Speciale Giustizia

Buonasera agli ascoltatori dello speciale giustizia un cordiale saluto a Sergio Scandurra così nella nostra rubrica di cronaca giudiziaria e questa sera non
Non torna sulle aule giudiziarie ma in quelle parlamentari perché esso copiamo della relazione tenuta dalla Presidente della Commissione bicamerale antimafia Beppe Pisanu
Sulla vicenda delle stragi e soprattutto sulla cosiddetta trattativa stato mafia una relazione che ha fatto non poco discutere che ha avuto luogo
Il nove gennaio scorso avuto anche un seguito a un dibattito nonostante le Camere sia che siano sorte l'attività San Macuto comunque
Diciamo nell'ordinaria tempistica
E ha visto poi i singoli commissari delle varie forze politiche imbattersi in una dibattito che ha avuto luogo invece il quindici scorso
Ovviamente la lunghezza dei documenti indurrà uno spezzettamento della
Proposizione radiofonica speriamo di potervi trasmettere anche il resto del dibattito che ha avuto luogo
Successivamente all'esposizione del Presidente Pisanu con la sua discussa
Relazione discussa perché
Lo ricordiamo si tratta di un intervento conclusivo al termine di un'indagine che è un po'sulla falsariga potremmo dire delle Commissioni americane
Autonomamente la Commissione antimafia ha svolto su queste tematiche chiamando
A deporre davanti alla Commissione vertici più significativi della degli apparati investigativi inquirenti
Che si sono occupati della vicenda delle stragi tra il novantadue novantatré soprattutto della cosiddetta vicenda sulla trattativa stato mafia
Non sapremo dirvi quanto questi argomenti poi avranno un'influenza sul voto nel pieno di una campagna elettorale che vede come sapete
Anche in prima linea
Impegnato Antonio Ingroia che comunque adesso da politico seppure in aspettativa dal suo ordine giudiziario
Potrà assumersi il ruolo un po'di megafono politico del assunto accusatorio della pubblica accusa di Palermo
Che era presentata nella nell'altro aspetto quello meramente processuale seppur nelle prime battute preliminari embrionali che rimandarla in udienza preliminare
Guidata dal giudice per le udienze preliminari Piergiorgio Morosini
E che che ne comunque Ingroia lontano nel suo ruolo di politico da qualsiasi eventuale richiamo di organi
Disciplinari del l'organo di autogoverno dei giudici che il Consiglio superiore della magistrato
Una un aspetto abbastanza problematico quello della trattativa lo sapete benissimo ripetiamo non sappiamo poi quanto questi argomenti avranno un'influenza sul voto in realtà sono due al momento e
Gli eventi giudiziari principali attesi nel mezzo di una campagna elettorale non ci sarà solo
Il caso Ruby il processo che si sta celebrando davanti ai giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano ma è atteso e l'attualità sulla vicenda trattativa stato mafia
C'è tutta
Perché non si consuma solo all'interno della ovviamente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla fenomeno della mafia la antimafia a San Macuto ma si consuma dentro le aule di giustizia con l'udienza preliminare
Sulla trattativa sto mafia che dovrà decidere il rinvio a giudizio o meno che peraltro è stato chiesto un paio di giorni fa proprio dal Pubblico Ministero Di Matteo
E che ovviamente però a differenza del processo dubbi si tratta di uno stato embrionale del chiasso si dovrà decidere se celebrato me nel processo sulla trattativa mentre nel caso di Ruby
Si attende una sentenza una pronuncia una determinazione dai parte dei giudici di primo grado a carico dell'unico imputato che come sapete e silenzio Berlusconi
L'attualità dicevamo c'è tutta anche perché è proprio un paio di giorni fa a ridosso della requisitoria finale in udienza preliminare del dottor Di Matteo
La
In Consulta esibito nei dettagli i nelle motivazioni che hanno dato ragione al collo e sulla vicenda delle intercettazioni tra Mancino Napolitano stabilendo appunto la coatta distruzione del lei intercettazioni che è stata sono stato oggetto del contenzioso tra i pubblici ministeri di Palermo e lo stesso
Lo stesso Quirinale
Ma l'attualità vedrete che tornerà poi di qui a poco meno di una settimana perché i la prossima settimana attesa la d'ingresso
Della
Del del giudice
Per le udienze preliminari per Giorgio Morosini in camera di consiglio l'udienza che è stata fissata per i il a ventiquattro prossimo
Vedrà il giudice Morosini ascoltare le ultime contro repliche finali delle parti supponiamo Pubblico Ministero e vari collegi difensore difensivi del gli imputati nel udienza preliminare sulla trattativa stato mafie poi
Chiudersi nella
Storica
Tanti filosofica solitudine del giudice che dovrà appunto decidere pone se accendere un processo ex novo oppure archiviare il caso oppure richiedere ulteriori
Approfondimenti dunque siamo se da una parte non sapremmo dire ripetiamo quanto influirà sul voto degli elettori una vicenda giudiziaria piuttosto che un'altra di sicuro
Influirà sul sul dibattito sulle pagine dei giornali allora
Noi questa sera intanto ascolteremo
Non foss'altro per la lunghezza due per la lunghezza dura
Più di due ore e mezza la relazione Pisana ascolteremo una prima parte
Della relazione conclusiva tenuta il nove gennaio scorso
Però ovviamente questa l'azione ha lasciato perplessi ovviamente non solo come da rito i pubblici ministeri che hanno ovviamente le loro convinzioni le loro idee sul caso ma anche persino in alcune parti
Gli stessi detrattori degli assunti accusatori
Della procura di di Palermo quindi in realtà questa relazione di Pisano va preso un po'come un pesce fuor per pezzi perché sì alcune cose
Alcune cose tornano altre un po'meno altri rilievi però sono sicuramente interessanti diciamo subito che intanto
Il nella sua relazione
Pisanu parla di una tacita e parziale intesa tra le parti in conflitto una
Terminologia che è un po'
In prima battuta per chi l'ascolta riguarda ricorda un po'i contenziosi tra privati davanti al giudice di di pace o un po'o un pretore insomma fa fatica Pisano a parlare di una trattativa stato Mascia
Ma in realtà poi nelle ore successive all'esposizione di questa relazione conclusiva lo stesso pubblico ministero Di Matteo a Palermo ha subito preso le distanze non foss'altro che nelle conclusioni del Presidente la Commissione antimafia
Si fa capire sostanzialmente che la trattativa termine che rimane però ancora
Improprio tra chi sostiene si tratti
Tra chi sostiene appunto la tesi dei colloqui investigativi tra chi sostiene il caso della procura di Palermo di una trattativa stato mafia
Come un gesto isolato e autonomo dei Carabinieri di De Rossi in particolare dei suoi uomini che oggi sono appunto imputati
Nell'udienza preliminare stiamo parlando soprattutto
Del generale prefetto in pensione e Mario Mori poi generale superarmi e detto
Ma Di Matteo risponde dicendo che non fu un'iniziativa risponda Pisano dicendo che non fu un'iniziativa isolata dello Stato
E perché diciamo che appunto questa relazione in alcune sue parti lascia dubbiosi critici persino i detrattori dall'assunto accusatorio della Pubblica accusa nel
Procura di Palermo perché financo
Il generale Mori ha detto beh certo sarei stato un pazzo a muovermi autonomamente è chiaro che il carabiniere non si muove da solo c'è un input nella linea di comando nella gerarchia
Non sono all'interno della caserma ma anche a livello
Come dire statale
Questa cosa ovviamente ha acceso le polemiche di sempre però in realtà
Ci sono alcune cose che nel patchwork della
Della relazione conclusiva di Pisanu sono comunque stuzzicanti interessanti per
Per l'ascoltatore soprattutto su su alcuni punti
Cominciamo col dire l'affare Ciancimino quante volte abbiamo detto che poi nell'ipotesi
Delle vicende torbide che hanno abbracciato quegli anni
In realtà più di un papello Rina molte cose sembrano assumere il connotato di un papello Ciancimino o di un nodo della famiglia Ciancimino dal momento in cui
Anche quando
Comunque prendiamo
Per pacifico il dato che
Dai tempi di Dalla Chiesa il carabiniere va contattare il mafioso nelle sue strategie investigative per raccogliere dell'informazione
