19 MAG 2013
rubriche

Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella

RUBRICA | di Massimo Bordin - Radio - 17:00 Durata: 1 ora 59 min
A cura di Enrica Izzo
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Puntata di "Conversazione settimanale di Massimo Bordin con Marco Pannella" di domenica 19 maggio 2013 condotta da Massimo Bordin che in questa puntata ha ospitato Massimo Bordin (giornalista di Radio Radicale), Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).

Tra gli argomenti discussi: Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 59 minuti.

La rubrica e' disponibile anche in versione audio.
  • Introduzione

    Massimo Bordin

    giornalista di Radio Radicale

    Le elezioni comunali in alcune città d’Italia si avvicinano. La missione di Marco Pannella all’Onu, a New York, per il Partito radicale nonviolento. La guerra in Iraq, il ruolo dell’Italia, l’iniziativa radicale
    17:00 Durata: 1 min 53 sec
  • Marco Pannella sul libro appena uscito di Umberto Gentiloni Silveri, “Contro scettici e disfattisti. Gli anni di Ciampi 1992-2006”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Marco Pannella sul libro appena uscito di Umberto Gentiloni Silveri, “Contro scettici e disfattisti. Gli anni di Ciampi 1992-2006” (Laterza): “Lo raccomando, è basato anche sulla conoscenza dei diari del Presidente Ciampi durante l'esercizio dei suoi sette anni. Credo che vengano fuori notizie molto immediatamente interessanti, lo dico per i parlamentari nell'esercizio parlamentare di questa legislatura tra i quali noi non siamo, a meno di coloro che adesso intendano confermare anche formalmente nella loro presenza in Parlamento la loro ispirazione da una doppia tessera che può forse in qualche misura servire per rendere ancora più precisa e forte l'altra tessera, quando si parla di una del Partito radicale e l’altra dell’altra appartenenza”. “Vediamo qual è l'attualità: l'attualità la nuova legge elettorale, in cui spuntano di nuovo il ritorno al Mattarellum, poi non si sa che, ignorando che le norme esplicite della giurisdizione europea esplicite impongono che trascorra almeno un anno prima che si tengano le elezioni dopo una riforma elettorale. E questo va tenuto presente”. “Noi abbiamo la Corte costituzionale che pare che si sia svegliata e pare dica che il Porcellum adesso è addirittura denigrato dal suo principale autore Calderoli e la corte costituzionale pare che adesso interverrà, oltre all’intervento della Cassazione”. “Nel libro su Ciampi viene ricordato che alla fine la suprema cupola della mafiosità partitocratica, detta Corte costituzionale, alla fine ci diede ragione sul diritto di grazia, e diede ragione direttamente al Presidente Ciampi, non alla Presidenza della Repubblica, perché in quel momento lì c'era un segretario generale, Gifuni, che ispirava il ministro della Giustizia e sosteneva invece che il Presidente della Repubblica non era titolare esclusivo del diritto di grazia, come la Costituzione indica, ma che questo era divenuto duale, cioè metà del Governo e metà della Presidenza della Repubblica, chiaramente in linea con la distruzione della Costituzione da parte della partitocrazia”
    17:01 Durata: 5 min 19 sec
  • Il tradimento delle riforme della giustizia da parte di Berlusconi. La posizione del neoministro degli Esteri, Bonino, sulle condanne europee all'Italia in materia di giustizia

