"Per un nuovo regionalismo: prospettive di riforme istituzionali"

Buongiorno
Diamo inizio
Ai nostri lavori
Spetta a me secondo
Il programma
Aprirli
Li apro con una piccola confessione
Non nascondo di aver avuto concerto stato di perplessità forse anche di disagio
Insieme a tutti coloro che con me hanno promossi organizzato questo incontro
Nel
Deciderlo appunto e nell'attuarlo oggi
Per il titolo forse troppo impegnativo
Per un nuovo regionalismo prospettive di riforme istituzionali
Perplessità
Superate
E disagio che in parte rimane
Per la consapevolezza che il Formez se non è chiamato abitualmente ad affrontare
Tematiche inerenti alle riforme istituzionali con l'eccezione se vogliamo di quelle
Attinenti alla pubblica amministrazione
Quanto piuttosto a concorrere attraverso la formazione del quadro e pubblici
Alla realizzazione delle scelte operate dal Parlamento e dal governo
Ecco pur non di meno nell'ambito delle attività legate alla rassegna di documentazione legislativa regionale
Una rassegna con la quale il Formez dal mille novecentottantacinque offre la possibilità per una ordinata crediamo consultazione della produzione
Comunque
L'incontro odierno
Profittando del patrimonio di esperienza accumulate nel corso di tanti anni
Per rinfrescare
Personalità certa dibattito sulla riforma delle autonomie locali che pur attuata dopo molti anni
Ha recepito alcune indicazioni emersa e nel corso di numerosi incontri e convegni promossi dal Formez
Ricordo per tutti quello tenuto a Napoli nel settantasette sull'amministrazione locale strutture compiti e servizi
Informa il sei impegnato vorrei dire da sempre sia nella realizzazione di attività formative destinate amministratori e dirigenti della pubblica amministrazione regionale e locale sia nella promozione di attività seminariali di documentazione di ricerca su importanti problemi dell'azione amministrativa
Quali la gestione economico-finanziaria all'organizzazione degli apparati regionali e locali
Per tutti Messia consentito di citare i lavori alcuni dei quali recentissime
A favore della Regione Sardegna la rilettura della legislazione dell'organizzazione nuovo di segni anche organizzativo offerto a quella regione e prima ancora la Puglia la Basilicata la campagna
Ecco il vero motivo della riunione di oggi va però ricercato nel convincimento che il
Le nuove riconosciute funzioni alle regioni e soprattutto il riconoscimento di un nuovo ruolo volto ad un ma più efficace azione di governo appare ormai come un nodo da sciogliere per lo sviluppo del sistema regionale
Naturalmente se il ruolo delle Regioni va riconsiderata anche alla luce delle scelte già operate dal legislatore con la legge centoquarantadue
E quest'anno che ha contribuito che attribuito poteri nuovi e diversi alle Autonomie locali
Credo occorra anche non dimenticare le difficoltà che oggi si riscontrano
Questo è un dato anche della nostra particolare sensibilità del nostro ruolo
Sul versante nell'ambito dell'intervento straordinaria
D'altra parte non si può non prendere atto che il progetto di riforma dell'ordinamento regionale presentato nel mille novecentottantanove dal ministro Maccanico
Giace in Parlamento mentre altre diverse proposte vengono avanzate da varie forze politiche
Quella del Partito socialista ad esempio illustrata nel corso del convegno di Brescia dell'ottobre novanta
Ne possiamo ignorare per arricchire il panorama dei problemi che ci stanno di fronte alcuni fenomeni preoccupanti
Quelli della l'attenta rivolta fiscale la contemporanea ricerca di soluzioni non unitaria
Fatte proprie da alcuni movimenti politici che trovano poi nelle leghe loro più assidui interno
Ne si può ignorare la presenza di fenomeni criminali che condizionano l'attività della pubblica amministrazione
In alcune regioni meridionali
Né credo possiamo vogliamo sottacere la carenza dello Stato centrale
Nell'assicurare l'erogazione di alcuni servizi essenziali a i cittadini
E anche qui
Problema ritorna al Mezzogiorno
Una nostra indagine pubblicata volume per i tipi del Mulino meno di sei mesi fa
Documenta il grande problema dell'evasione dell'obbligo
Scolastico
Unita alla carenza di adeguate strutture nei comuni del Mezzogiorno con più di cinquanta mila abitanti
Il ventisette per cento dei giovani non completa l'obbligo scolastico
Con le conseguenze perché sono facilmente immaginabili non solo sul piano essenziale del lavoro ma su quello coi della vita civile degli sbocchi di questi stessi Giovanni
Ecco né credo si possa evitare almeno dimensiona dimensionare la complessità dei processi decisionali l'hanno un minor complessità degli accordi programmatici e della loro attuazione nel Mezzogiorno malgrado problemi e le difficoltà le stesse difficoltà dell'intervento straordinario si sta vivendo una nuova interessante ricca stagione di accordi programmatici
Che merita attenzione per lo sforzo positivo
Del governo
E dell'intervento ordinario e straordinario uniti insieme ma poi anche per i problemi di pratica concreta applicazione di questi Accordino
E i Norris oggi è ben diversamente articolati rispetto anche al recente passato
Rapporti di scambio tra istituzioni e Società istituzioni e ambiente
Ecco tutti questi fenomeni certamente altre ancora rendono più Complesso il problema del ruolo che le regioni
Dopo questo primo ventennio di
Positiva per un verso contraddittoria per un altro esperienze
Sono chiamati a svolgere nell'ambito delle soluzioni legislative
Che saranno adottate con le riforme istituzionale
Prego
Appare quindi per quanto ci riguarda quasi naturale che il Formez
Un'altra
Sede tecnica portatrice di esperienze di ruoli nel campo della formazione e della ricerca a favore della pubblica amministrazione
Si sia fatto carico di promuovere un incontro
Su un tema certamente impegnativo e che fa e farà sentire i suoi effetti anche sulle azioni che noi stessi nel nostro ambito specifico
Siamo e saremo chiamati a svolgerlo
Nostro proposito non è quello che oggi
Avanziamo possono essere avanzate proposte
Risolutive quanto piuttosto quello di consentire come anche nella nostra tradizione un momento in cui le diverse tesi possono confrontarsi
E da questo confronto è riuscito a fare emergere auspicabilmente
Ipotesi di soluzione
E proprio queste scelte
Per quanto nella sede Formez possono sembrare
Ah spetti distinte dalla sede
Più generale
Spetti minori per noi questi aspetti potranno facilitare non azione sicuramente anch'più costruttiva
Sui temi che ci sono proprio
Verso il quale abbiamo consolidato da nostra presenza
Ed è con questi auspici di carattere generale
E specifici riguardanti proprio la nostra azione quotidiana che ringrazio
In primo luogo i relatori
Tutti i partecipanti
E dove inizia i nostri lavori che seguiranno l'ordine previsto salvo alcuni problemi che potranno venire dalla presenza certa di un ministro molto incerta di un altro in ordine a fatti dell'ultimo momento mi pare di capire collegati anche alle responsabilità europee che in questo momento pensano sul nostro nel sul nostro paese
Terremo conto di questi fatti per qualche aggiustamento dei lavori
Nel loro a svolgersi
Ecco intanto diamo inizio alle tre relazioni
La prima affidata al professore unità sul tema sviluppo o declino dell'esperienza regionali io penso che potremmo stare tra i venti e i trenta minuti con questa elasticità cercando di non superare test grazie professore a lei la parola
Grazie
Ma io mi limiterò quasi esclusivamente ad una sorta non dico di pars destruens ma insomma di tentativo di analisi molto sintetica
E ovviamente soggettiva
Delle ragioni di crisi del regionalismo non perché non abbia fiducia in una possibilità di ripresa del regionalismo o non abbia idee su possibili proposte ma perché mi sembra meglio da questa prima relazione introduttiva
Partire dal dato analitico lasciando poi che siano le relazioni successive soprattutto quella di pastori che anche per il titolo si proietta di più sulla parte propositiva
Lasciando queste relazioni di sviluppare appunto le idee per un futuro
A partire da una formazione elementare non certamente non nuova sede respinte le regioni che possono condurre a d'un fenomeno di regionalizzazione come quello che in Italia si è verificato
Da da non più di vent'anni possono essere diverse possono essere deve forse più spesso sono esigenze di differenziazione esigenze cioè di originalità di identità locale che portano a richiedere ad attuare una regionalizzazione la tutela e lo sviluppo delle differenze
Qualcosa che potremo dire con uno slogan diverso è bello
E ancora esigenze che sono strettamente collegate a queste di auto-governo cioè quindi di minore dipendenza delle decisioni che concernono le collettività locali da determinazione dei governi centrali un po'l'idea del dell'essere padroni a casa propria
Viceversa si possono essere un altro ordine di esigenze che pure con possono condurre a ha il diario realizzare
Sistemi regionalizzati e che sono piuttosto invece esigenze di articolazione dei poteri pubblici
Quindi inquadrate in una visione generale cioè per rendere quei poteri pubblici più rispondenti a degli obiettivi di carattere generale cioè in questo caso le Regioni nascono non tanto da esigenze localizzate quanto da una un disegno comunque concerne l'intero sistema politico istituzionale
Ecco credo si si debba dire senz'altro che in Italia e le regioni sono nate pietoso sul secondo versante che non sul primo è vero che le regioni creandosi chiamiamole Regione ad autonomia speciale regioni differenziate trovavano
E hanno trovato Radice né i motivi del in motivi del primo tipo cioè in istanze di differenziazione istanze di identità
Locali del resto non è un caso che la siamo tutte regioni caratterizzate da una forte da forti specificità la insularità o la lastre di confine
O dalla presenza di minoranze alloglotta è che segnalano proprie guardie sottolineano delle differenze ancora una volta si trattava di prova di tutela delle differenze
Non a caso l'esecuzione di ginseng alcune auto regioni speciali si collega al principio costituzionale di tutelare le minoranze linguistiche
Ma le Regioni ordinarie le regioni in tutto il territorio nazionale
Credo si possa senz'altro dire sono nati in Italia piuttosto sulla spinta di motivazione del secondo tipo non del primo tipo negli anni sessanta e settanta in Italia non vi erano forti aspirazioni alla differenziazione regionale e anzi erano in corso e si erano appena ha realizzati vasti incisivi processi di integrazione di omogeneizzazione sul territorio nazionale basti pensare alle migrazioni
Interne di massa legate Alagna allo sviluppo industriale
Dagli anni Cinquanta la omologazione di modelli culturali di consumo favoriti anche da dello sviluppo economico e del diffondersi dei mezzi di comunicazione e direi anche c'era in quel periodo un timore di eccessive differenze
Si sottolineava la gravità del problema dello squilibrio fra regioni e regioni lo storico tra nord e sud si paventava anche quando la Regione nasceva si paventava che queste potessero portare a un eccesso di differenziazione
Timore come dire del tutto privo di fondamento oggettivo se si riflette a come sono nate le Regioni qua la quantità di vincoli rigidi
E di impedimenti dalle quali esse sono state circondate eppure ancora allora se si ridesse si rivale i primi tempi del regionalismo si sia vede come questo timore dell'eccessiva di preclusione fosse diffuso ricordo ancora
La battuta di un ministro per gli Affari regionali forse il primo ministro agli Affari Regionali il quale
Di fronte all'idea che ciascuna regione si può depositare il proprio statuto senza trovare una linea guida in uno Statuto tipo parlava nel timore di un'Italia di Arlecchino
E c'era certamente in quegli anni in Italia un'aspirazione all'autogoverno alla riduzione della dipendenza diciamo da poteri centrali però questa istanza di autogoverno greche si manifestava come tradizione nostro paese piuttosto a livello micro locale che non a livello regionale
Era insomma l'antica l'antica spinta municipali spicca che caratterizza la storia del nostro Paese basti pensare
Come sarà stata tormentata la definizione della dei dei confini regionali della della l'elenco delle regioni nella costituzione la spinta sempre nuove regioni anche più piccole
La spinta alla caccia di nuove Province che da sempre caratterizza la nostra nostra vita istituzionale presto anche oggi dopo cento con la centoquarantadue a ridato fiato come è noto a questa istanza di creazione di sempre nuove Province quindi di andare sempre tra verso il il più locale e la tradizione municipalismi che l'attaccamento al comune anche al micro comune sono un dato di fondo che per esempio ha da sempre impedito reso del tutto irrealistica e tutte le idee di una politica di fusioni di una politica di accorpamento dei Comuni che fondata sulle esigenze di maggiore efficienza di economie di scala e così via
Quindi indubbiamente diciamo da un lato non non c'era l'esigenza di differenziazione dall'altro c'erano istanze di auto-governo ma non a livello regionale bensì a livello locale allora quali invece erano i motivi fondamentale che stavano alla base della istanza di regionalizzazione e che come ho detto si attenevano secondo ordine di spinte cioè legati a caratteristiche generali del sistema politico istituzionale ma basti ricordare che all'inizio degli anni settanta
Diciamo se vogliamo semplificare se si era in presenza di una cultura politica istituzionale catalizzata da questi elementi fiducia e speranza nella politica nella grande politica come strumento per conseguire obiettivi di riforma della Società allora era ancora di moda lo slogan della riforma e delle strutture riforme delle studi strutturali diceva così
Secondo fiducia nell'intervento pubblico come strumento regolatore di governo della società e dell'economia
Terzo fiducia nella partecipazione politica come essenziale strumento di rapporto fra cittadini e pubblici poteri come momento di legittimazione dei poteri pubblici
E di codificazione di un vincolo fiduciario fra i cittadini e poteri insomma erano in evidenza piuttosto potremmo dire con termini sintetico le libertà collettive politiche più che non le libertà individuali
Ecco rispetto a questi tre elementi che caratterizzavano la cultura politica istituzionale dell'epoca indubbiamente le regioni apparivano uno strumento di realizzazione di questi obiettivi quindi un fattore di progresso in questa
Visione infatti le Regioni introducevano nel sistema per così dire un supplemento di politicità
Allora era diffusa l'idea del necessario predominio della politica sull'amministrazione sulla migrazione professionale la polemica contro le resistenze della burocrazia rispetto ai istanze di programmazione di riforma
E sull'amministrazione corporativa prevalenza della politicità sugli interessi di settore sugli interessi di categoria
E la conseguenze di questa istanza di necessario per dominio della politica erano l'idea che occorresse a crescere e non diminuire il controllo politico sull'amministrazione
Che occorresse spostare poteri decisori da istanze
Professionali burocratiche
A organi politici
Che occorresse concentrare i poteri in entità in organismi di tipo politico rappresentativo
Ecco rispetto a tutte queste istanze le Regioni rappresentavano una realizzazione infatti il nelle le regioni il controllo politico sulla metà se ne sia cresce perché il modello spesso di Governo della Regione comporta la concentrazione di poteri decisionali in campo organi elettivi politici
La quindici per lo spostamento di di poteri decisori da organi burocratici pensiamo alla vecchia Amministrazione periferica dello Stato Alia organi elettivi politici
E
Quanto alla concentrazione di poteri in organi in ore un'organismo politico rappresentativi basti pensare alla discussione
Sugli altri enti locali inizia all'inizio l'esperienza regionale si discuteva molto se gli altri enti locali di cui parla la Costituzione articolo centodiciotto l'articolo centotrenta
Dovessero intendersi come qualsiasi al pianismo anche su base professionale o su base corporativo su base di altra natura quale funzionale godesse lo stesso status diciamo per esempio potrebbe essere destinatari di deleghe regionali la stessa stregua dei comuni delle province e l'idea dei regionalisti era che invece piuttosto gli altri enti locali E-Land dietro cari fossero essenzialmente i comuni le province e gli altri enti ad essi collegati quindi l'idea dell'ente politico territoriale come ente
E come ente locale so pensiamo per esempio alle istanze di
Se non soppressione delle Camere di Comercio comunque quanto meno forte il trasferimento di funzioni delle Camere di commercio alle regioni e agli enti locali
Ancora le Regioni comportavano rispetto la seconda istanza estensione dell'intervento pubblico
Non portavano presupponevano questa estensione dell'intervento pubblico
Preso presupponevano una espansione del campo dei servizi pubblici basti pensare come nell'area nel negli anni del primo regionalismo siano maturate le idee di un sistema assistenziale del sistema sanitario fondato sugli hospice sul pubblico che non sul privato
E corrispondeva l'idea di un governo di un più incisivo governo pubblico sul territorio la nuova urbanistica la la dagli altri unificazione territoriale
Corrispondeva l'idea di una accentuato intervento nell'economia anche a fine di ausilio di sviluppo ausilio allo sviluppo
Erano gli anni della fiducia nella programmazione come metodo di razionalizzazione dell'attività dei pubblici poteri comportava naturalmente una ruolo più incisivo dei poteri pubblici
E rispetto alla terza esigenza quella della partecipazione politica le regioni proprio questo promettevano di essere sede di una nuova e più larga partecipazione politica
E infatti è noto lo spazio al tema della partecipazione è dato dalla Regione sia gli statuti sia la prima attività
Ora queste esigenze quindi queste esigenze che attenevano per così dire al modello generale di sviluppo del del sistema politico istituzionale e che stavano alla base della regionalizzazione però appunto non erano esigente che spinge sarò alla differenziazione
Anzi al contrario talune di queste richieste piuttosto spingeva nel senso delle uniformità che della differenza infatti noto che tradizionalmente la storia dei Paesi occidentali l'interventismo riformista corrisponda maggiore centralismo non a maggiore
Ad aumento dei poteri locali
Ed è anche noto che l'estensione dell'intervento pubblico
E in funzione di promozione dell'uguaglianza non di promozione della differenza è sempre stato visto così ed è di fatto così
Questo in gran parte secondo me può spiegare la difficoltà di crescita e in un certo senso anche le crisi la crisi dell'autonomia regionale in Italia perché va be esco naturale la resistenza degli apparati centrali l'obiettivo contro cui semplice siamo scagliati nato regionalisti naturale voglio dire la vischiosità la resistenza degli apparati centrali ma
Bisogna tener conto anche che spinte contrarie ad una maggiore autonomia e ad una differenziazione nascevano da quegli stessi ideali che avevano fondato le la cultura del regionalismo
Perché ad esempio le spinte interventiste ed e dualità riviste indubbiamente portavano a conseguenze di indebolimento delle Autonomie
La creazione ad esempio del servizio sanitario nazionale non c'è dubbio che ha dato luogo ad una sistema istituzionale Terry i servizi del della sanità in funzione della della garanzia di di di di diritti uguali per tutti i cittadini riduce l'autonomia è noto che la stessa Corte costituzionale ha teorizzato addirittura che la sta nella saloon la sanità è sì una materia regionale ma la materia è speciale perché essendo l'implicato il diritto costituzionale salute rispetto al quale c'è l'esigenza di garantire uguaglianza a tutti ci debbono necessariamente essere più interventi centrali quindi minore
Autonomia è ancora nel contrasto che si dava poi quotidianamente fra il perseguimento di obiettivi di tipo sociale riformista e il rispetto dell'autonomia prevalevano i primi da prevalevano anche in coloro che erano portatori delle istanze regionalista ricordo sempre come quando si discuteva primi sempre primi anni settanta qui c'è l'onorevole Barbera che lo ricorderà sicuramente per uno dei protagonisti la legge sugli asili nido
Sugli asili nido era una legge che nella sua modello istituzionale sicuramente antiregionalista anti autonomista perché non solo dalla dava dei vincoli di merito ma assegnava dei fondi speciali vincolati nella destinazione specifico età fare a fare questi asili nido e di fronte all'obiezione che si faceva da parte degli ultrà regionalista deve giornalistica ma con questo voi appunto promuovete un tipo di finanza regionale privo di autonomia la risposta era che se non si dava i soldi per fare gli asili nido in molte regioni non si sarebbero fatti asili nido si sarebbero fatte cose meno socialmente importanti degli asili nido quindi si dava prevalenza all'obiettivo sociale
Riformistico
Fare gli asili nido quindi incontrano istante per tutta la sua la collettività rispetto al l'esigenza di rispetto pelle di di di promozione della autonomia
E ancora la preoccupazione dominante era quella per la perequazione per l'uniformità non per le differenze
Basti pensare a come è nato il sistema finanziario delle Regioni poi ne parlerà abbondantemente credo Cerea ma è il sistema che è in atto sulla idea che no non ci dovesse essere un'autonomia dal lato dell'entrata perché questo avrebbe comportato eccessivi squilibri
Ma si dovesse essere un sistema di distribuzione dal centro delle risorse in funzione perequativa
Quindi governo centrale forti e questo veniva sostenuto dagli stessa cultura regionalistica da noi giornalisti non siamo che dovesse esserci una forte un forte potere finanziario del centro è forza di governo delle risorse e della spesa di qui quindi le Regioni venivano ad essere configurate necessariamente già in partenza
Non come responsabili diciamo di un di settori di intervento in piena autonomia quanto al prelievo delle risorse e al loro impiego ma come terminale diciamo della spesa come si dice adesso
Non responsabili degli equilibri finanziari di cui quindi anche tutta la dinamica più recente del Tesoro che tende a tagliare la spesa regionale delle regioni che chiedono più risorse ma temono di di di venire investito di poteri impositivi alla fine temono di dover esercitare un'autonomia impositiva che le porterebbe ad essere ad affrontare l'impopolarità
Sommati pensare che alcune forme di para autonomia impositiva telefonate riconosciute non sono state usate o a lungo tutto il lungo tempo non sono stati usati il ticket aggiuntivi nella sanità o adesso l'ultima vicenda del bollo delle auto ma chiariamo adesso si dava quando raschiato il fondo del barile anche regione sono costrette poi alla fine a ricorrere a provvedimenti cosiddetti impopolare
E ancora dominante la preoccupazione per le regioni deboli che ha sempre costituito l'alibi per la riduzione dei poteri regionali non possiamo dare più poteri per
Ci sono regioni che non farebbero farebbero troppo male quindi poteri sostitutivi centra la centralizzazione delle politiche in funzione di compensazione di debolezze
Regionali insomma nelle nella la lotta eguaglianza vs autonomia l'eguaglianza
Prevaleva prego predominano
Ne conseguiva l'enfasi sul cosiddetto regionalismo cooperativo
Perché funzioni bene sistema regionale deve essere fortemente cooperativo questa era l'idea
Quindi non separazione netta di poteri ma interferenza di poteri materie miste interessi nazionali e regionali confluenti nelle stesse materie
Invece che competenze esclusive poteri di partecipazione a procedimenti date le regioni si pensi alle al caso estremo la legge sulla difesa del suolo che riduce tutta l'autonomia regionale a un fatto di mera partecipazione a procedimenti
è di tipo statale
Di fronte a questa impostazione il comportamento delle regioni non è stato difforme anzi direi è stato conforme a questa logica perché le regioni hanno sì rivendicato autonomia ma più come istanza di rafforzamento di un livello di governo decentrato
Uniforme che non come ampliamento delle possibilità di una propria differenziazione infatti la legislazione regionale è stata ed è come è noto largamente uniforme