L'arrivo però del carabiniere a casa di Ciancimino non è l'arrivo
Non è il viaggio di un investigatore in un picciotto qualunque che possa poi eventualmente candidarsi alla figura di confidente
Stiamo parlando di una persona importante con una
Attitudine anche a trasformare le pupille degli occhi a forma di di dollaro un po'sulla falsariga dei fumetti di Topolino
E che è il rischio ci sia stato un una come dire una
Un'attitudine abile di Ciancimino a conservare peraltro a
Proteggere gli immensi patrimoni sparsi
Sparsi per il mondo dopo peraltro una vicenda processuale che l'ho visto
Anche condannato terra associazione mafiosa in un processo dove peraltro non era
Non il pubblico ministero non era in programma era Pignatone
Fu un processo importante
E che poi ha visto sempre con una chiave molto problematica gli elementi della famiglia Ciancimino perché si batte appunto
Dalla famoso don Vito al figlio Principe testimone coccolato dalla procura di Palermo Massimo Ciancimino
Personaggio sicuramente controverso nel suo ruolo quanto nella sua configurazione
E anche negli speciali giustizia quante volte abbiamo sollevato anche in tempi non sospetti la configurabilità del testimone di diciamo questo perché ovviamente
Pisanu nella sua relazione
Non si è risparmiato degli accenti critici sull'inattendibilità di Massimo di Massimo Ciancimino ma dallo speciale giustizia di Radio radicale avete
Avrete sicuramente ha ascoltato anche in tempi non sospetti i dubbi sollevati sulla configurabilità del personaggio anche con un richiamo fra record della testimonianza di un magistrato protagonista negli anni diciamo
Storici del Pullara antimafia di Palermo gli anni del maxiprocesso che ci confidò ci confidò vuole restare anonimo rispettiamo questa sua decisione
Ma potete capire pressappoco la caratura del personaggio quando ci ha detto è inammissibile tenere una persona
Sotto interrogatorio per due anni quando io e Giovanni limitammo la pratica di Tommaso Buscetta in un paio di mesi
Ciancimino non si è risparmiato ha fatto delle contraddizioni ricorderete l'andirivieni dalle sue tasse forti oltre confine
Le fotocopie originali delle fotocopie in copia insomma poi alcune di queste fotocopie annotazione hanno travisato
I magistrati alcune manipolazione a tal punto da
Coinvolgere poi Ciancimino attraverso una denuncia di De Gennaro con nell'ipotesi di reato di calunnia
Comunque l'interrogativo rimane ma piuttosto che consegnare la figura di Ciancimino
Allibisco a un'icona che poi è stata un neologismo tutto coniato dalla stampante nulla contemplato dalla codicistica penale come quello del dichiarante di giustizia
Ma perché nonni indurre Ciancimino civilissimo programma di protezione periodi collaboratori di giustizia che a quel punto secondo i dettami della legge sui collaboratori di giustizia pentiti che dir si voglia
Proprio a garanzia
Non solo degli atti degli impianti accusatori ma degli stessi impianti dibattimentali a quel punto avrebbe dovuto dire tutto entro un range temporale ben preciso sei mesi
E non solo avrebbe dovuto denunciare tutti i patrimoni illecitamente percepiti
Ma durante questi due anni di interrogatorio e di coccola mento potremmo dire da parte della Procura di Palermo succo lo sconto il personaggio Massimo Ciancimino
Molte sono le vicende controverse
Che abitano non solo dentro il distretto della Corte d'Appello di Palermo che ha visto intanto condannate per una primissima vicenda intestazione fittizia di beni si chiama così ma in realtà il riciclaggio
Una condanna a carico di Ciancimino
Abita nelle carte della procura di Reggio Calabria
Una vicenda sull'incontro tra Ciancimino e Girolamo Strangio il faccendiere ritenuto vicino alla famiglia dei Piromalli abita nelle carte soprattutto della Procura di Roma e non in quella di Palermo l'ipotesi investigativa e inquirente attorno a una colossale operazione di riciclaggio che ci porta alla e Coreco o è corretto non sapremmo dire come si pronuncia di Bucarest la più grande discarica
Di rifiuti della stessa euro
Quindi la relazione di Pisano presa per pezzi nel suo patchwork a negli aspetti critici interessa
Altri lascia sul terreno dei dubbi financo gli stessi detrattori dell'assunto accusatorio della Procura di Palermo e poi rimane il capitolo Borsellino
Borsellino Paolo ovviamente
L'assunto della pubblica accusa palermitana e che è quello che è stato poi consolidato nella requisitoria formulata
Nella sua richiesta di rinvio a giudizio dal
Pubblico ministero di Matteoli che Borsellino fosse stato ucciso proprio perché avversava la trattativa
Premesso che sulle motivazioni e le stragi che rimangono comunque una vicenda sei torbida ci sono diverse opinioni
Tra chi dice che ci sia stato nulla
Attorno alla scelta dell'eliminazione una serie di agevolazioni di vendette in virtù della trattativa o di chi si opponeva alla trattativa altri
Che parlano degli ultimi colpi di coda di un sistema affaristico criminale quindi di un riflesso di autoconservazione delle élite ciò che di lì a poco erano anche state messe in crisi
Dalla famoso clima
Anche acceso a Milano da mani pulite di una serie di collegamenti col regime di allora che via via
Erano decisamente impicco
Però
Sulla vicenda Borsellino rimangono aperti ancora degli interrogativi ma come è possibile
Che Paolo Borsellino ove fosse stato messo
Al corrente di una trattativa stato mafia e ove si fosse
Ove avesse manifestato la sua contrarietà
Riesce veramente difficile pensare
Che
Paolo Borsellino non sia stato in grado di lasciare alcuna traccia giudiziaria
In fondo aveva
Anche del tempo a disposizione prima della drammatica all'immigrazione
Portata a compimento diciannove luglio perché in novecento novantadue con la strage dirà meglio insieme agli agenti della scorta
Ne aveva tutto il tempo e non tanto
Della discusso insediamento incontro vittima volte smentiva volto confermato con Nicola Mancino nell'insegnamento nel suo ruolo di neoministro degli interni
Ma anche quando il ventotto giugno già la dottoressa Liliana Ferraro che nel frattempo aveva ereditato
Nel novantadue il posto che fu di Giovanni Falcone al vertice di affari penali informo Borsellino comunque dei colloqui investigativi dei contatti del rosso
Figura generale Mori
Con Vito Ciancimino
E allora ma davvero la tutto il primo pensiero di Paolo Borsellino era quello di andare a confidare magari
A un mafioso pentito le sue perplessità
Su una eventuale
Trattativa stato mafia caso di specie come potete immaginare
Gasparri mutuano ma come possibile Paolo Borsellino non abbia lasciato nessuna traccia un verbale un esposto al CSM ad altri organi o financo volendo la mettere in modo
Come dire malizioso con un'intervista confidenziale come l'ultima intervista che fece ai giornalisti
Della TV svizzera la famosa intervista in cui Borsellino
Contestualizzo già in quegli anni imbarazzanti legami tra Dell'Utri lo stalliere di Arcore gli ambienti dell'imprenditore Silvio Berlusconi
Questo rimane ancora un
Mistero
Tutto è affidato o alla alle dichiarazioni che però sono dichiarazione travestono dei pentiti con una brusca Gaspare Minutolo oppure alla alle testimonianze della vedova di Paolo Borsellino che però attenzione
La signora Agnelli sette
Rivela del marito che parla di trattativa prima che ufficialmente e questo è accertato anche in sede processuale
Fossero iniziati i contatti quindi l'iniziativa investigativa
Dei carabinieri con Vito Ciancimino
Che potrebbe avere potrebbe il condizionale è d'obbligo una una una spiegazione razionale
Ancora prima del
Famoso primo luglio l'insegnamento di Mancino al Viminale si andava parlando anche tra noi cronisti di trattativa non foss'altro che
Un po'tutti quelli che si sono occupati del caso hanno avuto per le mani il famoso e inquietante anonimo il principale anonimo dal novantadue
Che aveva dei caratteri di presagio inquietanti inauditi e sul
Cui documenti realtà non è che ci sia stato un granché di approfondimento è già in quella norma
Si parlava chiaramente
Di una trattativa un anonimo un'anonima o che peraltro poi nelle piloti nella storia reale avuto appunto dei caratteri sicuramente di presagi
