05 MAG 2013
rubriche

Conversazione settimanale con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:00 Durata: 2 ore 1 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale con Marco Pannella" di domenica 5 maggio 2013 condotta da Massimo Bordin con gli interventi di Massimo Bordin (giornalista di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 2 ore e 1 minuto.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista di Radio Radicale

    Le campagne dei Radicali sull’Africa già negli scorsi anni e l’iniziativa contro lo sterminio per fame nel mondo. Il rapporto tra Radicali e cattolici. L’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella che prosegue
    17:00 Durata: 2 min 47 sec
  • L'obiettivo del satyagraha di Marco Pannella sulla questione giustizia e l'amnistia, a partire da un fatto “clamoroso, cioè senza precedenti: noi abbiamo avuto il Tar del Lazio che ieri ha condannato, in modo esplicito, accusando l’Autorità garante delle comunicazioni di avere tradito completamente qualcosa che il Tar stesso aveva imposto per riordinare per un minimo la comunicazione, i diritti popolari e i diritti della gente di conoscere per giudicare, soprattutto su un tema che la partitocrazia non ama molto affrontare, quello della indubbia trentennale flagranza di reato contro i diritti umani e contro lo Stato di diritto, articolo 6 e 3 della convezione costitutiva della Unione europea. L’obiettivo è che si faccia qualcosa dove può essere fatto”. L'editoriale di Vittorio Feltri, sul Giornale, sulla “necrofilia spaventosa” dell'informazione italiana

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella sull’obiettivo del suo sciopero della fame e della sete: “L'obiettivo si dice amnistia, e vorrei salutare oggi il fatto che Vittorio Feltri ha scritto un lungo articolo direi in sintonia con alcuni che per esempio dobbiamo a Manconi e quelli di Antigone. Per cui in Italia a più riprese hanno sottolineato che in Italia, mentre abbiamo i telegiornali tuttora di una necrofilia spaventosa - ogni giorno ce ne sono due che poi restano per cinque giorni e via dicendo, sempre il padre che uccide le figlie e così via –, e Salvador de Madariaga diceva che tutti i fascismi sono tutti necrofili. In effetti qui vediamo una situazione del genere che tra l'altro può in particolare evocare il comportamento della stampa oggi, quando già da più di 24 ore si conosceva un atto - devo dire – clamoroso, cioè senza precedenti: noi abbiamo avuto il Tar del Lazio che ieri ha condannato, in modo esplicito, accusando l’Autorità garante delle comunicazioni - con rispetto parlando - di avere tradito completamente qualcosa che il Tar stesso aveva imposto per riordinare per un minimo la comunicazione, i diritti popolari e i diritti della gente di conoscere per giudicare, soprattutto su un tema che la partitocrazia non ama molto affrontare, quello della indubbia trentennale flagranza di reato contro i diritti umani e contro lo Stato di diritto, articolo 6 e 3 della convezione costitutiva della Unione europea. L’obiettivo è che si faccia qualcosa dove può essere fatto”. Quelli che parlano di “Costituzione a filarmonica”: “Ma c’è un fatto che i giuristi più avvertiti non ricordano: che noi in Italia abbiamo costituzionalizzare la giurisdizione europea della Cedu, che quindi non solo è in termini di diritto internazionale antico in base ai patti una giurisdizione superiore rispetto a quella nazionale, ma adesso in più questa è anche costituzionalizzata direttamente in questa ‘più bella Costituzione del mondo’. Allora l'obiettivo è che si faccia qualcosa, al livello cui deve essere fatto, per mettere fine all’infamia di una Italia e di un Paese che da oltre 30 anni, come viene ricordato in sentenze pilota con ultimatum e