04 DIC 2002

Intervento di Marco Pannella sulla preparazione del Consiglio europeo di Copenaghen del 12/13 dicembre 2002

STRALCIO | - Parlamento Europeo - 00:00 Durata: 3 min 44 sec
A cura di Andrea Maori
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Registrazione video di "Intervento di Marco Pannella sulla preparazione del Consiglio europeo di Copenaghen del 12/13 dicembre 2002", registrato a Parlamento Europeo mercoledì 4 dicembre 2002 alle 00:00.

Sono intervenuti: Marco Pannella (parlamentare europeo, Ni).

Tra gli argomenti discussi: Cohn Bendit, Consiglio Europeo, Democrazia, Europa, Federalismo, Parlamento Europeo, Usa.

La registrazione video ha una durata di 3 minuti.

Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
  • Marco Pannella

    parlamentare europeo (NI)

    Signor Presidente, colleghi, il collega Bonde è entrato qui al Parlamento - siamo entrati insieme - nel luglio 1979. Egli, da militante comunista, fu eletto per sostenere la necessità della non adesione della Danimarca alla nostra Europa. Sono passati più di vent'anni e avete sentito il discorso del carissimo collega Bonde sul governo della situazione quale si presenta. Nel 1979, il collega Cohn-Bendit era probabilmente ancora molto rivoluzionario rispetto alle nostre posizioni di federalisti europei, intransigentemente liberali, intransigentemente antifascisti, anticomunisti, antifondamentalisti, federalisti. Oggi, la realtà è diversa. Oggi il collega Cohn-Bendit ha detto una cosa molto interessante, ma l'ha detta come un paradosso. L'America ci suggerisce di accelerare i tempi dell'ingresso della Turchia nell'Europa. Dan dice: sarebbe come se noi chiedessimo agli Stati Uniti di accelerare i tempi della loro federazione, dell'attrazione del Canada e del Messico. Forse che il problema nel quale oggi ci troviamo non è quello di andare verso l'organizzazione mondiale della democrazia e delle democrazie, guadagnando l'arma assoluta di attrazione di massa nel mondo, contro le armi assolute di distruzione di massa? E l'arma assoluta di attrazione di massa, libera e liberale, è quella di riconoscere il diritto naturale, storicamente acquisito da ogni donna e da ogni uomo, alla democrazia politica, allo Stato di diritto, e quindi alle basi liberali degli Stati federali, federativi, rispettosi della libertà di ciascuno. Cosa c'entra tutto questo con Copenaghen? C'entra! Nel dopoguerra Benedetto Croce ricordava che proprio l'Europa monarchica - quella delle monarchie scandinave, della monarchia britannica, della monarchia olandese e anche belga, se vogliamo - era l'unica ad aver resistito ai vari nazionalismi, al nazionalsocialismo, ai vari socialismi, a quello comunista, per difendere un barlume di libertà. La storia presenta dei paradossi. Il paradosso che noi ci sentiamo di sostenere, signori Presidenti, è che voi adesso, a Copenaghen, non siete liberi di costruire l'Europa: esprimete Stati burocratizzati, un Parlamento burocratizzato; difficile intonare il "Veni Creator " in queste condizioni: dovremo lottare per la libertà e per l'Europa.
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