Quindi
L'anonimo del novantadue quanto la figura di Vito Ciancimino in realtà non è che siano state delle piste granché coltivate
Dalla procura di di Palermo insomma gli aspetti problematici sono davvero davvero tanti potremmo proseguire
Ha in ogni
Nell'introduzione sottraendo ulteriore tempo al documento e quindi per adesso
Ci avviciniamo all'ascolto di questa prima parte della relazione del Presidente della Commissione antimafia Beppe Pisanu in una in un organismo parlamentare che ormai va ricordato
Da un po'di tempo a questa parte non conosce più lo strumento nelle relazioni di minoranza ma sentiamo
Cosa ha detto Beppe Pisanu in questa prima parte di relazione sulle
Stragi di mafia e soprattutto sulla trattativa stato mafia una parte dello Stato come
Un po'fa intravedere tra le righe del suo intervento
Era il nove gennaio scorso relaziona San Macuto di Beppe Pisanu buon ascolto l'ordine del giorno come sapete il reca comunicazioni del Presidente sui grandi delitti e le stragi di mafia degli anni novantadue novantatré
A conclusione dell'inchiesta chili abbiamo svolto in questi ultimi tre anni
Ricordo che il ventidue dicembre scorso il Presidente della Repubblica ha sciolto il Parlamento
E conseguentemente
Il le Presidente del Senato nella seduta del ventotto ci ha ricordato che le Commissioni di inchiesta
Possono riunirsi solo al fine di rendere esplicite
Le conclusioni dell'attività svolta prima dello scioglimento quindi noi nella prossima seduta
Che sarà anche quella definitiva faremo una relazione sull'attività svolta nella
Intera legislatura mentre oggi il CIPE limitiamo
A le mie comunicazioni sulla
Inchiesta
Sapendo però che non possiamo pervenire ad un vuoto ma l'inchiesta la le mie comunicazioni possono dar luogo a un dibattito
E
Le mie comunicazioni dibattito conseguente possono rientrare nella relazione conclusiva dei lavori svolti
è chiaro questo questo punto
Se
Io però mi sono anche premunito non vorrei a ampliare troppo questa discussione perché
Abbiamo
Molto da fare oggi
Io però ho chiesto una previa autorizzazione ai Presidenti di Camera e Senato per cui
Se il dibattito ci portasse alla possibilità di concludere
Con un vuoto questa discussione potremmo farlo
Detto questo
Quindi
Annunzio che sarò lungo
E
Perciò comincerò col risparmiarvi l'introduzione alla mia relazione
La quale altro non è
Che il riepilogo della nostra attività di inchiesta
Un vero un riepilogo le sedute tenute le audizioni fatte e la documentazione raccolta quella formata da noi così via
E vengo invece immediatamente alla tema
Le stragi del novantadue novantatré
Non sono una improvvisa esplosione di violenza mafiosa
Ma all'esito di un lungo processo criminale
Ricco di implicazioni che inizia negli anni settanta che si sviluppa con l'ascesa dei Corleonesi alla guida di Cosa nostra
Quegli anni registrano un radicale cambiamento nell'attività imprenditoriale della mafia
Essa diventa non solo una macchina criminale da guerra ma anche un sistema di produzione a delle fatto rendimento
Che spazia dalle costruzioni alla lavorazione di esportazione dell'eroina creando una dirompente forza economica
Basti qui considerare
Che negli anni del famigerato Sacco di Palermo il business edilizio nuove tremila miliardi di vecchie lire
Delle quali secondo i calcoli degli organi bancari solo quattrocento miliardi pari al tredici per cento vengono erogati dal credito fondiario
Il fatturato della raffinazione del traffico dell'eroina e invece incalcolabile
è certo comunque che dopo l'inasprimento della legislazione americana sugli stupefacenti la mafia assume la leadership mondiale della raffinazione e dello spaccio delle rovina
E per questa via si internazionalizzate
Adotta il nome di cugini di oltre o c'erano Cosa nostra
E dispiega le sue attività su un terzo del pianeta
Nei Paesi orientali per l'approvvigionamento della morfina base in Sicilia per la raffinazione in Europa e in Nordamerica per lo smercio del prodotto finito e per il riciclaggio degli immensi profitti
Emergono Bossuto come Gerlando Alberti Pippo Calò i fratelli Vernengo Mariano Agate
E con loro cresce una mentalità nuova una classe dirigente mafiosa attenta all'economia e alla finanza ma non per questo meno incline alla violenza
La scienza dei Corleonesi
Dei Luciano Liggio Toto Riina e Bernardo Provenzano avviene in questo contesto
Essi si imporranno definitivamente con la Seconda guerra di mafia mille novecentottantuno ottantadue
Una specie di pulizia etnica che lascerà sul campo circa mille morti quasi tutti da parla parte dei palermitani
L'egemonia dei corleonesi si realizza dunque assommando la massima potenza di fuoco col massimo di profitti di vendite e di molecolare il controllo del territorio siciliano
Una concentrazione di potere impressionante
Vi danni per la rozzezza dei modi il corleonese si dimostrano abili spregiudicati e determinati nella gestione di questo potere
Il rapporto con la politica intanto registra sensibili mutamenti sia
Perché
Se la speculazione edilizia e il controllo delle aree fabbricabili
Richiedono relazioni strette con gli amministratori locali i partiti di Governo
La produzione la distribuzione della droga non esigono un diretto sostegno politico
Ma solo una più generica copertura che verrà comunque compensata alle elezioni in termini di voti
Con la droga insomma il potere mafioso è cresciuto enormemente ed è diventato più autonomo
Ed il Corleonesi per istinto e per il calcolo sono decisi a difenderlo con ogni mezzo e ad ogni costo
Rina impone con la forza delle armi la sua egemonia all'interno di Cosa nostra e con la stessa forza la estende all'esterno colpendo chiunque la ostacoli e la contrasti
Col tempo i nemici più insidiosi di Cosa nostra emergono nere anche delle istituzioni della società civile e della politica
La mafia Anna percezione netta e infatti dagli anni Settanta in poi alza la mira e scatena la sua violenza sullo Stato e i suoi uomini
Da allora
E fino alle stragi del novantadue novantatré
La declinazione del rapporto mafia politica si snoda attraverso una impressionante sequenza di omicidi
Per coppie colpiscono al cuore la società la rappresentanza politica siciliana le istituzioni e anonimi cittadini
Ho fatto qui un riepilogo delle vittime e più un notte di quel periodo ne cito alcuni perché vanno bene il senso di questa scansione della violenza mafiosa contro lo Stato
Giuseppe Russo colonne Pietro Scaglione Procuratore della Repubblica mille novecentosettantuno Giuseppe Russo Colonnello dei Carabinieri settantasette tempi e Peppino Impastato il giornalista settantotto
Fila per far parte sotto ufficiale di pubblica sicurezza settantanove
Mario Francese giornalista settantanove Michele Reina segretario provinciale della DC settantanove Boris Giuliano capo della squadra mobile di Palermo che aveva acquistato
Acquisito per primo le prove del traffico di stupefacenti tra Sicilia e gli Stati Uniti d'America settantanove
Cesare Terranova già componente della Commissione parlamentare antimafia e prossimo alla nomina a capo ufficio istruzione di Palermo settantanove
Piersanti Mattarella presidente della regione Sicilia ottanta Emanuele Basile comandante dei carabinieri di Monreale ottanta Gaetano Costa Procuratore della Repubblica di Palermo ottanta
Pio la Torre segretario regionale del PC ottantadue
Paolo giaccone medico-legale che aveva rifiutato a Cosa nostra una perizia di favore ottantadue Carlo Alberto Dalla Chiesa prefetto di Palermo per un mandato speciale per la lotta alla mafia ottantadue
Giangiacomo Ciaccio Montalto Pubblico Ministero ottantatré
Mario da Leo capitano dei carabinieri ottantatré Rocco Chinnici capo dell'ufficio istruzione di Palermo tanta tre
Giuseppe Fava giornalista ottantaquattro Giuseppe montana capo commissario DPS ottantacinque
Antonino per saranno Tonini vice questore
Ottantacinque Giuseppe Insalaco ex sindaco di Palermo
Ottantotto Alberto Giacomelli magistrato ottantotto
Antonio Saetta Presidente della Corte d'Assise d'Appello ottantotto Antonino Scopelliti Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione novantuno Rosario Livatino giudice del Tribunale di Agrigento novantuno