Molte regioni hanno condotto esperienze comuni quasi come dire che fossero legate alla alla stessa la stesso carro esperienze lo dico copiate ma comunque largamente messo in comunicazione fra regioni diverse una Regione faccia il comprensorio tutte facevano i comprensori una regione o apolide compressori tutti o pulivano i comprensori
Le Regioni facevano fronte contro lo Stato ma appunto fronte un fronte unitario mai si davano conflitti fra le Regioni
Per esempio anche il riparto delle risorse era assolutamente consensuale oppure non veniva messo in discussione se questi criteri di riparto del fondo comune che secondo l'articolo otto dalla legge duecentotrentuno avrebbe dovuto essere ripensati triennali mente che faccio sempre rimasti congelati alla prima
Al primo alla prima attuazione solo molto di molto di recente cominciano a emergere conflitti tra Regioni e non a caso sono anche conflitti sul riparto di fondi sia un caso recentissimo dei fondi Gescal che le vengono distribuiti con un criterio che regione del Nord alla giudicato lesivo del che ha condotto al Regio tutte le regioni del Nord caso primo caso nella storia fare una questione giudiziaria contro lo Stato ma in sostanza contro le regioni del Sud contestando la riserva del settanta per cento delle delle delle risorse ex Gescal al a mezzogiorno
Conflitti di attribuzioni costituzionalmente previsti fra Regioni non se ne sono dati fino a quest'anno quest'anno con la corte così sarà discusso per la prima volta un conflitto d'attribuzioni fra due regioni per una questione molto minuta Piemonte Valle d'Aosta ma comunque il primo nella storia conflitto di attribuzioni fra Regione
E dal punto di vista
Vennero forse dalla Marmolada matricola proprio da un conflitto tra di tipo territoriale il sui confini tra Veneto e Trentino alla ma per la Marmolada la Marmolada c'è un altro conflitto
Ma quello era con tecnicamente nero confido attribuzione fra Regione tecnicamente il primo compito Requesens regione tanto fuori questa va be
Dal punto di vista politico la anche qua fase osservazioni è venuto conosciute o della classe politica regionale si è rivelata sempre più omogenea a quella nazionale il cursus honorum dal ragione verso lo Stato
Anche una certa come dire concorrenzialità interna che appunto nasce sulla base dell'omogeneità concorrenzialità fra assessori regionali e parlamentari
Il centralismo dei partiti fenomeno notissimo del del rimasto assolutamente invariato nonostante la regionalizzazione
Dello Stato la enorme sensibilità che nella classe politica regionale sia rispetto ai problemi degli equilibri politici nazionali quindi le trattative intrecciate
La disinvoltura con cui si accetta l'idea che i delegati per elezione presenta Repubblica che regionali perché sa rendere pubblica devono essere patteggiati su base nazionale
Tutti
Temo casi ben noti del mostro ma questo atteggiamento
Ed è spirato spiega anche l'attenuazione se non la scomparsa di quegli elementi di alterità del sistema regionale rispetto allo Stato che pur nella Costituzione c'erano presepio quali mai regioni fino Antiqua finora epoca recentissima no pensato di potersi fare profano si promotrici
I referendum abrogativi cioè di contrapporre una propria visione
Politica rispetto all'avvio alla posizione politica
E nazionale e le stesse forze politiche locali che talvolta qui e là emergevano avevano la strana tendenza trasformarsi immediatamente in forze nazionali non a caso alcune liste locali Kanu
Ha avuto un certo successo non del sentissimo non le ultime stava visto che avete lanciato successo in alcune zone della Liga Veneta piuttosto che la Lista per Trieste all'esordio alle elezioni politiche sono subito presentate come come hanno presentato candidature per le elezioni politiche quasi che non fa ci potesse essere un livello politico solo regionale o solo locale ma un livello ma soltanto un'idea politica si trasmetteva invariata dal livello locale fino a quello nazionale
Ecco dopo vent'anni cosa possiamo dire se è vera se siamo forse fondamentalmente esatto questo tipo canali che cosa possiamo dire
E e come possiamo spiegare la la la la forte crisi diciamo del del regionalismo in Italia ma certamente
Si deve constatare che sono largamente esaurite quelle spinte propulsive che provenivano dai motivi che stavano alla base della regionalizzazione questo io credo che spieghi in gran parte la crisi delle regioni
Cioè mentre all'inizio degli anni Settanta c'era una fiducia nella politica come
In un momento di gestione di trasformazione della società oggi ci sono forti reazioni di rigetto nei confronti della politica si invoca più amministrazione più tecnica meno politica allora proprio il contrario di ciò che si invocava allora
Ancora c'è oggi una rafforzamento degli interessi di settore di categoria che tra l'altro tradizionalmente guardano sempre al centro di interessi organizzati guardano al centro
E quindi ancora mentre allora si diceva più politica e meno corporativismo oggi si dice se mai più corporativismo e meno politica
Le Regioni e gli enti locali appaiono talvolta addirittura vengono talvolta di misura demonizzati come luoghi della peggiore politica
Nelle ultime atteggiamenti anche legislatori nazionale che sembra individuarne gli Enti locali focolai della della malavita bene parte magari anche giustificati ma sono un segnale di questa di questo atteggiamento
Si pensi al fenomeno che io chiamerei la rivincita dei prefetti i prefetti istituto contro cui la cultura giornalistica si è sempre battuta non solo non sono morti e questo va bene
Non sono morti negli anni settanta mano assiste si è assistito alla loro enorme rivitalizzazione oggi ormai qualunque intervento ramificata sul territorio che a livello centrale si pensi poggia non sulle regioni ma sui prefetti
Ma anche quando si tratta di interventi come dire nell'ambito del sistema esistente si pensi al carica recente caso di quell'esperimento Milano di dare al prefetto il compito di coordinare limiti l'amministrazione pubblica nel suo insieme
In funzione di efficienza quindi l'efficienza si aspetta non dalle regioni ma dal prefetto
Ancora mentre negli anni Settanta prevalevano queste tendenze alla espansione dell'intervento pubblico in funzione di uguaglianza oggi come è noto ci sono forti tendenze la privatizzazione la crisi dello stato sociale la crisi della programmazione fatti ben noti non ha coraggio mi soffermi
Mentre negli anni settanta una fiducia nella partecipazione come elemento di raccordo fra cittadini
E poteri pubblici oggi c'è indubbiamente una crisi della partecipazione politica che trova espressione in tanti fenomeni dalla CRI dal numero e dal calo del numero dei votanti alle elezioni al disinteresse crescente per le varie forme di partecipazione o di gestione sociale
Cosa resta allora del regionalismo
Ma dire che paradossalmente forse oggi stanno emergendo o possono emergere ragioni nuove del regionalismo quelle che allora non c'erano all'argomento della nascita del giornalismo italiano
Che sono quindi ragioni vecchie che avrebbero potuto essere alla base del che potrebbero essere possono sempre essere in astratto alla guardiola Giorgio che non c'erano all'origine del nostro regionalismo e che invece oggi potrebbero emergere cioè quella spinta la differenziazione che non c'era quando sono nate le Regioni ordinarie in Italia sembra oggi potersi manifestare in modi e forme tale da poter dare una nuova base
In qualche modo opposto per così dire a quella che allora aveva fatto nascere le regioni al giornalismo italiano si pensi alle richieste che oggi vengono fatte dalle regioni
Che per la prima volta di una finanza più regionalizzata d'autonomia impositiva che avrebbero detto fino ad oggi le Regioni sostanza non volevano e anzi fondo temevano comincia ad essere un obiettivo e l'autonomia impositiva significa più differenziazione meno uguaglianza
Nascono conflitti fra Regioni forsennata quest'idea del fu dei primi conflitti sul riparto delle risorse si mette in discussione si mettono di Cusani criteri di riparto delle risorse
Si richiede allo stato di fungere da arbitro in questi conflitti
In qualche modo rinasce quindi potrebbe rinascere il problema della solidarietà nazionale che problema che in fondo alle origini del regionalismo era come dire non non solo attenuato ma quasi messo in ombra
Dal fatto che le Regioni stesse si presentavano comune elemento di di di solidarietà nazionale se non non non miravano a differenziarsi a a perseguire interessi propri tali da poter confliggere con interessi di altre regioni se invece come sembra da certi segnali potersi dire
Oggi nascono spinta la differenziazione quindi alla possibilità di regioni che perseguono interessi propri eventualmente potenzialmente conflittuali con quelle di altre regioni indubbiamente rinasce risorge il problema dalla solidarietà nazionale
Sta nascendo insomma quella coscienza regionale quel senso di identità regionale che non c'era e non c'era all'inizio degli anni Settanta nella gran parte delle regioni italiane
Questo potrebbe essere la base di un nuovo regionalismo ometto con un punto di domanda non c'è dubbio che la nascita di questo tipo di regionalismo richiederebbe però alcune importanti correzioni dirotta
Richiederebbe intanto un regionalismo meno cooperativo e più fondato sulla separazione dei poteri
Richiederebbe un tipo di finanza completamente diverso e opposto in un certo senso a quello che è stato disegnato fino ad ora dal legislatore statale richiederebbe delle regioni
Quindi delle classi dirigenti politiche professionali regionali che siano come dire motivate a difendere a sviluppare soprattutto la propria identità istituzionale gli interessi generali della propria collettività
Certo che non interessi generali o interessi di settore interessi generali diciamo ultra regionali o interessi di settore
Richiederebbe una classe politica regionale nuova perché non proiettata necessariamente su ruoli politici nazionali
E che dia la prevalenza agli interessi regionali sugli stessi interessi di partiti
Critica deve forse non so se muove i partiti ma certamente nuovi modi di essere dei partiti alcune comincia alcune istanze di federalizzazione dei partiti cominciano oggi non a caso ad affiorare richiederebbe infine di perseguire nettamente a livello regionale come dire il contrario di quello che si era immaginato all'inizio degli anni Settanta cioè non più controllo politico sull'amministrazione ma una più netta separazione dalla politica dall'amministrazione anche soprattutto nelle regioni che ovviamente richiederebbe anche tra l'altro la nascita di una nuova classe dirigente professionale nelle regioni motivata sulla istituzione e non su interessi politico partitici come spesso invece accade nella classe professionale burocratica delle regioni odierna
Ringrazio molto il professor Onida do la parola al professor Cerea per la sua relazione i nodi della finanza regionale
Maggior parte delle regole che sono fondamentali sistemi pubblici
Vigenti in altre nazioni
Sul piano del diritto siamo forse il Paese con la più vasta articolazione dei poteri
Locali comuni province comunità montane rete sanitaria in Regione ordinaria regioni speciali province otto
In realtà tutti questi enti dipendono in misura tale dallo Stato per cui Vialli d'gliel'legittimamente da dubitare sulla loro effettiva autonomia decisionale finanziarie
Siamo a mio avviso di fronte a quello che potremmo definire un decentramento di diritto associata ad una centralizzazione di fatto
Esiste ormai una sorta di incompatibilità istituzionale
Tra l'Italia e l'Europa in larga parte dovuta al modello fortemente accentrato che ci caratterizza
Una valutazione condotti in termini finanziari induce infatti ad osservare come la quota di spesa pubblica
Gestito dei livelli di governo su centrale e oggi di pochi punti superiore a quella che si registrava in pieno fascismo rispetto poi un paese come la Francia di cui è nota l'accentuata centralità si può evidenziare come le nostre regioni pur dotati di autonomia legislativa
Gestiscano al netto della sanità meno risorse di quelle attualmente a disposizione dei dipartimenti francesi rete la notorietà in cui spetterà spicca il ruolo del prefetto
Nel contesto europeo l'Italia oggi uno dei Paesi in cui maggiore è il peso del governo centrale
Se l'attuale impianto fosse confermata anche per il futuro il nostro primato potrebbe
Rafforzarsi
Altra nazione struttura non federativa come la Spagna la già citata Francia all'infatti introdotto dall'ordinamento nuove figure istituzionali espressamente rivolte ad una riduzione di potere centrale
Per tali motivi si ritiene essenziale che la questione del decentramento e quella regionale in particolare
Vengono oggi ripresi da affrontate secondo logica almeno in parte diverse da quelle del passato e soprattutto chiarendo alcuni degli equivoci delle contraddizioni che sono alla base della situazione attuale
Ora
è indubbio che vi sia un legame strettissimo tra gli assetti finanziari e quello che sono venute ruolo le regioni sono venuta Suma dal nostro Paese
Oggi noi viviamo ancora all'ombra di quello che fu il modello di finanza regionale definito nei primi anni Settanta
Ed era un modello in cui prevalevano nettamente le istanze di carattere redistributivo rispetto alle istanze di tipo allocativo
In altri termini il legislatore dei primissima anni settanta
Varò un modello di finanza regionale in cui espressamente si prevedeva che per l'esercizio delle stesse funzioni
Alcune regioni dovessero disporre di quantità di risorse nettamente più elevate di altri
In altri termini si cercò di attuare attraverso il meccanismo delle regioni quella redistribuzione territoriale della spesa pubblica che nessuno
Nello Stato negli enti locali avevano cercato di affrontare di portare a termine nei secoli e nei primi nel primo secolo del processo unitario del nostro Paese
Questo
Assetto della finanza definito dagli anni Settanta è ancora presente oggi
Vi sarebbero delle osservazioni da fare sulla dinamica delle risorse complessivamente affluiti alle regioni dinamica che ha condotto il peso delle Regione diminuirne drasticamente all'interno del comparto dalla pubblica amministrazione quasi che nel tempo fossero andate sempre più venendo meno le ragioni che giustificavano un'esistenza anche in termini quantitativi delle stesse regioni ma dire che questo modello di finanziamento prodotto
Dei guasti estremamente gravi
E dei riflessi negativi sullo stesso processo decisionale
Dell'amministrazione regionale
Oggi noi siamo di fronte a un assetto della Spesal che riproduce
Le logiche che sono alla base dei meccanismi di finanziamento
Quando per l'esercizio delle funzioni normali una Regione come la Puglia finisce per ricevere una quantità di risorse che quasi doppia rispetto a quella che il triplice in una regione come il Veneto
Come l'Emilia che hanno più o meno la stessa dimensione non dobbiamo stupirci se può il personale della Regione Puglia destinata alla distrazione generale sì o due o tre volte quello di una regione come il Veneto dell'Emilia Romagna
In altri termini aver affermato il diritto alle regioni di avere dei finanziamenti che prescinde esserlo d'ogni ragionevole rapporto con indici di fabbisogno vince in altri termini
Si è operata una redistribuzione non dissimile da quella che
Condusse alla gestione delle pensioni d'invalidità
A portata di amministratore ritenere che anche la spesa
Dovesse riflettere questo tipo di problematiche per cui paradossalmente lei oggi in fotografia registriamo livello direzioni meridionale una specie che più che in ogni altra regione rivolta alla creazione di posti pubblici ad interventi carattere assistenziale
Ha qualche cosa cioè che è ben lontano
Dagli obiettivi di promozione dello sviluppo che era la base diciamo del regionalismo e anche del sistema di finanziamento
Quindi diciamo che
Una revisione dei criteri di finanziamento diventa un elemento fondamentale anche per avere sul piano delle decisione della gestione delle regioni diverse da quelle che oggi abbiamo
Ora è innegabile che come da alcuni mesi a questa parte
Siano stati messi in moto alcuni meccanismi che forse possono incidere su questo impianto degli anni settanta
Il riferimento alle
Riveste importanza
Perché
Per la prima volta
Si va ad incidere
Su quello che
Il criterio di finanziamento delle regioni
Dire che l'aspetto più importante previsto
Dalla dalla centocinquantotto è il meccanismo delle confluenza
Cioè in altri termini il tentativo di assorbire con lo stillicidio di norme
Che nel tempo ha portato un avviso ad una visione estremamente frammentata dei rapporti tra Stato e regioni
In altri termini
Non bisogna negare che i criteri di finanziamento delle regioni sono passati da una visione unitaria ad una visione in cui i rapporti hanno finito per essere di tipo esclusivo tra singoli assessori e ministri
E tra singole regioni e ministri
E quindi venuto meno non solo un disegno unitario tra finanza regionale neanche venuto meno un disegno di rapporto tra Regione Stato
Ora
Dopo la centocinquantotto si sta però affacciando un altro provvedimento
è stato diffuso tra le regioni in fase di discussione
E che fosse speriamo diventi un disegno di legge
è un disegno di legge questo una proposta del disegno di legge il cui elemento forte è rappresentato dal superamento delle logiche previste per il fondo ex articolo come voi sapete il finanziamento delle funzioni normali e oggi affidato a questo fondo previsto la duecentottantuno
Che ripartisce uno stanziamento del bilancio dello Stato
Tra le Regioni secondo una serie di parametri
Lo stesso criterio gli stessi criteri ma con ponderazione diverse sono alla base del reparto di un altro fondo che quello ex articolo nove altrimenti nota come fondo di sviluppo regionale
Da sempre il fondo ex articolo otto e criticato aveva giornalisti
Perché è un'aperta violazione di quello che era l'impianto costituzionale che voleva la finanza regionale basata sulla compartecipazione al gettito di tributi erariali nonché sull'autonomia impositiva
Bene in questo disegno di legge che sta percorrendo forse
Qualche passo dovrà percorre ancora qualche passo
Con l'assenso delle regioni a livelli dei ministeri si accetta il principio che il fondo ex articolo otto sia sostituito da un sistema di compartecipazione
Ai al gettito regionale di tributi erariali cioè in altri termini
Non ci dovrebbe più essere un fondo nazionale ripartito attraverso i parametri tra le Regioni
Ma si dovrebbe essere la fissazione di una quota
Di alcuni tributi erariali che spetterebbe alle singole regioni
Si creerebbe così un parallelo tra l'ordinamento delle regioni a statuto ordinario e quello delle regioni a statuto speciale
Così come la regione sotto speciale compartecipano al gettito dei tributi statali sul territorio allo stesso modo le regioni ordinario
Potrebbero godere
Di questi finanziamenti e al pari delle regioni speciali ci sarebbero ovviamente le differenze tra regione e regione perché ovviamente c'è da un lato l'esigenza di conservare in qualche modo il livello attuale delle risorse a disposizione
Ma c'è anche l'osservazione che le quote con l'ammontare dei gettiti in termini assoluti tra regione e regione sono diversi un'imposta come l'IRPEF folli vadano ovviamente gettiti diversi tra Lombardia e la Basilicata la Calabria
Questo significherebbe in buona sostanza che le quote di compartecipazione potrebbero essere poniamo del cinque per cento per la Lombardia e del venticinque del trenta per cento per una regione più povera
Esattamente come viene per legge un suo speciale dove ad esempio la regione Sicilia a parità di competenze rispetta le province di Trento e Bolzano gode dell'intero ammontare dei tributi dello Stato
E in più riceve il fondo di solidarietà di solidarietà nazionale mentre sempre province di Trento e Bolzano hanno livelli complessiva azione che al massimo la Giorgino fedelissima che tocca anche livelli molto più bassi
Quindi era già una previsione
Che il legislatore costituzionale aveva in qualche modo introdotto nel nostro ordinamento e che verrebbe quindi estesa anche alle regioni a statuto ordinario
L'idea è che queste quote di compartecipazione al pari di quanto avviene in altri Paesi in questo momento in mente l'esempio stretto potrebbero essere riviste ogni un certo numero d'anni ad esempio tre anni al fine di adeguare dire le risorse regionale quella che è la dinamica non soltanto dal getto di tributi ma anche ordinari che il passo di quelle persone se le competenze delle singole regioni
Ma direi che
Questo provvedimento in fase di lavorazione contiene anche altre novità
Riguardano il rapporto con tra lo Stato e le Regioni sotto speciale
Ora qui c'è un'osservazione che a mio avviso è di estrema importanza
Molto spesso il dibattito politico
Ha ruotato al nostro Paese intorno alla questione
Dei rapporti tra la spesa pubblica il mezzogiorno il nord e credo che mai tanti equivoci abbiano accompagnato questo tipo di dibattito
Dopo Nitti quasi nessuno si è mai occupato di queste cose
Quindi dire che siamo vissuti per sessanta settanta anni lavorando chiuse le impressioni che sui fatti
Certamente fino alla fine degli anni settanta
La spesa pubblica
Complessiva si è concentrata soprattutto al Nord e non certamente asciutto
Solo di recente
Questa situazione si è modificata
E oggi siamo in una situazione in cui la spesa pubblica complessiva quindi dallo Stato a fine comunque
Gli enti di previdenza
In ciascuna regione
è sostanzialmente allineato
La Spesal per abitante
Nelle diverse regioni italiane
è sostanzialmente Lastex
In Lombardia come in Calabria
Non ci sono aree di privilegio tra nord e sud
Larry privilegio che esistono sono quelle tra le are amministrata da regione a statuto speciale
E quel amministrate regione sottordinati
Una regione come la Valle d'Aosta ha entrate pari al reddito medio per abitante degli italiani
In altri termini
La Regione Valle d'Aosta e anche la regione più ricca d'Italia per il semplice motivo che le sue entrate sono pari al reddito medio di cui gode ciascun italiano
Per quanto poco fazioni valdostane
Producessero pure una lira di valore aggiunto tutti quanti insieme la Regione Valle d'Aosta grazie ai meccanismi di finanziamento dello Stato sarebbe esattamente allineata sulla mente del reddito nazionale Italia Quincy anche tutti i valdostani fossero tutti disoccupati
Il loro reddito sarebbe quello medio nazionale
Altrettanto voi sapete tutto per la Sicilia ovviamente non arriva a questi livelli ma la situazione c'è ed è questa una situazione di privilegio che nasce non tanto dal fatto che le entrate sono eccessive nel caso la Valle d'Aosta direi che alla base c'è un provvedimento mira assurdo è quello che prevede che la Regione abbia una compartecipazione sull'IVA all'importazione per cui qualsiasi cittadino italiano che acquista una vettura francese aumento all'entrata della Valle d'Aosta a patto che con la vettura si entrate in Italia passando attraverso il valico del Monte Bianco
Ora voi spiegatemi per quale motivo una regione dobbiamo dare tutte l'IVA che noi paghiamo sulle merci francese non so che cosa ci sia alla base di di di una valutazione di questo tipo comunque diciamo questa situazione di privilegio delle regioni
Statuto speciale nasce non non tanto dal fatto che le loro entrate sono elevate ma da un'altra questione
Dal fatto cioè che le previsioni
Per quanto riguarda le Lecciso le competenze non sono stati attuati la Regione Siciliana che ha entrate che coincidono con l'ammontare dei dei tributi
Statali applicati in Sicilia
Dovrebbe gestire a per statuto tutte le competenze che sono di fatto dello Stato escluse la difesa la giustizia e la sicurezza pubblica per intenderci la pubblica istruzione per statuto
Compresa l'università dovrebbe essere competenza della Regione Siciliana
Di fatto la regione Sicilia non esercita questa competenza queste esercitato dallo stato costa due mila miliardi
Ma questi due mila miliardi non sono detratti dalle entrate della Regione Sicilia
In altri termini la regione Sicilia riceve tutte le entrate che sono dello Stato e per statuto dovrebbe
Esercitare tutte le competenze che sono dello Stato nella realtà gode di tutte le entrate che sono dello Stato ma esercita una di fatto delle Coop un livello di competenze che è molto più vicina a quella di una regione a statuto ordinario
Che alla previsione statutaria
E lo stesso discorso potrebbe essere ripetuto per la Valle d'Aosta potrebbe essere per tutto per il Friuli in un quadro di difformità incredibile per cui di fronte ad una previsione statutaria sostanzialmente identica vi sono regioni