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella: “Ci troviamo dinanzi ad una situazione nella quale molto puramente Rita Bernardini ha mandato dopo una bella lettera a Silvio Berlusconi ricordandogli esattamente e veritieramente tutte le imbecillità, le cretinaggini, se invece non gli si da l'esimente di regime del dolo e del doppio gioco, tutte le cose che lui ha fatto contro le riforme della giustizia in modo determinante. Lui è riuscito a non farci raggiungere il quorum minimo nelle lezioni nelle quali tre referendum di riforma della giustizia, quello nel quale lui fa chiacchiere”. Nessuno si è accorto che “Silvio è andato in due giorni a mezzo, con ascolti preordinati, cioè in situazione di ascolti garantiti, a 64 milioni di italiani, e senza nessuna risposta. In cui c’era la filippica contro la giustizia, colpevole di funzionare un tantino nei suoi confronti ma sempre senza nulla di definitivo. Poi non è che abbiamo a che fare fra Ingroia e la Boccassini non è che siano estremamente efficaci nei loro calcoli e nel loro dolo”. “Io ho sempre parlato della Corte costituzionale come suprema cupola della mafiosità partitocratica e siccome questa mafiosità è indubbia”, “queste concorrenze all’interno della mafia partitocratica non si vedono, se non per un fatto: tutti vanno bene, tutti che sono tollerabili, tranne i Radicali. E questo è dimostrato anche da una recente ordinanza del Tar del Lazio nella quale appunto si preannuncia: se entro 30 giorni voi non vi adeguerete a quello che vi ingiungevamo, sulla visibilità mediatica dei Radicali, vi commissarieremo. Quindi avremo un nuovo precedente interessante. L’autorità indipendente che mette sotto accusa e commissaria la suprema autorità garante delle comunicazioni di estrazione parlamentare”. La discriminazione “solo contro il diritto degli italiani di conoscere giudicare i Radicali”, già denunciata nei decenni scorsi da personalità come Pietro Nenni (leader storico del Partito socialista italiano, 1891-1980). “Per decenni noi abbiamo proposto una riforma elettorale che si ispiri al presidenzialismo anglosassone, quindi sempre collegando la riforma elettorale di tipo uninominale maggioritario a una visione complessiva precisissima sia a livello nazionale italiano sia al livello dell’Unione europea sulla forma di presidenzialismo che notoriamente convive con una valorizzazione del momento parlamentare massima”. Il “federalismo leggero” proposto da Emma Bonino e ricordato in questa fase dal ministro degli Esteri radicale per l’Europa. Sulla “parastatalizzazione” della società italiana. “Adesso c'è la concorrenza fra tutti: chi è che veramente vuole l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti? Grillo, il Pd, Berlusconi non si capisce, ma teniamolo presente”. L’involuzione del ruolo del Presidente della Repubblica in Italia e il suo “sapore sudamericano più che americano, britannico”. Il paragone istituzionale tra Europa e Stati Uniti: “Stiamo riuscendo per esempio in Europa, contro la realtà europea, a far sì che la giurisdizione europea sembra scriva sotto dittatura i problemi dei diritti umani che hanno il sapore delle prime presidenze degli Stati Uniti”. “Sentiamo adesso che Obama nella secondo ma anche nel suo mandato subito aveva avuto guai grossi con il Parlamento e con i Parlamenti, con i referendum dei singoli stati, perché ne stanno arrivando di pronunciamenti liberali contro le decisioni centrali di Obama sulla droga, sui diritti sociali, omosessuali o meno”. Sul ruolo del Presidente Napolitano e sull’assenza di suoi messaggi alle Camere nonostante lo stato della giustizia italiana sia deplorato a livello europeo. “Il Presidente ha detto ‘io non sono presidenzialista’, lo credo, ma lui ha sbagliato perché per lui il presidenzialismo è quello dove il Presidente fa quello che gli pare, ovvero a lui manca una semplice nozione, cioè che il primo Parlamento nacque per controllare i conti del sovrano e del potere”. “Noi diciamo ‘brava la Merkel che ha detto che vuole più unità politica, devo dire tatticamente, ha fatto bene Emma a sottolinearlo. Tradizionalmente persone formatisi nella Germania orientale avevano il problema dell’unità tedesca, non dell’unità europea. Benissimo, ha detto Emma, vediamo il bluff se è un bluff, ha detto testualmente. E allora andiamo a vedere se uno Stato che è l'ultimo in termini di rispetto della propria legalità, anche nazionale… Lei quindi dice, cosa che i suoi predecessori non hanno mai detto, che nel momento in cui noi ci troviamo adesso a essere a livello della costituzionalità europea e italiana deplorati da decenni. Quindi io prendo questo come un preannuncio del Governo e non di Emma esclusivamente”
    17:07 Durata: 20 min 1 sec
  • Pannella: “Devo dire a Saviano di stare attento. Perché tu ti sei tanto innamorato da essere capace di fornire armi più di fondo contro la mafiosità comune, che altrettanto ti comporti come uomo d'onore dell'altra mafiosità ovvero di quella partitocratica. Infatti tu hai capito infatti una cosa: che ti può essere permesso come a tutti tutto, tranne in qualche misura di riconoscere i diritti alla verità e alla realtà, tranne che per consentire al popolo italiano di conoscere e giudicare i Radicali”

