"Arringhe al popolo di Roma (maggio 1915)" di Gabiele D'Annunzio

Beh
Ma in persona nei cerchi o delle tue sette infine le discordi Miriadi umane troveranno ancora l'ampia e sublime comunità baray con il nono pane dicendo la nuova parola arringa il popolo di Roma calcato nelle vie e acqua amante
La sera del dodici maggio mille novecento quindi
Romani
Italiani
Fratelli di fede ed ansia
Amici miei nuovi e compagni miei d'un tempo
No Name
Questo salute ed ardente gentilezza di generoso riconoscimento
Non a me
Che ritorno voi salutate io lo so
Ma lo spirito che mi conduce ma l'amore che mi possiede
Ma l'idea che io servo
Il vostro grido mi sorpassa
Va più oltre
Va più alto
Io vi porto il messaggio di Quarto
Che non è se non un messaggio romano
Alla Roma di villa Spada e del Vascello
Dalle Mura Aureliane stasera la luce non se partita non si parte il chiarore indugia a San Pancrazio ore sessantasei anni
Contrapponiamo la gloria allontana in questo giorno il duce di uomini Garibaldi riconduceva la Palestrina in Roma la sua regione predestinata I miracoli di giugno
Cecchi mette
Cinquant'anni
A morire nel suo letto
C'è chi mette cinquant'anni
A compire nel suo letto il suo disfacimento e possibile e noi ci lasciamo imporre dagli stranieri
Diventerò e di fuori
Dai nemici
Domestici e interruzioni questo genere di morte
Alla nazione che ieri
Con un fremito di Potenza sollevò sopra il suo mare il simulacro del suo più fiera unito la statua della sua volontà vera
Che i volontari umana e possibile questo o cittadini
Come ieri l'orgoglio d'Italia era tutto volto a Roma
Così oggi a Roma rivolta l'angoscia d'Italia
Che da tre giorni
Non sarà che orrore
Di tradimento
Ricominciano a soffocare
No noi consigliamo no noi non vogliamo essere un museo un albergo
Una rilegge natura
Un orizzonte ridipinta alcol blu di Prussia per le lune di miele internazionali un mercato di lei Dosso dove si compra e si vende si froda e si darà sta
Il nostro genio
Ci chiama apporre la nostra impronta sulla materia
Rifusa e confusa del nuovo mondo
Ripassa
Nel nostro cioè lo quel soffio
Che spira delle terzine prodigiose in cui Dante rappresenta il volo dell'Aquila romana o cittadini il volo dell'Aquila poster
Che la forza e lo sdegno di Roma
Prove fino al fine i banchi dei barattieri e dei falsari
Che Roma ritrovi nel Foro l'ardimento Cesariano
Il dado detratto
Gettato il dado sulla Rossa tavola della terra
L'Italia salma se non per la parata burlesca ma per il combattimento severo
Ode da troppo tempo Hillary mio di Chilla giù oggi soffre la fame del corpo la fame dell'anima lo stupro obbrobrioso tutti gli strati
Calpesta dal barbaro atroce o madre che dormi di chi ama una figlia che gronda di sangue
Ora i cinquanta dai cinque anni in questa stessa sera
In questo ora spessa
Il mille sa addormentavano per risvegliarsi all'alba
E per andare avanti Sempre Avanti non contro il destino ma verso il destino che i puri occhi loro faceva con la luce una sola bellezza
Si risvegli Roma domani nel sole della sua necessità
Getti il brivido del suo diritto il grido della sua giustizia il grido della sua rivendicazione che tutta la terra appende collegata contro le barbarie
Dove la vittoria
Chiedeva il poeta giovinetto
Ma belli caduto sotto le vostre mura mentre anela Ava di poter morire sull'Alpe orientale in faccia all'austriaco
Oggi la vignetta di Roma
Crediti in ciò che egli credette credi soprattutto e sopra tutti contro tutto e contro tutti che veramente in Dio creò schiava di Roma la vittoria
Come Romano
Forti cose operare e partire
Così Romano vincere e vivere nella vita eterna della patria
Spazzate dunque spazzate
Spazzate tutte le loro dure
Ricacciato nella cloaca tutte le potrei Dini vive a Roma senza onta viva la grande che cura Italia
Ognuno arringa dal popolo di Roma in tumulto la sera del tredici maggio del mille novecentoquindici sono passati altri due giorni
Compagni compagni compagni non è più tempo di parlare