O province un'opera di Trento e Bolzano che hanno a loro carico la gestione di fondi per la finanza locale cioè per intenderci province di Trento e Bolzano i Comuni sono il finanziamento di comuni
E a carico delle amministrazioni provinciali
Mentre questo non accade in Sicilia non accade in Sardegna non accade in Friuli e non accade in Valle d'Aosta
Siamo quindi di fronte perversione sito speciale al vero elemento di dissonanza nel quadro delle dotazioni di risorse del nostro Paese quindi se conflitto c'è non è un conflitto tra nord e sud ma in conflitto tra Regioni ordinarie elezioni ASP speciale non intese come enti ma intesi come territorio gestiti da questi enti perché perché in buona sostanza
L'intervento statale esercitati in queste aree non è sostanzialmente difforme da quello che si esercita nel resto del Paese sono questioni che vantano migliaia di miliardi
Su questa realtà senza intervenuti con un taglio di due mila trecento miliardi con centocinquantotto altro si potrà fare non agendo però sul fronte dei finanziamenti ma soprattutto sul fronte della riconoscimento delle competenze statutarie l'operazione corretta da condurre a mio avviso non è quello di ridurre le entrate ma quello di riconoscere alle regioni
Le competenze che sono state previste dagli statuti alternativamente se non si vogliono i conosce le competenze va be si considerano queste come funzioni delegate dalla Regione allo Stato
E lo Stato trattenga i necessari costi dalle dotazioni finanziarie
Quindi anche su questo fronte questo nuovo disegno di legge vuole intervenire
Altro punto importante riguarda la questione
Delle confluenza ancora una volta
La proposta che si vorrebbe fare e quello di riprendere in mano il buon DPR seicentosedici e provare a rileggere il bilancio dello Stato
Spazza Orlando cose che dovrebbero stare nei bilanci delle regioni ma che invece ahimè tornano sempre ad essere presenti nel bilancio dello Stato
Ora queste sono le intenzioni ma che dire che
Non potranno
Portare la definizione di
Ore giornalismo nemmeno sul piano finanziario se non verranno risolte alcune questioni di fondo
La prima la questione sanità
Se la questione sanitaria non verrà risolta a mio avviso le Regioni ordinarie finiranno per soccombere sotto il peso di questa competenza ora
C'era il nostro legislatore una sorta di miopia a mio avviso
Non ci stiamo rendendo conto che
Nei rapporti con le USL e con l'azionista stiamo ripercorrendo
Le stesse
Grazie che avevamo percorso con il mutuo a ripiano dei bilanci dei Comuni
La sanità è indissolubilmente associata all'idea di mutui a ripiano abbiamo ripianati i debiti delle mutue
Abbiamo ripianato i debiti degli ospedali e adesso stiamo ripianando i debiti dell'Unità sanitaria
Così come per trent'anni abbiamo ripianato i debiti dei comuni
Non riteniamo più adesso i debiti del Comune
E non li riteniamo più da quando abbiamo riconosciuto i comuni quegli spazi
Di gestione delle tariffe
E quel poco di autonomia impositiva che ha consentito al governo centrale di dire comunica che devono risorse
Procurate
Se noi non riconoscere alle regioni e all'unità sanitarie locali uno spazio
Non dico di autonomia impositiva ma può essere di autonomia impositiva per le regioni e di autonomia tariffaria per le USL noi finiremo per incontrare sempre lo stesso tipo di difficoltà in altri termini così come i Comuni degli anni sessanta e settanta
Avevan degli amministratori che si sentivano
Dei funzionari in trasferta con rimborso a piè di lista allo stesso modo il presidente delle uso le consiglio d'amministrazione sono dei funzionari che girano colpi etilista
Perché ovviamente di fronte a una domanda
Associato ad un concerti gratuita che quindi va tendenzialmente verso l'infinito perché tutto quanto è gratis viene percepito e con dimensioni infinite
Gli amministratori locali nonché perché possono fare dire di no ovviamente non possono che dire di sì e non avendo strumenti per limitare la domanda e per limitare se stessi mentre il centro di fronte al fatto compiuto
Quindi non ci sono molte alternative a mio avviso con la sanità si centralizza
E si torna regime delle mutue o qualche cosa di simile fra Germania ancora un sistema mutualistico tutto sommato funzione
Oppure si decente
La situazione attuale di decentramento di diritto di centralizzazione di fatto non può che produrre gli effetti che stiamo verificando
La seconda questione
E quella meridionale
Ora
L'Italia non è tutta uguale
Mi sono tradizioni di decentramento ci si accompagnano la tradizione di non decentramento di non governo
Non vorrei qui ripercorrere il dibattito che accompagna l'unificazione della seguiti basta dire che prima dell'unificazione
Il primo del senatore Bossi Mazzini proponeva che l'Italia si articolarsi in tre quattro grandi regioni
E non sarà nemmeno citare il federalismo di Cattani
Quindi
E non si è nemmeno fare confronto tra questa situazione e quello che poi accadde con estensione dell'ordinamento piemontese e tutto il resto d'Italia
Indubbiamente vicende le differenze tra Nord e Sud perché non sono soltanto di natura economica
Ed è indubbio che l'esigenza
Di evitare l'allargarsi e di di una forbice di un divario tra Nord e Sud
Abbia spinto il legislatore a varare ordinamenti che tenessero di fatto al palo le regioni del Nord
Per consentire al Sud arrancando magari di raggiungere certi livelli ora
Non può nemmeno essere negato che questo sistema porti alle reazioni spesso sconsiderati cui si assiste oggi
Di forze politiche
Che con voce crescente chiedono di mettere in discussione i meccanismi di solidarietà
Credo che se di nuovo regionalismo sto il parlare bisogna pensare anche a meccanismi di solidarietà diversi
Ora
L'esperienza di questi anni credo che abbia dimostrato come il problema
Del sostegno al Mezzogiorno non sia
Solo un problema di risorse
Ma è un problema di qualità delle amministrazioni
Ora
Se c'è una censura da fare all'esperienza della Cassa del Mezzogiorno è questa
Quella casa mezzogiorno fu un'esperienza di colonizzazione
La Cassa del Mezzogiorno abituato per vent'anni gli amministratori locali del Sud
A tagliare nastri
L'intervento della Cassa non fu mai un intervento aggiuntivo ma fu sempre un intervento sostitutivo
Abbiamo così generato una classe di amministratori che non sa che cosa significhi
Progettare un acquedotto
Dare in appalto la costruzione di una strada
Discutere e distinguere tra un progetto di fattibilità è un progetto esecutivo
Io credo che se leggessimo anche la vicenda del terremoto e dei cinquanta mila miliardi della rete Remo Tati in questo modo forse potremmo trovare molte delle spiegazioni che non abbia mai trovati
Non si può chiedere a sindaci il cui Bilanci
Dei comuni avevano la voce spese in conto capitale la somma zero
Di gestire ed imparare a gestire con efficienza dalla sera alla mattina un bilancio che avesse scritto cinquanta o cento miliardi
Quindi
La prima cosa di cui supervisione
è quella di una capacità di progettualità che oggi non ha e non è solo della pubblica amministrazione
Perché la Cassa del Mezzogiorno non solo non abituato i funzionari locali a gestire e a realizzare opere pubbliche ma non forma nemmeno una classe di progettisti a livello meridionale
Non dobbiamo dimenticare che la sede della Cassa del Mezzogiorno non era né a Napoli né a Palermo né a Reggio Calabria era a Roma
Quindi
Se interventi
Innovativo ci deve essere sul fronte dei rapporti col Mezzogiorno questo non può che passare attraverso il ricorso sistematico
Alla progettualità ma non basta
Serve anche a mio avviso ripensare i meccanismi di finanziamento
In particolare io ritengo essenziale che così come si è cercato di porre termine allo stillicidio dei rapporti finanziari tra Stato e regioni si ponga anche termino lo stillicidio di rapporti finanziari tra Stato e regioni meridionali
Oggi è praticamente impossibile conoscere quant'è la spesa statale a favore delle regioni meridionali perché sono tali e tanti canali di finanziamento
Regionali statali per singole regioni per singoli comuni per singole settori per singoli settori d'intervento per cui nessuno è effettivamente in grado di sapere qual è il flusso di risorse o di autorizzazioni aperti a favore del Mezzogiorno
Non solo ma questa molteplicità di canali di finanziamento sottende anche una molteplicità di centri decisionali
Che male si adatta
All'esigenza di una visione che voglia essere trasparente e coordinata di interventi
Io avrei una proposta da fare a questo riguardo
Che tutte le risorse destinate al Mezzogiorno confluiscono in un unico fondo
Sarebbe molto bello se questo fondo fosse definito magari ogni tre anni dal Parlamento
E ancor più bello se questo fondo anziché dallo Stato fosse gestito dalle regioni meridionali
A mio avviso
Il ministero per il Mezzogiorno
E la Conferenza dei presidenti delle regioni meridionali potrebbero farsi carico di individuare le priorità
E di individuare le modalità di utilizzazione delle risorse a disposizione in una visione unitaria
Con l'obbligo di operare facendo riferimento solo a Progetto e a progetti esecutivi non a disegnini tracciati sulla cartina geografica con la matita dal primo geometra di passaggio
E sarebbe ancor più bello se ogni anno il ministro per il Mezzogiorno si presentasse in Parlamento
E dicesse i quattrini caccia vetrata sono stati questi
Abbiamo finanziato questi progetti è stato fatto questi ci sono stati ottenuti questi risultati
E questi risultati si discostano pertanto per poco dalle aspettative che ci eravamo posti
Sapremo tutti
Quanto finalmente va al Mezzogiorno e che cosa si fa con le risorse date al Mezzogiorno usciremo ce l'ha con la nebbia
In cui crescono i sospetti e i conflitti cui ci stiamo bijou con cui ci stiamo abituando a convivere
L'ultimo punto
Riguarda l'atteggiamento nei confronti delle differenze
Ora e l'intervento di un'idea ha ben colto le contraddizioni esistenti tra l'esigenza dello Stato unitario o meglio però che potremmo collegare alla battuta fatta l'Italia dobbiamo fare gli italiani ripete se dovessi uniformare tutto quanto il disegno di differenziazione che inevitabilmente associato ad un'idea di decentramento ora credo che su questo fronte
Una soluzione potrebbe essere trovata solo se lo Stato accettasse l'idea che il principio di uniformità si può associare solo al concetto di il livello minimo di intervento
In altri termini lo Stato dovrebbe preoccuparsi che su tutto il territorio nazionale fossero raggiunti degli standard minimi di prestazione d'intervento pubblico
Arrogandosi anche il diritti sostitutivi
Nel caso in cui questi non venissero raggiunti lasciando poi alle Regioni la responsabilità di andare oltre questi livelli minimi garantiti da specifici finanziamenti statali ricorrendo risorse proprie
Ecco allora che in questo modo potremmo rileggere il rapporto con la sanità potremmo rileggere rapporto che trasportano leggere anche tutte le politiche settoriali
C'è in altri termini si tratterebbe di rinunciare per lo Stato all'uso sistematico dello strumento finanziario
E al ricorso invece in sua vece ad un controllo basato sui risultati che ripeto devono essere associate livelli minimi di prestazione
Ecco allora che se si parla di sanità serve fa riferimento al livello minimo di posti letto se deve fare il livello riferimento a rapporto minimo tra medici e pazienti lasciando poi la responsabilità ciascuno
E di agire
La Costituzione prevede che lo Stato garantisca
L'assistenza sanitaria gratuita non a tutti gli italiani
Ma solo ai meno abbienti
Perché non pensare di leggere la previsione del del del legislatore costituzionale associandolo a un livello minimo di prestazioni garantito a tutti
Ecco perché altrimenti dico cosa facciamo garantiamo anche la chirurgia estetica tutti gli italiani a spese dei contribuenti italiani perché questa è la realtà verso cui stiamo andando
Ora
Io credo che ci sia un un ciclo di vent'anni
Nelle vicende del regionalismo ci sono voluti vent'anni per passare dalla previsione costituzionale
All'attuazione delle regioni a statuto ordinario ci sono voluti altri vent'anni dal settanta al novanta tre che si mettesse in discussione l'ordinamento finanziario e l'impianto attuale del regionalismo
Spero che non sia con altri vent'anni perché ci si possa incontrare parla di un regionalismo compiuto grazie
La ringrazio molto anche il professor Cerea per la sua relazioni io sarei quasi tentato a intervenire perché
So che devo fare sotto questo forse mi sono proposto solo al moderatore
Ma forse qualche parola me concessa ma almeno per quanto riguarda una ricostruzione dell'intervento straordinario che professor Cerea fatto molta vivace e brillante mente ma forse ma richiede anche un'analisi
Accurata nonché la sua non lo sia ma forse anche più accurata nei fatti nell'esperienza mi rendo conto di introdurre elementi che possano essere turba attivi al nostro dibattito ma parlare fin dall'inizio per esempio di colonizzazione del Mezzogiorno da parte della cassa forse richiederebbe anche non solo conoscere la situazione degli anni quarantotto cinquanta del Mezzogiorno
Ma anche tener presente che le grandi cose nel campo pubblico della Cassa per il Mezzogiorno dava bonificata problemi idraulici delle dighe
Furono fatte proprio accogliendo il Progetti che nascevano su scala locale ecco questo è un punto fisso storicamente inoppugnabile
C'era proprio una cultura tecnica che nasceva non a caso da Nitti giustamente evocato e che poi è andata avanti e che ha permesso alla cassa di attingere a un patrimonio immensa di esperienze o vastissimo di esperienze di progettualità
E quindi io che mi sono andato a rivedere per altri fatti in questi mesi proprio gli atti deliberativi del consiglio d'amministrazione della casta cinquanta cinquantuno sono anch'io ha tentato un po'per motivi così storici
Che ripercorre un po'questa esperienza ho visto come nascevano le cose quale fosse il collegamento stretto allora tra realtà locale
E realtà centrale in collegamento debbo dire fortemente deteriorata sì a partire dagli anni Settanta ecco allora qui posso dare anche molta molta ragione
Poi sette io sarei tentato interventi aggiuntivi e non sostitutivi
Certamente ma questo non è responsabilità né della Cassa del Mezzogiorno nel né della realtà meridionale se lo Stato ordinario non ha fatto la sua parte e invece di un quaranta per cento di risorse che doveva destinato al Mezzogiorno è stato Grasso che colava quando ne assegniamo un venti per cento
Con una serie di ministeri fondamentali che non andavano al dieci per cento della spesa
Non sarebbe questo l'attuale lo stato dei telefoni delle strade ordinarie
Della della sanità della scuola dove sono concentrati dopo tutti i doppi e tripli turni della fatiscenza anche di molti edifici scolastici
Se proprio l'ordinario non avesse fatto la sua parte poi ci sarebbe anche da dire sugli amministratori non abituati a programmare e gestire ovviamente va tenuto anche conto che quello che era il livello della classe
Della classe amministrativa del Mezzogiorno eppure non si può negare come si sia creata anche una nuova classe in questi in questi decenni con le sue luci e con le sue ombre l'ultima sottolineatura
Quando si parla di render conto
Annualmente al mezzo al Parlamento dei risultati
Non posso non ricordare che ancor prima della nota aggiuntiva di la Malfa nel sessantuno l'allora ministro per il Mezzogiorno si presenta in Parlamento e lo fece per alcuni anni
Con una relazione sull'ordinario o straordinario che io non esito
A definire splendida
Anche se c'avevo anche una piccola parte
La relazione che consiglierei di rileggere per la qualità dell'analisi politica per la visione programmatica per i dati contenuti
Debbo dire che era facilissimo contare i parlamentari presenti
Che difficilmente superavano i dieci
Quindi in quegli anni l'attenzione al controllo l'attenzione al Mezzogiorno era quasi un'attenzione sia nei primi anni Sessanta residuale
Chi leggesse le cronache politiche quegli anni leggerebbe che il problema del Mezzogiorno a un problema che contava pochissimo nella vita pubblica economica sociale del Paese quindi problemi sicuramente sono Complessi sono ricchi di intrecci
E giusti giusto che vadano ripresi per fare luce sulle molte ombre per magari cercheremo di dedicarci anche qualche attenzione più specifica in un prossimo futuro ringrazio ancora il professor Cerea
Darei la parola per la terza per l'azione della mattinata sul tema le condizioni di un nuovo regionalismo al professor pastori
Ogni Cerea hanno
Già fatto da par loro un'analisi
Delle tendenze
L'esperienza regionale
Gli Giada questa analisi sono emerse
Delle indicazioni per il futuro
Adesso in questa
Terza
Relazione ci si deve più da vicino occupare nella prospettiva che fare allora per le regioni
Per le regioni del degli anni novanta
Nel corso di quest'ultimo decennio di fronte all'evidente progressivo decadere della condizione regionale
Ci sei già più volte interrogati sui rimedi e si sono via via indicate le varie misure di riforma la l'assetto delle istituzioni centrali a quello dei poteri regionali sotto i diversi profili legislativo programmatorio amministrativo organizzativo finanziario
L'assetto dei rapporti fra centro a Regioni ed enti territoriali minori sul piano specialmente del coordinamento e del controllo credo che sia stato detto qui suggerito tutto quello che poteva essere detto suggerito forse ci troviamo oggi si può fare una notazione che i vari aspetti sono stati fosse trattata in modo ciascuno a sé stante
Mentre oggi
Si avverte il senso complessivo dell'assenza della della messa al margine
Delle regioni sul piano politico istituzionale
E si ripropone la questione regionale
Come questione squisitamente politica nel suo significato più alto questore fatto nuovo e allora credo che si tratti di ricomporre in una visione il più possibile unitaria
Quello che si vuole
O si deve realizzare in altre parole si deve ripensare il modello di Regione
Fatti non siamo di fronte a due modelli di Regione falliti e non abbiamo al momento nessun modello ma soltanto il disordine istituzionale come è già stato messo in evidenza da un'idea a Cerea il primo modello quello costituzionale semmai così lo si può chiamare per l'evidente carattere
Compromissorio dello stesso quale risulta anche dalla lettura delle vicende storiche che ne accompagnarono
La formazione e la definizione era certo un modello ispirato a principi di autonomia un modello garantistico ma di un garantismo debole
In sé patto come era eccome e di limitazioni dirette o indirette o possibili all'autonomia e ai poteri regionali
Specie in campo legislativo basti pensare in particolare alla all'articolo centodiciassette al limite di merito dell'interesse nazionale al limite i principi fondamentali
A cui attenersi nell'esercizio della potestà legislativa regionale
Ne peraltro affrontava e risolveva questo modello le opposte esigenze
Della cooperazione e del coordinamento fra i livelli se non sotto il profilo abbastanza indiretto e comunque pervasivo dei controlli
Un'autonomia debole senza cooperazione per di più poi sul modello costituzionale al momento della sua attuazione nel mille novecentosettanta la legge duecentottantuno che all'origine
Nel successive
Direttive direzioni di attuazione della esperienza regionale si sono innestati istituti specie sul piano amministrativo l'indirizzo e il coordinamento
E sul piano finanziario come già ricordato l'assetto delle fonti d'entrata ispirati a una filosofia di uniformizzazione di perequazione ione
Rigida
Che istituti che hanno ulteriormente scavato Brecht cioè nel modello dell'autonomia
E del garantismo del mille novecento quarantotto alla fine degli anni settanta si allora tentata la razionalizzazione del modello costituzionale
Proponendo con la legge trecentonovantadue del DPR seicentosedici un modello cooperativo
Che voleva recuperare il senso della pienezza di ruolo dell'autonomia regionale sul piano della programmazione e dei rapporti
E delle procedure di programmazione
Con l'obiettivo di porre le regioni organicamente inserite all'interno del sistema delle decisioni e dei poteri pubblici
Ma anche del modello dell'autonomismo cooperativo in questo ultimo successivo decennio credo che si sia accolto o si sia voluto cogliere soltanto il principio di cooperazione
Se non di subordinazione delle regioni e alle finalità e agli interessi comuni espressi dai programmi ed alle scelte centrali una cooperazione senza autonomia in questo caso il modello è degenerato anzi in un modello di cooperazione oddio consiliari e Tagliavia più debole delle regioni al centro in un non modello in cui tutte le incursioni nelle sfere di autonomia sono possibili
E tutte le incursioni sfere di autonomia hanno trovato giustificazione
Credo che sia esemplare lo ha già ricordato Valerio Onida la legge sulla difesa del suolo cento ottantatré novanta ed è ancora più esemplare la relativa sentenza ottantacinque del novanta della corte costituzionale che ha giustificato sulla base del fatto che si tratti di una legge obiettivo la legittimità di una sistema di programmazione nazionale come materia a sé stante nelle materie regionali sovrapponendo questo sistema di programmazione che non so quale fondamento abbia alla ordinarie competenze regionali
Un nuovo modello in cui le regioni sono ormai governate dal centro in via amministrativa
Indirizza il coordinamento i poteri sostitutivi sono
Sintomi più evidenti in cui le regioni sono utilizzate più per segmenti che per processi decisionali in sé compiuti
E sono in quanto in autonome in quanto dipendenti deresponsabilizzate senza responsabilità
Al punto che quelle aperture per l'apertura di credito che la recente legge centoquarantadue novanta sulle Autonomie locali ha ridato alle regioni
Quanto meno sul piano ordinamentale sul piano programmatorio rischiano trovare da un lato degli enti come mi pare di vedere ormai assuefatti alla all'esecuzione che non al Governo alle scelte iniziative autonome e dall'altro rischiano di spegnersi in un contesto di leggi decisioni di settore
Tutte di segno opposto alla legge centoquarantadue si pensi alla tragicommedia della riforma riforma sanitaria in cui non c'è niente che sia incoerenza con la legge centoquarantadue del novanta
In generale si può anzi ad osservare come Meier innesti parziale di autonomia in un assetto che ha ispirato che informato a tutt'altre idea tutt'altri criteri
Finiscono per avere limitata periferica utilità come la giurisprudenza costituzionale pur prezioso sulla Regione commenta il generale e se non per stravolgere l'idea di autonomia si pensi all'uso che si sta facendo la Conferenza Stato Regioni
Alla legge centocinquantotto novanta sull'autonomia impositiva che viene ad essere utilizzata per compensare minori trasferimenti a titolo derivato alla Regione
Necessita dunque di ripensare nel suo complesso il modello di Regione
Il che forse oggi il più possibile di ieri per il mutamento di quadro politico nazionale e internazionale e delle mutamento di quadro istituzionale l'integrazione comunitaria in particolare
Questi mutamenti caratterizzano lo scenario di oggi in modo più evidente
Quindi il anche più recente passato
Da dove ripartire allora per costruire un diverso rinnovato modello
Credo che l'aria sia in certo modo obbligato si tratta di ripartire da un'idea in senso forte da un'idea forte di autonomia su cui posso fondarsi anche un sistema di cooperazione in senso altrettanto forte
è indifferente come posso chiamarsi il nuovo modello federalista o neo regionalista ciò che comporta ciò che importa e che si compongono assieme contenuti e garanzie dell'autonomia regionale in modo da farne
Insieme una componente costitutiva del sistema è un momento garantito di edificazione del sistema stesso
Nuovi contenuti ma anche nuove garanzie quasi più e prima dei contenuti le garanzie comunque di pari passo contenuti e garanzia quindi l'orizzonte non può essere altro che quello delle modifiche costituzionali
Per il superamento della pagina bianca come si è detto meglio della pagina grigia del modello compromissorio
Della Carta del mille novecentoquarantotto e del non modello esistente il modello della collaborazione degradata
Il che implica
Che
Nelle nuove norme costituzionali si stabiliscano sì quello che possono essere che possono fare le regioni ma anche specificamente ciò che non può fare il centro
