20 GEN 2013
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Valter Vecellio - Radio - 17:00 Durata: 2 ore 2 min
A cura di Enrica Izzo
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In studio Valter Vecellio.

Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 20 gennaio 2013 , condotta da Valter Vecellio che in questa puntata ha ospitato Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Valter Vecellio (giornalista, direttore di Notizie Radicali, membro della Direzione Nazionale, Radicali Italiani).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 2 ore e 2 minuti.

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  • Pannella: “Oggi è tecnicamente e ufficialmente ormai un regime in flagranza criminale, secondo anche il giudizio delle giurisdizioni internazionali per cui l'Italia ha un ultimatum di un anno per fare quello che la partitocrazia non sarà mai capace di fare, ovvero riformare la giustizia e smettere di avere un regime nel quale la tortura di stato è una regola”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Valter Vecellio

    giornalista, direttore di Notizie Radicali, membro della Direzione Nazionale (RADICALI ITALIANI)

    I Radicali e le prossime elezioni nazionali e regionali. Marco Pannella: “E adesso? E adesso mi pare, come molto spesso, rispetto alla partitocrazia, ai partiti, a quel potere e al regime, solo che oggi è tecnicamente e ufficialmente ormai un regime in flagranza criminale, secondo anche il giudizio delle giurisdizioni internazionali per cui l'Italia ha un ultimatum di un anno per fare quello che la partitocrazia non sarà mai capace di fare, ovvero riformare la giustizia e smettere di avere un regime nel quale la tortura di stato è una regola che difendono perché - da impotenti prepotenti come sanno - possono immaginare che non riescono ad avere invece una situazione di rispetto della legge e nello stesso tempo restare al potere maledetto che ormai è quello da 60 anni di partitocrazia, che non è altro che l'eredità della partitocrazia antifascista dalla partitocrazia fascista contro lo Stato di diritto”. Il ruolo del “Presidente della Repubblica che si trova a mio avviso in flagrante delitto di attentato alla Costituzione, e peggio: attentato riuscito, e in tutto questo l'Italia invece sembra in gran parte assuefatta, cioè non consapevole del fatto che davvero quando si dice che da qualche anno che nelle nostre carceri c'è l'anticipazione della Shoah c’è una differenza: che il popolo tedesco nei primi anni della Shoah non poteva sapere nulla, mentre noi lo abbiamo sotto gli occhi e siamo assuefatti a questo e a ogni altro tipo di condizione criminale dello Stato”. Il “vagito” della scienza giuridica attraverso l’appello di Andrea Pugiotto e di 130 cattedratici che si sono rivolti al Presidente della Repubblica affinché si rivolgesse al Parlamento sul tema delle carceri e della giustizia. “Nelle sue splendide invettive, Grillo dice che dobbiamo cacciare tutti, sono tutti uguali… No, magari, non sono tutti uguali, altrimenti il sistema non funzionerebbe: sono tutti diversi ma uniti da una sola cosa, che sono soci di un’associazione per delinquere”. “La democrazia italiana è abolita”. “In questa situazione quindi c'è il problema di una congenita, iniziale, fonte di peste o di apprestamento in particolare per esempio nella storia dello Stato italiano. Ma dobbiamo stare attenti, perché già negli anni 20, con un’Italia che non era quella di oggi ed era molto più marginale, con un mondo meno globalizzato, noi riuscimmo a donare al mondo il fascismo. Oggi la cosa è un pochettino più grave se pensiamo alla lunga lotta che stiamo facendo da soli, come Radicali, per anticipare quel diritto umano, prefigurarlo e provocarlo, quel nuovo diritto umano in corso di formazione in sede Onu che è il diritto umano a conoscere la verità sull'operato degli Stati”. Il precedente della campagna radicale sulla guerra in Iraq
    17:00 Durata: 11 min
