Sono stati discussi i seguenti argomenti: Arabi, Egitto, Esteri, Guerra, Islam, Rassegna Stampa, Siria.
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Ho già non esportatori di Radio Radicale venerdì dodici luglio questo l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale a cura di David Carretta quest'oggi ci occuperemo di quanto sta accadendo nel mondo arabo partiremo evidentemente dall'Egitto
Editoriale del New York Times di ieri secondo il quale si accumulano le nubi su questo Paese ma cercheremo di allargare la prospettiva lo faremo con le mondo editoriale di oggi
Secondo cui l'islamismo non è un Progetto di Governo l'Islam politico ha subito un colpo in Egitto
Le mondo pubblica anche un analisi di Olivier o a politologo esperto del mondo arabo secondo il quale in Egitto il campo religioso si è
Individualizzato dallo stesso quotidiano francese vedremo anche un'analisi alla fascia un sulla grande rivoluzione
A Rabat cioè cosa sta accadendo non solo in Egitto ma anche
In Siria in Libano
In Iraq in Iran è insomma in tutta la Regione e questo ci porterà
Alla cooperativa Real principale vittoriale dell'Economist che esce oggi nelle edicole europee
L'interrogativo è questo la primavera araba è fallita la risposta nonostante il caos il sangue che le marce indietro rispetto la democrazia questo
E un lungo processo non si deve rinunciare alla speranza ma cominciamo dall'Egitto e la dall'editoriale di ieri del New York Times che trovate oggi sull'Herald Tribune dal titolo si accumulano le nubi sopra l'Egitto
Scrive il quotidiano liberal di New York i militari si sono dimostrati disastrosamente inetti quando hanno tentato di governare l'Egitto dopo la cacciata di Hosni Mubarak nel due mila e undici
Oggi una settimana dopo la destituzione di Mohamed morsi il Primo Presidente liberamente eletto i militari
Stanno orche Stranded una manovra ancor più pericolosa c'è da temere che l'Egitto possa piombare in una guerra civile che aggiungerebbe un nuovo trauma ad una Regione già in piena tormenta mercoledì spiega New York Times
La procura generale egiziane messo dei mandati d'arresto contro i più stretti alleati politici di morsi cioè il principale leader spirituale dei fratelli mussulmani
E altri nove alti responsabili della fratellanza sono accusati di aver incitato le proteste di lunedì durante le quali sono stati uccisi almeno cinquantuno sostenitori
Di morsi che chiedevano la sua liberazione
Sparare contro i seguaci dell'ex presidente attaccare quella che è la principale forza politica del Paese
Rischiamo di distruggere tutte le speranze di tornare a un processo democratico
E di spingere i fratelli mussulmani verso l'estremismo violento ma ci sono altre ragioni presso il allarmati scrive
Il New York Times in particolare il piano presentato martedì dai militari per una transizione dal Governo ad interim nominato dagli stessi generali verso un Governo eletto dagli egiziani
La dichiarazione costituzionale del nuovo Presidente limare assurda dice chiaramente che l'autorità del Governo deriva dal generale Abdul Fatah il SISS si chiami dato l'intervento contro morsi
Il decreto ripete molti degli errori dell'ultima transizione tra cui la mancanza di controllo civile sui militari e la promessa di seguire la Sharia
Il piano è stato scritto in segreto mancano chiari riferimenti a alla protezione dei diritti civili il calendario per la per scrivere la Costituzione per sotto metterli a un referendum e tenere nuove elezioni appare
Troppo stretto al New York Times per permettere la creazione di un consenso
Tra le fazioni polarizzante dell'Egitto questa corsa
Potrebbe rendere processo ancor meno democratico e rappresentativo di
Di tutti gli egiziani dell'ultima transizione del regime milita dal regime militare al governo morsi insomma
In questo quadro il New York Times fortemente
Preoccupato per
I seguiti della destituzione di Mohammed morsi le mondo oggi
Tenta in qualche modo di allargare la prospettiva non non concentrandosi su su sulla quotidianità di di di quanto accade al Cairo
Ma sugli effetti più di lungo periodo per
L'Islam politico l'islamismo non è un progetto di governo il titolo
Dell'editoriale del quotidiano francese che
Si chiede l'Islam politico subito un colpo fatale in Egitto
Il progetto di costruire una società conforme i precetti dell'Islam di del settimo secolo ha subito la scorsa settimana un'irrimediabile sconfitta nelle strade del Cairo
