28 APR 2013
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:05 Durata: 1 ora 58 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 28 aprile 2013 , condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (giornalista di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 58 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista di Radio Radicale

    La formazione del Governo e Emma Bonino al ministero degli Esteri; la situazione sociale piuttosto tesa. La Direzione di Radicali Italiani
    17:05 Durata: 2 min 40 sec
  • Le critiche al Presidente della Repubblica e il colloquio Pannella-Napolitano: “Io gli ho detto: ‘Spero e mi pare che tu abbia compreso che la mia fosse polemica politica, in qualche misura doverosa se penso queste cose, nel senso che si presume che tu abbia opinioni politiche diverse’. Lui mi ha detto testualmente ‘No, non mi sono mai sentito offeso dalle tue polemiche, da queste tue critiche che d'altra parte probabilmente sono eccessive ma non sarebbero tue se non fossero eccessive’. Allora quello che voglio ribadire è che tuttora, credo, questa attenzione costante che abbiamo sempre avuto perché ci sembrava che davvero ne valesse la pena, perché si trattava di cose sulle quale si era preoccupati, perché era l’unico modo di aiutarsi fra avversari politici o compagni politici: è proprio quello di creare un minimo di atmosfera e realtà democratica, esprimendo pubblicamente le opinioni che si hanno gli uni degli altri”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella: “Parto da una piccola cosa. Roberto Giachetti, nostro compagno e vicepresidente della Camera, ieri, dopo la notizia di Emma Bonino ministro degli Esteri, sembra che abbia scritto: ‘E adesso Marco che dirà del Presidente?’. Voglio rispondergli da qui, semplicemente dicendo e adesso posso rivendicare, Roberto, perché tu che sei stato realmente bravo come parlamentare, come democratico e come radicale, attento e capace, poi però qualche distrazione o qualche influenza dell'ambiente la senti, e a questo punto dici ‘Pannella attaccava quello, ora siccome il governo notoriamente con l'influenza di Napolitano…’. Allora vorrei dire questo: nell'insieme noi stiamo assistendo al proseguirsi di una dialogo e di polemiche storici da 70 anni, nel quale io credo da molto tempo, e riguardo il Presidente della Repubblica ho parlato anche di quello che a mio avviso poteva costituire addirittura un attentato contro la Costituzione. Una cosa che abbiamo già notato: mentre con Ingroia e i magistrati ci si è doluti delle miserevoli polemiche dal Quirinale, nel mio caso no”. “Ritengo che il senso dello Stato sta cedendo in tutto il mondo alla ragion di Stato, ma in Italia purtroppo non è quello” soltanto. Ritorna il modo di “ritenere le norme e il diritto come una sovrastruttura borghese, e nell’area di Napolitano si sente”. L’illegalità dell’informazione nel nostro Paese. Rispetto a Napolitano e la situazione della giustizia italiana: “Questa è una polemica che è stata portata avanti e ripresa, e io dissi a lui: spero che con le mie polemiche tu comprenda che io voglio aiutare il Paese, me stesso, ma in modo diretto anche te, perché credo che tu commetta degli errori di impostazione e altro. Per la verità ancora ieri Emma mi ha confermato, e io ci ho parlato un attimo telefonicamente; io ho detto ‘guarda oggi sono criticato da un mio amico e compagno perché lascia intendere che la mia polemica nei tuoi confronti è un po’ viziosa, è quasi un bisogno, ma non credo che il fatto che non mi venga mai risposto quando faccio queste polemiche non credo di fare altro che aiutare la baracca, il Paese, te, me e noi tutti guanti’, e lui mi ha detto: ‘Senti, sicuramente possono essere eccessive queste polemiche o queste critiche che mi fai, ma