09 DIC 2012
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | - Radio - 17:00 Durata: 1 ora 59 min
A cura di Enrica Izzo
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In studio Massimo Bordin.

Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 9 dicembre 2012 con gli interventi di Massimo Bordin (giornalista di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 59 minuti.

La rubrica e' disponibile anche in versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista di Radio Radicale

    Gli avvenimenti politici italiani: le dimissioni di Mario Monti e le voci di elezioni anticipate. La battaglia radicale sulla giustizia e la situazione interna ai Radicali
    17:00 Durata: 1 min 19 sec
  • Pannella: “Noi nel 1972 bruciammo le schede elettorali per denunciare che eravamo già in una situazione nella quale bisognava prendere atto che Costituzione e Stato di diritto erano inattuati da parte dei loro pretesi inventori. Da allora la storia radicale è riuscita forse a ritardare questo processo, a inserire elementi di contraddizione, a portarlo alla luce, al punto che io oggi credo che sia assolutamente realistico dire: abbiamo una società abituata a tutte queste cose, frutto di 50 anni di vita antidemocratica”. Le statistiche sulla corruzione in Italia

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il documento del 1976 sull’ingresso dei Radicali in Parlamento, firmato da personaggi illustri come Nenni e Bobbio, la possibilità che “probabilmente” i Radicali non saranno elettoralmente presenti alla prossima scadenza elettorale. La corruzione degli Stati del mondo e il caso dell’Italia, ai primi posti della classifica per diffusione della corruzione: “Sembra da decenni che io sia un apocalittico, mentre probabilmente abbiamo ritardato, attraverso le grandi battaglie radicali, un processo di ritorno dell’antidemocrazia in tutte le sue versioni. Antidemocrazia che purtroppo è tale che riconoscere il fascismo, il nazismo, il comunismo, non è semplice, anche perché da questo punto di vista ci sono sempre delle novità. E da molto tempo diciamo che siamo di nuovo in una situazione gravissima dal punto di vista della vita umana, civile e politica”. “Noi nel 1972 già bruciammo le schede elettorali per denunciare che eravamo già in una situazione nella quale bisognava prendere atto che Costituzione e Stato di diritto erano inattuati da parte dei loro pretesi inventori. Da allora la storia radicale è riuscita forse a ritardare questo processo, a inserire elementi di contraddizione, a portarlo alla luce, al punto che io oggi credo che sia assolutamente realistico dire: abbiamo una società abituata a tutte queste cose, frutto di 50 anni di vita antidemocratica”. Il rapporto tra Radicali, popolo comunista e popolo cattolico. Il caso esemplare dell’eutanasia: “Sono maggioritari i favorevoli anche tra i praticanti assidui, e certo senza la nostra grande possibilità di raggiungere direttamente il popolo e l’opinione pubblica. Resta il fatto che il grado che abbiamo antropologicamente di civiltà e di altro è tale che i sentimenti e i riflessi popolari non sono quelli populisti”. “Non vorrei che a un certo punto al popolo italiano accadesse quello che accadde al popolo tedesco o a quello italiano d’un tempo. Cioè che si pensi ‘ma possibile che questo accadesse da me? Una cosa così grave?’. Io ho il ricordo di Piazza Venezia, quando ci portavano dopo la scuola, di un popolo sereno, festante, di un popolo non diverso da quello che si può spesso vedere anche adesso. E poi ci sono i risvegli. C’era allora della gente in galera che vedeva e prevedeva, anche in momenti che potevano generare disperazione come quando il nazismo stava occupando l’Europa, in convergenza con i comunisti. Ma come era stato possibile? Tutti erano diventati nazisti o fascisti? Ma nient’affatto, erano brava gente. Solo i grandi conflitti ideali uniscono, compattano una società. Lo dicevo ai tempi del divorzio: siamo uniti dalle stesse urgenze, con risposte che però sono contrarie”. Il ruolo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e la sua tradizione ideale-culturale di stampo comunista. La situazione fuorilegge della giustizia italiana. “E’ vero o no che senza democrazia si va a sbattere? Allora, la notizia di oggi è che siamo terzultimi per livello di corruzione nel mondo, dopo 50 anni di questo regime, unito storicamente, socialmente ed economicamente nella difesa dell’amministrazione secondo conformismo e contro quella dettata dalla legge”. “Le elezioni costituiscono, in Italia, un tentativo di legittimazione da parte di un regime che si fonda sulla storicizzazione della flagranza di reato rispetto all’essenza stessa delle legalità di riferimento, cioè Costituzione europea, Trattati europei e giurisdizione internazionale?”
