"L'Italia delle regioni"

Prego le compagne riprendere posto
Mi rivolgo in particolare a quelle che sono ancora in piedi
Semaforo
Ma adesso vediamo speriamo bene
Compagni
Si aprono
Il convegno
Del partito socialista italiano dal titolo l'Italia delle regioni
Convegno quanto mai opportuno
Dati
Dibattiti che si svolgono sulla tematica delle autonomie questo convegno come già noto e compagni
Durerà due giorni
Una seduta pomeridiana che si potrebbe concludere verso le sette e mezza otto
Che avrà una introduzione del compagno Giuliano Amato seguito da interventi dei compagni la Pergola Silvano Labriola Sergio Bartoletti e Marco Cammelli che dovrebbero parlare tutti quanti
Se vi fosse il tempo disponibile potremmo avere ancora tre o quattro interventi di una durata non superiore ai cinque sette minuti
Il dibattito riprenderà con me
Avete letto sull'Avanti
Domani mattina domani pomeriggio vi sarà un discorso del compagno Bettino Craxi in piazza dell'alloggio
Prima di dare inizio al convegno vorrei dare subito la parola al segretario della federazione di Brescia compagno Guido Baruffi
Porto il saluto alla direzione nazionale dei socialisti bresciani
Ringraziandola e ringraziando in particolare il segretario nazionale del partito compagno Craxi per aver scelto Brescia per lo svolgimento di questo importante convegno un convegno che si preannuncia carico di proposte di indicazioni utili e necessarie in un periodo dove si richiede chiarezza capacità di decidere proposte e indicazioni di rinnovamento per questo nostro convegno si è scelto Brescia dunque Brescia che una tra le città lombarde dove la legge in modo significativo il tentativo di rivincita di un'autonomia istmo confuso ed ambiguo noi però diciamo che Brescia
Esprime che soprattutto e storicamente la volontà
Di una realtà che intende confermare il proprio passato come grande partecipe del Risorgimento d'Italia proprio perché questa nazione fosse unità
I socialisti intendono discutere con questo convegno alcuni temi importanti
Quali quello del ruolo e delle funzioni dei governi regionali e locali nella loro capacità di rispondere in modo più responsabile verso i cittadini capaci cioè di comprendere il dilemma delle società civili più attenti alle loro esigenze
In una parola più capaci di dar loro con tempestività
Efficienza e funzionalità risposte ai provvedimenti necessari per un corretto funzionale svolgimento della vita civile
Si discuterà per l'ipotesi di una nuova fase costituente
Vi sono temi che saranno introdotti nella relazione del compagno onorevole Amato che salutiamo vice segretario nazionale del partito
Sicuramente si tratta di affrontare in particolare temi che tendano
Ad esprimersi concretamente perché dai convegni si traducano poi ipotesi proposte legislative concretizzare quanto l'aspettativa sociale quindi nel nostro Paese
Fortemente richiede
Io credo che siccome il mio compito è solo di portare il saluto
Debba esprimere un auspicio
Brescia probabilmente passerà per sua fortuna la storia
Considerata una novità che è stata preannunciata ieri
E che si preciserà domani credo in occasione del comizio dell'onorevole Craxi piazza Loggia
Relativamente ad alcune modifiche significative del simbolo del partito
Ebbene noi siamo convinti che anche questo un modo giusto per procedere
Capacità di proporre l'intendimento dei ritrovamenti capacità di voler rappresentare gli schieramenti politici per governarli grazie e buon lavoro
Grazie compagno Baruffi a nome di tutti i compagni convenuti ringrazio pure la federazione di Brescia per la sua calda ospitalità do ora la parola per l'introduzione al compagno onorevole Giuliano Amato vicesegretario nazionale del partito
Cioè le compagne cari compagni amici
Prima di iniziare questa mia introduzione vorrei proprio qui a Brescia
Esprimere la solidarietà di tutti i socialisti italiani ai lavoratori metalmeccanici che sono oggi il Mitrotta racconta
Da voi
Siamo ben consapevoli del difficoltà oggettive che si stanno profilando all'orizzonte per industria italiana
Ma sappiamo anche
Che non è immaginabile che con i profitti che quest'industria ha prodotto in questi anni
I lavoratori del settore del metalmeccanico siano il fanalino di coda o quasi nella scala delle retribuzioni in Italia una soluzione equa è una soluzione che tiene conto delle loro ragioni
Che passiamo alle regioni
Beh facciamo oggi questo convegno lo facciamo quest'anno mille novecentonovanta perché sono passati vent'anni dalla nascita delle regioni
Vent'anni che abbiamo vissuto tutti dal versante delle regioni come dal versante dello stato affrontando ogni giorno Problemi in difficoltà situazioni volta a volta diverse
E in ciascuna di queste situazioni e in ciascuna di queste difficoltà
Abbiamo potuto volta a volta a trovare le ragioni degli adattamenti a cui ci siamo piegati dei veri e propri cambiamenti di rotta rispetto agli obiettivi che avevamo all'inizio
Insomma quando si vide la cronaca e questi vent'anni giorno dopo giorno li abbiamo vissuti come cronache si trova sempre la giustificazione di tutto e di tutto ci sentiamo giustifica il ventennio però è un tempo di bilancio complessivo non di cronaca quotidiana il ventennio impone è un giudizio storico-politico
E un bilancio fatto col necessario distacco a vent'anni dalla nascita delle regioni ci porta a dire che le regioni che abbiamo costruito non sono né quelle che volevamo costruire né quelle che comunque potevano servire agli italiani all'Italia la realtà nella sua nuda bruttezza ci dice oggi che le Regioni sono dei corpi asfittici
Che si muovono con scarso costrutto fra le proprie inefficienze
E le maniglie di uno Stato che si è magari decentrato dove meno doveva e chi è diventato invece ancora più centralistico dove più serviva a dare respiro è responsabilità autonomia agli enti autonomi si è così realizzato peggiore dei mondi possibili e si sono avverate le previsioni più pessimistiche che vennero formulate all'inizio il rischio peggiore scriveva Roberto Ruffilli che fu un appassionato regionalista ancorché negli ultimi anni della sua vita troppo presto conclusa abbia avuto una forte attenzione anche ai problemi per la stabilità del governo centrale
Il rischio peggiore scriveva Roberto nel settanta cioè quando le regioni erano ancora nel grembo materno
E quello di dar vita a un ordinamento regionale che non solo non incida sul proprio cesso di sviluppo della società ma venga anzi ad aggravare gli squilibri e ad accrescere le disfunzioni dell'apparato pubblico
Nella misura in cui si ponga la Regione essenzialmente come organo di esecuzione di decisioni nazionali
Era per Ruffini il rischio peggiore
Si è avverato ed è anzi è accaduto di peggio perché come dicevo faccio l'esempio più vistoso
Decentrando la Spesal e mantenendo accentrata l'entrata lo Stato italiano lungi dal fare delle Autonomie il terreno di nuove e feconde responsabilità al contrario fomentato un clima di nuove e nefaste irresponsabilità
E il peggio cari compagni ha sempre conseguenza perché le malattie indeboliscono i tessuti generano Cellule mostruose che infettano il corpo e sono qui le radici del leghismo
Della reazione della irrazionale rivolta a Velletri
Che nasce però sull'intolleranza verso uno Stato centrale che si impiccia di tutto
Che pretende tutte le responsabilità che non sa esercitarne e che finisce per tirarsi addosso tuoni e fulmini apparendo lontano inefficiente e sprecone e finendo per delegittimare se spesso e l'intero sistema istituzionale
Le radici della follia leghista chi è il fenomeno eversivo più pericoloso determinatosi in Italia negli ultimi anni stanno in cella nulle che si sono ammalate a causa del centralismo
Importante per noi e cercar di capire che perché accaduto e prima ancora a cercar di capire che cosa esattamente accaduto
E qui permettetemi col massimo possibile di semplicità di toccare almeno due tre punti che hanno un qualche carattere tecnico
E che ci fanno capire i veicoli del tutto estranei alla costituzione attraverso i quali hanno camminato le devianze rispetto a ciò che volevamo di ciò che abbiamo fatto
L'interesse nazionale
L'interesse nazionale lo sanno quelli che l'hanno studiato da ragazzi e lo sanno tutti gli amministratori regionali
Era nella Costituzione il metro su cui il Parlamento poteva essere chiamato ex post cioè successiva a me
A valutare se leggi regionali comunque emanate erano conformi o meno ad indirizzi politici nazionali ma non era e non poteva essere un limite che potesse restringere a priori le competenze regionali
In base alla Costituzione
Il Parlamento fatto principi nelle materie di competenza regionale e si sono competenze di Regioni a Statuto speciale non fa neanche quelli
Invece che cosa è successo
Che l'interesse nazionale è diventato il presupposto che il Parlamento utilizza per occupare in cui lo spazio della competenza regionale
Tutte le volte che gli appare necessario un intervento non frazionabile tra virgolette in nome di una situazione difficile di una calamità di un valore costituzionale
Se c'è una calamità naturale se c'è tensione abitativa se c'è la salute di mezzo la legge statale entra dritta nei dettagli lo fa anche nei confronti delle regioni a statuto speciale e finisce per farlo con regole minuzie che con interessi di carattere nazionale non hanno nulla a che fare in nome della salute del diritto fondamentale dei cittadini alla salute
Si è arrivati a decidere i termini entro i quali chi concorre per una farmacia rurale in una regione a statuto speciale deve fare la domanda ed è stato ritenuto legittimo che la legge dello Stato arrivasse sino a quel punto perché perché c'è di mezzo la salute
Sempre in nome della salute la presenza di un rappresentante del Tesoro nei collegi sindacali delle USL è diventata una norma di grande riforma economico e sociale a cui tutti dovevano prestare osservanza
Il nome della tensione abitativa la legge dello Stato ignorando del tutto la competenza regionale identifica i singoli Comuni dove si ritiene che ci sia tensione abitativa e da direttamente ai singoli Comuni soldi
E così via
L'indirizzo e coordinamento è il secondo grimaldello
La funzione di indirizzo e coordinamento non era prevista dalla Costituzione la inventò il parlamento nel mille novecentosettanta
E i padri dell'idea avevano ciascuno idee diverse
Probabilmente la più ragionevole era quella di ricondurre le amministrazioni centrali a stabilire solo intirizziti nelle materie regionali e non ad occuparsene più direttamente
Fatto sta idee che la funzione di indirizzo e coordinamento è diventata la fonte devastante di interventi e di misure che con l'indirizzo non hanno nulla a che fare
In materia ambientale di smaltimento di rifiuti
Lo Stato in nome dell'indirizzo e coordinamento ha fatto delle autentiche circolari nelle quali fissa anche nei dettagli
Chi deve essere presente ai controlli che si fanno sulle discariche come deve essere fatto il modulo per ottenere l'autorizzazione della discarica e quant'altro
E tutto questo è stato ritenuto legittimo
In nome del come indirizzo e coordinamento si sono fatti passare i poteri sostitutivi dello Stato nei confronti delle regioni e se c'è una cosa che non è Indirizzo per definizione sostituire l'anno
Il principio di leale collaborazione
Credo d'averlo inventato io moltissimi anni fa venticinque anni fa
Quando scrissi un lavoro in cui feci notare a una cultura italiana che vedeva le Regioni non ancora nati come un mondo interamente separato da quello dello Stato che la separatezza assoluta tra Stato e Regioni era priva di senso
Che i due non potevano ritenersi collocati suora orbite che non si incontrano mai chi è inevitabile in fondo anche giusto che ci siano dei punti di coordinamento tra lo Stato e le Regioni
Ma viva Dio tra il settanta in cui sono nati oggi lo Stato e le Regioni si incontrano in ogni singolo punto
Non c'è aspetto dell'attività regionale in cui la Regione non incontra il coordinamento dello Stato e allora se si coordinano in ogni centimetro vuol dire che non esiste una spera di autonoma responsabilità regionale non sono ma si è giunti a al paradosso
Che supera i limiti della sfacciataggine di definire leale collaborazione la sostituzione dello Stato nei confronti delle regioni tutte le volte che lo Stato prima di sostituire la Regione l'avverte mentre la collaborazione sleale ed è illegittima se lo Stato sostituisce la Regione senza aver l'avvertite prima
E capite e qui con con il pudore tipo può proprio di di chi scrive di diritto il collega e compagno Bartoletti
Notò in un suo scritto giuridico che l'idea che collaborare con un altro sì anche sostituirla è un po'unilaterale mi ricordo che e molto carino
Da dire ma coglie la sostanza
Allora mettete insieme questi tre grimaldelli l'interesse nazionale che penetra ovunque l'indirizzo e coordinamento che ha sostituito le circolari dei prefetti
I poteri sostitutivi che sono andati ben al di là di dove la costituzione di consentiva e il corpo delle regioni vi apparirà come vanificato
E ridotto a piccoli brandelli che la Corte costituzionale ha cercato di salvare dalla valanga del centralismo ma che non bastano da soli a giustificare neppure l'esistenza delle regioni
Oggi è uno che le consideri si domanda che pazzi sono questi italiani
I quali con le regioni si sono limitati a creare dei pezzi senza senso di amministrazione decentrata dello Stato
E sopra ciascuno di questi pezzi hanno messo un Consiglio regionale una Giunta regionale un presidente di derivazione democratica
Un'autentica follia
Perché tutto questo è successo
Si è parlato
E se ne parlò ai primi sintomi di queste devianze della rimonta delle burocrazie centrali
Ne parlo un giurista di straordinaria intelligenza uno studioso dell'amministrazione appassionato riformista un nostro compagno amico fraterno di molti di noi che morì alcuni anni fa assai assai anzitempo Donatello se Errani
La vicenda dimostra scrisse Donatello già nel mille novecentosettantadue la permanenza di una regola ferrea
Quella dell'accumulazione storiche delle istituzioni
In ultima analisi la centralità dell'amministrazione che tutto assorbe in un pesante lento ma costante ininterrotto processo di adeguamento di se medesima in altre parole
Ci eravamo illusi di spezzare l'amministrazione centrale e di creare lo stato delle Autonomie
L'amministrazione centrale più forte di noi aveva in realtà ha adattato il suo centralismo ma è sempre questo era alla nuova realtà
Io stesso esposi questa tesi ricordai che in fondo quanto stava accadendo alle regioni non era la prima volta che accadeva era già accaduto
Era accaduto col decentramento dei Comuni ve lo ricordate quello del cinquantatré quello che porta il nome di luci Fredy ministro allora per la riforma burocratica
Che tetti ai Comuni funzioni che non vennero chiamate proprie
Ma vennero chiamate trasferite vennero chiamate nella legge trasferite proprio per poter dire che erano ancora dello Stato in realtà che li aveva trasferite se ne teneva un pezzo
E quando si fece erano le norme d'attuazione degli statuti speciali delle cinque regioni a statuto allora non ancora cinque regioni a statuto speciale
Si inventò d'uso dell'interezza e nazionale di cui parlavo prima se c'è un interesse nazionale si ritaglia una fetta della materia regionale e sia bocca nuovamente Agusta
Di sicuro ha pesato questa forza della burocrazia come ha pesato la crisi finanziaria dello Stato degli anni settanta
Che ha scosso della finanza pubblica diciamo la crisi della finanza pubblica degli anni settanta che ha scosso i comuni in primo luogo
E chi ha portato ad una centralizzazione fortissima di tutta la gestione finanziaria pubblica
Una grande illusione secondo me è che ci sono stato proprio dentro fino in fondo
Un potere così abissale da diventare un abisso in cui lo Stato è precipitata
Trasformandosi lo Stato in un grande dispensatore di tutte le risorse pubbliche di cui alla fine non è in grado di controllare nelle ragioni
