03 FEB 2013
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:03 Durata: 1 ora 57 min
A cura di Enrica Izzo e Pantheon
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 3 febbraio 2013 , condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (giornalista di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 57 minuti.

La rubrica e' disponibile anche in versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista di Radio Radicale

    Il Comitato di Radicali Italiani appena concluso.
    17:03 Durata: 2 min 45 sec
  • Pannella: “La mozione generale approva in modo chiaro le relazioni del segretario Staderini e del tesoriere Michele De Lucia. Poi c’è un altro fatto importante, ed è che viene ripresa l'analisi, che è anche mia, sul regime antidemocratico illegale via dicendo dello Stato italiano. L’altra cosa molto importante è che denuncia ‘l’operazione di polizia e di regime posta in essere dal Partito democratico che…’ e via dicendo”. Ma allo stesso tempo “in altri tre capoversi si continua a chiedere ai dirigenti tutta una serie di impegni di carattere transnazionale e internazionale, senza mai fare menzione del Partito radicale – che è sino a prova del contrario, nella galassia, il punto di riferimento”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella: “Ritengo che appunto fossero affidate a mozioni particolari stati d'animo consistenti, se non complessivamente maggioritari, se mettiamo assieme stati d'animo convergenti sul piano critico o di insofferenza, nel contenuto anche se motivati in modo diverso. La mozione generale per me è invece estremamente chiara rispetto ai dibattiti in corso. Poi queste altre cose sono interessanti per conoscere meglio la realtà Radicali italiani e quindi anche radicale. La mozione generale approva in modo chiaro le relazioni del segretario Staderini e del tesoriere Michele De Lucia. Poi c’è un altro fatto importante, ed è che viene ripresa l'analisi, che è anche mia, sul regime antidemocratico illegale via dicendo dello Stato italiano. L’altra cosa molto importante è che denuncia ‘l’operazione di polizia e di regime posta in essere dal Partito democratico che…’ e via dicendo. Ho notato che in realtà qui non si parla di una specifica operazione di regime, perché poi in sette righe se ne leggono tre. Perciò l’ho letta come la ‘funzione di polizia del regime’”. I precedenti delle mancate alleanze con in Radicali da parte del Pd. La mozione parla di motivazioni “‘convergenti rispetto all'obiettivo di normalizzare e in alternativa sopprimere l'alterità radicale, massimamente realizzato con il veto di Zingaretti rispetto alla candidatura dei due consiglieri radicali uscenti che avevano fatto emergere l’utilizzo partitocratico dei fondi dei gruppi regionali’ e, sia detto per inciso, su questo c'è stata anche sui quotidiani oggi notevole eco di un annuncio dato dal nostro candidato presidente alle regioni Lazio, Giuseppe Rossodivita, che ha annunciato che 360 milioni non spesi dal gruppo radicale del consiglio regionale sono stati ridati alla regione”. “Ma adesso si chiede una cosa molto chiara: che non solo per quel che riguarda la presidenza Polverini ma anche per quel che riguarda l’era Marrazzo deve essere accertato come gli altri hanno speso quei soldi, in quale modo”. “Per il momento ancora la situazione non è matura in Italia per accertare alcunché di quella associazione partitocratica che noi abbiamo sempre definito ‘una comproprietà’, non solamente ladra di verità e legalità, ma anche di denaro”. “Tornando alla mozione generale approvata, un'altra cosa molto chiara: ‘Individua nelle liste Amnistia giustizia e libertà l'unico progetto elettorale che pone come priorità - cito – l’uscita dello Stato italiano dalla condizione di fuorilegge rispetto ai diritti umani e ai fondamenti dello Stato di diritto e della democrazia’. Credo che sia di una tassatività…”. “Poi c'è l'altra parte, quella per la quale io non ho il diritto di voto ma per tradizione alcuni dei dirigenti formali del movimento hanno diritto di esprimere una sorta di voto consultivo, facendo anche loro dichiarazioni di voto, e io ho dichiarato di astenermi. Innanzitutto però dico: è un evento la approvazione netta delle relazioni del segretario e del tesoriere uscenti, non era affatto scontato. Le