    17:01 Durata: 20 min 1 sec
  • Pannella: “Allora, non è possibile presentarsi ad oggi. Bisogna comprendere come si fa a presentarsi. Come, perché e con quale obiettivo. Uno: noi avremmo voluto già da due mesi avere nelle mani i moduli per la raccolta delle firme e delle candidature; ancora oggi né il Ministero né le altre amministrazioni deputate hanno stampato le modulistiche necessarie, e sentiamo dire che non si sa se voteremo tra quattro o tre mesi. Si parla di elezioni e non si sa con quale legge elettorale, e se fosse questa allora sarebbe già amputata. Poi c’è il discorso dell’informazione che manca”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La situazione delle carceri e della giustizia italiana. Il parallelo con le catacombe dei cristiano al tempo dell’Impero romano. “Il Presidente della Repubblica è intervenuto 19 volte in 5 mesi per chiedere che si facesse una riforma della legge elettorale. Sono almeno 5 mesi che da qui diciamo: si sapeva che un anno prima è la stessa Europa a sconsigliare riforme dei sistemi elettorali. E noi ci siamo ridotti a quell’anno. Adesso pare che si rimanga con il Porcellum, e quindi si potrebbe dire ‘vabbè’. Invece tutte quelle fasi costitutive dell’ordinamento elettorale democratico, quale viene individuato dalle corti di giurisdizioni non nazionali, le stiamo tutte quante violando. Per esempio del Porcellum hanno già ipotecato la possibilità: servirà una piccola modifica perché sei mesi prima delle elezioni il Governo, l’amministrazione, deve consentire la formazione delle liste e la raccolta delle firme!”. “Poi ci vuole il dibattito”. “Abbiamo accumulato tanta ricerca, tanta esperienza, che ci riesce difficile comunicarla, perché non c’è un momento di dibattito. Quelle cose sono vietate”. Il precedente del debito pubblico, problema posto dai Radicali – anche a livello parlamentare-istituzionale - sin dagli anni 80. Il caso del divorzio, tema europeo che i Radicali introdussero in Italia con la nonviolenza. “Adesso siamo al punto in cui sono abolite da sei anni ormai le tribune politiche, quelle tradizionali”. “Adesso la maggior parte dei parlamentari non sa…”. Il riconoscimento di Francesco Storace, quando era presidente della Commissione di vigilanza Rai, del “genocidio culturale” operato nei confronti dei Radicali. “Di già sono elezioni anti democratiche perché le condizioni di conoscenza dei termini delle forze a confronto e via dicendo sono tali che sta accadendo quello che avrebbero dovuto già apprendere: noi per due elezioni facemmo una grossa campagna dicendo al potere che non stava facendo quello che le sue stesse leggiacce prevedevano”. “Così, quando si è dovuto presentare delle liste, le stesse forze di maggioranza – quelle potenti, con i soldi – hanno dovuto truccare tutta la raccolta delle firme a Milano. Accadde che noi Radicali, candidati con un grado di popolarità molto alto, riscontrammo che non ce la facevamo, e infatti depositammo le nostre liste senza il minimo di firme necessario. Loro invece non sono in galera, anche se hanno attentato alla Costituzione e ai diritti civili, perché abbiamo trovato una magistratura a Milano tale per cui quelle cose sono tali che le manderanno in prescrizione, e comunque si arriverà alle prossime elezioni senza che essi siano decaduti e senza che si sia arrivati a una sentenza”. “Allora, non è possibile presentarsi ad oggi. Bisogna comprendere come si fa a presentarsi. Come, perché e con quale obiettivo. Uno: noi avremmo voluto già da due mesi avere nelle mani i moduli per la raccolta delle firme e delle candidature; ancora oggi né il Ministero né le altre amministrazioni deputate hanno stampato le modulistiche necessarie, e sentiamo dire che non si sa se voteremo tra quattro o tre mesi. Si parla di elezioni e