Il rovescio del diritto - Pillola

è possibile parlare di giustizia italiana parlando di cinema
Ci aiuta a rispondere affermativamente un bel libro pubblicato dall'editore Rubbettino intitolato appunto in nome della legge la giustizia nel cinema italiano
Si tratta di una raccolta di saggi curata da Guido Vitiello docente universitario sociologo collaboratore del foglio del Corriere della Sera
E si propone di indagare lo fa benissimo su come il cinema italiano ma anche le fiction televisive rappresentino dunque recepiscano il mondo la giustizia italiana
Il palcoscenico del processo penale le figure dei suoi protagonisti imputati e avvocati magistrati
E non è certo casuale la scelta dell'autore di tirare il filo di questa complessa di pressione movendo da alcune amare considerazioni di Enzo Tortora che conosceva come pochi linguaggio della televisione da anche del cinema
Perché purtroppo imparò anche a conoscere
Suo malgrado il volto feroce violento che sa assumere
La giustizia italiana io sono convinto diceva Enzo Tortora che gli italiani abbiano dalla giustizia un'idea ricavate esclusivamente dei telefilm polizieschi inglesi o americani
Ambientati in una bella una di tribunale tutta in acero con un giudice in parrucca sempre calmo sereno molto cortese che batte di tanto in tanto il suo martelletto di legno
E che appena si sente dire dal difensore dell'imputato vostro onore mi oppongo rispondiamo abilmente obiezione accolta sentiamo alle volte penso
Concludeva Enzo tortura che sarebbe molto proficuo se invece dei telefilm alla per rimesso alla TV pubblica fosse tenuta a trasmettere i processi che si celebrano in Italia
Solo allora probabilmente la gente prenderebbe coscienza delle lungaggini della trasandata x della Curia vita
Della nostra giustizia
Non saprei dire se quella falsa percezione dell'opinione pubblica sia da allora suo da allora sopravvissuta o abbia infine prevalso come in realtà penso una disincantata consapevolezza della radicale diversità della cultura giudiziaria del nostro Paese
Certo è che l'assenza nella tradizione cinematografiche letterari italiana del così detto Corte un dramma cioè del racconto che abbia al suo centro lo svolgersi della dinamica processuale
Conferma l'assunto di fondo di quelle amare considerazioni di tortura
Si tratta cioè questo saggio ce lo spiega con grande chiarezza non certo di un limite narrativo del cinema italiano quanto piuttosto una profondissima diversità di radici culturali e di modelli normativi
Tra sistemi processuali di civil law rispetto a quelli di common law
I sistemi processuali europei di civil law dunque Italia Francia e Germania innanzitutto
Con la loro pesante impronte inquisitoria che la riforma del processo penale italiano nell'ottantotto non è riuscita nemmeno pallida mente ad intaccare
E replicano quotidianamente l'idea
Non è di una verità processuale che si forma nell'appassionante scontro tra due parti accusa e difesa
Che lottano alla pari dinanzi ad un giudice silenzioso ed equidistante ed una giuria drammaticamente partecipe ma piuttosto di una perché essa verità con la V maiuscola che esiste che si sostanzia nella ipotesi accusatoria
Creata dalla solitaria di indisturbata attività di indagine del pubblico ministero nella quale si risolve sostanzialmente ogni conflitto
Il nostro processo ruota attorno a questo monolite sostenuto da una sorta di presunzione di attendibilità legata ad un'idea autoritaria della funzione magistratuale
I protagonisti processuali diversi dalla pubblica accusa ruotano attorno a quel monolite nel tentativo di dargli ulteriore lustro o invece di abbatterlo
Agli occhi di un giudice funzionario dello Stato e collega dell'accusatore che ne trarrà le conclusioni in nome del popolo italiano
Il quale ultimo ovviamente quasi mai si sentirà davvero rappresentato da quella decisione
Se non per doverosa accettazione di un postulato e comunque percepisce come vota mente retorico un processo siffatto e dunque cinematograficamente letterariamente infra contabile
L'idea di una verità processuale che precede l'agone giudiziario e dunque sostanzialmente mi prescinde alimenta l'idea che l'aula giudiziaria su un luogo vuoto di inutile
Un nodo spesso Ignesti inestricabile di formalismi incomprensibili
Che di norma sono lì disseminati per intralciare il trionfo della verità che salvo clamorose smentite quella della quale depositaria l'accusa
Perciò
Questo libro ci fa comprendere perché la rappresentazione filmica della giustizia italiana oscilli
Tra la figura del magistrato che sarà sempre di indistintamente qualificato come giudice pure essendo un pubblico ministero
Risolutore dei conflitti sociali che deve combattere anche forse soprattutto contro gli intralci opposti gli dei formalismi del processo
Ed una cifra invece farsi Francisca che non a caso ha ispirato a piene mani la cosiddetta commedia all'italiana
Rispetto alle leggi non scritte alle consuetudini I modi sperimentati di aggiustare i conflitti scrive l'autore il tribunale appare per lo più come un fondale farsesco da opera buffa
Entro cui si muovono personaggi sottilmente paro mistici e non di rado ridotti a macchietta dall'avvocato pomposo ed intrigante al giudice che rompe ogni residuo di solennità mette fine alla mascherate si rivela per l'appunto parte in commedia
E la legge stessa e la sua estraneità rispetto al concreto fruire della vita la fonte del comicità
Un bel libro pene auguro una buona lettura buona giornata a tutti