se questo è un dato
Diciamo così che deriva semplicemente da una percezione oppure è un dato solido io ho fatto semplicemente una cosa mi sono mi sono posto questa domanda
Nel complesso al di là di chi chiede di chi non chiede quante sono le imprese che qual è la percentuale di imprese che chiede credito in totale in totale
E che lo ottiene ce l'ho fatto il prodotto tra quelle che chiedono e quelle che lo tengono e vedete ci e qui viene fuori questa linea rossa
E anche in questo caso ovviamente siamo i minimi pensate questo che nel secondo trimestre del due mila nove il ventidue per cento delle imprese otteneva credito
Il ventidue per cento oggi soltanto il cinque per cento delle imprese nel trimestre ottiene credito
Io posso capire che e c'è un errore statistico ci può essere qualche difetto nella percezione
Ovviamente un qualche errore c'è ma qui parliamo di una serie storica
Troppo fortemente decrescente per non fornire un'indicazione abbastanza sicure e comunque mi sono voluto togliere la
La curiosità lo sfizio di correlare il nostro indicatori di percentuale di imprese che ha complessivamente ottenuto credito con gli investimenti in ali dell'Istat cioè una fonte diversa ufficiale e quindi ho messo il livello un indice del livello degli investimenti e vedete che la correlazione
Tra il crollo
Delle imprese che attengono credito il crollo degli investimenti è una correlazione fortissima quindi è difficile dire questi sono due fantasie su fantasie di Confcommercio
Le cose stanno così e c'è poco da fare senza un Paese che non investe
è un Paese non può tornare a crescere quindi o si investe la la linea rossa in qualche modo oppure molto difficile che si investe che si inverte la linea nera e quindi sarà molto molto difficile anzi sostanzialmente impossibile
Che si inverte il trend dell'economia cosa fare
è inutile illudersi la la soluzione a questi problemi ho finito l'ultima chance
La soluzione a questi problemi può venire soltanto dalle riforme strutturali che da un ritorno alla crescita ma
Nel frattempo
Si possono fare delle cose rilevanti che migliorano la situazione delle imprese e qualche esempio positivo di cooperazione per esempio c'è già un accordo abbia associazioni imprenditoriali sulla moratoria dei debiti
Ha funzionato abbiamo avuto duecentosessanta mila imprese che hanno aderito e trentadue mila imprese che hanno aderito già nella prima parte del due mila dodici sono piccolino sono piccole cose ma non sono irrilevanti cioè
Noi dobbiamo tentare di
Fare qualcosa aspettando che ma non possiamo essere completamente inerti quindi
è anche necessario prorogare questo quest'questa moratoria sui debiti delle PMI ma è necessario anche dare nuova attivazione dare un nuovo impulso al tavolo
Presso il Ministero dell'economia sulle Commissioni per le carte di credito e vedete qui torna rilevante dei numeri però relative non è detto prima
Io il tavolo lo vedo così ognuno deve dire con trasparenza
Quanto pensa di guadagnare o quanto pensa di perdere dalla variazione della legislazione
Quindi quei due virgola cinque miliardi del sistema paga al anche il sistema economico paga il sistema bancaria devono essere messi sul tavolo per dire diventeranno tre bene facciamo in modo di ridurre le Commissioni
In maniera tale che questi cinquecento milioni in più non vadano ancora al sistema bancario ma possono essere restituite consumatori per questo c'è bisogno di un'operazione di tre
Il segnale portali sui numeri magari i nostri saranno leggermente sbagliati la vi dirà quali sono quelli giusti però in maniera trasparente le cose si possono fare
Tra l'altro e chiudo la moral suasion da parte delle istituzioni verso il sistema bancario e utile ricordiamoci il problema dell'Antitrust ci sono dei difetti il sistema bancario
Deve accettarli come prima come fanno fanno tutti i settori
Probabilmente questa strada la moral suasion non è del tutto chiaro chiara alcuni opinion leaders secondo me qui lo Stato deve metterci la faccia grazie
Prima di dare la parola Galimberti solo fare una sintesi di quello che ha detto cioè i numeri inediti che abbiamo dato oggi dimostrano in maniera inequivocabile che a fronte di un