altro, viola gravissimamente gli elementi costitutivi di tutta la giurisdizione contemporanea dell’Onu, europea, inter-americana e altro, cioè viola diritti umani a livello di massa e lo Stato di diritto a livello di tutto il popolo italiano. L’obiettivo quindi è questo; noi abbiamo indicato lo strumento che sicurissimamente ci farebbe riconoscere immediatamente dalla Cedu come finalmente usciti da quella situazione, perché sarebbe una riforma strutturale visto che loro insistono che alla base di tutto c’è la non ragionevole durata dei processi e delle cause penali e delle cause civili, a tal punto che oggi loro stessi - per inadempienza italiane sulla legge Pinto – sono in procinto di essere totalmente in crisi per il numero enorme di processi che giungono a loro, proprio per questo atteggiamento devo dire da Anni 30”. “Allora ieri il Tar del Lazio, sentendosi anche preso in giro perché aveva già preso una posizione della quale il garante si era liberato con una delibera quantomeno poco decente, a tal punto che il Tar ha detto che se entro 30 giorni – ne sono già passati 2 – l’Autorità garante delle comunicazioni non ottempererà a queste ingiunzioni della giurisdizione, allora il garante si vedrà tra 28 giorni commissariato, l’Autorità garante con la ‘a’ maiuscola, e sarà nominato un commissario ad acta per far rispettare quello che come Lista Pannella avevamo a più riprese sottolineato essere violazione non tanto dei nostri diritti, ma dei diritti del popolo italiano di giudicare e di conoscere tutti coloro che sono impegnati in modo istituzionalmente concreto per eventualmente formarsi un’opinione”. “Questa mattina, tranne la stampa di Torino, devo dire con un modestissima notizia, però riconosciamo che è stato l'unico giornale. Poi per un altro verso invece, lo ho già accennato, un articolo di Feltri che sottolinea un aspetto fondamentale: in Italia l’opinione pubblica è in fondo teorizzata da questa cronaca di ogni ora di ogni giorno sempre più repellente e tragica; e Feltri sottolinea: guardate che in Italia sono crollati rispetto a 20 anni fa i reati di sangue, le violenze di sangue, malgrado quello che i telegiornali tutti i giorni - la mattina e la sera, giorno e notte - ci ripetono in tutte le salse. Quello che poi è importante, anche se non particolarmente aiutato dal titolo e dai sommari, ma non credo che questo sia compito di Vittorio Feltri, è che a questo punto c'è una cosa piuttosto clamorosa con cui lui termina; per cui l'amnistia della quale parliamo, della quale oggi si tratterebbe, è l'atto a partire dal quale tutti gli altri - qualche botta - piagnistei che vengono fatti - bisognerebbe fare questo, quest'altro e quest'altro -”, discendono. “Siamo stati con Rita Bernardini, ancora ieri, due volte in un giorno – la ringraziamo molto - ricevuti dal ministro della Giustizia Cancellieri e noi le abbiamo semplicemente portato la nostra affermazione e le nostre prove che, dopo cinque o sette anni di ministri della giustizia Alfano e Severino, abbiamo ottenuto che sono 1.000 i detenuti in meno in tutto, con tutti questi provvedimenti ‘concreti’ che sono stati tutti quanti espressione di un regime che è causa stessa di questa infamia che costa morti sempre di più, non solo come suicidi”. “L’ultimo detenuto che lo ha fatto, lo ha fatto 24 ore prima di essere liberato: allora uno potrebbe anche chiedersi, ma siamo sicuri che tutti i suicidi siano tutti suicidi?”