Crisi nel Golfo Persico (apertura festa nazionale dell'Unità)

Negandogli una nave ridotti del festival nazionale dell'Unità
Da qualche minuto è stata inaugurata questa edizione della festa nazionale dell'Unità
Che Modena la città di Modena la federazione del PG di Modena ospita e organizza ancora una volta vorrei dare a nome dei comunisti modenesi
L'augurio e ringraziamento a tutti gli intervenuti
Agli amici ai compagni che nel corso di questi mesi con ore ore di lavoro volontario hanno contribuito alla realizzazione e
Con grande impegno anche alla gestione di questi ventitré giorni
Come voi sapete il festival a un ampio intenso calendario di dibattiti di incontri di conferenze
Il festival è un'occasione politica culturale un'occasione per la gente a stare insieme noi abbiamo voluto e ci sforzeremo di raggiungere questo obiettivo abbiamo voluto che fosse una festa aperta la società per parlare non solo a noi al dibattito interno al nostro partito ma all'esterno alla gente alla società italiana
Come voi sapete questa iniziativa questa manifestazione che apre il festival e dedicata ai temi della crisi del Golfo del persico ai temi della crisi del Medioriente
Per i rischi che corre la pace per la necessità di scendere in campo con una posizione ferma chiara per una soluzione pacifica di quella crisi
Questa è stata una scelta che abbiamo compiuto che dà inizio a questo intenso programma di dibattiti e di conferenze ritorneremo sul tema ma già con questa scelta abbiamo voluto marcare l'apertura della festa nazionale
Questo era il mio compito di introdurre e di salutare gli intervenuti vorrei ora darà la parola ai due oratori che sono previsti per la manifestazione atto il sindaco di Modena consiliari Nardi
Presidente del gruppo parlamentare del parco
Ora la parola per il primo intervento ad Alfonsina Rinaldi il sindaco di Modena
Innanzitutto con piacere che anch'io desidero dare il benvenuto a questa festa nazionale de L'Unità
Un ringraziamento particolare agli organizzatori anche da parte mia e agli ospiti quelli che abbiamo già stasera con noi ma innumerevoli che avremo nei prossimi giorni
Ritengo che questa festa nazionale dell'Unità sia un'occasione per i comunisti che l'hanno organizzata ma sia anche un'occasione per tutta la città di Modena già il piacere di ospitarla
Sarà credo questo festival nazionale dell'Unità un'occasione di incontro e di riflessione per molti io spero e mi auguro che questo festival nazionale dell'Unità non sia una tribuna Interna
Di confronto fra le varie posizioni del Partito comunista questo ci sarà ma spero e mi auguro anch'io che sia soprattutto un'occasione di dialogo reale con il Paese e con i cittadini
D'altronde il primo riferimento che mi viene alla mente
Ragionando in questi termini è un po'alla nostra città la mia città di Modena infatti la storia della città di Modena si è intrecciata nella dopoguerra e anche prima con le idee il lavoro e la presenza della sinistra e del Partito comunista in particolare
E credo di potere dire che pur tra gli alti e bassi frane felici intuizioni e anche di errori la forza del elettorale del Partito Comunista Modena come nella nostra regione
Era testimonianza di un radicamento sociale diffuso che non può essere certo considerato un incidente di percorso
Ebbene se ragioniamo un attimo su questo radicamento sociale diffuso
Io credo che possiamo dire che il Partito Comunista ha saputo dare il meglio disse quando ha saputo aprire un dialogo reale
Un dialogo fatto di proposta ma anche di ascolto con la gente e con la società civile
E quando da questo tipo di dialogo ha saputo trarre la responsabilità e la capacità di decidere una responsabilità e una capacità di decidere che credo spetti a un partito importante come grande forza nazionale che si candida in questo momento per costruire un'alternativa di governo in questo Paese
E credo che la prima responsabilità
Che davanti a tutti noi
Noi la dobbiamo innanzitutto ai giovani di questo di questo nostro Paese
Per questo le verifiche cose che io voglio dire oggi in apertura di questa manifestazione dedicata ai temi della pace sulla crisi del gufo
Io vorrei o almeno questo è nelle mie intenzioni forse una sorta di lettera aperta
Alle ragazze e ai giovani della mia città e idealmente ai ragazzi e alle ragazze di tutto il nostro Paese
Io credo che i giovani e insieme a loro credo tutti noi ci siamo domandati anche con angoscia in questi giorni
Se poteva scoppiare la guerra nel pool Fo e ci siamo interrogati anche se poteva scoppiare una deflagrazione di guerra che via via poteva anche portare a una terza guerra mondiale
Voglio a questa domanda che ci siamo fatti in tanti innanzitutto dire che secondo me e anche lei cito
Ma è soprattutto giusto domandarsi se anche sia possibile in questo momento che scoppi nel nostro Paese una speranza di pace
E soprattutto se a questa speranza si può affiancare una razionalità mi impegno una mobilitazione una presenza coerente forte a livello politico
Per rendere reali quegli ideali di non violenza che tanto sono punto di riferimento non solo della nostra volontà ma della volontà dei cittadini italiani
Ebbene è possibile ragionare di una speranza di pace non sono come idealità ma come processo reale