  • Su Storace: “Ricordo sempre che lui - militante ed esponente dell’Msi - essendo stato portato poi dalla maggioranza della destra al posto che oggi è quello di Sergio Zavoli, cioè alla presidenza della commissione di vigilanza Rai, a un certo punto lui viene e spara: ‘Da questo punto di osservazione, con i problemi che abbiamo concreti che abbiamo, la Rai e via dicendo, io quello che vedo è un ‘genocidio’ dei Radicali, anche culturale’. Lo dice, bene, lo ha detto e non è mai tornato indietro, mantenendo tutte le diversità - grandi - tra noi e lui”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sull’accordo tecnico saltato con Francesco Storace (La Destra) alla regione Lazio. I rapporti tra Radicali, Pd e centrodestra. Veramente è bastato un ritardo tecnico a far saltare l’accordo tra Storace e Radicali nel Lazio? Pannella: “Due risposte. Prima, è indubbio che Storace ha avuto delle difficoltà quantomeno ufficialmente ma anche realmente organizzative. Se dovevamo concludere quell'accordo, era è necessario che loro ci fornissero appunto il simbolo del collegamento per raccogliere le firme; e devo dire che lui ha lealmente chiesto scusa. Io ho accettato le scuse, perché che cosa è accaduto? Storace stava per cavoli suoi e aveva il problema anche lui del Lazio, e a un certo punto quando viene fuori ufficialmente che quello che lui poteva dare per scontato - cioè che Zingaretti volesse allearsi con i due consiglieri regionali che hanno riportato il solitario merito, indiscusso da chicchessia, di essere riusciti a far conoscere la realtà della regione Lazio -” invece era oggetto di uno “scontro, allora devo riferire la testualità di quello che viene detto: lui dichiara ‘Io sono il candidato’, e lo dice nel momento in cui lui non è più il candidato di estrema destra ma ufficialmente il candidato del centro-destra, e come candidato del centro-destra dice ‘io spero di essere Presidente della regione Lazio, ma proprio per questo, dinanzi all'ambizione di riuscire a governare la situazione della regione Lazio, io ho bisogno per me, mi è necessario garantire che ci siano quei due consiglieri regionali che hanno marcato la legislatura da soli, perché la loro critica e le loro capacità critiche mi sono necessarie se io voglio riuscire a governare in un modo un po' straordinario rispetto al modo ordinario di questi decenni della regione Lazio’. Questo lui lo ha detto, lo ha ripetuto ufficialmente. A questo punto poi il riflesso: ‘Ma lui è fascista!’. Ma bisogna dire che essere laici vuol dire non avere pregiudizi ideologici, pregiudizi sì ma non ideologici”. “Lui subito dopo aver detto questo, ci comunica dicendo: attenzione, io quello che vi chiedo è il rapporto critico, di opposizione, quindi io non vi chiedo nemmeno di fare campagna per me, di votarmi, questo lo ha detto, nessuno impegno di quelli dati per scontati”. Lo sconcerto di parte della dirigenza e del mondo radicale: “C’è stato dissenso, sconcerto, schifo! Ho sempre detto, e dammene atto, che quando nel Partito radicale c'è una situazione di non comprensione di quello che propongo, molto spesso poi è accaduto che l'esterno - arrivando - mi capiva al 100 per centro. Proprio perché noi siamo quel partito di strutture e di principi rivoluzionanti, nuovi. Noi abbiamo da una parte le doppie tessere, questa concezione nuova che non esiste altrove, ma abbiamo per esempio il fatto che i nostri iscritti sono quelli che pagano il biglietto all'anno”. Su Storace: “Ricordo sempre, magari a lui stesso, che lui - militante ed esponente dell’Msi - essendo stato portato poi dalla maggioranza della destra al posto che oggi è quello di Sergio Zavoli, cioè alla presidenza della commissione di vigilanza Rai, a un certo punto lui viene e spara: ‘Da questo punto di osservazione, con i problemi che abbiamo concreti che abbiamo, la Rai e via dicendo, io quello che vedo è un ‘genocidio’ dei Radicali, anche culturale’. Lo dice, bene, lo ha detto e non è mai tornato indietro, mantenendo tutte le diversità - grandi - tra noi e lui”. “Questa è la nostra storia: noi abbiamo difeso accanitamente i sospetti fascisti contro il fascismo degli antifascisti”. “Noi siamo quelli che non ancora come Partito radicale, ma come Partito liberale italiano, anch’esso membro del Cln, abbiamo provocato la crisi Parri per andare al governo De Gasperi. Siamo quelli che nel 1953, quando l’aggregato fascio comunista europeo parlava di Legge Truffa, e abbiamo Salvemini, Don Sturzo e tutti quelli dell’antifascismo autentico, prendiamo posizione e diciamo: ‘Questa è una normale legge che ha un premio di maggioranza per quelli che hanno la maggioranza assoluta’”. “La posizione che io avevo rispetto a quelli del Msi: siccome sono fascisti, l'antifascismo coglie l'occasione per comportarsi in modo fascista nei loro confronti”. “Lui sull'amnistia, sull'aborto, e sull'accidenti che ci spacca tutti quanti, ha una posizione diversa e ne è consapevole, lo