Nei ritmi nell'entità delle erogazioni io ogni volta per controllare meglio stabilisce regole più complicate e quanto più sono complicate quanto meno di riesce di applicarle
Ed è chiuso in una specie di sfida
è tutto vero
Ma parlar male della burocrazia e del Tesoro è sin troppo facile
E qui vorrei invitarvi ad una riflessione meno compiaciuta di quanta possiate di quanto possiate fare sentendo vi finora tutti partecipi del bene e totalmente estranei al male
Perché quello che dobbiamo chiederci sì e la spiegazione sia davvero tutta lì
Se noi non c'entriamo per niente sì non c'entra per niente la cultura politica di cui tutti noi siamo stati partecipi in questi anni
La e nostre idee sulle stesse questioni essenziali quali sono quelle del rapporto tra i quali chance
Diritti dei cittadini modi di tutela dell'eguaglianza dei diritti
Quando la Corte costituzionale dice che l'ha detto tante volte che laddove ci sono di mezzo ambiente salute casa lì la regola deve essere eguale per tutti e quindi checché dica la Costituzione deve essere nazionale non fa vibrare una corda che sta anche dentro di noi
Il quesito davanti al quale ci dobbiamo mettere per capire questo punto che secondo me è il punto cruciale può essere formulato così
Quand'è che due persone o due comunità sono eguali rispetto alla sanità o alla scuola attacca sono eguali quando hanno eguale libertà di organizzarsi come credono come ciascuna delle due crede
Anche se ciò dar luogo a trattamenti di terzi alla fine oppure sono eguali quando hanno lo stesso trattamento stabilito ovviamente dall'alto
Lo so ovviamente che ci sono tante variabili in gioco davanti a questa domanda non ve la cavate con facili obiezioni
è chiaro che dipenderà dal fatto che abbiano mezzi eguali o meno che siano pari o meno le loro opportunità che operino in ambienti più o meno assimilabili è chiaro che queste variabili pesano ed è anche chiaro che la risposta non necessariamente non in tutti i casi sarà la prima non necessariamente non in tutti i casi sarà la seconda
Un fatto è certo però carico cari compagni
Nei paesi ha più radicata cultura liberaldemocratica è storicamente emersa come risposta tendenziale la prima due sono eguali quanto hanno eguale libertà di organizzarsi come credo
Nei Paesi nei quali gli ordinamenti democratici sono cresciuti sul ceppo degli Stati assoluti e del centralismo monarchico
La risposta tendenziale è stata la seconda ed è stata uno è stata ritenuta la risposta progressista
Ma è una risposta in linea di principio nemica delle autonomie perché è nemica delle diversità che queste portano naturalmente con sé ed è Tocqueville a spiegarcelo magistralmente
Quando fa risalire questa risposta prima ancora che i giacobini della rivoluzione ai fisioterapiche al Settecento
Sentite questa finissima cosa di Tocqueville essi cioè in fisioterapia e cioè tanta gente che esiste ancora oggi a dir la verità
Non hanno in odio soltanto certi privilegi
La stessa diversità e il loro odiose
A mere ebbero l'eguaglianza perfino nelle servitù
Per le loro riforme ad hoc siano l'amministrazione regia un nuovo potere che come loro ha una naturale propensione per l'eguaglianza delle condizioni e per l'uniformità delle regole
Certo qualcuno potrà rispondere che il centralismo libri Liber latore di quegli anni fu progressista in quanto spezzoni conservatorismi privilegi le diseguaglianze della società feudale
Io non voglio entrare in questa disputa
Anche se c'è chi pensa che le radici dell'ENI Nismo e di tutto ciò che ne è seguito stanno proprio in quel ceppo culturale
Quando fu in venne al mondo l'idea che sia da esserci eguaglianza
Ad esser ci qualcuno chi ha il potere di rendere tutti gli atti altri eguali nacque il totalitarismo il giorno che quel qualcuno ed equilibrio
Ma mi domando insieme ancora come Ruffilli
Se non facciamo i conti qui con un tragico ritardo delle ideologia se ritenendo cioè che la risposta centralista sia la risposta progressista
Non ci troviamo davanti senza accorgercene ha un ritardo delle ideologia lo disse molto bene Ruffilli perché
Perché portandoci ancora dentro la cultura dei figli o creati e poi dei giacobini noi ignoriamo da un lato la realtà assai poco esaltante del nostro attuale Stato burocratico
Dall'altro il secolo che è sopravvenuto vecchi abbiamo ormai alle spalle e che ha messo alle nostre spalle una lunga tradizione autonomista di marca socialista e di marca cattolico popolare
Come ha scritto Bocchino in un bellissimo saggio su questo tema esistono in realtà due pluralismo che Luís echeggiando una famosa distinzione ha chiamato un pluralismo degli antichi e un pluralismo dei moderni un pluralismo degli antichi chi è quello del ceti degli ordini delle caste chiuse chi era quello feudale
E un pluralismo dei moderni che è quello delle municipalità socialiste delle cooperative e delle istituzioni decentrate di schietta origine liberaldemocratico
Ma se esiste questa distinzione
E se noi abbiamo invece ancora dentro quella vecchia cultura allora vuol dire che il nostro socialismo liberale non ancora imposto tutte le sue ragioni
Ed ha lasciato così uno spazio che non merita la cultura del centralismo
La quale dopo i giacobini è transitata nello stesso movimento socialista in particolare con i comunisti
E segnando non a caso l'atteggiamento contrario alle regioni dei comunisti alla Costituente che noi socialisti tradendo le nostre tradizioni finimmo perseguire in quella fase di unità d'azione
A Rimini abbiamo discusso di queste cose comunque
A Rimini abbiamo chiarito a noi stessi
Che non c'è più governabilità possibile in una società complicata come questi sovraccarichi diamo per governare un unico punto del sistema chiamato Stato
Che non c'è il governo dignità possibile se non c'è diffusione di responsabilità no dei funzionari verso lo Stato ma di cittadini democraticamente eletti verso altri cittadini che democraticamente gliele
Che quindi non ci può essere eguaglianza se non anche attraverso le diversità che siano frutto di scelte autonome e democratiche
E non vi potete rifiutare a quest'ultimo passaggio solo perché avete ancora nella testa l'idea chi ha da esserci un potere burocratico che ci rende tutti uguali
E allora si tratta di limitare lo Stato
Di abbandonare l'idea che ovunque sia in gioco qualcosa di importante lì la risposta possa essere solo quella unica e dettagliata dettata dal centro
Del resto se la spogliate e dalle sue lontane radici fisioterapiche giacobini
L'aspettativa che De Lorenzo e i suoi funzionari
Che Prandini e i suoi funzionari che Ruffolo e i suoi funzionari abbiano sempre e necessariamente una risposta migliore di quella che può venire dal responsabile impegno di venti regioni
è un'idea che vi apparirà semplicemente bizzarro
Ripeto che non si può essere manichei
Che ci sono ambiti nei quali l'uniformità di trattamento fa assicura nei quali è e rimane essenziale la disciplina dello Stato
Ma li dobbiamo isolare li dobbiamo mettere da parte e quello che invece diamo alle Regioni deve essere rimesso alle loro diversità
Non deve essere regolato in modo da tornare per vie tortuose all'uniformità perché se così facciamo allora è tutto inutile
Allora è inutile che li eleggiamo gli amministratori regionali basta che chiamiamo prefetti i loro funzionari che rappresentino tutti lo stesso Stato certo centrali
E anche voglio dire e ne parleranno i colleghi e compagni che interverranno dopo
Anche nelle materie che diamo alle Regioni esigenze di compromesso ce ne possono essere io capisco che in una materia come la sanità che è e deve essere regionale ad esserci uno spazio per lo Stato
Ma lo Stato anziché vessare i gestori del servizio vituperati di tutte le colpe anche di quelle che non hanno con valanghe successive di circolari chi ogni tre mesi cambiano è il solo a tempo di leggere quella nuova rende disfunzionale tutto il sistema
Scrissi una buona volta di standards minimi delle prestazioni inoltre dieci anni non ne ha ancora trovato il tempo forse non è ancora trovato il coraggio e lasci perdere tutto il resto
C'è poi naturalmente storicamente e ahimè timidamente ancora il Mezzogiorno nel quale accerta una sua legittimazione un intervento straordinario dello Stato
Ma non come intervento di amministrazioni centrali ordinarie e straordinarie che in tutto e per tutto soffocano d'amministrazione locale impedendole di cresce
Il Mezzogiorno ha bisogno di una dirigenza locale responsabile che i cittadini possano valutare e quando mai l'avrà se non esiste neanche la possibilità di costruire una fontana in un Comune meridionale senza entrare nella lunga procedura dei fondi dell'intervento straordinario
Da mesi noi socialisti abbiamo proposto che è straordinario ha da essere nazionale per i progetti nazionali
Ma da essere risorse finanziarie Perin comunicò che le regioni del Mezzogiorno che devono diventare responsabili per quello che fanno
Davanti ai loro cittadini
è questa la cornice in cui si collocano le proposte che ora verranno illustrate proposte che lo vedrete sono distruttive e costruttivi ad un tempo bisogna distruggere con coraggio una parte delle devianze che sono cresciute in questi anni
Occorrono norme chiare di rango costituzionale per distruggere l'uso distorto è inammissibile che si fa dell'interesse nazionale
Che deve essere ricondotto a quello che era non può essere un grimaldello per consentire allo Stato di imboccare qualunque competenza regionale
Occorrono norme chiare sempre di rango costituzionale per eliminare la funzione di indirizzo e coordinamento lo Stato detti i principi sia indirizzi da dare Lidia con le leggi del Parlamento
Occorre limitare i poteri sostitutivi di riportarli laddove la Costituzione la di consente agli obblighi internazionali e per le materie delegate
Qui il disegno del governo in esilio di legge sull'ordinamento regionale del governo è molto timido perché in realtà codifica le devianze l'esorbitanza e che in questi anni lo Stato si è consentito occorre insomma costruire punto per punto
Attivando conseguentemente i necessari processi di revisione costituzionale di modifica degli statuti di nuova legislazione ordinaria tutto ciò che indicò già Craxi appunti
Noi ora esporremo indirizzi e principi saranno poi i nostri gruppi parlamentari ai gruppi consiliari
Che avranno la responsabilità in Parlamento primi Consigli regionali di tradurre questi indirizzi in atti normativo
Si tratta di riscrivere l'articolo centodiciassette della Costituzione dando alle Regioni nuove più aggiornate competenze
L'ambiente permettete di dirlo a me socialista è stato l'ultima più vistosa approva di quella cultura giacobina l'ambiente largamente materia regionale ma siccome cominciavamo pochi anni fa ad occuparcene tutti noi progressisti ritenemmo che il modo migliore di occuparsene fosse quello di caricare tutti i poteri su un ministero
è stata una scelta giacobina no no una scelta da socialisti liberali
Una effettiva autonomia finanziaria che sia tale sul versante della spesa che sia tale sul versante delle entrate le Regioni devono avere tributi realmente propri e che significa che debbono poter essere libere di istituirli di fissarne l'aliquota di accettare gli accertamenti che di riscuotere la riscrittura delle funzioni amministrative in modo da attuare davvero il principio che grazie non sua Pontida lo Stato finisce dove cominciano le regioni la riduzione dei controlli amministrativi
La modifica degli statuti regionali in modo da rendere più nitide e distinte le responsabilità delle giunte e dei consigli l'irrobustimento della base regionale del Senato
In modo da dare alle regioni una voce adeguata nella elaborazione della legislazione nazionale
Noi siamo sempre stati Chieti davanti all'idea di creare il Senato delle Regioni in una situazione nella quale le regioni erano e rimanevano ridotte a quei brandelli di cui parlavo prima
Ma nell'ambito di un disegno di rafforzamento effettivo ed efficace delle responsabilità regionali allora di quel disegno fa parte ineludibile la realizzazione del Senato delle Regioni
Questo è il punto acquisiamo non è la prima volta badate che nella storia capita di aver davanti situazioni diverse che ci somigliano
Mi son trovato davanti ad un prezzo nel quale ho letto queste frasi
è frequente oggi il vagheggiamento della divisione dello Stato
Reazione spontanea alla negazione dei caratteri particolari
Ma la rivoluzione in questo campo non vorrei che si realizza dividendo lo Stato in più Repubblica
Avverrà soltanto con il sorgere di liberi istituti locali
La tradizione italiana ci mostra l'importanza storica del Comune
L'autonomia regionale dovrà trovare la sua espressione e giuridica che la sostituzione delle prefetture con parlamenti locali sarà l'espressione di una unità non artificiale che andava avanti così questo brano
Si potrà realmente parlare enti unità soltanto quando saranno sortire fioriti organismi locali indipendente la centralizzazione corrisponde al totalitarismo
E come questo è nemico della libertà essa la centralizzazione lo è dell'unità nazionale sapete che cos'è questo
Questo è in programma la presentazione del programma istituzionale di giustizia libertà
Che nel mille novecentotrentadue si trovò davanti alla proposta di dividere l'Italia in quattro repubbliche federate
Formulate allora non dalla lega lombarda ma dai comunisti per tutto inopinatamente fra l'altro pensando alle loro tradizioni vedete che i guai che hanno sempre origini che si somigliano le buone idee hanno sempre origini che si somigliano
Più forti autonomie per una più forti e unità nazionale era questo l'impegno del socialismo liberale nel mille novecentotrentadue rimane oggi l'impegno Dinoi socialisti
Grazie
Compagno Amato
Toh ora la parola
Alla compagno onorevole Antonio la Pergola attualmente deputato al Parlamento europeo ma già presidente della corte costituzionale e già ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie
Compagni l'appello
Compagni e compagne
Giustamente Giuliano Amato
Ci ricordava il vecchio impegno del socialismo liberale
Oggi
Le regioni in Europa solo un impegno
Di tutti i socialisti in particolare
Dei Socialisti italiani
Lo sono perché il decentramento un momento essenziale del nostro programma della grande riforma lo sono perché la politica regionali in Europa
E la parte più avanzata della politica sociale
Oggi si è visto per la prima volta che l'autonomia
Delle regioni degli stati membri
Degli Stati federali in Europa l'autonomia delle comunità
Delle comunità della Spagna all'autonomia delle regioni etniche nel Belgio esige il processo di integrazione europea e lo completa l'autonomia si concreta nelle cerchie più vaste in cui lo stesso state inserite e i vantaggi dell'autonomia sono inseparabili dal senso di solidarietà con il quale noi socialisti vogliamo costruire la comunità europea vorrei riprendere l'invito del compagno segretario bresciano che ci ha colto perché proprio di qui dalla Lombardia che tanto generosamente contribuito alla formazione della coscienza nazionale come accogliere un flusso di energie umane da tutto il Paese
Si possa
Ancora una volta seriamente riflettere sul fatto ed autonomia non cresce più
All'ombra del campanile nemmeno della Gialappa campanile lombardo la logica dell'integrazione europea e la prima risposta al velleità secessionisti
Delle leghe ma vediamo concretamente quale prospettive si aprono certe regioni alla vigilia della convocazione della conferenza che dovrà preparare da un canto l'unione monetaria e dall'altro l'unione politica
E chiaro che non basterà allargare le competenze della Regione
Per quanto sia indispensabile
Dovremmo prima di tutto promuovere una radicale revisione del ruolo della Regione che da quando è nata come ci spiega ma ama
Prima ancora che giungesse in Italia è stata concepita come un ente