relazioni sono state molto politiche, quindi è importante che il comitato abbia espresso un giudizio di piena accettazione delle relazioni e delle repliche, quindi anche dei propositi e delle impostazioni”. “Ancora, in modo inequivocabile, il testo sicuramente risente molto della riunione di Direzione che c'è stata e proprio delle posizioni e dei contenuti del segretario e del tesoriere, anche sulle liste di Amnistia giustizia e libertà”. “Poi il comitato impegna costantemente ad attività che sono sicuramente proprie, diciamo, anche del Partito radicale nonviolento, transnazionale e transpartito. Ma la cosa sintomatica e divertente è che impegna gli organi dirigenti a proseguire nel coinvolgimento degli organismi internazionali. Qui non s'intende il partito radicale che è un organismo. Il movimento italiano, a questo punto, intende coinvolgere gli organismi internazionali perché si assumano le convenzioni, i trattati, eccetera. E già in altri tre capoversi si continua a chiedere ai dirigenti tutta una serie di impegni di carattere transnazionale e internazionale, senza mai fare menzione del Partito radicale – che è sino a prova del contrario, nella galassia, il punto di riferimento: tanto è vero che queste organizzazioni come Radicali italiani e le altre sono ‘costituenti’ del Partito radicale. Allora qui è singolare perché il partito non viene mai nominato, è nominata solo l’Associazione Luca Coscioni. Allora, siccome nel dibattito è stata quantitativamente prevalente una polemica implicita nei miei confronti e del Partito radicale transnazionale… Sulle elezioni c'è una mozione favolosa. Un'altra cosa è più esplicita, perché questa del dibattito c'è stata e la mozione sanziona gravissimamente - eventualmente – queste altre cose. Molto duramente. Per cui ho detto presenze quantitative che politicamente non hanno pesato evidentemente, non sono state raccolte in nessun modo. Mentre c'è un altro aspetto: molti interventi degli oppositori della dittatura del Partito transnazionale e mia… Loro infatti tendono a unificare le due cose intanto tanto è vero che per esempio… Con valore statutario del mondo della galassia radicale, noi siamo arrivati al settimo congresso italiano del Partito radicale, cioè il Partito radicale dedica al fronte italiano della lotta della Partito radicale dei congressi specifici. Io avevo anche accennato in autunno che avevo messo in conto di fare l'ottavo congresso adesso a gennaio, e ho ricordato proprio che per evitare che questa prospettiva pesasse su Radicali italiani non mi sembrava opportuno”. La “volontà di fare di Radicali italiani un partito italiano, volontà che si era espressa ed era stata battuta nel congresso dei Radicali italiani”. “Questa posizione c'è, esiste, e in questa mozione addirittura per esempio non si è minimamente menzionato il Partito radicale con le sue funzioni e credo che un po' del fronte italiano io – che sono del Partito transnazionale - mi sia molto occupato, ma proprio giustificandolo e dicendo: ho tralasciato molti degli investimenti a favore del Partito transnazionale, per esempio a livello finanziario zero - non ho pubblicato un solo giornale del Partito transnazionale -, e ho detto: è un sacrificio necessario perché abbiamo fatto una scelta, siccome il fronte italiano è di estrema importanza per motivi storici ma anche per questo problema della democrazia nel mondo che abbiamo posto come analisi risultante anche dalla situazione di gran parte dei nostri dirigenti non italiani”. “Adesso c’è stata la richiesta di fare un congresso dell’area radicale in Italia, da diversi di coloro insofferenti. E’ significativo, io non sono così sufficiente: perché ho detto io mi asterrei? Perché se a livello della impostazione politica complessiva, di analisi - altri direbbero ideologica - della situazione attuale del mondo, e a partire dalla peste italiana, a questo punto vogliono fare il congresso d’area radicale, cioè vuol dire non di Radicali italiani ma in Italia. Quello che c'è ed è, ripeto, giunto all'ottavo congresso è quello, ma loro no”. Loro chi? “Sono diversi, ma voglio dire: Lorenzo Lipparini… Sono, come stato d'animo, posizioni abbastanza maggioritarie”. Ancora su ciò che aveva diviso il Congresso di Radicali italiani. “Qui il testo risente di altri elementi. Cerco di sottolineare alcuni che per me sono rischi e per altri sono potenzialità positive. Non è stato raccolta l’idea di un congresso straordinario di Radicali italiani, e questo lo riconosco, poi doveva essere ‘Congresso straordinario d’area’, tanto per non dire che c'è un punto di riferimento obbligato: il congresso italiano del Partito radicale”