sottolinea, sa che noi abbiamo una posizione diversa. E questo quindi non solo non mi impedisce, ma esige - quando in concreto e in modo clamoroso, dinanzi a un regime che trova nel suo peggio il Partito democratico ormai vincente: ha il presidente della Repubblica, ha il presidente del Comitato dei servizi segreti, ha regioni chiave dal 1948 eccetera”, di prenderne atto. L’atteggiamento della sinistra rispetto ai Radicali e all’illegalità italiana, “un fatto congenito”, e la sorpresa opposta di Storace. “Ma è divenuto il candidato del centro-destra, che arriva nel centro, e lì sicuramente sono venuti dei riflessi, ma torno a dire: questi riflessi sicurissimamente hanno funzionato ritardando il ritmo nel quale loro pensavano si sarebbe realizzato tutto. Lui è nel vuoto, è in buona fede, però ha avuto un ritardo. E io cercavo di metterlo al corrente. E’ possibile che questa sua posizione doveva anche avere a che fare con la resistenza naturale del suo ambiente. Quando lui però ufficialmente ha chiesto scusa”. “Ma questo bisogno di andare a dire ‘ma lui…’. Ma che cosa? Questo lo qualifica, resterà nella sua storia, anche per coloro che all’interno vorranno sottolineare la sua debolezza come di destra autoritaria”
    17:11 Durata: 24 min 38 sec
  • Pannella: “L’ho anche detto al partito. Scusatemi, vi vengono a chiedere ‘cosa pensate dell’accordo che Pannella propone con Storace’. L’evento non è quello che Zingaretti e Ambrosoli fanno, in una situazione patente, uno un’operazione forse cretina, e l’altra dolosa, grave, da associato per delinquere? No, la gente non l'ha saputo di questa cosa, l'evento era che noi ci mettevamo d'accordo con Storace”. “Certo, i compagni radicali sono stati in moltissimi a dire ‘basta!’, ‘non c’è democrazia interna’, cioè anche per loro l'evento era Storace, l'evento non era il Pd che compie queste cose!”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “L’ho anche detto al partito. Scusatemi, vi vengono a chiedere ‘cosa pensate dell’accordo che Pannella propone con Storace’. L’evento non è quello che Zingaretti e Ambrosoli fanno, in una situazione patente, uno un’operazione forse cretina, e l’altra dolosa, grave, da associato per delinquere? No, la gente non l'ha saputo di questa cosa, l'evento era che noi ci mettevamo d'accordo con Storace. Il fatto che Storace era intervenuto al posto dei ‘comunisti’ che dicevano ‘faremo noi pulizia e polizia di questi due Radicali che hanno fatto scoppiare il casino anche presso la nostra base e prenderemo per il sedere la nostra base perché in questo modo quelli che noi facciamo fuori li promuoviamo in Parlamento e questi li eliminiamo’. Questa storia è stata vissuta con naturalità dalla Repubblica, dal Corriere della Sera”. Pannella elogia l’articolo di Vittorio Macioce sul Giornale di domenica. “Certo, i compagni radicali sono stati in moltissimi a dire ‘basta!’, ‘non c’è democrazia interna’, cioè anche per loro l'evento era Storace, l'evento non era il Pd che compie queste cose!”. “Io dico: il partito è un partito straordinario proprio perché questo è quello che accade, perché siamo gente comune, chiunque. C'è quel grosso intellettuale che fa dei degli interventi, Zambardino, che dice che io disprezzo la gente perché la qualifico ‘brava gente’. Invece io voglio sottolineare una cosa molto diversa: che la gente normale, rispetto ai riflessi che la sociologia ci conferma da 40 anni, ha i riflessi della gente comune, della brava gente. Quando alla brava gente manca totalmente l'ausilio e l'ambiente della democrazia, la brava gente non ha gli elementi sistemici e strutturali per scegliere, viene appunto impedita di avere termini di scelta, ed è per questo che in tutti i dibattiti ci può andare Nichi Vendola, benissimo, non parliamo di Tonino Di Pietro che adesso è un po’ spompatello ma per 6-7 anni è stato l’eroe delle televisioni di Berlusconi, tutti quanti tranne noi”. “Ora proprio il fatto che i chiunque, i radicali straordinariamente tesserati anche essi sono necessariamente sanamente influenzati e testimoni di quello che su questo territorio accade, e gli studi che abbiamo fatti attraverso Betto sulla comunicazione, sono di una eloquenza favolosa”. Ancora sui rapporti tra Radicali, il Msi e la destra estrema
    17:35 Durata: 13 min 29 sec