Destinato necessariamente alla cura degli interessi localizzati nel territorio nella nostra regione non ci doveva essere nessun sentore di soggettività Esterna
Questa impostazione ci è venuto a compagne e compagni dalla Spagna in cui per la prima volta nella lontana Repubblica del trentuno è apparsa l'idea di Regione da allora il grande la terrazza Morra diceva la Regione deve essere un orticello presieduto de cippi di confine con poche attribuzione ma certe tutelate
La tutela costituzionale dell'autonomia importava più della dimensione dell'autonomia la tutela e importante lui è rimasta ma non basta certo ad allargare la sfera della competenza regionale
La può soltanto fissare e razionalizzare e d'altra parte l'unione politica noi possiamo costituire non sarà ancora non potrà essere un'unione di Stati nel senso tredici
E che maturano nel crogiolo della sovranità popolare
Ma l'unione politica che si prospetti d'Europa sarà soltanto realisticamente un modo per passare dall'integrazione settoriale del mercato
Ad una serie aperte generale di responsabilità evocazioni istituzionali della Regione dal settore del mercato ad una sfera di interessi politici
Ci sarà anche l'unione monetaria
E l'unione monetaria quando veri vinceremo non mancherà di avere sicuri riflessi sull'autonomia regionale
E già chiaro che ci sarà l'incrocio tra il potere di emissione di moneta che competerà all'euro spetta al sistema bancario federale il controllo della spesa di competenze dei parlamenti nazionali
è altrettanto chiaro che le istituzioni finanziari cercheranno nuove forme più obbligazione pubblica di buona qualità per diversificare i loro portafogli
Che dovrà esserci una maggiore flessibilità e un più attivo contributo delle regioni ai mercati dell'Europa integrata che le regioni che sanno spendere tassare meglio
Riceveranno un premio
Se la loro capacità impositiva sarà razionalizzata
Ed allargata altrimenti si dovrà fare ricorso e i fondi strutturali per i quali è previsto non solo il potenziamento ma una revisione soprattutto in senso selettivo non si tratta più di flussi di arriva edito ma di rendere comparabili del condizione capacità produttive delle varie regioni
Si tratta di configurare interventi a sostegno delle infrastrutture fisiche delle comunicazioni dei trasporti dell'istruzione per evitare vasti movimenti di manodopera eppure ci sarà il problema della flessibilità dei salari e della mobilità del lavoro scaturente dal meccanismo dei cambi fissi
In fondo a tutta questa prospettiva c'è una sola certezza
Maggiori poteri maggiore risorse maggiori discrezionalità
Della comunità nell'uso dei suoi mezzi finanziari
Vediamo adesso il settore che ci interessa è più del vicino quello dell'unione politica come potranno essere le regioni nostro non diversamente
Per le regioni spagnoli dell'Endesa tedeschi collocati nella possibile unione politica europea
Bene
Qui abbiamo già una strada una strada maestra tracciata dall'esperienza che è stata quella della politica regionale la politica regionale la forma più avanzata della politica sociale
Le è stata sviluppata dal piano dello
Il piano più con lento e più avanzato per attuare le disposizioni previste nel l'atto del Lussemburgo l'idea centrale l'ossessione dice dell'ordine socialisti è stato quello di intrecciare la politica sociale con la politica regionale
Per evitare che continuasse ad aggravarsi il dislivello tra le aree afflitte dal sottosviluppo
E quelle più avanzate la concentrazione degli obiettivi nel piano Delors significa questo dopo l'ingresso della Spagna del Portogallo di indici della disoccupazione indice medio era salito la lotta contro la disoccupazione ha dovuto essere accompagnato a una serie di altre misure che hanno trovato la loro collocazione in questo grande piano
Gli obiettivi sono concentrici
E si appoggiano i fondi strutturali
Che già esistevano perché con il piano del nord sono stati animati da una nuova manovra da nuovi e più razionali criteri di gestione compagni qui veramente possiamo dire che i riformisti europei
Hanno lasciato il loro segno questa è la strada che dobbiamo continuare basta nel credo diceva e dal suo formule astratte vincente nelle elezioni europee
Noi abbiamo il mercato
E dal mercato dobbiamo estrarre la comunità con i suoi valori solida
Dall'orda ripreso queste idee ed era il suo piano
Ha lanciato una proposta di ordine istituzionale la partnership
Tra lo Stato e la Regione
E qui
Qui c'è il confine tra la vecchia politica
Della Comunità europea
Che si appoggiava al mercato sociale
Era soltanto una politica della coerenza
E la politica della coesione per lo svolgimento
Per lo svolgimento del principio che è stato scritto nell'atto unico la coesione
La Regione non è più semplicemente in teatro della povertà e dei possibili aiuti
Della comunità dello Stato la Regione deve essere considerata dalla comunità proprio dove esiste in carne ed ossa come portatrice avesse il potere di autonomia
Ora questa intuizione di del Nord va sviluppata
Oggi ci troviamo di fronte a un quadro di proposto ormai concrete per la riforma del Trattato di Roma che qui richiamo brevemente per quello che qui per quello che ci può interessare
Da riforma più importante quella volta
Ad aumentare i poteri del Parlamento europeo rivedere le procedure decisionali in modo da
Restringere
La sera in cui si applica il principio di maggioranza
Qualificato o addirittura di unanimità
Sul versante del consiglio
E la proposta specifica che qui ci interessa compagni e compagne è duplice una viene dalla Spagna l'altra dalla Germania accidentale la cittadinanza europea per un verso la creazione di un apposito organo di rappresentanza delle Regioni per la
La creazione di un apposito organo di rappresentanza delle Regioni
Viene
Dalla Germania
Siamo compagni nel momento in cui i tedeschi cominciano ad esercitare
Non loro egemonia culturale in Europa dopo l'unificazione
E in questo caso sono stati tedeschi a prendere l'iniziativa di creare un organo di rappresentanza delle ragioni
In cui
Il Consiglio consultivo che sta intorno alla Commissione ma che non è altro che un semplice organo ombra della Commissione esecutiva
Sia trasformato
In un vero e proprio organo di tutela degli interessi regionali
L'organo avrebbe cento cento centocinquanta due membri l'organo dei libererebbe a maggioranza
L'organo dovrebbe essere necessariamente ha consultato su tutte le questioni che interessano la sfera regionale
E l'organo dovrebbe essere abilitato a far valere davanti la corte di giustizia delle Comunità europee
L'applicazione del principio di sussidiarietà è questa la grande riforma che chiedono i Laender della Germania che si chiarisca esigenze si sancisca una volta per tutte nel mercato europeo
E nell'ordinamento comunitario
Che
Dovrà superare le categorie del mercato
Che
La comunità esercita le sue competenze soltanto quando
Lo Stato oppure l'autorità competente in seno allo Stato
Perciò nel settore
Di sua spettanza la Regione non è in grado di soddisfare i fini sancito stabiliti nel Trattato
Questo principio
Di sussidiarietà
Una volta colto allargherà la sfera della regione non meno di quella dei lender tedeschi
Intendiamoci
Perché questo principio possa funzionare occorre una riforma nel senso di includere tra le materie previste dall'articolo centodiciassette della Costituzione
I settori chiamate indica piccole e medie industrie
Profughi ambientali
Energie ricerca scientifica e non soltanto formazione professionale
Questa è materia dovranno essere
Accompagnata e anche la previsione di altre competenze comunitarie
Le altre competenze comunitarie che si perseguono toccano senza dubbio il settore della ricerca scientifica dell'ambiente
Non solo ma è importante avere sancito
Compagne e compagni che le Regioni possano attuare tutte le direttive comunitarie che interessano nuvoloso
Già nella legge promosso dal compagno fabbrica e poi in quella che avevo presentato io in Parlamento siamo
Dopo che la giurisprudenza della Corte costituzionale aveva chiaramente ha posto le premesse di questo sviluppo a prevedere una volta per tutte che le regioni sia a statuto speciale sì assoluto ordinario possono tutte attuali le direttive comunitari anche in prevenzione dispetto di intervento dello Stato
Se si applica il principio di sussidiarietà
E se cioè e la comunità a dare immediatamente le direttive senza la mediazione statale
Le direttive che poi le Regioni sono chiamate a sviluppare il campo sarà aperto perché le regioni possono essere direttamente coinvolte nella produzione di tutto
E la normativa comunitaria che interessa la loro sfera non sono queste compagni è importante la rappresentanza diretta delle regioni a Brussel qui i tedeschi ciò furono il modello della loro gestione dei rapporti con Bruxelles
Gli osservatori della regione che si sono trasformati in agenti di lobbying pubblico ufficialmente al quale affidato il contatto tra i lenti gli organi comunitari gli altri stati membri e addirittura la previsione che rappresentanti degli azionisti siano inseriti nel Consiglio
Nel consiglio dei ministri in rappresentanza dello Stato federale tedesco almeno per una parte rivedendo il sistema di ponderazione dei voti in seno al Consiglio
E poi
I tedeschi hanno utilizzato
Il loro Bundesrat la Camera delle Regioni
Perché la Camera delle regioni tedesche la camera dei lender segue puntualmente
L'evoluzione
I tempi della legislazione comunitaria interdire prima perché sia racconta il punto di vista delle interferenze
Tutte le regioni incluse nell'organo che dovrebbe essere costituito e in cui dovrebbero essere anche le nostre regioni
Verrebbe da largo de di riflesso della ricaduta di quest'iniziativa che vengono assunte dalla Germania in cui
Gli enti territoriali autonomi hanno maggiore competenza
Quali possibilità abbiamo di realizzare in Italia un sistema simile
Ebbene Amato parlava dell'indirizzo del coordinamento siamo fermi all'indirizzo e coordinamento materia comunitaria dell'anno ottanta non dovremmo perdere tempo e dovremmo temere un nuovo provvedimento di Indirizzo del coordinamento che consente alle Regioni di istituire un acquascooter loro rappresentanza a Bruxelles
Perché la loro rappresentanza a Bruxelles possa mettere a frutto i diritti che le Regioni hanno sia nelle attività di rilievo internazionale sia nella promozione
Il tutto l'economia della regione a Bruxelles
E poi dovremmo
Finalmente adoperare la sessione comunitaria della Conferenza Stato e regioni la Conferenza Stato-Regioni Istat
Introdotta dalla legge sulla Presidenza del Consiglio me ne abbiamo previsto una sessione comunitaria in un apposito comitato ristretto da Regione presso la rappresentanza italiana a Bruxelles
Non sono riforme da poco
Se li applichiamo il ruolo delle regioni
Intera
Ma c'è un altro aspetto
C'è un altro aspetto che prima di chiudere voglio richiamare la vostra attenzione
Felipe Consales parla di cittadinanza europea
La cittadinanza europea
Dovrebbe essere il riconoscimento dei diritti che scaturiscono dal Trattato
A tutti i cittadini della comunità sono specifici perché non sono inutile ripetizione di diritti di cui tutti noi godiamo in base alle nostre rispettive costituzioni
E sono
Diritti connessi con
La mobilità per la persona se c'è oggi una libertà centrale una libertà madre in Europa e la libertà di circolazione
Che insieme diritto politico e diritto sociale diritto sociale perché la libertà di circolazione implica la tutela
Del lavoratore del suo nucleo familiare
In ossequio al principio di eguaglianza
E diritto politico perché la libertà di circolazione e anche circolazione della libertà come abbiamo visto
Dopo il crollo del muro di Berlino
Ma non c'è soltanto la libertà di circolazione dei cittadini
In Europa non abbiamo ancora una cittadinanza che si possa dire un rapporto tra i cittadini un superstato europeo che ancora non esiste
Noi abbiamo una serie di diritti che derivano dall'appartenenza dei nostri Paesi alla comunità
E tra questi diritti deve essere finalmente riconosciuto alla Regione quello della libertà associativa come la programmazione integrata corre nelle vene del riformismo
Corre nelle vene delle utili
è una vecchia intuizione del potere municipale dei nostri socialisti così questa libertà di associazione delle regioni tra di loro
Dalle regioni tra di loro in tutte le sfere di euro
Delle regioni a statuto speciale di quelle normali è una vecchia intuizione del federalismo laico persino del secolo scorso
Di Cattaneo
Di crudo
La Regione
Il diritto di qualsiasi persona territoriale di celebrare i contratti che interessano l'integrazione della regione con altre sia transfrontaliere sia portatrici di interessi economici e culturali
Complementari rispetto ai suoi da ministro delle politiche comunitarie a devo promosso
L'idea di euro consorzi tra le Regioni
La coesione compagni non è soltanto una coesione diretta a colmare il dislivello tra le regioni povere e le regioni ricche
La coesione europea
è anche libertà di associazione
Tra le regioni che vogliono
Stringere i rapporti che ritengono più opportuni nella sfera di loro competenza e qui io vedo una stata maestri
Che è quella della ricerca scientifica applica applicata la tecnologia e della gestione integrata di servizi interregionali pensati porti le idrovia
Pensate alle università di industrie specialmente la piccola e media industria
Consorzi per l'innovazione scientifica
Di euro consorzi cominciano già cominciano già ad affiorare
Organizziamo ogni otteniamo una disciplina comunitaria introduciamo nell'indirizzo e coordinamento una norma una volta tanto non restrittiva ma razionalizzati Ricci
Dei rapporti tra la comunità della regione
Dunque da un canto alla programmazione integrata dall'altro la soggettività della regione insieme ai nuovi attori della coesione spontanea che moltiplicherà
Che moltiplicherà le occasioni di integrazione in euro
Questa è una strada che scaturisce dal nostro vecchio ma sempre attuale programmi di socialisti
Mi dirette
Oggi c'è in Europa un'aria
Che soffia dell'Est il che sembra
Che sembra in qualche modo contraddire da tendenza del alle integrazione
La Jugoslavia la stessa Unione Sovietica
Le repubbliche federate che minacciano dissenziente del siamo in Lombardia riflettiamo sulle velleità secessionisti che delle leghe sud Italia tagliata a fette
Che le leghe vorrebbero proporci la confederazione tra la Repubblica le tre repubbliche nord centro e sud
Magari incollata con la saliva
Questa tesi non avrebbe nemmeno la dignità del neo golpismo perché non ci sarebbe nessun primato Gioberti Annoni e civile nel morale per una Lombardia che fosse preoccupata soltanto
Di disaggregare
Le regioni d'Italia che costano di più
Perché hanno più bisogno di oneri sociali la Lombardia che ha colto qui
Gli italiani da tutto il sunto
La tendenza alla secessione
Alla Confederazione dove c'è lo Stato federale il partito unico dove c'era nell'Europa orientale è un bisogno di mercato è un bisogno di libertà che sale dalla periferia mensili c'entrava in crisi mentre qui
Dietro le velleità di secessione non c'è altro se la gavetta e piatta chiusura dell'organismo un rigurgito dal nostro qualunquismo
E al colon critico si risponde in un solo modo
Trasferendo come noi socialisti vogliamo
Il potere alle istituzioni
La nostra proposta
Di creare un'Europa delle regioni per le regioni e un modo di trasferire il potere la
Dove deve essere ricordo una celebre frase di laschi nostro grande compagno politologo inglese
Sì aveva risposto alle vecchie accuse
Il socialismo e il TTT delle Autonomie non è vero lui diceva il socialismo mostra che bisogna rispondere
Al problema di livello d'ipotesi
Nella sola maniera in cui è possibile dotando gli stati membri di uno Stato federale in crisi le regioni dei poteri che servono alla loro vita lo lo sviluppo ma questi poteri sono inseparabili per quelli dello Stato
Da quelli della comunità oggi integrazione solidarietà