non le ho mai prese…’. Ho parlato al telefono brevemente con Napolitano…”. “Ieri, poco prima della riunione della comunicazione del Governo. Stava parlando Emma con Enrico letta, a quel punto è subentrato un momento il Presidente. Emma ha detto: ‘Tra l’altro qui c’è un tuo vecchio amico che ti ringrazia anche lui’. Perché le era stato comunicato alle 16:30, e alle 17 doveva essere al Quirinale. Per la verità le era stato detto alle 16, lei aveva chiesto mezzora, poi verso le cinque meno un quarto le hanno telefonato. Lei ha detto ‘va bene, vi ringrazio’, a quel punto anche il Presidente è subentrato a Letta e lei ha detto: ‘Vi ringrazio, ora dobbiamo approfondire, ma vengo alle cinque’. Poi ha aggiunto: ‘Ti ringrazia anche un tuo vecchio amico’. Gli ho parlato un momento, c’è stato un brevissimo momento nel quale io gli ho detto: ‘Spero e mi pare che tu abbia compreso che la mia fosse polemica politica, in qualche misura doverosa se penso queste cose, nel senso che si presume che tu abbia opinioni politiche diverse’. Lui mi ha detto testualmente ‘no, non mi sono mai sentito offeso dalle tue polemiche, da queste tue critiche che d'altra parte probabilmente sono eccessive ma non sarebbero tue se non fossero eccessive’. Allora quello che voglio ribadire è che tuttora, credo, questa attenzione costante che abbiamo sempre avuto perché ci sembrava che davvero ne valesse la pena, perché si trattava di cose sulle quale si era preoccupati, perché era l’unico modo di aiutarsi fra avversari politici o compagni politici: è proprio quello di creare un minimo di atmosfera e realtà democratica, esprimendo pubblicamente le opinioni che si hanno gli uni degli altri”. “Credo che lui abbia anche detto: ‘Io non sono mai stato offeso dalla tua critica’. E io dico: ‘Ma io credo che nella realtà italiota e partitocratica da 60 anni, mica da quando c’è lui, abbiamo una situazione piuttosto difficile nella quale probabilmente le critiche, le polemiche e le attenzioni quotidiane che presupponevano anche le mie domande: ma cosa fanno i Procuratori della Repubblica?’. Tra l’altro arrestano Ambrogio Crespi per un’imbecillità di un imbecille. Questo dipende da alcuni magistrati milanesi. Ma tornando momentino per chiudere: a questo punto io credo che sia un aiuto che manca nella politica italiana, perché ci sono dei ruoli di chi è sempre ‘contro’ o sempre ‘a favore’, credo che noi abbiamo una linea di interpretazione della realtà che, decennio dopo decennio, trova riscontro in nuove sensazioni ma nella quale appunto quello che si esprime è una posizione culturale - non direi ideologica -, politica, che si confronta costantemente con la realtà come la si propone, ovviamente ciascuno con i suoi errori e ciascuno con le sue ragioni. Però vorrei rivendicare qui: credo che le nostre critiche, non quelle definite miserevoli che io non ho neanche molto approfondito e che ritenevo molto probabilmente di quel tipo, ma la situazione italiana è strana. Faccio queste gravissime accuse e notazioni e imputazioni, e io chiedevo l’aiuto: spiegatemi se sono un autodidatta di fatto che, avendo poi una storia da militante imputato, ha delle fisse. Non ho avuto nessuna critica di costituzionalisti in sede tecnica”. Il “tradimento dei chierici” di oggi: “Meritano quello splendido pezzo che ho sentito a Radio Radicale fatto da Marco Travaglio, la lettura di Travaglio di tutti i giornali di destra, di sinistra, al di sotto e di sopra di elogi per il discorso del Presidente della Repubblica. Davvero era stucchevole sentire quella lettura per cui io non è che sia un fan di Marco Travaglio, ma devo dire che è stato da un punto di vista radiotelevisivo è stato felice e ha reso bene l'idea di un Paese che mentre il Presidente ha preso delle iniziative, quantomeno nuove e inedite, poteva essere criticato e invece no…”