  • Sul trattamento dei Radicali da parte della stampa, l'eccezione di Vittorio Macioce sul Giornale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Ancora sul trattamento da parte della stampa e sull’articolo di Vittorio Macioce del Giornale di domenica. Pannella: “Complimenti Macioce, perché a parte alcune accentuazioni che sono soggettive da parte sua, ma sono del tutto accettabili seppure non condivisibili, complimenti. Al Giornale c'è un po' di Montanelli che gira. Credo che il buon Indro sarebbe contento di leggere questa cosa, lui scriveva ogni tanto qualcosa del genere. Grazie al direttore del Giornale, grazie a Macioce”. “Per il resto io sono fiero che è vero che nel partito, in molte sedi, si è scatenato comunque un senso di insofferenza nei miei confronti. Devo dire: ho l'impressione che poi, dopo ieri sera, bisogna trovare altri motivi per sfogare il senso di saturazione che c’è nei nei confronti, perché questo ha mostrato che avere un'attenzione laica, con la responsabilità di giudicare - nel senso di esprimere un giudizio - e il fatto che le parole e il comportamento e la scelta politica di Storace devono restare”. L’atteggiamento dei media televisivi rispetto all’iniziativa radicale e al dialogo con Storace. “A me interessa una sola cosa: che lui era pronto a mettere nelle schede elettorali ‘Amnistia, giustizia e libertà’ come - questo però bisognerebbe non dimenticarlo, anche da parte dei compagni radicali che hanno avuto un po' fretta di distinguersi, di cogliere questa occasione o di non riflettere abbastanza per come poi è andata - ma il reato di opinione no. Se lui si comporta e fa questo, ed è pronto a mettere nella sua coalizione il simbolo con quelle parole scritte, è una contraddizione? Ma allora vuol dire il modo con cui guarda alle cose che sono contrapposte alle sue, ed è un procedimento liberale”. L’intenzione dei Radicali di “ricorrere alla giurisdizione europea e internazionale” per tutto quello che sta accadendo in Italia
    17:49 Durata: 17 min 37 sec
  • Pannella su Zingaretti: “Le primarie sono della stessa qualità di quello che ha tentato Zingaretti, cioè di far credere alla propria base che gli si offriva la testa di quelli che loro volevano, cioè i consiglieri regionali suoi, mentre in realtà questi li promuove e li rende più potenti, perché hanno fatto buona prova secondo lui, per decapitare poi quelli che erano responsabili di essersi fatti capire dalla loro base”, cioè i Radicali

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il “killeraggio” ordinato da Zingaretti, che pure fu “leale con la candidatura di Emma”, contro i Radicali già protagonisti nel Consiglio regionale del Lazio. Dal libro “Il costo della democrazia” di Cesare Salvi e Massimo Villone “viene fuori una lettura della realtà del Pd, quella per la quale anche le primarie sono della stessa qualità di quello che ha tentato Zingaretti, cioè di far credere alla propria base che gli offriva la testa di quelli che loro volevano, cioè i consiglieri regionali suoi, mentre in realtà questi li promuove e quindi li rende più potenti, perché hanno fatto buona prova secondo lui e per colpa nostra che abbiamo fatto capire alla loro base, ma addirittura serviva per decapitare quelli che erano responsabili di essersi fatti capire dalla loro base”, cioè i Radicali. “E’ il momento però di ricordare che noi abbiamo un concorrente di Zingaretti e di Storace, noi abbiamo candidato come presidente Giuseppe Rossodivita, e prepariamoci a questa battaglia perché sarà importantissimo vedere quanti potranno connettere quanto hanno appreso in un momento, cioè cosa Rossodivita e Berardo avevano fatto”. Il plausibile risultato negativo dovuto però all’antidemocrazia italiana, come sul finanziamento pubblico ai partiti. La polemica di Gad Lerner con Marco Pannella. Il trattamento dei radicali Marco Beltrandi e Maurizio Turco da parte del gruppo parlamentare del Pd
    18:06 Durata: 20 min 51 sec