Voglio riferirmi seppure molto brevemente a ciò che diceva
Una un torinese abbastanza famoso anche nel nostro Paese a livello diffuso perché è l'autore del libro da cui è stato tratto un film famoso la Francia meccanica
Ebbene questo Autore scriveva
Che la guerra in fondo se ci ragioniamo e ci rispettiamo è stato il sistema più sbrigativo più spiccio Pëtr per trasmettere una cultura penso che questa affermazione sia molto vera almeno per quelli che sono stati i processi fino ad oggi attuati nel mondo ma mi chiedo altresì se la logica della divisione del mondo in blocchi contrapposti
Che ha significato proprio perché il mondo era diviso in blocchi contrapposti una pace condizionata e una cultura di pace altrettanto condizionata
Se non sia avvenuto oggi il momento ma anche la possibilità per cambiare questo tipo di situazione per superarla decisamente ebbene se noi guardiamo negli scenari odierni accanto a tutte le preoccupazioni fortissime che abbiamo per la guerra
In quel primo quella parte del mondo vediamo però un altro segnale importante
All'età di quarantacinque anni
L'ONU hai messo come hanno scritto commentatori giornalistici hai messo il primo vagito e se sentiamo attraverso questa primissimi iniziativa che a livello mondiale
Può nascere
Una comunità mondiale fondata sul diritto capovolgendo quindi quella che è stata una logica del passato ebbene io sono fra quanti che è convinta che ci può essere e che ci deve essere questa nuova via
Cioè a dire che ogni nazione debba rendere conto dei propri comportamenti alla comunità mondiale
E questo secondo me sarà possibile
Se la comunità mondiale sarà capace di emanare delle norme considerate valide legittime per tutti e in tal modo e per questo il fil Caci nei confronti di tutti
Insomma
Credo che sia importante giusto ribadire che nessuno nel mondo potrà o dovrà fare affidamento sui veti incrociati delle grandi potenze ma che altresì nessuno nel mondo potrà o dovrà
Affermare logiche locali di guerra di aggressione il dominio
E da questo punto di vista l'aggressione di Saddam Hussein non poteva essere assolutamente tollerata
Non ci è dato
Essere conniventi in questo momento con coloro che vi lavorano i diritti internazionali perché vi erano anche direttamente quelli che sono i nostri diritti la nostra possibilità
Di vivere in pace e in democrazia
E così se ragioniamo su questo filo conduttore credo che si debba dire con altrettanta forza
Che l'intervento degli Stati Uniti prima e al di fuori dell'intervento e del controllo dell'ONU rispondeva alla vecchia logica
E insomma per dirla con uno slogan che a me appare efficace l'intervento degli Stati Uniti al di fuori dell'ONU ha continuato a privilegiare l'affermazione dei diritti attraverso la forza e non è invece proposto il tema di fondo che noi oggi abbiamo di fronte
Cioè quella di affermare a livello mondiale la forza del diritto la forza della democrazia dei dei cittadini
Quindi secondo me non è il problema solo di parlare della pace e della guerra
Ma dobbiamo invece interrogarci su quali è politica stia dietro all'una o all'altra ipotesi
E credo altresì che la caduta della contrapposizione tra i botti può mettere definitivamente
La parola fine a una fase della storia nella quale il diritto degli Stati degli Stati sovrani sia fondato spesso sulla violenza di retta o mascherata
E allora se riflettiamo gli straordinari avvenimenti così come vi abbiamo giustamente chiamati del mille novecentottantanove io credo che vediamo un filo conduttore nell'Est europeo per la prima volta dopo tanti anni sia attuata una convergenza importantissima
La sovranità delle nazioni di ogni nazione si è affiancata e diventato un tutt'uno con la sovranità dei popoli con la scelta dei singoli cittadini
In democrazia ebbene questo non può non farci riflettere che ciò non sta avvenendo in molti Paesi del mondo e in particolare nei paesi del terzo mondo ecco perché secondo me se siamo convinti che la democrazia sia un valore universale
Non possiamo avere debolezze nel denunciare la mancanza di diritti per i cittadini di enormi zone del mondo e allora penso che a me non pare un sogno
Che l'ONU
Che non è più tenuta in incubatrice dalle grandi potenze
E può esercitare finalmente un ruolo diverso
Allora a me pare che l'onda Eba agire per impedire la guerra ma anche per affermare contestualmente una democrazia senza aggettivi e senza condizioni in molti Paesi del mondo impiegherò
Ma queste riflessioni così molto veloci che io ho voluto portare
Alla nostra manifestazione sa accompagnano altre due brevissime riflessioni che io volevo oggi testimoniare qui e che mi paiono importanti perché riflettono maggiormente su di noi
Su come cioè la guerra nel Golfo impossibili possibili scenari così negativi debbano indurci a ragionare sul nostro paese sull'Europa sulla nostra
Direi anche vita quotidiana di ogni giorno
Infatti secondo me non c'è una riflessione solo che attiene ai pericoli di guerra come superarli con nuove logiche con nuovi percorsi ma c'è già la mia la nostra vita quotidiana da ogni di ogni giorno da mettere in discussione infatti nel nostro Paese anche in questa nostra città ogni giorno abbiamo tensioni e conflitti nati e che vivono in seguito alla migrazione dei Paesi del Terzo Mondo e in particolare dell'Africa e del mondo arabo