La risposta al contempo sì e no scrive le Monde sì
Perché l'Islam politico appena perso una battaglia essenziale con l'esperienza fallimentare di governo dei Fratelli musulmani in Egitto
La fratellanza più di qualsiasi altro Gruppo incarna il progetto islamista né per molti aspetti la matrice
Sul suo fondatore restitutorio egiziano Hassan Al Banna formalizzare il principio di una rigenerazione sociale politica attraverso un ritorno alla lettera del testo coranico
Sono i fratelli musulmani che hanno portato questo Progetto nell'arena politica e che lo hanno esportato da Hamas palestinese i diversi movimenti che si rifanno all'islamismo negli insieme arabo-musulmano
Ma l'esperienza è abortita in un Paese tra i più importanti del mondo arabo l'Egitto a lungo polmone politico della Regione
Vittorioso alle prime elezioni libere ma è organizzata in Egitto il candidato dei fratelli mussulmani Mohamed morsi è stato rovesciato dall'esercito
Il tre luglio ma dopo appena un anno di mandato presidenziale milioni di egiziani
Lo hanno sconfessato nelle strade i capi d'accusa sono molteplici competenza economica e sociale nepotismo di parte autoritarismo settario retorica di esclusione
Una sconfessione di questo tipo non può non avere delle ripercussioni al di là delle frontiere egiziane laddove i piccoli cugini dei fratelli mussulmani partecipano alla vita pubblica
Perché la parola d'ordine islamista e cioè l'Islam è la soluzione appena perso in termini di credibilità
Tra l'altro anche il principale media dell'islamismo la televisione Al Jazeera subisce la stessa sorte
E i finanziatori dei fratelli mussulmani delle sue filiali alla bensì ragazze altrove cioè e mirato del Qatar registra una pesante perdita sul suo investimento eppure
Secondo nel mondo occorre anche tenere conto della singolarità dell'esperienza egiziana ciò che si rimprovera morsi non è
Stato di averlo voluto applicare la sharia cosa che del resto non ha fatto se non in minima parte
Semmai di aver voluto installare i fratelli musulmani in tutti i gangli dello Stato insomma di aver dato l'impressione di un forte troppi ISMU dittatoriale e morsi personalmente che è stato rigettato dagli egiziani
E questo spiega perché nelle manifestazioni anti morsi gli islamisti erano così numerose in particolare tra le donne o perché l'altra grande corrente islamista egiziana al partito sulla pista al nord faccia parte del fronte anti morsi
Nella sua aspirazione un Governo onesto non corrotto rispettoso delle tradizioni sociali l'Islam politico non è morto ma alla prova del Governo il teste della realtà del potere
Io spesso fatale perché conclude nel mondo perché l'Islam politico innanzitutto un programma di protesta non un programma di governo serio
E perché il rifiuto di separare la moschea dallo Stato e profondamente incompatibile con la libertà politica così
Il quotidiano francese che al suo interno oggi pubblica una serie di interventi molto interessanti riguardano tra l'altro l'Islam politico in Turchia in Iran
Evidentemente anche in Egitto e sull'Egitto si concentra il politologo li virtuali campo religioso si è individualizzato
Un'analisi interessante perché si concentra
In qualche modo sull'arretratezza del pensiero dei fratelli mussulmani
Scrive o a la dimostrazione era quasi perfette in Egitto dopo un anno di potere gli islamisti hanno dimostrato di essere incapaci di gestire lo Stato erano anche stati reticenti a prendere il potere con la forza o nelle strade
E non avevano molte idee su come Isla Mizzau una società che si era ampiamente auto Isla Rizzato ha negli ultimi vent'anni
Insomma la rivoluzione islamica è un mito la popolazione si è rivoltata contro gli islamisti non per protestare contro l'instaurazione della Sharia ma per protestare contro l'incompetenza del nepotismo dei fratelli mussulmani
La strada che si opponeva loro al Cairo non aveva niente a che vedere con la sinistra laica e liberale c'erano anche dei PIM sul Mani tese alla fischi
Dei notabili degli ex della primavera araba
Peggio prosegue Olivia qua i fratelli musulmani avevano perso ciò che era la loro forza e legittimità da sessant'anni il monopolio dell'espressione dell'Islam in politica
I sarà fischi lungi da giocare