Oggi le delle tasse cestistica hanno soltanto l'aspetto scadente
Di un qualunquismo del quale un elettorato maturo il nostro
Dopotutto dobbiamo augurarci che così saprà fare ragione grazie
Grazie
Compagno la Pergola pelato addotte competenze in relazione sul tema regionalismo integrazione europea ora sul tema Parlamento e regioni parlerà il compagno onorevole Silvano Labriola Presidente della Commissione affari costituzionali della Camera dei deputati
Cari compagni spiccare compagni
Io vorrei cominciare
Questa breve illustrazione delle ragioni
Certo sostenuta da motivi giuridici istituzionali ma soprattutto queste ragioni politiche che ci pongono oggi
A
Mettere risolutamente la questione
Di un di segno diverso della Repubblica per un diverso costo appunto del potere politico in Italia
Vorrei partire da le prime considerazioni che faceva prima di me all'inizio dei lavori di questo convegno il compagno Giuliano Amato
Partendo proprio dal per primo ventennio
Che le Regioni compiono oggi in Italia
è tempo di bilanci
I giuristi
Fanno faranno i loro doti bilanci istituzionali ma
Accanto ad essi
C'è un bilancio politico
Che questo bilancio politico ci dà l'occasione per illustrare sostenere le proposte che noi in questo nostro convegno offriamo al dibattito delle forze politiche
L'opinione pubblica dalla realtà sociale del Paese
Vorrei cominciare proprio con questa considerazione se il compimento dei primi vent'anni della istituzione delle regioni d'Italia
Occasione per bilanci
è occasione per bilanci
Generalmente disegno negativo
Fa pensare il fatto
Che
Essi questi bilanci coincidano con la ormai è unanime constatazione della crisi
Delle istituzioni politica della Repubblica
Istituzione
Cresciute poco
E cresciuta il male rispetto ai progressi e dalle nuove complessità sociali della comunità nazionale
Ed è ancora più significativo un altro dato
Quello cioè che la crisi
Delle istituzioni politiche
Non ha mai trovato alcun giovamento o punto di soluzione
Nell'affacciarsi di questo nuovo soggetto
Solo scenario dei poteri politici democratici
Della regione di quella che forse
è stata l'unica novità autentica nella tradizione unitaria dallo Stato
Semmai è stata la Regione
Ad incontrare sul suo cammino
Tutte le crescenti difficoltà dalla Repubblica trovandosi la regione stessa
Rapidamente accomunata ai maggiori nodi di sofferenza istituzionale al governo al Parlamento all'amministrazione alla giustizia
Eppure
Il vastissimo schieramento di forze politiche sociali culturali
Che ha promosso l'attuazione dell'Istituto regionale di Tania
Aveva dato
A questo evento
Con assoluta convinzione dobbiamo ricordarlo alla stagione
Del mille novecento settanta il valore di una grande svolta
Nello Statuto del potere in Italia
All'insegna del cambiamento generare di un grande progresso democratico verso l'efficienza e la partecipazione civile nella gestione della cosa pubblica
E così non è stato
Ed anzi le cose sono andata in senso opposto e io credo che sia indispensabile una consapevole analisi delle cause politiche
Perché le istituzioni non nascono forti o deboli
Ma diventa no forti o deboli secondo le ragioni politica che sono dentro le istituzioni per questo fallimento se vogliamo ricominciare
Il discorso sulle nuove istituzioni repubblicane
Anche da questo ulteriore decisivo sintomo dalla loro Trix
Ma causa primaria risale e questo lo dobbiamo dire
Come partito
Che ha presentato e non dimenticato
La provocazione politica della grande riforma
Una causa primaria risate nel carattere isolato
E frammentario della innovazione regionalista dello Stato
Non solo la Regione è nata in modo imperfetto
Nei limiti angusti
Incerti fissati dal costituente repubblicano al all'Istituto regionale
Senza dotare i nuovi soggetti di autonomia politica dei mezzi basilari per esercitare poteri e responsabilità e cioè l'autonomia finanziaria la facoltà di intervenire nella regolazione dei fenomeni economici sul territorio ma in più la innovazione regionalista
Si è innestata in uno stato fermo
Nelle sue strutture fondamentali è nata la Regione ma il Parlamento è rimasto uguale a se stesso il governo è rimasto uguale a se stesso l'amministrazione è rimasta uguale a se stessa
E allora questo giovane innesto al quale noi avevamo dato tante speranze
Ma al praticato su tronchi di poca linfa e subito declinato e ha subito la mutazione nella vecchia pianta assumendo nei difetti e malattie
Quando si è bocca il neo centralismo dello Stato
Si coglie in realtà l'aspetto materialmente più percepibile diciamolo anche
Giornalisticamente più comuni cabine di una realtà politica ed istituzionale che nel suo insieme era rimasta ferma
Neo centralismo ha voluto dire equestre è stato evidente o centralismo reazione conservatrice negli apparati pubblici rispetto al messaggio di rinnovamento affidato dalle forze politiche
E in primo luogo dai socialisti alla svolta regionalista
Neo centralismo ha prodotto frutti coerenti con questa sua ispirazione e genetica
Inefficienza nella conduzione della cosa pubblica usurpazione dell'altrui responsabilità sul vuota amento democratico ET segregazione corporativa
Il fenomeno sia diffuso in tutte le parti dell'ordinamento politico ed amministrativo con lo Stato e quindi ha influito su quella parte alla quale sono particolarmente dedicate queste riflessioni al Parlamento
Non è una mera coincidenza cari compagni quella che fa seguire subito dopo la nascita delle regioni
Nel mille novecentosettanta la ridefinizione generale dello Statuto dal Parlamento con i regolamenti del mille novecento settantuno
In essi non vi è alcun segno di novità malgrado le proclamazioni di allora
Ed il loro disegno complessivo da un lato e diretto al tentativo di ritagliare un abito su misura per quella che sarebbe stata la stagione Tella consociazione politica del Co Gobierno
E da un altro lato si rivela custode fedele delle peggiori tradizioni che solo venti anni più tardi ancora una coincidenza si sono potute correggere
In parte almeno grazie alla battaglia politica e civile al cui centro sono stati i socialisti è solo i socialisti la recente battaglia
Per aprire in Parlamento il voto dei rappresentanti dal popolo allo scrutinio palese è ancora lì recente sotto i nostri occhi a farci capire quanto difficile
E quanto cammino ancora sirene da compiere per rapportare il Parlamento ai compiti nuovi di un potere democratico della vostra società CP
Parlamento del mille novecentosettantuno accento ha tutte le caratteristiche precedente dal senso negativo e costituisce uno dei più robusti baluardi
Contro la domanda di crescita politica delle regioni e della intera società civili
Questo nostro
Parlamento
Fatto tutte le leggi e tutto è materia per una legge e quindi il Parlamento non decide di alcuna legge e la proliferazione legislativa
Far gli stessi danni della moneta svalutata che tanta e che non conta nulla
Tante leggi che non possono contare nulla perché sono tante
Dalla crisi dal Parlamento al suo svuotamento politico il passo è breve dalla crisi della legge ha la amministrata in lizza azione della politica il passo è altrettanto breve
E fin quando ha dominato
Il voto segreto nelle Aule parlamentari il Parlamento nemmeno deciso ma ratificato quanto convenuto nel triangolo delle decisioni di governo partite di maggioranza maggior partito di opposizione e questo ancora è un dato reale
Della istituzione rappresentativa che nel specifici o ancora intatto sostanzialmente del suo Statuto si protrae
Nelle ore di oggi si protrae proprio alla vigilia
Della integrazione per la presentazione italiana all'appuntamento con la integrazione europea
Parlamento ha solo il potere nominale di fare tutte le leggi finché tutto in legge e legge dello Stato
Parlamento addirittura è costretto accedere al talvolta anche questa Narva di potere come avviene con il dilatarsi della decretazione d'urgenza in modo ancora più silenzioso ma insidioso
Con l'uso dei potenti dell'amministrazione
E da parte di alcuni giudici fondo l'uso politico e normativo della giurisprudenza
Tal modo
Il centralismo legislativo si mostra in tutto il suo reale volto è politico
Si privano le regioni per le giuste opportunità ma anche il Parlamento anche il Parlamento resta soffocato dal peso di poteri inutili impropri è sempre più nominali
Altra parte la proliferazione l'invadenza dei poteri amministrativi dello Stato si traducono nella paralisi della funzione di controllo politico dal Parlamento e altrettanto importante quanto quella legislativa
Oltre a provocare gravi inconvenienti nei confronti del cittadino e della società riguardo all'efficienza alla produttività dall'azione amministrativa
Se non è noto
Non si avvertono segni convincenti di soluzione ed il controllo politico delle Camere si trascina in un clima generale di discredito
Tramezzini di collaudata impotenza come le interrogazioni e le interpellanze
Le inchieste
I cui echi hanno sempre più soltanto un debole Effetto giornalistico senza commuovere più di tanto un'opinione pubblica sfiduciata
E sempre più e con ragione indifferente di fronte a questi rituali vuoti di significato poi
Mi sono tecnica appropriate per riabilitare questi strumenti recuperando lì dalle retrovie dalla bassa politica in cui sono scivolati
Ma la via maestra stamane la selezione
Dell'attività amministrativa centrale un terzo della quale è inutile
Un terzo improprio ed il rimanente terzo sommerso dal ciarpame degli atti o inutili o impropri o
Qualche volta accade e troppo spesso accade vessatori o compiacenti
Queste condizioni
è evidente per solo questo voglio dire
Sul
Problema della nuova forma politica
Che sembra affacciarsi in Italia in queste condizioni il problema non è quello di una provinciale ridicola disputa del potere tra il centro e la periferia
Ma è la revisione del potere per le sue regole e come deve funzionare a chi deve andare come deve essere distribuito a che deve servire in una democrazia del Duemila
Potere repubblicano che nelle condizioni in cui si trova poco immane serve solo ad alcuni nemmeno tutti
è evidente quindi che si pone
Che si apre in modo acuto
Il problema politico e costituzionale del principio rappresentativo
Ma non se ne rimuovono le cause profonde
Rimane un problema senza soluzione o peggio senza soluzione democratica se non si fa alla ragione reale di questo proprio
E così quando non si va a questa ragione o non si vuole andare a questa ragione si lanciano parole perfetto
Che poco contengono di chiaro ed univoco e finiscono quindi con l'intaccare il principio dalla rappresentanza senza alcuna integrazione utile oppure attraverso la suddivisione degli interessi rappresentati
Sì in bocca la via senza uscita della degenerazione corporativa
O almeno accettabile
è quella che sembra la Francia assi da qualche parte la sostituzione generalizzata dalla rappresentanza con l'esercizio
Del potere
Diretto da parte del popolo
Abbiamo avuto anche alla moda dei referendum e come tutte le mode
Ha mostrato naso lungo e gambe corte rispetto a quelli che sono i reali il reale i problemi di una democrazia politica
Ricorso alla democrazia diretto povero grande valore e lo ha sicuramente se selezionato per temi generali
Di Scelta civica e politica
E per accertare il grado di consenso alle scelte dalla rappresentanza la grande battaglia referendaria
Sulla grande questione della responsabilità dei giudici sulla grande questione della legge sul divorzio quella sì è stata una fase in cui la democrazia è cresciuta in volto
Nel nostro Paese no le degenerazioni
O le supplenze impossibili del potere referendario fuori di queste premesse
O si devia ho nella svaluta azione degli istituti si cade o peggio ancora nella tirannia dalla maggioranza che è l'esatto opposto della democrazia politica
Lo statuto del potere politico in ogni democrazia non può in nessun modo
Fare a meno del principio base della rappresentanza ogni compressione di questo principio porta irreversibile irreversibilmente la decadenza della democrazia
E vedete compagni
Non è senza significato
Che in questa stagione di riforme istituzionali
Sia presente nella società italiana
Un partito
Che a rami dappertutto
Il quale con il pretesto della polemica contro la cosiddetta partitocrazia
Conduce il suo attacco al principio della rappresentanza
Con l'intento di ridurne il più possibile il peso dei pubblici poteri e di sostituirlo pone il peso di nuovi gruppi elitari
Accampando l'argomento falsificato dei valori della tecnica e della professionalità come valori di potere e di potere politico
Lo scontro aperto sul terreno delle riforme istituzionali si rivela nella sua intera durezza
Quando si pretende poi di dare alla crisi
Che è propria
Della rappresentanza no alla soluzione strutturale alla quale noi invece miriamo
E ci impegniamo
Mar
Soluzioni
Apparentemente diversive come la soluzione elettorale
Che non affranto nessun aspetto dei problemi dalla democrazia rappresentativa
Ne fa pretesto per altro scopo il quale è quello di io vigilino il sistema politico deviando nelle regole per il funzionamento democratica e così si scivola sull'ambiguo terreno dell'ingegneria elettorale
Sul quale
Già vediamo alcune scuole
Rivelatrice dei disegni politici che sotto ingegneri elettorali nascondono i manovali del potere
Alcuni suggeriscono direttamente di sostituire il metodo maggioritario con quello il metodo proporzionale con quello maggioritario a questa proposta che almeno ha il merito per la franchezza sulle intenzioni che la vuole e sugli approdi a cui mira si contrappongono le molte forti ragioni da tempo fatte valere nel dibattito politico e culturale che qui noi confermiamo per intento
Ai più un'obiezione di principio dobbiamo fare
Principio maggioritario non scioglie a nessuno dei nodi strutturante della crisi del principio rappresentativo né quello della legittimazione degli organi
Né quello della quantità e della qualità dei poteri né quello del rapporto tra le decisioni politiche da un manto la volontà e gli interessi dei destinatari dall'altra
Altri più subdolamente tentati
Nascondere il principio maggioritario sotto formule tre miliardi di coalizioni elettorali
Dei listoni contrapposti
Uso deliberatamente il termine listone
Perché deliberatamente intendo istituire un confronto tra il listone che si i pistoni che si propongono oggi
E il listone del mille novecentoventicinque perché la ragione la stessa la ragione politica di fondo era spessa
E delle cordate antagoniste
è una versione peggiore che prelude al tramonto dalla politica fatta di grandi scelte suo grande questi viene Gaber lato questo da qualcuno nei discorsi domenicali e nella propaganda
Che è in crisi perché priva di idee di supporto come restituzione agli elettori del potere di decidere sui governi
Quando invece nello schema di listoni
L'opzione elettorale si riduce alla nuda preferenza fra due schieramenti l'uno e l'altro formati con accordi di vertice tra un partito partito sole
E piccoli saltelli ti attirati con miraggi di potere per la sopravvivenza dopo un mercato di acquisti mercenari e senza alternativa perché il satellite
Che non sia accolta acconto nell'orbita di uno dei due soli non può che scomparire in qualche buco nero della galassia politica i programmi imbelle Tati per il gran pubblico sarebbero nelle mani dei vertici del partito sole
Capofila dello schieramento vincente alla gara elettorale alla mercé di questi gruppi che agiscono coperti dalla formula di coalizione quindi nemmeno in grado di assumersi le proprie dirette
Responsabilità politiche
La via da seguire è ben altra rispetto a quella dei cosiddetti correttivi della rappresentanza
O di alcuni ingegneri elettorali spesso truffaldine
Punto ripartenza giusto sta nella consapevolezza piena del carattere strutturale della crisi della rappresentanza politica e allora se dei compagni oltre un secolo fa alcuni conservatori illuminati invocarono il ritorno allo statuto
Oggi noi riformatori