Ma di fare ma di fare
Non è più tempo di con Cioni ma di azioni e di azioni romane
Se considerato è come crimine link citare alla violenza i cittadini
Io mi manterrò di questo crimine io lo prenderò sopra nel solo se invece di allarmi
Io potessi armi gettare ai risoluti non esiterei
E mi parrebbe di averne primo alimento
Ogni eccesso della forza è lecito se vale a impedire che la patria si perda
Voi
Voi
Voi dovete impedire
E un pugno di ruffiani
E di frodatori riesca ad imbrattare e a perdere l'Italia
Tutte le azioni necessarie assolvere la legge di Roma
Ascoltate IMI
Intende e temi
Il tradimento oggi e manifesto
Non le respiriamo soltanto l'orribile odore
Non ne sentiamo
Soltanto tutto il peso obbrobrioso
Il tradimento si compie in Roma
Nella fitta dell'anima
Nella città di vita
Nella Roma vostra nella Roma vostra
Si tenta di strangolare la patria si tenta di strangolare la patria
Con un capestro russi hanno
Ma nel piatto da quelle vecchie o boia Lab
Le qui calcagna di fuggiasco sanno la via di Berlino
In Roma in Roma in Roma si compie l'assassinio
Se io sono il primo a gridarlo
E se io sono il solo
Di questo coraggio voi mi terrebbe conto domani ma non importa udite
Udite piuttosto scontate IMI
No non è da difendere la patria solo la
Quella e scienza spiritualità che di se ci infiamma e ci accrescere
Quella numerosa bellezza che dal silenzio dei nostri morti si narra attraverso la ve lo dirà dei nascituri ed è sul nostro capo il vero firmamento
Noi dobbiamo
Noi voi diamo
Difendere anche noi stessi sino gli stessi noi uomini di Carmen e dipende noi che pensiamo e lavoriamo
Noi e andiamo
Per la vasta per noi che siamo un agente fra le genti udite
Noi siamo sul punto di essere venduti come carne infetta
Sulla nostra dignità umana
Sulla dignità di ognuno sulla fronte di ognuno sulla mia sulla vostra su quella dei vostri figli su quella dei non nati
Stava minaccia di un marchio servile servile chiamarsi italiano saranno metà rossore
Sarà nome da nascondere nome d'averne bruciate le labbra intendete avete inteso questo vuol far Dinoi
Il Besta toreri Dronero intrugli osceno
Conto nel quale un gentiluomo di chiarissimo sangue Romano Onorato Caetani ore molta anni scoccò un epigramma crudele ma ligio spezza e profondità meravigliose da non ripetere
Da non ripetere
Per tema di offendere i bolognesi e due bestie innocenti
Q esto vuol fare
Dinoi quell'altro anzi mandante lecca povere
Disse UDC piedi prussiani
E abita qui presso
Contro il quale la lapidazione e la reazione
Subito deliberate e attuate sarebbero assai lieve castigo questo Dinoi può fare la loro seguace canaglia
Questo non faranno
Voi ve ne sia tema allevatori horror mani giurate Turate troviamo che non prevarranno il vostro sangue grida la vostra ribellione ruggisce
Finalmente voi vi ricordate della vostra origine
La storia vostra si fece forse nelle botteghe dei rigattieri
O dei centri fargli ogni
Lei bilance della vostra giustizia crollavano forze dalla banda povera posto un tozzo dama giullare un osso da rompere
Il vostro Campidoglio era forse è un banco di Baratieri pericolo farvi
La gloria sa affaccendata e Chang ottava Davide Anduin viola
No no sì no Tozzi no Cenci no baratti no Buffett
Basta
Rovesciate i banchi spezzate le false bilance stanotte sul noi pesa il fatto romano stanotte su noi pesa la legge romana
Accettiamo il fatto accettiamo la legge
Imponiamo il fatto imponiamo la legge
Le nostre sorti non si misurano con la spanna del mercenario ma con la spada lunga
Però col bastone e col ceffone con la pedata e col pugno si misurano i mantengo e i Mezzani i lecca piatti e le calzante dell'ex cancelliere tedesco e sopra un colle qui ride fa il grosso Giove
Grasso Giove
Trasformandosi avvolta avvolta in due tenne erano ed in pioggia d'oro
Però desta serviva rane di bassa mano teme i colpi ha paura delle buste a spavento del castigo corporale io me li raccomando io me li raccomando vorrei poter dire io ve li consegno