. “Devo dire il Presidente del Consiglio, nel suo secondo intervento di replica al Senato, ha almeno evocato il problema della giustizia e poi, come tutte le belle anime adesso, anche l'insostenibile realtà carceraria, e anche su questo Feltri… Perché è l'unico che si possa citare come posizione editoriale, ma non dei grandi giornali”. Gli interventi di Vladimiro Zagrebeslky in materia di amnistia. “Io ho parlato di una cosa diversa: Feltri è l'autorevole e lo è particolarmente, credo che sia di quel settore lì forse il giornalista in quanto tale più efficace e più seguito, quindi è una cosa di oggi. Personalmente certo, 10 o 20 anni fa, ci sono stati gli anni in cui io sottolineavo che c’era Gianna Preda del Borghese che aveva preso posizione durissima a nostro favore sui problemi dei diritti civili, su tutto, anche su alcune polemiche che noi avevamo avuto con Agip ed Eni che finanziavano il suo stesso giornale”. “Potrei dire che Indro Montanelli fino alla fine ha continuato a dire che l’aria di bucato che i Radicali avevano portato e mantenevano nella politica italiana…”. Sulla censura contro Pannella: “Io vorrei andare da Fabio Fazio, posso magari cercare di vestirmi alla Littizzetto, perché sono molto preoccupato per una persona che tu sai, che stimo e che ho spesso evocato, cioè Roberto Saviano. Io vorrei andare lì da Fabio Fazio, o magari da un'altra persona di quelle nominate dal Tar specificamente per i loro comportamenti non solo antidemocratici ma deontologicamente schifosi”. “Perché vorrei esprimere e cercare di dare una mano a 5-7 milioni di persone che lui è abituato a raggiungere; perché sono molto addolorato e preoccupato. Perché Roberto, oltre ad avere scritto ovunque, nel suo blog e in rete, questo fatto, poi per mezzora lo ha fatto anche da Santoro”. Ancora sulla sentenza del Tar del Lazio sull’esclusione dei Radicali. “La cosa interessante è che, essendo un atto senza precedenti, di questa gravità non se ne conoscono, su questo si mobiliterà quasi tutto: perché se una di queste autorità, come quella Privacy o le altre di questo tipo, si scatta e va ad esecuzione questo commissariamento – seppure ad acta - di una di queste autorità delle più note come quella delle comunicazioni, forse inizieranno a temere subito tutte le altre autorità”
    17:02 Durata: 27 min 3 sec
  • Sulla nonviolenza radicale: “Noi si ritiene fondamentale e utile formalizzare la convinzione che la possibilità di dialogare, manifestamente senza mostrare i muscoli ma semmai mostrando l'intenzione di usare la propria energia per convincere il potere di rispettare la sua propria legalità, questo credo che sia un passo in avanti esplicito, io ritengo già ci fosse in Gandhi”. Sui rapporti tra togliattiani e azionisti. Quei Radicali che fanno l'economia dell'esistenza del regime

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sulla questione della Bonino al Governo e sulle campagne nonviolente in corso. “Noi si ritiene fondamentale e utile formalizzare la convinzione che la possibilità di dialogare, manifestamente senza mostrare i muscoli ma semmai mostrando l'intenzione di usare la propria energia per convincere il potere di rispettare la sua propria legalità, questo credo che sia un passo in avanti esplicito, io ritengo già ci fosse in Gandhi, ma non era mai stato utilizzato così esplicitamente dai gandhiani. Mai usare la nonviolenza quando si tratta di chiedere una variazione della legalità non necessaria perché possa il governo o il potere rispettare una legalità qualsiasi. Emma sa che da 2 o 3 giorni io continuavo a chiedere… Ma nessuno, tranne due o tre ore prima dell'annuncio ufficiale, a noi come Radicali aveva accennato della possibilità che le venisse offerto un ministero; e io le telefonavo perché mi pareva impossibile, perché ero certo ormai che la nostra campagna nonviolenta a partire dalla realtà penitenziaria… Qui abbiamo avuto dei dibattiti in cui io ho continuato a ripetere che ritenevo dovevo dirlo, per rispetto anche e per collaborare al limite, che il nostro Presidente della Repubblica era in modo flagrante in assoluto tentato - quello previsto dalla legge – alla Costituzione”. Sulla battuta del vicepresidente della Camera, l’ex radicale Roberto Giachetti, a proposito dell’atteggiamento di Pannella rispetto a Napolitano. “Il Presidente, con il quale sono riuscito a parlare dopo la notifica ad Emma del ministero - 20 minuti prima delle cinque -, mi ha testualmente detto ‘no, devo dire che non sono stato mai offeso dalla gravità di queste cose che tu dicevi. L’unica cosa che posso dire è che probabilmente sono accuse eccessive, ma venendo da un eccessivo per antonomasia anche su questo... tanto è vero che stavamo parlando 10 minuti prima che ci fosse l'annuncio di Emma Bonino ministro degli Esteri’. Allora quello che voglio dire: a che pro fare queste cose? Anche sulla fame nel mondo, in cui abbiamo avuto dei risultati anche ‘monetari’ clamorosi, che poi dopo si sono mangiati tutto il mangiabile… Ma maturano delle convinzioni: non è la prima volta che Montanelli rompe sulla riforma; lui fu colpito dal fatto che io come presidente degli studenti italiani ero a Vienna ad accogliere i ragazzi alla frontiera dopo i fatti di Budapest nel 1956… Poi si è continuato quando abbiamo fatto il nostro congresso a Budapest e abbiamo in qualche misura concorso ad accelerare forse la caduta del Muro di Berlino che nessuno immaginava potesse cadere in quel modo. Quello è un momento anche nel quale sono felice di aver fatto ascoltare agli ascoltatori un intervento di Achille Occhetto che era tale da potere contribuire”. Sull’uso dell’archivio sonoro radicale. “Un modo per esempio per partecipare a questa situazione spiacevole politica della sinistra credo può essere utilizzare alcune cose dei loro congressi, senza commenti, di quel periodo quando poi Achille fu convinto anche da suoi stimabilissimi collaboratori che ormai il dialogo con noi Radicali e con me, nel momento in cui stava creando il nuovo partito, e aveva creato ormai già tali ostilità nel partito stesso che occorreva un po’ sospendere questa cosa e farla coabitare con un dialogo più aperto con Orlando, la Rete e Padre Pintacuda. Per dire: sono momenti importanti, allora rendere nuovamente attuali quei periodi in cui nel Pci – quello che ha ricordato D’Alema due mesi fa: noi togliattiani, con gli azionisti e la sinistra liberale nisba. Io ho sempre detto che comunque lui di quel periodo non ha memoria completa, perché la linea di quel periodo era nessun nemico a destra, e a sinistra tutti i concorrenti possibili e i peggiori nemici, a questo punto si tratta quindi di attualità”. D’Alema, la sua critica dell’azionismo, ma di quale azionismo? Forse solo di quello torinese alla Gustavo Zagrebelsky? “No fermiamoci – dice Pannella - Era troppo giovane per essere azionista. Da questo punto di vista sono tutti ‘gobettiani torinesi’, erano tutti ‘indipendenti di sinistra’ di fatto, ma non erano solo torinesi, erano togliattiani…”. “Era su Rinascita, con la mamma - peraltro straordinaria persona politica - che era redattore capo in quel periodo, che a un certo punto veniva fuori una volta al mese: ‘Chi ha detto questo? Hitler o Mussolini o Franco. No, Mario Pannunzio, Ernesto Rossi e via dicendo. Era uno sport togliattiano”. Ancora sul trattamento mediatico dei Radicali da parte della carta stampata. “Nel momento in cui stiamo adesso quale viene una conferma dal Tar del Lazio di quello che io dico: molti Radicali almeno dovrebbero fare la fatica di conoscere anche il lavoro teorico che noi effettuiamo, di ricerca, e ad andarsi a studiare i dati del Centro di ascolto che sono non contestati da nessuno, che sono univoci”. “Una cosa scontata, per esempio: per tutti i parlamentari Grillini gli dimostreremo che Grillo non va in televisione perché non ama il dibattito con nessuno, ma a un certo punto la televisione va a cercare il meglio dei suoi interventi e lo propone al massimo degli ascoltatori possibili, tanto è vero che è quarto nella graduatoria dei politici che possono essere giudicati per quello che dicono dagli italiani”. Sul blog “Malvino” di Luigi Castaldi e su quella “vox populi” radicale che fa l’economia dell’esistenza del regime