    17:05 Durata: 29 min 9 sec
  • Pannella sui dissensi interni, soprattutto in merito alle alleanze con Pd e Storace: “Noi non possiamo dimenticare e dare dignità politica a questi dissensi e a queste posizioni. La mia operazione è stata questa: c'è un dissenso nell'area radicale italiana fra una maggioranza e gli organi dirigenti sulla analisi radicalmente radicale sul momento storico che si attraversa in Italia e non solo”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Poi c'è una serie di nostri compagni che invece sicuramente esprimono a loro modo una preferenza per il Partito democratico e il Presidente dei radicali italiani che si è candidato, essendo Presidente di Radicali italiani, come indipendente nelle liste del Partito democratico a Torino. E mi contesta ancora un altro fatto: io dico che le norme che il Pd aveva scelto per le sue primarie contenevano un'affermazione che parteciparvi significava votare anche per le minoranze come Renzi o altre, ma che tutti coloro che partecipavano a queste primarie nel contempo si impegnavano a sostenere le liste di Centro sinistra e del Partito democratico, e che a questo punto si scartava la possibilità di votare liste di area radicale”. “Noi non possiamo dimenticare e dare dignità politica a questi dissensi e a queste posizioni. La mia operazione è stata questa: c'è un dissenso nell'area radicale italiana fra una maggioranza e gli organi dirigenti sulla analisi radicalmente radicale sul momento storico che si attraversa in Italia e non solo”. “Su questo si è chiusa comunque un'incertezza. Quanto al fatto che abbiamo avuto delle obiezioni di coscienza, addirittura non si sono raccolte delle firme, esplicitamente, poi ho assistito al fatto che uno degli eroi di questa obiezione di coscienza, Martellone, qui faceva interventi molto assennati e ragionevoli, come se la sua obiezione di coscienza non dovesse esprimersi in modo chiaro. Non ho riscontrato nei suoi interventi una posizione seriamente corrispondente a fatti così gravi”. Ancora su quanto accaduto nel Lazio e in Lombardia con le “posizioni scandalose” dei candidati del Pd Zingaretti e Ambrosoli
    17:35 Durata: 5 min 48 sec
  • Sull’incontro di Pannella con l’ex Pdl Nicola Cosentino

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sull’incontro di Pannella con l’ex Pdl Nicola Cosentino, e la ricostruzione dell’atteggiamento dei Radicali rispetto alla vicenda. Sulla ricercata interlocuzione con Roberto Saviano: “E’ vero che lui è conoscitore profondo della realtà sociale e quindi lui per primo dice, e si incazzano quelli della Lega: la realtà giudiziaria stessa del Nord deve prendere atto del radicamento lì. Quindi certo che si occupa dell'aspetto sociale, ma proprio perché è estremamente attento dalle manifestazioni della giustizia o meno rispetto a questi fatti sociali. Per esempio io avevo sentito, la mattina della conferenza-stampa andata in diretta Sky, che Cosentino a proposito del presunto sostegno dei Casalesi diceva: ‘Bocchino, quando eravamo candidati entrambi, prese un fottio di voti più di me’. Io allora su questo sono convinto che queste cose Roberto le conosce, perché parliamo dei Casalesi, dei latitanti e dei non latitanti, dei parenti”. “Ci siamo assunti delle grosse responsabilità. Quando noi diciamo ‘dalle carte’… E allora delle due l’una: o Maurizio Turco, a priori, è coglione e disonesto… Personalmente ritengo che non lo sia affatto, come i fatti dimostrano quando era parlamentare europeo, quando ha sollevato grossi problemi vincenti rispetto al potere”. La ricostruzione dell’incontro con Cosentino. “‘L’unica cosa che ti dico – ricorda di aver detto Pannella – è che auspico – sottolineo ‘auspico’ -, anche se in questo modo siamo un po' concorrenti, perché se anche voi siete per l’amnistia allora noi non siamo nella sfortunata situazione di monopolio che abbiamo normalmente. Allora: io ti suggerirei, capisco che tu non puoi fare campagna per Amnistia giustizia e libertà per la posizione che tu hai, però siccome per esempio io sono convinto che Berlusconi e Gianni Letta non si sono pronunciati per l'amnistia e l'indulto perché Angelino Alfano, ex ministro della Giustizia, glielo ha impedito, assolutamente a questo punto voglio sapere e mi auguro che voi prendiate posizione a Napoli e in Campania per l'amnistia’”. La ricostruzione falsata di quell’incontro offerta da alcuni giornali