    17:07 Durata: 20 min 30 sec
  • Come si tengono assieme l'esistenza del regime partitocratico e la scelta di Emma Bonino per il Governo? “Tutti sanno che sono 50 anni che ripeto ‘partitocrazia’, partitocrazia che è sempre più antidemocrazia; nella partitocrazia però Emma Bonino può divenire il ministro degli Esteri, si dice… Perché no? Dipende anche dalla capacità di lotta, dipende anche da quanto un popolo sia ormai sottomesso e corrotto e quanto invece un popolo esprime” forme di resistenza. “Io continuo a lottare perché ritengo che sia possibile che la partitocrazia e quelli che sono responsabili di questa situazione oggi devono e hanno l'obbligo, e quindi noi abbiamo l'obbligo corrispettivo, di interrompere la flagranza di criminale comportamento, da decenni”. “È possibile che accada anche questo; se c'è uno scontro, se tu lo conduci, che tu riesci a ottenere dei risultati che sono ulteriori armi”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Ma poi l’operato di Napolitano, messo alla berlina da Travaglio, non ha forse portato a un governo con Bonino al ministero degli Esteri? “Stavo dicendo che Bonino non c'entrava una pera perché l'altra sera, di giovedì, non era stata neanche accennata come eventualità”, replica Pannella. “Oggi ho sentito o letto qualcuno che criticava moltissimo e da tecnico gli sconfinamenti e le fisarmoniche del Presidente, però a un certo punto diceva: ci ha salvato, lui che ha fatto il Presidente in modo non costituzionale. Quindi il problema è quello solito: i mezzi dipendono dai fini… Questo è l’opposto delle convinzioni mie e di alcuni di noi”. Il parallelo con la soppressione degli scioperi e i treni che arrivano in orario nelle dittature. Bordin chiese: “Se questo è il ragionamento, cioè se tutto ciò avviene attraverso l'operazione anticostituzionale di quella che è di fatto una dittatura, Emma Bonino è il ministro di una dittatura?”. Pannella: “Detto così infatti noi diciamo ‘partitocrazia’ perché la metamorfosi del male l’ha portata a chiamarsi tale. Naturalmente tu dici, visto che la gente è stupida: ‘Pannella dice dittatura, dice partitocrazia, ma intende Emma Bonino’. Io stavo parlando invece del fatto mezzi e fini”. Le distanze tra Bordin e Pannella sulla politica dei droni di Barack Obama. “Io sottolineavo che un regime per cui per calcoli di ragion di Stato e di efficienza puoi avere Guantanamo e i droni, è un regime in cui i mezzi non importano per i fini”. “La cosa è molto semplice: io sto accusando il regime di alcune violazioni gravissime, dopo di che tu dici ‘sì ma fanno Bonino ministro’. ‘Ma’ un cavolo, nel senso che il problema si pone per noi”. “Tutti sanno che sono 50 anni che ripeto ‘partitocrazia’, partitocrazia che è sempre più antidemocrazia; nella partitocrazia però Emma Bonino può divenire il ministro degli Esteri, si dice… Perché no? Dipende anche dalla capacità di lotta, dipende anche da quanto un popolo sia ormai sottomesso e corrotto e quanto invece un popolo esprime” forme di resistenza. “Io continuo a lottare perché ritengo che sia possibile che la partitocrazia e quelli che sono responsabili di questa situazione oggi devono e hanno l'obbligo, e quindi noi abbiamo l'obbligo corrispettivo, di interrompere la flagranza di criminale comportamento, da decenni”. “È possibile che accada anche questo; se c'è uno scontro, se tu lo conduci, che tu riesci a ottenere dei risultati che sono ulteriori armi. Tu dici ‘no, ma non è questo’, e allora o questa è dittatura e voi siete ministro degli Esteri di una dittatura, o altrimenti non è così e allora voi vi rendete alla dittatura”. La situazione dell’Italia, con “una Costituzione come questa, con i partiti che dicono che la Costituzione è magnifica e poi