Dà forza alleata si erano eretti in partito politico le istituzioni religiose come la moschea alla Zarra si sono dichiarati autonome rispetto i fratelli musulmani al Governo il suffisso non di nuovo scesi in strada
Qual è il punto il punto è che
La Ray islamizzazione evidente che ha toccato la sosta da trent'anni non è andata a vantaggio dei fratelli mussulmani che hanno una visione autoritaria centralizzate patriarcale della dell'autorità religiosa
Semmai è favorito nuove forme di religiosità molto individualista e diversificate
L'estensione del se la firmo esprime paradossalmente l'emergere di un Islam più individualista meno politicizzato anche se estremamente rigoroso
Insomma il campo religioso si è democratizzare atto senza passare dalla casella della riforma religiosa o della laici zero azione in breve il fallimento dell'Islam politico era stato dimostrato
Si poteva sperare di uscire dal paradigma che piomba la vita politica egiziane darà bada trentacinque anni quello delle dittature presunte laiche contro l'islamismo presunto
Rivoluzionario e poi
E poi l'esercito sparato sulla folla lunedì forse l'esercito vuole giocare la carta del caos per imporre la sua leadership o direttamente oppure come in Pakistan attraverso una classe politica manipolate corrotta
Ma i risultati si possono prevedere causa ed estremismo in questo modo l'esercito ha restituito i fratelli musulmani la loro aureola di martiri che oppositori
Che in fondo e la sola posizione che conviene I fratelli mussulmani così tra l'altro
Olivia qua su le monde Le Monde di oggi
E questo
Ci porta alla alla copertina è il principale di tori alle dell'Economist che esce oggi nelle edicole europee
L'interrogativo e questo la primavera araba è fallita
Nonostante il caos il sangue e le marce indietro rispetto alla democrazia si tratta di un lungo percorso e non si deve rinunciare alla speranza scrive il settimanale due anni e mezzo dopo le rivoluzioni nel mondo arabo
Non c'è un solo Paese che sia sul punto di diventare una democrazia stabile e pacifica i Paesi che erano considerati più speranzosi Tunisia Libia Ieva insomma in serie difficoltà
Un esperimento caotico con la democrazia in Egitto ha portato il Primo Presidente eletto dietro le sbarre la Siria affoga nel sangue della guerra civile e così alcuni pensano che la primavera araba sia condannata
Il Medioriente dicono non è pronto per il cambiamento una ragione che non ha istituzioni democratiche e così il potere al popolo si trasforma in anarchia un ritorno alla dittatura l'altra ragione che la forza di coesione della Regione e l'Islam e dicono
Non può l'Islam non può andare a patti con la democrazia conclusione sarebbe stato meglio se non ci fosse mai stata alcuna primavera araba
Questo punto di vista però secondo l'economista al meglio è prematuro al peggio è totalmente sbagliato le transizioni democratiche sono spesso violente e lunghe settimanale ricorda le esperienze
Europea anche anche quelle dopo la caduta del muro di Berlino che oggi ci appaiono così
Così tranquille in realtà per anni quei Paesi sono stati governati scrive il settimanale da mafie o da leader autoritari
Ad ogni modo le peggiori conseguenze della primavera araba in Libia prima in Siria ora sono drammatiche eppure
La maggior parte degli arabi non vuole che l'orologio torni indietro
Quelli che dicono che la primavera araba è fallita dimenticano lungo inverno che l'ha preceduta
E la migliore descrizione della primavera araba è sempre stata quella del risveglio arabo la vera rivoluzione non è stata tanto nelle strade quanto nelle menti
Internet i social media
La televisione è salito satellitare la sete di sapere tanto tra le donne quanto tra gli uomini arabi
Non possono coesistere con le dittature del passato il ginseng gli altri stanno imparando che la democrazia non è solo una questione di elezioni ne di portare milioni di persone nelle strade per arrivare qui c'è voluto cause perfino sangue lo si sapeva il viaggio potrebbe durare decenni ma è comunque un viaggio benvenuto così
Tra l'altro l'Economist nel suo principale editoriale il settimanale poi pubblica un lungo dossier sulle primavere arabe torniamo sulle Mondera
Che oggi pubblica anche un'analisi e alla Fraktion sulle ripercussioni come dire regionali di quanto sta accadendo in Egitto ma non solo la grande rivoluzione araba il titolo