E guardate quella a cui stiamo partecipando è una vera e propria migrazione forzata obbligata dalla fame e da economie al limite della sopravvivenza
Questa situazione di emergenza e di disperazione io credo innanzitutto non sia la condizione migliore per la nascita di Stati multirazziali per i quali ho peraltro credo e sono impegnata ma al contrario questa situazione di migrazione sospinta dalla fame e dalla disperazione
è una migrazione che crea in sicurezza paura crisi d'identità che provoca poi ostilità e razzismo
Questa immigrazione
è figlia di tutti i mali del terzo mondo innanzitutto alla povertà e la non democrazia di questi Paesi
E allora io credo che questa pericolosa bomba per la convivenza per il nostro presente il nostro futuro
Debba essere disinnescata innanzitutto dalla neonata comunità internazionale e che anche l'Europa
Debba impegnarsi su questo piano attraverso certamente una nuova stagione del diritto internazionale che impedisca guerre ma anche incentivando processi democratici e una nuova cooperazione fra i popoli che freni questa migrazione dettata dalla povertà e dall'indigenza
Un ultimissimo cenno io vorrei farlo su un'altra lezione che ci viene dalla guerra del Golfo
Un aspetto che colpisce l'Italia e l'Europa l'Occidente e che c'era ci tocca già
è un mio intatta prima della crisi del Golfo alla benzina per questioni di tassazione ma di conseguenza della guerra del Golfo sono aumentati i prezzi per esempio il gasolio sta crescendo l'inflazione
Ci sono migliaia di lavoratori in cassa integrazione e c'è il pericolo che qualcuno usi la crisi del Golfo per magari lasciare una condizione di difficoltà non solo in cassa integrazione tanti lavoratori mappa magari per non rinnovare i contratti ebbene perché è un fatto questi richiami perché gli avvenimenti di questo mese ci hanno mostrato quanto la parola petrolio faccia rima con un'altra parola la parola potere
E a me è sembrato che dietro tanti nobili discorsi sul diritto internazionale che peraltro condivido e l'ha detto
Mi è sembrato di sentire dietro tanti nobili discorsi anche tanta puzza di benzina tanta puzza di potere
Ebbene io sono qui a dire che però dobbiamo vedere il centro di che il problema uno dei possibili centri del problema e a me interessa sottolinearne uno che è dato dal nostro modello di consumi dai nostri modi di vita anche dai modi di vita di questa città che civile e che avanzata si levano per esempio molte voci nel nostro Paese per mettere in discussione l'esito del referendum sul nucleare
Si fa apparire come obbligati all'inevitabile una scelta contraria a quella decisione che il nostro Paese ha già preso
E quello che mi fa più arrabbiare se così si può dire
E che il nucleare viene riproposto proprio perché nulla è stato fatto per ricercare nuove fonti di energia nuovi mezzi di trasporto nuove produzioni consumi Diversi in questo Paese
Io penso invece che la strada della ricerca che la strada di nuove modalità che invita sia la vera alternativa a quello che io non esito a definire un sincero cinismo di chi ci dice
Ma vedete la guerra è necessaria se volete poi fare continuare a funzionare le vostre automobili e continuare quel tipo di vita
Del quale siete
Abituati ebbene io credo che vada esattamente proposti ragionamento contrario veri cambiamento del nostro modo di vite e questo è un tema che interessa tutti i nomi oltre che alle vicende politiche del governo del paese
Infine vorrei concludere così queste mie brevi cose
è stato detto è un personaggio molto importante Chennedy trent'anni fa all'ONU
Che la guerra non è più un'alternativa razionale
E io credo che nonostante tutto
Trent'anni non siano passati invano soprattutto perché in questi trent'anni c'è stato l'impegno di migliaia di persone di giovani in particolare che hanno continuato a credere ma anche impegnarsi
Sul fatto di una convinzione di fondo che la guerra non è un'alternativa il razionale e l'irrazionale ad una politica costruita sulla pace ma su alcuni fondamenti fondamentali i diritti di democrazia la democrazia economica su una chiara scelta ecologica
Io penso vedete che questo impegno che c'è stato il rinnovato che ci deve essere oggi oggi abbia un suo metro di misura fondamentale e importante ritengo che ci siano grandi pericoli nel sullo scenario mondiale molto vicini ma ritengo che ci siano anche grandi possibilità
E io credo che sia sulle possibilità che una forza politica nazionale di governo debba decisamente misurarsi
E poi c'è tutti ci siamo ognuno di noi e sul nostro impegno dobbiamo innanzitutto puntare e su quanti con noi riusciranno e avremo a condividerlo vi ringrazio
Ha ora la parola Giulio Corsini capogruppo del Pdci alla Camera dei deputati per l'intervento conclusivo
Queste nostre feste dell'Unità
Continueranno
Compagne e compagni
Negli anni a venire
Un profondamente rinnovata e come le abbiamo rinnovate
Durante tutti gli anni passati
Continueranno a rappresentare
Occasioni di incontro popolare il dibattito politico
Ma anche
Occasioni di intervento d'iniziativa di mobilitazione sui temi più acuti aperti di fronte sempre più le nostre feste dell'Unità