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    “Io sarei lietissimo di avere un dialogo magari formale con Saviano. Per quel che riguarda la conoscenza della mafiosità comune credo che in Saviano - l'ho detto diverse volte - c'è quasi quella forma di amore per la realtà per cui lui è riuscito, come faceva già Falcone, a comprendere quali fossero gli elementi di forza materiale, di durata, della legalità mafiosa, delle tradizioni di quell'ordine selvaggio, di classe e via dicendo”. “Devo dire con franchezza: se vuole onorarmi di ritenere che valga la pena un po' di parlarne, devo dire a Saviano di stare attento. Perché tu ti sei tanto innamorato da essere capace di fornire armi più di fondo contro la mafiosità comune, che altrettanto ti comporti come uomo d'onore dell'altra mafiosità ovvero di quella partitocratica. Infatti tu hai capito infatti una cosa: che ti può essere permesso come a tutti tutto, tranne in qualche misura di riconoscere i diritti alla verità e alla realtà, tranne che per consentire al popolo italiano di conoscere e giudicare i Radicali”. Le riflessioni di Saviano sull’antiproibizionismo che però non avrebbe un partito a difenderlo, e le sue riflessioni sul caso Tortora che espungono i Radicali. La lettera aperta di Rita Bernardini a Berlusconi e a Saviano. Sulle “parti antigarantiste del potere magistrale in Italia”, gli esempi di Ingroia e Di Pietro. A Saviano: “Vuoi che ti aiutiamo a comprendere come mai ti viene questo riflesso” per cui hai “paura di nominare i Radicali”?
    17:27 Durata: 7 min 42 sec
  • La missione americana di Pannella e il tentativo cinese di avviare il procedimento per l'espulsione del Partito radicale dall'Onu.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella sulla sua missione negli Stati Uniti: “Sono stato tre giorni, diciamo una notte complessivamente di viaggio e due di sonno non abbondante. Sono andato anche per stabilire un contatto, e ne sono grato, con la nostra rappresentanza all’Onu, non con l'ambasciatore a Washington ma appunto con la nostra rappresentanza che ha preso atto del fatto che nell’agenda dell’Ecosoc, con il 20 di questo mese, si apre la possibilità - per la terza volta - di imputare al Partito radicale, Ong di prima categoria e via dicendo, fatti gravi che possano legittimarne la sospensione o l'espulsione dal sistema Onu. Quindi sono andato perché da una parte non abbiamo come partito avuto opportunità precedenti, anche se io tendo a ricordare una cosa: è vero che Emma era andata come ministro del governo Prodi in Cina e a Pechino, e ricordo che gli zeloti subito avevano detto ‘Ah, ma la Bonino è andata lì e non ha parlato dei diritti umani’. Noi dicemmo che ne aveva parlato, tanto è vero – dicevamo - che ci aspettiamo delle conseguenze, e la conseguenza è stata annunciata dopo sei giorni dal ritorno di Emma”. Sulle modifiche alla comminazione della pena di morte in Cina, ora più difficile, “un inizio di dibattito e di sensibilità che è in corso”. La corrispondenze di Francesco Radicioni dalla Cina. “Sono andato quindi a New York con Niccolò Figà-Talamanca per porre un problema dinanzi a questa ‘minaccia’ tra virgolette, perché noi non l'abbiamo presa come tale, a questo preannuncio. Questa volta in prima persona la Cina - l'altra volta era stato il Vietnam e un'altra volta la Russia - preannunciava l’intenzione di chiedere l'espulsione o la sospensione per molti anni del Partito radicale sulla base di interventi a Ginevra, tradizionalmente nel luogo nel quale era possibile discutere dei diritti umani e civili, dove noi Radicali siamo riusciti a farlo facendo prendere la parola per più di 15 anni ai ceceni e ai popoli non rappresentati di tutto il mondo, mentre adesso è stato invece sostanzialmente proibito. Tra le cose che si sapeva ufficiosamente che veniva chiesto ai Radicali l'impegno a non fare più questo tipo di cose. Allora noi abbiamo risposto: guardate 5 o 10 anni fa potevamo preannunciare una nostra politica volta a suggerire e ad affermare nei popoli non rappresentati, nei popoli di Paesi a gestione non democratica non di porre come in Europa il problema dell'indipendenza nazionale da guadagnare attraverso rivolte armate ma operando con una proposta positiva che non era la indipendenza, le indipendenze, e per questo diffonderemo anche in cinese e in arabo il Manifesto di Ventotene”. “Allora adesso noi abbiamo detto: guardate, vi poniamo dei risultati. Noi oggi possiamo dire, documentare, che ancora il 13 aprile per esempio il Dalai Lama - che già aveva detto l'autunno scorso con me in Lucania le stesse cose – a Bolzano e a Trento ha detto: 'Noi abbiamo prescelto come testo base per sviluppare le nostre volontà di autonomia, che appunto comportano la crescita dei diritti democratici di tutti gli individui del continente cinese, quindi a cominciare dagli Han che sono considerati da noi i nostri oppressori'. Quindi: volete che noi smettiamo?”. Rebya Kadeer e gli uiguri, anche loro hanno rivendicato “le formule testualmente nostre: noi lottiamo e intendiamo lottare per la democrazia e la libertà e il progresso innanzitutto degli Han, perché a questo punto poi non sarà possibile discriminarci”. “Quindi volete che noi sospendiamo la nostra attività davanti a questi nostri risultati?”. La “esasperazione controproducente” delle immolazioni dei monaci tibetani. “Abbiamo cercato di far riflettere attraverso l’Onu, cioè non attraverso l'ambasciata negli Stati Uniti, ma attraverso la loro rappresentanza all'Onu questa domanda: siete proprio sicuri che vogliate che noi non continuiamo con questa opera?”. Amartya Sen e le radici asiatiche del pensiero federalista. “Beh naturalmente abbiamo avuto una prima risposta. Noi avevamo sottolineato: non è che siamo disoccupati, anche se siamo il piccolo Partito radicale, ma visto che il 20 si apre questa possibilità, che per la terza volta si voglia colpire il Partito radicale da parte dei pre-potenti e potenti della comunità internazionale, ancora con la speranza loro - ma devo dire anche l'illusione - di non andare a prendere per la terza volta una legnata come è accaduto per le due volte precedenti. Quello che direi abbiamo di fatto ottenuto, grazie alla delegazione italiana all'Onu, una risposta non scritta ma oralmente molto chiara e formale. Va bene, questo documento che ci avete indirizzato l'abbiamo trasmesso a Pechino e c'è un gradimento di massima del dialogo sulla base di queste vostre cose. Il che potrebbe significare che il 20 e adesso il 21 non esercitano subito, come sarebbe tecnicamente possibile, la messa sotto accusa di noi Radicali”. Se invece ci sarà “questo conflitto dialettico, questo significa che come Partito riusciamo a far conoscere i nostri risultati da parte degli Stati amici e di quelli neutri. Perché il dossier oggi sono – ripeto - i risultati, mentre allora era la testimonianza di una politica utopistica”, sia sui ceceni che sulle giurisdizioni internazionali. “C'è una sintonia e una sincronia determinata dalle occasioni di quando Emma dichiara le cose che oggi dice: se fosse un bluff – dice - come qualcuno può temere da parte della Merkel l'unità politica in Europa, allora vediamo. C'è lo stesso metodo: aggiornare a partire dalla conoscenza di quello che realmente ha preso corpo nella politica internazionale”.
    17:34 Durata: 23 min 19 sec
  • La presenza dei Radicali alle elezioni comunali di Roma