Visto che l'evoluzione segnata da questi venti anni in senso centralistico
Nei confronti del l'ordinamento delle prerogative regionali il più delle volte ha percorso ha riempito gli spazi grigi lasciati tali nell'assetto costituzionale
Che cosa garantire allora come garantire
Un'idea forte di autonomia regionale parte innanzitutto
Da un'affermazione della regione come ente generale
Che la Corte a in alcune sentenze per quanto orali che ha riconosciuto e che in realtà non è mai stata data dalla Regione in modo espresse diretto nella Costituzione nelle leggi benché ci sia avvicinati adesso nella trecentottantadue nel seicentosedici
Come invece la nuova legge delle Autonomie locali ha dato del comune della Provincia
All'articolo due
Attorno a questo porsi della regione come ente politico generale si possono poi radiare le scelte sui diversi contenuti e garanzie dell'autonomia stesse a cominciare dal piano legislativo
Al riguardo si è più volte proposto negli anni recenti una riscrittura delle materie dell'articolo centodiciassette
Negli ultimissimi tempi se anzi proposto di abbandonare il criterio delle multe dell'enumerazione delle materie regionali per giungere inversamente ad enumerare le materia statali e individuare secondo una clausola generale
Residuale l'ambito di intervento restante
In materia regionale secondo una linea di tipo federalistico
Certamente nella prospettiva delle Regioni enti generali occorre senza dubbio una riscrittura organica aggiornata e specifica altra delle materne
E insieme occorre la la previsione che le regioni nel caso di materia ancora enumerate possono intervenire al di fuori di queste materie in relazione alle esigenze i problemi di ciascuna collettività
E territorio regionale
Ogni regione intere se così si può dire diventare ordinariamente una regione speciale
D'altro lato è indubbio che debba superarsi l'attuale tipo i limiti che sono posti o consentiti alla potestà legislativa regionale
Non so se basti dire al riguardo che ciò comporta il passaggio dalla potestà legislativa carattere concorrente alla potestà carattere esclusiva come spesso si suggerisce
Anche chi gode di competenza esclusiva come le regioni speciali è continuamente esposto non protetto rispetto alle incursioni
Facoltizzate Della Corte costituzionale a titolo di principi di grande riforma economico e sociale o di interesse nazionale o di altro
è certo che vada superata la connotazione di concorrente certe della potestà legislativa che fra l'altro connotazione che si è estesa fra l'altro impunemente contro la Costituzione all'amministrazione regionale
Occorre però nello stesso tempo ridurre tipizzare i limiti attualmente esistenti anche in ordine all'esclusivo all'esclusiva e garantire un diverso rispetto e tutela in via preventiva di questi limiti
Deve certo sparire l'interesse nazionale come limite di merito
E al limite dei principi anche per quelli di grande riforma deve darsi un contenuto più ridotto e tipizzato nel senso di grandi
Prescrizioni di Obiettivo del di ammettere sono grandi prescrizione di obiettivo regole carattere sostanziale
E di tipo generale
Nel medesimo tempo occorre che la tipizzazione dei possibili contenuti
Di questi limiti corrisponda d'altro canto una strumentazione è un'articolazione delle fonti legislative nazionali che oggi non esiste
Il pluralismo autonomistico non può essere garantito solo dalla costituzione da una parte e dalla Corte costituzionale dalla il pluralismo richiede la differenziazione delle fonti legislative è una cosa tanto ovvia che lo stesso costituente si era fatto carico con riguardo alla Pro
Usare degli articoli sette e otto
Nella Costituzione
Ci se ne accorge poi ogni volta che il pluralismo autonomistico fa un passo avanti nel nostro sistema sia che si tratti dell'assetto delle fonti nel campo sindacale del pubblico impiego
Sia che si tratti della nuova legge generale sulle Autonomie locali che l'articolo uno ultimo comma cerca di ovviare ma probabilmente non ci riuscirà in cerca di proteggere se stessi o dalle deroghe troppo facilmente prevedibili che verranno disposte collegi di settore come già comincia ad avvenire con decreti legge
In realtà le leggi generali che regolano l'assetto problema pluralistico devono esser leggi rinforzate o protette come si usa dire più frequentemente oggi ad esempio le regioni i loro presidenti hanno chiesto opportunamente una legge protetta per il nuovo assetto della finanza regionale
Ora si tratta di trovare il modo di realizzare tale differenziazione delle fonti di fare sì che le leggi generali
Il quadro diventino delle leggi protette nel procedimento e negli affetti
Non basta certo la Conferenza Stato Regioni le prerogative di confronto e di consultazione che le competono sui progetti di legge e gli altri atti fondamentali d'interesse generale per l'ordinamento regionale
Ne basta la voce per quanto prezioso della commissione parole bicamerale degli affari regionali
Ne serve purtroppo la la la riforma del bicameralismo varato dalla Commissione affari costituzionali
Per il Senato direi anzi che essa va addirittura in senso opposto alle esigenze di delineare un assetto adeguato delle fonti ad un ordinamento pluralistico e alle esigenze di queste la riforma e ispirata piuttosto un'esigenza di funzionalità Interna dell'istituto parlamentare
Senza neppure prevedere una diversa forza delle leggi a lettura bicamerale necessaria e di quella lettura bicamerale eventuale comunque senza fare il minimo riferimento specifico ai temi dell'ordinamento delle Autonomie
Sullo sfondo non poi invece che esserci
Perché si abbiano delle leggi protette in senso sia sostanziale che procedurale
O la Camera delle Regioni sul tipo del Bundesrat tedesco o altri meccanismi un organo specifico di rappresentanza
Regionale cui venga demandato il compito di concorrere all'approvazione delle leggi generali interferenti con le competenze regionali
E prevedendo che queste abbiano forza maggiore delle restanti leggi ordinari e chiarendo altresì un altro problema che se appena rotto modo
Netto in questi ultimi tempi gli effetti della nuova legislazione regionale rispetto a quella regionale
Nazionalismo agenzia nazionale rispetto a quella regionale nei termini dell'obbligo di adeguamento e non dell'efficacia immediatamente operativa secondo le indicazioni peraltro già emersa nel Progetto di legge Maccanico
Analogamente in quanto compatibile con l'ordinamento comunitario si dovrà poi poter configurare l'assetto delle fonti e relativi procedimenti di formazione delle stesse in sede comunitaria tanto più tenendo presente che l'ordinamento nostro sarà sempre più per il futuro un ordinamento
Unificato o è integrato sul piano comunità un ordinamento nazional comunista
Nella medesima prospettiva segnata dal dalla Regione come in via generale possono essere poi tratte delle indicazioni in ordine alla programmazione e all'amministrazione regionale
O se si vuole ai limiti che sempre la prospettiva che indicavo prima che deve incontrare l'intervento statale al riguardo
E proposito non si vede perché nell'ordinamento statale non si possano realizzare quello che è stato enunciato ancora in realtà dall'articolo cinque
Della costituzione ed è stato rilanciato negli ultimi anni come principio dell'ordinamento comunitario ovvero il principio di sussidiarietà
Secondo il quale deve essere possibile allocare compiti e funzioni al livello più prossimo alle popolazioni
In a livello più prossimo consentito dalla natura e dalle esigenze di funzionalità degli stessi compiti funzione in tal senso ha cercato di muoversi ora la legge sulle Autonomie locali con riguardo alle formule adottate per le funzioni dei Comuni delle province oltre che indirettamente per la programmazione e l'amministrazione regionale
Occorre ora anche sotto questo profilo dare contenuti e garanzie stabilendo alcune regole basilari
In primo luogo che appartengono all'amministrazione regionale con ciò all'amministrazione locale tutte le funzioni e i compiti che non siano espressamente riservate allo Stato
Vale a dire ove non si adotti già la clausola generale residuale con riguardo alla competenza legislativa in dubbio che tale clausola andrebbe quanto meno introdotta per l'amministrazione
Rompendo quel principio del parallelismo tra legislazione e amministrazione regionale previsto nell'articolo
Centodiciotto al primo comma e solo in parte temperato poiché la previsione della delega di funzioni del secondo comma dello stesso articolo
Principio che non trova peraltro riscontro in altri ordinamenti significativi ad esempio in quello tedesco
Solo così d'altronde forse si potrà tentare di invertire la tendenza paradossale tutta italiana
Per cui crescono i ministeri con l'ordinamento regionale invece che diminuire riaccorpare assi e trasformarsi il numero dei ministeri e maggiore oggi dopo vent'anni di Regione
Non di quanto è non lo fosse all'inizio
In secondo luogo andrà probabilmente previsto considerato che la programmazione accede alla competenza amministrativa
E che conseguentemente lo Stato salvi gli indirizzi le compatibilità generali la determinazione degli standard minimi di di di prestazioni di cui parla Cerea
Non può intervenire con programmi di intervento
Salvo che per le funzioni e i compiti che adesso si intendono espressamente a riservare mentre nella programmazione regionale si coordina la generalità degli interventi per la collettività il territorio in terzo luogo l'amministrazione regionale con ciò anche quella locale deve tornare ad essere un'amministrazione esclusiva
E quindi è necessario farla cadere vietare la funzione di indirizzo e coordinamento che è diventata una proteiforme funzione diretta sostituirsi indebitamente senza garanzia alcuna alla normazione primaria
E ha trasformato l'amministrazione regionale in un'amministrazione delegata del dallo Stato
Al più si potrebbe ammetterete solo ai fini di determinare quell'indirizzo e compatibilità generale dalla programmazione
Possono essere utilizzate mantenuta tale funzione ma entro sempre un sistema che vede al centro la presenza di una Camera delle Regioni o di istituti analoghi che intervengono nell'esercizio della funzione stessi
Queste misure di risistemazione la programmazione dell'amministrazione potrebbero anche essere benissimo adottate con legge ordinaria numero uno sconto ma se sei solo con legge ordinaria non avrebbero quella Resistenza è solo una rinnovata normativa costituzionale a riguardo o assicura
Attorno a tale impianto della legislazione dalla programmazione regionale
Non potranno poi non regolarsi in conformità gli aspetti del controllo controllo legislativo deve essere pro presumibilmente ripensato
Più che come controllo preventivo unilaterale delle leggi come il giudizio su un conflitto davanti a una corte arricchita nella sua composizione di membri designati dalla parte regionale
E quindi anche senza effetto sospensivo delle leggi
Il controllo amministrativo che oggi e addirittura arretrato rispetto a quello previsto dalla centoquarantadue
Per gli enti locali andrà anch'esso ripensato come controllo indipendente in funzione di tutela dello stesso ordinamento della stessa amministrazione regionale
è in questo quadro riportare far confluire anche i controlli sostitutivi
Comunque non nel frattempo non guasterebbe se si potesse quantomeno fare uno stralcio della legge Maccanico perché per la parte controlli fa di sicuro un progresso rispetto alla legislazione eccetera
Del mille novecento cinquantatré del pari del profilo finanziario deve poter essere ripensato come già detto c'è aria in coerenza con i principi che regolano la programmazione e l'amministrazione regionale qui si tratta più di riprendere l'ispirazione fondamentale dell'articolo centodiciannove della Costituzione che poi è stato tradito in tutti questi vent'anni di attuazione
E di realizzare quella regionalizzazione della finanza coordinata con la programmazione e protetta nei suoi strumenti determinativi come si ricordava viene richiesto anche dagli ultimi documenti regionali su di un'autonomia regionale ricomposta nei diversi piani in cui può manifestarsi
Si potranno allora costruire prevedere infine rapporti e modalità di cooperazione non subordinati
Rapporti e modalità di cooperazione fra soggetti autonomi che si muoveranno specificamente nella forma degli accordi e delle intese consensuali come già anticipa come già avvia l'articolo ventisette
Sulla legge delle Autonomie locali della legge sull'autonomia locale sugli accordi di programma e disboscamento direi gli intrecci procedurali esistente
Ad autonomia forte cooperazione altrettanto forte
Ma a quali regioni può competere un'autonomia così ritrovata con quale organizzazione anche da questo punto di vista si pongono come inevitabili modifiche agli attuali disposti costituzionali per ritrovare quell'autonomia organizzativa che in realtà la Costituzione ha riconosciuto assai limitatamente fissando invece criteri e vincoli di organizzazione sulla scorta di quella che era la disciplina degli enti locali all'epoca della Costituzione
Oggi la legge numero centoquarantadue per Comuni e Province paradossalmente più liberale in materia per alcuni aspetti che non le disposizioni costituzionali per le regioni
I punti relitte mi limiterò a indicare per una liberalizzazione così la chiamerei delle disposizioni in tema di organizzazione regionale possono essere tra i seguenti innanzitutto il riconoscimento di un'autonomia statutaria non tutelata dalla successiva approvazione parlamentare
Devoluzione all'autonomia statutaria della scelta della forma di governo anche prassi più modelli relativa determinazione del sistema elettorale conseguente rimozione in ogni caso dei vincoli di composizione e di competenza degli organi che sono oggi esistenti la competenza regolamentare del Consiglio
L'elezione nell'ambito consigliare della giunta oltre possibili nuovi sistemi elettorali per i Consigli stessi ma sono cose troppo note
Perché ci si debba insistere e che rappresentano il portato conclusivo credo della indagine conoscitiva sulle forme di governo regionale svolte
A suo tempo dalla Commissione affari regionali deve cambiare
Alla liberalizzazione dell'organizzazione il governo credo che debba corrispondere d'altro lato una corrispondente o rimozione che di per sé si potrebbe raggiungere fin d'ora dei vincoli impropri sull'organizzazione amministrativa che da un lato le leggi di settore hanno via via aggiunto e dall'altro hanno aggiunto
I contratti collettivi nazionali
Sul fatto che si debba ristabilire un autonomia organizzativa a livello regionale veicolo dell'autonomia
Strumento e veicolo dell'autonomia della responsabilità di governo delle regioni non credo che vi debbano essere dubbi
E ciò per tutte le Regioni di sottolineare vi sono oggi i sostenitori delle due velocità coloro che distinguono regione da Regione aree DRS
Di possibile diverso da accelerazione dell'autonomia regionale a seconda del regioni e le aree ma il problema mi pare che sia in tal modo mal posto
Si tratta piuttosto di prendere atto del bisogno di maggiori risorse quasi più che finanziarie tecniche organizzative che possono averi alcune regioni enti locali e are
Nel nostro Paese e fare di in modo di contribuire con apporti specifici particolari di questo tipo di risorse a creare condizioni di effettiva esercizio
E sviluppo della autonomia
Norme regimi straordinari non tutele protratte
All'infinito bensì risorse straordinarie per la crescita delle istituzioni ordinarie
E credo che sia l'unica strada da percorrere perché l'autonomia regionale sia e diventi patrimonio comune del paese e diventi in sei sviluppo veicola il fattore di sviluppo un nuovo regionalismo dunque attorno ad un'idea di Regione ente generale
Componente costitutive fondativa del sistema che sappia essere risposta al bisogno diffuso ed Espresso di autogoverno della collettività come diceva Valeria valida prima e di responsabilità in ultima istanza delle istituzioni nei confronti del cittadino
Una nuova idea che conti che assicuri la continuazione sul piano costituzionale
Del cammino incerto modo avviato con la legge centoquarantadue novanta per gli enti locali e per le regioni nei rapporti con gli enti stessi
E che dia che ridia speranza e fiducia in Breve in un sistema che oggi appare privo di senso essendo tutto è il contrario di tutto
Se nella stagione fin qui seguita dal delle riforme istituzionali e le regioni sono state periferiche nell'attenzione dei politici nazionali oggi in cui vi è una rinnovata spinta al regionalismo sul piano politico
Credo che sia giunto il momento di por mano organicamente al Titolo quinto della Costituzione e alle riforme conseguenti e connesse dico ai miei colleghi forse bisognerà fare un altro gruppo di paglia
Grazie
Grazie molto anche il professor pastori
Io penso di poter approfittare della partecipazione intensa che vedo tra i presenti per poter continuare senza l'interruzione
Nei con gli interventi programmati che abbiamo in programma
Dare quindi subito la parola al professor amorosi no
Pregando
Ciascuno di coloro che interviene a contenersi in dieci
è un bene troppo ristretto ci permetterà poi di essere varare libera ritardo
E di concludere i nostri lavori nel tempo previsto prego
Presidente Zoff mesi eravamo già avvertiti di
Un tempo molto breve quindi noi che ci occupiamo dei singoli settori
Ci limiteremo a valutazione di sintesi
Un minuto di più solo per uscire fuori dal settore che mi ha segnato che il territorio e paesaggio in ragione della comune milizia meridionalistica
Fare solo una notazione alla relazione del professor Cerea che io invece condivide in grandissima parte
C'è un punto di realismo
Al quale noi ci dobbiamo attenere non credo che sia pensabile
E certamente auspicabile fare l'unico fondo le per il Mezzogiorno non credo che sia possibile affidarlo
Integralmente per la spesa alle regioni meridionali io credo che l'esperienza di questi primi tre anni di programmazioni
Triennali
In base alla legge sessantaquattro dell'ottantasei ci abbia insegnato
Con una dura replica della storia quello che in tutti i paesi in cui si fa programmazione sviluppo si sa e che cioè ci vuole un centro
Di imputazione
Nazionale di alcune attività dati ICE si è sciolta giustamente la cassa non si è costituita l'Agenzia delle regioni chiamatela come vi pare ma comunque riemerge con forza che ci sono alcune azioni che per loro natura
O per la novità o per la complessità non possono che essere nazionali quindi questo è il nodo che si riproporrà fatalmente in sede di revisione dalla legge sessantaquattro
Ripeto senza fare torto ritorni al centralismo possiamo trovarne la configurazione più partecipata ma questo centro ci vuole e l'aver fatto venir meno questo centro ha creato nella legge sessantaquattro ottantasei quello che gli astronomi chiamano nel loro linguaggio uno Buconero nello spazio
Vengo al tema perché mi è stato assegnato che territori e paesaggio
Allora molto schematicamente ai fini di una valutazione di insieme dello stato delle cose regionali nelle materie territoriali credo che torni assai utile il criterio che ci veniva dato da un nostro maestro scomparso che era Mario Nigro
Che ha lavorato molto con noi che stato anche relatore qui al Formez varie volte
Cioè di non essere normoudenti Richie cioè di non fermarsi alle leggi ma di scendere alla concreta attività amministrativa almeno agli atti generali atti generali che nelle nostre materie sono gli atti di pianificazione di area vasta
Regionale subregionale e in altre parole il criterio della effettività delle funzioni
Alla stregua di questo criterio credo si possa dire che il panorama è abbastanza grigio con alcune zone di schiarita illuminate dall'innovazione legislativa e dall'effettuale governo del territorio
Le cause di questo panorama non esaltante vanno ricercate certo
Sotto alcuni profili nell'amministrazione regionale ma prima che nell'amministrazione regionale vanno cercate nel contesto normativo e amministrativo statale
Che immanente alla sfera regionale
Se rileggiamo quanto alcuni di noi scrivevano dieci anni fa e ricordo un altro dei nostri maestri Franco Levi si può dire che le disfunzioni dati ICE allora individuate si siano mantenuta nel tempo e si siano sommate con la tendenza a moltiplicare normazione scorciatoie cioè leggi di contingenza o di settore o di occasione
Costante nel rapporto Stato regione in questi anni è stata una serie di funzioni negative come li chiamerebbe Bobbio cioè mancato esercizio di funzioni
L'assenza poco avvertita dai più
Non di una mitica riforma urbanistica generale cui più nessuno pensa ma almeno di poche norme di principio sui procedimenti di pianificazione
Livello a cui correttamente si potrebbero tenere le cose
La mancata definizione dopo il seicentosedici del settantasette delle linee fondamentali di assetto del territorio nazionale anche qui indirizzo e coordinamento tenuto nei limiti corretti del rapporto Stato-Regione
La rinuncia del ministero e questo invece un fatto politico istituzionale dei lavori pubblici essere ministero del territorio
Con la frammentazione delle competenze generali aree urbane ambiente poi Protezione civile e via via rampollo Lando
E il rilancio solo sulla carta delle competenze in materia paesistica del ministero dei beni culturali
Accanto a queste invarianti dal livello statale sono giunte invece tre tipi di novità
Una è organizzativa
Che io non svaluta e Ray
Su questo possiamo discutere ed è la Conferenza Stato Regioni
Con tutti i limiti c'è un progresso rispetto al passato
Una e invece diciamo il sopravvenire di normazione di grande rilievo
Per l'urbanistica la legge sui suoli il recupero del patrimonio edilizio esistente
La legge Nicolazzi
La legge Galasso il condono la legge sulla difesa del suolo
Abbiamo poi invece sottolineo l'invece per brevità normazione settoriali o di contingenza e tenete presente se avrete anche giornali solo di ieri che perfino nella legge Mammì ci sono profili di che che incidono sull'assetto del territorio perché la localizzazione degli impianti e dei ripetitori che è stata portata non a caso innanzi alla Corte costituzionale l'altro ieri
Dal solita provincia di Bolzano non
Ora soprattutto però in questo terzo filone abbiamo le leggi di contingenza
Perché su di esse si è abusato e qui non sto a ripetere cose già dette dei concetti di interesse nazionale e di riforma economico-sociale che se possono trovare giustificazione
In alcune materie ambientali e non territoriali se posso trovare giustificazioni nel caso della
Legge
Galasso in altri casi evidentemente trovano meno fondamento
A fronte di questi tre tipi di condizionamenti vi ripeto l'innovazione organizzativa le leggi di grande importanza le leggi di contingenza e vediamo specularmente cosa hanno fatto le regioni allora
Hanno cominciato a giovarsi della istituzionalizzazione di questi modelli di negoziazione e poi di accordo convenzione intesa qui i termini per brevità lì
Considero equivalenti e un caso è certamente quello recentissimo dell'accordo sul raddoppio della Autostrada del Sole fra Firenze e Bologna
Secondo il profilo sì la variante di valico ma insomma chiamiamola sappiamo di che si tratta
Secondo profilo a fronte delle novità legislative diciamo strutturali le hanno recepite senza grandi novità
Con perfezionamenti incerto anche interessanti che riguardano soprattutto i procedimenti ad esempio hanno esteso l'ambito di applicazione del silenzio assenso anche le costruzioni non residenziali hanno disciplinato anche prima dell'articolo venticinque della legge sul condono
Le destinazioni d'uso hanno già prima di quella legge delegato l'approvazione dei piani attuativi
Agli enti locali
Hanno precisate meglio articolato le procedure per le concessioni autorizzazioni hanno generalizzato
I come dire ed è meglio tessuto i meccanismi di sanzione amministrativa raccordando lì alle revoche
Però sostanzialmente una recitazione recezione limitatamente creativa
Il secondo luogo a fronte delle invece terzo luogo a fronte delle normazione di contingenza cioè quelle che più brutalmente para contavano interventi sul territorio regionale cosa hanno fatto hanno talvolta reagito
E sono state come si diceva nel gergo militare però respinte con perdite innanzi alla Corte costituzionale
Per esempio la legge sui parcheggi è stata dichiarata costituzionale l'anno scorso la legge Galasso è stata ritenuta legittima laddove è stata interpretata come autorizzante interventi sostitutivi nel caso le regioni non facesse dei piani paesistici