    17:29 Durata: 24 min 21 sec
  • Sull'incidenza della minoranza parlamentare radicale nella seconda metà degli anni 70.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le riforme “radicali” incardinate già nel 1976 e poi gli ottimi risultati elettorali nel 1979. “Nel ‘79 si era certi che saremmo stati eliminati, perché la suprema cupola della mafiosità partitocratica aveva impedito il referendum sul Codice Rocco e sul Concordato nel 1977; tra Iotti e Ingrao facevano strame dei regolamenti parlamentari”. La “politica nonviolenta minoritaria” dei Radicali. Sulla presenza di un ministro radicale nel governo Letta: “Forse succede che a un certo punto questi tre, il Presidente della Repubblica e loro, hanno ritenuto che queste nostre posizioni e queste nostre lotte che continuano, grazie all'uso antidemocratico delle elezioni, sì certo sono riusciti a eliminarci - gli ex comunisti - dal Parlamento europeo”, “poi dovemmo accettare il ricatto di candidarci all’interno delle liste del Pd...". Ancora sulla censura mediatica dei Radicali.
    17:54 Durata: 8 min 21 sec
  • Pannella: “I tavoli sulla eutanasia e sulla droga sono presi d’assalto dalla gente”. L'incontro del leader radicale con Monsignor Marchetto, avvenuto dopo quello con Padre Lombardi: “Il problema è se una lotta politica attuale come la nostra, quella per la quale io mi ostino a ripetere che oggi ho più speranza nell’altra parte del Tevere, è una linea politica che va riconosciuta come tale, siccome non mi pare che venga conosciuta come tale”. La ragion di Stato di Obama

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “I tavoli sulla eutanasia e sulla droga sono presi d’assalto dalla gente. In più noi paghiamo il prezzo, in questi giorni: c’è il personale vaticano, intendendo accentuare qui le loro funzioni di membri dello Stato Città del Vaticano, che in questo momento devono avere qualche preoccupazione. Io già dico che la nomina degli otto cardinali, due per continente, mi pare che indebolisca un tantino l'immagine - non solo la forza reale - del Segretario di Stato, visto che questo mondo mi pare che oggi voglia essere meno Stato e sempre più Chiesa. Allora da questo punto di vista io ribadisco che adesso ci sono i colpi di coda, anche al pericolo di ‘più Chiesa che Stato’ vengono dall'interno, se la stanno facendo sotto, dovranno chiamare aiuto perfino la Roccella perché sono tutti disperati ormai. E allora viene fuori da Emma Bonino un protetto del monsignor Negri, che credo sia un vescovo del Repubblica di San Marino, e un protetto stimatissimo da monsignor Negri e Danilo Quinto… Non voglio offendere la povera Eugenia, ma al livello culturale non sono in una posizione molto diversa…”. “Io ho avuto l'onore e il piacere di avere un lungo colloquio avant’ieri con Monsignor Marchetto, uno dei diplomatici più importanti con i quali ho chiesto pubblicamente un incontro; lui appena è rientrato mi ha concesso questo incontro. Il problema è se una lotta politica attuale come la nostra, quella per la quale io mi ostino a ripetere che oggi ho più speranza nell’altra parte del Tevere, è una linea politica che va riconosciuta come tale, siccome non mi pare che venga conosciuta come tale”. “Una cosa viene avvertita in maniera consistente se è contraddetta, se la stampa e gli altri politici, se il Quirinale, altrimenti sentono e dicono ‘questa è la cosa su cui Marco è fissata’, come Iraq