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Pannella sulla situazione romana e sulla scelta di “sostenere la candidatura di Marino in cambio di presenze di singoli nostri candidati nel Comune o in sette municipi. Questa è la scelta che è venuta fuori, non voglio commentare questa scelta, perché cosa fatta capo ha. Qual è la scelta? Che per le elezioni romane, quando nell'ultima occasione le liste Bonino-Pannella avevano dovuto quattro punti in più, al Comune di Roma, di Alemanno e della destra, a questo punto si è deciso - qui non si capisce bene chi e dove - di non presentare più le liste a Roma”. “Si è deciso quindi di non avere candidati sindaci radicali o formalmente appoggiati in quanto radicali. Si è deciso tutt'altro, abbiamo sentito anche da Radio popolare che noi abbiamo un candidato – il leader dei Radicali romani – non nelle liste del Pd ma in una delle liste di sostegno a Marino, quindi assieme a candidati indipendenti e che in genere rispondono alla tradizione frontista”. “Lo scontro a Roma possiamo dire che non è uno scontro di grande livello, tutto qui. Pare che abbia prevalso il riflesso per cui sarebbe scontato ripetere ancora le liste Bonino-Pannella”. “Io credo che la durata sia la forma delle cose. Se noi non avessimo, nei momenti di più tragica difficoltà in questi 40 anni, stabilito di andare avanti nella forma del Partito, di quel Partito, non credo che saremmo ancora qui”. “Comunque l'esito romano non vede una nostra candidatura a colorarlo, se non in modo molto modesto, nel senso che vedremo se il candidato radicale nelle liste di appoggio di Ignazio Marino e gli altri sette” ce la faranno. “Devo anche dire - perché è così divertente – che io ho saputo di questi quando Silvio Viale, presidente di Radicali italiani, ha comunicato che c'erano questi otto candidati. Prima in nessuna assemblea era stato comunicato che c'era quell'accordo e che i candidati sarebbero stati quelli”. “Voglio cogliere l'occasione di questa incombenza che abbiamo tutti e due, per dire: propongo a tutti i nostri ascoltatori, radicali e non, due date, il 1 giugno e l'8 giugno, le due date che Mario Staderini ci ha informato essere fondamentali per incardinare e avviare la prospettiva dei referendum che sono stati prescelti e che sono tutti molto importanti”. Referendum che “riguardano tutto fuorché diritto e giustizia, ma questo corrisponde a una sensibilità che c'è”. Il rischio della disinformazione di regime su queste iniziative referendarie. Ancora sulla candidatura radicale di Emma Bonino alla regione Lazio
    17:58 Durata: 15 min 18 sec
  • L'agenda economica e istituzionale del governo Letta