Ancora è stata citata la legge sulla difesa del suolo e non mi sto a ripetere
In sintesi
A fronte della produzione normativa statale c'è stato un contrappunto regionale o adesivo o contro a positivo
Campo più interessante però e quello diciamo di specchio del rapporto fra Stato e regioni laddove c'è quella che io all'inizio ho chiamato la carenza di funzioni statali cioè in assenza di indirizzi sull'assetto del territorio in assenza di principi sui procedimenti di pianificazione
Le regioni abbia avuto campo libero molto vasto
E avrebbero quindi avuto un grande spazio normativo poi amministrativo
Questo spazio lo hanno riempito a metà possiamo dire anche qui con una valutazione di sintesi
Non tutte le Regioni si sono dotate di legge urbanistica generale ma solo alcune
Il contenuto di queste leggi urbanistiche generali è uniforme e qui torna un concetto che ci ha versato all'inizio Onida cioè fondo le regioni si sono copiata un po'la legge l'una con l'altra perlomeno nella fase come dire più densa di produzione legislativa in questa materia che è stata a cavallo degli anni ottanta
E quindi che cosa contengono queste legge urbanistica generali contengono il sistema cioè la macchinetta di successione dei tipi di piani
I procedimenti per capirci edilizi le sanzioni e poi parti organizzative col comitato consultivo
Soltanto di recente e parlo della legge Marche di quest'anno la legge urbanistica regionale comincia a comprendere anche una parte organizzativa più basta che quell'appunto di Telegatti decentramento delle funzioni
Ecco a fronte di queste leggi che trovano il loro centro di gravità nel sistema della pianificazione regionale abbiamo che
Poche Regioni pochissimi hanno fatto i piani territoriale di area vasta
Il Friuli speciale e l'Umbria ordinaria
Abbiamo alcune regioni come il Veneto che l'hanno adottato questo Piano territoriale regionale di coordinamento che è un piano eccellente ma non sono poi riuscite ancora apportarlo definitiva approvazione
E qui vado anche sempre per salti la vicenda si intreccia con quella dei piani paesistici
Ed è una vicenda molto interessante
Perché perché qui noi abbiamo al massimo di distanza fra il modello è la realtà
Ma allora modello è tutte le regioni si possono fare piani territoriali tutte le regioni dopo la legge Galasso si debbono fare piani paesistici o anche piani territoriali con specifica considerazione degli aspetti paesistici quindi anche piani diciamo
A valenza doppia
Questa realtà avrebbe potuto costituire cioè ecco questo modello se tradotto in realtà avrebbe potuto costituire la sede privilegiata ideale delle collaborazioni fra Stato e Regione con la regione che teneva in mano il boccino perché perché se noi riprendiamo l'esempio che vi facevo io scusa presidente perché credo che se un discorso interessante sulla variante di valico
Il problema vero per le grandi opere di impatto ambientale per le grandi interventi statali è non è quello di dover si metterà al tavolo senza avere un proprio quadro di riferimento ben più forte è la regione che in corso di redazione del proprio piano regionali interroga le amministrazioni statali insiste si è fatta a Venezia sta facendo per il piano della laguna dicendo nei prossimi cinque anni cosa pensi di fare da queste parti
Ci mettiamo d'accordo facciamo un'intesa e sulla base dell'intesa raggiunta perché io e John non ti posso imporre le mie scelte territoriali sulla base dell'intesa raggiunta chi localizzò gli interventi statali
Fermo restando naturalmente che se tu dopodomani mattina ti svegli e non tieni più l'accordo che ha fatto come ebbe ombre lo motivi con un sopravvenuto interesse vero oppure quanto meno dal punto di vista l'eccesso di potere la tua novità è illegittima quindi vedete i piani territoriali o territoriali paesistici potrebbero benessere la sede di e come dire incarna lamento corretto
Strutturale dei rapporti Stato-Regioni che invece sono quasi sempre conflittuali per il paracadutati sì per il le l'effetto paracadute di singoli interventi su singoli spezzoni di territorio
Ora la vicenda
è curiosa perché le regioni forse non hanno capito fino in fondo questa potenzialità
Di forza che avevano nella mano
E allora che cosa è successo è successo che le regioni hanno statuito in sede normativa senza opposizione perché nessuno le ha contestate
Hanno rivendicato la loro posizione contro i poteri sostitutivi
Anche qui è stata un'apparente sconfitta quella regione perché la Corte Costituzionale quando si è pronunciata sui poteri sostitutivi materia di piani paesistici
Affermato un principio di insostituibilità ma molto attenuata nel senso che solo se le Regioni richiamate non fanno niente richiamate ancora non fanno niente si possono sostituire capite bene che evidentemente e c'è un un forte ammortizzatore le regioni però questi piani paesistici non li hanno fatti per fortuna loro che il ministero dei beni culturali non sa che cosa proprio non sa materialmente che cose quanto sia complesso piano paesistiche quindi neanche il ministero dei Beni culturali
Ha fatto questa attività sostitutiva morale della favola e che i piani non esiste allora
Dove hanno provveduto le regioni invece e hanno avuto anzi il conforto della corte
E penso alla vicenda del piano paesistico dell'Emilia Romagna
Che segna un punto importante dell'ultima cosa che voglio dire perché adottato il Piano paesistico dalla Emilia Romagna annullato questo piano dalla Commissione di controllo sugli atti della Regione la Regione fatto ricorso alla Corte Costituzionale avvinto
E la Corte costituzionale con la sentenza del luglio scorso ha affermato un principio molto interessante che supera da un certo punto di vista quella rigida distinzione fra gli interessi differenziati in materia di territorio paesaggio ambiente che aveva come dire affermato nel corso di anni recenti la supera implicitamente laddove riconosce alle regioni la la legittimazione a darsi norme che prevedano l'integrazione fra paesaggio e territorio
E quindi i modi dell'integrazioni modi del raccordo i moti te la non distinzione rigida ma del coordinamento di questi interessi differenziati sono rimessi all'autonomia regionale
Capite bene che per questa via si può riesca pantere anche il concetto di urbanistica attraverso naturalmente l'attività
Di pianificazione naturalmente come vedete il discorso è un discorso che ci porterebbe lontano ma che per essere riempito avrebbe bisogno di una più forte iniziativa delle regioni ai fini della quale io ritengo essenziale
Quello che ci diceva pastori sul rafforzamento organizzativo
E sul rafforzamento organizzativo soprattutto delle regioni meno sfavoriti quindi risorse meno favorite quindi risorse aggiuntive strettamente vincolante
Alla rafforzamento delle Autonomie per vie interne non credo alla teoria della doppia velocità e dei due regimi teorizzato da cammelli credo che siamo fuori da una visione unitaria del nostro Paese grazie
Professor Balboni
Anche abusato cinque stemmino
Dovendo
Nella regia dell'incontro di studio a me è stata data
Dato come tema di riflettere alla luce della diversa sistematica delle Autonomie valutate nel loro complesso come anche si dice adesso in modo sinergico
Di Regioni Comuni e Province quale scaturisce dalla legge centoquarantadue del mille del mille novecentonovanta in tema specialmente ma si potranno fare soltanto dei brevissimi flash di servizi pubblici locali
E di modifica del sistema dei controlli andando verso il controllo di gestione
Beh intanto va detto semplicemente che il tema è di per sé immediatamente importante segnare una volta di più l'importanza dell'amministrazione dei fatti amministrativi come quei fatti costituzionali del quotidiano anche soprattutto valutati dalla parte dei cittadini elettori
Sempre di più il consenso e il voto verranno agli organismi politici non tanto rispetto a scelte ideologiche generali e astratte ma rispetto a scelte amministrative particolari e concrete ecco
Cioè quali prestazioni pubbliche quali servizi pubblici vengono erogati con quali costi con quali benefici
Il ragionamento di base del mio ragionamento esattamente quello che Giorgio Pastori di Kato prima
In e probabilmente anche dato dalla contingenza cronologica nella quale viviamo
E non possiamo non dichiarare apertamente che la normativa della legge centoquarantadue la nuova sistematica delle autonomie locali ai molti punti più avanzata della situazione normativa delle regioni ma possiamo dire anche di più
Per quanto riguarda la disciplina dei controlli
Quanto è stabilito nel nella centoquarantadue pensiamo soltanto alla parte sul controllo di gestione in itinere ma in qualche modo già ben delineata nel nell'articolo cinquantasette estremamente più avanzata
Di quanto ha stabilito la Costituzione e poi ha reso va arreso normativa la legge Scelba
In materia di controlli sull'attività mi amministrativa della Regione sull'attività amministrativa dei Comuni e delle Province da parte della Regione ad articoli centoventicinque centotrenta e qui ci sarà un grosso lavoro ma nemmeno troppo difficile da fare di integrazione di miglioramento e di rinnovamento
Quindi il primo campo sul quale becchiamo semplicemente una barelle segnalazione quello dei servizi pubblici locali che sono disciplinati dagli articoli ventidue e ventitré della legge centoquarantadue
Che introducono novità area rilevanti con riguardo alle forme di gestione dei servizi
Assolutamente inedite sul piano della previsione legislativa sono le figure dell'istituzione
Ed è la società per azioni a prevalente capitale pubblico quali forme di gestione dei servizi pubblici locali della prima non dirò nulla per mancanza di tempo dirò brevissime cose sulla seconda
La seconda innovazione legislativa forte che le aziende cosiddette speciali finalmente vengono dotate di soggettività giuridica in modo esplicito
La terza che le competenze normative in materia sono e resto ESP rimesse espressamente agli statuti con una dell'edificazione sostanziale importante che spetterà poi alla coloro che scrivevano gli statuti di occupare con tutta la forza che hard saranno capaci di esprimere
Non dico nulla né della storia coloniale dell'istituzione che poi
Dedicata prevalentemente a servizi sociali non aventi carattere imprenditoriale poche parole sul modello dell'azienda municipalizzata che viene demandato allo Statuto per la disciplina dell'ordinamento del funzionamento
Nonché per la determinazione delle modalità di nomina e di revoca degli amministratori
In tal caso la normativa statutaria a un modello recenti a cui ispirarsi e della legge novecentodue dell'ottantasei
E comunque dovrà mirare in particolare a conferire a dette aziende funzionalità ed economicità di gestione
Ne consegue che l'amministrazione delle aziende speciali debba essere affidata a membri di provata professionalità e questo è un leit motiv che dovrà ritornare sempre di più nelle modifiche legislative di costume alle quali ci dobbiamo avviare criterio da esplicitare da articolare con un procedimento apposito che deve presiedere alla nomina dei consiglieri d'amministrazione
Il controllo sul piano giuridico economico finanziario e gestionale dovrebbe in gran parte avesse dei figli affidato ugualmente a tecnici revisore dei conti
Dovrebbero poi essere previste forme di intervento in funzione di controllo riservati ai rappresentanti degli utenti specie se espressione di realtà
Associative a loro volta bisognose di disciplina a questo scopo da demandare a un Regolamento
Due parole ancora santo per segnalare Igli almeno i titoli dei paragrafi sulla società per azioni a prevalente capitale pubblico locale per la quale si porrebbero diverse questioni di ordine giuridico
Sulle quali vado molto di corso una prima questione si pone con riguardo ai criteri sui quali fondare la scelta di esercitare in tale forma la gestione di un pubblico servizio
Il problema non è di poco momento considerato che la deliberazione di gestire un servizio mediante ISPA può essere impugnata dinanzi al giudice amministrativo qualora sia sorretta da una motivazione insufficiente o contraddittoria
Una tale decisione deve giustificarsi innanzitutto in ragione della necessità che alla gestione del servizio partecipano anche altri soggetti pubblici o privati locali
Quando ad esempio appaia necessario un'adeguata strumentazione tecnica o la proprietà di brevetti una struttura organizzativa particolare unno auto specifico
Inoltre la giurisprudenza amministrativa in materia esige anche che sia congruamente valutata la maggiore convenienza economico finanziaria della scelta di tale forma di gestione rispetto ad altre forme specialmente la concessione
La centoquarantadue non dice espressamente ciò che lo Statuto posso debba prevedere in materia tuttavia il nostro ordinamento che pure pone nel Codice Civile alcune norme anche riferimento all'Espada
Compartecipazione pubblica al capitale nulla dispone in ordine a questa particolare figuro organizzativa che si trova in vero immersa
Nella norma civilistiche materia societaria ma gestisce pur sempre un pubblico servizio qui non vado oltre se non per segnalare il fatto che in un modo abbastanza tranquillo è passata una normativa che ha la capacità potenziale di spostare delle grosse fette di attività economica dal settore pubblico al settore sostanzialmente privato capitalistico senza dare nessuna valenza negativa come ormai nessuno più da a questa terminologia che per dopo avere deciso che la materia può essere gestite affidate in questo modo
Di diminuiscono enormemente i controlli in materia
Annuncio semplicemente che si dovrebbe parlare da anche di altre due cose della concessione dei pubblici servizi e dei contratti di programma
Non non non vado nemmeno dentro minimamente a queste cose per riservare gli ultimi due minuti sarà dire qualche cosa sul sui controlli ho già detto prima la il dato di fondo sul quale partire la normativa costituzionale centoventicinque centotrenta la normativa legislativa legge Scelba e poi altre normative conseguenti in materia di controllo fermandosi ancora e soltanto al controllo degli atti al controllo Days
Dei singoli atti di comuni o province della regione restano molto indietro la quella nuova cultura dei controlli specialmente versati voltati in una dimensione e di controlli di gestione che ai quali non possiamo più debba rinunciare Co allora la difficoltà in questa materia è quella di far nascere nel contesto sociale che non è molto preparato a questo una cultura della valutazione basata su riscontri concreti e non su scelte ideologiche ecco qui appaiono in primo luogo i due ruoli da una parte sinergici dall'alto in qualche modo opposti ma che debbono collaborare in maniera diversa da quanto oggi accade del tecnico e del politico
Perché controllo di gestione che il nuovo modo con il quale anche si danno risposta ad alcune delle esigenze che Gianfranco Cerea portava Avanti per un corretto uso delle risorse che poi vengono raccolte nella e dalla comunità nazionale il controllo di gestione delle risorse deve essere viste strutturato come un processo informativo decisionale
Che investe il comportamento di persone e di organizzazioni le regole le metodologie di valutazione delle attività pubblica devono in un certo senso come si sa sopperire all'assenza del mercato per questo settore deve dunque nascere una cultura della valutazione
E questa cultura non nasce in una stagione ecco io faccio un minimo riferimento di diritto comparato il controllo renda auditor general
Che ceda oltre centocinquant'anni d'Inghilterra il rango di Ministro Segretario di Stato gli auditors locali hanno una tecnicità una capacità professionale uno Stato su un rango
E hanno per di più la capacità di adire direttamente la magistratura
In Inghilterra che è molto diversa dalla soluzione che già pure avanzata prevista nell'articolo cinquantasette
Della centoquarantadue dove i revisore dei conti dottori commercialisti ragionieri che andranno a pensare questo controllo di gestione ex articolo cinquantasette hanno la possibilità di rivolgersi laddove riscontrino
Delle difformità nella gestione delle scorrettezze nella gestione del pubblico danaro di rivolgersi al consiglio comunale
Qui probabilmente ci si è fermati troppo presto
Bisogna rivolgersi direttamente alla magistratura e quei istituire una magistratura contabile con una qualità specifica che sia superiore a quella che purtroppo negli ultimi tempi ha saputo dimostrare la Corte dei conti ecco che non è certamente paragonabile al modo con il quale avviene severamente ma con efficacia
Un controllo delle risorse di gestione in altri ordinamenti come quello statunitense come quello
Inglese
Tutto questo perché e chiudiamo il discorso per dire che il si si deve arrivare di nuovo a mettere in piedi quel minimo discorso elementare secondo il quale tecnici e politici debbono fare ognuno la loro parte e il processo amministrativo deve essere un processo di conoscenza per la decisione ma la decisione non deve essere come spesso è un espressione di potere per atti singoli si deve ritornare ad avere una visione complessiva o come si può anche dire
Con impulsi di tastiera che significa amministrare amministrare e la cosa pubblica in un ordinamento democratico le regioni che non hanno fatto grandissime cose in questa direzione penso che sul piano dell'amministrazione di squalificare un diverso modo di fare amministrazione di gestione potrebbero dare una loro apporto e per questo meritarsi anche all'attenzione del
Nella a partizione dei compiti che la dottoressa renziani
Affatto organizzare questo convegno
Ma è stato attribuito il tema dell'ambiente
Che avrà naturalmente qualche interferenza con le cose per cui avrà naturalmente qualche interferenza con le cose dette prima dette prima da Sandra Morosini noi comunque con molte cose
Che già sono state toccate
Nel corso delle relazioni anche perché la materia ambientale è stata un po'la cartina di quasi la cartina di tornasole di tutte le principali vicende del rapporto Stato restato Regioni negli ultimi cinque sei anni
Cercherò mettono troppa davanti per tentare di stare nei limiti
E notissimo è ben noto che nella nell'elencazione delle materie
Di competenza regionale sia delle regioni a statuto speciale credere tra sull'ordinario la materia una nozione diamo una materia ambiente manchi in queste elencazioni pur se sono elencate numerosissimi materia e che con l'ambiente di cui adesso proverò dare una definizione hanno numerosi punti di contatto
Urbanistica lavori pubblici agricoltura e foreste assistenza sanitaria turismo navigazione caccia e pesca per le regioni speciali il paesaggio sono tutte materie che hanno punti di contatto con l'ambiente io credo che dell'ambiente soprattutto dopo la più recente normativa di questi ultimi anni si possa dare una una nozione come
Equilibrio ecologico cioè la nozione di ambiente che è stata adottata la materia di ambienti dell'ambiente è una materia che tende alla cura e la tutela dell'equilibrio ecologico dei diversi sistemi ambientali
Data questa mozione che naturalmente sconta però una serie di vaghezza ed imprecisioni su cui non mi posso adesso soffermare ben noto anche che nella prima fase dell'esperienza regionale si era ritenuto che questa materia fosse e le materie vicine le materie che potevano essere ricomprese quindi già solo dell'ambiente inquinamento fossero di spettanza centrale
Corse centosedici invece e noto sia una profonda inversione di tendenza
L'articolo ottanta del seicentosedici attribuisce da una fazione di urbanistica molto ampia ricomprendendo il paesaggio
L'articolo ottantadue delega alle Regioni le funzioni relative alla protezione delle bellezze naturali
C'è un titolo dedicato a tutela dell'ambiente agli inquinamenti si aggiungono le competenze dell'ottantatré in tema di parchi delle competenze ai sensi articolo ventisette in tema di igiene degli insediamenti urbani delle collettività
Giova una serie ampia di competenze che vengono ritenute facenti capo alle regioni rispetto a questa tendenza è del mio novecentosettantasette come come è noto passano pochi anni perché si abbia una perché inizi un'inversione molto forte molto netta di tendenza
Un primo segnale dell'inversione di tendenza e nella vicenda della Protezione civile che origina grossomodo all'inizio degli anni ottanta ma poi la successione dall'ottantacinque in poi è addirittura travolgente
Ottantaquattro ottantacinque la o leggi dalla legge decreto legge Galasso in materia di protezione bellezze naturali
Ottantasei la legge sull'ambiente ottantasette sia un recupero di normativa in tema di rifiuti che riprende e approfondisce recenti centralizzando ancora molto di più il decreto nell'ottantadue
Ottantotto vi sono le delle attuazioni delle direttive comunitarie in materia di aree di acqua ottantanove difesa del suolo tutte leggi che ricentralizzare o fortemente le competenze in materia paesaggistica ambientale
Operando attraverso una serie di strumenti
Fondi cui fondamentali sono un forte uso che la funzione di indirizzo e coordinamento un forte diffusivo uso la Francia invece coordinamento e una
Un utilizzo Manzoniano dei poteri sostitutivi non c'è nessuna di queste leggi che non via giù Amman bassa previsioni di poteri sostitutivi e ci sono alcuni casi i decreti legge che addirittura caddero perché non cioè non erano previsti poteri sostitutivi
Perché il sì perché come le grida
Perché come le grida
E come le grida contro i bravi nel senso che questi poteri sostitutivi come è stato già detto e in realtà hanno semplicemente con la precisazione fra piani Paramore usino sulla sentenza della Corte hanno avuto l'effetto di deresponsabilizzare le regioni ma nello stesso tempo non non possono per definizione
Essere utilizzati dallo Stato perché perché lo Stato addotti
Atti o piani sostitutivi occorre che lo Stato abbia un'amministrazione in quel settore se l'amministrazione non ce l'ha il potere sostitutivo non lo può utilizzare quindi si è andati a un uso assolutamente irresponsabile dei poteri sostitutivi che serve veramente metri c'è molto poco in cui io individuo una una colpa originaria
Purtroppo della Corte costituzionale che con una sentenza poco coraggiosa meno coraggiosa fu la sempre la Corte costituzionale chitarra legittimo la previsione dei poteri sostitutivi in materia ambientale materia paesaggistica lì si poteva si poteva prevedere strumenti diversi ma diventa molto lungo spiegarli
L'altro strumento che fu usato fu quello dei Pozzo quella funzione indirizzo e coordinamento su cui io mi permetto di esprimere un giudizio diverso la funzione indirizzo e coordinamento in uno stato prevalentemente uno stato caratteri uno stato di tipo amministrativo
Sia pur regionalizzato non può non esistere il problema è i confini all'interno dei quali vengono utilizzati anche qui
Qualche coraggioso sentenza dalla Corte costituzionale che definisse con precisione i limiti di trazione la funzione indirizzo e coordinamento riporterebbe l'indirizzo e coordinamento in un suo nei suoi confini naturali
Qualche sentenza c'è stata ma purtroppo sono invece coordinamento la corte un giorno dice una cosa propone di sana
In questa materia la Corte soprattutto sia veramente conformato dato una forte impronta a tutta la vicenda è stata la giurisprudenza alla Corte costituzionale
E dalla giurisprudenza la Corte costituzionale che ha operato fondamentalmente con due strumenti operato con lo strumento dell'interesse nazionale e con lo strumento della leale cooperazione
Con lo strumento dell'interesse nazionale la Corte costituzionale che ne ha dato una definizione che poteva
Che poteva essere interessante
La data è una sentenza centosettantasette dell'ottantotto la corte correzionale ha detto sostanzialmente ci sono l'interesse nazionale
Non può avere un contenuto astrattamente pre determinabile né sotto il profilo sostanziale né sotto quello strutturale si tratta di concetto dal contenuto l'Astico relativo che non si può racchiudere una definizione generale dei confini netti e chiari
Come ogni nozione l'interesse nazionale può giustificare interventi del legislatore statale di ordine tanto generale astratto quanto dettagliato e concreti
La ragione di ciò sta nel fatto che per raggiungere lo scopo che si prefiggono le leggi deputate a soddisfare l'interesse nazionale