  • L'eredità di Sciascia, il trattamento televisivo di Pannella e il rischio di vedere i Radicali completamente fuori dalle istituzioni: “La via d’uscita e di sicurezza è la lotta per la riforma dello Stato italiano in modo conforme ai diritti umani e allo stato di diritto. Con l'importanza oggettiva della costituzione di un radicamento sociale nelle carceri, tra tutti i carcerati e non solo i detenuti, con l'uso di massa della nonviolenza”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella sull’eredità di Leonardo Sciascia. Sul leader radicale e il trattamento riservatogli dai media: “Occorrerebbe un'analisi di questo genere: come mai ovunque c'è il fatto che devo avere 40 secondi o un minuto o un minuto e 15 secondi, è una regola assoluta. Un filologo può trovare una spiegazione a questo, perché probabilmente si può comprendere che con interventi così brevi è difficilissimo sviluppare un concetto, è difficile fare un ragionamento”. Bruno Vespa e la “regola Pannella” vigente in Rai fin dagli anni 60. Sulle performance televisive di Pannella. Il rischio di vedere i Radicali completamente fuori dalle istituzioni: “La via d’uscita e di sicurezza è la lotta per la riforma dello Stato italiano in modo conforme ai diritti umani e allo stato di diritto. Con l'importanza oggettiva della costituzione di un radicamento sociale nelle carceri, tra tutti i carcerati e non solo i detenuti, con l'uso di massa della nonviolenza”. Silvio Berlusconi, Angelino Alfano, Francesco Nitto Palma e il loro diverso atteggiamento rispetto alla proposta dell’amnistia
    18:27 Durata: 19 min 5 sec
  • La situazione del Mali e il ruolo di Demba Traore, segretario del Partito radicale transnazionale di origine Maliana: “Noi abbiamo oggi il segretario generale che ci aveva promesso che avrebbe scritto una lettera agli organi dirigenti del partito, per dimettersi o meno. Noi è un mese che stiamo attendendo che questo avvenga. Il timore è che abbia un riflesso comprensibile umanamente, ma politicamente - devo dire - praticamente inconsistente”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le vicende del Mali e il Partito radicale transnazionale, il cui segretario è un cittadino del Mali, Demba Traore: “Su questa vicenda c'è il riflesso di Demba Traore che ha avuto e ha il riflesso che ho criticato, dialogando con lui quel poco che mi è stato possibile, di ritenere che il suo dovere e anche volere difendere il Paese lo ha fatto chiudendosi dietro il suo Paese, e continua a farlo, tanto è vero che l'ho anche detto – e devo dare atto al ministro degli Esteri, dicendo ‘mi parrebbe utile e anche necessario che il governo contemplasse la possibilità di accogliere in Italia, ma anche di aiutarlo a venire come invitato in Italia, lui, la madre, la moglie e i quattro figli, e magari una persona tra i suoi collaboratori. Io questo io l'ho comunicato anche a Demba e le risposte sono interlocutorie. Umanamente lo si può capire. In questa situazione non riflette sul fatto che probabilmente stando qui, andando a New York, potrebbe dare un aiuto di molto maggiore al suo Paese e al Partito. Ho l'impressione che lui non riesce, perché non mai segnalata la sua presenza dagli invitati; evidentemente anche i giornalisti anglosassoni, francesi e via dicendo, non hanno individuato questa presenza particolare, e questo a me dimostra che in questo modo lui ha avuto il comprensibilissimo e umanissimo riflesso di chiudersi all'interno della situazione che invece potrebbe sicurissimamente di molto aiutare mobilitando, come sono pronti a mobilitarsi, i suoi compagni degli organi direttivi del partito”. L’impegno di Marco Perduca e Matteo Angioli sul fronte italiano del Partito radicale. “Noi abbiamo oggi il segretario generale che ci aveva promesso che avrebbe scritto una lettera agli organi dirigenti del partito, per dimettersi o meno. Noi è un mese che stiamo attendendo che questo avvenga. Il timore è che abbia un riflesso comprensibile umanamente, ma politicamente - devo dire - praticamente inconsistente”
    18:46 Durata: 7 min 14 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sulle ultime ore di raccolta firme per le liste in tutta Italia. “E’ chiaro o no che stiamo dando tutto, come abbiamo fatto in altri momenti per divorzio e aborto, per la riforma della giustizia, per uscire fuori come Italia dalla condizione di flagranza di reato e per l’amnistia? Questo appunto spero che dall'interno delle comunità penitenziarie lo tengano presente per non sentirsi soli”. I ricorsi giurisdizionali in corso, soprattutto a livello internazionale. “Un appello alla Lombardia, perché i compagni lombardi meritano più di tutti quanti noi probabilmente, e la realtà lombarda è tale che le notizie che finora ci sono arrivate dalla Lombardia sono assolutamente allarmanti. Quindi per quel che vale, dovunque e a tutti coloro che ci ascoltino, loro devono davvero tenere presente che sarebbe una straordinaria foto della realtà di regime italiana se, proprio in Lombardia, dovesse mancare la nostra possibilità di andare a delle elezioni”
    18:53 Durata: 8 min 52 sec