sono quelli che l'hanno per 40 anni distrutta, negata”. “Quando arriviamo qui, dico semplicemente che la gente comprende noi quando lottiamo e le nostre tesi. E non è bastata quella feroce dittatura della comunicazione, che c'è a favore della partitocrazia, per farci fuori, tanto è vero io ritengo che gli argomenti poi giungono alla fine, e ci sono delle ragioni che possono mettere in crisi, che possono apparire buona coscienza a buon mercato di chi – ritenendosi democratico – poi invece non vede minimamente gli aspetti più fascisti che democratici di questo tipo di regime”. La situazione delle prigioni e della giustizia italiane. Il trattamento mediatico discriminatorio rispetto ai Radicali, per esempio, e non rispetto a Beppe Grillo. “Malgrado tutto, la popolarità di Emma” resiste “da 15 anni”. “Continua quindi questa alterità, nella durata. Ci troviamo sicuramente a dire che nel Dna popolare, i nostri valori corrispondono ai valori popolari comuni, che siano dei credenti o dei miscredenti, e quindi nel caso di Emma Bonino è possibile che il Presidente della Repubblica sia stato aiutato non dalla rassegna stampa abile ma fedele di Travaglio - che dimostrava come c'era un riflesso da anni 30 da tutte le parti - e che invece quello che poi si fa strada e continua ancora a sopravvivere sono le buone ragioni e le buone analisi, e a questo punto - nel momento in cui si può prendere atto, almeno questo mi pare chiaro, che l'ostinazione, l'eccesso che mi è proprio viene vissuto anche probabilmente come qualcosa di cui bisogna un po’ far tesoro - e credo che in effetti l'ascolto di un anno, due, tre di critiche radicali, con comportamenti nostri conseguenti, accade che un contributo lui lo ha ricevuto molto di più forse dagli avversari dei suoi comportamenti di questo momento e di questi anni” che non dai presunti ammiratori democratici. “Quindi se Emma Bonino è ministro degli Esteri nella situazione italiana di oggi e con questo Governo, lo è perché la crisi della partitocrazia agonica, perché da tutte le parti si rischiano i Piazzali Loreto o qualcosa del genere, allora a questo punto questa possibilità il regime gliel’ha data”
    17:28 Durata: 27 min 35 sec
  • I rapporti tra Radicali-Pci-Ds-Pd. Pannella torna quindi sulla scelta di Bonino: “Sono felice e grato a Letta e Napolitano perché ritengo che sia un fatto positivo di intelligenza”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il malcontento sociale e quello che i media offrono: da Antonio Di Pietro a Beppe Grillo. “In questo modo il regime riesce a cristallizzare nelle mere posizioni di rifiuto, di rivolta legittima e doverosa magari con le forme sbagliate, perché quelle riescono a usarle e non ne hanno paura. Quello che strappa il fucile al potere, se spara, semplicemente facilita il potere a usare le mitragliatrici e fino alla bomba atomica, armi che lui non può avere”. L’intervento di Achille Occhetto, allora segretario del Pci, a un Consiglio dei Radicali, e le sue citazioni “pertinenti” di Salvemini ed Ernesto Rossi. Un momento di “dialogo intenso con il Pci”, quando Pannella disse: “Se farete il Partito e lo chiamerete ‘democratico’, io ho tale fiducia che dichiaro sin d’oro che solo con questa cosa nominalistica mi iscriverò”. Le cose andarono poi diversamente. Bordiga, di passaggio a Roma, e le sue visite alla sede radicale di Via XXIV Maggio. Le attenzioni di Armando Cossutta e Fausto Gullo per Pannella in sciopero della fame. L’adesione di Vittorio Vidali all’anno anticlericale organizzato dai Radicali. I rapporti tra Radicali e comunisti. I “brevi momenti di dialogo con Grillo”. Pannella torna quindi sulla scelta di Bonino: “Sono felice e grato a Letta e Napolitano perché ritengo che sia un fatto positivo di intelligenza, che ha a vedere con radici che sono state interessanti del mondo italiano continentale anglosassone, dappertutto”. La possibilità di “un aiuto ideologico proprio perché questa situazione del Partito democratico davvero non finisca in questo modo come sta finendo”. Gli esempi della condotta disastrosa del Partito democratico sul dossier “legge elettorale” e il comportamento nei confronti di Luca Coscioni. “Questa storia loro è la stessa che è stata raccontata dagli anni 30 o 40 in altri Stati, dove appunto si esauriva la forza ideologica in qualche misura”