Dovranno essere la sede di una sinistra italiana che si interroga riflette
Ricerca discute ma di una sinistra italiana che sta in campo e si batte per far affermare nei momenti decisivi le idee giuste
Per questo la festa di Modena si apre oggi con una manifestazione sulla crisi nel Golfo Persico
E anche da qui
Come abbiamo fatto la settimana scorsa in Parlamento noi vogliamo far sentire la volontà di baci non solo del nostro partito ma del nostro popolo
E delle forze più avanzate dell'intera sinistra italiana
Una voce che può contare
Che può influire
Perché la crisi nel Golfo è tuttora aperta abbia esiti e sporchi
Possibili tutti ma diversi e opposti nelle loro conseguenze
Dall'esito che prevarrà
In questa crisi dipenderanno non solo le sorti di quell'area cruciale
Del Medioriente ma le prospettive per lungo tempo delle relazioni internazionali dell'assetto che il mondo assumerà
Appena uscito come dai quarant'anni della guerra fredda
Il primo esito possibile di questa crisi
Che l'atto di forza dell'Iraq risulti alla fine vincente
Che l'atto di forza dell'Iraq pagine
Può sembrare in queste ore l'esito meno probabile ma perché davvero non lo divenga probabile possibile
Deve mantenersi alta e forte la condanna
La ripulsa isolamento di quello gesto di Forbes
Di quel Saddam Hussein che ha dalla sua badante
Il ricatto terribile inumano degli ostaggi
Che ha dalla sua il tentativo cinico di conquistare alle sue posizioni il consenso di tante masse arabe di speranze in quei Paesi
Che ha dalla sua le passate assuefazioni
Ai fatti di forza compiuti che hanno caratterizzato le relazioni mondiali
Tutto tutto
Va detto nulla fatta asciutto
Delle passate responsabilità occidentali e delle grandi potenze ma nulla
Nulla di quelle responsabilità può attenuare neppure di un'unghia l'esecrazione la condanna dell'invasione e poi dell'ammissione di uno Stato sovrano dell'uso disumano
Di migliaia di civili inermi come ostaggi
Della lesione dell'offesa a tutte le regole elementari del diritto internazionale
Certo fa detto tu
Va detto che lo faceva ora vengo nel vostro sindaco
Che fra coloro che in queste ore condannano
L'atto di forza iracheno vi è anche chi pensa più al portafoglio che non ho le vite umane
Più al petrolio che al diritto internazionale
Ma cosa avverrebbe
Se fosse in Iraq ad ottenere con la forza
Il controllo della gran parte delle risorse petrolifere del Medioriente non certo lo sviluppo civile
Della condizione di vita dei popoli di quell'area ma l'arricchimento di un regime dittatoriale dubbioso
Qual è quello che regge l'Iraq
Tutto va detto
Va detto che l'offesa irachena al diritto internazionale non è la prima
Che sia in quell'area da almeno ventitré anni il popolo palestinese attende che vengano applicate le risoluzioni delle Nazioni Unite ventitré anni
Contro l'occupazione israeliana dei territori destinati a dare una patria ai palestinesi
Ma se l'atto di forza dovesse prevalere sul diritto
Non i più forti i più ricchi
Sarebbero il corpicino i colpiti sarebbero ancora una volta i più deboli ed i più poveri in primo luogo i palestinesi il popolo palestinese
Per chi come i palestinesi appunto a minore forza da mettere in campo
Per i ragazzi lascerei con solo una pietra immane
Ma a maggiori diritti violati da far valere questi ventitré anni di ingiustizie patite di violenze subite di sovranità nazionale negata se prevalesse l'atto di forza i deboli sarebbero più deboli i forti avrebbero più possibilità di prevalere anche domani
E quali conseguenze avrebbe
Se vincesse se fosse pagante il colpo di forza dell'Iraq per i futuri assetti del mondo nessuno Stato
Nessuna nazione sarebbe più sicura nella propria indipendenza e nei propri confini ed a pagare ancora una volta sarebbero i più deboli tanti stati tante nazioni del sud del mondo dai confini labili
Di recente indipendenza
Appena usciti da secoli di oppressione coloniale sarebbero essi le prime tre e delle mire espansionistiche di ogni vicino più potente o da arrogante si aprirebbe una spirale incontrollabile
Se prevalesse quell'atto di forza
Il segnale al mondo
Esce da quarant'anni di controllo bipolare imposto dalle due grandi potenze sarebbe quello di un futuro di Anarchia
E di violenza nelle relazioni internazionali
Un mondo tutto regolato dai puri rapporti di forza un tragico passo indietro non un progresso rispetto agli ultimi quarant'anni
Certo nulla deve essere Tarsu
Le armi
Di Saddam Hussein e dell'Iraq sono armi sovietiche ed americane francesi e morì purtroppo molte italiani
E se sono la spia drammatica
Del disordine politico ed economico ma anche l'intellettuale e morale che quarant'anni di Bu dominio bipolare del sul mondo non è riuscito a cancellare
Era illusorio ingiusto quel mondo diviso in due
Come una mela
Regolato da due soli protagonisti
Ma dopo la caduta del muro di Berlino occorre andare avanti
Verso un governo democratico del mondo non indietro verso l'affermazione del pool gli apporti di forza
Dunque
La prima parola chiara che anche da questa nostra festa dobbiamo dire
E no
All'offesa irachena al diritto internazionale
No
In cui si è ritrovata
La stragrande maggioranza della comunità internazionale e qui da noi in Italia