    17:40 Durata: 17 min 35 sec
  • Forse il Pd ha rotto con i Radicali a causa dei continui attacchi di Pannella a Napolitano, come già avvenuto tra Pd e Di Pietro? “Con Di Pietro dovevano trovare qualcosa su cui rompere. Per quel che mi riguarda, no. Ho sufficiente rispetto di quelli dai quali dissento per ricordare che io non criticavo Napolitano quando loro hanno fatto quelle cose sporche di merda che hanno fatto di poliziotti contro Coscioni, contro noi, nel 2008. Su questo loro sono davvero degli epigoni comunisti, con degli epigoni Dc che fanno da controcanto. Ma io so che in questi casi l'elettore comunista qualcosa di ascolto c'è”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Mi pare importantissimo, e lo sottolineo, questo documento politico, perché sul piano della grande politica, della politica connotante, è assolutamente senza nessuna connivenza da indipendenti di sinistra nei confronti del Pd e della sua funzione storica. Però per onestà intellettuale rispetto a dei compagni ho detto: mi asterrei perché poi c'è un'altra cosa per la quale siete stati più disattenti, allora tutta quella cosa per cui ci vuole un congresso straordinario, un'urgenza di Radicali italiani per rimettere in discussione se ripresentarsi o no, poi ancora fare il congresso dell’area perché non si può dire ‘ottavo congresso italiano del Partito radicale’”. “Il tema è l'assenza di democrazia, che cos’è? E’ che i reali dibattiti non sono mai a disposizione, ci sono i dibattiti tipici della partitocrazia, tra soci, ovvero liti tremende, spartizioni di bottino, e - come ricordava Violante stesso - loro quando hanno la maggioranza col cavolo che fanno una legge sul conflitto di interessi”. “Per esempio: io attacco quotidianamente, e credo motivatamente, il Presidente della Repubblica come un presidente la cui regola è l'attentato alla Costituzione”. “Li hai mai sentiti rispondere a questa mia accusa?”. Le reazioni dei Radicali alle ultime vicende Cosentino e Storace (di cui Pannella cita ancora la “bellezza dell’intervento”). Forse il Pd ha rotto con i Radicali a causa dei continui attacchi di Pannella a Napolitano, come già avvenuto tra Pd e Di Pietro? “Con Di Pietro dovevano trovare qualcosa su cui rompere. Per quel che mi riguarda, no. Ho sufficiente rispetto di quelli dai quali dissento per ricordare che io non criticavo Napolitano quando loro hanno fatto quelle cose sporche di merda che hanno fatto di poliziotti contro Coscioni, contro noi, nel 2008. Su questo loro sono davvero degli epigoni comunisti, con degli epigoni Dc che fanno da controcanto. Ma io so che in questi casi l'elettore comunista qualcosa di ascolto c'è. Infatti cosa ha detto Zingaretti? ‘Quando è scoppiato il caso Regione Lazio, la base nostra si è ribellata ha imposto che nessun candidato va rinnovato’. E lui cosa trova? Sì, rinnoviamo in questo senso: promuoviamo seriamente, socialmente e politicamente questi compagni che dobbiamo cacciare via, prima operazione; seconda operazione, per compensare togliamo dai coglioni, non solo a noi comunisti ma a tutti quanti, i Radicali, facciamo noi l'operazione sporca, anzi pretendiamo di farla fare ai Radicali perché loro sanno che se non entrano in coalizione difficilmente questi qui saranno rieletti. Allora io credo che ne sapremo e ne vedremo altre di belle”. “Possono pigliare per il culo la brava gente che siamo anche noi, ma non possono prendere in giro i loro compagni funzionari e che magari vivono lì dentro”. “La parte critica e insofferente contro di me, maggioritaria quantitativamente, nel Partito e nella galassia radicale, è un fatto di saturazione, comprensibilissimo”. Come aggiornare la democrazia interna al movimento radicale? “Mi aggiorno: proprio noi non siamo più noi se dinnanzi a questo cambiamento cambiamo l'atteggiamento che abbiamo. Barazzetta, il leader nuovo dei Radicali milanesi, ha detto: ma perché si accettava il ricatto nel 2008 e perché non si è accettato adesso? Beh, lo abbiamo accettato una volta e per farcene un'arma; in più in quel modo noi abbiamo vendicato anche tutti gli altri che hanno subìto il ricatto in un modo diverso, cioè non hanno accettato, i Verdi, i Socialisti, tutti tranne Di Pietro che sono stati esclusi dal Parlamento”. L’astio dei comunisti verso i liberali e i socialdemocratici anche negli anni 30. La figura di Vittorio Foa e la sua alterità. “Tutti quelli che dicono ‘Eh, con questa storia del regime…’, oppure ‘Adesso tutto si spiega con il regime?’