non si sa con quale legge elettorale, e se fosse questa allora sarebbe già amputata. Poi c’è il discorso dell’informazione che manca. Sono aspetti costitutivi delle elezioni di Paesi antidemocratici, in cui non si rompono i coglioni ai cittadini, si chiede ai cittadini di non rompere i coglioni e di andare a votare”. “Quand’anche divenisse possibile presentarsi, perché a una forza come la nostra non potrebbe essere perdonato se ci presentassimo regolarmente come se niente fosse e poi non riuscissimo a raccogliere le firme… Quindi è da valutare come. Dobbiamo usare questa occasione di lotta per diffondere meglio la conoscenza di che cosa significa un regime anti-democratico e che vive in flagranza di reato”. Sui rapporti tra Vaticano e Stato italiano di fronte alla situazione della giustizia. “Nel 1983 siamo stati in condizione di fare meglio conoscere certi connotati di questo regime partitocratico, tanto è vero che ci fu il 6 per cento di elettori che raccolse il nostro invito a denunciare – con il loro comportamento, o a non andare o ad annullare il voto –” la situazione, e “ci trovammo noi in Parlamento con 11 eletti, pur avendo fatto campagna dicendo: ‘Non votate nemmeno noi’”. “Stavolta dico che occorre bene in questo momento comprendere come non cadere, anche per i calcoli di alcuni Radicali, e come non rinunciare al rigore”
    17:21 Durata: 29 min 25 sec
  • Pannella: “Se Monti a questo punto molla, con il rischio internazionale e tutte queste altre cose, però cosa può succedere tutt’al più? Che si va a elezioni in una situazione un po’ di casino. E poi qual è il calcolo? Secondo le previsioni, abbiamo ottenuto la riscrittura della storia sovietica: tutto il male di questi venti anni è colpa di Berlusconi, colpevole di tutto, mentre gli eredi della storia togliattiana, comunista e via dicendo sono stati la parte giusta”. “Invece il potere finanziario di Berlusconi l’hanno costruito loro”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Ancora sul ruolo di Napolitano: “Il Presidente della Repubblica ieri, invece di convincere il presidente del Consiglio... Perché non poteva dire altro?”. Napolitano “ignora i problemi di diritto”. “Se Monti a questo punto molla, con il rischio internazionale e tutte queste altre cose, però cosa può succedere tutt’al più? Che si va a elezioni in una situazione un po’ di casino. E poi qual è il calcolo? Secondo le previsioni, abbiamo ottenuto la riscrittura della storia sovietica: tutto il male di questi venti anni è colpa di Berlusconi, colpevole di tutto, mentre gli eredi della storia togliattiana, comunista e via dicendo sono stati la parte giusta”. “Invece il potere finanziario di Berlusconi l’hanno costruito loro”. “Visto che questa operazione stalinista di riscrivere la storia, di riscrivere la verità della storia contemporanea, a questo punto vincono loro. Grazie anche al fatto che sono andate molto bene le primarie, cioè avere mutuato dalla società liberale americane un espediente, cioè una messinscena”. Il trattamento dei Radicali da parte di Berlusconi e poi da parte del Pd e del centrosinistra. “Con questo tipo di elezioni, è praticamente certo che il premio per il quale si ha il 55 per cento anche se si ha il 32 per cento dei parlamentari è garantito”. “Fino a tre giorni fa sembrava che il Pd avesse fretta, perché i dati dei sondaggi erano molto belli, e quindi ‘andiamo a votare’, così questa volta siamo maggioranza assoluta e via dicendo. Perché la continuità del regime partitocratico è assicurata dalla grave consistenza della storia comunista. Le storie fasciste e naziste cercano di venire fuori dopo essere state battute, mentre quelle comuniste continuano ad essere. Quindi noi andiamo in una situazione nella quale nemmeno il Presidente della Repubblica mi ha