Giuliano Buazzelli maresciallo dei Carabinieri e poi Beppe Alfano e Padre Pio pugliese ma siamo già nel novantatré giornalista il primo sacerdote il secondo
A questa lunga lista dovrei aggiungere e nel testo urli trovate anche le vittime innocenti che ebbero il solo torto di essere o di essere accanto alle vittime prescelte al momento dell'attentato
Ecco quel che mi preme sottolineare onorevoli colleghi e
Che secondo me le stragi del novantadue novantatré si collegano per diversi aspetti a questa lunga scia di sangue
Esse marcano il culmine
Dell'attacco allo Stato da parte di Cosa nostra il sinistro trionfo della potenza militare del Colleoni Corleonesi ma anche
L'inizio del loro declino
Veniamo all'attentato
Fallito al giudice Falcone
Anche se formalmente che questa vicenda stranieri grandi diritti alle stragi del novantadue novantatré
Credo che meriti uno particolari richiamo
Nell'ordine cronologico degli avvenimenti
Perché il fallito attentato all'Addaura dell'Addaura giudice Falcone preannunziato
Che il disegno di morte deliberato da Cosa Nostra nei suoi confronti e costituisce oggettivamente il prologo della vicenda complessiva dell'acqua lecci occupiamo
Il due giugno come sapete dell'ottantanove sulla scogliera antistante la villa abitata da Giovanni Falcone in località Addaura sul lungomare di Palermo
Gli agenti di scorta in servizio di vigilanza trovavano una multa subacquea
Un paio di Pinè una maschera da subito e una borsa sportiva un tenente una cassetta metallica con cinquantotto candelotti di esplosivo innescato da due detonatori elettrici comandati
Da una apparecchiatura radio ricevente
La carica esplosiva era a fianco della scaletta che attraverso un percorso obbligato conduce dall'abitazione del dottor Falcone allo specchio di mare antistante
Proprio in quei giorni Falconi aveva invitato i suoi colleghi svizzeri il procuratore Carla Del Ponte che il giudice Carlo Leman che si trovavano a Palermo
Per una indagine collegata a reati di criminalità organizzata di cui si occupava anche lo stesso Falcone
Il movente dell'attentato veniva individuato dagli inquirenti si accomuna vendetta per le indagini compiute dal Mar valoroso magistrato sia come un'azione diretta a prevenire indagini future
Era lo stesso movente che anni prima il venti luglio tot ventinove luglio dell'ottantatré aveva portato all'omicidio del capo dell'ufficio istruzione del tribunale di Palermo
La cosiddetta stragi di via Pipitone dottor chimici che per primo aveva istituito il pool antimafia
Faccio questo richiamo per l'evidente il significato
Più in generale l'attentato si arrivi si inseriva in una strategia articolata di Cosa nostra propria dei Corleonesi
Volta alla sistematica eliminazione di quanti si battevano per debellare alla e per decidere i suoi e per recidere i suoi collegamenti
La vicenda aveva anche un aggancio nella sentenza di condanna del dottor Bruno Contrada
Nella parte relativa alla fuga di Oliviero Tognoli vi ricordo che costui era un industriale che riciclava i proventi del narcotraffico per conto della mafia
Ed era indagato sia Nesi credo dal Pubblico Ministero Carla Del Ponte sia in Italia dall'allora giudice istruttore Falcone che congiuntamente lo interroga non ho più volte
Il Tognoli
Destinatario di un mandato di cattura a firma del dottor Falcone
Sarebbe riuscito a sfuggire all'arresto grazie al dottor Contrada che gli avrebbe rivelato l'imminente emissione del provvedimento restrittivo a suo carico
Dunque
La contemporanea presenza della villa dell'Addaura dei due dei giudici elvetici legittimava il sospetto che vi fosse un collegamento tra
L'attentato e le indagini in corso con i colleghi svizzeri
E in particolare con le dichiarazioni rese da Tognoli alla del Ponte circa il coinvolgimento del dottor Contrada nella sua fuga
Ma le indagini in corso presso la Procura della Repubblica di Caltanissetta come abbiamo potuto accertare hanno anche dimostrato che la presenza di giudici svizzeri è da considerarsi del tutto casuale ed estranea al contesto dell'attentato
Esso infatti sarebbe stato programmato e preparato parecchio tempo prima che si sa
S dell'avvenuta in Italia di due magistrati svizzeri
Secondo alcune dichiarazioni rese da collaboranti erano presenti sul luogo del delitto con ruoli a tutt'oggi non chiariti due agenti della Polizia di Stato Antonino Agostino ed Emanuele sarà Emanuele Piazza entrambi legati ai servizi segreti
Ma gli esami del DNA sugli indumenti dal subordini venuti sugli scogli dell'Addaura
Hanno rivelato i profili genetici proprio genetici di Angelo Galatolo che è già stato condanna che era già condannato in via definitiva ed hanno escluso invece quelli di Agostino piazza di Agostino e di piazza
Gli elementi di dubbio o in questa vicenda però non si fermano qui
La perizia balistica infatti ha stabilito che l'onda l'Udu urto dell'esplosione avrebbe avuto un raggio di azione di appena due metri
Ed una proiezione di alle schegge di sessanta metri
Tanto da indurre qualcuno a ritenere
Che si fosse trattato più che altro di una mera intimidazione
Forse per questo insieme di ragioni
Un investigatore esperto come il colonnello muori fu portato ad ipotizzare in una relazione del ventinove aprile del novantatré che l'intimidazione provenisse da ambienti diviene sì da Cosa Nostra
Tornando a noi va detto che a complicare le cose contribuì seppure in maniera involontaria l'artificiere dei carabinieri Francesco Tumino
Il quale è chiamato a disinnescare l'esplosivo commise due errori gravi
Il primo fu quello di distruggere il meccanismo di innesco compromettendo così ogni possibilità di ulteriori accertamenti tecnici
Il secondo fu quello di aver poi consegnato ad un indefinito funzionario di polizia qualificatosi come appartenente alla Criminalpol di Roma alcuni reperti del materiale distrutto
Dopo molti anni lo stesso Tumino identificherà allo sconosciuto nel commissario di pubblica sicurezza Ignazio D'Antone subendo però un'imputazione precari
A distanza dunque di oltre un ventennio non siamo ancora in grado di combinare razionalmente i fatti e le valutazioni
Che indussero il dottor Falcone a definire l'attentato o l'avvertimento dell'Addaura come opera di menti raffinatissima
Sul punto peraltro la nostra Commissione
Ha raccolto soltanto generici riferimenti esplicativi presi nel corso delle loro audizioni dal prefetto De Gennaro e dall'onorevole Martelli all'epoca entrambi vicini al dottor Falcone
Il primo ha identificato le menti raffinatissimi in centri di poteri occulti e logge massoniche non ortodosse
Anche sia dovuto riconoscere che soltanto l'i tempi l'interpretazione autentica dello stesso dottor Falcone avrebbe potuto chiarire il suo pensiero
Il secondo ha invece all'uso ad un'area di contiguità tra mafia e Società palermitana al mondo delle professioni a parti deviate della stessa polizia palermitana e servizi segreti
Due anni dopo la da ora Cosa nostra elabora una vera e propria strategia vendicativa nei confronti dei suoi nemici
In una riunione della Commissione mafioso convocata per gli auguri di fine anno del novantuno
Salvatore Riina prevedendo l'esito negativo del maxiprocesso lancia un primo programma per l'assassinio di nemici storici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
E di cui i sodali ritenuti ormai inaffidabili che non erano riusciti a tutelare l'organizzazione criminale quali impolitico Salvo Lima e l'imprenditore Ignazio Salvo
Davanti a tutti i capi mandamento della provincia di Palermo Salvatore Riina dirà è arrivato il momento in cui ognuno di noi si deve assumere le sue responsabilità
Che gli obiettivi principali fossero fin dall'inizio degli anni Ottanta i due magistrati lo hanno sostenuto anche Giovanni Brusca e Calogero Ganci
Il piano di morti e dunque già deliberato nelle sue linee essenziali veniva poi allargato ad altri obiettivi nelle successive riunioni della Commissione
Ed effettivamente secondo le prime audizioni di Rina
Il trenta gennaio mille novecentonovantadue la Corte di Cassazione confermava le condanne e l'impostazione accusatoria del primo maxiprocesso a Cosa nostra