Dobbiamo invocare il ritorno allo Stato alla concezione dei pubblici poteri come mezzi della sovranità popolare per selezionare lei grandi questioni realmente nazionali e su di esse compiere quelle scelte che sono capaci di guidare lo sviluppo della società e di assicurare l'espansione delle opportunità a tutti i cittadini dalla comunità nazionale Parlamento come il Governo come l'amministrazione come la giustizia si deve ricondurre a questo spirito
E solo così si potrà restaurare l'autorità democratica degli istituti rappresentativi lo scioglimento del nodo che stringe poteri e funzioni fino a soffocarmi non può avvenire
Senza ripensare alla diffusione dei centri politici dalla rappresentanza e quindi senza una grande rivalutazione io un'idea forte di un'idea forte della Regione
Parlamento e governo sono vasi comunicanti del potere politico centrale fisiologicamente i livelli delle loro competenze
Necessariamente si pareggiano è un'illusione pensare di risolvere i propri problema di un diverso Car
Pone dell'idea di legge legge come grande messaggio di volontà democratica che dal Parlamento raggiunge tutti i consociati per la comunità nazionale ed è la regione la Regione il naturale destinatario di una ridefinizione dei poteri legislativi dal Parlamento così come così come di quelli esecutivi dal governo è la regione reintegrata nella sua capacità di autodeterminazione politica e finanziaria
Il soggetto terminale del rapporto con il Parlamento e anche con il governo in un disegno generale
Il re di fare lezione della mappa dei pubblici poteri nella democrazia repubblicana anche nella prospettiva prima
Tracciata dal nostro compagno la Pergola di questa nostra Repubblica di dover essere parte importante
Del progressivo integrarsi della comunità europea e non generale ritorno all'idea dello Stato frutto vivo e vitale dalla cultura istituzionale e politica contemporanea
Il Parlamento deve quindi tornare ad essere la sede deputata grazie al rapporto di rappresentanza per le grandi scelte guidate la politica estera della difesa della finanza pubblica della giustizia
Io e l'interesse nazionale che si misura per il carattere dei problemi ampere dispute di potere tra capitale Regione che noi possiamo lasciare a qualche imbonitore della politica
Ma che non può essere terremo di misura di un grande confronto ideale è politico come quello che si apre della stagione delle riforme la legge dello Stato deve tornare a modellarsi su questo stampo ogni altro potere legislativo che non sia questo vada quindi alle regioni ricollocando sì il confine fra l'uno e l'altro potere secondo un criterio esattamente inverso è rovesciato rispetto a quello attuale
La legge dello Stato sarà di nuovo autorevole ma non meno autorevole
Sarà la legge della Regione perché la Regione sarà soggetto politicamente forte
Una e l'altra avranno tanto maggiore autorità rispetto a quella di oggi sia perché finirà questo umiliante contenzioso provocato tale equivoco discrimine tra principi ed esecuzione
Sia perché ciascuna legge sarà stata fatta dal soggetto politicamente riconosciuto legittimato a farlo
L'autogoverno della comunità regionale non può ledere
Non può lettere
Ma invece rafforza il valore dell'unità nazionale perché ne arricchisce i dati che concorrono a comporre
L'arresto questa costatazione arriva sul piano istituzionale dopo avere
Sopportato una lunga e convincente verifica negli itinerari della società civile di ordine culturale sociale
Ed economico
In questi percorsi dal recupero degli idiomi
Alla riscoperta delle tradizioni artistiche vive per secoli sul territorio dalla tutela delle vocazioni produttive ed economica quella dei costumi e degli usi si è sempre verificato
Che la contrapposizione tra unità e diversità no produce tensioni ma è un potente fattore di rafforzamento reciproco e allora anche no dei dei quali tanto si discute possono trovare una intelligente e coerente soluzione
Possiamo
Da tempo convinti dell'assoluta inutilità politica ed istituzionale
Del bicameralismo repubblicano italiano ed è la contraddittorietà altrettanto radicale di questo tipo di struttura la rappresentanza Rizzi nazionale rispetta consensi tipo di governo della nostra rete
La redistribuzione dei poteri legislativi e di Indirizzo tra Stato e regioni nella riconfermata visione unitaria della Repubblica chiarisce
Qual è il giusto superamento del tipo di bicameralismo vigente da un'autentica motivazione costituzionale e politica per mantenerne il principio bicamerale
L'unità della Repubblica un valore storico sociale e civile che richiede istanze di garanzia e di coordinamento funzionale proprio per la rappresentanza nazionale il Senato la Repubblica nel raccordo che proponiamo di istituire tra questo ramo del Parlamento
I nuovi centri di autonomia politica che dovranno essere le regioni
Non abbandonerà delle sue caratteristiche di camera investita di poteri politici e legislativi pieni rinvigorito dianzi nella legittimazione di principio rispetto all'attuale ripetitività
Che ne inficia la ragione stessa di essere al pari di ciò che accade per la Camera dei deputati
Due camere
Eletti allo stesso modo che rappresenta un allo stesso modo la realtà nazionale si indeboliscono l'una con l'altra il Senato delle Regioni
E la Camera dei deputati hanno una ragione in più per insistere e sostenere la capacità politica della rappresentanza nazionale
Allora potremo realizzare la giusta intuizione del costituente tradotta assai imperfettamente ed ambiguamente nella nota formulate la elezione del Senato su base pregio l'approvazione del Senato sarà coerente con il rapporto di rappresentanza che ne qualifica il ruolo istituzionale di Camera delle Regioni rinviando poi la definizione di questo rapporto setto tante o parziale come noi preferiamo che debba essere e in che misura sia di tipo diretto o di tipo indiretto mentre la Camera dei deputati con la conservare invece nella nuova struttura del Parlamento la sua attuale forma rappresenta
Per l'una per l'altra Camera si porrà anche in seguito alla rilettura di qualificazione dei poteri l'esigenza di un'adeguata riduzione complessiva dei componenti
Le due legislazioni elettorali ciascuno rimessa alla relativa Camera conserveranno il metodo proporzionale e potranno meglio definire la diversificazione della rappresentanza che abbiamo delinea telecamere conserveranno attuali funzioni paritarie per gli atti fondamentali della vita dello Stato tra cui la fiducia politica al governo e le leggi di Bilancio tributarie
Di politica estera della difesa nazionale dell'ordine pubblico che saranno queste ultime devolute alla Camera con facoltà di rinvio per l'esame da parte del Senato
Altri atti di interesse nazionale istruzione superiore servizio pubblico l'informazione codici ordinamento giudiziario servizi pubblici a grandi infrastrutture sistema delle relazioni industriali
Saranno oggetto di una preventiva intesa sui principi tra le due camere questa l'ipotesi che delineiamo e su cui chiamiamole sollecitiamo un'ampia discussione
Lasciando alla legge nazionale nell'ambito convenuto la definizione delle norme generali e dalle singole regioni in queste stesse materie ogni altro adempimento
Nelle materie riservate alla competenza delle Regioni dopo la revisione radicale del contenuto dell'oggetto
Come diceva prima il compagno nato come diranno gli altri relatori dopo di me è assai più diffusamente Levanto all'articolo centodiciassette della Costituzione dovrà essere competente solo il Senato e solo per la determinazione delle misure generalissimi di coordinamento quando esserti tenga
Di adottarla
In questo quadro compagni
E concludo
Anche
Le proposte
Che in altri tempi d'altri momenti noi abbiamo avanzato
Disegnare
La crescita della Repubblica sulle sue tradizioni e sulla sua stagione costituente
Come l'elezione diretta del Presidente della Repubblica
Trovano un ulteriore chiarimento è una ulteriore illustrazione noi abbiamo proposto la elezione diretta del capo dello Stato
Per due profonde ragioni una esplicita alla quale nessuno ancora opposto grandi argomenti che di sottrarre la massima Carla ricarica dallo Stato ai patteggiamenti tra le segreterie dei partiti
La seconda è implicita che ora si può intendere in tutta la sua chiarezza
Che di trovare dei vertici dello Stato quel momento di garanzia dell'unità politica la cui domanda sorge spontanea di fronte al nuovo disegno delle autonomie regionali
Non più concesse
Dallo spirito illuminato più un costituente
Ma corrispondenti ad un originario diritto di auto-governo della singola comunità territoriale nell'ambito del valore unitario della comunità nazionale
Siamo stati
Sollecitati più di una volta
A precisare questo disegno l'abbiamo precisato e sono stati ricordati i convegni di Rimini è stato ricordato il discorso di Pontida anche questo convegno si pone su questa strada di precisazione critica riflessiva ragionata attorno però ad un filo rosso che è stato sempre presente nella battaglia di elaborazione di azione politica socialista e che noi non abbiamo mai visto altrettanto presente in letto nelle altrui ora timide
Ora affrettate
Ora
Ci sia consentito dirlo anche un po'infantili escursioni nel difficile terreno della politica istituzionale
E questo filo rosso
è stato quello della consapevolezza
Della necessità non solo di portare a compimento
Un edificio costituzionale ancora incompleto non solo di tradurre fino in fondo ciò che non è stato tradotto se non a mezza strada il grande messaggio dalla democrazia contenuto nella stagione
Della costituente repubblicana ma soprattutto di guardare in faccia i nuovi problemi
Politici
Della democrazia in cui il grande e straordinario progresso della società civile
Nell'economia della produzione della divisione del lavoro della ricchezza hanno posto il potere e la responsabilità del potere di fronte a se stesso in questa stagione dalla quale voi oggi viviamo ed operiamo
E la riforma istituzionale che noi continuano a precisare continuava a disegnare in modo organico e a rendere più compiuto è questo
E la volontà di far crescere una democrazia ancora in difficoltà claudicante gracile perché abbia i polmoni la capacità i muscoli e la volontà di corrispondere al desiderio di giustizia
E ha la garanzia dei servizi pubblici di democrazia politica che è una grande comunità nazionale come la nostra merita che tarda a conseguire e che la nostra volontà di poter al più presto offrire al giudizio alla valutazione e alla disponibilità dei cittadini e delle cittadine di questa Repubblica
Grazie
Silvano Labriola allora la parola sul tema le nuove competenze costituzionali delle Regioni il professor Sergio Vartolo le professore ordinario di diritto costituzionale all'Università di Trieste
Ma
Grazie presidente
E grazie anche per avere precisato la mia qualità in quanto questa mia condizione di professore universitario mi niente
In lieve difficoltà a parlare ad una adunanza come questa anche se ho visto dai precedenti oratori due colleghi la Pergola e Labriola che tutto sommato si può fare un buon discorso in questa sede anche partendo dalla qualità di professore questo mio intervento sarà diviso in due parti
Una prima parte descrittiva in cui cercherò di dare il quadro della situazione presente dell'ordinamento regionale cercando anche di individuare le ragioni di questa situazione e anche l'andamento del dibattito
Doni nello Stato l'ordinamento regionale è stato creato dall'alto è stato creato dallo Stato
Questo fa sì che quando si discute dell'attuale assetto dell'ordinamento regionale c'è sempre anzitutto una cesura da muovere Allo stato sempre si imputa lo Stato di avere mancato ai programmi della costituente e non si imputa mai alle regioni
Di non aver saputo S sfruttare gli spazi di Lippi di autonomia di autogoverno eventualmente ad esse messi a disposizione
Attenzione
Questo e il risultato della storia questo è vero però è una situazione molto comoda quella delle regioni è una situazione molto comoda perché a questo punto le regioni non hanno colpa di quello che è successo ma la colpa è tutta dello Stato ora da questo punto di vista bisognerebbe probabilmente anche dedicare in questo convegno una relazione sulle colpe delle regioni però certamente bisogna riflettere su quella che è stata la responsabilità dello Stato
Responsabilità politica dello Stato e fuori luogo
Però io credo che sia difficile immediatamente convertire questo giudizio di responsabilità politica in un giudizio di compì letta illegittimità costituzionale dell'attuale assetto dell'ordinamento regionale
Solo il massimalismo regionale che una delle tante componenti di cui si colora
Quel filone del nostro modo di fare politica in termini non laici nera John Hay volitivi tipico tanto dell'Italia di questi anni bene dico sono il massimalismo regionale può convertire
Tutto il giudizio sull'ordinamento regionale in un giudizio di mancata attuazione della Costituzione
E perché questo perché chi ragiona in questi termini dimentica quello che un insegnamento che ci è stato dato da Massimo Severo Giannini
La parte della Costituzione che riguarda le regioni e per tanta parte una pagina bianca
E quindi a questo punto questa pagina bianca ha messo di fronte il legislatore ad una grave responsabilità
Quella in realtà di inventare le regioni laddove il costituente questo non aveva fatto stiamo attenti su questo punto
Noi dubbiamente abbiamo facile giuoco ad accusare le regioni e l'ordinamento regionale di essere una un apporto rispetto ai programmi della costituente e facile ricordare la politica dei ritagli delle funzioni
Che in qualche modo imperava in pratica alle grandi dichiarazioni di porte di principio
Era fa è facile rammentare che si accontentavano le regioni da una parte e con l'altra mano si toglievano alle regioni con aperte di serve o Causi dighe Tau tele ciò che a loro era già stato dato ed è ancora facile ricordare le confusioni di livello istituzionale per cui in una stessa procedura intervengono Stato-Regione più di una volta e ciò che avrebbe dare l'avvicinamento delle procedure decisionali al cittadino e ragione invece di prolungamento il ritardo nella decisione
Sono e queste critiche sono vere sono critiche che però hanno un fondamento più politico che giuridico perché se noi guardiamo la parte della Costituzione che riguarda le regioni troviamo un disegno incompiuto troviamo appunto la pagina già bianca di Massimo Severo Giannini
Facciamo alcuni esempi molto rapidi
Ad esempio manca completamente nella Costituzione qualsiasi indicazione sul modo di interpretare le materie che sono devolute alla competenza regionale
Si parla di agricoltura ma che cosa ci dice ad esempio che l'agricoltura includa anche la prima commercializzazione dei prodotti agricoli
Si parla di agricoltura e si parla di turismo chi dice e Tatti cosa si ricava
Che non sia un argomento esterno alla costituzione che per esempio il credito all'agricoltura il credito al turismo annota passare alle regioni
E chi ci dice in che modo possiamo tentare di includere nell'urbanistica anche parte della tutela del paesaggio
E ancora in quelle parti della Costituzione dove si parla di interessi regionali e si dice lavori pubblici ed opere pubbliche di interesse regionale
Qual è il criterio per precisare questo interesse
A parte poi di una perla
C'è nella Costituzione una competenza regionale così esplicitata tramvie e linee automobilistiche di interesse regionale
Allora questo sottintende che ci siano anche forse tramvia e di interesse nazionale credo che la semplice posizione di questo problema dalla indicazione di quanto inadeguato sia stato il discorso della Costituente a questo riguardo
E quindi è chiaro che il costituente ha fatto questi accenni ma ha poi rinviato alla legge al Parlamento il compito di precisare la costa
Le competenze regionali