Noi in cui si è ritrovata la stragrande maggioranza del popolo e delle forze politiche italiane a cominciare cento dal Partito comunista italiano solo l'onorevole la Malfa
Non se ne accorge ed ha incredibilmente parlato in una nota di una settimana fa
Di ambiguità comuniste
Di fronte all'Iraq che il nome ha detto la Malfa di pregiudiziali posizioni antiamericane terzomondista e
Del Partito Comunista Italiano
Lasciamo all'onorevole la Malfa
Questi i suoi vestiti vaneggiamenti e torniamo alle cose serie e gravi drammatiche di questi giorni
Perché il secondo
Esito possibile che in campo
Della crisi in atto nel Golfo e che la forza la forza dell'Iraq sia sconfitta dalla forza dalla forza di qualcun altro questo è il secondo esito possibile
Ed è l'esito badate apparentemente almeno il più probabile
Forse perché corrisponde anche a ciò che gli uomini hanno fatto finora
Nella loro storia passata
Il pericolo è nelle cose
Quando cinquanta cento centocinquanta mila non lo sappiamo
Più ormai i soldati americani stanziano ormai in Arabia Saudita a decine di migliaia di chilometri di distanza D'Ambrosio territorio con armi sofisticate e offensivo
Questi mostrano diversi che questa opzione l'opzione della forza all'opzione militare e tenuta aperta come una di quelle possibili dall'amministrazione degli Stati Uniti d'America
Anche qui badate occorre distinguere
Come sempre in politica si non si capiscono le cose si sbaglia poi il modo di intervenire
Fra l'immediato intervento americano in Arabia Saudita il sei di agosto tre giorni dopo
Il corpo vita che
Su richiesta del governo dell'Arabia Saudita per scongiurare una possibile in quelle ore invasione irachena anche dell'Arabia Saudita e ci rendiamo conto cosa significherebbe se oggi le truppe irachene fossero non solo Hakurei tema anche a Riad d'
Occorre distinguere fra quelli immediato intervento americani
Un intervento esplicitamente previsto dall'articolo due della carta delle Nazioni Unite ma che doveva essere come gli arabi chiesero
E gli Stati Uniti dichiararono quando lo compirono un intervento preventivo a prevenire appunto l'attacco possibile dell'Iraq
Difensivo a difendere la rabbia da questo attacco temporaneo per il poco tempo necessario perché questo attacco non si sviluppa oggi dobbiamo dire che la quantità e la qualità del dispiegamento del dispositivo militare americano in Arabia Saudita rende quell'intervento un'altra cosa
Non più solo preventivo difensivo e temporaneo ma la possibile base per un attacco militare all'Iraq
Qui è il pericolo
E non per caso lo stesso Gorbaciov se proprio una dichiarazione di ieri
Mentre ha ribadito il consenso dell'Unione Sovietica al primo intervento americano in Arabia Saudita ha messo in guardia dal pericolo che oggi una presenza così vasta di forze armate americane in quel Paese possa essere l'innesco
Di una causa di cui
Ma questo pericolo della soluzione militare
Oltre che nelle cose
E in troppe coscienze
Abbiamo letto sui maggiori quotidiani italiani
Dal Corriere della Sera la Repubblica dal tempo al Giornale di Montanelli e così via in mezzo a voci che hanno sostenuto tesi assai diverso e spesso che hanno mi sono sembrate Levante giuste abbiamo letto però
Preoccupanti appelli al realismo della povera
Compagna ineliminabile è stato scritto della storia dell'uomo
Componente organica della natura stessa dell'uomo
Le illusioni di fasce dopo la caduta del muro di Berlino hanno scritto questi commentatori avrebbero distratto troppi da queste verità
Che la guerra ineliminabile dalla storia dell'uomo e addirittura dall'altura dell'uomo le illusioni dopo la caduta del muro di Berlino avrebbero distratto troppi da queste verità
Riportate finalmente in luce dal colpo di forza in perché e in Italia hanno scritto alcuni di questi commentatori
Il peso convergente della cultura pacifista dei cattolici e dei comunisti avrebbe alimentato più che altrove atteggiamenti imbelli ed utopici
Non in grado di affrontare la dura ma necessaria realtà della guerra
Questo abbiamo letto
Ragionamenti graphic segno di un clima culturale preoccupante
Al fondo di essi fare a me
Non era scritto in questi testi nuovi parte di essi ma sembra a me
Che al fondo di essi vi sia l'incapacità di molti di liberarsi delle lenti deformanti di quarant'anni di contrapposizione fra i blocchi
Est e Ovest in luglio il loro l'amico il nemico qualunque fosse la parte in cui ciascuno collocava il noi il loro l'amico il nemico
Che vi fosse in questi testi al fondo l'idea che se il blocco orientale acceduto allora
è giunto il momento per il blocco occidentale l'unico davvero rimasto in campo di affermare se necessario con le armi un nuovo ordine un nuovo comando unipolare
Del mondo
La fine del bipolarismo delle due grandi potenze insomma come la vittoria ed il dominio della sola Potenza dell'Occidente
Una visione che noi comunisti respingiamo profondamente
In nome dei valori di pace
E dei principi del diritto internazionale
Ma respingiamo ampie perché ci appare illusorio
Non realistica ma anzi degli tutto irrealistico
Il mondo di oggi la varietà dei soggetti nazionali
Degli Stati