    17:55 Durata: 26 min
  • Cosa si aspetta Pannella da Emma Bonino ministro degli Esteri? “Quello che aspetto da noi nell'assieme intanto, perché Emma su questo è molto puntuale e insiste: che la battaglia nostra, quella sul diritto, i diritti, il senso dello Stato, la federazione europea spinellianamente intesa, tutto questo è un punto di riferimento che Emma ha coltivato moltissimo, che ha continuano ad a approfondire anche negli ultimi anni, e ha guadagnato fiducia sicuramente proprio anche con questo connotato. Quindi quello che mi aspetto sono anni difficilissimi per Emma Bonino e per tutti noi certo, ma voglio dire: gli anni difficilissimi sono quelli che sono occasione poi, in genere, per avere durata”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Cosa si aspetta Pannella da Emma Bonino ministro degli Esteri? “Quello che aspetto da noi nell'assieme intanto, perché Emma su questo è molto puntuale e insiste: che la battaglia nostra, quella sul diritto, i diritti, il senso dello Stato, la federazione europea spinellianamente intesa, tutto questo è un punto di riferimento che Emma ha coltivato moltissimo, che ha continuano ad a approfondire anche negli ultimi anni, e ha guadagnato fiducia sicuramente proprio anche con questo connotato. Quindi quello che mi aspetto sono anni difficilissimi per Emma Bonino e per tutti noi certo, ma voglio dire: gli anni difficilissimi sono quelli che sono occasione poi, in genere, per avere durata”. La questione giustizia e il futuro Governo: “Le condanne europee concernono il dicastero della Giustizia, ma quando poi diventano ostilità vera e propria… Infatti diciamo che nello schema - Emma lo ha detto – lei è ministro anche per la roba europea, politica sicuramente. Ci ricordiamo quando con Massimo D’Alema ministro degli Esteri lui diceva del dossier europeo: ‘E’ competenza mia, è troppo importante’. Adesso allora credo che Emma l’abbia anche ricordata questa cosa, ma per il momento - da quello che ho compreso – Letta dice ‘tutto quello che riguarda la politica europea e la politica internazionale è chiaro che è appannaggio del ministro degli Esteri’, mentre quelle cose invece che sono dei fatti specifici con Bruxelles possono appartenere alla Giustizia, ai dicasteri economici e altro”. Sul ruolo della Cancellieri, oggi ministro della Giustizia e prima candidata alla Presidenza della Repubblica. “Io sono molto interessato a coltivare questa scelta che naturalmente è di Napolitano e di Enrico Letta e che viene data come la notizia, cercherò di farne tesoro. Ma certamente io sarei felice se a sinistra si stufassero di litigare tra di loro e se a un certo punto volessero - come Achille Occhetto fece per qualche anno - essere molto attenti al dialogo e al dibattito con noi. Io questo lo coglierei. Ho già detto infatti che noi sulla battaglia del diritto, per amnistia, giustizia e libertà, pensiamo di andare molto presto dal nuovo Presidente, e credo tra l’altro che Emma in Consiglio dei ministri avrà occasione di dare sensibilità di quali sono le ragioni sociali, economiche e non solo quelle di diritto di questa battaglia. Emma si muoverà da questo punto di vista con molta naturalezza. Ha anche detto che ritiene che dobbiamo tentare di fare i referendum e altre iniziative dal basso che come Radicali italiani o come Associazioni Luca Coscioni o altri hanno annunciato e preparano. Lei dice che a suo avviso occorre fare questo”