I più maneschi Livori
Saranno della città e della salute pubblica bene me infissi Dini formate Linda appello formate l'in pattuglia civiche e fate la ronda
Ponetevi alla posta pigliarmi per catturarli non una folla urlante
Si apre una milizia vigilante questo richiedo questo è necessario se necessario che non sia consumato in Roma l'assassinio della patria voi messi a tema allenatori o romani viva a Roma
Attiva a Roma vendica per i
Va alla ringhiera del Campidoglio il
Diciassette di maggio mille novecento quindici
Romani
Romani voi ieri operista Air
Al mondo
Uno spettacolo sublime
Il vostro immenso ordinato corteo dava immagine delle antiche pompe e qui si formavano nel tempio del dio Massimo
Accompagnavano per il Clivo Capitolino alle statue insigni collocate sui carri ogni via dove tanta forza e tanta dignità passavano era una via Sacra
Era una via Sacra e voi accompagnavate eretta sul carro invisibile
La statua ideale della nostra grande madre
Fa
Benedette le madri romane
Benedette le madri domande
Che io vidi ieri nella professione dell'Offerta solenne
Portare sulle braccia i loro figli
Benedette
Le madri romane quelle che già mostravano sulle loro fronti il coraggio devoto la luce del sacrificio silenzioso
Il segno della dedizione ad un amore ancor più vasto ancor più vasto che l'amore materno
Fu veramente veramente fu una vigilia sublime con sublime spettacolo però la nostra vigilia non è finita
Non c'è siamo di vegliare romani non ci siamo di vegliare
Non ci lasciamo nei l'UDR nel sorprendere perché io vi dico che l'infestava andare non disarma no non disarma
Fra le tante vigliaccherie commesse da questa canaglia Gerrit pesca questa è la più Leida la denigrazione implacabile
Delle nostre armi
Della difesa nazionale
Fino al
Costoro
Hanno potuto impunemente
Seminare
La sfiducia il sospetto
Il disprezzo contro contro i nostri soldati
Contro i belli i buoni i forti i generosi gli impetuosi i nostri soldati contro il fiore del popolo contro i sicuri eroi di domani
L'altro ieri
L'altro ieri mentre uscivo
Dall'aver visitato il Presidente del Consiglio tuttavia in carica
è rimasto in carica per la fortuna nostra per la salute pubblica a scorno dell'Ursi e dei Bon Trulli
Quanta speranza quanto limpido en ardore io lessi negli occhi dei giovani soldati a guardia
Un giovane ufficiale
Imberbe gentile arbitro come doveva essere Goffredo Mameli
Sia Lanzo
E in silenzio
Quel giovine ufficiale
Mi offerse due fiori
E una foglia
Una foglia perde
Un fiore bianco
Un fiore rosso
Una foglia verde
Un signore bianco con un fiore rosso una foglia verde un fiore bianco un fiore rosso una foglia verde un fiore bianco un fiore rosso
Ma il gesto ebbe più grazia
Più di semplice grandezza
Il cuore mi balzo di gioia e di gratitudine
Io osserverà quei fiori
Come il più prezioso dei pegni
Li serve però per me
E per voi
Per la polizia e per il Popolo d'Italia verrebbe bianco rosso
Triplice splendore
Della primavera nostra
Date tutte le bandiere al vento
Agita pelle
E mi ridate
Viva le serre citato
Viva l'esercito della più grande Italia
Viva l'esercito
Della liberazione
In questura
Cinquantacinque anni fa in mille si partivano da Calatafimi
Espugnata per nata nei tempi dei tempi con loro sangue che oggi ribolle come quello dei proprio martiri si partivano Ebridi bella morte verso Palermo diceva l'ordine del giorno
Letto alle compagnie garibaldine prima della marcia soldati della libertà italiana con compagni come voi
Con compagni come voi io posso tentare ogni cosa
Con i miei compagni ammirabili ogni buon cittadino oggi un soldato della libertà italiana e con voi e per voi abbiamo vinto con voi e per voi abbiamo sgominato i traditori udite pulite
Utente
Sì
Sì
E Sonata
Nell'altissimo cello
Nel cielo che pende
O Roma anni
Sul vostro Pantheon
Che sta o romani
Su questo eterno Campidoglio sì e Sonata apri alle nostre virtù le porte dei domini futuri
Gli cantò un poeta italiano