Di dell'aumento della della monetica a fronte di esigenze diverse e più stringenti da parte delle imprese delle famiglie il sistema bancario non solo non ha diminuito i costi ma a ha chiuso i rubinetti e questo è
Argomentato in maniera inequivocabile con con dati quindi questa è la dimostrazione ma oggi c'è lo spiegheremo che questo è un elemento di grande sofferenza per il nostro sistema delle imprese prego Paolo Garimberti presidente dei giovani
Grazie buongiorno e benvenuti anche da parte mia come
De Luca diceva che la quinta edizione del Forum dei giovani imprenditori e quest'anno stante il contesto economico che che viviamo l'abbiamo voluto proprio chiamare il futuro dopo che la crisi
Il futuro dopo la crisi può essere inteso sotto due punti di vista quello più ottimista che quello a noi più vicino e che ci fa vedere comunque
Che dopo questo momento terribile ci sarà la possibilità di avere un futuro
Però bisogna avere anche quell'approccio pragmatico che da imprenditori non affossiamo dimenticare
E nell'approccio pragmatico io non voglio citare tanti numeri e tanti dati che voi conoscete bene però alcuni li devo utilizzare senza dubbio
Per andare proprio a a a contestualizzare il fatto che siamo in un periodo di recessione piena
Siamo in un periodo di recessione piena perché perché il prodotto interno lordo per il due mila e dodici è previsto in negativo
Di un due virgola tre per cento i consumi sono previsti in negativo di un tre virgola tre per cento gli investimenti sono previsti in negativo di un nove virgola due per cento
L'occupazione prevede di perdere e trecentodieci mila persone i a disoccupazione Saliera a oltre all'undici per cento
Se questi sono i dati del duemila e tredici per cui tutti i dati fortemente negativi
Dobbiamo anche pensare che il due mila e quattordici non ci riserverà sicuramente
Un cambiamento di tendenza ci sono varie fonti che ormai hanno dato i dati previsionali del prossimo anno ma tutte bene o male magari discostandosi qualche decimo di qualche centesimo
Sono tutti focalizzati su un due mila e tredici altrettanto difficile
E un bagliore di positività e la si vede verso la fine del prossimo anno ma poi sappiamo bene che quando si fanno previsioni a media a lunga scadenza
Diventa poi difficile riuscire a trovarne magari anche e a conferma
E il Governo che cosa ha fatto ma il Governo ha fatto senza dubbio molto bene
Nei alla sua prima fase a mantenere i conti pubblici in ordine cioè questa politica degli rigore era una politica assoluto talmente necessaria indi ed indispensabile per il nostro Paese perché è un Paese non lo si può costruire non può costruire il proprio futuro sulla debito
E la legge di stabilità ci dice che nega due mila e tredici dovremmo con tutti i sacrifici che stiamo sopportando riuscire ad ottenere il pareggio di bilancio
Però dopo questa prima fase di rigore
è necessaria una seconda fase sia abbia ER stessa forza se non una forza maggiore e deve essere una seconda fase tutta volta AIA crescita
Ma deve essere una fase volta alla crescita di sostanza per cui dai e poi dobbiamo passare ai fatti perché come diceva Mariano Beha nel suo specie
Noi fatichiamo a vedere questa luce in fondo AIA alcune
E secondo noi perché ricevere bisogna fare due cose
Innanzitutto bisogna sostenere i consumi e poi bisogna
Sostenere idee impresa
Bisogna sostenere i consumi perché i consumi rappresentano l'ottanta per cento del nostro prodotto interno lordo
E i consumi in virtù di questo periodo di recessione
è sono i consumi poche attinte che secondo me sono ancor più importanti perché danno il sentimento un po'anche del vissuto de de de di ogni singolo cittadino
I consumi pro capite hanno fatto un balzo indietro di quindici anni per effetto della crisi abbiamo perso quindici anni di crescita quindici anni di benessere
E se dobbiamo sostenere i consumi di certo è facile dedurre
Che Ian manovra che sta portando ai aumento di un altro punto dell'IVA
Che di conseguenza porta ai aumento dei prezzi non può che essere in controtendenza rispetto alle esigenze del Paese
Il Paese ha bisogno di sostenere i consumi con l'aumento dell'IVA si va verso gli ha detto pressione dei consumi
E francamente hanno e non piace neanche questo baratto verrà IVA e IRPEF
Non ci piace il baratto tra IVA IRPEF perché è perché