Dei soggetti etnici religiosi che lo compongono la dimensione dei problemi economici demografici ecologici che lo scuotono non è riconducibile al tondini o di un solo protagonista
Questa illusione
Se qualcuno la coltivasse e pensasse di utilizzare questa crisi irachena per affermarla nei fatti non fermerebbe l'Anarchia il pericolo di esplosioni continue continuate di conflitti in varie parti del mondo aggiungere dei solo ad essa
Il rischio permanente di guerre dalle conseguenze incalcolabili questo dunque
E il secondo esito possibile
Da scongiurare con tutte le energie degli uomini delle donne
Delle forze di pace
Ancora questo esito non sembra aver prevalso in seno all'amministrazione degli Stati Uniti d'America
Tali ed evidenti nel solo i rischi tante ed incalcolabili le conseguenze di lungo periodo
Tanto elevati anche i costi economici e avete visto che
Boucher è stato costretto a chiedere ai suoi alleati di dargli una mano per mantenere il suo esercito in Arabia Saudita figuriamoci se dovesse mantenerlo non solo lì a scaldarsi sotto il sole del deserto ma dove semplice mandarlo a combattere in quelle
Ma molti premono per questo esito
Dentro il mondo politico e militare americana
Per la soluzione chirurgica
Come l'ha definita Henry Kissinger
Un uomo di grande autorevolezza e peso nel mondo politico
Forse decisiva
Perché questa soluzione non prevalesse all'interno dell'amministrazione americana almeno fino adesso è stata la posizione ostile ad essa di una grandissima parte della comunità internazionale
A ben vedere solo la signora Tecce
Pare disposta a seguire gli Stati Uniti su questa via ed in Italia
Solo l'onorevole ma la Malfa
Pare non escluderla a priori
E questa volta sia la Tecce che la Malfa non se la prendono con il pc con i comunisti
No se la prendono con i governi europei e con il governo italiano rimproverandogli di essere troppo tiepidi a sostegno della presenza militare americana nel Golfo Persico
Certo
A me sembra fuori di dubbio
Risultare evidente da tutta la situazione di questi mesi è di questi giorni di questo mese di questi giorni
Che il governo italiano
Anche nella sua qualità di presidente della Comunità economica europea non ha seguito le posizioni più oltranziste e più bellicista e che pure sono in calo
A peccato però e noi lo abbiamo detto con forza in Parlamento e ha peccato gravemente di ambiguità e di reticenza ha sbagliato
A decidere la partenza delle nostre navi prima che le Nazioni Unite assumessero la responsabilità e il coordinamento di quelle operazioni navali anche se contemporaneamente l'ambiguità
Intanto ridotti Anna auspicato mentre diceva che le navi dovevano partire senza la preventiva
Risoluzione dell'ONU auspicato contemporaneamente che è quella posizione del Long venisse in seguito
Attardato gravemente il governo italiano
Oltre i quindici giorni in crisi come queste due settimane sono tanti
Prima di dire con chiarezza la propria contrarietà all'opzione militare
Ed il proprio impegno per una soluzione politica e lo ha fatto soltanto l'ha detta soltanto questa parola con chiarezza
Il governo italiano mercoledì scorso in Parlamento
In Senato prima e poi alla Camera dopo che all'inizio di questa parola non vi era traccia nel documento che quel governo quella maggioranza aveva presenta
E ha attaccato il governo italiano perché è atteso il dibattito in Parlamento
Per dire impegno contestuale pieno a risolvere sulla base della risoluzione dell'ONU il Complesso dei problemi
Del Medioriente il complesso dei problemi della libertà e della sovranità del popolo palestinesi senza dire questo
Nessun Governo quello italiano quelli europei di cui quello italiano dovrebbe far dar coordinatore senza dir questo nessun governo ha il minimo di credibilità
In Medioriente per poterli lavorare
Ad una soluzione pacifica
Lo ha fatto
Dicevo pur con ritardo dannoso
Il governo italiano io credo perché o anche perché non vogliamo
Montare civili la testa
Ma anche perché ha sentito la pressione che senza il modo convergenti
Dal mondo cattolico
E dai comunisti sì
Dal pacifismo dei cattolici e dal pacifismo dei comunisti da quello che fa tanta paura
Ai nostri realisti della guerra e che è invece uno dei grandi patrimoni che hanno fatto sì che nel popolo italiano la coscienza e la cultura della pace sia qualcosa di profondo e di radica
Solo di fronte alle pressioni anche autorevolissimi del mondo cattolico
E dalla iniziativa in Parlamento del Partito comunista il Governo italiano ha trovato la forza per distinguersi rispetto alle pressioni opposte dell'onorevole la Malfa e c'è da presumere che il Presidente degli Stati Uniti
Per ottenibili
Perché fossero possibili quelle modifiche di posizione del nostro governo
Tanto più significative sul piano internazionale perché del governo che presiede la comunità europea
E per segnalare la capacità delle forze di pace influire pensare nelle concrete scelte politiche del proprio Paese i gruppi comunisti del Senato e della Camera Annual larghissima maggioranza
Deciso di astenersi sul documento del governo che registrava quelle modifiche di posizione del governo italiano
Su questa decisione di voto
Il PC
Partito nostro e più in generale la sinistra pacifista si sono divise in Parlamento
Io
Presidente del gruppo parlamentare della Camera