sorpreso”. “E chi è che può avere la forza di mandare avanti questo regime? Adesso sembra che tutto sia pronto per vendicarsi della sconfitta della gioiosa macchina da guerra di Occhetto. Con Bersani ci può essere la rivincita. Andrà così, ma vedremo con quali mezzi, con quale scelte quotidiane, con quale comportamento rispetto a una parvenza di legalità democratica. Il problema nostro è di fare di queste elezioni una occasione di un successo tattico, nell’ambito di una strategia che tutti conoscano, affinché si possa dire: questo lo hanno fatto, ma gli è costato di più di quello che hanno guadagnato”
    17:50 Durata: 11 min 6 sec
  • Le voci su una riunione radicale durante la quale Emma Bonino ha annunciato che non intende più presentarsi a elezioni. Pannella: “Racconto come è andata. Uno ha detto: ‘Poi c’è anche Roma’, come a dire ‘non dimentichiamocene’. E uno ha chiesto: ‘E tu Emma su questa roba?’. Lei non ha nemmeno pronunciato parola, ha scosso rapidamente la testa, dicendo ‘no, no, no’, e poi abbiamo proseguito un po’”. “Non è la prima volta che accade agli uni e agli altri, anche a Emma, di avere momenti in cui si dice: ‘Adesso basta’”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le voci su una riunione radicale durante la quale Emma Bonino ha annunciato che non intende più presentarsi a elezioni. Pannella: “Abbiamo fatto una riunione di 5-6 persone, con Emma, Maurizio Turco e i due consiglieri regionali del Lazio. E’ successo che quando, in questa conversazione che è durata un’ora e mezzo… E poi l’indomani c’era la direzione, quindi poteva essere una riunione preparatoria. Era stata proposta cinque ore prima, all’improvviso”. “Allora è accaduto che abbiamo parlato un attimo del Lazio, della Lombardia… ah ecco, Marco Cappato era in collegamento telefonico. A un certo punto, un fatto discorsivo, qualcuno ha detto ‘adesso bisogna vedere con le liste, se ‘Lista Emma-Bonino’, poi bisogna vedere le candidature, poi c’è anche Roma…’. Racconto come è andata. Uno ha detto: ‘Poi c’è anche Roma’, come a dire ‘non dimentichiamocene’. E uno ha chiesto: ‘E tu Emma su questa roba?’. Lei non ha nemmeno pronunciato parola, ha scosso rapidamente la testa, dicendo ‘no, no, no’, e poi abbiamo proseguito un po’”. Il dibattito nella Direzione di Radicali italiani. “Evocata la possibilità di Emma candidata a Roma o altro, Emma ha di nuovo scosso la testa con espressione molto chiara, dicendo ‘io no, proprio no’. In Direzione questo tempo è durato lo scambio”. “Non è la prima volta che accade agli uni e agli altri, anche a Emma, di avere momenti in cui si dice: ‘Adesso basta’”. “Anche a me è accaduto qualche volta di dire: ‘Basta per quanto mi riguarda’. Una volta è notissima, quando Emma, dopo quelle elezioni, disse ‘basta’, non avevamo avuto eletti. Disse ‘basta, non reggo più’. Conoscendoci, dissi: ‘Va bene Emma, dove vai?’. Parlammo e dopo 20 giorni in cui non ci si era sentiti avevamo ricominciato a sentirci, e ad agosto dissi: ‘Guarda Emma, la cosa migliore mi pare sia dire che sei in anno sabbatico’. Lei disse: ‘No, sabbatico no perché pare già un impegno’. Io comunque accennai: ‘Io parlerò incidentalmente del tuo anno sabbatico, perché occorrerà poi vedere cosa accade’. Sta di fatto che dopo 4 mesi lei aveva ripreso i contatti con compagni ed amici egiziani, tanto è vero che quando ci fu il 1 marzo del 2003 a Sharm el Sheik, per decidere se guerra o non guerra in Iraq, Emma aveva ripreso a fare corrispondenze per Radio Radicale, e a quel punto finì l’anno sabbatico, anzi era finito prima”. “Per cui io ritengo che Emma ha sicuramente manifestato un’insofferenza davanti all’idea di prendere impegni e averne la corresponsabilità. Ma ho detto come, non c’è stato dibattito”
    18:01 Durata: 13 min 15 sec