è iniquo perché va a penalizzare
Le fasce più deboli della popolazione voi sapete che sono circa dieci milioni gli italiani
Che non entrano neanche nega prima fascia di applicazione
Degli per far e invece
Tutti perché ricordo che il ventuno per cento di IVA che dovrebbe passare al ventidue
Lo si applica sui beni di largo consumo non lo si applica sui beni di lusso ma si applica sul consumi tutte le famiglie che tutte le famiglie fanno
Dicevo prima che la seconda direttrice il sostegno dell'impresa
Il sostegno delle imprese bisogna perseguirlo per forza perché poi dall'impresa e chiede viene l'occupazione per cui che nasce la ricchezza del Paese ma che imprese sono
Fortemente penalizzate con una tassazione vera aperti pagare le imposte tutte Dei a cinquantacinque per cento
è difficile poter mantenere un'impresa e peraltro questa tassazione
Dal due mila sette a oggi
Non ha avuto quei a tendenza che tutti ci ha
Ci aspettiamo per cui di una diminuzione della pressione ma
Al contrario addirittura i a pressione fiscale a carico delle imprese è cresciuta di tre punti
E poi fatemelo dire perché fa parte del mio DNA né in cielo sento personalmente da imprenditore
Oltre a una questione quantitativa delle imposte c'è anche una questione qualitativa delle imposte per finché si parte degli anni di imposte sul reddito si può disquisire su quale sia i a percentuali che corretta da applicare all'impresa
Ma quando invece al contrario ci sono delle imposte che vengono pagate anche dalle imprese che sono in perdita
E che di e sono tante in questo periodo perché sono imposte che non vanno sul reddito e allora no
Io mi riferisco in maniera specifica a due imposte
E a prima limo primo una
Patrimoniale e sui beni strumentali e come se dovessimo fare un'imposta per il possesso di un computer o per
Il possesso di un telefonino all'interno di un'azienda perché l'immobile per un'azienda un bene strumentale atto allo svolgimento della propria attività
E la seconda e l'Iraq per quegli atti io sono solito definire
E a tassa sulla crescita perché viene aumenta questo la tassa più gli imprenditori vogliono sviluppare aveva come impresa perché si applica su una base imponibile che sostanzialmente è data dal costo del lavoro
Più gli oneri finanziari e chi vuole
Far crescere la propria impresa assumessi indebita ecco che paga
Ancor più IRAP
Somma
Oltre al problema però degli e imposte c'è questo grandissimo al problema
Che ci ha portato a a focalizzare i fondi quest'anno che proprio il corto circuito PRA banche e burocrazia
Io tra banchieri burocrazia
Non mi dilungherò più di tanto perché i due presentazioni
Sia di De Luca che di BEA vi hanno già dato tutti i dati che noi abbiamo potuto
Mettere nel nostro il Libro bianco abbiamo già fatto queste considerazioni però da proprio dalle presentazioni di dei lucchetti belli a che cosa ne viene fuori
Ne viene fuori che l'impresa è un po'come un automobile che deve in sì aree una competizione deve iniziare una gara ma mentre tutti gli altri possono occorrere
E a nostra automobile ha il freno a mano tirato e il motore depotenziato
Perché non v'è dubbio che venga data vengano date meno risorse meno credito ai inglese ce lo dice
Anche banche italiane che dà il novembre dello scorso anno al giugno di quest'anno i crediti delle concessi alle imprese sono diminuiti di trentadue miliardi è un dato oggettivo
E peraltro voi a stessa Banca d'Italia dice che nel mese di agosto di quest'anno si è potuto registrare il dato peggiore nella concessione del credito all'impresa
Ma ce lo dice anche la BCE che non viene dato credito all'impresa che ha BCE che ha fatto vedere alle banche italiane duecento miliardi finanziati ha il costo dell'uno per
Cento questi miglia questi duecento miliardi avrebbero dovuto seguire una direzione cioè quella di andare a finanziare che impresa e al contrario invece
La stessa BCE ci dice che sono stati usati per cento sessantasei miliardi dalle banche
Per comprare pittori Delia debito pubblico per cui non sono andati non sono andati all'impresa
E la Banca mondiale ci dice
Che
Italia ai accento quattro mesi IMO posto terra aria facilità delle imprese ad accedere al credito
Ma oltre a non avere credito quelle poche imprese che riescono in realtà davvero e credito io pagano molto più chiaro rispetto ai nostri