Quando egli assunto dalla morte
Corre nel mare questo gli grida oggi non il poeta solitario non il poeta solitario nomi corretta
Ma l'intero popolo consapevole e pronto
Romani italiani spieghiamo tutte le nostre bandiere vendiamo in fede
Attendiamo in fermezza cui ove la plebe tenne i suoi concili nell'area
Dove ogni ampliamento dell'impero
Ebbe la sua consacrazione ufficiale dove Ottaviano Augusto trionfante confermò la sommessi onde di tutto il bacino mediterraneo a Roma
Da questa metta ad ogni trionfo offriamo noi stessi alla patria celebriamo densa fittizio volontario gridiamo
Prendendo il presagio e l'augurio
Viva la nostra guerra
Viva Roma
Viva l'Italia
Viva l'esercito
Viva l'armata navale
Viva il re
Gioia e vittoria
Sonate le campane
Sonate le campane a stormo
Oggi il Campidoglio il mostro
Come quando il popolo se ne fece padrone
Ora e otto secoli visti i cui il suo parlamento o romani
Questo il vero Parlamento questo è il vero Parlamento
Cui oggi si delibera
E si bandisce
La guerra
Sono nate le campane Sonate le campane Sonate Sonate le campane
Bonus
Romani
Italiani
Fratelli di fede
E di ansia
Amici miei nuovi e compagni miei di un tempo
Non anni non a me
Questo salutò perdente gentilezza di generoso riconoscimento
Non Anne Heche ritorno voi salutate
Io lo so
Voi salutate lo spirito che mi conduce
Ma voi salutate l'amore che mi possiede
Ma voi salutate l'idea che io osservo
Il nostro grido mi sorpassa
Va più oltre
Va più alto
Io
Diporto
Il messaggio
Di Quarto
Dell'impresa remota dei mille
Che non è se non un messaggio romano
Alla Roma di villa Spada
Alla Roma del Vascello
No
No
No noi non siamo
Noi non vogliamo essere un museo
Un albergo
Una villeggiatura
Un orizzonte ridipinto col blu di Prussia per lunedì miele internazionali
Un mercato diletto osso ove si compra e si vende
Sì froda
E si baratta
Il nostro genio
Il nostro genio
Il nostro genio ci chiama apporre la nostra impronta sulla materia rifusa e confusa
Di questo nuovo mondo ripassa nel nostro cielo
Quel soffio
Che ispira
Nelle terzine prodigiose
In cui Dante
Rappresenta il volo dell'aquila romana
O cittadini il volo dell'aquila vostra
Che la forza e lo sdegno di Roma rovesci no al fine i banchi dei barattieri e dei falsari
Che Roma ritrovi nel Foro l'ardimento Cesariano
Il dado e tratto
Gettato e il dado sulla Rossa a tavola dell'appello
L'Italia
Si arma
L'Italia si arma
E non per la parata burlesca
Ma per il combattimento il combattimento astro il combattimento severo
Ode l'Italia da troppo tempo
Hill anni no Bikila giù oggi soffre la fame del corpo la fama dell'animo lo stupro obbrobrioso tutti gli stravizi
Al testa dal barbaro a parolacce o madre che dormi ti chiama una figlia grondanti sangue
Si risvegli Roma
E getti
Domani nel sole della sua necessità il grido del suo diritto il brivido della giustizia
Il grido
Della sua rivendicazione
Quel grido che tutta la terra attende collegata contro le barbarie
Dov'è la vittoria
Va be'la vittoria
Va be'la vittoria
Chiedeva
Il poeta giovinetto
Ma negli
Caduto sotto le vostre Mura
Mentre anelata
Di poter morire sull'Alpe orientale in faccia all'austriaco
Poggio di Nizza oggi o di Nizza di Roma
Credi in ciò che credette
Credi soprattutto e sopra tutti contro tutto e contro tutti
Che veramente veramente Iddio
Creo schiava di Roma la vittoria
Come romano
Forti cose operare e partire
Così e Romano
Vincere e vivere nella vita eterna della patria
Spazzate spazzate dunque
Spazzate tutte le loro dure
Ricacciato e nella cloaca tutte le potrei Dini
Piva viva a Roma senza onta
Viva la grande e pura
Italia
Due giorni dopo due giorni dopo
Compagni
Compagni
Compagni
Non è più tempo di parlare
Ma di fare
Non è più tempo di con Cioni
Ma di azioni
E di azioni
Romani
Se
Considerato è come crimine
Link citare alla violenza ai cittadini io mi vanto però di questo crimine
Io lo prenderò sopra me solo
Se
Se invece
Di allarmi
Io potessi andarmi
Ha armi