Mi domando ancora per
Se
Come è parso in quelle due convulse giornate parlamentari
La questione era quella del giudizio politico conclusivo
Tartare sull'equilibrio raggiunto
Fra le critiche nostre agli errori e ai ritardi del Governo
E l'apprezzamento per le posizioni nuove e migliori che comunque aveva raggiunto nel dibattito parlamentare se di questo si tratta
Allora si era
Ad una scelta politica
Di quelle che dicono di continuo
Nella vita parlamentare
Dove spesso si danno valutazioni differenti sui pro e i contro di ciò che si ha ottenuto di dove ancora non si è riusciti a strappare risulta
E dove solo il parere della maggioranza del gruppo parlamentare nella sua autonomia è in grado di sciogliere il nodo con piena serenità
E tranquillità
Ma se questo
Era perché
Il dissenso del voto in a
Perché l'estrema drammatizzazione di un contrasto che se questo era era un contrasto serio ma politicamente
Delimita forse
Come è apparso in seguito si trattava di a
Di un dissenso almeno di alcuni compagni
Tutto il giudizio
Sulla situazione mondiale
Forse dico forse per sforzarmi di capire
E voglio farlo pubblicamente qui forse anche ad alcuni compagni l'opzione militare degli Stati Uniti appare in lizza ed appare l'unica reale
In qualche modo inevitabile anche se ovviamente è da condannare e da criticare con tutta la forza possibile e perciò forse alcuni ritengono che ogni miglioramento nelle posizioni degli altri in questo caso del governo italiano
Non sia frutto di una battaglia e di un successo politico nostro ma rischi di diventare la premessa per fare da copertura all'inevitabile sbocco
Military
Forse
Anche a sinistra c'è qualcuno che non ha ancora messo da parte del tutto le lenti deformate da quarant'anni di guerra fritta
Ma anche se di questo si trattasse e cioè di un dissenso profondo sulla prospettiva internazionale perché non limitarsi a segnalare il dissenso il gruppo
Renderlo pubblico nelle sue motivazioni ma votare in aula poi come la maggioranza dei perché
Agire come se di due gruppi distinti
Alle quali mi auguro di avere risposte serene tranquillizzanti nei prossimi giorni di ripresa politica
Anche in considerazione del fatto che la risoluzione dell'ONU del ventisei agosto intervenuta dopo quel dibattito parlamentare ha tolto di fatto molti motivi al contendere interno
Del gruppo comunista
Perché in ogni caso questo il punto che conta
Tutti i gruppi comunisti quello del Senato e quelle della Camera tutti i parlamentari comunisti senatori e deputati hanno condiviso la risoluzione presentata dal gruppo comunista
Condividono quindi la base della posizione politica del Partito comunista su cui sviluppare un'iniziativa tale
E quindi su questa base è possibile proseguire il nostro lavoro il nostro impegno e vengo così al terzo e ultimo
Esito possibile della crisi del GIP
E cioè
Che la forza
Finalmente sia sconfitta dal giudice
è forse il più hard
A qualcuno potrà apparire forse è il meno probabile
Ma è possibile
è nell'ordine dei soggetti e dei fattori che sono in campo ed è possibile questo esito che la forza sia sconfitta dal diritto per la prima volta dopo
Quarant'anni
Lo arresta e lo rende possibile lo schieramento larghissimo senza precedenti che in tutto il mondo lavoro e si batte per il questore
La comunità europea e la Cina
L'Unione Sovietica e la maggioranza dei Paesi arabi la gran parte dei paesi e degli Stati del Sud del mondo che non lo dimentichiamo sono la maggioranza nell'Assemblea delle Nazioni Unite del consiglio di sicurezza dello
Prima tutto questo amplissimo
Convergenza di Stati hanno concordato sulla condanna dell'Iraq
Poi hanno convenuto che la risposta o dovesse essere quella dell'isolamento politico e diplomatico e dell'embargo economico all'Iraq infine nella storica risoluzione del ventisei agosto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno deciso che anche l'uso minimo della forza necessario per far rispettare l'embargo economico all'Iraq
Debba essere deciso e coordinato dalle Nazioni Unite tramite l'apposito comitato degli Stati maggiori previsto dalla Carta delle Nazioni Unite
Compagne e compagni il germe
Di un governo democratico delle relazioni e dei conflitti internazionali
Solo un germe certi primo vagito
Veniva ricordato che è stato scritto
Un germe che il prevalere dell'opzione militare potrebbe rendere subito sterile
Ma un germe che già sta dando frutti che pesa enormemente in tutta la vicenda del Golfo che
Perché
Non dovrebbe afferrare nelle proprie mani
Questa speranza
Per farla divenire reale questo germe per farlo crescere chi
Come i comunisti italiani già quindici anni fa quindici anni in piena guerra fredda parlo
Per bocca del compagno Enrico Berlinguer l'esigenza di un Governo mondiale perché noi dovremmo sperare per fare
Molti
A destra
Qualcuno forse anche nella sinistra pacifista spenderanno
Ottenne uno seconda i punti di vista che quella risoluzione dell'ONU sia destinata alla fine a coprire con l'aureola del diritto internazionale l'inevitabile secondo loro Atto di forza degli americani e perché mai
Finora quella risoluzione dell'ONU quel germe di governo democratico dei conflitti internazionali ha contribuito ad evitare che la risposta militare prevalesse