Nelle sue notevoli valenze non possono non seguirne sino in fondo il molteplice vari percorsi i quali in taluni casi pongono evidenza problemi la cui risoluzione può avvenire soltanto mediante una disciplina dettagliata e puntuale
Di fronte a questa definizione estremamente ampia estremamente pericolosa di interesse nazionale come strumento legittimante interventi dello Stato la Corte sempre in quella sentenza provava a dire prova affondare dei testo di scrutinio della presenza di interesse nazionale sono elencati in quella sentenza
Cioè uno scrutinio più stretti uno scoglio più debole non posso qui ripercorrerli ma realtà il segnale che arrivava era che in materia ambientale l'esistenza di forti interessi nazionali
E se non ripercorriamo tutta la giurisprudenza della Corte costituzionale in materia ambientale ritroviamo sempre nettamente questo dato
Dalla sentenza del quarantadue alla sentenza sulle sulla Convenzione di Ramsar per le zone umide
Alla sua intensa alla sentenza le sentenze in materia di rifiuti a una sia delle sentenze in materia di interventi del Po alla sentenza sulla coltivazione materie prime delle materie prime
Minerarie
Eppure nonostante l'evidenziazione da parte della corte di questo forte interesse nazionale in tutta la giurisprudenza tutta la materia ambientale la Corte ha sempre operato per non escludere le regioni dal circuito delle politiche ambientali e quindi la chiave è stata la chiave della leale cooperazione
Che nasce proprio nella giurisprudenza sulla Galasso continuano a giurisprudenza sull'intesa una giurisprudenza
Una sentenza famosa quella sul decreto legge
E fino ad arrivare in realtà tasse si vuole la teorizzazione forse nella sentenza sul sulla legge sulla difesa del suolo in cui la Corte sostanzialmente dice i criteri e i moduli di organizzazione della cooperazione fra legislazione Stato-Regioni sono affidati alla discrezionalità della del legislatore
Il quale le forme la cooperazione possono essere svariate poi che oscillano dalla concorrenza paritario note le due parti nella produzione del medesimo atto al coordinamento dell'esercizio le rispettive funzioni
Dalla possibilità di utilizzazione di organi dell'altra parte alla creazione di organismi istituì siano rappresentate paritariamente o o no le due parti in realtà in questa sentenza la Corte dice
La sentenza sulla difesa del suolo la ottantacinque novanta
Cosa si sa sì sì in realtà che la corte in realtà il modello che io vedo attraverso l'operazione l'operazione interesse nazionale leale cooperazione quale e quello della riconduzione
In materia ambientale soprattutto
A una sorta di giudizio di ragionevolezza da parte della Corte sulla strutturazione delle forme di cooperazione fra Stato Regione almeno in materia ambientale almeno in materia ambientale che quella di cui gli ovvio
E la Corte questo fa perché poi non si può nemmeno dire che la corte sia centralista in materia astratta in materia paesaggistica ambientale una Corte che rivaluta
Ripercorre le valutazioni con una valuta con la votazione di ragionevolezza ripercorre le valutazioni del legislatore
Il difetto quale e che la leale cooperazione purtroppo rare cooperazione tutta inventata dalla corte che non ha avuto mai strumenti non ha avuto mai strumenti organizzativi
In realtà è successo diverso in questa materia invece di essere la corte che andava un po'a rimorchio del legislatore e la corte che ha dato al legislatore questi due grossi spunti interesse nazionale leale cooperazione
Volevo ricordare brevissimamente alcune altre cose prima di chiudere la prima cosa che io sostengo appunto che la leale cooperazione è uno strumento strettamente al nostro la corte male ambientale operato almeno parzialmente a favore le regioni
Non solo con la leale cooperazione ma io vorrei ricordare la giurisprudenza della corte in cui la Corte afferma mente sottolinea Tollis esigenza del rispetto diciamo così dei principi dello Stato di diritto nel rapporto stato regioni in materia ambientale e io ricordo
Intanto per esempio a parte alcune sentenze la corte richiama il principio di legalità la cinquecentododici quella sulle sulle materie prime secondarie ma ricordo soprattutto la sentenza con cui la Corte costituzionale ha annullato la sentenza dalla Corte di Cassazione
Che pretendeva di disapplicare una sentendo una legge della Regione Emilia-Romagna
Questo richiamo al principio di legalità che è importante nel rapporto Stato-Regioni ancora più importante complessivamente per le politiche ambientali perché ci ricorda che le scorciatoie in materia ambientale non sono ammissibili
Sì un minuto per chiudere un minuto per chiudere per dire queste cose semplicemente Primo che l'ambiente probabilmente fra i luoghi su cui si deve perché si deve ripensare a una ristrutturazione dei rapporti tra Stato Regione il tipo di materia su cui è imprescindibile l'esistenza di luoghi strumenti di tipo cooperativo cioè
Nel per la materia ambientale con le implicazioni che non posso sottolineare adesso non posso precisare adesso che ci sono è imprescindibile la presenza di strumenti e di luoghi di raccordo questo permette probabilmente di differenziare lungo tre modelli il tipi di rapporti Stato-Regione c'è tutto un settore in cui le regioni dovevano rinunziare all'intervento io dico che dimostra anche in uno Stato regionale vicende come quelle della Maddalena o come quelle della sentenza della Corte costituzionale che annulla a la delegazione della Regione Umbria un congresso dell'oltre sono inammissibili
Ci sono settori del rapporto settori delle materie settori su cui esistono interesse unitario forte che deve essere rispettato affianco a questi settori c'è un ampio settore
Di
In cui occorre la cooperazione esiste poi un amplissimo settore su cui si può puntare ad una forte autonomia e sono settori e sono settori ovviamente si può pensare
A settori sono quei agricoltura sono quelli del turismo sono quelli in parte dell'industria sono una serie di competenze l'urbanistica
Questa una una una prima cosa la seconda cosa l'importanza del coordinamento finanziario io purtroppo non ho tempo ma in materia ambientale esiste esiste questo strumento corruttore delle coscienza che la Protezione civile
Ci sono delle ordinanze
Presidente mi chiamo un minuto per le quest'ordinanza che secondo me un minuto solamente no un'ordinanza del mito Protezione civile con cui il ministro visto il TLX del prefetto di Foggia che segnala il grave problema lo smaltimento rifiuti solidi
Nella regione delle Isole Tremiti visto il tele con cui il sindaco delle Isole Tremiti chiede urgenti
Determinazioni cercano stanziamento di fondi visto la nota con cui la Regione Puglia dice di non aver fondi il ministro con la voce del rito civile
Stanzia i fondi l'uso e la Protezione civile come strumento per continuo by passaggio delle competenze definanziamento di piccoli e grandi regali
Pone un problema di coordinamento enorme di risorse finanziarie l'ultimo problema
E quello della livello dalla classe politica regionale
Finché non si avrà una classe politica regionale che sia veramente in grado di amministrare e governare le regioni e non ci siano vicende per cui la Corte costituzionale deve annullare
Le leggi in interpretative di regalo i funzionari dei gruppi dei gruppi consiliari finché non si forma una classe politica regionale forte il regionalismo sarà ben difficilmente possibile grazie
Professor onorevole professor dono
Intanto ringrazio della l'occasione di di aver potuto fare con voi questa riflessione più ampia stamattina
Tra qualche tempo che non avevo modo di ascoltare colleghi così diciamo attenti all'evoluzione del sistema regionale quindi mi è servito dal riassunto sintesi è sollecitazione in qualche misura anche cioè Monte non banalmente innovativa
Spero di contenerne le dieci minuti chiedo scusa se le cose da dire sono molte e quindi procederò per
Più per flash che noi neanche per sentirsi proprio perché tendo a ritenere che la la fase politico istituzionale in cui viviamo oggi in Italia è aperta due esiti profondamente diverse l'uno dall'altro e a ciascuno dei due esiti
L'esperienza regionale può concorrere in modo rilevante
E quindi dico l'esperienza del giudizio sull'esperienza e le proposte di innovazione
E tenderei a fare questo tipo di di riflessione procedendo per flash
Non vi spaventata se parto dall'inizio dell'Ottocento ma veramente per flash dall'inizio dell'Ottocento fino alla avvento del fascismo in Italia
Per centoventi anni
Si è proceduto
Ad un ampliamento dell'orizzonte territoriale
Che ha dato vita finito col dar vita saluto Marongiu
Che ha dato vita finito con il dar vita
A quello che ovviamente noi chiamiamo il processo di unificazione nazionale la dilatazione territoriale si è tradotta progressivamente nel passaggio dal Regno di Piemonte all'Unità d'Italia
E L'Unità d'Italia dall'ottocentosessantuno in poi è vissuta attraverso un processo di consolidamento dell'unificazione nazionale
All'interno della quale il Governo è stato delle élites liberali
Che vivevano l'unificazione nazionale come valore in sé
L'inizio del ventesimo secolo la dilatazione territoriale in qualche misura o si era fermata
E si è assistito a un doppio fatto di grande rilievo l'uno la guarda la prima guerra mondiale
Che ha costituito il primo grande fatto di rimescolamento sociale del nostro Paese che ha fatto percepire ha molta parte della popolazione italiana del popolo italiano il senso delle unità nazionale non vissuto fino ad allora
E contemporaneamente la formazione di partiti popolari dell'Arca base sociale
Il tentativo di radicare la unificazione nazionale su una base di popolo tentativo Brehme esaurito si in pochi anni rimaneva all'orizzonte nazionale
Era un orizzonte considerato importante vi era una proposta di fu di forte mutamento delle classi dirigenti il passaggio dalla ristretta élite liberale ad una classe dirigente di provenienza molto più vasta
Sia dalla classe operaia sia dei ceti sociali interpretati rappresentanti dell'ispirazione cristiana il processo di unificazione territoriale
Prosegue nel fascismo dilatando sì oltre come ultimo tentativo di un'esperienza coloniale
Il territorio vasto continua ad essere il punto trainante delle élite di governo e l'élite di governo ovviamente quelle del regime fascista si fanno portatrici di questa possibilità
Di andare oltre il territorio nazionale per così dire inseguendo stagioni di primato dei Paesi europei con i quali l'Italia era in competizione
La seconda guerra mondiale
Provoca a differenza della prima una forte scissione nella coscienza unitaria nazionale
La seconda guerra mondiale è stata vissuta dal popolo italiano anche come guerra civile
Non è irrilevante ritornare su questo fatto non è per niente irrilevante constatare rilevare che la unificazione nazionale non era più stata considerata durante quegli anni il valore comune
L'unificazione nazionale a base coloniale veniva vissuta
Con entusiasmo Camarda ma gran parte degli italiani che andavano in guerra con grande resistenza da parte di altri
Termina con la sconfitta della tentazione colonialista italiana edilizia una fase che è durata a mio giudizio semplificando le cose fino all'anno scorso fino all'ottantanove
Ed è stato una fase nella quale il governo del Paese
è stata considerata una vicenda che aveva da un lato un forte radicamento nazionale tutte le forze politiche italiane sono state nazionali in questi quarant'anni
Sia quelle che hanno dato vita alla costituzione sia quelle che sono emerse come forze politiche nuove nel corso degli ultimi venti anni si era di calici e Verdi
I movimenti politici italiani sono stati movimenti politici fortemente nazionale lo diceva prima unità
La ragione politica della
Natura gerarchicamente subordinata dell'esperienza regionali al di là della volontà di chiunque abbia scritto una legge consistita nel fatto che la dimensione nazionale è stata prevalente rispetto alla dimensione regionale più che non quella locale che invece sopravvissuta
In parte occultata negli anni settanta dal regionalismo forte è riemersa negli anni ottanta come visione locale che può essere municipalista era questa invece di nuova fondazione di una democrazia locale
E le forze politiche tutte a valenza nazionale si sono schierate nel panorama internazionale in modo diverso
Quella diciamo scissione che deriva dal maggio quarantasette ha segnato la storia della Repubblica
E las e non poteva non segnare anche la storia dell'esperimento regionale
Il quale è stato vissuto prima ecco come congelamento costituzionale
Perché chi aveva conquistato il governo del Paese aveva difficoltà ad essere coerente con la propria ispirazione autonomistica che peraltro non trovava nel contesto politico nazionale generale le basi per poter essere vissuta mi mi scusate se giustifico le ragioni del congelamento costituzionale di parte democristiana
E che poi invece è stata vissuta dal settanta in poi come parte del processo di unificazione nazionale
Se non andiamo a rileggere il senso dell'avvio dell'esperimento regionale in Italia noi vediamo che negli anni settanta ha vinto politicamente e culturalmente quella delle proposte del raggio di regionalismo
Che era sinteticamente espressa dalla frase credo di Ingrao le regioni per unire
Le Regioni per unire con la centralità delle assemblee parlamentari nazionali erano un modo attraverso il quale l'esperimento regionale consentiva l'avvento al governo
Di classi sociali fino allora esclusa al governo questa è la mia interpretazione che non è da oggi qualche tempo fa
Contemporaneamente però andava avanti un altro processo di dilatazione territoriale che oggi è decisivo si sta per aprire un vertice europeo che può essere un passaggio anch'esso di grande valenza storica che nella costituzione non era previsto
Non abbiamo tutti forzato l'articolo undici della Costituzione in modo da fargli dire
Ciò che nessun costituente poteva immaginare l'inserimento dell'esperienza sovranazionale europea
Nella nostra vita prima marginale poi sempre più decisiva è un fatto d'Italia dirompente novità
Che contemporaneamente l'ordinamento regionale ha finito col Livorno quasi come o tentazione di superamento dei vincoli costituzionali
Dell'essere enti subordinati allo Stato anche se costituzionalmente equiparati o subendo per così dire l'unificazione europea come una variabile indipendente
Per il giornalismo dalla quale venissero soltanto salti di vincoli di limiti molte volte occulti misteriosi ignote quali le Regioni dovevano attenersi
E allora non ci troviamo oggi in questa situazione in cui l'Europa vive questa fase di unificazione normativa con un grave deficit democratico
L'abbiamo detto lo ripetiamo tutta la normazione europea è quanto di più lontano si possa immaginare dal fondamento democratico della normazione su base di consenso popolare e una formazione di quarto grado
La fanno i governi nazionali attraverso i propri ministri proprio apparati burocratici
Diventano direttive o regolamenti e vincono direttamente i cittadini e veramente il fatto più eversivo dell'ordine costituzionale dal punto di vista politico che l'Italia abbia vissuto
Io che sono un europeista sono lieto che si tratta di una e versione positiva ma sempre versione non è un fatto di promozione costituzionale basato sulle regole vigenti è una promozione nazionale basata sulla sovversione delle regole vigenti secondo punto lo Stato ha perduto e perde sempre più di sovranità
E perdendo di sovranità rispetto all'integrazione europea e eccome se si restringe se lo spazio del potere disponibile e la rissosità ancorché in Regione
Lo scontro per conquistare gli spazi sempre più ridotti di potere sul territorio nazionale accentua una conflittualità che non abbiamo rilevato come sottrazione consistente alle regioni di potere o di risorse perché lo Stato non riesce a vivere in modo adeguato questa dilatazione europea all'interno della quale dovrebbe trovare soddisfacimento anche una cultura di governo di nuove élite di governo che circolano ma probabilmente fuori del sistema politico istituzionale
L'integrazione europea vissuta come protagonisti più dagli esponenti del potere economico del potere finanziario che non del potere politico del potere amministrativo questo dislivello sta cambiando i rapporti di forza del nostro Paese
Altro che politica e amministrazione
Certo vanno distinte politica dell'amministrazione c'era chiedersi dove si colloca al governo politico re processi economici nelle mani di chi quali regole in quali forme
Le Regioni questo punto stanno vivendo stamattina abbiamo sentito in modo molto preciso per la prima volta un processo di differenziazione
Cioè nascono le premesse di un regionalismo diverso da quello tutto unificate unificante negli anni precedenti ogni non sono portata un giudizio negativo sull'esperienza precedente attento ritenere che è stata l'esperienza possibile nel contesto in cui viveva
Mancando i soggetti autonomi della società civile regionale non potevano esserci delle regioni autonome commenta
Gli enti di governo si basano sui soggetti di governo se non ci sono società politiche locali che percepiscono se stessi come soggetti di governo diventano fatti burocratici
La quarta novità con ritardo e che rispetto al al territorio extraregionale emerge per fortuna dopo tanti anni una ipotesi di governo delle aree metropolitane
Come fatto di riequilibrio tra i comuni medio-piccoli
Ai grandi aggregati urbani del nostro Paese dove si addensa la gran parte delle sofferenze sociale del nostro Paese quasi tutte le sofferenze sociale del nostro Paese si vivono nelle aree metropolitane
L'Italia minore mediamente oggi esprime una qualità della vita umana migliore dell'Italia maggiore a differenza di ciò che avveniva negli anni cinquanta e sessanta
Quando l'inurbamento era un fatto di promozione sociale
Di integrazione di occasioni di lavoro e di studio che non si trovano in campagna e oggi si tende a riuscire dalla metropoli perché l'Italia minore cresciuta ed è visibile in modo migliore quindi questo nuovo equilibrio tra centro e periferia
Su base infraregionale è una novità che negli anni settanta non c'era e di cui oggi dobbiamo tener conto perché apre alle regioni ipotesi di governo complessivo degli equilibri territoriali che vent'anni fa non c'erano
La Regione come soggetto di garanzia di un nuovo equilibrio tra aree metropolitane aree medio-piccole è una novità che nel settanta non c'è
Se così stanno le cose faccio solo una domanda perché la risposta vado subito noi continuiamo a ritenere che le regioni debbano poter vivere solo di diritto amministrativo in senso largo non è per niente ovviamente casuale che tre presenti ci sono solo cultore di Diritto amministrativo e costituzionale
Le regioni non sono titolare di poteri di diritto privato
Non sono titolare di potere di diritto penale parlo della sostanza non sono titolare di poteri di diritto processuale non sono titolare se non in modi arginare i propri poteri di diritto internazionale
Sono quindi enti che vivono di diritto amministrativo
Apriamo la stagione della differenza del diritto delle società per azioni
Della differenza dei contratti di lavoro privato ovviamente della differenza degli ordinamenti processuali per cui il TAR della Lombardia segue un ordinamento diverso da quello della Calabria
Dell'ordinamento penale per cui un fatto che reato in Basilicata non è reato nel Veneto o riteniamo di mantenerci nell'attuale situazione istituzionale per cui le regioni dicono di diritto amministrativo
Io sono per questa seconda ipotesi ma questo è un tema dirimente se non le possiamo parlare di grande potenziamento delle regioni che evidentemente può suscitare
Timori o entusiasmi ma dobbiamo chiaramente far capire vogliamo che una società per azioni come nel sistema federale americano che nasca in Molise per fare un esempio del mio amico Raymond abbia uno statuto di diritto commerciale diversa da quella che nasca d'altra parte o no
Io ritengo che la unificazione di diritto privato di diritto penale di diritto del lavoro sia un bene da non poter mettere in discussione
Se così stanno le cose e questo è un passaggio necessario io faccio cinque proposte e termino
L'elenco non non entro nei dettagli perché sono proposte per così dire che si spiegano con le cose dette senatore
Ritengo che sia necessaria una revisione costituzionale e del sistema delle fonti
Che cioè la Costituzione repubblicana prende atto che esiste un sistema delle fonti europeo ne determini le condizioni di democraticità che non ci sono
Stabilisca una sistema delle fonti nazionali nelle quali emergano quelle che anche gli amici il giorno prima le leggi organiche le leggi quadro l'Est le leggi protette c'è qualcosa
Che faccia capire che nella massa delle centinaia di leggi che facciamo in Parlamento qualcuna vale di più
Anche se non è costituzione che prenda atto di un sistema delle fonti regionali che non può più essere quello del centodiciassette
Perché è cambiato il mondo
Deve stabilire come si raccorda col sistema del diritto europeo l'ordinamento regionale come si sistema come si raccorda con sistema di diritto nazionale l'ordinamento regionale quindi la per i primo blocco di riforma e del sistema delle fonti
Il secondo riguarda non ho nulla da aggiungere cose dette da Cesena sistema rifinanziamento
Sistema rifinanziamento deve innovare rispetto alle modalità perequative rispetto alle modalità perequative del passato questo è una grande legge organica non è una qualunque legge
Il terzo punto credo che se dovesse rimanere e sono contrario un sistema parlamentare nel quale le Commissioni hanno potestà legislativa
Sono contrario ma se rimanesse questo la Commissione bicamerale per gli Affari regionali dovrebbe essere dotata di un potere di parere
Preventivo è vincolante su una coerenza regionalistica della legislazione nazionale
Non pone non esserci una sede che affermi se la legislazione Ono Confort qualora venisse meno come mi auguro il potere legislativo decentrato manterrei litri l'opinione che esprimo un parere come avviene da parte delle Commissioni Bilancio delle commissioni Affari costituzionali sulla coerenza regionalistica del sistema
Quarto punto non può essere irrilevante la modifica del sistema elettorale locale e Regione parliamo tanto del sistema elettorale nazionale di quello locale sistema elettorale regionale sembra che non abbia bisogno di revisione l'attuale sistema elettorale regionale configura un governo regionale per province
Integrato dalla unità delle correnti di partito o dei partiti se vogliamo fare emergere una cultura di governo regionale occorre che il sistema elettorale mantenga una base decentrata forte mantengo un raccolto di consenso significativa ma costruisca
Le premesse di un governo regionale che non sia solo suo marito per me provinciali
L'ultimo punto mi riferisco la parte del Mezzogiorno
Ci vorrebbero per altri spazi per parlarne io aggiungo solo una cosa le considerazioni fatte per Zoppi prima
Nel soggiorno sono meridionale ha vissuto una gigantesca vicenda di emigrazione
Si è impoverito di classe dirigente negli anni Cinquanta e Sessanta misura drammatica pensare di a di poter amministrare le realtà del Mezzogiorno con le stesse leggi dell'Italia centro-settentrionale mentre il Sud si impoverì va di quasi tutti i propri gruppi dirigenti
Era una opera impossibile ci furono una scelta Giannini compagna ed altri ritenevano che l'avvento delle regioni avrebbe danneggiato il Mezzogiorno ed erano controlli l'attuazione dell'ordinamento regionale in nome della questione meridionale come questione nazionale
Quelli di noi che hanno concorso invece al potenziamento delle esperienze regionale sapevamo che avremmo corso questi rischi
Io però voglio dire che le realtà meridionali molto variegata certamente degradante
Hanno consentito laddove l'ente Regione è stato potenzialmente vicino alla gente
La costruzione di una classe dirigente meridionale che altrimenti non si sarebbe costruita in Abruzzo il Molise in Basilicata in particolare l'Italia meridionale e mi sfrutta con l'esperimento regionalista costruendo classe di governo che non c'era
Non è riuscita a farlo dalle grandi aree metropolitane
Questo è il vero dramma Palermo Napoli Catania non sono riusciti ad esprimere perché il ceto dirigente andato in Parlamento la dimensione regionale non attratto sembrava una dimensione Frette attratto più le zone interne sono più le province interne che hanno vissuto l'esperienza regionale che non le zone metropolitane ecco perché io do all'area metropolitana verso una valenza molto più importante