Gettare ai risoluti non esiterei
Né mi parrebbe di averne rimorchi ardimento
Ogni eccesso della forza
è lecito
Se
Vale ad impedire che la patria si perda
Voi
Voi
Dovete impedire
Che è un pugno di ruffiani e di ferro d'attori
Riesca ad imbrattare e a perdere
In Italia
Tutte Puppelé pompe le a zioni necessarie assolve la legge di Roma
Ascolta
Intende temi di
Il tradimento
E oggi manifesto
Non era ispiriamo soltanto l'orribile
L'odore
Ma ne sentiamo già tutto il pezzo obbligo aprire adesso
Il tradimento si compie in Roma
Nella città dell'anima
Nella città dell'anima
Nella città di vita
Nella Roma vostra
Si tenta
Di strangolare la patria
Con un capestro proustiano maneggiato da quel vecchio boia la Braone le qui calcagna di fuggiasco sanno la via di Berlino Indro si compie l'assassinio
E se io
Sono il primo a gridarlo
E se io sono il solo
Di questo coraggio
Voi mi tenete conto domani
Ma non me ne importa non me ne importa udite
Ascoltatemi
Questo mi importa
Non è da difendere la patria sola
Quella in scienza spiritualità
Che disse Cinzia ama e ci ha cresce
Quella numerosa bellezza
Che dal silenzio dei nostri morti Siddharta verso la melodia dei nascituri
Ed è sul nostro capo il vero firmamento
Noi dobbiamo noi vogliamo difendere anche noi stessi noi stessi
Noi uomini di carne e di pena
Noi che pensiamo e lavoriamo non voi che andiamo per la vasta terra noi che siamo gente tra le genti
Udite pulite di
Noi siamo sul punto
Per essere venduti come una egregia infetta
Sulla nostra dignità umana sulla dignità di ognuno
Sulla fronte di ognuno sulla mia sulla vostra su quella dei vostri figli
Su quella dei non nati
Sta alla minaccia di un marchio servile
Chiamarsi italiano
Chiamarsi italiano sarà
Nome da rossore
Chiamarsi italiano sarà nome da nascondere
Nome da averne bruciate le labbra
Intendete avete inteso
Questo vuol fare Dinoi innestato ore di Dronero
In teoria osceno
Questo vuol fare Dinoi quell'altro ansimante leccato vere di sudici piedi prussiani che abita qui presso
Contro il quale
La lapidazione e la reazione subito deliberate e attuate
Sarebbero assai lieve castigo assai subito la lapidazione la razione assai lieve casti
Questo vuol fare di noi
La loro seguace canaglia ma questo non faranno
Voi ve ne state mallevadori o romani Giuliano giurate che non prevarranno il vostro sangue grida la vostra ribellione Rogge
Finalmente voi vi ricordate ve la vostra origine la storia vostra si fece forse nelle botteghe dei rigattieri ed è cioè inferiori
Le bilance della vostra giustizia
Provavano forse dalla banda over a posto un tozzo da macellare un osso da Rovereto
Il vostro al Campidoglio il vostro Campidoglio era forse un banco di Baratieri eritreo sardi eviterà offerti
La gloria Visa affaccendata e Chang ottava Davide violata
Non assi non ossi non Tozzi non Cenci non baratti non truffe basta rovesciate i banchi spezzate le false Bilancia stanotte sul noi pensa il fatto romano
Stanotte sul noi pensa la legge romana
Accettiamo il fatto
Accettiamo la legge
Imponiamo il fatto
Imponiamo la legge
Le nostre sorti non si misurano con la spanna del mercenario
Ma con la spada con la spada lunga però col bastone ecco il ceffone Kakà crollate data ecco il pugno si misureranno i mantengo di e i Mezzani
I lecca piatti edile calzante dell'ex cancelliere tedesco che sopra un core le cui vite
Fa il grosso Giove
Il grosso a Giove trasformandosi avvolta avvolta indurre teme erano ed in pioggia barra
Codesto servitore Arvedi passamano teme i colpi ha paura delle bus a spavento del castigo corporale io me li raccomando vorrei poter dire io ve li consegno il più maneschi di voi
Saranno della città e della salute pubblica bene neri ricchissimi
Formate virili drappelli formate di in pattuglie civica
Fate la ronda ponetevi alla posta perché gli arabi per catturarli
Non una folla urlante
Ma si apre una milizia vigilante
Questo vi chiedo
Questo è necessario
è necessario che non sia consumato in Roma l'assassinio della patria