Convalidando il così detto teorema Buscetta
Si riconosceva cioè che oltre alle responsabilità individuali
La struttura unitaria e piramidale dell'organizzazione mafiosa faceva sì
C'è la responsabilità di delitti strategici di Cosa nostra ricadesse comunque su tutti i componenti degli organismi di autogoverno
Sull'esito del processo avevano indubbiamente influito anche le pressanti richieste del Governo alla Corte di Cassazione
Affinché fosse assicurata un'opportuna rotazione dei grandi processi di mafia tra le varie sezioni penali del supremo Collegio
Tuttavia
Debbo sottolinearlo gran parte delle condanne inflitte in primo grado a trecentosessanta dei quattrocentosettantaquattro imputati non furono particolarmente severi
Anche perché
Le
La norma del quattrocentosedici bis allora
Vigente prevedeva pene edittali modeste
Cosicché
Molti dei sodali di Cosa nostra per effetto della carcerazione preventiva già sofferta venivano immediatamente scarcerati e posti nella condizione di riprendere le armi
è indubbio però che la data del trenta gennaio novantadue segnava una storica sconfitta per Cosa nostra
Tanto da indurla reagire con la massima violenza
E ciò per riservare le fila per riaffermare il suo potere criminale per ricostruire
Le sue alleanza
Arrivo così la stagione delle vendette e della rivolta nei confronti dello Stato
Tocco tocco per primo all'eurodeputato democristiano Salvo Lima
Politico di lungo scorso il cui assassinio rompeva anche simbolicamente un sistema di relazioni politiche e gettava forse le premesse per crearne uno nuovo
Vennero poi le stragi di Capaci e via D'Amelio nelle quali trovarono la morte due maggiori artefici del maxiprocesso Falcone e Borsellino
Il diciassette settembre del novantadue la vendetta si abbatte su Ignazio Salvo gestore delle esattorie per l'intera Regione Siciliana e punto di riferimento finanziario per l'organizzazione mafiosa
Come Salvo Lima costruì era tra i vecchi mediatori che avevano voltato le spalle o non avevano mantenuto i patti stabiliti
Veniamo alla strage di Capaci il ventitré maggio novantadue alle diciotto circa
La deflagrazione di una potentissima carica di esplosivo collocata sotto la carreggiata dell'autostrada a ventinove al chilometro quatto del tratto Punta Raisi Palermo
Nei pressi di Capaci investiva un corteo di autovetture blindate
Provocando la morte del Giudice Giovanni Falcone della moglie Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Antonio morti Montinaro Rocco Di Cillo e Vito Schifani
In sede giurisdizionale le responsabilità della strage venivano attribuite I Verdi ci dell'associazione criminale Cosa nostra
In particolare veniva affermata la responsabilità sia degli esecutori materiali sia dei componenti della Commissione provinciale di Palermo che della Commissione regionale e ciò in applicazione
Del già richiamato teorema Buscetta
Il movente della strage veniva individuato nell'esigenza di fermare il dottor Falcone principale protagonista del fronte al tema antimafia del maxi processo
Nonché i titolari a quel momento di un alto ufficio dello Stato tal quale avrebbe potuto infliggere altri durissimi colpi all'organizzazione criminale
Secondo acquisizioni più recenti si dovrebbero annoverare tra i responsabili della strage anche Matteo Messina Denaro capo della Provincia di Trapani
E la famiglia mafiosa di Brancaccio di Palermo che sarà poi il braccio armato di tutte le altre stragi del novantadue novanta latte
Ed è mancato attentato allo stadio olimpico di Roma nel gennaio del novantaquattro
Su capaci resta da chiedere sì IRI da porsi una domanda fondamentale perché mai
L'assassinio di Giovanni Falcone
Che secondo l'iniziale programma di Cosa nostra si sarebbe dovuto compiere agevolmente a Roma
Dove il magistrato si muoveva con maggiore libertà sia stato invece realizzato in Sicilia con modalità molto più clamorose ma anche molto più complesse e rischiose
Per l'organizzazione criminale
Si trattava solo di riaffermare in Sicilia un perfetto controllo del territorio e una straordinaria potenza di fuoco
O si voleva anche segnalare l'innalzamento della minaccia mafiosa e magari l'annuncio di una sfida temeraria alla magistratura alle forze dell'ordine e dunque
Allo Stato
Alle sedici e cinquantotto del successivo diciannove luglio novantadue
Una violentissima esplosione si verificava Palermo nella via Mariano D'Amelio
All'altezza del numero civico diciannove ventuno provocando la morte del dottor Paolo Borsellino procuratore aggiunto presso la procura distrettuale della Repubblica di Palermo
E degli agenti di scorta Claudio Traina Emanuela Loi Agostino Catalano Vincenzo Di Muri ed il bar per cosina
Non che il ferimento di numerose persone ed una generale devastazione con gravi danni agli immobili circostanti e alle autovetture parcheggiate
Come è noto il gravissimo attentato in sede giurisdizionale da Palumbo o all'istruzione di tre diversi procedimenti denominati rispettivamente Borsellino uno Borsellino bis Borsellino per
Il primo nasceva dei rilievi tecnici sull'autobomba utilizzata per l'attentato e conduceva ASI immediatamente ai presunti ladri dell'autovettura e a chi ne aveva commissionato il furto cioè a Vincenzo Scarantino
Al garage lista che aveva custodito l'auto imbottita di tritolo Giuseppe Orofino al tecnico dei telefoni che avrebbe controllato l'utenza telefonica della famiglia Borsellino Pietro Scotto
E all'uomo d'onore Salvatore Profeta che avrebbe gestito la fase preparatoria dell'attentato
Dopo l'arresto e un periodo di carcerazione
La speranza noi iniziava a collaborare con la giustizia e tra accuse ritrattazioni confermi successive smentite
Consentiva di istruire anche i due successivi processi in definitiva nel primo processo riguardante la fase propedeutica e preparatoria della strage
Il solo Orofino veniva condannato alla pena di nove anni di reclusione
Il secondo il terzo procedimento accertavano invece
La responsabilità con la condanna all'ergastolo degli esecutori e dei mandati mandanti individuati nell'ala militare n i componenti della Commissione mafioso
Il movente della strage e la sua riconducibilità a Cosa nostra venivano spiegati con alcune riserve in merito ad una presunta trattativa su due direttrici fondamentali tra loro collegati
La vendetta nei confronti di uno dei magistrati più importanti nella lotta al fenomeno mafioso
La prevenzione rispetto alle indagini che Paolo Borsellino aveva in corso o poteva intraprendere anche in ordine alla morte del suo più caro amico Giovanni Falcone
Gli omicidi dei due magistrati facevano parte del programma generale come abbiamo già fatto notare
Deliberato dalla Commissione mafiosa in occasione degli auguri di Natale del mille novecentonovantuno
Sembra che una anomala accelerazione sia stata impressa agli eventi di via da medico
La stessa esecuzione materiale della strage avrebbe risentito dell'urgenza e infatti fu impiegata una quantità così esorbitanti di esplosivo
Da mettere in pericolo di vita uno degli stessi attentatori Giuseppe Graviano il quale si era appostato dietro un muretto a debita distanza per azionare il radiocomando dell'autobomba
Inoltre
Prima della strage prima era apparso ai suoi complici piuttosto frenetico
Aveva parlato di impegni presi da fare subito aveva confidato a Brusca che vi era un muro da superare
E nell'apprendere della difficoltà stante l'urgenza di calcolare l'esatta quantità di esplosivo da utilizzare avrebbe esclamato letteralmente andasse come andasse
Dimostrando cioè noncuranza assoluta per l'eventuale coinvolgimento di terze vittime
Occorre peraltro osservare il che a quel momento la mafia non aveva ancora valutato compiutamente le conseguenze dell'omicidio Falcone
E che una ulteriore analoga stragi avrebbe inabitabile inevitabilmente come era già accaduto inasprisce sto la risposta dello Stato e della società civile
Perché dunque la mafia abbandonando la sua proverbiale prudenza
Decisori assassinare Borsellino proprio in quel luglio del mille novecentonovantadue a meno di due mesi di distanza dalla terrificante esplosione di Capaci