E
Chi dovesse tentare l'assalto fin da ora in conseguenza di quella posizione che lo farebbe nell'isolamento della comunità internazionale e dell'opinione pubblica mondiale
Ma soprattutto e concludo subito compagni
Quel germe del Governo mondiale
Non è così almeno appare annulli
Un fiore del deserto destinato a morire
Con il chiudersi in qualche modo della crisi irachena
Perché quel germe corrisponde ai bisogni i canali letteralmente da cui dipende la
Alle contraddizioni epocali
Da cui dipende il destino
Dell'epoca nostra che incombono sul mondo e sul futuro altro che umilia unilateralismo dell'Occidente sul mondo intero del Nord sul mondo intero nessuno dei problemi del futuro è affrontabile
Dentro il modello prudenti i consumi che ha prevalso in Occidente in tutti gli anni Ottanta
Non il problema demografico non quello alimentare e due grandi questioni in cui si riassume il dramma del sud non il problema energetico non quello ecologico le due grandi questioni in cui si riassume la questo la possibilità stessa della sopravvivenza per le generazioni future
La fine della guerra fredda
Dello scontro fra Est e Ovest
Questo straordinario mille novecentottantanove
Ha aperto una grande potenzialità per poter finalmente sperare di risolvere quei problemi di cominciare a risolvere
Quei problemi
La potenzialità essenziale per l'essenziale che le risorse immani spesi in questi quarant'anni per la corsa agli armamenti
Siano da oggi disponibili per lo sviluppo del corpo
Ma badiamo
Non è solo questione di risorse e ti scrivo
Nei dramma del sud del mondo nella questione ecologica saranno risolte senza solidarietà
E senza democrazia
Senza solidarietà
Senza cioè che il mondo più avanzato industrializzato il ricco sappia farsi carico soli darmene niente delle necessità e dei bisogni del popoli del terzo mondo dei popoli della fame e della miseria e lo faccia
Bene ha fatto la compagna Rinaldi a ricordarlo in primo luogo nei rapporti e nelle relazioni certo difficili con quelli che dai popoli dai paesi della fame della miseria vengono qui a cercare qui
Un lavoro un pezzo di pane un minimo di futuro persino
Senza solidarietà e senza democrazia
Senza una crescita della democrazia nei Paesi del Sud del mondo
Che assicuri ai popoli e non come è avvenuto fino ad oggi ai ristretti gruppi dirigenti i benefici di un possibile sviluppo migliaia e migliaia di miliardi di dollari
Sono stati guadagnati
Dagli sceicchi dai dittatori dagli comandanti dai canapi
Dei paesi del Medioriente negli ultimi venti anni
Ma non una lira
Di questi migliaia di dollari è andata a elevare le condizioni civili e di vita di quei rapporti
La crescita di solidarietà da noi di democrazia nel sud del mondo
Tutto ciò non è neppure pensabile
Se il potere politico
Le decisioni cioè
Restano nella dimensioni nazione
Ciascuno dentro il suo stato al massimo nella dimensione di aree regionali del mondo importanti chi è decisivo che si coordino com'è il caso dell'Europa
Un governo democratico delle relazioni internazionali
E in prospettiva dello sviluppo equilibrato del mondo è un bisogno e una necessità
Certo non sarà opera di un giorno
Non spunterà bell'e pronto da questa o da quella crisi internazionale saranno operano sicuramente di tutto questo decennio che chiude
Ventesimo secolo il secondo millennio
Della storia cristiana ma sarà probabilmente l'opera anche del decennio successivo una grande opera di cambiamento delle strutture materiali del diritto internazionale
Della cultura della testa
Di milioni di miliardi di uomini
Oggi però ecco il punto
Il genere
Il primo vagito
Oggi a differenza soltanto di poche settimane fa sappiamo che questo che l'avvio di questo governo democratico mondiale e possibili si può cominciare ad aria
Dovremo tirarci indietro
Timorosi magari che strada facendo anche quello
Anche quel germe diventa qualcosa di diverso da come noi lo speriamo lo pensiamo timorosi magari che si trasformi nel dominio del Nord e sul Sud del mondo mafia
Noi comunisti le forze di sinistra chi si richiama le tradizioni della sinistra nelle sue diverse componenti
Quando c'è un punto di speranza non può che lavorare ad allargare e far fruttare quella speranza
Questo facciamo noi oggi si parla tanto di fine della storia
Di morte dell'ideologia di crisi dei valori e degli ideali pensiamo
Governo democratico delle relazioni internazionali e dello sviluppo
Economico del mondo ma questi sono valori quest'è un ideale per cui vale la pena Patti e per cui vale la pena lo faceva la compagna Rinaldi chiamare i giovani le nuove generazioni a battersi
Così altro che fino ad agosto così
Contribuiremo a costruire la la storia nuova noi in questo sforzo di costruzione del nuovo noi vogliamo essere
Noi ci saremo
Ci saremo come una grande forza della sinistra italiana ed europea il cui dovere non è solo quello di testimoniare la verità
Ma quello di strappare pezzetto a pezzetti tu nella realtà i miglioramenti possibili per il bene del mondo dell'umanità
La manifestazione di apertura ringrazio ancora una volta gli intervenuti soprattutto le autorità della Regione della Provincia che sono state qui presente l'appuntamento è al Festival e al suo programma grazie