  • Le iniziative radicali contro il dissesto idrogeologico (il caso Vesuvio) e le idee sulla disoccupazione giovanile

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il documento di Aldo Loris Rossi e del Partito radicale transnazionale, il tema del dissesto idrogeologico e dei pericoli connessi al Vesuvio. L’ipotesi di reato di strage, cioè un “reato di pericolo”. “Noi abbiamo una certezza: sarà questa generazione? Sarà quella dopo? Sarà, ma è vero o no che sarà una responsabilità criminale l’omesso intervento su questo? Noi 15 anni fa dicemmo: dobbiamo farne un problema europeo, e dell’Onu, perché ci sono 3-4 situazioni simili nel mondo”. Il dramma della disoccupazione giovanile. L’idea di “un servizio alternativo a quello militare, che deve diventare altro rispetto al popolo in armi giacobino. Ernesto Rossi aveva per esempio parlato e scritto dell’esercito del lavoro, lui il liberista, e quindi il ‘nazista’ secondo i canoni di Vendola”. L’idea errata per cui “bisogna andare in pensione presto per fare posto ai giovani”. L’idea di “un servizio civile alternativo, per dire a questi ragazzi una cosa. Ai ragazzi si dava il soldo. Allora, se gli fornisce la formazione al lavoro, un’alternativa alla disperazione del nulla, questo è un proposito di governo che noi abbiamo”. “Non obbligatorio, ma come opportunità ai nostri giovani per una o due generazioni”
    18:15 Durata: 17 min 24 sec
  • La necessità di trovare oggi una o due personalità che, come fecero Nenni e Bobbio nel 1976, siano pronti a sostenere pubblicamente la necessità che ai Radicali e ai cittadini sia restituito un pieno diritto all’informazione. Il possibile effetto “trascinamento”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Ancora sull’appello del 1976 e il rapporto con l’attualità. “Allora, da quattro-cinque anni, era chiarissimo che alla gente di antiproibizionismo non bisognava parlare, nemmeno dei problemi etici e sessuali, e via dicendo”. “A un certo punto Nenni prende e dice: ma è possibile che per avere il loro diritto-dovere d’informare i cittadini questi Radicali debbano… Ebbene non ho mai visto come in quel momento, perché non è stato il Partito comunista con la sua organizzazione, 200 o 300 esponenti della classe dirigente per sottoscrivere quel manifesto. C’era Bobbio, non c’era Scalfari mi pare. Noi allora dicevamo che la riparazione doveva essere assicurata nei confronti del popolo che non aveva informazione. Questa risposta non me l’aspettavo”. Gli eletti di Democrazia proletaria. “Dal 1976 sono passati oltre trent’anni di antidemocrazia. Ebbene oggi non trovi un cane che su questo intervenga. Ci si è assuefatti”. “In questa situazione sarebbe imprudente dire ‘ci presenteremo’”. “Quindi mi auguro venga fuori qualche senso di responsabilità, perché io credo una cosa, sono convinto che basterebbero un paio di persone, anche Radicali, che annunciano: per impedire la chiusura della lotta politica in corso, quella per la giustizia, per le carceri, per l’amnistia, per gli oppressi…”. Ancora sulla questione Vesuvio e il rischio di “milioni di assassinati di Stato”
    18:32 Durata: 16 min 11 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La battaglia all’Onu per la messa al bando delle mutilazioni genitali femminili. Pannella e i rapporti con Radicali italiani dopo il Congresso: “Non era una scomunica”. Le primarie e l’atteggiamento del Pd. La questione giustizia. Infine: “Sarebbe possibile una persona o un’altra che avesse il merito equivalente di Pietro Nenni e che potrebbe non rassegnarci alla non presentazione alle elezioni, o a cercare degli esiti e delle forme di lotta che non comportino quella presentazione che in termini reali è vietata perché equivarrebbe a sederci al tavolo con questi bari o assassini”
    18:48 Durata: 11 min 5 sec