Nel caso delle primavere arabe c'è una certezza il turbine non si calmerà così rapidamente
Bisognerà attendere dieci quindici vent'anni di tumulti a ripetizione prima di immaginare un nuovo equilibrio politico
Tutta la Regione o quasi nella tormenta rivoluzioni guerre civili colpi di Stato il vento che soffia è quello di una profonda trasformazione storica
Alcuni Stati tra i più solidi implode uno o sono profondamente indeboliti frontiere vecchie di un secolo si dissolvono ex potenze tutelari si ritirano
A cosa somigliano al Medioriente domani nelle strade dell'Egitto spiega
Spiega spiega fascio in di le Monde
Delle forze forse le due forze forse meno democratiche del Paese ma le sole organizzate si scontrano apertamente l'esercito gli islamisti
Dei fratelli mussulmani proseguono la lotta iniziata alla fine della monarchia e con la proclamazione della Repubblica nel mille novecentocinquantadue
L'esercito sembra essere incapace di lasciare il potere del tre luglio del posto il Primo Presidente eletto Mohamed morsi uno dei responsabili
Dei fratelli mussulmani che ha governato in modo settare incompetente autoritario
Io gitani si aspettavano un Capo di Stato hanno avuto un capo di partito in meno di un anno morsi è riuscito mettersi contro milioni di egiziani l'esercito ha fatto il resto con la scusa non del tutto sbagliata che il Paese stava crollando
Ma il bilancio dello stesso esercito e calamitoso nei sedici mesi in cui aveva governato l'Egitto dopo un baracchino in libertà pubbliche sono state cancellate l'economia subito un tracollo l'insicurezza è raddoppiata
L'esercito prometto elezioni entro sei mesi
è un vittoria postuma del vecchio regime tra i fratelli musulmani e l'esercito c'è un vuoto enorme
Il sistema Mubarak infatti aveva vietato l'esistenza di qualsiasi opposizione laica
E l'assenza di un grande partito civile si fa sentire in modo crudele così se il prossimo voto sarà libero i fratelli musulmani potrebbero vincere di nuovo nel frattempo il fiero Egitto il più grande dei Paesi arabi
Vive di sussidi delle monarchie del Golfo gli altri due ex Stati forti del Medioriente la Siria e l'Iraq non sono in situazione migliore
Una lotta per la sopravvivenza l'altro e minacciato da una nuova guerra confessionale
Queste tre capitali il Cairo Damasco Baghdad e che hanno a lungo determinati destini degli arabi sono oggi quelle di Stati in quasi fallimento Fraktion poi parla evidentemente della
Siria
Tragedia che ha rapidamente superato il suo quadro iniziale quello dello scontro tra una tirannia selvaggio un'ampia fetta della popolazione
La guerra civile si è trasformata in una guerra tridimensionale una dimensione nazionale una regionale con l'estensione al Libano e alla Giordania
L'altra l'altra internazionale con in qualche modo la presenza della Russia che rafforza tra l'altro l'asse Mosca Teran Damasco
Non c'è vincitore in vista in Siria il Paese in una spirale di guerra che potrebbe durare tanto quanto la guerra libanese quindici anni
Dal mille novecentosettantacinque al mille novecento novanta e alcune cancellerie pensano a una ricomposizione territoriale in cui si
Costituirebbe una fascia Libano alauita
Sotto il controllo del regime di Damasco e di Hezbollah e una regione curda
Che va dalla Siria
All'Iraq
In questo vortice mediorientale spiega ancora nel mondo e l'Iran gioco una partita importante la Repubblica islamica investito molto nella sua alleanza con Hezbollah il potere Assad
La sua sconfitta potrebbe costituire per il regime dall'Ayatollah Ali Khamenei ciò che era stato
Per l'Unione Sovietica ritiro dell'Armata Rossa in Afghanistan di inizio della fine Teheran non è al riparo dal grande tumulto in corso
Poi ci sono gli Stati Uniti potenza esterna preponderante ma che si tengono in disparte
Che vede non vogliono più essere impegnati nella regione anche perché non la considero non più strategica dopo che hanno raggiunto l'indipendenza energetica grazie al gas
Dici ti certo la Russia attorno un po'ma non troppo la Cina è allineata
Alla politica di Mosca infine c'è l'Europa potenza finanziaria ma non attore strategico in Medioriente cosa significa tutto questo
Beh che per la prima volta gli arabi sono quasi padroni del loro destino così avrà fra Sean sulle montano ci fermiamo David Carretta una buona giornata l'ascolto di Radio Radicale
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