libero”. Ancora sull’incontro con Monsignor Marchetto: “Siccome è un esponente autorevole della diplomazia vaticana, prima di inviare un messaggio, una lettera al Papa Francesco, attraverso padre Lombardi, il portavoce attuale, perché questo i nostri ascoltatori lo sanno: dopo le manifestazioni che abbiamo fatto quando il Papa è andato a visitare al carcere minorile, c'è stato immediatamente un seguito; padre Lombardi ha accertato di vedermi, ci siamo visti a lungo ed è stato un colloquio per me molto serio, da quello che ci ha detto il nostro vaticanista è stato giudicato almeno altrettanto serio dall'altra parte. D’altra parte devo sottolineare una cosa: tutti questi che hanno paura se vedono padre Lombardi o monsignor Marchetti, sono rimasti tanto spaventati che non hanno protestato per il fatto che Radio Vaticana – quindi padre Lombardi - tre giorni fa ha espresso, in quanto Radio Vaticana, il fatto che il ministero degli Esteri a Emma Bonino è un fatto molto positivo. Era una notizia, è un sintomo di questo. Allora io ritengo che la battaglia Iraq libero, cioè la verità storica su questo, se quella verità storica fosse venuta fuori, il povero Obama non si troverebbe a fare il custode della ragion di Stato in modo da fare anche lui cose piccole e povere su tutto, sulla Siria eccetera”. Lo spostamento della “linea rossa” di Obama sulle armi chimiche in Siria; gli articoli di Ferraresi sul Foglio; il caso di Guantanamo; l’utilizzo dei droni. “Lui sa da due mesi almeno che contro gli oppositori interni vengono usate quelle armi che costituivano per lui ‘la linea rossa’; allora visto che lui non sta intervenendo, da Ferraresi viene ricordato un precedente: ad un certo punto sul Rwanda il Dipartimento di Stato diceva ‘no in Rwanda non c'è genocidio ma ci sono atti di genocidio’; alla fine qualcuno gli ha chiesto ‘quanti atti di genocidio bisogna compiere per avere il genocidio?’. Allora adesso chiederanno a Obama quante volte debbano essere usate queste armi perché siano quelle della linea rossa. Quindi questi nel frattempo possono sterminare gli oppositori?”
    18:02 Durata: 19 min 27 sec
  • Pannella sulla necessità di interloquire con lo scrittore Roberto Saviano: “Lui sta molto male, perché non ha detto che ripetere: io vorrei votare per un partito anti-proibizionista, lo ha detto. Dobbiamo fare qualcosa per questo povero Roberto. E in più per parlare del partito proibizionista che lui vorrebbe votare ma non può votare perché non c'è, ha aggiunto ‘nonviolento’ e altre cose, per dire che lui soffre della inesistenza di tutto questo”. “Quindi è un giudizio? Come dire che i Radicali non sono tutte queste cose”. “Lui si adegua al ‘mai nominare questi’ in televisione, oggettivamente”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Ancora sull’interlocuzione con Roberto Saviano: “Sono molto preoccupato per Roberto, perché Roberto ha scritto, e sulla rete ci insiste, e ha fatto mezzora di monologo da Servizio Pubblico di Santoro”. “Lui sta molto male, perché non ha detto che ripetere: io vorrei votare per un partito anti-proibizionista, lo ha detto. Dobbiamo fare qualcosa per questo povero Roberto. E in più per parlare del partito proibizionista che lui vorrebbe votare ma non può votare perché non c'è, ha aggiunto ‘nonviolento’ e altre cose, per dire che lui soffre della inesistenza di tutto questo”. “Quindi è un giudizio? Come dire che i Radicali non sono tutte queste cose”. “Lui si adegua al ‘mai nominare questi’ in televisione, oggettivamente”. Sull’uso dell’avverbio “oggettivamente” nella tradizione marxista-giacobina e in quella liberale. Oppure “i Radicali – che sono tutte queste cose qui (antiproibizionisti e nonviolenti, ndr) non consentono a uno così di votarli perché evidentemente lo