Ma allora se questo affatto allora badate bene la nostra censura nei confronti degli organi dello Stato deve essere anzitutto una censura di tipo politico non è una cesura di inadempienza della Costituzione ma di mancata
Capacità di progettare una grande riforma
Io credo che in tutta Europa non si sia mai realizzata una grande riforma di livello istituzionale come la nostra in un modo così straccione essa buffone e senza nessuna consapevolezza dei problemi in gioco
Con l'occhio attento soltanto alle preoccupazioni della distribuzione del potere e senza nessuna sensibilità concreta all'attenzione del funzionamento reale delle istituzioni
Ancora se volete nel testo della Costituzione ci sono poi pagine che sono vecchie pensate alla competenza regionale in materia di beneficenza
Ma da quando alla beneficenza ormai è stata sostituita dall'assistenza sociale
Ed ecco quindi un ulteriore discorso di adeguamento della costituzione non solo bisogna ritornare sulle definizioni che dicono qualche cosa ma bisogna anche di tornare sulle definizioni che non hanno più un senso attuale storicamente concreto
E poi non dimentichiamo e lo ripropone ricordare senza dubbio e l'onorevole Aniasi del tempo della sua esperienza di ministro delle Regioni
Quanti salti si son dovuti fare per ricavare una competenza regionale in materia di edilizia residenziale pubblica
Lavorando fra l'urbanistica e lavori pubblici e quanti altri salti si fanno per capire che cosa significhi significhi fiere e mercati ma queste fiere mercati cosa sono le fiere della commercializzazione internazionale o sono invece le fiere di paese e le fiere di periferia ecco quindi in sostanza a me pare che bisogna in qualche modo porre mano a quelle leggi
Bisogna quindi a rivedere il modo della devoluzione delle competenze alle regioni
E ovviamente il primo obiettivo e quello di colmare il gatto che ormai si è creato fra una progettazione degli anni mille novecentoquaranta e la realtà della società complessa italiana postindustriale se volete degli anni novanta certo il criterio può restare di massima quello scontato è noto
Governo del territorio governo dei servizi pubblici e privati
Con l'aggiunta forse di una maggiore considerazione alle attività culturali tipiche peculiari di ogni singola regione
Ma c'è qualche cosa che va fatto in più
Se voi scorrette gli atti della commissione Bozzi
Per le riforme istituzionali potrete scoprire che in quella Commissione è arrivata una proposta
La proposta delle Regioni di convertire il testo costituzionale la articolazione per settori organici e le specificazioni delle materie del DPR seicentosedici
Ora voi sapete come è nato questo DPR leggetevi le memorie di Andreotti di quegli anni
E saprete molto sugli equilibri e le compensazioni che sono state condotte in Parlamento per far contenti al tempo stesso coloro i quali chiedevano che la Bindi che l'assistenza andasse gli enti locali e gli interessi delle comunità religiose o delle comunità legate alla Chiesa ebbene quello stesso bilanciamento quello stesso mercato delle competenze si è realizzato in tutta ante altre batterie
Quindi razionalizzare e costituzionalizzare che il decreto sei e sedici e probabilmente un fuor d'opera
Ed è un fuor d'opera anche per un'altra ragione perché noi andremmo a irrigidire una scelta storica
In costituente
Laddove invece dobbiamo creare una Costituzione che sia in grado di avere il fiato lungo
E quindi sia in grado di pensare anche al futuro bisogna essere soltanto vedove in Gramaglia e dell'ampliamento della solidarietà nazionale
Per pensare che il decreto seicentosedici è il frutto di Giustiniano in realtà è un testo fatto molto male e una è una spia un'abborracciata descrizione di funzioni
Che oltretutto storicamente oggi non ha più quasi un senso perché è stata
Punto per punto su tanti aspetti sostituita dalle leggi di settore
E allora quali sono i Tritter Rita enunciare a me pare che un criterio fondamentale va seguito noi dobbiamo inserire nella Costituzione dei che riterrei che il legislatore deve seguire nella debbo l'unzione delle funzioni dallo Stato alle regioni
Noi dobbiamo imporre dallo Stato di trasferire complessi organici di materni
Dobbiamo imporre allo Stato
Di non adottare la tecnica del ritaglio del frazionamento ma di dare alle regioni comparti complessivi
Di funzioni che abbiano un senso che abbiano una razionalità che abbiano un ordine logico
Dobbiamo introdurre in Costituzione dei criteri e delle regole
Che impediscano allo Stato tipo togliere oggi con una mano quello che ha dato ieri Collalto dobbiamo imporre allo Stato di provvedere in questa materia secondo un criterio organico non secondo la logica delle singole funzioni
Ma non vi rendete conto che questo non è soltanto un problema che riguarda le regioni le regioni che ogni giorno debbono ma manipolare la mappa della loro organizzazione perché una funzione è stata tolta quando l'anno scorso era stata data
Ma riguarda anche il cittadino che l'interlocutore delle regioni e che magari domani si trova da veri come interlocutore lo Stato
Non c'è più certezza del diritto in una situazione come questa in cui le funzioni vanno e vengono e al limite potremmo dire che oggi le regioni e lo diceva bene Antonio la Pergola hanno un nuovo contraddittore hanno la comunità europea e noi vogliamo la quattro mettere la comunità europea in condizione di inseguire questi ripartire chiederci se oggi è lo Stato S domani e la Regione competente in materia per materia
Ecco quindi allora importante prima di tutto la fissazione Dick riterrei di devoluzione
Criteri di assegnazione delle funzioni che riterrei che impediscano di andare con la logica del ritaglio e del frazionamento
Un ulteriore elemento
Io penso che bisogna realisticamente prendere atto che nelle materie regionali vi sono due tipi di materie vi sono alcune materie
Per il suo il turismo i trasporti locali la stessa edilizia residenziale pubblica la distribuzione commerciale
Rispetto alle quali gli interessi nazionali si possono correttamente far valere attraverso le leggi cornice
Ma vi sono materie in cui invece l'interconnessione degli interessi e tale che in pratica impossibile pensare di lasciare le regioni in piena disponibilità di queste materie senza un minimo di coordinamento anche amministrativo pensate per esempio materie come la sanità
In cui vengono ad emergenza problemi di minimo
Trattamento unitario
Pensate a a materie come la sanità e ancora materie come l'inquinamento in cui ci si batte ogni giorno di fronte a novità tecnologiche
Pensate ancora a materie come l'agricoltura in cui la concorrenza di più livelli e quasi in pratica un fatto istituzionale della nostra realtà dopo l'avvento della Comunità economica europea
E su queste materie allora noi non possiamo pensare di affidarci soltanto alla legge
Dobbiamo prevedere
Che l'attività regionale sia in qualche modo sotto questo aspetto coordinata e dalla legge e da interventi statali dell'esecutivo statale
Ecco a me pare che questo è un punto di estrema importanza
Perché se voi guardate la Costituzione la Costituzione affida il rapporto Stato-Regioni quasi esclusivamente alla legge del parlamento
Se scorrete l'artista titolo della Costituzione riguardante le regioni trovati il governo della mente della Repubblica menzionato soltanto una volta come organo di controllo della legislazione regionale
Evidentemente
E proprio una stranezza e un ulteriore stranezza della nostra Costituzione condizionata probabilmente dalla vecchia nota array Moratti della paura dell'esecutivo della paura del tiranno che necessariamente l'esecutivo laddove invece ci si pensava di affidare integralmente al coordinamento legislativo
Ma la legge si è rivelata uno strumento troppo rigido la legge si è rivelata uno strumento che non è in grado di stare sempre dietro alla realtà
Mutevole dei rapporti sociali ed economici
Ed ecco quindi che pare opportuno ricreare uno spazio per il governo in quelle materie in cui l'interconnessione degli interessi e più presente i più vicina
E allora lì noi possiamo in qualche modo radicare un diverso tipo di concorrenza di competenza regionale che limitata al tempo stesso dalla Pop
Legislazione statale di cornice e dal coordinamento
Dell'esecutivo
Intendiamoci creare uno spazio per l'intervento del governo
Può significare anche creare uno spazio per la contrattazione fra lo Stato e le Regioni
E può anche creare uno spazio ove il Governo sia talvolta così irresponsabile da rinunciare all'istanza centralistica uno spazio per accordi fra le Regioni
Non è detto che questo coordinamento debba sempre calarsi unitari diabete autoritativamente dal centro alla periferia
Può essere un coordinamento che nasce dall'incontro fra la periferia e il centro
In fin dei conti questo partito ha avuto il merito con il primo governo a guida socialista di pensare alla istituzione della Conferenza delle Regioni
Diamo una collocazione nella nuova disegno costituzionale alla filosofia che c'era dietro quel progetto e allora noi avremo la possibilità
Di creare uno spazio
Di intervento che non è necessariamente legato all'attività legislativa del Parlamento
E che consente talvolta di intervenire pensate soltanto anche i problemi del riparto finanziario in modo più duttile in modo più
Immediate
E questi la creazione di questo spazio potrebbe anche consentire alcune cose potrebbe per esempio consentire di ripensare quei poteri sostitutivi di cui parlava Giuliano Amato di riportarli alla originaria concezione della legge centocinquantatré del settantacinque sull'attuazione delle direttive
Comunitarie in agricoltura
E quindi di evitare questo sconcio per cui si è partiti dalla sostituzione data come potere alta al Consiglio dei ministri e siamo ormai oggi a presentare
La sostituzione di un ministro come una forma di collaborazione
Si potrebbe oltretutto pensare anche di dare un senso alla collaborazione tra Stato Regioni
Ma non a livello amministrativo concreto dove la collaborazione diventa ingerenza amministrativa dello Stato nella vita delle regioni ma a livello degli accordi politici
Quindi riqualificando il ruolo appunto delle regioni nel contatto con il vertice esecutiva dello Stato
E infine si potrebbe anche pensare diritte
Ad una
A rivalutazione degli intese degli accordi fra le regioni avrei finito se
Il fatto che vede in fra il pubblico il primo sindaco socialista di Udine non mi ricorda la regione dalla quale provengo
Il Friuli-Venezia Giulia una regione a statuto speciale ecco non vorrei che in da questa idea che ho esposto da questi idee che ho esposto
Le regioni a statuto speciale pensassero che si potrebbe arrivare ad un loro declassamento alloro ad una loro parificazione alle Regioni ordinarie no perché questa
Di idee questa distinzione di due competenze regionali non hanno nulla la competente la diversità di competenze sul terreno legislativo che caratterizza le regioni speciali nei confronti delle ordinari
Si aggiunge si sovrappone arricchisce lo Stato e le Regioni di uno strumento e badate bene
Alle volte bisogna
Piuttosto essere sufficientemente realisti di rendersi conto che non valgono le utopie ma vanno i disegni concretamente operativi
Piuttosto che appunto scadere nel quello che ho definito il massimalismo regionale grazie
Grazie compagne professor Bartorelli do ora la parola sul tema nuove competenze amministrative delle regioni al professor Marco Cammelli ordinario di Diritto amministrativo dell'Università di Bologna
A questo punto mi tocca l'ultima parte di questo quadro che la regia di Giuliano Amato ha disegnato sapientemente
Quella cioè di queste regioni di un sistema che si articola si differenzia
Diceva Giuliano Amato e la voglio riprendere subito perché forse la chiave del suo discorso cessat cercare le ragioni della eguaglianza nella diversità del modo di essere e di organizzarsi
E
Richiamando ancora quanto diceva adesso Sergio Bartoletti per quanto riguarda le materie regionali il discorso della potere di organizzarsi
Stop quindi sull'organizzazione amministrativa
L'argomento non certamente pieno di appeal in generale
E normalmente affrontato fino a pochi anni fa con l'idea che finita la grande politica operate le grandi scelte la amministrazione avrebbe seguito l'amministrazione sarebbe arrivata di conseguenza
Se c'è una cosa che abbiamo invece è chiaro
E che l'amministrazione non ha seguito le regioni nei intende seguirle questo il punto di partenza
E questo crea una situazione di straordinaria difficoltà parliamoci chiaro una situazione di difficoltà in cui le leghe hanno avuto buon gioco infilarsi perché hanno trovato uno spazio molto ampio
Che non si sono aperte ma che ampio era già e dello spazio fra chi vede fra las percezione che sul piano dell'organizzazione amministrativa si gioca all'equità dello stato sociale perché si gioca al funzionamento dei servizi si gioca alla le il potere di che riguardano la qualità della vita e soprattutto dei più deboli da un lato
Si gioca la ragioni di competizione dell'impresa in una dimensione europea
Dal funzionamento dell'amministrazione dipendono contemporaneamente le ragioni dell'equità e le ragioni della concorrenza del sistema di sviluppo produttivo primo dato su cui siamo tutti d'accordo e dall'altro il fatto che sull'amministrazione
Alla guida dell'amministrazione non c'è nessuno
L'amministrazione è un qualche cosa alla quale al timone della quale non troviamo nessuno che abbia un potere di governo effettivo è una responsabilità unitario
L'amministrazione infatti si trova ad essere l'ultima conseguenza di vincoli in parte patologici di conflitti fra interessi fra cosche fra gruppi fra le burocrazie eccetera e vincoli positivi che magari all'inizio erano giustificati ma che di fatto oggi rappresentano
Costi in qualche caso eccessiva sono vincoli giusti dicevo ma diventano pericolose quando dall'altra parte non ce chi abbia la responsabilità della Guizza del sistema
Allora il primo punto per dare una risposta è una cosa è una precisazione alle cose di dette da Craxi a Pontida e dalla elaborazione che il Partito Socialista si è sforzato di fare in questa sede è la seguente
E cioè che innanzitutto per quanto riguarda l'organizzazione questa situazione deve finire se noi consideriamo che il dato legittimante del sistema
Sparita la grande politica rimane il funzionamento dei servizi rimane la buona amministrazione la gestione della vita di tutti i giorni
Chelsea su questo consideriamo che non vi sono responsabilità definite allora noi abbiamo la prima indicazione in positivo delle regioni che ci attendiamo e del sistema amministrativo che ci attendiamo
Primo ogni livello deve avere i poteri necessari e sufficienti per la soddisfazione degli interessi dislocati a questo livello
Secondo l'organizzazione pubblica
E definita innanzitutto dalle prestazioni che deve svolgere
E poi anche se può e in qualche caso deve sottostare a vincoli che gli derivano da altri la da altri aspetti
Terzo i Poteri sulla organizzazione fanno parte integrante dei poteri di governo e di gestione
Delle funzioni non si dà l'uno senza l'altro se si hanno responsabilità di governo e non Poteri sulla organizzazione non è vera l'una o l'altra cosa
Badate questi sono punti in parte possono sembrare scontati impara in parte da parecchi anni sono invece alcuni criteri che da soli chiariti e applicati risolvono
Poco importanti e significativi nobili della nostra questione
Insomma che cosa si tratta di dire si tratta di di dire che per le regioni badate bene così come per gli altri livelli
Questi sono i poteri e ci sono i criteri che consentono di dare
Seguito a quella intuizione profetica la nostra Costituzione all'articolo cinque quando aveva detto
Fare il decentramento
Riconoscere le Autonomie significa anche cambiare la legge dello Stato non ci può essere uno stato uguale con le regioni dov'è che abbiamo fallito nel fatto di non essere riusciti a cambiare la forma delle delle istituzioni