    18:21 Durata: 9 min 31 sec
  • Roberto Saviano e l'antiproibizionismo: “Lui è un personaggio complesso, non complicato, ha fascino, è concreto, è singolarissimo, di grande singolarità, però certo da Fazio non potrebbe certo andare a parlare di noi, altrimenti che ci sta a fare la Littizzetto? E’ una cosa che da parte mia davvero non riesco a comprendere, posso immaginarlo. E’ il tentativo legittimo di dire ‘sì, ma non voglio apparire con questo minimamente un sostenitore dei Radicali’”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L’intervento di Roberto Saviano sull’Espresso e quello durante Servizio pubblico di Michele Santoro. “Lui è andato più di 25 minuti da Santoro, proprio tutto su questo. Sai, a questo punto non saprei come dirlo, perché potrebbe anche essere che c'è un fatto: che nessuno può parlare per 20 minuti dei Radicali, senno non è più invitato. E’ indubbio che su questo me lo sono chiesto. Lui parla e ha parlato di droga e di altre cose, e forse ha timore comprensibile di passare per ‘radicale’, altrimenti come si spiega?”. “Lui è un personaggio complesso, non complicato, ha fascino, è concreto, è singolarissimo, di grande singolarità, però certo da Fazio non potrebbe certo andare a parlare di noi, altrimenti che ci sta a fare la Littizzetto? E’ una cosa che da parte mia davvero non riesco a comprendere, posso immaginarlo. E’ il tentativo legittimo di dire ‘sì, ma non voglio apparire con questo minimamente un sostenitore dei Radicali’. Anche se la cosa mi ha sorpreso perché c'è tutta una parte nuova in lui, che è quella del fatto nonviolenza”. “A me dispiace perché probabilmente lui riesce meglio a comprendere la gravità esiziale della malavita classica, più radicata e conosciuta, di quanto non riesca a comprendere lo scontro politico, il potere, lo Stato eccetera”. Il satyagraha radicale e la mancanza di notizie su quanto sta accadendo nelle carceri. “Da tre giorni nel notiziario c’è molto poco. Quindi una interpretazione potrebbe essere che sta andando molto male, ovvero che le carceri non partecipano, e se è così può essere utile conoscere questa verità”. L’esito delle elezioni in Friuli Venezia Giulia e “l’esito delle prime impressioni che gli elettori hanno” rispetto ai grillini
    18:31 Durata: 12 min 18 sec
  • La candidatura di Magi e altri Radicali nelle liste di Ignazio Marino alle elezioni comunali a Roma. “Comunque con il fatto Emma, che c'era per il fatto che i sondaggi continuavano a dire che la gente voleva lei più di qualsiasi altro, e poi lei essere esclusa da tutto e da tutti, a questo punto se c'era la lista Bonino-Pannella credo che questo poteva trovare della gente a Roma che cogliesse l’occasione, è un fatto oggettivo”. “Invece da quel che capisco non si presenteranno liste vicine o appoggiate dai Radicali al livello vero, con un candidato sindaco”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella sulle elezioni locali a Roma: “A Roma c'è il segretario dei Radicali romani che oggi ha spiegato perché lui è candidato nella lista di Marino. E il presidente dei Radicali italiani Viale è lui che ci ha informati. Io sapevo perché è lui, Riccardo Magi, che me l'aveva detto; mi aveva detto che Marino era venuto a firmare le iniziative popolari radicali che c'erano e in quell’occasione lui gli ha proposto e lui gli ha dato la candidatura. Però aveva fatto intendere che non fosse una cosa definitiva. Poi però da Viale è venuto fuori che ci sono in sette municipi romani dei candidati radicali. La cosa strana oggi l'ho detta anche: l’abbiamo saputo da Torino perché senno da qui