repellono, repellono il suo voto, rendono a questo punto repulsivo ad un antiproibizionista serio, potente e anche ascoltato, un maestro, di fare questo”. Il sostegno esplicito dello stesso Saviano, però, all’iniziativa radicale sull’eutanasia legale degli ultimi giorni. “Personalmente non sento l'urgenza di un dibattito, nel senso che io spero che lui ci offra un partito antiproibizionista vero e accettabile, così che noi potremo finalmente – invece che da quarant'anni rimetterci un po' di tempo e altro - finalmente riposarci perché c'è il suo partito a un certo punto che si possa votare”
    18:21 Durata: 13 min 58 sec
  • Il bollettino medico di Pannella, in sciopero della fame e della sete, e il “lieve peggioramento” di cui parla il medico, Claudio Santini

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il bollettino medico di Pannella, in sciopero della fame e della sete, e il “lieve peggioramento” di cui parla il medico, Claudio Santini. “Il mio corpo, continuando a essere sottoposto a questo, secondo ricercatori e scienziati specifici, si irrobustisce in modo molto sensibile. Cioè se questi 40 anni ci sono, è perché ho fatto queste cose, senno forse non ci sarei”. Il testo “Digiuno, autofagia e longevità”
    18:35 Durata: 11 min 22 sec
  • Sul governo tecnico appena finito: “Il governo dei tecnici ha dimostrato che i tecnici senza esperienza politica, e magari un'esperienza culturale non solo tecnica, non sono riusciti a costruire granché. Io l’unica cosa su cui mi riserbo di dare un giudizio è il fatto che loro dicono ‘noi abbiamo rimesso in ordine i conti italiani’. Siccome sto indagando questo, quando avrò verificato allora un risultato lo riconoscerò”. Sul peso della riforma della giustizia nel rilancio dell'economia

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sulle cifre di cui si inizia a parlare per il programma economico del Governo. La possibilità di incontrare il ministro del Lavoro, Giovannini, per quantificare i possibili effetti economici di un superamento in un colpo solo dei problemi del diritto civile, con un’amnistia. “Il governo dei tecnici ha dimostrato che i tecnici senza esperienza politica, e magari un'esperienza culturale non solo tecnica, non sono riusciti a costruire granché. Io l’unica cosa su cui mi riserbo di dare un giudizio è il fatto che loro dicono ‘noi abbiamo rimesso in ordine i conti italiani’. Siccome sto indagando questo, quando avrò verificato allora un risultato lo riconoscerò, perché siccome il governo è durato un anno, la fragilità dei risultati era anche dovuta all’immagine scelta di Monti”. La gestione del caso Monte dei Paschi di Siena e il ruolo dell’attuale presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, ex responsabile di Bankitalia per la sorveglianza
    18:47 Durata: 7 min 13 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Ancora sull’iniziativa nonviolenta di Pannella e sulla condanna della “immolazione”, “risposta davvero suicida e da collaboratori degli assassini cinesi” che praticano alcuni monaci buddisti. Napolitano e il ruolo della battaglia radicale e di Pannella sulla scelta di Emma Bonino come ministro. “Adesso io sono convinto che adesso la crisi del Partito democratico ha bisogno del nostro contributo, determinante”. Il possibile ruolo di Radio Radicale. “L’obiettivo di questa lotta è che facciano qualcosa, qualcuno! Feltri per esempio lo ha fatto oggi, perché sia possibile che alla Cedu, alla giustizia e al mondo che se ne occupa, si dica ‘l’Italia ha deciso di adempiere non al dovere ma all'obbligo di uscire dalla flagranza nella quale si trova’. Abbiano la fantasia il Presidente e gli altri, propongano altre cose. Noi siamo convinti che l’amnistia è l'unica riforma strutturale”
    18:54 Durata: 6 min 32 sec