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    L'agenda economica e istituzionale del governo Letta. “Ci sono alcune risposte anche del tesoriere dei Radicali italiani sul piano dei provvedimenti economici, sociali, cassa integrazione e tutte queste altre cose. Tra l'altro c'è un'altra compagna, Annarita Di Giorgio, che ricorda che nel 1993 io ero lì a Taranto e la proposta che noi facevamo rispetto alle cassa integrazioni speciali e via dicendo era invece quella di convertire l'Ilva - con la novità di salari minimi attraverso enti di formazione che venivano suggeriti allora proprio dinanzi al problema che noi abbiamo: la forza lavoro che c'è oggi nella situazione Ilva si rischia la disoccupazione e disastri anche ambientali, a questo punto prendiamo un'iniziativa, cioè quella di anticipare di qualche misura le realtà di disoccupazione dovute ai mercati internazionali per indirizzare per esempio verso settori produttivi diversi e usare i tempi di formazione e conversione del lavoro anche dei lavoratori”. Le scelte radicali in contrapposizione a quelle della Cgil di Epifani sull'articolo 18; lo stesso schieramento di sinistra oggi notevolmente ridotto “in termini di popolarità”. Quale riforma elettorale? “Non lo sanno nemmeno loro”. La preferenza storica dei Radicali per i sistemi maggioritari. Sul “mondo della cooperazione che a livello di tutti i Comuni ha finito poi per fornire bilanci disastrosi e disastrati di tutti i comuni”. “Negli ultimi due decenni le cooperative bianche e rosse sono associate per delinquere insieme, e questo lo dico per le recenti imputazioni a Milano e in Lombardia nei confronti dell'Expo. Lì c'è Penati e non solo. Abbiamo un consigliere comunale che denuncia queste cose”. Ancora sugli appuntamenti referendari dei Radicali l'1 e l'8 giugno. Il parallelo tra la partitocrazia italiana e quella israeliana che impedisce all'opinione pubblica di essere informata ed esprimersi
    18:13 Durata: 15 min 4 sec
  • Veltroni, Renzi, il presidenzialismo, il sistema maggioritario e i Radicali