E il loro modo di essere a cominciare dall'affare dal processo legislativo l'articolo cinque ce lo richiama detto questo vengo rapidamente anche perché è tardi chiamata che vengono rapidamente alle indicazione di alcune cose da non fare ed altre da fare perché la nostra elaborazione deve sapere incidere anche su questo terreno le Regioni sono certo istituzioni politiche ma sono nel sistema amministrativo
Se non sono in grado di essere credibili sul sistema amministrativo le regioni sono istituzioni che rischiano la loro credibilità così come rischiano la credibilità la nostra proposta se non è incisiva su questi punti
Quindi ci vorrà un po'di pazienza ho intenzione contest con testardaggine di elencare i punti che ritengo determinante su questa linea e che peraltro sono frutto di una elaborazione che qui espongo ma che certo non è solo mia
Se vogliamo sono le regole per evitare quelle deviante che Giuliano Amato prima ci indicava primo punto non è pensabile rispetto a un principio che chi ha potere dei governi deve poter avere poteri anche di organizzazione che rimangano apparati ministeriali sulle funzioni totalmente regionalizzate
Questo significa affrontare la cosa dura su cui il regionalismo perduto e quindi su cui può fatta civilmente arenarsi anche la proposta socialista
Della riordino dei ministeri e per essere precisi
Anche della soppressione di almeno tre ministeri che non hanno oggi giustificazione o perché le loro funzioni sono ormai largamente assegnata alle Regioni
O perché le funzioni sono andate verso l'alto sono passate dallo Stato alla comunità
Europea
Mi riferisco ai lavori pubblici
Mi riferisco all'agricoltura mi riferisco alla sanità attenzione dire che questi sono ministeri da sopprimere non significa sopprimere una funzione che ha da fare a questo livello
Ma significa sopprimere la forma organizzativa che storicamente concettualmente e giuridicamente è legata a una gestione accentrata
Il ministero non si cambia il ministero legato ad un modo di gestire la funzione su questo non ci può essere alcun dubbio e allora rispetto alle proposte della Commissione piglia mille novecentottantuno che diceva non rinunciamo e
Abbiamo imparato da vent'anni di regioni che alcuni ministeri si sopprimono e non si cambiano e tre almeno sono questi da secondo punto
Vi sono ministeri che certamente debbono sussistere ma questo non significa che mantengono inalterata una potestà organizzativa sulle funzioni che hanno che hanno decentrato
Voglio richiamare a questo punto un piccolo dato che da una ricerca fatta in questi giorni che ha definito è terminata in questi giorni risultano ben centocinquanta i procedimenti misti Stato-Regioni su questioni di secondaria o addirittura di nessuna importanza
Sono tutti esempi in cui i ministeri una volta che sono rimasti e sono stati salvati hanno ricominciato a tessere le le fila delle funzioni trasferite richiamando le a se stesso
Come si dice il ministero cambia il pelo ma non il vizio
Due un dato cruciale e importante già richiamato da Diana Amato e le funzioni che sono state trasferite mi è stata trasferita la l'organizzazione ma in condizioni di calamità o di urgenza tornano al centro questo è il secondo punto classico del riaccentramento statale
E cioè una cosa è stata data sì realizza una situazione di calamità e la funzione torna indietro a livello ministeriale badate bene
Torna indietro con la piena consenso spesso delle regioni disponibili per qualche risorsa finanziaria aggiuntiva a restituire alle funzioni e al centro il loro intervento
Su questi punti
Una legge
Venne lui centra da per quanto riguarda il pronto intervento da protezione civile
E l'utilizzazione degli uffici periferici dello Stato un terzo troncone del nostro discorso che rimane costantemente dimenticato in un cono d'ombra quello dell'amministrazione periferica possono dare una risposta non centralista
Ma dei guarda alle esigenze
Di di urgenza
Vi sono casi particolare in cui queste regole hanno dato vorrei citare un esempio
Per indicare come questi l'utilizzazione e il rispetto di queste regole risolverebbe i problemi prendiamo un organismo operante all'interno dei lavori pubblici c'era il Comitato per l'edilizia residenziale
Ecco questo organismo a riaccentramento nel giro di dieci anni tutte le funzioni che erano stato decentrate
Con la scusa della ripartizione dei fondi non ha soltanto ripartito fondi
Ha dettato criteri dai criteri siamo passati alla negoziazione di singoli provvedimenti dalla negoziazione esigue prediletto siamo passati ai cicli circolare o ai moduli passati alle regioni
E in sostanza a questo punto noi abbiamo su un settore l'edilizia residenziale pubblica il signore che non compare certo in nessun manuale del diritto che si chiama c'era il quale legifera finanzia provvide che decide ora questo è un tipico esempio delle disfunzioni del sistema perché ma non soltanto quello che vorrei far capire che non si tratta di una pulizia accademica sono arrivati i professori a rimettere a posto le cose sulla lavagna in base alle cose che la Costituzione diceva
è una disfunzione profonda dal punto di vista politico e amministrativo perché perché significa intanto riportare a Roma tutte le procedure di testi in fiale
E per chi è del mestiere e qui qualcuno è del mestiere e valutabile in ordine al cinquanta per cento del tempo che quel vecchio comporta una procedura del genere il ritorno a Roma sotto
Secondo comporta fatalmente l'utilizzazione dei criteri uniformi se faccio tutto a Roma utilizzerò criteri che non possono essere articolati nelle varie regioni terzo ha un effetto mimetico
Allinea alle Regioni allo stesso punto e quindi non si sa quali sono le regioni in grado di correre è in grado di svolte nel Sulcis dense e quelli invece che non sono in grado neppure di programmare la propria povertà io non sono per una valutazione una situazione brutalmente competitiva fra le Regioni
Chi può camminare che può correre corra
Però sono contrarie mimetismo mi non mi piacciono gli allineamenti al basso non mi piace il dare le funzioni riprenderle indietro e vorrei sapere soprattutto chi ne risponde viene la proposta socialista e ICE va soppresso
Il riparto delle funzioni viene fatto sulla base di criteri esclusivamente di massima il resto è tutto assegnato e decentrato in sede regionale
Vengo allora alla parte propositiva badate non illudiamoci di fare questo discorso senza pagare dei prezzi perché queste cose dette a Roma invece che dette a Brescia avrebbero di fronte una platea
Forse ugualmente come dire
Attiva e
Vivace ma certamente molto meno disponibile questi discorsi quindi sono discorsi su cui dobbiamo misurarci fino in fondo
Bene accanto all'apparsa dance Provenza la parte che descrittiva della nostra qua c'è una parte invece di riordino di ricostruzione che va fatta
Dove abbiamo perduto è stato innanzitutto nella mancata ricostruzione Hunt centro e qui su questo a costo di essere noioso qualche parola dopodiché avrà è chiaro che infatti è un discorso che si infila dritto dritto nel disco della questione la riforma dei ministeri ma a questo punto visto che la riforma dei ministeri
Rimane ferma e segna il passo anche laddove era prevista dalla legge
Aniasi quando era Ministro alla Sanità si ricorda che la legge di riforma sanitaria prevedeva la riforma del ministero
E non si fu in grado di neppure provare ad accennare alla riforma di questo tanto tanto è vero quello che dicevo che il ministero in quanto tale non accetta la riforma quindi non mancano le leggi c'era una legge no la legge di Forza Italia che nel settantotto diceva il ministero la Feta va riformato l'avete vista la riforma non c'è stato e che finché ci sono i miseri su questo non c'è dubbio
La riforma dei ministeri Ri e ancora al palo esattamente come prima dell'inizio del nostro discorso
Allora il primo punto dicevo era è la
Soppressione dei tre dicasteri le cui competenze sono in larghissima misura
Corrispondenti a funzioni ormai definitivamente accentuate alle regioni
Ho ormai saldamente radicate alla Comunità europea questo vale sicuramente per l'agricoltura e dei lavori pubblici larga padre dovrebbe Obizzi vale per la sanità con minore svolto invece di carattere secondo queste queste funzioni ed altre funzioni tratte da altri ministeri penso all'ambiente
Penso alle funzioni sul governo locale del ministero degli Interni che senso hanno queste funzioni tutte rilevanti sul governo locale al ministero degli Interni queste funzioni che pure evidentemente hanno un significato nella loro radicamento centrale vanno progressivamente concentrate
In una sede capace di rappresentare riferimento unitario altissima l'autonomia e la Presidenza del Consiglio presso la Presidenza le valorizzando ciò che presta Presidente del Consiglio già c'è e già c'è e badate bene non come espressione ministeriale ma come espressione di stima autonomie penso al ministero che a qualche per la verità qualche luce qualche ombra delle aree urbane penso alle ministero le Regioni evidentemente
Qualcuno mi dirà ma in questo modo stiamo facendo una sorta di groviglio di funzioni eterogenee tutte presso la presidenza questo certamente un problema
La il decreto che organizza la Conferenza Stato Regioni indica un criterio ragionevole trovo di organizzazione di questi poteri su cinque grandi settori settori gli affari istituzionali
Degli affari finanziari del governo del territorio e dell'ambiente
Dei servizi sanitari e sociali delle attività produttive queste sono aree di ricomposizione la Conferenza Stato Regioni parlerà domani Enrico Boselli
Ma certamente questo è il luogo d'approdo di questo slittamento verso un centro unitario di ciò che adesso e radicato presso i ministeri questo intorno la prima risposta che mi mi che andava data
Come fare questo in parte l'ho accennato vorrei aggiungere anche che a mio avviso sulla scorta di esperienze anche di altri Paesi penso a certi membri del governo britannico
Non è necessario ci serve ancora un Ministro della Sanità o ci serve ancora un ministro dei lavori pubblici cioè togliere gli apparati ministeriali non significa togliere il titolare di una funzione che essendo ripartita e organizzata il sistema locale non per questo manca di una sua proiezione centrale ecco presso la Conferenza Stato Regioni all'interno dalla Presidenza del Consiglio dei ministri
Questi soggetti dovrebbero essere espressione del sistema regionale locale e della funzione non dell'apparato che abbiamo o superato
è evidente che fare questo significa fare della Conferenza Stato Regioni non l'anticamera della piccola negoziazione fra lo stato e ciò che si farà successivamente in sede periferica significa farne una garanzia di per le materie del governo locale in tutto il sistema pubblico sia quello statale ministeriale enti pubblici e partecipazioni statali sia quello locale regioni Enti locali ed enti territoriali
Chiudo con un accenno alla parte dello Stato periferica pur il il l'accenno e fugace è molto rapido
Ma è credo importante ricordare sì che un sistema di riordino degli apparati e di trasferimento batte bene come avete visto non ho parlato tanto di nuovi poteri alle Regioni nuove materie ho detto che queste materie vanno esercitate in modi in condizioni diverse in pieno grato di appropriazione
Della loro autonomia organizzativa
Ora a livello periferico si pongono alcuni punti chicche richiamo rapidamente
Primo il sistema regionale ha bisogno di un interlocutore unico dello Stato a livello periferico
Il governo locale non ce la fa a dialogare con uno Stato o lontano o frammentato in diverse amministrazioni
Pensate alle neonate o neon assenti aree metropolitane
Non è definitive il azione di governo di un'area metropolitana che non abbia un interlocutore unico è chiaro rappreso interattivo di fronte sul piano degli uffici periferici dello Stato allora il primo dato su cui la risposta della proposta d'Istria
Deve dare delle indicazioni esattamente quello di di rompere la coda paralizzante del prefetto del commissario di governo la Costituzione parla di come sarà nel governo e finché non la cambiamo quello è d'autorità cui fare riferimento e quindi se vi sono resistenze da parte dei prefetti qualcuno spiega i prefetti che sono fra l'altro non soltanto espressione del governo ma tutori della legge
I rappresentanti delle istituzioni dell'ordinamento a livello periferico che vi è una legge la Costituzione repubblicana che ricorda che il con il coordinamento fra le migrazioni periferiche operato dal commissario di governo questo sta scritto e questo si tratta di riuscire radere la forza di fare due certamente c'è un problema Giuliano Amato richiamava il decentramento Luigi Freddi Coletti mille novecentocinquantatré abbiamo funzioni statali Dantès centrare agli uffici periferici sono dati importanti suoni settore
Sono dati che potenzia no le funzionamento delle istituzioni alle periferia e ci e possono consentire non dico di risolvere ma di affrontare due questioni che altrimenti vengono affrontate malamente le ladroni di urgenza e di calamità da un lato e il problema del Mezzogiorno
Giustamente introduzione di Matri ricordava attenzione alla questione Mezzogiorno nel il la proposta socialista sulle regioni situazioni locali non può
Camminare se non riesce a fare proposte credibili anche per queste zone e in queste zone l'amministrazione periferica lo Stato sarà un punto cruciale senza mito sapete che lo Stato non se o si torna la vecchia Cassa che ha fallito o si fallisce facendo scommesse al buio su un sistema locale neppure in grado di programmare la propria debolezza
Questo è un passaggio obbligato su cui si deve siamo ancora all'abc delle prime proposte la proposta socialista intende indicare questo come un punto cruciale della questione
Con questo ho finito
Vorrei soltanto dire che questo riguardava i rapporti con lo Stato visto che ci siamo ma moltissime cose che ho detto riguardano perfettamente anche le regioni l'affermazione di Pontida
Che lo Stato comincia lo Stato finisce dove comincia la Regione e cioè il principio la dimensione degli interessi
Applicato a livello regionale da una serie di indicazioni importanti compagni di questo si tratta soltanto di utilizzarle e di avere la forza la convinzione di portarle avanti per esempio anche la regia
Pone deve fermarsi dove cominciano gli enti locali e quindi questo significa che gli uffici periferici la Regione se il vero discorso che ho sviluppato fino adesso non hanno ragione effettiva di essere grazie
Grazie compagno cammelli apro la discussione e l'apro dando la parola per pochi minuti
Allora
Compagno Ruffolo che vorrebbe rivolgere una domanda compagno Amato
Ma più che una domanda e compagni è una nota a piè di pagina perché arrivando qui la prima cosa che ho fatto mi sono letto la relazione di Giuliano e porre avvisato le gli estremi di una come diciamo citazione per fatto personale
Naturalmente parlo scherzosamente perché io condivido in pieno la relazione di Giuliano Amato
Nelle senza negli obiettivi situazione e nei modi genti ma sono stato sorpreso e non essere citato da un certo punto Ruffolo i suoi funzionari come dire come un paradigma di centralismo
E io sono sicuro e penso che si tratti di un riferimento ironico se infatti ci si riferisce alla struttura del ministero dell'ambiente non mi pare di poter essere comparato con i miei duecento funzionari alle quadrate legioni di Prandini
Ma non si tratta però del struttura del ministero si tratta piuttosto della legislazione ambientale e da questo punto di vista io devo dire che l'unica legge ambientale di politica ambientale
Che effettivamente porta in sé qualche tratto di centralismo e la legge istitutiva del ministero dell'ambiente che già una certa
Cultura ambientalistica che allora per essere acerba e per essere particolarmente vigorosa come cultura dell'opposizione aveva lo si può pur comprendere una vocazione centralistica