Colleghi cugini europei via infetto dello spread di questo momento dello spread
Empolese è costato cinque miliardi di euro per cui un ulteriore balzello che i è stato ammesso in capo a delle imprese che già sono stressate da una competizione difficile
Competizione difficile che viene
Ancor più aggravata dalla burocrazia che è veramente farraginosa lo abbiamo visto dalle presentazioni una burocrazia farraginosa che sottrae tempo ai la gestione dell'impresa
E che costa deviare isolanti ai imprese spesso ecco noi nel nostro il Libro bianco abbiamo voluto dare una fotografia tinte chiare di quella che è
La situazione italiana è la situazione del Paese che la situazione di quell'Italia produttiva che si
Sostiene la nostra economia ma qualità agli a produttiva che fatica ad auto sostenersi
Perché perché
C'è un dato che io ho analizzato con grande attenzione che vorrei portare anche alla vostra attenzione che quello di molte imprese
Movente Palese ci dice che negli ultimi diciotto mesi
Badate bene hanno chiuso in Italia
Seicento trenta cinque mila imprese
è vero una parte hanno anche aperto per cui il saldo fa registrare un un la differenza fa registrare un saldo negativo di venti mila
Ma io voglio concentrarmi su quelle che hanno chiuso su queste seicentotrentacinque mila perché se ci fosse stato
Un contesto più favorevole allo sviluppo delle imprese magari molte di queste non avrebbero chiuso
E seicentotrentacinque mila impresa significa che hanno chiuso una impresa ogni minuto negli ultimi diciotto mesi della storia del nostro Paese
E se le imprese chiudono
Con così grande come in così grande quantità i giovani i giovani soffrono ancora di più perché soffrono ancora di più
Io non credo perché questi e giovani possano che non credo che questi giovani possano meritarsi quegli appelli attivi
Che abbiamo sentito anche ultimamente io credo che i giovani dia noia luogo di mi invita per entrare nel mondo del lavoro
è proprio di oggi lo leggevo questa mattina su un quotidiano che i giovani
Da una ricerca dei Giovani Editori è emerso che il sessanta per cento dei giovani sono dice
Vedi a fare un qualsiasi di lavoro pur di entrare
Nel mondo di Daina poco ma io ora bisogna dare a questi giovani rapporto
Si invita di entrare nel lavoro e bisogna dare loro la possibilità di entrare daccapo nel mondo arabo anche come
Imprenditori
Mi accingo mi accingo a chiudere dicendo che
Ahimè un altro dato
Atti un altro dato abbastanza preoccupante e che questi giovani però faticano ad entrare nel mondo del lavoro pensate che
Negli ultimi cinque anni
Via disoccupazione giovani che e ce lo dice l'Istat dai quindici ai ventiquattro anni è aumentata di un milione trecento mila
Per sonetti un milione trecento mila persone significa che negli ultimi cinque anni c'è stato un disoccupato giovani in più ogni due minuti
Ecco
Io credo che un contesto più favorevole un sostegno ai consumi e un rilancio dell'impresa con anche un progetto di start up possa dare ai giovani una speranza di avere un
Futuro migliore rispetto a quello che hanno i loro genitori visto che questa sarà via prima generazione di giovani che purtroppo non potrà neanche sperare in questo futuro migliore grazie
Se
C'è
C'è qualche domanda qualche chiarimento
Secondo nuovi in palese
E cito anche la fonte lì e impresa e che hanno chiuso negli ultimi diciotto mesi sono seicentotrentacinque mila tengo a sottolineare perché l'ho detto prima
Quelle che hanno chiuso sono seicentotrentacinque mila
Poi ci sono quei e che hanno aperto per cui il saldo tra aperture e chiusure
Fa meno venti
Però io mi concentro su quelle che hanno chiuso perché con un contesto più favorevole avrebbero magari potuto sopravvivere
Questo è il totale delle impresa ed era nel secondo questa fonte Bennet ripartito sulla
Totali e delle imprese di tutti i settori merceologici non c'era una ripartizione di far
L'ente rispetto a una settore di provenienza
Altre domande dovrebbero essere moglie essa come si potrà come si dice dovrebbero essere circa quattrocento mila quelle
Che fanno parte del mondo dei del commercio dei servizi
Ok grazie a tutti grazie
Va bene quindici minuti
Allora capire laddove
Libera
Facciamo ingenuità