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sulla presa di posizione di Veltroni a favore del sistema elettorale francese e del presidenzialismo. “Ma devo dire che io sto ancora aspettando di poter aiutare, come Roberto Saviano, anche Veltroni ad andare in Africa per fare la riforma africana che lui ha sempre voluto”. “Voglio dire che lui ha fatto questo prendendo atto di una cosa, realisticamente: questa apertura in un libro è il suo modo di distanziarsi ulteriormente da Bersani che tanto ormai non c'è più problema, per avvicinarsi al sindaco di Firenze”. Matteo Renzi, il presidenzialismo e la tradizione democristiana. Pannella: “Oggi ritengo meno improbabile che la sponda destra del Tevere serva una evoluzione anti-partitocratica e democratica”. Ancora sul sindaco di Firenzie “Può darsi che nel sindaco di Firenze prevalga il senso dell'opportuno, per esempio nella realtà toscana e fiorentina che sarebbe la scelta dell'opportuno e non opportunistica”. Il sostegno di alcuni Radicali a Renzi durante le primarie. Un asse Renzi-Veltroni a partire da maggioritario e presidenzialismo? “Ritengo che onestamente la notizia potrebbe essere Renzi-Bonino o Renzi-Pannella più che Renzi e l'Africano. Qual è l'attualità di Veltroni? Ha incarichi? Ha responsabilità formali?”. “Io sentire che che Veltroni rappresenti qualcosa nel popolo comunista... non lo rappresenta per nulla! A questo punto mi pare che la forza dei burocrati che parlano a nome del popolo comunista che vuole tutt'altro è un po' in crisi e quindi spero che Renzi questa battaglia la faccia”
    18:28 Durata: 17 min 15 sec
  • Conclusioni

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La tradizione radicale (anche pre Quinta Repubblica) e la tradizione radicale. Il tradimento della Ced e del federalismo europeo da parte dei socialisti francesi. “I limiti storici dei nostri radicamenti storici sui vari fronti”. La storia radicale e i popoli comunista e cattolico. Ancora sui referendum e sulle proposte di legge di iniziativa popolare radicali su cui si cominceranno a raccogliere le firme a giugno. Pannella: “Quindi prendete tutti la doppia tessera radicale, parlamentari! Fatelo come opera di generosità che non è altruistica ma - forse - è la forma più profonda ed esterna dell'egoismo”. Il leader radicale sul fatto di essere riuscito a “dare corpo alla 'non dissipazione', perché c'è qualcosa che riscontro: sono riuscito in qualche misura a dare forza a quello che mi è stato trasmesso, come la grande maggioranza della gente italiana, di poter dare parola e corpo ai valori costitutivi di queste generazioni della specie umana”. Ancora sulla missione americana di Pannella
    18:45 Durata: 13 min 41 sec