Voi bene sia per mallevadori
Con Romani
Viva Roma
Vendicate
Ancora qualche giorno dopo
Romani
Ma voi io triste ieri al mondo uno spettacolo sublime
Il vostro immenso ordinato corrette o
Data immagine delle antiche ponte che qui si formavano nel tempio del dio Massimo
E accompagnavano del Clivo Capitolino le statue indizi pugni collocate sui carri
Ogni via
Ogni via
Dove tanta forza e tanta dignità passavano era
Una nuova via Sacra
E voi accompagnavate
Retta sul carro invisibile
La statua ideale della nostra grande madre
Benedette le madri romane
Benedette le madri domande che io vidi ieri nella professione dell'Offerta solenne portare sulle braccia i loro figli
Benedetta benedette
Benedette quelle pioggia mostravano sulle loro fronti il coraggio dell'otto la luce del Savini sfizio silenzioso il segno della dedizione ad un amore ancora più vasto
Che lo stesso amore ma
Fu veramente un sublime un sublime spettacolo però però la nostra vigilia
Non è finita
Non c'è siamo di vegliare non ci lasciamo nei Louder nel sorprendere io vi dico io vi dico infatti querelle infesta banda non disarma
Fra le tante vigliaccherie
Commesse da canaglia Giolitti ska queste lati Leida la denigrazione implacabile delle nostre armi della difesa nazionale fino a ieri costoro hanno potuto impunemente seminare la sfiducia il sospetto di disprezzo contro i nostri soldati
Contro i nostri soldati
Contro i belli in uomini in forti dei generosi impetuosi nostri soldati
Contro il fiore del popolo
Contro i sicuri eroi di domani
L'altri ieri
L'altro ieri
Mentre uscivo dall'aver visitato il Presidente del Consiglio tuttavia in carica
Rimasto in carica per la fortuna nostra per la salute pubblica a scorno dei lutti e dei Bon Turi a scorno dei lucchetti e dei continui
Quanta speranza quali limpido ardore io lessi negli occhi dei giovani soldati a guardia
Un Uffizi ali nere imberbe
Gentil
E ardito
Come doveva essere
Goffredo Mameli sia avanzo pensi Lenzi io mi offerse due fiori è una foglia
Due fiori
E una foglia
Due signori
è una foglia
Due fiori è una foglia due fiori una foglia due fiori è una foglia
Una una foglia una foglia verde
Un fiore bianco
Un fiore rosso
Una foglia verde un fiore bianco un fiore rosso una foglia verde un fiore bianco un fiore rosso
Ma il gesto
Mai gesto
Dei più grazia
Più semplice grandezza il cuore mi balzò di gioia e di gratitudine io serve no questi fiori
Come il più prezioso dei pegni
Li serve però per me e per voi
Per la polizia e per il Popolo d'Italia verde bianco rosso triplice splendore della primavera nostra
Date
Tutte le bandiere al vento agitate le gridate
Gridate viva l'esercito Piva l'esercito della più grande Italia viva l'esercito Bellan liberazione
Sì
E Sonata
Nell'altissimo cello nel cielo che pende o romani sul vostro Pantheon restauro umani su questo eterno Campidoglio l'ora suprema
Apri alle nostre virtù le porte dei domini futuri di cantò un poeta italiano quando egli assunto dalla morte
Egli Camillo Cavour pure nel mare
Questo gli grida oggi non è il poeta solitario ma l'intero popolo consapevolezza però
Romani italiani spieghiamo tutte le nostre bandiere vediamo in fede attendiamo in fermezza
Cui
Dove la plebe tende i suoi concili nell'area
Dove ogni ampliamento dell'impero ebbe la sua consacrazione ufficiale
Dove Ottaviano Ottaviano Augusto trionfante confermo
La sommersione di tutto il bacino Mediterraneo a Roma
Da questa metà di ogni trionfo offriamo noi stessi alla patria
Celebriamo il sacrificio volontario
Prendiamo il presagio e l'augurio gridiamo veniva veniva la nostra guerra privare Roma viva l'Italia diva l'esercito
Viva l'armata navale viva il re gloria e vittoria
Sonate sonate
Sonate le campane a stormo
Oggi il Campidoglio vostro come quando il popolo se ne fece padrone ore otto anni ed istituì il suo parlamento
Ormanni romani questo è il vero Parlamento
Qui oggi da voi si delibera e si bandisce la guerra
Sonate la Campana