E allora io suggerirei come quinta riforma chiamiamola legislativa
Così come abbiamo la legge finanziaria commedia difetti ma è un significato importante così come si è introdotta per l'intelligenza dell'onorevole la Pergola la legge comunitaria io suggerirei proprio per le ragioni che sono state dette qui
A favore del mantenimento della questione meridionale come questione nazionale e del superamento degli interventi per così dire da da intervento straordinario aggiuntivo o sostitutivo del disordine l'ipotesi di una legge di coerenza meridionalistica che impegna il Parlamento annualmente sia sul piano dei finanziamenti sia sul piano dei riscontri sia sul piano dei controlli sia sul piano degli indirizzi ad avere annualmente il suo momento di riflessione nazionale della questione meridionale
Queste sessione di Parlamento che qualche volta non significa perché costringono tutte le commissioni parlamentari ad un minimo di raccordo hanno una loro valenza istituzionale questa potrebbe essere una delle leggi organiche dotata di particolare forza rispetto alla legislazione di settore queste erano cinque
Proposte che nascono chiude l'esperienza politica degli ultimi anni che non della riflessione giuridica ma penso che possono essere utili anche in questa sede
Professor Giarda
Do nostri partito dall'Ottocento io partirò da un disegno di legge che discussione
Presso una Commissione
Del nostro Senato in particolare il disegno di legge sul riordino del sistema sanitario nazionale trarre qualche considerazione su problemi finanziari regioni è legislazione di settore
Organizzazione del Formez non mi aveva dato nessun compito specifico e quindi mi sono preso questo
Il
Il disegno di legge sul riordino del sistema sanitario nazionale
Incorpora
Principi di
Regole di natura finanziaria molto importanti che vanno ad impingere in modo molto significativo sul funzionamento
Dice delle regioni
Paradossalmente le norme di natura finanziaria
E le regole finanziarie che vengono proposte con il disegno di legge sono sparse il lungo tutto il provvedimento
Che lungo cinquanta pagine gli atti parlamentari
Ed è contenuti finanziari sono sparsi in una che bisogno non necessario e utile andarlo a ripescare
Per vedere se compongono e quale quattro compongono e come affronta
Queste clausole finanziarie i problemi fondamentali
Che dovrebbero governare i rapporti Stato-Regione i principi di autonomia principi di responsabilizzazione
Principi di raggiungimento uniti alcuni obiettivi
Disegno di legge all'articolo uno le prime parole
Istituisce il fondo sanitario interregionale
Dando con questo lo dite on line
La speranza che
Si tratti di un provvedimento e che vada nella direzione di potenziare l'autonomia regionale sostituendosi questo cosiddetto Fondo sanitario interregionale al vecchio fondo sanitario nazionale che viene abolito
E questo penso che sia l'unico tributo verbale che il provvedimento parla ad un ruolo maggiore delle regioni
In materia sanitaria perché il resto del provvedimento
è un provvedimento che esantema ente centralista
Diretto in un larga misura ad espropriare
Alle regioni delle loro competenze
In materia sanitaria e soprattutto a diretto a trasferire la responsabilità della gestione finanziaria nei suoi aspetti fondamentali dalle Regione allo stato il disegno di legge
Ripropone in modo fondamentale gli obiettivi che sono quelli del progressivo conseguimento di livelli uniformi di prestazioni sanitarie su tutto il territorio nazionale
Ora la stessa fissazione di questo che tipo di uniformità
Si pone in contraddizione con l'ipotesi che le regioni abbiano ha competenza in materia perché esse il la legge nazionale definisce questo obiettivo fondamentale
Ma è evidente che poi qualunque cosa debba avvenire nei momenti successivi non può che essere finalizzato a raggiungere questo obiettivo
Il
Per il disegno di legge Paco un altro tributo verbale all'affermazione di principi di autonomia finanziaria e quando dice che le quote del fondo sanitario interregionale confluiscono nel fondo comune ex articolo otto
E
Dando in questo modo l'idea che
Non ci sia una qualche libertà di utilizzo delle risorse finanziarie
Così distribuite
In verità il sistema centralizzato che il nuovo provvedimento mette il motore completo totale in modo molto molto rigetto tant'è che il Senato ha abolito nella discussione in commissione di ogni riferimento a nuove fonti di entrata che le Regioni potrebbero acquisire per il finanziamento i livelli di prestazione diversi di quelli
Che sono resi possibili dal finanziamento statale
E lasciando un'addizione molto paga che attribuisce alle Regioni due compiti da scorgere in autonomia uno è quello di finanziare con utilizzo di proprie risorse non meglio definite
Le spese derivanti da prestazioni e servizi eccedenti quelle uniformemente garantite sul territorio nazionale nonché
Finanziare con proprie risorse gli eventuali disavanzi di gestione delle USL
Questi due compiti
Il provvedimento correttamente non consente alle Regioni di indebitarsi a fronte
Dei trasferimenti statali per il finanziamento sarà nella sanità ma attribuisce paradossalmente il potere di indebitarsi alle USL nei limiti del venticinque per cento
Delle quote del fondo sanitario interregionale trasferito alle USL
E questa è vera sonoramente sonora cose straordinarie estiva retail tenere le
Caratteristiche di modalità di finanziamento cui credo Cerea faceva riferimento prima che erano proprie
Nel sistema degli enti locali che ha portato quelle catastrofi finanziarie diciamo negli anni sessanta settanta
E il
Il provvedimento introduce e di un principio di responsabilità gestionale della Regione
Nella gestione del fondo sanitario delle quote del fondo sanitario interne interregionale
E anche la la dinamica del fondo sanitario interregionale
Sarà determinata non sulla base di qualche regola generale
Di crescita e di sviluppo del sistema sanitario ma sulla base di accordati di procedure che si svolgeranno all'interno dell'istituendo Consiglio sanitario nazionale
Nelle quali si farà la camera di compensazione tra le richieste delle Regioni le disponibilità dello Stato una situazione credo del tutto inaccettabile dal punto di vista della formazione di cianotica regole o di principi di autonomia
Ricordo anche che il provvedimento prevede che se la USL sfonda rispetto alle dotazioni finanziarie per due anni di seguito la Regione accerta dopo avere fatto un appropriato accertamento di queste realtà finanziarie può procedere lo scioglimento del consiglio amministrazione la revoca del direttore generale e la nomina di un commissario straordinario
Il ministero della Sanità nella sala in una sana tradizione centralista si mantiene il potere di fissare gli standard di personale mantelle
Nel servizio sanitario nazionale
Ripetendo in questo modo per la straordinaria diciamo dicotomia che caratterizzato il finanziamento degli enti locali
Dove per molti anni mi il Tesoro dava i soldi gli interni determinavano le piante organiche vecchio all'origine diciamo di di tanti resterebbe notti diciamo situazioni di irresponsabilità di irresponsabilità finanziaria
Mi sembra che in questo provvedimento nella mancanza diciamo di una definita articolata e razionale sezione di finanza sezione finanziaria sia uno degli inconvenienti più più gravi così come sta questo provvedimento
Non meriterebbe di essere portate avanti non merita l'attenzione che il Parlamento gli sta dando perché
Probabilmente
Con le clausole che introduce porterà a situazioni di disordine organizzativo di cui alcuni su alcuni dei quali andrò a dire qualche parola
La prima è questione che
Dobbiamo interrogarci e se è possibile gestire il
Ai le regioni e le unità sanitarie locali
Programmare lo sviluppo della loro attività se nella legge di riordino non sono indicate le regole di crescita di medio periodo delle risorse che vengono trasferite
Penso che
Il primo punto il punto più cruciale
Che dovrebbe essere assicurato per garantire l'autonomia dovrebbe essere questa d'avere una prospezione di medio lungo termine
Bene delle regole generali conosciute ex ante di disponibilità di risorse
Il provvedimento di legge fissa anche dei criteri di riparto del Fondo sanitario interregionale
Con scarsissime
Novità rispetto agli oscuri i criteri di riparto che sono utilizzati gli oggetti
Per esempio si fa riferimento ad un reddito ma non è chiaro se le risorse finanziarie affluiranno in maggiore
Abbondanza alle regioni più ricche o le regioni più povere
E questo è uno degli equivoci di fondo della nostra legislazione i bisogni sono probabilmente più elevati
E la domanda di servizi sanitari e probabilmente più elevata dove le Regioni doveva ventitré più elevato
Il provvedimento invece sembra interpretarlo nel senso di utilizzare il reddito come un indice di capacità contributiva e critiche è stata probabilmente utilizzato in senso inverso più soldi affluiranno le regioni più povere
Sulla base diciamo di principi di perequazione che il nostro legislatore ama ma che sono sostanzialmente infondati scommette loro contenuto economico
Il principio di mobilità e trattato
In modo paradossale nel nel provvedimento modo del tutto centralistico che ci dovrebbe essere a livello di Ministero della Sanità un sistema di contabilità centralizzata per i calabresi che vanno a farsi a visitare ma a Padova o per i milanesi che vanno a farsi visitare a Palermo il sistema dovrebbe affluire beh tutte queste informazioni dovrebbero affluire al centro fatti dei conti sulla base di strani parametri le somme della mobilità dovrebbero essere detratte o aggiunte dalle quote di fondo sanitario internazionale
Trattamento rispetto due foto dalle dalle quote di fondo sanitario interregionale
Ovviamente il trattamento della mobilità sul sanitaria sul territorio avrebbe potuto ricevere
Nel rispetto diciamo di nel principio di autonomia una soluzione una soluzione molto molto diversa
Il
Il disegno di legge ipotizzare anche una drastica
Fare una drastica
Riforma della struttura organizzativa delle Unità sanitarie locali alla ricerca di questi obiettivi di uniformità e di uguaglianza delle prestazioni
E si ipotizzano altri essi ipotesi di in ristrutturazione Val di riforma dei confini territoriali delle USL
Il provvedimento poi non fa più riferimento alla spesa storica sostenuta dalle unità sanitarie locali
E per cui sembrerebbe che si ipotizzi
Che ci siano nuovi e radicali criteri di riparto delle risorse finanziarie tra le unità sanitarie locali che non tengano conto della struttura esistente della fornitura di servizi l'abbandono della spesa storica il ridisegno della mappa territoriale lo scorporo degli ospedali dalle unità dalle attuali unità sanitaria locale provocheranno un piccolo terremoto amministrativo prego organizzativo e funzionale che sarà fonte a mio avviso per alcuni anni di un aumento del disordine che caratterizza il sistema sanitario nazionale
Non posso che richiamare questa la paradossale libertà di indebitamento che e l'assist il disegno di legge attribuisce all'Unità sanitaria locale in assenza di ogni fonte di entrata propria
Di tipo corrente è un sistema di finanziamento che non trova alcuna giustificazione teorica e sembra essere stato progettato per ridurre al minimo le possibilità di controllo finanziario e per incentivare il circuito vizioso fatto di sfondamenti indebitamento ripiani a posteriori
Il la il l'attuale il disegno di legge così come
In in elaborazione
è un disegno di legge che sarebbe più compatibile con un sistema sanitario nazionale
Nel quale il il Governo centrale si assumesse la responsabilità diretta del finanziamento delle unità sanitaria locale
Il ruolo delle regioni all'interno del contesto di questo disegno di legge è un ruolo inesistente sostanzialmente e sarebbe preferibile allora vere in questo contesto istituzionale una regola di finanziamento Diretta delle USL che assimila sede USL a degli enti locali e venisse tutt'il loro finanziamento venisse affidato al ministero degli interni così come vengono finanziati gli enti locali con regole decise direttamente dal centro il il pelo finanziario dell'esistenza di un fondo sanitario interregionale della sua distribuzione tra Regioni
E poi della della ricaduta sulle USL è un velo finanziario cioè non lascia sostanzialmente alle Regioni nessuna autonomia propria nell'organizzazione del servizio sanitario nazionale
E sarebbe quindi preferibile l'introdurre delle regole dirette di finanziamento dello Stato a favore delle unità di produzione dei servizi
Non dico che questa sia la mia visione del sistema sanitario nazionale codesti dell'organizzazione dei servizi sanitari ma la strada lungo la quale ci porta a questo provvedimento è una strada che richiederebbe dal punto di vista finanziario
Delle regole ti finanziamento nelle quali le Regioni dovrebbero essere sostanzialmente assente
Qualche ha giustificato la sua assenza professor Pedone si conclude anche la seconda parte della mattinata dopo la prima della relazione
La seconda quella degli interventi programmati al quale farà ora seguito le conclusione io se mi è consentito concluderanno presidente Barbera ministro Marongiu
Devo scusare l'assenza del ministro Maccanico che ha avuto improvvisi impegni di il governo in relazione al semestre
Europeo per l'Italia
Ma che ha voluto anche testimoniare la sua attenzione con la lunga presenza qui tra noi del suo capo di gabinetto
Credo di poter dire che abbiamo avuto una mattinata particolarmente ricca e intensa
Nostro impegno sarà quello di pubblicare presto gli atti da mettere a disposizione
Sono stanchi fino ad ora fino ad ora era sentiremo due autorevoli interventi finali
E trattati problemi antichi e nuovi veri e profondi che toccano la sostanza stessa
Del nostro vivere io vorrei fare soltanto un breve richiamo
Suggerito mi peraltro dall'assente nella quale ci troviamo
E dal nome che questa sette
Porta alcuni riferimenti al municipalismo all'attenzione alle regioni
Di Sturzo ma potrei farlo naturalmente anche per quanto riguarda almeno un altro grande e ancora di più meriti
Ancora altri nomi oltre al secondo meridionalista Salvemini
Sottolineando come Sturzo e Salvemini
Furono ambedue influenzati dal nord e sud di Nitti quel Nitti richiamato poc'anzi uno Sturzo Salvemini
Mi pare di poter raggiungere si possano pacificamente aggiungere esempi di corretto e lungimirante meridionalismo quel concretissimo dei due diceva Gobetti
Che bandiva un messianismo riformistico allora primi decenni del secolo tanto in voga e oggi forse per certi versi anche più di allora con le conseguenze che allora
E che sono ben note
E Sturzo parlava per quanto riguarda dei comuni
Lei sottolineava l'esigenza che partecipino sono parole d'inizio secolo alla agitazione regionalistica della Sicilia come tali
E con una situazione organica sia per interessi propriamente comunali sia per interessi regionali sia per le rivendicazioni contro lo Stato sia finalmente per il decentramento regionale
Che spiegava è per noi vera condizione di vita
Alcuni anni dopo in una famosa relazione quella di Venezia proposto della Regione la invocava come sana valida completa Somma Henze
Di tutti gli interessi collettivi locali dentro i limiti del proprio territorio e come ente elettivo rappresentativo
Dovrebbe doveva questa era al suo speech essere formata da elezioni dirette di primo grado con suffragio universale e sistema proporsi proporzionale
Come ente autonomo tarocchi con dotato di poteri proprio di autogoverno come ente amministrativo o legislativo con finanzia propria facoltà di imposizione tributaria e potestà legislativa regolamentare
Problemi antichi
Nuovi che si ripropongono nei tempi e nelle circostanze multati
Che poi hanno degli intrecci particolari per quanto riguarda come è stata anche richiamato stamattina il mezzogiorno
Con queste le brevi ricordi Dosso dubito la parola a l'onorevole va be'era e lo ringrazio tanto per la sua costante presenza onorevole Barbera presidente com'è noto della commissione bicamerale per le questioni e regionale a lui la parola
Ma sono io che devo ringraziarvi perché ho assistito un convegno
Assai interessante aspetto e interessante e che cade in un momento particolarmente propizio opportuno cioè di rinascita di interesse verso le Regioni
E una rinascita l'interesse si è manifestata anche in alcuni si attiva e di alcuni partiti di alcune forze politiche pensiamo al convegno di Brescia del Partito Socialista di poche settimane fa che ha rilanciato il disegno di uno Stato regionale stessa cosa una stessa direzione la conferenza programmatica sempre di alcune settimane fa del partito comunista che ha presentato un progetto di forte rilancio
Delle regioni
E so che anche democrazia cristiana sta dando da fare sta cercando un buon articolo di col fare per esempio sul popolo l'altro ieri
Perché questo interesse per le regioni io mi portano via pochissimo tempo perché ci ha quasi d'une venti quindi mi limiterò soltanto ad alcuni flash
Ma l'interesse verso che le regioni sarebbe sbagliato che si ritenesse dovuto al successo delle non è soltanto questo
C'è anche questo
E dovuto al fatto che e in crisi lo Stato nazionale
E in crisi sotto un duplice profilo
Per l'incapacità dello Stato nazionale di affrontare problemi che vanno affrontati a livello sovranazionale
Pensiamo a tutto il tema della regolazione economica a cui si riferiva Donofrio
Le imprese vanno multi nazionalizzate dossier l'economia va traslazione Zanda si è quindi necessario trovare un livello più alto forme di regolazione
Ma nello stesso tempo cresce anche una domanda di
Identità regionale
Le domando identità regionale su cui avrebbe fatto un grosso discorso di merito soltanto tenuto conto e tende a ricordare alcuni dati
Noi abbiamo creato regioni del mio centosettanta con quella motivazione che indicava
Francesco D'Onofrio però subito dopo in quasi tutta Europa andata avanti un processo di regionalizzazione
Contemporaneamente l'affermarsi di nuove democrazie pensiamo la Spagna nel settantotto
Pensiamo all'avvento del sinistro che porta in Francia regionalizzazione mi novecentottantaquattro ma anche contemporaneamente vanno avanti un processo e va avanti il processo regionalizzazione in Paesi come Albania greci all'Olanda e nei Paesi dell'Est
Contemporaneamente al rinascita delle libertà parlamentari nei paesi dell'est dalla Germania lesto alla Polonia
Sì affermano momenti di governo regionale
Perché questo avviene ma avviene per una serie di ragioni che sono da anche strettamente legati a quei processi di internazionalizzazione come riferivo prima
Esigenza di trovare quindi una forma adeguata di livello intermedio
Tra le comunità locali e e questo Stato nazionale che va assumendo funzioni diverse da quelle che solitamente avuto ma anche per un affermarsi di una identità regionale
Da parte delle popolazioni proprio momento in cui vanno avanti i processi di traslazione esazione di omologazione culturale
A livello planetario addirittura cresce la domanda diventa regionale e nelle regioni più ricche
Nella Catalogna nel Paese basco come la Lombardia
Altro fenomeno appunto che andrebbero Meglio analizzati certo c'è anche il successo delle leghe successo delle leghe che sarebbe sbagliato individuare esclusivamente in un voto di protesta politica
A parte il fatto che neanche un voto di protesta politica ma semmai qualcosa di più profondo è un po'tutto testa contro la politica
Nel momento in cui la politica perde appunto una capacità di diventare strumento di di orientamento ideale diventa gestione pure gestione resistente è chiaro che sono forme di rifiuto la politica perché ci sono altre forme di gestione tra resistente molto più efficaci quale appunto l'impresa o o da altre forme spesso la società civile
Ma non è solo questo
Ci sono anche tratti di rivolta fiscale
Si presenta il nostro Paese in queste in queste forme ed è un tema che è strettamente legato anche se quello del rilancio del regionalismo
Perché
Soprattutto per certe un certo tipo di e contribuente il peso del fisco diventa insopportabile tenuto conto appunto anche di imposte dirette indirette contribuzioni eccetera
Senza avere una corrispettivo in servizi efficienti e senza poter con trasparenza sapere quali sono le direzioni in cui si riversa tutta la spesa pubblica
Riscossioni non fatte mi pare da Cerea quando diceva che non c'è la possibilità di sapere se effettivamente questo
Fiume di risorse assistenziale e clientelare dice verso mezzogiorno non c'è io ritengo che non ci sia ma comunque non tutti i contribuenti regioni più ricche lo ritengo punto perché mancano i criteri di trasparenza
Manca l'individuazione di ciò che va al proprio livello a quello comunale ciò che va a quello regionale ciò che va a quello statale
Ma c'è oltre a questi ci sono oltre a questi due aspetti crisi della politica tratti del rivolta fiscale c'è una terza dimensione che si collega strettamente quello che dicevo prima cioè la riscoperta delle identità regionali
Ecco perché quindi quando Valerio Onida si poneva l'interrogativo declinò rilancio delle regioni io ritengo che non si possono non parlare che di rilancio della regione
Cioè la via e quella lì
Anche se poi andando a vedere la pratica di ogni giorno che veniva indicato appunto da Cerea veniva indicata da da Giarda la direzione tutto un'altra
Io qui non voglio entrare una polemica politica anche perché non avrei poi Kimi contraddice ma se andasse a vedere
Le grandi proclamazioni di alcuni partiti compreso quello cui appartengo soprattutto con alcuni partiti di governo e poi la pratica concreta c'è una scissione netta ma questo fa parte della storia fa parte anche la politica cioè non mi meraviglia guardo alle tendenze di fondo
La tendenza di fondo non possono non essere nel senso di un maggior sviluppo delle regioni ecco però punto perché voglio esser rapido e qui pongo un interrogativo
C'è un'illusione
Che ha percorso gli anni settanta e che può di nuovo riemerge nel e che vedo riemergere ogni tanto e cioè che sia possibile avere regioni
Forti
E all'interno di istituzioni di governo complessivamente debole c'è questo è proprio sistemicamente impossibile
Non è possibile perché uno Stato debole impacciato impotente settorializzato lo bizzarro usiamo tutte queste espressione finisce per trascinarsi
Nella proprio e topi Circuiti anche un livello che pretende di essere forte ma come quello regionali
Se prevalgono per capirci invece dei progetti generali a livello nazionale
Invece la capacità di istruzione di governo di porsi Progetti generali prevalgono invece spinte settoriali soprattutto tra verso un raccordo
E perverso che ci è noto organizzazioni interesse apparati ministeriali commissioni parlamentari settore dicevamo con Francesco che l'Italia è l'unico Paese che ci alle commissioni legislative in sede deliberante la Spagna ci ha copiato ma poi se n'è pentita amaramente nessun paesi sulle commissioni sedative deliberanti da qui anche il record della legislazione italiana le leggi italiane sono
Ha raggiunto un record duecentocinquanta leggi all'anno circa contro l'ottanta parlamento inglese ora è chiaro che con questo circuito e lo schema l'articolo cioè diciassette la costruzione non poteva funzionare si poteva pretendere che Matteoli cultura le Commissioni cultura il ministero ripulitura luoghi del suo interesse accentrata a livello nazionale potesse lasciar spazio legislatura regionale
Hanno invece di operare per politiche generali un raccordo con la comunità europea hanno ridotto legislatore regionale soltanto a un
A un amministratore che pretende di legiferare mediante atti generale le conseguenze che voi conosciate
Il la legge regionale ma si possono portare esempi tanti altri settori ha finito per essere una un qualcosa in più un passaggio in più
Un passaggio in più che ha finito addirittura per complicare il processo decisionale invece di essere il la fonte principale deregolazione un settore sia pur nell'ambito dei principi fondamentali stabilità del suo stato ma questo è solo un esempio se ne potrebbero portare tanti altri
Cioè soltanto se si riesce a inserire l'ordinamento regionale insieme all'interno di un più generale processo di riforma dell'istituzione che rafforzi che dia più forza alle istituzioni di governo a Colico istruzioni governo mi riferisco alle istituzioni preposte ai punti più rilevanti del processo decisionale fra Parlamento e governo