. No, nulla si spiega. Ma ho sempre creduto di più, per motivi di generazione ormai forse, della stragrande maggioranza dei compagni radicali più giovani, al fatto che un giorno di non democrazia, un altro giorno di anti-democrazia, 40 anni di antidemocrazia e 60 anni di antidemocrazia non sono la stessa cosa. Allora ci sono questi, come dire, adattamenti, che possono avere tutta la buona fede politica immaginabile”
    17:58 Durata: 33 min 7 sec
  • Sulla programmazione di Radio Radicale

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La ricerca di Francesco Radicioni sulla situazione delle carceri, della giustizia e dei dissidenti in Cina. Le rubriche di Radio Radicale sugli Stati Uniti. Sui palinsesti di Radio Radicale
    18:31 Durata: 5 min 40 sec
  • Sull'intervento francese in Mali: “Attenzione, sono stati avvisati i francesi, diciamo personalmente ho mandato anche due righe a qualcheduno insomma: c'è il terrore, da parte dei liberati, della componente esercito maliano, perché pare che siano facendo delle cose piuttosto gravi. Ma quando Emma e altri dicono che la questione dei Tuareg c’è da 50 anni, dovremmo affrontare queste cose, io sono assolutamente d'accordo. Certo, l'esercito francese che va lì e libera dall'occupazione questa gente si guadagna quell’accoglienza. Ma dobbiamo vedere anche che cosa stiamo costruendo”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La presenza del segretario del Prt, Demba Traore, a un convegno di Non c’è pace senza Giustizia e Partito radicale a Roma sulla messa al bando delle mutilazioni genitali femminili. La guerra in Mali contro i terroristi. “Attenzione, sono stati avvisati i francesi, diciamo personalmente ho mandato anche due righe a qualcheduno insomma: c'è il terrore, da parte dei liberati, della componente esercito maliano, perché pare che siano facendo delle cose piuttosto gravi. Ma quando Emma e altri dicono che la questione dei Tuareg c’è da 50 anni, dovremmo affrontare queste cose, io sono assolutamente d'accordo. Certo, l'esercito francese che va lì e libera dall'occupazione questa gente si guadagna quell’accoglienza. Ma dobbiamo vedere anche che cosa stiamo costruendo”. I limiti della Nato contemporanea, troppo squilibrata sui solo mezzi militari. Gli ostacoli del Pd alla presenza dei parlamentari radicali nelle organizzazioni internazionali (e non solo)
    18:37 Durata: 9 min 19 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Non si può continuare a non nominare nemmeno il Partito radicale in un documento di Radicali italiani. Questo è facilmente sanabile se non è un'abitudine, se non è una necessità tattica. La tattica sconfina, quando si ripete, in strategia”. “Questo è bene discuterne, ma anche su questo discuterne diventa difficile perché l'assenza di democrazia e perché non conoscono neanche le regole statutarie”. Il contributo dell’urbanista radicale Aldo Loris Rossi. “Io credo che gli estremi per la campagna elettorale che cercheremo in tutti i modi di fare attraverso soprattutto la battaglia politica. Io penso che noi entro qualche trimestre riusciremo a documentare che le responsabilità dell'Italia, già perseguite e intuite e condannate e deplorate a livello di giurisdizione internazionale, sono proprie di quelli che chiamiamo ‘Stati canaglia’. La battaglia politica è quella di aiutare a comprendere la realtà di regime che ha occupato i vertici magari delle banche e sicuramente dei partiti”. Sul fatto che i Radicali del Lazio hanno restituito 360mila euro di fondi non spesi alla Regione. Gli appuntamenti di Pannella in settimana. I Radicali, il femminismo e il ricambio generazionale
    18:46 Durata: 13 min 55 sec