Una delle risposte plausibili eh che Toto Rina volesse a battere ad ogni costo quel muro ideale
Che Borsellino avverrà eretto non solo contro l'ipotesi della dissociazione
Degli appartenenti a Cosa nostra ma anche a maggior ragione contro ogni ipotesi di scambio o cosiddette a trattativa tra uomini della mafia e uomini dello Stato
Questa contrarietà
Che era del tutto naturale per l'uomo e per il magistrato Borsellino risulta anche da dichiarazioni e circostanze diverso
E allora possiamo ipotizzare che qualcuno finora sconosciuto abbia fatto il nome del valoroso giudice
Magari soltanto per imperdonabile leggerezza
Facendolo apparire come un ostacolo insormontabile a qualsiasi genere di trattativa un ostacolo che pertanto bisognava primo
Naturalmente resta in piedi l'ipotesi che l'accelerazione della strage sia stata decisa autonomamente dal Rina per reazione al mancato accoglimento delle sue richieste
E con l'idea che l'omicidio eccellenze eccellente potesse costituire sono parole sue un altro conto col Corpo colpetti Ichino per stuzzicare
La controparte a proseguire nella cosiddetta trattati
Peraltro
L'assassinio di Borsellino era stato deliberato e confermato insieme a quello di Falcone e dunque non dovrebbe apparire illogico che i due diritti siano stati eseguiti a così breve distanza l'uno dall'altro
Oltretutto dopo la strage di Capaci Borsellino era rimasto in campo come il nemico principale di Cosa Nostra sul fronte giudiziario e per di più
Ferito profondamente dalla perdita dell'amico e animato dal fermissima proposito di rendergli giustizia
Ottorino ai suoi accoliti non potevano non temere il lavoro di quel magistrato capace coraggioso e incorruttibile
Fermarlo era per loro questione di primaria importanza
Nell'immediatezza della strage scomparve come è noto la borsa del dottor Borsellino che conteneva la famosa agenda rossa nella quale egli annotava i suoi appuntamenti quotidiani
La Borsa è stata in un primo momento
Prelevata dal capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli come documentano le riprese filmate
Il quale poi inspiegabilmente si sarebbe allontanato di qualche decina di metri dal luogo dell'attentato prendendola condusse
I procedimento nei suoi confronti si è concluso con l'assoluzione del capitano Arcangioli dalla imputazione di furto e favore tre già mento aggravato
A favore atti favoreggiamento aggravato a favore di Cosa nostra
Certamente
Lei annota
Vi dell'agenda rossa avrebbero potuto dare un contributo decisivo alla ricostruzione dell'intera vicenda
A questo punto
E guardando congiuntamente le due stragi
Noi dobbiamo dire che la risposta dello Stato è stata dura tempestiva ed efficace
Dopo l'assassinio di Falcone nella seduta dell'otto giugno novantadue che il Consiglio dei Ministri approva il decreto antimafia Scotti Martelli
Detto anche decreto Farcom Falcone in quanto in esso vengono riversati tutti i testi normativi su quali il magistrato stava lavorando prima di essere ucciso
In particolare il decreto tra le tante innovazioni normative
Introduce nell'ordinamento penitenziario anche il quarantuno bis secondo comma il cosiddetto regime del carcere duro riservato i detenuti di mafia o comunque
Agli indagati imputati di criminalità organizzata
Si tratta di una misura Tagliente il cui scopo essenziale quello di interrompere i contatti tra detenuti mafiosi e mondo esterno
Il decreto suscita subito dubbi di costituzionalità critiche giustificate e reazioni emotive
Si fa dalle proteste dei garantisti alle rivolte di detenuti e agli scioperi degli avvocati penalisti
Questo regime carcerario rappresenta qualcosa di eversivo degli assetti di poteri di Cosa nostra
Perché impedisce al boss in stato di detenzione di continuare a comandare e ad impartire ordini alla sua famiglia e al suo mandamento
Non solo
Ma queste limitazioni
Mettono l'uomo d'onore al confronto con la sua fragilità interiore e possono spingerlo come effettivamente in alcuni casi avvenuto sulla via della collaborazione con la giustizia
Ecco perché
L'abolizione del regime di carcere duro costituisce subito per Cosa nostra adusa a ben altri regimi detentivi costellati da arresti domiciliari ricoveri io spiego ospedalieri
Uno dei punti fondamentali sui quali concentrare l'attenzione di rivalsa nei confronti dello Stato
Anche dopo la strage di via D'Amelio variazione dello Stato appare all'altezza della enorme offesa che ha subito
E infatti
Il Parlamento supplire a rapidamente ogni resistenza convertendo e lei in legge il decreto Scotti Martelli
Che oltre alle norme sul regime carcerario orrende definitive le modifiche al Codice di procedura penale per il potenziamento delle attività di indagine
Vengono poi a periti i penitenziari di Pianosa dell'Asinara che nella nota del diciannove luglio novantadue accoglieranno i più pericolosi boss di Cosa nostra di un regime di carcere duro
Ricordo inoltre
Anche per la comprensione di successivi accadimenti che il venti luglio del novantadue all'indomani della strage di via D'Amelio
Il Guardasigilli Martelli emette trecentoventicinque provvedimenti di applicazione del quarantuno bis con scadenza annuale
Il quindici settembre lo stesso Ministero inoltre delegai il direttore del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria il vicedirettore all'applicazione
Del secondo comma dell'articolo quarantuno bis
Di conseguenza ulteriori decreti verranno poi emessi nei confronti di altri cinquecentosessantasette detenuti
Con scadenza fissata nel novembre mille novecentonovantatré e gennaio mille novecentonovantaquattro
Il decreto legge Scotti Martelli introduce anche integrazioni alla legge sui collaboratori di giustizia
Il provvedimento consentirà di celebrare celermente tutti i processi strage con le condanne di tutti i capimafia di Cosa nostra ed i loro gregari
Lo Stato si muove anche per rinforzare il controllo del territorio
E col decreto legge del venticinque luglio novantadue
Mediante l'operazione Vespri siciliani il Governo autorizzare l'impiego massiccio dell'esercito nell'isola con compiti di sicurezza e di ordine pubblico liberando così
Risorse considerevoli di polizia per dedicarle alle indagini
Osservo infine che i provvedimenti del novantadue imprimere hanno un forte impulso alle indagini sui processi di Capaci e via D'Amelio
Che il ventisei settembre del novantasette infatti a distanza assorbì soli cinque anni dai fatti e dopo oltre cento udienze
La Corte di Assise di Caltanissetta per la strage di Capaci condannerà i cattivi sicari di Cosa nostra infliggendo anche ventiquattro ergastoli
Poi confermati nei successivi gradi di giustizia
Di giudizio
Anche il primo o dei processi per la strage di via D'Amelio si concluderà in tempi rapidissimi ventisette gennaio del novantasei
E a seguire verranno celebrati procedimenti cosiddetto Borsellino bis Borsellino
Con le condanne gli esecutori materiali ed i componenti della Commissione provinciale e regionale di Cosa nostra
Se
Forse solo negli anni Ottanta la risposta dello Stato all'aggressione mafiosa fu altrettanto efficace
E
Pensate alla fondamentale all'approvazione della fondamentale legge Rognoni-la Torre dopo l'uccisione del Generale Dalla Chiesa
E al rilancio del pool antimafia del tribunale di Palermo dopo la strage di via Pipitone in cui persero la vita Rocco Crimi ci e gli uomini della sua scorta
Veniamo ora alle cosiddette trattative e ai primi contatti muri Ciancimino
I primi contatti tra uomini dello Stato e rappresentanti della mafia iniziavano a partire dei primi di giugno del mille novecentonovantadue a cavallo tra la strage di Capaci e quella di via da meglio
In particolare i carabinieri del rosso
Nelle persone dell'allora capitano Giuseppe De Donno dell'allora Colonnello Mario Mori comandanti dal generale Antonio sopra anni che entravano in contatto per il tramite del figlio Massimo convitto cioè Ciccio Vito Ciancimino
Uomo politico appartenente alla famiglia mafiosa dei Corleonesi già sindaco di Palermo e assessore ai lavori pubblici durante la Kant sindacatura Di Salvo Lima
Il contatto voluto e cercato dagli ufficiali mirava secondo le loro stesse in crisi le loro intenzioni