Cioè se non si ha un parlamento e un governo forte e robuste non è possibile appunto avere regioni proposte e viceversa
E viceversa perché proprio queste Rienza degli Stati come dicevo prima ci dimostra che non è possibile avere istituzioni centrali forti sì a quell'ambito la dimensione europea intendiamoci la dimensione sovranazionale
Riposi ora istruzione forte se non si ha la possibilità di decentrare
Ti decentrare io voglio ricordare a questo proposito rapidamente un documento recentissimo che ho qui sul tavolo se qualcuno vuole consultarlo del Fondo monetario internazionale
E interessante lo faccio vedere accedeva prima perché ripete esattamente la stessa però le cose sono state dette qui
Cioè è possibile avere una responsabilizzazione della periferici possibile quindi scaricare una serie di tensione che ci sono e che indeboliscono a livello centrale le istituzioni solo se ci sono dei governi regionali forti ed è la raccomandazione del Fondo monetario internazionale all'Italia per una serie di settori che si sono la sanità i trasporti ed altre ed altri settori in corso
E allora se è così che sbaglia chi pretenderebbe appunto di agire solo su un versante chi dice ma il vero problema non è tanto di modificare la legge elettorale nazionale di riformare il Parlamento rafforza le regioni
E così come sbaglia chi pretenderebbe di dire c'è ancora chi lo dice che punto sono le istruzioni di governo centrale lasciamo perdere la periferia presenta commissione Bozzi purtroppo non si mosse in questa direzione quindi il disegno deve essere unitario anche se bisogna stare attenti a non pretendere con un disegno unitario di bloccare tutto che questo con un altro vizio italiano
Cioè o quello di andare per settori oppure perché si vuole tutto insieme si finisce per fare otto otto o niente
Quindi bisogna procedere avendo un disegno coerente quindi sano riformismo non tutto e subito ma un disegno un disegno coerente
E quando si palesi e coerente allora non si può non toccare il nodo dei rapporti anche fra i cittadini e le istituzioni ecco perché io ritengo la legge elettorale le leggi elettorali un punto fermo importante sia per quanto reso nel che per quanto riguarda il sistema nazionale legge elettorale che faccia superare un'anomalia italiana di un Paese in cui ancora i cittadini quando vanno a votare dichiarano la loro appartenenza senza cioè potersi pronunciare direttamente sui governi regionali e nazionale
Dichiarano l'appartenenza così come ormai in pochissimi Stati in pochissime democrazia
Come soltanto in Israele Olanda Belgio cioè in quei Paesi sono attraversati da profonde o sono state versate profonde fratture o religiose
Ho il muro invisibile di Berlino
In Italia per usare un'espressione cara al nostro Presidente o da divisioni linguistiche in cui necessario dichiarare un'appartenenza sono Paesi in cui contemporaneamente si espropria i cittadini perché non si pronuncerà sui governi
Ma anche sì di muri sì indeboliscono le istituzioni sono i Paesi che detengono il record del instabilità ministeriali record che conteso fra ritardi ad Israele Belgio duecentosettanta giorni intanto sono settantaquattro
E così cioè se non si toccano questi punti ben difficilmente si riesce ad affrontare un
Disegno generale riforma istituzioni anche a livello regionale
è stato già detto qui lo richiamo brevemente e uno dei punti della dell'indagine conoscitiva che la commissione da me presieduta sta cercando di portare a termine abbiamo svolto tutto l'audizione abbiamo il relatore che ancora non riesce a per ragioni varie a produrre una sintesi Sinise politica mi riferisco
Cioè superare questa benedetta legge elettorale regionale ho visto qualche accento stamattina qui non mi ricordo esattamente chi l'ha posto ma non è possibile pretendere che un Consiglio regionale che eletto per province per province
Posso coi fare la programmazione regionale no è una spartizione di risorse per le Province non è programmazione perché tutti quelli che sono eletti in quella provincia di tutti i partiti o con la consociazione provinciale la peggiore
No per cui si arriva solo spartizione altro Crecco libro altro che programmazione e quando poi soprattutto questa elezione per con legge provinciale avviene sulla base di un'anomalia italiano ripeto sempre conosce Francesco D'Onofrio perché cercò di convincerlo di memorie italiana che il voto di preferenza lo strumento di corruzione più alto che c'è so in questo paese al mondo che causa non ultima della corruzione che attanaglia
Amministratori parlamentare consigliere regionale quando in campagna elettorale presto eletto in un Consiglio regionale io consiglio regionale di una piccola regione didattico Regione l'informazione tratto dal Sole ventiquattro Ore viene a costare in media trecento milioni
Una piccola regione beh allora a quel punto lì e chiaro che tutti i disegni programmazione progetti generale distinzione tra politica e amministrazione che venivano indicate
Nelle bellissime relazioni introduttive saltano tutte me pare che se vogliamo individuare un fido
Di un discorso pro che è più ampio non può che essere questo non possiamo limitarci qui
Io ho sentito con molto interesse chiudo rapidissimamente soltanto richiamo alcune teste di capitolo
Alcune cose sono state dette qui primo bisogna superare l'articolo centodiciassette la Costituzione
Ma non nel senso di aggiungere nuove materie non è questo il problema non si tratta di un giorno in materia la competenza regionale forse regioni hanno già troppe
Il problema è però che in quelle materie che sono di competenza regionale ragione deve aver la piena responsabilità
Evitando questa pasticciata compresenza di leggi statali e regionali
Si vuole una legislazione di tipo esclusivo
Bene però con quello che stando attente produceva Giorgio Pastori chianche regione a statuto speciale sono state lesionata e loro competenza io preferirei per esempio l'ho proposto che si arrivi alcuna inversione del sistema delle competenze partico cioè diciassette ventidue quali sono le competenze statali
Punto e basta e poi tutto il resto affidarlo alle regioni
Che il modello appunto gli stati federale sapendo bene sapendo bene che Dini non doverci però Enzo andarci a impegolare la discussione o regionalismo federalismo perché l'escussione cade sul piano scientifico non ha molto senso
Perché ci sono stati regionali in cui le regioni hanno molta più forza
Di quanto ne abbia Stati federali per capirci in Spagna alcune comunità autonoma non molti più poteri quando Nabil lender dalla federazione lo Stregatto quindi il problema è di sostanza io preferisco Stato regionale incontro ci sia
La cosa ecco un per usare un
è importante la cosa
Se appunto appunto no ma non soltanto la lega no per esempio
No ma visto però anche che
C'è stato Gallino per esempio distorti quando sulla Stampa romana
E diffuso anche seconda cosa
Se si vuole allora che le regioni abbiano tanta responsabilità in uso espressione potere ma responsabilità principio di responsabilità questa è la cosa più importante
Allora non si può superare un'altra anomalie italiana ha ragione chi dice che la riforma approvato dal senato del Parlamento è un tentativo di un riassetto all'interno del vecchio Parlamento è un riassetto punto e basta
Bisogna arrivare anche qui a farsi che le regioni ad una loro presenza a livello centrale
Con un momento di garanzia ma in quel momento di partecipazione in tutti gli Stati in cui ci sono forme di decentramento comunque chiamate federali non federale eccetera la seconda camera ardente in un quadro di bicameralismo non paritario
Non paritaria vede una presenza del regione dal Bundesrat tedesco al Senato spagnolo e persino e persino nella stessa Francia in Senato ci sono i rappresentanti della Regione
O meglio ci son dei rappresentanti eletti dai Consigli regionali comunale dipartimentale anche se il discorso sarebbe molto più complicato perché per ragioni tradizionalmente sono altre del Senato così rettore nella Francia rurale contro una Parigi per capirci
Terza cosa
L'autonomia impositiva
Ma qui sono state dette c'ha tante cose è inutile che io ne parli ma una vera autonomia impositiva
Cilea diceva che la legge Maccanico una legge importante
Sì importante perché avvia un discorso
La centocinquanta
Totti cinquantanove
Perché avvia un discorso però si tratta di intendiamoci di balzelli aggiuntivi io sostitutivi
Sì recente Porsche però tra l'altro facendo assumete responsabilità il Consiglio regionale di confronto e popolazione estratte enorme cioè facendo accrescere i voti alla lega perché quando si vede che la Regione va imporre di balzelli aggiuntivi sulla tassa da sulla benzina o sul o o sul bollo va be Prisco sarebbe troppo ampio ci vuole una reale autonomia impositiva che consenta effettivamente al contribuente di sapere quanta parte del proprio
Reddito fa a livello comunale va a livello regionale questo non per aver dare mezzi economici sufficienti alla Regione non è quello il problema o meglio può anche esser quello il problema
Non solo per scaricare delle tensioni sul bilancio dello Stato non è quello il problema
Oppure è anche un un problema macroregione di democrazia perché soltanto e di autogoverno perché soltanto se i cittadini sanno in che modo vengono spesi i propri fondi possono attivare quello che il meccanismo più rilevante di una democrazia che non è quella partecipazione
Regione unità con diceva ma troppa enfasi sulla partecipazione no la partecipazione qualcosa che si aggiunge arricchisce la democrazia il fondamento democrazia e il principio di responsabilità anche qui la possibilità per i cittadini di poter premiare o punire i propri rappresentanti questa è la base per la partecipazione qualcosa che arricchisce no che rende ancora più importante una democrazia
Ma tutto qui riconduce appunto alla al tema del processo generale di riforma le nostre istituzioni cioè delle regole di questa Repubblica che ormai troppo ansimante scusa
Grazie o molto
Presidente bar Berra
D'ora la parola al ministro Maroni gioca conclude
I nostri lavori
Il rinnovo ringraziamento per aver trovato
Con grado d'impegno d'esser qui tra noi
E per quello che ci viene
Grazie
Perché l'invito grazie per questa
Possibilità di dire poche cose suo appunto un dibattito
Chiaramente appunto affronta uno dei problemi nodali in questo momento
Certo è
è curioso questa questa ripresa degli attenzione nei confronti del tema regionalisti Co
In un momento appunto di
Di crisi dall'esperienza regionalistica questa è un paradosso che poi Barbera ha cercato di spiegare insomma che
Tuttavia non non appare ancora chiara insomma quale siano veramente le motivazioni di fondo che
Quello che viene chiamato un fallimento da molti si inserisca invece questa
Questo bisogno di lei questi qua e questi fu quasi questo desideri o se somma si fossero ancora se la politica avesse ancora dei sentimenti appunto di nuova di una nuova esperienza forse di una nuova fase di regionalizzazione
Per certi versi e la difficoltà appunto di far luce su questi problemi su queste strutture profonde certo senso novella del vivere collettivo
Sta in questo intreccio molto stretto è molto complesso tra momenti dimensioni fra loro
Effettivamente molto diverso e politica e amministrazione con un mia dimensione locale immissione statale di missione sovranazionale cioè c'è effettivamente in questo momento una un intrecciarsi di
Di forze di spinte di controspinta ecco rispetto alle quali io capisco la
Ecco mediti il richiamo al disegno globale uno di riforma perché disegno globale dovrebbe cercare di capire tutti questi momenti e movimenti e contemperarlo di appunto in un Progetto razionale insomma
Capisco anche che peraltro gli stessi fondatori dei dei progetti globali disegno razionale poi in fondo chiedono che questi disegni questi progetti non impedisca furbetti
Modificazioni migliora menti le
Reazioni parziale che possono in qualche modo
Punto render più vivibile una una convivenza appunto civile e politica così piena di contraddizioni di divaricazioni no tenendo conto che così sta esponendo più uno stato d'animo che che dei problemi però vengo rapidamente
Poi in definitiva dire anch'io una cosa su questo discorso delle regioni cioè mi pare che il rilancio delle regioni su cui tutti mi pare
Concordiamo no giustamente Barbera
Ha richiamato una serie di iniziative di partito e comunque un dibattito che si sta in qualche modo innalzando insomma
Però ecco effettivamente il terreno che mi sembra il terreno capace di rendere ancora una volta questo tentativo di rilancio forse
Poco produttivo e
Il la
Forse la necessità storica e questo mi pare che sia il problema forse dal mio punto di vista centrali di ridurre le regioni a livello amministrativo
Cioè c'è uno spazio che non sia quello amministrativo per un per una forma appunto nuova rinnovate di regionalismo esiste ecco esistono veramente questi problemi
Dell'identità regionale questa e come posso dire queste formazioni identità regionale
Cioè c'è e classe dirigente Donofrio Sean problemi che possono veramente impegnare la politica con me
Nella sua appunto altezza diciamo ecco Luigi di scontro di ideologia di lotta di di
Di azione comune di grande
Traguardo ecco
E una dimensione quella regionale che consente alla politica di e rischi spiegarci insomma di costituire e la base di questa
Esperienza di questa oppure ecco le Regioni sono costrette effettivamente a livello amministrativo con me il livello necessario diciamo insuperabile della loro organizzazione
E e questo un poco nasce appunto dalla da una chiara ampliarsi della dimensione dei problemi ecco domani comincia questa Conferenza intergovernativa abbiamo questa la formazione di quest'altra dimensione di governo che tutti noi sentiamo come una dimensione che nel futuro sarà una dimensione estremamente pregnante insomma che e il metterà in crisi gli Stati nazionali
Ma li mette in crisi appunto perché i problemi non ci sono più neanche i libri problemi e quindi in qualche modo la politica non è più neanche
Di dimensione nazionale non è più riducibile alla dimensione nazionale quindi
Per certi versi questa delegittimazione in fondo o della dell'esperienza regionale forse è un frutto
Un Effetto non lo so una conseguenza
Della delegittimazione dell'esperienza statale commis perianzio a politica come esperienza
Nella quale appunto è possibile dividersi un IRS sei cooperare combattersi eccetto era insomma ecco
Quindi sembra che poi in definitiva tutto si riduca a capire il collegamento tra i problemi la natura dei problemi economici sociali civili
Ecco è la dimensione politica corrispondente alla natura proprio di questi problemi se questa corrispondenza non è e attentamente e studiata e non è e e vento al mente attentamente sapientemente costruita ecco allora c'è il rischio che tanti
Edifici che noi costruiamo con le nostre punto progettazioni razionalista di veleno e difficile cartacce e poi in definitiva appunto molto così molto fragili insomma senza prospettive senza spessore sul e qui in questo per chiudere questo Breve così intervento in questa in questa come dire madre ma di problemi ecco che non ci sono chiaramente suscettibili di essere così semplificati il problema del Mezzogiorno
Ecco il problema del Mezzogiorno in definitiva si pone ancora con un problema politico ecco credo che la dimensione meridionale sia ancora una dimensione politica
Perché è una dimensione politica perché appunto è in fondo
O sulla questione meridionale così come ci è stata insegnata diciamo nei suoi termini storici la questione appunto di una mancata conclusione di un mancato compimento di un processo politico che è il processo nientepopodimeno che dell'unificazione di un Paese appunto che si che rigira stato nazionale e che nella in questa grande costruzione politica chi appunto alla costruzione dello Stato unitario lascia al fondo e risolta questa questione la questione quindi politica in quanto e elemento non risolto di un processo politico profondo ecco solo che questo problema politico che assumiamo politica mente all'interno della dimensione statale della dimensione nazionale resta ancora politico
Per esempio nella dimensione comunitaria
Ecco questo è per esempio di grande preoccupazione per me in questo momento vengono proprio da al fate degli appunti
Al presidente Andreotti Calipso i colloqui Condello con presente alla comunità nella Commissione della comunità e non esiste assolutamente la consapevolezza del problema del mio soggiorno come problema storico-politico
Di una come problema diciamo che resta appunto problema quindi contraddizione non risolta no
E e suscettibile tuttavia di risoluzione all'interno di un processo politico nazionale e allora il tutto viene considerato come un'aggregazione di Province di territori che in base a certi indici costruiti artificialmente un artificio socialmente
Possono non possono essere considerati appunto come aree territori suscettibili di essere immessi in una politica di sviluppo
E qui il discorso della dimensione c'è questo stesso problema il problema del Mezzogiorno che per noi all'interno della nostra esperienza statale nazionale
è un problema eminentemente politico nella dimensione comunitaria diventa un problema tecnico economico
Vedi di geografia dello sviluppo mentre per noi è un problema di storia e di politica nel senso alto dello sviluppo nazionale
No della formazione appunto economico politica della nazione italiana
Questo è per esempio un punto di forte contrasto con la comunità con la commissione della comunità
Perché ed è un contrasto assumo un modo diciamo non risolvibile nel senso appunto che non è non ci sono dei termini comuni per affrontare questo problema perché il nostro punto di vista è un punto di vista politico e perfino necessariamente etico-politico il punto di vista della comunità o della Commissione della comunità e un punto di vista tecnico economico o amministrativo economico perché appunto è un problema
In cui l'umidità politica storico-politica del Mezzogiorno come questione meridionale cisterne per diventare appunto una pura e semplice questione
Di applicazioni indici di sviluppo di sottosviluppo eccetera c'è
Ecco questo è uno degli elementi su cui per esempio occorrerebbe riaprire apparire una grande vertenza
Nazionale statale
Perché e non è soltanto ecco un'avvertenza italiana ma è una vertenza europea proprio perché
Ecco
Non vengono affrontate politicamente come problema politico cioè come problema dell'unificazione europea finiscono per diventare una questione europea allo stesso modo no
Nel quale il Mezzogiorno è diventata una questione nazionale
No
Proprio perché nella nel procedere dell'integrazione dell'unificazione dell'Europa nella costruzione delle grande mercato dell'unione economica d'unione politica la non soluzione dei problemi dello squilibrio territoriale sfideranno per diventa aree propri questo
Che cos'è una questione è appunto un un ammasso di problemi irrisolti e quindi di qualcosa che impedisce ad una comunità in questo caso con ti mentale più alla Comunità europea diventata esse stesse di essere se stesso fino in fondo cioè coesa coerente
E libera nelle sue stesse prospettive
Quindi grande questione politica grande questione nazionale grande questione europea la dimensione regionale non voglio ridurre tutto e una dimensione che ci consente di vivere il problema del Mezzogiorno in questi termini
Ecco oppure non è appunto la dimensione nella quale il problema del Mezzogiorno punto diventa un problema di legge o di criminalità mi ha fatto impressione ieri alla conferenza stampa
Per la presentazione dei parchi scientifici e tecnologici la domanda di un giornalista ma lei lei che cosa diranno
Di questi mille cento miliardi che vengono destinati no alla ricerca scientifica la ricerca industriale nel Mezzogiorno oppure la criminalità del Mezzogiorno che farà di fronte a questo nuovo ecco il punto di deformazione il punto di snaturamento del problema laddove appunto se gli applica no ad un problema di questa portata un problema
Etnico politica della unità italiane delle unità o europea si applica categoriche del tipo appunto lei che ho criminalità non ti queste categorie no non esistano per così dire insomma ecco tuttavia esse vengono applicate in questo modo improprio dire in questo modo
O scorretto fondamentalmente ecco per per concludere volevo ricordare appunto un'altra questione che in questo momento mi preoccupa diciamo nell'ambito di questa responsabilità ministeriale cioè la questione Mezzogiorno patto sociale
Ecco anche qui i quand'è che appunto una questione diventa politica ecco diventa politica quando diventa una questione anche interna al rapporto tra grandi forze sociali
Quando in qualche modo vini assunta come elemento discriminante di alleanze Utic contrapposizioni all'interno appunto di grandi forze sociali o di grandi movimenti e organizzazioni diciamo
Della società economico della città civile ecco da questo punto di vista il quello che si è colto in alcuni andamenti delle recenti di recente incontro tra sindacati imprenditori e governo sulla sul patto sociale per il Mezzogiorno
E e proprio per così dire questa riproduzione all'interno delle dinamiche sociali quindi sindacali imprenditoriali le une rivolte alle altre ma anche internamente a ciascuna di queste dinamiche
Ecco il cogliere ancora il Mezzogiorno come è fatto
Statale per così dire com'è fatto che in definitiva interessa puramente e semplicemente la dimensione di l'intervento pubblico è al massimo le forze sociali e debbo dire soprattutto alle forze sindacali si pongono in una curiosa strana posizione di tribunale
Che deve e sindacare appunto eventualmente direi che va bene va male e che in una sorta di di responsabilizzazione radicale orgogliosi di responsabilità
Di responsabile di deresponsabilizzazione radicale no rispetto appunto a comportamenti e atteggiamenti ad orientamenti che in definitiva nascono devono nascere è che all'interno appunto delle delle stesse forze sociali in quanto appunto assumano esse stesse il Mezzogiorno
E il problema del Mezzogiorno in questo momento nella sua valenza appunto sostanzialmente politica se il Mezzogiorno venne assunto nella sua valenza politica allora anche il patto sociale diventa effettivamente patto cioè un incontro di volontà comportamenti di prospettive di politiche tardò delle politiche pubbliche
Sono politiche che in qualche modo si incontra un suo incontro con le politiche dalle parti sociali laddove però non c'è ecco una a un ed un astenuto una egemonia una un come posso dire una posizione esclusiva e di e se i conti che esaurisce in se stesso tutto il problema appunto o come come fatto pubblica come fatto di politica pubblica ed è finisco qui la terza questione la terza preoccupazione
Questa difficoltà di porre il problema del Mezzogiorno in sede comunitaria come problema politico questa difficoltà di porre il problema del Mezzogiorno come problema politico all'interno dei rapporti tra le forze sociali si ripercuote necessariamente nel modo come fondo la coscienza nazionale percepisce oggi questo problema e anche nel modo come per esempio gli ambienti
Parlamentari percepiscono oggi il problema per esempio che certamente si pone una integrazione finanziaria
Delle leggi speciali per il Mezzogiorno ai questa questione dell'integrazione finanziaria
Vissuto punto puramente e semplicemente con me un o un modo tutti i aggravare sprechi e sperperi o un modo addirittura di alimentare la criminalità organizzata e anch'essa abbia a a mio avviso un sintomo ecco di una non corretta
Posizione del problema perché una corretta posizione del problema si e i conigli entrerebbe piuttosto Converso la costruzione sistemi diciamo di organizzazione e di controllo della speso e quindi della verso problema appunto di organizzazione di controllo dei trasferimenti ecco piuttosto che verso questa sorta di assoluzione paradossale che poi in definitiva il Mezzogiorno in qualche modo sale al fatto così giri civilmente e politicamente troppo in quanto viene quasi e programmaticamente separato dai sistemi il finanziamento pubblici e quindi in qualche modo isolato per così dire nella sua condizione attuale e queste cose volevo dire Tosh non avendo dato un grande contributo al dibattito ma Vendola avendovi comunicato alcune preoccupazioni e alcuni problemi che in questo momento sento
Grazie al Ministro Maroni classe