è una legge nella quale io personalmente non porto responsabilità anche se probabilmente se avesse contribuito a farla l'avrei fatta in quel modo però tutta la legislazione ambientalistica che è venuta dopo e di cui i socialisti portano una responso io naturalmente per primo portano una forte responsabilità non mi pare proprio che sia ispirata dal con criterio centralistico a cominciare dalla legislazione sui rifiuti che costituisce una parte fondamentale della legislazione ambientalistica
Legislazione sui rifiuti è tutta basata sono una fortissima attribuzione di responsabilità regionali piani regionali dei rifiuti e così la legislazione della difesa del suolo centottantatré che partita da posizioni centralistiche è stata fortemente corretta grazie soprattutto ai deputati e ai senatori socialisti in un modo tale da configurare una spione decentrata e così soprattutto la
La la la la la la la questione del piano triennale che
Approvato pochi pochi
Pochi mesi fa
Porta l'impronta di una innovazione fondamentale nella gestione della politica ambientalistica e cioè di un piano che non solo non è gestito dal centro
Ma è gestito e realizzato soltanto attraverso gli schermi d'intesa
Con le regioni credo che non ci sia nessun altro piano di intervento pubblico
Che sia gestito attraverso o debba essere gestito attraverso la cogestione con le regioni da questo punto di vista abbiamo avuto una svolta
Accentratrice ad a centottanta gradi rispetto alla pratica accentratrice
Del fondo investimenti occupazione del figlio che faceva gravare sul centro una responsabilità di progettazione e di finanziamento dalla quale le Regioni erano completamente avulse solo avevano la possibilità di proporre eh
Dal punto di vista della progettate il del finanziamento e della esecuzione erano completamente tagliate fuori da un processo di programmazione quindi tutto quello che abbiamo cercato di fare in questi anni è stato proprio di fondare
L'intervento ambientalistico su una forte autonomia regionale dove sono i guai
I quali sono quelli che lo stesso Giuliano
Denunciare la sua relazione il fatto che l'attribuzione alle regioni di particolari e e pesanti e forti responsabilità
Non trova poi il corrispettivo nei poteri e nelle capacità tecniche ed operative delle regioni e che un fatto fondamentale che prova a questa condizione e il fatto che negli ultimi tre anni
Noi abbiamo trasferito dal Ministero dell'ambiente alle regioni circa cinque mila miliardi di finanziamenti
E le regioni non hanno la possibilità non l'hanno avuta almeno finora la possibilità di far seguire questi finanziamenti una progettazione un'esecuzione tale da potere garantire l'attuazione delle opere nei tempi previsti
E dunque il fatto fondamentale è propria quella capacità asfittica delle regioni che Giuliano denuncia all'INPS all'inizio del suo intervento
Di fatto non è soltanto quindi divario tra le spesi e decentrate e l'entrate e la incapacità e l'impossibilità delle regioni d'avere una loro autonomia tributaria è anche il fatto che quando le spese sono decentrate sono decentrate delle responsabilità di Space già ma non delle capacità di spesa di qui la nostra proposta nella legge di riforma del ministero dell'Ambiente di un'agenzia di protezione dell'ambiente che funga soprattutto come elemento di assistenza tecnica alle capacità operative delle regioni
Dunque io a me pare che nella nuova procedura che
Ha completamente trasformato e modificato la legge figlio nelle legislazioni ambientalistiche non si trova traccia di questa vocazione
Centrali Istica che non avrebbe poi alcun punto di riferimento né culturale né politico né alcuna capacità operativa si trova invece la il tentativo di autonomi diaria d'iniziativa regionale ma di darle anche le possibilità per essere effettivamente operativa e per essere effettivamente capace di incidere sul processo di progettazione di finanziamento
Tant'è che nel piano triennale si prevede che mentre i programmi devono essere concertati tra Stato e regioni i progetti poi debbano essere decentrati alle regioni realizzati diretta per dalle regioni questo l'ho detto non per una noiosa e pignola precisazione ma per rassicurare
Per rassicurare Giuliano Amato che pure essendo noi installati nella sede di Roma e in particolare di piazza Venezia non abbiamo maturato vocazioni e tentazioni imperialistiche
Giuliano
Può rispondere
Ecco e allora andiamo avanti col dibattito adora la parola al compagno Rosario Olivo presidente vi era giunto alla Calabria
Lo spaccato che è venuto fuori nei mesi scorsi dal rapporto sulle regioni predisposto dal Cinzia Edo
E quello di organismi da troppo tempo a metà del guado
Che hanno bisogno di dare e di avere certezze
E in particolar modo di un approdo istituzionale finanziario sicuro
Per non lasciare incompiuta quella che non è solo una importante essenziale riforma ma soprattutto l'attuazione piena della Costituzione
La quale ha previsto l'adeguamento statale alle esigenze delle autonomie locali e dalle competenze legislativa attribuita alle Regioni
I ritardi di maturazione della stagione politica delle riforme istituzionali hanno finito con l'indebolire ancora di più le Autonomie
Regionali che hanno assunto così i tratti di una macchina burocratica confusa nella ricerca delle finalità del proprio agire sono urgenti allora le riforme per adeguare soprattutto le istituzioni locali alla società che è cambiata e cambia e sono necessarie per dare certezze strumenti di governo ma soprattutto controllo popolare
Uno Stato un Governo in Parlamento moderni se vogliono camminare con i tempi con una società ed un'economia così complesse ed articolate come quelle italiane
Non possono umiliare le Autonomie regionali impedire la loro crescita e la valorizzazione delle loro potenzialità mantenendo ancora al centro il polo di decisione anche se formalmente associando le regioni siamo ormai prossimi al traguardo degli anni due mila ma ci avviciniamo a questo grande appuntamento con un ordinamento istituzionale regolato da leggi che non non hanno tenuto conto delle profonde trasformazioni nel frattempo intervenute nella società e soprattutto nel modo di intendere l'appagamento dei bisogni delle collettività amministrata
Il processo di riflessione di progettazione di quella che è stata definita la terza regionalizzazione
Dovrà necessariamente tenere conto del grande sforzo dei socialisti guidati con intelligenza e lungimiranza da Bettino Craxi stanno compiendo per realizzare attraverso il profondo rinnovamento del ruolo delle Autonomie
Un'autentica Repubblica delle regioni
La pregevole ed approfondita introduzione del compagno Giuliano Amato e le relazioni presentata al convegno delineano un lungo e complesso percorso istituzionale che investe l'attuale configurazione del regionalismo in ciascuno ed in tutti i suoi nodi essenziali
Il modello che emerge dall'insieme delle proposte socialista di riforma costituzionale e legislativa e quello di uno Stato semi federale
Il processo di trapasso dall'attuale e pure imperfettamente realizzato come ricordavo prima modello regionalistica un modello se mi federale comporta
Non solo il coagularsi del consenso politico delle forze regionalisti
I grandi partiti nazionali sono oggi o sono state fino a questa iniziativa socialista meno culturalmente politicamente regionalisti di quanto fossero quindici anni fa
Ma comporta soprattutto una grande tenace nel perseguire l'obiettivo ed una grandissima attenzione a controllare gli effetti parziali in corso d'opera delle modificazioni via via introdotto
E questo è un primo punto di riflessione che sottopongo all'attenzione dei compagni le dure repliche della storia come le chiama Bobbio
E da ultimo anche puntuale indagini scientifiche hanno più volte dimostrato che l'attuazione delle riforme legislative può dare effetti del tutto contrastanti con quelle voluto comunque del tutto imprevisti
Questo è tanto più vero
Quanto più il processo di riforme costituito da una concatenazione di atti costituzionale normativi e quanto più è destinata ad incidere su situazione profondamente differenziate
La scienza dell'amministrazione l'esperienza pur frenata dei primi venti anni di regionalismo
Mostrano chiaramente che le riforme comportanti incremento dell'autonomia decentrate in tutte le sue forme politica legislativa amministrativa finanziaria
Producono effetti profondamente differenziati a secondo del tessuto istituzionale ed amministrativo su cui incidono
Esaltano l'efficienza delle regioni che funzionano aumento non la disfunzione della Regione meno organizzate o più prima di cultura dell'organizzazione dell'amministrazione
Vale per le riforme il proverbio piove sul bagnato migliora la situazione delle regioni avanzate mentre nelle rare in cui è minore alla cultura civile ed amministrativa la pioggia della riforma si disperde nelle crepe del terreno
Che sono le lacerazione del tessuto civile e la disfunzione del sistema politico amministrativo è il caso per essere chiari di buona parte del Mezzogiorno
La valutazione e la scelta politica che giustamente sono alla base di questo convegno sono riassumibili lo ha detto assai bene da par suo il compagno Giuliano Amato
Nell'indirizzo di incrementare le autonomie per rafforzare l'unità e la solidarietà della Repubblica
Un indirizzo esattamente opposto a quello irresponsabile e demagogico delle leghe
Più responsabilità dialogo di autogoverno delle comunità regionali
Come condizione per avere al centro uno Stato autorevole tra le cui residue funzioni vi è in base al principio costituzionale di solidarietà politica economica e sociale
Quella di assicurare il riequilibrio e di ridurre il dualismo storico ed attuale tra nord e sud
Dualismo inteso non solo come diseguaglianza di reddito e di occupazione ma riferito anche ai livelli di civiltà e di democrazia oggi pesantemente condizionati
Dall'assedio mafiosa in alcune regioni del Mezzogiorno
In altri termini per evitare che la semi federalizzazione si risolva nella trasformazione del divario inni scollamento tra le due Italie sarà necessario un massiccio impegno riequilibratore dello Stato
Se si vuol dare però una risposta politica vincente soprattutto i meridionali debbono aver chiaro che ormai prima che impopolare è improponibile intermittenti finanza restrittiva e severa chiedere la prosecuzione degli interventi statale nelle forme sin qui conosciuta
Il meridionalismo delle provvidenze straordinarie speciali d'emergenza I giorni contati
L'integrazione europea lei innovazione nella sfera dei servizi finanziari la dinamicità stessa dell'imprenditoria meridionale impongono un mutamento profondo nel modo destra degli investimenti in funzione di riequilibrio soprattutto si è ormai compreso pietra gli investimenti produttivi vanno annoverati quelli volti a migliorare l'efficienza e la funzionalità delle amministrazioni regionali e locale dal Mezzogiorno ha ricordato bene
Ricompare professor Camilleri poc'anzi è uno dei pochi progetti questo realmente innovativi che compongono i programmi triennali dell'intervento straordinario anche se ha avuto sino ad oggi un inizio solo un inizio di attuazione
Come si possono saldare in un unico disegno coerente le breve riflessione finora è fatta sullo stato delle regioni meridionale con la necessità di provvedere di prevedere organi che misure di accompagnamento per rendere vitale ed efficace il disegno riformatore socialista verso il modello semi federalista
Si possono io credo riprendere e sviluppare le considerazione di Bobbio in un recente editoriale in cui contestava la formula di rito sull'assenza dello Stato nella regione ad alta intensità camorristiche e mafiose
Lo Stato c'è e dice Bobbio ed è costituito insieme dalle amministrazioni statali e dagli Enti comunitarie regionali e locali
Dagli Enti pubblici e dei partiti che sono ormai divenuti anche essi come è stato autorevolmente rilevato pubblici poteri il problema è quello della cattiva qualità del funzionamento ordinario normale di ciascuno e di tutti questi aggregati
Non apre in questa sede il discorso pur vitale sulla crisi di rappresentatività della società meridionale che caratterizza i partiti
Prima di tutto al sud la riforma dei pubblici poteri dovrebbe muovere dall'autoriforma dei partiti che era ancora una volta è proprio il nostro partito come ha dimostrato negli ultimi giorni
A muoversi per primo su questo terreno consapevole che non a caso tutti i partiti registrano Soddu il più alto tasso di frammentazione conflittuali
Concentrando dunque il discorso sulle istituzioni in senso stretto le regioni meridionali hanno bisogno sin da ora e tanto più necessiteranno se si avvierà il percorso riformatore delineato dal PSI
Di uno Stato che si è interlocutore forte ed autorevole una sponda di sostegno efficace in sede decentrata
La prima riforma d'accompagnamento e dunque la capillare riorganizzazione con mezzi e strutture personale qualificato di tutti gli uffici decentrati
Non solo si badi della polizia e degli uffici giudiziari
Spesso è più utile nella lotta antimafia un ufficio del Genio civile ben organizzato dotato di sede attrezzature ben diretto che qualche giovanissimo sostituto procuratore paracadutato a Locri senza alcuna specifica preparazione
Un'amministrazione statale ordinaria
Efficiente e nello spirito del regionalismo cooperativo che ispira la proposta socialista l'ancoraggio essenziale per l'autoriforma delle regioni meridionali divenuto ormai non più rinviabile
Sempre sul terreno dell'organizzazione amministrativa il di pensa mento dei fondamenti dell'intervento straordinario
Come è stato accennato dai relatori per concentrarlo su pochi progetti strategici
Deve portare a ricostruire un centro unitario di programmazione progettazione e l'assistenza tecnico amministrativa quale per legge non può essere la tua l'Agenzia per il Mezzogiorno
Si può riprendere qui l'idea di Giannini di un'agenzia per le regioni un serbatoio di competenze
Cui assegnare volta a volta sui progetti strategici oltre la funzione di programmazione centrale anche le funzioni di supporto e sostegno all'attuazione in sedo regionale mediante degli uffici remissione temporanee che facciano da raccordo tra le regioni meridionali i cui compiti saranno accresciuti e l'intervento straordinario
Un'amministrazione con la missione specifica di mettere progressivamente le regioni meridionali in grado di svolgere efficientemente le funzioni più impegnative trasferite di appropriarsene effettivamente per quanto riguarda infine il versante regionale e necessario in vista dell'accrescimento delle funzioni procedere convergente mente dall'interno e dall'esterno delle istituzione autonomistici
Da un lato avviando oltre che la riforma degli statuti
Per il superamento dell'attuale modello di accentuato tipo assembleare radicale processi di riorganizzazione degli apparati separando né nettamente i compiti rispetto alla dirigenza
Politica
Onde assicurare la portanza amministrativa delle strutture rispetto ai nuovi compiti
Dall'altro subordinando l'erogazione dei finanziamenti statali di sostegno alla modernizzazione delle strutture al conseguimento di risultati effettivi di produttività
Costituendo per primi nel Mezzogiorno mi auguro quegli uffici di misurazione della produttività che erano già previste nel rapporto Gianni
Concludendo compagni
Esprimo il più vivo apprezzamento per questa iniziativa che offre un contributo di eccezionale importanza la determinazione di una svolta profonda
Nella cultura politica e delle istituzione e dall'apertura di una stagione di nuovo regionalismo nel nostro Paese grazie
Grazie compagno amico credo che data l'ora e data anche la stanchezza del pubblico sia opportuno rimandare a domani proseguimento di questa discussione la seduta e quindi fissata per domani mattina alle ore nove e trenta vi sono una introduzione quattro relazioni i compagni sono iscritti per intervenire nel dibattito la seduta è tolta