Alla cattura di latitanti all'acquisizione di informazioni sugli assetti e le dinamiche interne di Cosa nostra
In un momento di gravi difficoltà per lo Stato e di scoramento profondo degli organi dell'antimafia duramente provati dalla stragi di Capaci
Questa attività investigativa
Avrebbe innescato una sorta di trattativa così come è stata definita dallo stesso umori
C'è ovviamente comportava un rapporto di dopo urgente s'
è lecito pertanto ritenere che i due ufficiali dell'arma dovettero accettare un vero e proprio negoziato
Il cui termine avrebbero dovuto essere i seguenti
Dalla parte mafiosa la cessazione degli omicidi e delle stragi
Ed è la parte istituzionale la garanzia di interventi favorevoli a Cosa nostra o comunque di una
Attenuazione dell'attività repressiva dello Stato
E peraltro impensabile
Che un uomo avveduto e spregiudicato come Vito Ciancimino si spendesse come mediatore senza vere la certezza di poter offrire contropartite rilevanti agli uni e agli altri
Ed è altamente probabile che egli abbia reso più allettanti queste contropartite anche per trarre il massimo vantaggio personale possibile dall'una
E dall'altra parte
Subito Ciancimino che se non sbaglio Falcone definito il più mafioso dei politici il più politico di mafiosi
Era il più interessato di tutti ad enfatizzare i contatti tra le due parti e a trasformarli in una trattativa vera e propria
Per ammissione degli stessi Mori e De Donno gli incontri con Ciancimino si sarebbero protratti fino al diciotto ottobre del novantadue giorno in cui
Dovendo stringere la trattativa
Divenne chiaro che due interlocutori avevano ben poco o nulla da offrire alla controparte
è probabile che è l'avvio del dialogo abbia indotto Cosa Nostra ritenere che vi fosse comunque una disponibilità di settori delle istituzioni a scendere a patti
Tant'è che Riina confidavo farà a Brusca quelli lì
Si erano fatti sotto
Cosa Nostra aveva quindi presentato loro un lungo elenco di richieste il cosiddetto papello tramite Antonino Cinà
L'uomo d'onore della cosca di Corleonesi e Giuseppe Lipari noto come il Ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra
Già curatori di beni di Tano Badalamenti e all'epoca amministratore di quelli di Salvatore Riina e Bernardo Provenzano
In realtà IPA appelli divennero due
Il primo conteneva una lunga lista di richieste volte sostanzialmente alla eliminazione dei principali strumenti di lotta alla mafia
Il secondo papello detto impropriamente contro papello
Era una versione edulcorata del primo opera di Vito Ciancimino
Con il quale si chiedeva in particolare l'abolizione della legge sui collaboratori di giustizia la chiusura dei penitenziari dell'Asinara e di Pianosa
L'abolizione dell'ergastolo e quella
Del regime penitenziario del carcere duro
Va precisato che il primo papello e la fotocopia di un testo anonimo scritto con calligrafia femminile mentre il secondo e chiaramente attribuito a Vito Ciancimino
Frattanto
Nella settimana tra il ventuno il ventotto giugno novantadue il capitano De Donno incontrava presso il Ministero della giustizia la dottoressa Liliana Ferraro
Vice Direttore degli affari pianali via stretta collaboratrice di Giovanni Falcone alla quale avrebbe chiesto
E sottolineo
Tonolli due parole un sostegno politico nella prospettiva di un rapporto di collaborazione convitto cioè Cimino un sostegno politico
Il comportamento di De Donno che avrebbe dovuto riferire dell'eventuale collaborazione all'autorità giudiziaria e non un funzionario del ministero
Induce a pensare che un certo tipo di discorso fosse già stato avviato
E che proprio per questo motivo i due ufficiali dei carabinieri cercavano una copertura o un autorevole sostegno politico
Il venticinque giugno del novantadue
Il colonnello Mori e il capitano De Donno incontravano riservatamente il dottor Borsellino
Presso la caserma dei Carabinieri Carini di Palermo per discutere secondo la versione il revisore due ufficiali delle indagini relative al rapporto investigativo mafia appalti
Fu proprio questo l'argomento
Quel rapporto era circolato in due distinte versioni
Una delle quali piuttosto minimalista
E aveva dato luogo a valutazioni controversa
Al momento peraltro non sembrava rivestire una tale importanza ed urgenza da giustificare un abboccamento riservato
Al di fuori degli uffici giudiziari e per di più con un magistrato il dottor Borsellino che peraltro era funzionalmente incompetente sulla materia dai rapporti
Dell'incontro i due ufficiali hanno parlato solo cinque anni dopo
Mentre avrebbero avuto l'obbligo di riferirne molto prima all'autorità giudiziaria di Caltanissetta che indagava sulla strage di via D'Amelio
Ma se non furono loro a parlare al dottor Borsellino dei contatti con Ciancimino viene da chiedere sì chi altri lo avesse informato
Perché egli
Il dottor Borsellino sembrò esserne al corrente ancor prima che viene parlasse come vedremo la dottoressa Ferraro
E questo è punto come ben comprendete cruciale da chiarire e finora non
Chiarito
Nel corso della nostra inchiesta assunto un certo rilievo forse sproporzionato rispetto
Al contesto complessivo l'incontro tra il ministro Mancino il dottor Borsellino
Il primo luglio del novantadue il dottor Borzi Borsellino che si trovava a Roma con Vittorio Aliquò per interrogare collaborante Gaspare in futuro
Veniva invitato al Viminale dal capo della Polizia prefetto Parisi
Per i incontrare tre il neo ministro dell'interno onorevole vinco Nicola Mancino
L'incontro durò pochi minuti e vi parteciparono il capo della polizia il dottor Aliquò e forse anche il dottor Contrada che certamente prima dell'incontro era col prefetto Parisi
Il dottor Borsellino uscì deluso non avendo potuto verificare come era nelle sue intenzioni quali erano gli orientamenti del nuovo Governo in ordine alla lotta alla criminalità organizzata
Il ministro Mancino ha lungamente esitato prima di ricordarsi dell'episodio
Ma è del tutto chiaro che in quella circostanza egli non è il bene alcuna notizia della cosiddetta trattative
Dopo la strage di via D'Amelio gli ufficiali del ROS si mossero ancora alla ricerca di coperture politiche alla loro iniziative
Il ventidue luglio del novantadue Mori incontrava l'avvocato Fernanda Contri
All'epoca segretario generale a Palazzo Chigi perché riferisse al Presidente del Consiglio dei contatti intrapresi con Ciancimino
Ma il Presidente del Giurì anomale atto pur confermando il fatto ha sempre precisamente negato di aver sentito parlare di trattativa
Nello stesso giorno morì vedeva anche come emerge dall'annotazione della sua agenda l'onorevole Pietro Folena esponente del maggior partito di opposizione per nell'annotazione analisi situazione
Infine nell'ottobre del novantadue anche l'onorevole Luciano Violante dopo la nomina a Presidente della Commissione parlamentare antimafia
Veniva contattato dal colonnello Mori che caldeggiava un incontro riservato con Ciancimino per discutere di problemi politici
L'onorevole Violante era disponibile ad audire Ciancimino in Commissione ma nelle forme della seduta ordinaria e senza l'ausilio di riprese televisive come gli era stato richiesto
L'audizione non ebbe luogo perché nel dicembre del novantadue Ciancimino veniva arrestato nell'ambito di una strana vicenda relativa al rilascio del passaporto
Avendo egli il intenzione di recarsi all'estero morì De Donno il prospettato ma la possibilità di ottenere il passaporto
E lo convinsero nonostante le resistenze del suo avvocato difensore ad avanzare la relativa istanza
Offrendogli il loro sostegno presso il Ministero di Grazia e Giustizia il quale come è noto però non aveva alcuno competenza in materia di rilascio di passaporti
Ciancimino non ottenne il documento è anzi fu arrestato
Accade infatti che avendo il Ministro di Grazia e Giustizia comunicato la richiesta alla procura generale di Palermo
Questa emetteva ordinanza di custodia cautelare in carcere sul presupposto del pericolo di fuga del richiedente che era stato già condannato in primo grado ad una pena molto pesante
E la vicenda come ben comprendete tutto da interpretare