non si sapeva nulla; perché non so per esempio se Mina Welby che fine ha fatto, lei che era un po’ radicata... Peccato perché – come oggi ho osservato - bene o male a Roma e nelle regionali abbiamo avuto come Radicali il 3,8 per cento”. Alle penultime elezioni regionali, però, c’era anche la Bonino candidata presidente: “Ma in questo momento fra un mese non sapevamo che avremmo avuto questa condizione di adesso, ma è un'ipotesi, quelle erano le liste Bonino-Pannella”. “Comunque con il fatto Emma, che c'era per il fatto che i sondaggi continuavano a dire che la gente voleva lei più di qualsiasi altro, e poi lei essere esclusa da tutto e da tutti, a questo punto se c'era la lista Bonino-Pannella credo che questo poteva trovare della gente a Roma che cogliesse l’occasione, è un fatto oggettivo”. “Invece da quel che capisco non si presenteranno liste vicine o appoggiate dai Radicali al livello vero, con un candidato sindaco”. “Se c’era quella lista adesso, dopo il ministro degli Esteri…”. “Io ho sempre detto che bisogna mettere nel conto che si può avere fortuna o sfiga, però se ci sei puoi averle, se no anche la fortuna te la sogni”
    18:43 Durata: 6 min 25 sec
  • Conclusioni. La prosecuzione del Satyagraha sulla giustizia e della campagna per la verità sulla guerra in Iraq

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    “Questa nostra attenzione al diritto, allo Stato di diritto, quindi al Presidente della Repubblica, io credo che sia pacifico che tutto questo può averlo aiutato a ritenere positiva questa novità del far cadere un tabù su Emma, ed Enrico Letta non ha avuto obiezioni o malumori, anzi. Per la storia nostra, io avrei preferito addirittura Gianni Letta, perché io ricordo quanto è stata fondamentale l'azione di Gianni Letta per la conquista della Corte penale internazionale. Poi la battuta l’ho fatta, Enrico è giovane, magari stia attento perché poi vado lì con lo zio e vediamo con lo zio di dargli una sculacciatina”. “Io tutto questo pessimismo sulla durata del Governo non ce l'ho assolutamente, perché appunto il Presidente ha sette anni davanti, sarà lui a occuparsi di questo come dominus. Devo riconoscere che il fatto di Emma, anche per l’eco internazionale che ha avuto da tutte le parti, perché lui di fatto ha sempre stimato Emma moltissimo, ma non solo, e quindi a questo punto diciamo che questa lotta per il diritto, per la giustizia, quella per la quale siamo in Satyagraha, io che sono felice di questa Emma ministro degli Esteri e sono felicissimo per il governo italiano, ma non è per questo che io ho ripreso lo sciopero della sete, oltre che della fame, da mezzanotte scorsa, e li porterò avanti se necessario perché trovo che questa cosa sulla giustizia e sul diritto sta diventando qualcosa di terrorizzante”. La campagna per la verità sulla Guerra in Iraq continua e quella collegata sul diritto alla verità. “C’è una cosa molto divertente che Matteo Angioli ha segnalato oggi, che il ministro conservatore britannico ha mandato a Emma Bonino un messaggio non consueto ‘Sono felice della cosa, spero finalmente di poter lavorare con te’, ed è lo stesso ministro che un mese fa - con la faccia da Franceschini - aveva detto ‘non parliamo della guerra in Iraq’, nonostante ci sia una Commissione parlamentare ad hoc su questo. Questo stesso ministro oggi ha detto che è impaziente di vedere Emma; può darsi anche che potrebbe sentire perché noi questa campagna la continuiamo, con qualche pericolo per loro…”. “Il problema ‘ragion di Stato’ e il problema ‘diritto’ è un problema di estrema urgenza italiana ma anche globale”. La preveggenza di Altiero Spinelli sul ritorno delle “burocrazie nazionali”. La prossima uscita di un libro di Maurizio Turco sullo Ior e il Vaticano
    18:49 Durata: 13 min 21 sec