Perché perché può darsi che i due ufficiali volessero effettivamente fare un favore a Ciancimino per la collaborazione dici furto
Può darsi che invece
Volessero tenderei in un tranello per liberarsene non ritenendolo più utile ovvero volessero indebolirlo con la detenzione per renderlo puoi più malleabile
è comunque probabile che questo sia stato l'ultimo atto della cosiddetta trattativa timori Ciancimino
Al
Chiamo così al dicembre mille novecentonovantadue
I vertici di Cosa nostra
Hanno forse già programmato le stragi continentali dell'anno successivo
Sempre con la prospettiva di spianare la strada alla abolizione o al ridimensionamento delle principali misure antimafia
Colini o principali misure non soltanto il quarantuno bis ma la chiusura dell'Asinara e di Pianosa cliccare la la la l'ergastolo e così difficile
Credo che
La spinta decisiva all'attuazione del programma
La darà il successivo arresto di Salvatore Riina avvenuto come sappiamo il quindici gennaio del mille novecento novantatré
Con la regia occulta secondo una ipotesi corrente di Bernardo Provenzano
Ciò sarebbe avvenuto nell'ambito di un'altra trattativa
La cui contropartita sarebbe stata la mancata perquisizione del covo divina nonché la protezione della latitanza dello stesso Provenzano
Veniamo alla trattativa sul quarantuno bis sul fronte istituzionale
Già nel novantadue erano emersi segnali
Di un dibattito all'interno del DAP
Circa l'istituzione di un regime differenziato o intermedi Dio tra il quarantuno bis e quello ordinario in favore dei detenuti di mafia che avessero deciso di dissociarsi
è possibile che Cosa Nostra ignorasse un tale dibattito che per l'appunto verteva su una delle richieste del papello
Non è facile ricostruire in maniera plausibile la cosiddetta trattativa sul quarantuno bis
Anche perché nel suo complesso svolgimento compaiono a vario titolo e i momenti di vere sì esponenti dello Stato del Governo e dell'amministrazione penitenziaria
E perciò è opportuno in via preliminare descrivere gli assetti di vertice cambiamenti intervenuti negli anni delle stragi
Che qui vi risparmio la lettura di una pagina e mezza nella quale sono indicate i movimenti che avvengono ai vari vertici
Per
Arrivare al merito di queste vicende
Perché ci sono o sono stati rilevati nel corso della nostra indagine aspetti controversi nella successione delle cariche nelle cariche in questione
Di recente e in diverse sedi l'onorevole Scotti ha lasciato trapelare dei sospetti sulla linearità dell'operazione politica
Che porto alla sua sostituzione al Ministero dell'interno
Il senatore Mancino che gli subentrò nella carica con la nascita del Governo Amato ha dichiarato di aver raccolto prima ancora della sua nomina il lusinghiero apprezzamento ed una specie di formale informale investitura da parte del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro
Sul piano squisitamente politico l'avvicendamento fu determinato da due note circostanza
Innanzitutto la decisione della Democrazia Cristiana partito al quale apparteneva ad entrambi
Di applicare nella formazione del nuovo Governo il criterio della incompatibilità tra seggio parlamentare incarico ministeriale
E poi la scelta del senatore Antonio Gava leader di una forte corrente interna di assumere la presidenza del gruppo parlamentare carica allora occupata dal senatore Mancino
Va detto che l'onorevole Scotti fu chiamato al più prestigioso Ministero degli esteri e che egli accetto la carica per un mese
Poi si dimise preferendo il mantenimento del seggio parlamentare
Anche l'onorevole Martelli ha accennato ad un tentativo di sostituirlo al dicastero della Giustizia
Ma la sua ferma resistenza davanti ai vertici del suo partito il Partito Socialista Italiano avrebbe fatto naufragare la manodopera
Suo entrambi i punti tuttavia il presidente incaricato Amato ha smentito decisamente sia Scotti che martedì
E d'altra parte a credere alla tesi di due
Per la verità rimasti per tanto tempo in silenzio sulla vicenda della cosiddetta trattativa
Dovrebbe riconoscersi che è la pretesa normalizzazione peraltro riuscita a metà
Fu condotta in sintonia tra i massimi vertici dello Stato del Governo e dei principali partiti della maggioranza
Va detto comunque che entrambi i ministri Scotti e Martelli sostennero nettamente il quarantuno bis e l'adozione delle misure più severe nei confronti delle mafie
Più complicata appare la sostituzione deve artici dell'amministrazione penitenziaria il dato guidata per oltre un decennio dal dottor Nicolò Amato
Questi in più occasioni aveva mostrato la propria contrarietà del regime detentivo speciale del quarantuno bis quantomeno per come a quel tempo era strutturato
Questa contrarietà era emersa sin dalle ore immediati successive alla strage di via D'Amelio quando il dottor Amato si era opposto al trasferimento immediato dei numerosissimi capimafia
Traducendo che gli istituti penitenziari di Pianosa e dell'Asinara non erano pronti al riciclaggio
L'opposizione del dottor Amato avrebbe poi trovato espressioni più compiuta
In nel documento che la nostra Commissione acquisito del sedici tra il mille novecentonovantatré
Nel quale
Sulla linea di un convinto garantismo e gli chiedeva la revoca immediata di tutti i provvedimenti di quarantuno bis
è
Postula fa un regime alternativo
All'inizio del giugno novantatré egli veniva rimosso per essere destinato all'incarico di rappresentante dell'Italia nel Comitato europeo per la prevenzione della tortura
La promozione apparve strumentale tanto che poco tempo dopo il dottor Amato decise di lasciare la pubblica amministrazione per dedicarsi all'attività forense
In realtà dopo dieci anni di permanenza nell'incarico una sostituzione ai vertici del dato sarebbe da considerarsi normale
Ma in questo caso avrebbero fu influito in parte
Emissivi imprecisati con l'allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ed in parte le posizioni espresse nel documento del sei marzo novantatré
Il Presidente Scalfaro annegato radicalmente l'esistenza di questo Pisicchio
Al posto del dottor Nicolò Amato viene quindi nominato il dottor dottorato Alberto Capriotti
Che all'epoca rivestiva la carica di Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Trento e che accolse la nomina come qualcosa di inatteso
Nel corso di un'audizione abbiamo ha preso
Che il Presidente della Repubblica Scalfaro avrebbe personalmente coinvolto nella scelta del nuovo direttore del DAP monsignor Corioni è don Fabio Fabbri
Rispettivamente ispettore e vice ispettore generale dei cappellani
Profondi conoscitori per lunga esperienza del mondo carcerario
Sarebbero stati loro a proporre al ministro Conso il nome di Capriotti persona che entrambi consideravano idonea per volta e disponibile
Infatti egli accettò subito il vice direttore
Che gli fu suggerito nella persona del dottor Francesco Di Maggio
Rinunziando alla prerogativa che gli era riconosciuta dalla legge sull'ordinamento del corpo di Polizia penitenziaria secondo la quale il vicedirettore e nominato dal ministro su proposta del direttore generale
E allora fermiamoci qua questa era soltanto una prima parte della lunga esposizione la lunga relazione finale conclusiva dell'indagine
Parlamentare della Commissione bicamerale antimafia esposta da Beppe Pisanu il nove gennaio scorso
Il dibattito poi proseguito nonostante a Camere sciolte la Commissione a San Macuto ha dato poi voce nei vari commissari
Gli accenti critici del caso un lungo dibattito durato il quindici scorso quasi sei ore vedremo poi se nelle maglie
Del palinsesto di Radio Radicale riusciremo a darvene conto nella sua forma radiofonica intanto possiamo dirvi che sul
Sullo straordinario giù box multimediale che il sito di Radio Radicale punto enti trovate l'integralità dei documenti commentare come da rito
Sia del intervento di Pisano del nove gennaio che della discussione che ha avuto luogo in quindici scorso
Intanto per quanto riguarda lo speciale e giustizia e tutto Sergio Scandurra vi ringrazia per l'attenzione all'ascolto mare state collegati indiretta con Radio Radicale e buona conclusione di sera